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Autore: kamomilla    11/09/2005    10 recensioni
Draco ed Hermione affronteranno un viaggio inaspettato, forse da soli, forse insieme, che condurrà entrambi verso il loro destino. Destino che non sarà quello che i due avevano progettato.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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ARIA

ARIA

 

 

 

 

 

Hermione fu svegliata da una spintarella gentile. Aprì gli occhi, ritrovandosi davanti il volto sorridente e rilassato di Draco. Si strinse a lui ed arrossì, sentendo la loro pelle sfiorarsi. Erano ancora nudi, coperti solamente dai mantelli, che grazie ad un incantesimo tenevano ancora più caldo di quanto non facessero in condizioni normali. Era strano. Per Hermione perché era la prima volta. La sua prima “mattina dopo”. La prima volta che si ritrovava abbracciata al ragazzo insieme a cui aveva fatto l’amore. La prima volta che appoggiando il volto sul collo di Draco sentiva l’odore del loro sudore e delle loro pelli. L’odore del sesso. Quante volte ne aveva sentito parlare, nel bagno delle ragazze? Quante volte aveva sentito Calì e Lavanda ridacchiare per quello? Quante volte lo aveva letto in quei libri che Ginny le aveva prestato a scuola, che lei riteneva frivoli, smielati e tremendamente stupidi, ma che presa dalla curiosità sfogliava di nascosto, riponendoli poi in mezzo a qualche libro più serio non appena arrivava qualcuno? Eppure non aveva mai capito cosa volesse dire. Si chiedeva come potesse il sesso avere un qualche odore particolare. In quel momento aveva capito che poteva. Era un odore che non si poteva descrivere, qualcosa che ti entrava prima nel naso, e poi nel cervello. Un buon odore, ma che scombussolava.

-‘Mione…- Draco la riscosse dai suoi pensieri. -…che c’è?-

La ragazza sospirò, sorridendogli.

-Niente, stavo pensando.- rispose cercando le sue labbra. Il biondo si sottrasse, uno dei soliti ghigni che gli solcava il volto.

-A quello che abbiamo fatto? A quanto sono stato bravo?-

-A quanto sei schifosamente presuntuoso, in realtà.-

Draco rise sommessamente e d’un tratto si fece serio.

-Non a quanto sono presuntuoso e nemmeno a quanto sono stato bravo. A quello che abbiamo fatto però sì, vero?-

-Sì.- confessò a bassa voce lei.

-E a cosa, di preciso?-

-A tante cose.-

Draco appoggiò la testa per terra, i piccoli sassolini che tornavano a sporcare i capelli biondi.

-Sei… stata bene? Voglio dire… non ti ho fatto male, vero? Ho cercato di fare piano, ma anche di darti piacere. Quando sono… vicino all’orgasmo difficilmente riesco a controllare l’intensità delle spinte o…

-Sono stata bene. Mi hai fatto stare davvero bene, Draco.- lo rassicurò lei imponendosi di non ridere. Aveva appena scoperto non solo che anche il sicuro Draco Malfoy conosceva il nervosismo post rapporto sessuale, ma che quando era nervoso, da riservato e silenzioso diventava piuttosto loquace.

-Mi fa piacere. Comunque… sei stata brava.- la guardò maliziosamente. –Sai muoverti bene, Granger.-

-Sì? Beh, nemmeno tu sei tanto male, Malfoy.- rispose lei fingendosi sicura di sé, solo il leggero rossore sulle guance che la tradiva.

-Questo era scontato. Dopotutto, io ho anni di pratica.-

-Maggior ragione. Per me era la prima volta, eppure sono stata brava come te.-

Draco scoppiò a ridere.

-Come me? Ascoltami bene, ragazzina: nessuno sarà mai bravo quanto me. Io ho del talento naturale, è la mia dote nascosta, il mio miglior pregio.-

-Ah, ecco. Per questo tutti quelli che non sono venuti a letto con te ti odiano: non hanno scoperto il tuo miglior pregio!- esclamò Hermione sgranando gli occhi e annuendo. Draco le lanciò un’occhiataccia.

