Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: helionor 95    24/06/2010    0 recensioni
La famiglia Cullen non sembra destinata ad una vita tranquilla...
Genere: Azione, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Correvamo rapidi e silenziosi in mezzo al bosco. Aveva cominciato a piovere e l’unico rumore che percepivo era lo scrosciare dell’acqua sull’asfalto della strada poco lontana. Ripercorrevo mentalmente gli eventi della mattina appena trascorsa.
E più ci pensavo più mi sembrava impossibile. Proprio per questo motivo stavamo tornando a casa. Avevamo bisogno di spiegazioni e Carlisle era sicuramente la persona più saggia della famiglia, avendo molti decenni di esperienza alle spalle. Era stata una scelta di Edward.                       
–Dobbiamo tornare a casa. E’ necessario parlare con Carlisle. Ed Esme ha il diritto di sapere…..- aveva detto ad Alice. Lei evidentemente non era d’accordo, ma non aveva posto obbiezioni. Era imperscrutabile. Passata la crisi di rabbia non aveva più pronunciato parola. E questo era preoccupante.  
Lasciata l’auto in un angolo appartato eravamo partiti immediatamente, cercando la scia di odore lasciata da Jasper. Purtroppo però lui era sempre stato bravo a mascherare le tracce e ci mettemmo più del previsto a rintracciarle. Troppo tempo. Nel frattempo era ricominciata la crisi di nervi di Alice. Ora aveva trovato il modo di sfogarsi nella corsa, lasciando più volte indietro me ed Edward. Nonostante queste problematiche raggiungemmo presto il vialetto di casa nostra, che percorremmo in meno di 30 secondi. Ad aspettarci sulla soglia trovammo Rosalie, che teneva per mano Renesmee  impaziente. Appena ci vide insistette per venirmi  in braccio e l’accolsi di buon grado, stringendola a me. Edward si avvicinò e senza dire una parola iniziò ad accarezzare i capelli di nostra figlia, lo sguardo perso nel vuoto. Tuttavia non dava l’idea di essere preoccupato.                          
Poi, mentre cercavo di capire il perché della sua indifferenza, Alice mi passò a fianco ed entrò in casa sbattendosi la porta alle spalle.  
–Non vuole essere seguita- spiegò Edward.      
–Edward…cos’è successo?- chiese Rosalie, sinceramente preoccupata.   
–Aspettiamo Carlisle. Non voglio ripetere tutto due volte-rispose lui, chiudendo il discorso.
Entrammo in casa, dove trovammo Emmett ed Esme sul divano. Lui, impassibile, teneva il grosso braccio sulle spalle della madre, scossa da lievi tremiti. In quell’istante ricordai l’enorme istinto materno di Esme e capii che doveva già essere stata informata da Alice. Sicuramente per lei perdere un figlio doveva essere un dolore insopportabile.                  
Mi guardai intorno, ma non vidi Alice. Evidentemente era andata nella sua stanza. Pensai di raggiungerla, ma non feci in tempo a muovere un passo che Carlisle sbucò dalla porta d’ingresso, il volto teso per la preoccupazione.                
–Edward…racconta tutto- ansimò.

Il silenzio era calato nella stanza. Nessuno poteva credere a ciò che aveva appena ascoltato. Nessuno voleva crederci. Jasper, membro a tutti gli effetti della famigli Cullen, se ne era andato lasciando credere che non sarebbe tornato mai più.      
–Non possiamo lasciarlo andare via così- aveva singhiozzato Esme
-Dobbiamo fermarlo-                                       
Carlisle, diplomatico come al solito aveva risposto subito.        
–E’ una scelta sua. Se Jasper ritiene che sia necessario tornare al suo stile di vita precedente, lo lasceremo stare-
-Ma…Carlisle!- aveva esclamato Emmett indignato – Sta commettendo l’errore più grosso della sua vita! E tu glielo stai permettendo!-
-E’ una scelta sua- aveva ribadito Carlisle, testardo.  
Poi, con calma straordinaria, Renesmee era riuscita convincere tutti.
