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Autore: Leia345    25/06/2010    23 recensioni
Questa storia approfondisce la puntata numero 20(Un amore impossibile), in particolare le scene iniziali, dove André quasi si lascia sfuggire ciò che prova per Oscare e lei in tutta risposta, con la sua solita sensibilità lo sfida a duello per sfogare la frustrazione della giornata appena passata con Fersen...e se invece avesse capito benissimo quello che intendeva André?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL DUELLO Allora, questo capitolo non mi è venuto come volevo e  temo che non vi piacerà molto e credo che rimarrà un capitolo unico, ma siccome mi è costato veramente molti sforzi, lo pubblico lo stesso…spero che salviate almeno qualche frase.
La puntata numero venti, dove Oscar si ritrova a fare da galoppino per la regina e Fersen mi è sempre piaciuta molto, primo perché André sbrocca e dice quella frase bellissima e poi perché secondo me è lì che Oscar comincia a considerare André non più un ragazzo, ma un uomo. Non può capire ancora quanto sia legata a lui, perché è tutta presa dal tentativo di combattere l’amore per Fersen e s’incazza pure quando il nostro povero attendente cerca di mettersi in mezzo facendole capire che lei e Fersen hanno poco da fare i martiri, che mica sono gli unici a soffrire…la mia tesi è un po’ azzardata, ma è proprio questa: che lei voglia combattere con lui non perché debba sfogarsi a causa di Fersen, ma perché il fatto che André parli di sé in quel momento la fa arrabbiare e lo vuole dissuadere dall’approfondire l’argomento.
Mi rendo conto che vi sembrerà un po' assurdo il dialogo mentale contrapposto ai movimenti fisici del duello…non volevo dire che sono telepatici al 100% perché se così fosse veramente stato, magari le cose sarebbero andate in modo diverso, ma mi piace pensare che anche a livello inconscio comunicassero in modo speciale. Basta, sono logorroica…





André parlava ormai da qualche minuto; aveva appoggiato la mela sul tavolino…l’aveva maneggiata nervosamente per così tanto tempo che era diventata quasi calda e ora non gli andava più. Era seduto con i gomiti appoggiati alle cosce e le mani congiunte. I polpastrelli stringevano così forte le nocche che le unghie erano  diventate in parte bianche(1)  e i pensieri che gli affollavano la mente erano così pesanti che doveva tenere la testa bassa…il suo era un dolente monologo, visto che Oscar non dava segno di ascoltarlo; restava ferma, in piedi, dandogli le spalle, una sagoma nera contro la luce del giorno morente. Lei che era la sua luce era ora un ritaglio di buio. Non parlava, non si muoveva, non commentava. La sua rabbia cresceva parola dopo parola; aveva capito con lucida disperazione che durante quella lunga giornata in presenza del conte Fersen lui per Oscar non era esistito che nei brevi attimi in cui  aveva preso la parola per primo per formulare le solite frasi di circostanza sul pranzo e sulle tecniche di combattimento…solo in quei momenti lei lo aveva guardato con la solita gentilezza, per poi distogliere immediatamente lo sguardo. Lei non gli aveva quasi rivolto la parola e lui sapeva che non l’aveva fatto apposta; semplicemente il conte aveva oscurato la sua presenza.
Non era mai stato così geloso prima e si rendeva conto di aver messo una nota polemica nelle sue considerazioni sulla relazione clandestina che occupava tutti salotti di Parigi in quel momento. Temeva che Oscar gli avesse chiuso per sempre una parte del suo cuore, quella stessa parte che lui cercava silenziosamente di conquistare da anni e che Fersen si era preso senza alcuno sforzo. Voleva scuoterla, colpirla, strappare da lei quella sofferenza che lui capiva così bene e che avrebbe voluto evitarle con tutte le sue forze.
 -Sai Oscar, provo compassione per Fersen, sei l’unica cui posso dirlo, perché ad altri parrebbe sconveniente che io provi questi sentimenti per un nobile…ma compassione è quello che provo…doveva soffocare quel sentimento…c’è chi ama tutta la vita una persona senza che questa lo sappia-