-Piantala di prendermi per il culo. Anche se abbiamo fatto sesso non puoi prenderti tutta questa confidenza.-

La ragazza si voltò dall’altra parte, dandogli le spalle.

-Abbiamo fatto sesso?- ripeté con voce piatta. Il biondo le sfiorò un braccio con due dita, dolcemente. Avevano fatto sesso? Sì, ovvio. Forse… non “l’amore”?

-Non credo in queste cose.- disse piano.

-Quali cose?-

-La differenza tra sesso e amore.-

-Quindi… per te è tutto uguale? Io o la Parkinson o tutte le altre, non fa differenza. La pensi così?- domandò la ragazza trattenendo il fiato. Non le piaceva quello che Draco le stava dicendo. Stava… stava rovinando tutto, togliendo magia a quel momento. Però non voleva interrompere la conversazione. Doveva sapere. Era quello che la spaventava, il fatto di essere “una delle tante”. Il fatto che lui potesse abbandonarla non appena avesse trovato qualcuno di meglio.

-Sesso o amore. Non c’entra, secondo me. Voglio dire… siamo stati insieme, questa notte. Ed ho fatto del mio meglio per farti stare bene. Però… con tutte, lo faccio. Non mi piace che le donne che si offrono a me non siano appagate dal rapporto come lo sono io. Quindi, mi comporto bene. Con tutte. Ed è questo l’importante, no? Importa solamente che io sia gentile, che non insista, che mi comporti bene, che le tratti come vogliono essere trattate. Che sia bello, per loro.- fece una pausa. –A questo punto, come si definisce se è sesso o amore? Qual è la differenza?-

Hermione sospirò, voltandosi a guardarlo.

-Sesso è quando è solo attrazione fisica, amore quando senti che quella ragazza ti piace. Non solo fisicamente.-

-Non sono mai andato a letto con ragazze che mi attiravano solo fisicamente, che non avevano nient’altro che mi attirasse. Mi piace andare a letto solo con persone che mi interessano. Altrimenti sono sicuro che tutto perderebbe importanza. Questo cosa vuol dire, che faccio l’amore con tutte? E se è sempre la stessa cosa, che differenza fa se io la definisco come sesso?-

-Non può essere sempre la stessa cosa, Draco. È impossibile.-

-Ma non riesco a vederla in un altro modo.-

-Provaci. Sai cosa devi fare, forse? Pensare a come è stato per te. Mi hai chiesto come mi sono sentita, ed io ti ho risposto. Adesso ti pongo la stessa domanda.-

Il ragazzo si mosse, irrequieto.

-Ti ho già detto che è stato bello.-

-Ho capito, ma come ti sei sentito? Anche con la Parkinson, come ti sentivi? Cosa ti andava di fare, dopo? Come sono state tutte le tua altre volte?-

-Le altre volte?- ci pensò su. –Sono sempre state… intense ma brevi. Nel senso che non è mai successo che dormissi con una ragazza. A scuola non ce n’era la possibilità e mi è sempre piaciuto… scoprire nuovi posti. Raramente l’ho fatto disteso.-

-Ma certo, in piedi, in orizzontale, a testa in giù.- lo prese in giro lei. Poi, notò il suo sguardo e tornò seria. -E com’era, per te?- domandò.

-Divertente, sicuramente. Eccitante. Mi appagava. Il sesso mi ha sempre appagato.- poi, d’un tratto, si ricordò la conversazione che aveva avuto con Pansy, prima che si lasciassero. –Ma non ho mai sentito niente.- aggiunse, vagamente confuso dalle sue stesse parole.

-Cosa vuol dire?- chiese Hermione, aggrottando le sopracciglia.

-Una volta finito, era freddo. Il mio comportamento, intendo. Ero sempre gentile ed educato, ma provavo fastidio. Volevo che se ne andassero. Non ero più a mio agio, dopo.-

-E… adesso come ti senti?-

Draco le voltò le spalle, spaventato da quella domanda. Una fitta nel petto.