–Io rivoglio lo zio. Gli voglio bene e lo conosco da pochi anni. Voi che lo conoscete da così tanto tempo, dovreste volergli talmente bene da non volerlo perdere, neanche per qualche giorno- concluse.
–Noi gli vogliamo bene. E per questo che lo lasciamo decidere da solo cosa è meglio per lui. Senza intrometterci -aveva provato ad obbiettare Carlisle   
-Non ha senso. Scelta sua o meno, se gli volete bene non dovete lasciarlo andare via-                                         
In effetti il suo semplice ragionamento non faceva una piega, e con il suo fare innocente riuscì persino a plasmare le convinzioni di Carlisle.
Era deciso. Quella sera stessa saremo partiti per ritrovare il nostro Jasper.

I preparativi erano terminati. La ‘missione di recupero ’ poteva avere inizio. Mancava un ultimo piccolo grande dettaglio. Informare Alice della nostra imminente partenza.
Ovviamente fui io l’incaricata ad andargli a parlare e, in un certo senso, ne fui felice. Certo, avrei dovuto vedermela con la sua furia probabilmente non ancora placata. Ma era anche un’occasione per mettere alla prova la mia amicizia e per ringraziarla di tutto quello che aveva fatto per me fino a quel momento.  
Giunta di fronte alla sua stanza, feci un bel respiro e bussai. In fondo, anche i vampiri potevano avere la tremarella. O forse ero solo io.   
Un debole ‘avanti’ mi fece prendere un po’ di coraggio. Almeno non era più arrabbiata. Solo depressa.        
–Ti aspettavo, Bella- sussurro lei con un  lamento che non aveva niente a che vedere con la sua voce cristallina.     
Mi inchiodai sul posto, vedendo com’era ridotta. Gli occhi vispi da folletto erano spenti e vitrei. Stava seduta con le braccia intorno alle gambe, il mento appoggiato sulle ginocchia. La trovai più piccola che mai e dovetti resistere contro l’istinto di correrle incontro e di abbracciarla. Non riuscivo a immaginare come avrebbe reagito, ma preferii non sfidare la sorte. Non avevo mai pensato ad Alice come a una persona- o meglio vampira- che avesse bisogno di consolazione e di affetto, ma vederla così mi fece cambiare immediatamente idea.    
–Alice- dissi seria, facendo un passo verso di lei- noi stiamo per partire. Andiamo a cercare Jasper. Sei dei nostri?-     
Mi pentii immediatamente di ciò che dissi. Evidentemente il nome ‘Jasper’ era tabù. Appena lo pronunciai, affondò il viso nelle ginocchia ed emesse un debole mugolio.
Poi, un veloce flashback  mi fece venire un’illuminazione.   
Ma certo! Come potevo essere stata così stupida! Ora mi era tutto chiaro. Le lanciai un’altra rapida occhiata e non ebbi più dubbi. Si sentiva esattamente come mi sentivo io quando Edward aveva deciso di lasciarmi.                                                    
In un attimo ripercorsi quel periodo buio -forse il peggiore - della mia vita. E mi venne anche in mente che l’unica cosa che mi fece sentire meglio fu rivederlo.
Adesso ciò che dovevo fare mi appariva chiaro e limpido. Avrei trovato Jasper e l’avrei riportato a casa, anche a costo di rompergli ogni singolo osso del corpo e, sinceramente, non mi sarebbe dispiaciuto più di tanto. Non aveva la più pallida idea di ciò che aveva combinato andando via. Stava distruggendo quella che fino a qualche tempo prima era stata la sua più importante ragione di vita. Ma chi si credeva di essere per far soffrire così Alice?
Sentii la rabbia ribollire e un ringhio sordo nascermi nel petto. Mi voltai per nasconderle la mia espressione,e feci due passi verso la finestra socchiusa.    
–Vuoi andartene anche tu?- mi chiese in un sussurro strozzato, senza neanche guardarmi.                        
Mi sentii stringere il cuore, anche se ormai aveva smesso di battere da tempo. Ormai la situazione era diventata una questione di principio.   
–Torno presto- promisi.  
E con questa convinzione spalancai la finestra e mi fiondai giù, immergendomi nella notte nera e senza stelle.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: helionor 95