Il giorno stava scivolando verso il crepuscolo in una violenta dissolvenza di gradazioni che dal rosso morivano nel viola che annunciava la notte…tra tutti i tramonti che avevano visto assieme questo era  forse il più penoso…
 Il profilo di Oscar si stagliava immobile e sinuoso davanti alle grandi vetrate del salone…era un’ombra…si sentiva un'ombra…era in parte irritata dal modo in cui André stava parlando di Fersen e di Sua Maestà la Regina, ma in realtà pensava che avesse ragione su tutto e riteneva anche che André fosse molto perspicace nel dire che in fondo quella relazione  dava al conte più dolore che gioia…voleva stare da sola, ma il tono basso e misurato della voce di André era riposante e le permetteva di capire meglio quello che sentiva; inoltre sospettava che la solitudine in quel momento le avrebbe fatto versare lacrime amare e lei non voleva piangere.
-In fondo, soffre di più chi ama non ricambiato-(2)
Eh sì, hai proprio ragione André.
Stava sprofondando dentro ai suoi pensieri e dentro se stessa quando una frase di André la riportò improvvisamente alla realtà

C’è chi ama tutta la vita una persona senza che questa lo sappia

Le parole risuonarono nella testa di Oscar come un campanello d’allarme. Sentì le sue mascelle serrarsi come a contenere un urlo improvviso

Cosa dici André? Che cosa stai dicendo? Di chi parli? Perché dici questo adesso? Stavi parlando di Fersen e contemporaneamente anche di me no? Cosa centri tu? Stai forse cercando di dirmi…NO…non ti permetterò di...non posso perdere anche te, anzi, soprattutto non posso perdere te…è come dici tu…bisogna ricacciare in fondo al cuore i sentimenti che non hanno speranza e io ci sto provando con tutta me stessa...ma è difficile sai? Quasi impossibile…e adesso parli  come se tu ci fossi riuscito…tu che sembri sempre così allegro e tranquillo nascondi  dei dispiaceri?

Si girò lentamente verso di lui  e André alzò la testa per ricambiare il suo sguardo…erano sempre stati capaci di capirsi con poco…di solito bastava un'occhiata per sapere cosa voleva dire l’altro...nel loro mondo, fatto di convenzioni dalle quali era impossibile discostarsi, dove un padrone non poteva dimostrare simpatia e affetto verso un servo senza sollevare volgari sospetti,  avevano dovuto imparare un linguaggio tutto loro, una sistema grammaticale complesso dove la parole erano scritte dagli occhi e la punteggiatura dai gesti…era per questo che da qualche tempo Oscar evitava di guardare  direttamente il suo amico d’infanzia; sapeva che lui le leggeva dentro e non volendo ammettere i sentimenti che provava per Fersen nemmeno con se stessa, voleva evitare che André la obbligasse a confrontarsi con essi… quel momento era arrivato comunque, ma questo non se lo aspettava proprio…nonostante il profondo legame che li univa c’erano dei terreni in cui non si addentravano mai volontariamente e questa cosa in parte infastidiva Oscar perché confermava la differenza di sesso e condizione che esisteva tra di loro.
Forse aveva preferito conservare dentro di se l’immagine di André bambino per non dover pensare a lui in modo diverso e ora si doveva scontrare con un André adulto che  provava  i sentimenti di un adulto  e sentiva le necessità di un adulto.
Oscar sapeva che André le era molto affezionato e per lei era lo stesso; quando si trovavano in pericolo sapevano di poter contare sull’aiuto incondizionato dell’altro, e questo anche a costo di correre dei grossi rischi...era sempre stata molto grata per quell’amicizia che si era fortificata anno dopo anno e non pensava che qualcosa o qualcuno l’avrebbe mai minacciata…
André, cosa stai facendo?Sei il mio unico punto fermo
Il suo trasporto per Fersen, la posizione di André…si odiò per quel confronto impietoso che le era nato improvvisamente dentro e lo scacciò prima di formularlo completamente…sentì la voce di suo pare che le impartiva lezioni sul fatto di non mettere mai in discussione le tradizioni, i privilegi e i doveri della nobiltà, ma a quel punto qualcosa le impose di interrompere il flusso di pensieri e le sembrò che facendo questo le stesse sfuggendo qualcosa di importante

Eppure mi sei così caro. Forse non mi sto comportando bene con te…forse do per scontate troppe cose. Non  voglio pensare a quello che può significare, ma di certo è una farsa…il destino si ostina ad inviarmi prove sempre più difficili, forse per punirmi della libertà di cui godo grazie all'inganno di mio padre…

In profondità, dentro di sé, avrebbe voluto parlargli…chiarire con lui quella frase sospesa, confortarlo e farsi confortare…a volte parlare sinceramente è una violenza, ma dovrebbe essere una cosa dovuta con le persone che ci vogliono bene…invece Oscar non era abituata a parlare apertamente dei propri sentimenti…in questo André era sempre stato più bravo di lei…fece così l’unica cosa che le riusciva  in  casi come questo: trasferì in un oggetto tutta la sua pena. Scelse la spada, che era sempre stata un feticcio per entrambi; il loro tributo in sudore e fatica veniva ripagato con una vicinanza che eliminava la distanza fisica(3)e non creava complicazioni o fraintendimenti.