-Bene.- sussurrò solo, a bassa voce.

Il cuore di Hermione mancò un battito. Si avvicinò, passandogli una mano tra i capelli, accarezzandogli il collo.

-Sta qui la differenza.- mormorò contro il suo orecchio. Lui si scostò, voltando appena il volto, in modo da poterla guardare negli occhi.

-Mi metti in difficoltà, così.- disse duramente. Sul volto della ragazza poté leggervi la sorpresa.

-Cosa sto facendo?-

-Dirai che mi ami e vorrai che io dica lo stesso. Non sono pronto.-

Hermione sgranò gli occhi, arrossendo.

-Sei Draco Malfoy.- disse, senza riuscire a trattenere le parole. Lui si accigliò.

-Cosa vuol dire?-

-Anche per me sarebbe complicato dire che ti amo.-

-Se mi fossi chiamato Weasley, l’avresti detto?-

-Non mi sono mai ritrovata in questa situazione con Ronald.-

Il biondo la fissò per qualche istante, ragionando su quello che lei aveva appena detto. Sorrise, abbracciandola per la prima volta, quella mattina. La baciò dolcemente sulle labbra.

-Forse le parole non sono così importanti, sai? Chiamare sesso o amore quello che abbiamo fatto, non lo cambierà minimamente. Forse contano più i gesti. Le azioni e nient’altro. L’hai fatto con me, è questo che conta.-

Hermione ricambiò il bacio.

-E tu sei ancora qui con me e non te ne vuoi andare. Hai ragione. Lasciamo fuori le parole, per adesso.-

Si strinse a lui, appoggiando la testa sul suo petto. Guardò in su, verso il cielo che iniziava appena a colorarsi di rosa.

-Draco… l’alba.- sussurrò sorridendo.

Anche lui volse lo sguardo verso l’alto.

-Abbiamo dormito appena un paio d’ore, ma mi sento riposato come non mai.- le ravviò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. –Chissà perché. E… per la barba di Merlino, non è vero, forse non sono per niente riposato… ho le allucinazioni.- aggiunse stringendo gli occhi.

-Che stai dicendo?- chiese Hermione aggrottando la fronte.

-Guarda quella nuvola.- gliela indicò. –Cosa vedi? Sbaglio o quello è…

-… il simbolo dell’Aria!- esclamò la mora. –Non ci credo, non è possibile! Non ce lo stiamo immaginando, vero?-

-Io lo vedo e tu lo vedi. Non ce lo stiamo immaginando.- rispose lui sicuro.

-Ma… e se fosse solo una coincidenza?-

Draco si alzò, il mantello avvolto attorno al corpo. Raccolse i propri vestiti e passò gli altri ad Hermione con un colpo di bacchetta.

-C’è solo un modo per scoprirlo. Vestiti velocemente, ‘Mione, dai.-

Lei scattò in piedi, armeggiando con la cerniera della gonna. Imprecò sottovoce. Alla fine riuscì a rendersi più o meno presentabile ed il ragazzo la trascinò sulla scopa. Si alzarono in volo, sorvolando la spiaggetta che quella notte aveva accolto i loro sospiri.

-Draco, non… non si può arrivare alle nuvole con una scopa. Nemmeno se questa è una Firebolt Super Gold.-

-Lo so benissimo, non sono scemo. Non sto cercando di raggiungere le nuvole, voglio solo trovare un posto zeppo di babbani.-

Hermione sgranò gli occhi e gli diede un pizzicotto sulla spalla.

-Non scherzare!-

-Non sto scherzando. L’unico modo per sapere se quella nuvola indica realmente il simbolo dell’Aria, il simbolo di uno dei cinque Luoghi, è sapere se lo vedono anche i babbani.-

-Ma certo, i babbani non possono vedere niente che ha a che fare con i Luoghi!- convenne lei annuendo. –Ma è domenica e non sono nemmeno le sei di mattina. Dove troveremo tanti babbani tutti insieme? Guarda le strade, sono deserte.-

-Nadir.- disse piano Draco, come se stesse parlando a se stesso.

-Come?-

-Nadir si svegliava alle quattro e mezza per andare a pescare e tornava per le sei e mezza. Dobbiamo solamente trovare dei pescatori. Per questo, andiamo sulle rive del fiume Ottawa.-

Atterrarono in un vicolo ed il biondo fece scomparire la scopa con un colpo di bacchetta. Trascinò la ragazza per un braccio fino a che non giunsero in un grande spiazzo, dove carrelli e cassette di pesce appena pescato sfilavano sotto ai loro occhi spinti da indaffarati marinai.

Draco guardò in su, gli occhi puntati sulla nuvola.

-È arrivato il momento della verità.- mormorò avvicinandosi ad un uomo sulla cinquantina con i capelli bianchi, che seduto su una cassa rovesciata fumava una sigaretta. –Ehm… parla tu, ‘Mione.- disse sospingendola avanti. –Non mi sento a mio agio a rivolgere la parola ai babbani.-

Lei gli lanciò un’occhiataccia e sorrise al marinaio.

-Salve!- esordì allegramente. L’uomo le rivolse un’occhiata penetrante, tirando una boccata di fumo. Profonde occhiaie gli solcavano il viso. –Senta, non è che potrebbe dirmi… a cosa assomiglia quella nuvola lassù?- chiese indicandogliela.

-In che senso?- domandò lui inarcando un sopracciglio. In quel momento Hermione si rese conto di quanto doveva parere stupida. Capì anche che il fatto che Draco si sentisse a disagio a parlare con i babbani era una sciocchezza bella e buona e che semplicemente aveva preferito non fare la figuraccia che lei stava facendo in quel momento.

-Nel senso… ecco…- prese fiato, schiarendosi la voce. –Io studio le nuvole, sa? Sono una… meteorologa specializzata in questa particolare attività, studiare il tempo dalla forma e dalla posizione delle nuvole. Solo che in questo momento ho un atroce dubbio, non riesco a capire che forma abbia quella nuvola che le ho indicato. Se fosse così gentile da…

L’uomo le sorrise cordialmente, mostrando i denti ingialliti dal fumo.

-Oh, ma certo! Che brava signorina!- il sorriso si sfumò leggermente. –Purtroppo però io non vedo niente di particolare in quella nuvola.-

-Proprio niente? Neanche una forma strana, qualcosa che potrebbe assomigliare ad un… simbolo?-

-No.- confermò lui scuotendo la testa. –Forse… zucchero filato?-

Hermione trattenne un urletto di trionfo.

-Zucchero filato nel senso che vede la nuvola come una grande massa di bianco? Rotonda e senza alcuna forma?-

-Sì.-

-Nulla di particolare, nulla di intarsiato?-

-No.-

-Perfetto!- gli posò per una attimo una mano sulla spalla. –È stato veramente prezioso, signore. Grazie!-

L’uomo diede un ultimo tiro alla sigaretta e poi la lasciò cadere per terra, schiacciandola con il tacco delle scarpe consunte.

-Prego, signorina!- rispose con un sorriso prima di alzarsi e dirigersi verso il molo.

Hermione si girò verso Draco, che ghignava, ora apertamente.

-Che c’è? Perché stai ridendo? Abbiamo avuto quello che volevamo, no?-

-Sì, l’abbiamo ottenuto grazie a te che ti sei spacciata per una… cos’è che hai detto?-

-Meteorologa specializzata nello studio delle nuvole.- borbottò lei offesa. –E non fare commenti, perché se non mi inventavo questa scusa non avremmo scoperto che abbiamo trovato l’Aria!-

Lui l’abbracciò, continuando a ridere.

-È vero. Hai molta immaginazione, ‘Mione. La potresti usare anche in altre… occasioni.-

Hermione rise, lasciandosi baciare.

-Forse lo farò.- bisbigliò nel suo orecchio. –Se tu farai il bravo.-

-Se io farò il bravo? Non succederà mai.-

-Già, lo immaginavo.- cercò di nuovo le sue labbra, mentre le braccia del ragazzo le avvolgevano la vita sottile.