-André, prendi la tua spada…voglio combattere ancora-

Scappò dalla stanza quasi correndo, tanto l’aveva sconvolta quello che aveva letto nello sguardo del suo amico
André era altrettanto stupito per la facilità con cui gli erano uscite poco prima quelle parole e capiva di averla spaventata…che sciocco, non aveva saputo trattenersi. La gelosia e la paura di perderla gli avevano fatto perdere il controllo. Che diritto aveva di intromettersi? Per un momento gli era persino sembrato che lei gli volesse dire qualcosa, ma lui conosceva bene la sua Oscar: poteva affrontare ogni pericolo con coraggio e nervi d’acciaio; i sentimenti  invece la mettevano in difficoltà…nei sentimenti non poteva applicare schemi o seguire  regole apprese con impegno.

Bene, vuoi che non ne parli più? Non ne parleremo più, ma tu cerca di capire quello che intendevo: il mio amore per te è a senso unico, come il tuo per Fersen, eppure continuiamo ad amare; ma io non voglio niente, non pretendo niente, la mia non era certo una dichiarazione, come potresti ricambiarmi? Volevo solo che tu sapessi che ti capisco e che sono qui per te…fai come me Oscar, perdonami se ho la presunzione di poterti insegnare come si deve amare, ma tu sei testarda e ti ostini a combattere…se non gli riveli i tuoi sentimenti lui sarà per sempre un buon amico, se invece ti riveli a lui(e se ti conosco prima o poi ci proverai), lo perderai…tutto qua…e ora sfogati pure, ne hai bisogno amore mio.

Si alzò con un gesto stanco e lento, facendo leva sulle ginocchia e mentre scendeva le scale dell’atrio notò che Oscar era già pronta nel cortile sul retro; era molto nervosa e tagliava l’aria con la spada per scaldare i muscoli tesi.
Il giorno stava morendo, gli ultimi riflessi rossastri si abbassavano velocemente inghiottiti dalla terra, e l’unica cosa a cui riusciva a pensare Andrè era il colore dei capelli della sua vecchia amica …pensava che assumevano una diversa sfumatura a seconda dell’ora…era meravigliosamente bella la sua Oscar…avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, anche amarla in silenzio per tutta la vita…
-André, bada che questa volta farò sul serio-
-D’accordo Oscar,come vuoi-

Capisci cosa volevo dire Oscar? A volte bisogna saper sacrificare se stessi, se si ama veramente

Incrociarono le spade con violenza, niente a che vedere con le solite esercitazioni giornaliere e la mise en garde(4) non durò che due o tre secondi; in quel breve lasco di tempo Oscar si concentrò sugli di occhi  di Andrè e si ripropose di continuare a farlo per tutto il duello; li aveva evitati per troppe volte negli ultimi tempi…doveva comunicargli qualcosa, si era resa conto di essere scappata come una vigliacca poco prima, non aveva saputo affrontare lo sguardo addolorato dell’amico e ora voleva   risolvere la situazione a modo suo

-Ah…-
Oscar  scattò velocissima con il primo affondo e André parò  il colpo appena in tempo, facendo scivolare la spada oltre il suo l’orecchio sinistro  e  poi con una forte spinta, rimandò spada e spadaccino nella posizione di partenza

Attenta Oscar, potremmo farci male questa volta…

Cos’è quell’espressione preoccupata? Non ti preoccupare André…non ci faremo del male…io e te non possiamo farci del male…io e te siamo fratelli e tali rimarremo per sempre. Non ti permetterò di innamorarti di me…non posso pensare che tu soffra per me come io soffro per Fersen…no…non posso ricambiarti, lo sai, non posso…

Non mi importa se non mi ami…lo so che non mi ami, ma dimentica Fersen, dimenticalo, ti prego