-Draco…- ansimò dopo qualche secondo, staccandosi da lui di malavoglia. –Conteniamoci. Qua ci guardano tutti… e sono tutti uomini. Mi sento a disagio.-

-Oh, va bene. Adesso prendiamo quello che dobbiamo prendere e ce ne andiamo. Ti… voglio mostrare una cosa.-

-Quello che dobbiamo prendere?-

-La nuvola, ovvio.-

Hermione sgranò gli occhi.

-Draco… noi… non possiamo prendere le nuvole.- disse fissandolo.

-Sicura?- il ragazzo infilò la mano sotto il maglione, raggiungendo la bacchetta. –“Taglia e imbottiglia”.- sussurrò con indifferenza. E poi: -“Accio”.-

Una piccola ampolla comparve nella sua mano, dentro si intravedeva appena una nebbiolina semitrasparente.

La mora la sfiorò con due dita.

-Non ci credo. “Taglia e imbottiglia”. Che razza di incantesimo è?-

-Un banale incantesimo casalingo che ho visto mille e mille volte praticare alle mie domestiche. Non pensavo mi sarebbe mai tornato utile. Ma mai dire mai, evidentemente.-

Hermione si alzò sulle punte, baciandolo.

-Mai dire mai.- ripeté sorridendo. –Comunque, ora dove mi porti?-

-Vedrai.-

 

 

 

 

 

 

Hermione guardò scettica il palazzo di cemento grigio davanti a lei. Non era particolarmente bello e non ci vedeva assolutamente nulla di speciale.

-Dove mi hai portata?- domandò, delusa. Pensava che le avrebbe fatto una bella sorpresa, magari che l’avrebbe portata in un bar carino a fare colazione. Invece, si trovava davanti ad un’orribile costruzione moderna, simile ad una stazione venuta particolarmente male.

Lui le lanciò un’occhiata.

-Vedrai.- disse con un ghigno, sospingendola verso il triste portone di ferro grigio.

-Sono due ore che dici “vedrai”. Non ho ancora visto niente. Tranne questa cosa obbrobriosa.-

Draco sospirò, scuotendo la testa.

-Non ti fidi mai di me, Granger. E ti fidi sempre sulle apparenze.- le sussurrò all’orecchio con voce vellutata. –Eppure pensavo di averti dimostrato che so stupirti, che di me ti devi fidare. E anche che devi conoscere le cose prima di poterle giudicare.- schioccò la lingua. –Guarda cosa è successo con me. Tratta il palazzo che hai davanti come hai trattato me. Alla fine, vedrai che quello che c’è dentro ti piacerà.- la baciò. –Come ora ti piaccio io.-

-Sei sempre il solito presuntuoso.-

-Sei sempre la solita ipocrita.- ribatté lui ghignando. La ragazza gli lanciò un’occhiata di fuoco, mentre si lasciava guidare dalle mani di lui, appoggiate sui suoi fianchi, verso un portone blindato.

-Non sono ipocrita, sai. Semplicemente pensavo che saremmo andati in un posto carino, che so, a fare colazione insieme, in albergo, per stare un po’ da soli o… insomma, qualcosa del genere.-

-Qualcosa del genere? Qualcosa che piace alle ragazze?-

Hermione arrossì.

-Sì.-

-Oh, se tu fossi stata un’altra ragazza probabilmente l’avrei fatto.- ci pensò su. –Voglio dire, se tu fossi stata un’altra ragazza non sarei mai arrivato alla mattina dopo, te l’ho detto, ma mettiamo pure per assurdo che io ci sia arrivato… l’avrei portata a fare colazione in un posto carino, certo. O forse in albergo per stare un po’ da soli, certo. Ma credo che ad ognuno debba essere fatto quello che si merita.-

-E questo che significa?- domandò la mora inarcando un sopracciglio. –Che qualsiasi altra ragazza avrebbe meritato qualcosa di carino mentre io mi merito un orrido palazzo di cemento grigio?-

-No… che tu ti meriti questo.- mormorò il biondo aprendo le porte. La ragazza spalancò la bocca, facendo un passo avanti. Sembrava di essere entrati in un altro mondo. Davanti a lei si estendeva una sala enorme, buia, silenziosa, ingombra di scaffali contenenti voluminosi tomi. Un biblioteca. Più precisamente “La più grande biblioteca sulla magia ed il sovrannaturale di tutto il Canada”, come recitava la scritta a lettere cubitali verdi, tremolanti, che troneggiava sopra il banco della bibliotecaria, una donna vestita da un lungo abito color argento e dagli ondulati capelli neri.

Ancora una volta, Draco era riuscito a stupirla.

-Cosa… non sapevo che esistesse un posto del genere.- mormorò Hermione facendo un giro su se stessa per ammirare in modo completo la biblioteca.

-Non vedo perché avresti dovuto.-

-Che vuoi dire?-

-Se cercavi qualcosa a proposito della magia, ti bastava andare in una qualunque biblioteca ad Hogsmead o al Ghirigoro. Perché mai avresti dovuto cercare una biblioteca babbana che conteneva libri sulla magia?-

-E tu perché l’hai cercata?-

Draco scrollò le spalle.

-Non l’ho cercata, l’ho trovata per caso. Quando siamo arrivati qui, il primo giorno. Quando… quando abbiamo…

-Litigato.- concluse Hermione con un sospiro.

-Esatto. E ho pensato che dovevi vederla. Era troppo bella. Ti sarebbe piaciuta troppo. Inoltre, sicuramente nella parte magica della città avremmo trovato più informazioni, ma non è detto che qui non ci sia assolutamente nulla di utile per le nostre ricerche. E poi, ora che abbiamo trovato l’Aria, il simbolo, e che abbiamo il campione, il più è fatto. È una deviazione che possiamo permetterci.-

La ragazza si alzò sulle punte dei piedi e gli depositò un lieve bacio a fior di labbra.

-Grazie, Draco.- mormorò prima di dirigersi a passo spedito tra gli scaffali, un sorriso a trentadue denti sul volto.

 

 

 

 

 

-Da dove iniziamo a cercare?- domandò Hermione passando amorevolmente un dito sul dorso dei volumi appoggiati sugli scaffali.

-Solito programma, direi.-

-Prima reparto Leggende e poi Maledizioni? Non dovremmo fare il contrario, visto che abbiamo già trovato il Luogo?-

-Se fossimo in una biblioteca del mondo della magia, probabilmente converrebbe, ma credo che i babbani abbiano molti più libri sulle leggende che sulle maledizioni, dato che non sanno del mondo della magia. Tendono a considerare ogni cosa che viene detta ma che a loro non sembra credibile come “leggenda”, per lo più inventata.- ghignò. –E poi il reparto Leggende è deserto, mentre l’altro è pieno di gente.-

La ragazza annuì.

-Oh, certo, meno gente c’è e più si lavora meglio, ovvio. Non c’è rischio che i libri che ci servono li prendano altri e possiamo parlare liberamente e…

Draco le appoggiò l’indice sulle labbra, zittendola.

-Veramente, il mio pensiero era un altro.- la baciò. –Se siamo da soli, posso farti vedere quali gioie può offrire un corridoio buio della biblioteca, oltre ai tuoi amati libri.-

La ragazza sgranò gli occhi, tirandogli una gomitata nelle costole.

-Draco!- sbottò dirigendosi indignata verso il reparto Leggende.

Lui sghignazzò, seguendola. Iniziarono ad analizzare i titoli dei volumi, riempiendosi le braccia di quelli che pensavano potessero essergli utili. Si sedettero ad un tavolino, Hermione sfogliando con attenzione i tomi e prendendo minuziosamente appunti, Draco perdendosi a fissare la ragazza. Non si sarebbe mai stancato di pensare a quanto era bella, in biblioteca. Lei si comportava come se fosse a casa, i lineamenti del volto si rilassavano e perdeva quella sua aria da ragazza tutta d’un pezzo che ostentava tra la gente. E poi quel gesto di mordicchiarsi il labbro inferiore lo faceva letteralmente impazzire.