André schivò un altro rapido attacco di Oscar e si fece strada affondando a sua volta, mosso da una collera che non riusciva più a trattenere dopo l’ultima occhiata che gli aveva lanciato Oscar: diceva di lasciar perdere, di non affrontare mai più quell’argomento; era adirata con lui, con se stessa e con il mondo intero…le faceva quasi paura perché quando perdeva il controllo poteva diventare una furia…questa volta non poteva dirle di calmarsi, l’avrebbe fatta infuriare ancora di più.
 Puntò la sua spada direttamente alla gola di Oscar che dovette fermarsi davanti a quella punta affilata.
Ansimavano entrambi…erano entrati troppo velocemente nel vivo del combattimento, ma non c’era  stato spazio per i preliminari…dovevano sfogare in qualche modo tutta quella frustrazione…
André abbassò la lama per riprendere fiato e Oscar fece lo stesso. Si resero conto che forse stavano esagerando e sentirono il bisogno di stemperare un po' l’atmosfera

-Sei diventato veramente bravo André, ma io sono più brava di te-
-Sì, devo ammettere di aver avuto un ottimo maestro, combatte come un uomo, ma si dice in giro che sia una donna al cento per cento-
-Fatti sotto pivello e vediamo chi è la femminuccia-
-Sono secoli che non mi chiami pivello-
-Sono secoli che non cerchi di insegnarmi chi sono-
André attaccò per primo, ma Oscar era troppo svelta ed agile per fermarsi di fronte al colpo di André e con uno scatto fulmineo corse dietro di lui che dovette girarsi e a causa di questo perse tempo e si ritrovò in posizione di difesa a parare flèches e affondi  per qualche tempo prima di poter attaccare di nuovo.

Il tuo stile lascia a desiderare oggi Oscar, sembra che tu abbia in mano un bastone e che mi voglia colpire. E’ inutile che tu faccia il maschiaccio con me …la tua sofferenza mi fa desiderare di poterti proteggere e la tua femminilità la vedo in tutto quello che fai…le tue dita sottili, le tue gambe affusolate…non capisci Oscar? Tu con questi duelli credi di dimostrarmi che sei un uomo e di inibire in me qualsiasi sentimento che vada oltre l’amicizia e invece… mi ecciti da morire.

Sono io, la vecchia Oscar, vedi André?…non cambiare ti prego…lo so che io sono  cambiata, ma continuo a volerti bene, forse più di quello che sono disposta ad ammettere, ma non sono pronta per affrontare questo tuo cambiamento… se cambi tu devo cambiare anch’io e non voglio; se devo provare l’amore come lo prova una donna voglio che sia un amore  facile, lecito, anche sofferto, ma normale…anche  non corrisposto, mi va bene lo stesso…probabilmente è proprio per questo che ho scelto Fersen…no…non innamorarti di me ti prego…non voglio

Non puoi controllare anche i miei sentimenti Oscar. Sono già innamorato di te e non puoi farci niente…ti amo come un pazzo…mi lascerei trapassare il cuore dalla tua spada  anche in questo preciso istante se questo potesse farti  trovare un po' di pace…darei tutto me stesso per vederti serena, spensierata come un tempo…nessuno ti ha vista come ti ho vista io…allegra, entusiasta, vitale…quando eri piccola correvi, correvi sempre…e ridevi…a Versailles non ridi mai, con Fersen sei sempre seria, con tuo padre non ne parliamo…solo con me ridevi e ogni tanto ridi ancora …cerca di ricordarlo e cerca di non amarlo tanto da stravolgere te stessa. Lui ti cambierebbe sai? Lui ha avuto bisogno che io gli dicessi che sei una donna…capisci quello che significa?Io ti amo con tutto il cuore, eppure vedi? sono sempre io…l’amore dovrebbe essere così in fondo

Smettila di guardarmi così, smettila maledizione, mi distrai…non eri tu a dire solo pochi minuti fa che bisogna soffocare i sentimenti che non possono darci gioia…io non posso darti quello che vuoi…cosa vuoi da me, cosa vuoi? Vorrei prenderti a pugni…perchè sono così arrabbiata?
BASTA! Concentrati sulla respirazione Oscar…ginocchio piegato, mise en garde, attacco

-Ah…-
Il viso di Oscar era arrossato e la sua bocca si torse in una smorfia di fatica quando, dopo l’ultimo attacco di André si ritrovarono a incrociare le spade all’altezza dell’impugnatura…i gomiti alti, i muscoli del collo tesi, i loro visi  che quasi si sfioravano, e le lame  pericolosamente vicine ai loro nasi…ansimavano e respiravano l’uno l’alito dell’altro …

Non farlo, non puoi…io credo di amare Fersen, per colpa tua devo ametterlo ed accettarlo…soffriresti  come un cane ad amarmi  e io non posso pensare di essere la causa della tua sofferenza…potrebbe significare la fine di questo, lo capisci? Vuoi che tutto questo finisca?

Non essere arrabbiata con me perché ti amo…accettalo…ti dedico tutta la mia vita…non vale granchè, ma è tua…io non ti farò pesare questo mio sentimento, sarà un ingombro leggero e in cambio tu dovrai solo continuare a volermi bene come hai sempre fatto

Ti vorrò sempre bene André…prima di conoscerti stavo diventando un bambino imbronciato e prepotente…con te ho imparato a giocare e a ridere e a rispettare tutti gli esseri umani…ma non soffrire…non voglio che tu soffra…non so perché mi è così insopportabile l’idea che tu soffra… non devi soffrire per causa mia

Non volevo farti agitare…ti prometto che non cambierà nulla.Non preoccuparti per me. Cercherò di farmi bastare quello che abbiamo e non soffrirò molto Oscar…in tua compagnia sono quasi sempre sereno,il mio non è un amore disperato come quello di Fersen o come il tuo; io in fondo sono felice anche adesso, non vedi come si sta bene, io e te assieme? Ogni volta che incrociamo le spade sento un brivido lungo la schiena e forse lo senti anche tu…sentilo Oscar, perché non mi ascolti? Non importa, io sono sempre qui…basta che tu ti ricordi sempre chi sei…ricordati chi sei

Ormai era calata la sera e  intorno a loro c’era silenzio…si sentiva solo lo stridere acuto delle loro spade…andavano avanti così già da più di mezz’ora(5) ed erano ormai allo stremo delle forze…non avevano mai combattuto in modo così brutale e così a lungo senza fermarsi.
Con un ultimo slancio Oscar riuscì a disarmare André e nel fare questo lo ferì leggermente alla mano…era più un graffio che una ferita vera e propria, ma Oscar ne fu costernata. Crollarono a terra e ci volle qualche tempo prima che si riprendessero…ora non si sentiva davvero più nessun rumore se non i loro respiri che ritornavano piano ad una velocità normale…
André guardò Oscar alla luce della luna…i capelli sudati e scomposti, il petto che si alzava e abbassava velocemente…

Se fossimo due amanti dopo l’amore Oscar, ora potrei tenerti stretta tra le mie braccia e tu potresti abbandonarti al sonno senza timore, e invece devo accontentarmi di questo surrogato …chissà come deve essere sentirti sotto di me, non le spade, come appendici di carne che si toccano, ma i nostri corpi…sei così vicina...

Alzò la testa e con un balzo improvviso si mise a sedere…il desiderio che lo aveva colto all’improvviso era stato così forte da fargli temere di perdere il controllo e  sentì che se non avesse detto subito qualcosa sarebbe stato capace di  prenderla lì, mentre era ancora senza forze e allora si che sarebbe tutto finito nel peggiore dei modi

-Touchè Oscar, è proprio il caso di dirlo-
-Andrè scusami…sei stato un osso veramente duro e se non avessi tentato quell’ultima mossa mi avresti battuta…mi sono lasciata trascinare dalla voglia di finire l’incontro; lo sai che quando voglio vincere sono pronta a tutto…ti fa male?-
-Ma dai Oscar cos’è quella faccia? Non mi hai mica preso un occhio…-
-Non dirlo nemmeno per scherzo…Perdi sangue?-
-Oh, sì…litri e litri…ora devi offrirmi da bere per farti perdonare…devo solo pensare a cosa…ma certo, credo ricorderai cosa abbiamo bevuto l’ultima volta che mi hai ferito-
Oscar rise piano, guardando la stessa luna che prima aveva permesso ad André di vedere l’oggetto del suo desiderio
-Ah già, tu sei quello dalla memoria di ferro, come fai a ricordarti tutto? Sì che me lo ricordo; eravamo dei ragazzini e non ci rendevamo conto di quello che rischiavamo-
-Beh…era buono però eh…ne assaggerei volentieri un altro po’-
-Scordatelo, non siamo più bambini. Il brandy di mio padre non si tocca…lo sai che è gelosissimo della sua riserva privata-
-L’hai toccato quella volta però-
-Fu solo un goccio e solo perché mi avevi sfidata…ricordo ancora la tua faccia quando mi vedesti arrivare con la bottiglia in mano-
-Sì certo, un goccio eh?…mmm...-
-Erano altri tempi ti dico-
-Non è mica passato un secolo da che eravamo ragazzi sai? Comunque se la metti così ti sfido nuovamente…-
-Non mi tentare…lo sai che non mi devi provocare-