-Draco…- lo chiamò lei dopo un po’.

-Cosa?- mormorò lui riemergendo dai suoi pensieri.

-Credo di avere trovato qualcosa.-

Il ragazzo si spostò in avanti, appoggiandosi con i gomiti sul tavolo.

-Sui Luoghi?-

-Non ne sono sicura. È una leggenda che potrebbe riguardare la maledizione. Guarda, leggi qua.- disse la mora spingendo il libro sotto il suo naso.

-“La leggenda dei due Angeli.”.- lesse Draco a voce alta. –“Una vecchia leggenda dalle origini sconosciute narra di un mondo popolato da maghi e streghe. Persone buone, per cui la magia non era un modo per fare del male, ma una condizione naturale. Questo mondo era separato dal mondo delle persone senza poteri magici da una sottile barriera, costituita dalla semplice scelta del silenzio da parte della comunità magica.” Questo non ci dice niente, ‘Mione. Parla della possibile esistenza del mondo della magia, non c’entra niente con i Luoghi.-

-Vai avanti!- lo spronò Hermione con impazienza. –All’inizio spiega la condizione, ma se vai un pochettino avanti…

-Sì, capito.- la zittì lui scorrendo velocemente con gli occhi il testo. Si fermò circa a metà, tornando a leggere a voce alta. –“Ma se da una parte c’era la Magia Bianca, quella usata dai maghi e dalle streghe comuni per vivere, dall’altra c’era la Magia Nera. La comunità magica, spaventata dal fatto che qualcuno potesse approfittare della Magia Nera, decise di rinchiuderla in luoghi sconosciuti e di sigillarli con un maledizione. Molti studiosi hanno tentato di ritrovare questi luoghi, ma nessuno c’è mai riuscito. Si racconta che solo i maghi ne possano avere accesso. Si dice anche che la maledizione, per un mago in particolare, chiamato l’Angelo Nero, sia una profezia, che deve essere compiuta con l’aiuto con un altro eletto, l’Angelo Bianco.”-

Draco finì la lettura, rimuginando sul significato di quello che aveva appena appreso.

-Secondo te cosa vuol dire, Hermione?-

La ragazza si passò una mano tra i capelli, l’aria pensierosa.

-La Maledizione non deve per forza essere tale, potrebbe anche essere una profezia.-

-Questo ci complica la situazione.- sbottò il biondo.

-Perché, scusa? Una maledizione solitamente porta qualcosa di male, una profezia semplicemente riporta qualcosa che dovrà accadere, che può essere sia buona che cattiva. Non per forza i Luoghi devono riguardare qualcosa di cattivo.-

-Certo, ma chi è questo Angelo Nero, scusa?-

-Non ne ho idea, dovremmo fare altre ricerche. Comunque, sappiamo che c’è qualcuno in grado di rendere profezia una maledizione. O forse, cosa più probabile, che qualcuno ha reso profezia una maledizione.-

-E questo cosa vorrebbe dire?-

-Il tuo bisnonno, o quel che era poi, ha iniziato a studiare i Luoghi tanto tempo fa. È improbabile che la profezia o maledizione ancora non sia stata compiuta.-

Draco inarcò un sopracciglio.

-Vorresti forse dire che stiamo cercando qualcosa che non c’è, qualcosa già avvenuto, di inutile?-

-Già avvenuto, ma non inutile. Le cose del passato possono aiutare a capire quelle del presente.-

-Vuoi dire che potrebbe essere qualcosa di già avvenuto, ma che potrebbe avvenire di nuovo?-

-Precisamente. Nessuna cosa è lasciata al caso, nel mondo della magia. Se i Luoghi esistono ancora, la maledizione o la profezia esiste ancora.-

-Perfetto. Quindi, abbiamo altro materiale su cui lavorare. I due Angeli.- mormorò il biondo guardandosi intorno circospetto. Con un colpo di bacchetta ricopiò la pagina su una pergamena e poi rimise tutto in tasca. –Ecco fatto, direi che per oggi per le ricerche abbiamo trovato di tutto e di più.- concluse Draco stiracchiandosi. –Ora possiamo anche fare altro.-

-Reparto Incantesimi?- propose Hermione, gli occhi che luccicavano entusiasti.