Si alzarono aiutandosi a vicenda e ridendo come ai vecchi tempi…si erano sfogati a modo loro e l’enorme quantità di energia che avevano liberato in quel loro scontro aveva placato per qualche ora le loro anime in pena …soffrivano ancora certo, ma la stanchezza li aveva disarmati e la rabbia era passata…sapevano che quel ristoro sarebbe durato poche ore, che purtroppo non erano più dei ragazzi e che avrebbero dovuto faticare non poco per proteggere la loro amicizia non solo dal mondo esterno, ma anche daloro stessi, ma erano grati per quei momenti di pace e volevano goderseli bevendo un po’ assieme e dimenticando quella brutta giornata

-Vieni, ti accompagno in cucina…lì potrai medicarti quel graffio-
-Graffio? Guarda, è largo almeno cinque centimetri-
-Cinque? Ma chi ti ha insegnato a prendere le misure?Sono al massimo quattro e mezzo. Dai, vieni a sciacquarti la ferita, intanto che io vado a chiamare tua nonna-
-Sei crudele Oscar…se sa che abbiamo combattuto in questo modo mi uccide…è questo che vuoi?-
-Sì, l’idea era questa, tutto pur di non affrontare il rischio di trafugare il brandy dallo studio di mio padre.-
-Non importa Oscar…prima scherzavo…è vero, siamo cresciuti ormai per queste cose-
-Paura eh? Io vado a farmi un bagno e poi si vedrà. A dopo André e grazie per il combattimento…ne avevo veramente bisogno-
André seguì con gli occhi la figura snella e slanciata che stava salendo le scale
-Sono  qui anche per questo Oscar-si sentì sussurrare

-Lo so André, lo so bene- disse piano Oscar, mentre entrava nella sua stanza.


---Fine----





Intanto ringrazio tantissimo chi ha avuto la pazienza di leggere questo delirio, questa volta spero di essere andata un po’ più in profondità…se continuano a venirmi idee per le  due storie a capitoli e che spero di aggiornare presto e per queste storie di un capitolo è solo grazie alle vostre dritte e alla lettura della vostre ff. Grazie infinite a chi lascia una parola e anche a chi legge e basta. Mi sembra quasi impossibile che ad alcune di voi piacciano le cose che scrivo. Grazie .
Note
1-  Si sa che André ha una grande passione per le mele rosse e questo ha ovviamente dei rimandi biblici(simbolo dl desiderio ecc). Anche se nella scena iniziale nell’anime André tiene in mano la mela per tutto il monologo, a me piaceva l’idea della mela calda e della calma della sua voce in contrapposizione alla folle gelosia che lo attanaglia. Allontana la mela, ma non riesce a frenare il suo cuore.
2-  Questa è chiaramente la frase che dirà Oscar più avanti nell’episodio, ma a me piaceva metterla in bocca ad André
3-  Ho visto che alcune di voi hanno già scitto questa cosa e molto meglio di me…scusatemi, non era mia intenzione scopiazzarvi; ho sempre pensato anch’io che la spada sia uno dei mezzi che Oscar ha per  eliminae le distanze da Andrè ed esternare i suoi sentimenti, come d’altra parte anche il piano.
4-  Non sono assolutamente un ‘esperta di scherma: il linguaggio tecnico l’ho imparato guardando la Vezzali e la Grambassi alle olimpiadi e quindi se ho sbagliato qualcosa nella descrizione dei movimenti non esitate a dirmelo che correggo subito(la mise en garde è la posizione di partenza come è facilmente intuibile,il fléche invece è un affondo più preciso e slanciato).
5-  Visto che un incontro di fioretto è frazionato in incontri di pochi minuti e che lo letto che la scherma pretende un grande sforzo cardiocircolatorio oltre che di concentrazione immagino che mezz’ora di combattimento sia veramnete un tempo  eccessivo, ma volevo farli stramazzare a terra dalla fatica, per rendere l’entita della rabbia che hanno dentro
6-  Alla fine noterete un cambio di tono che può sembrare(e di certo è), poco in linea con la coerenza della narrazione, ma mi sembrava tutto troppo melodrammatico e volevo farli scherzare un po'…in fondo sono due persone con una grande intimità. Comunque ditemi cosa ne pensate che mi fa piacere
  
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