Il ragazzo si avvicinò a lei, appoggiandole gentilmente una mano sul ginocchio, iniziando ad accarezzare la pelle nuda sotto alla gonna. Le depositò un bacio sul collo.

-Avevo in mente un’altra cosa, veramente.- sussurrò contro il suo orecchio, il tono lascivo e sensuale, la voce leggermente arrochita dal desiderio. Lei lo guardò maliziosamente.

-E cosa?-

Il biondo schioccò la lingua, scrollando le spalle.

-Sai qual è una delle fantasie più ricorrenti dei ragazzi?-

-No, qual è?-

-Un corridoio deserto della biblioteca ed una ragazza disinibita.-

Hermione si trattenne dallo sgranare gli occhi.

-Io non sono disinibita.- disse con tono di voce a metà tra l’orgoglioso ed il contrariato.

-No, non lo sei. Fino a ieri sera eri una santarellina verginella. Alla seconda cosa abbiamo rimediato. Ora pensiamo a risolvere la prima.-

La mora si sporse in avanti per baciarlo di nuovo.

-E come si può fare?-

-È molto semplice: sparisci sotto al tavolo e trovati qualcosa con cui giocare.- ghignò lui. Hermione gli tirò un pugno sul petto, guardandolo indignata.

-No! Insomma, un po’ di decenza, Draco!-

-Ci speravo, ma sapevo non avresti apprezzato. Ci sarebbe un’altra possibilità.-

-Ossia?-

-Ossia sotto al tavolo ci scompariamo insieme.-

-Credi davvero che potrei farlo? In una biblioteca, dove potrebbero vederci?-

-Credo che lo faresti, se io te lo chiedessi per favore.-

La ragazza intrecciò le dita tra i suoi capelli, attirandolo verso di sé.

-E me lo stai chiedendo per favore?-

Draco scivolò in ginocchio, tirando la ragazza con sé.

-Molto per favore.- le rispose in un sussurro rauco.

 

 

 

 

 

Chiedo umilmente perdono per il ritardo di una settimana, ma vi assicuro che non ho passato il tempo a divertirmi, ma mi sono ammazzata il cervello tra ultimi compiti delle vacanze, libri di tedesco da leggere (ne ho letti due, ma se qualcuno mi chiedesse di parlare della trama, sarei veramente nei guai…) e ripassi di latino. È così l’inizio della scuola, ormai non si può fare niente. Il tempo per postare l’avrei anche avuto, ma non mi piaceva mai come veniva il capitolo. Ho bisogno di avere la mente sgombra da paradigmi e problemi di trigonometria quando scrivo, altrimenti mi viene tutto uno schifo. Comunque, ora ho postato ed è questo l’importante.

Passo ai ringraziamenti: la carissima patty, MissBecker, hermione, Mira’82 (lieta di sapere che riesco a far immaginare la scena! È una cosa che ho sempre apprezzato in diverse storie, ma che non ero sicura di riuscire a fare ^^), lucyferina, nikita, JessicaMalfoy, super gaia, andromeda89, bimba88 (sicuramente era geloso marcio!), JulyChan (eh ma per Draco fare cose sconce o prendere il the è un po’ la stessa cosa… ragiona in modo leggermente contorto, quel ragazzo^^), Elisa (dire che la mia storia ricorda tre metri sopra il cielo è la cosa più bella che mi si potesse dire. Io adoro quel libro. Ce l’ho con tanto di autografo di Federico Moccia, che è venuto al mio liceo. Ricordo che stavo morendo dall’emozione e che ho saltellato per tutta la settimana seguente. Grazie di tutti i complimenti, davvero!)

Grazie a tutti.

   
 
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