Sfiorati dalla
fortuna
“This
is the closest thing to crazy
I have ever been.
Feeling twenty-two, acting
seventeen.
This is the nearest thing
to crazy
I have ever known.
But I was never crazy on my
own.
And now I know
That there's a link between
the two,
Being close to craziness,
and being close to you”
<<
Hinata-sama… >>
Cercò
di chiamare con voce flebile la figura che gli
dava le spalle.
Non
c’era da stupirsi che fosse rimasto senza fiato
vedendola lì, nel cortile interamente coperto di neve.
Vi stava ferma,
vestita di bianco, in perfetta
sintonia con lo spettacolo del giardino gelato e immobile; come se
anche lei
fosse stata posta in quel luogo per adornare il paesaggio, al pari del
meraviglioso ciliegio, ormai addormentato, che le stava accanto.
Ma
nell’osservarla, Neji si disse che lei
decisamente non era addormentata
come quell’albero.
Anzi, era
ciò di più vivo
che avesse mai visto: i lunghi e lucenti capelli che seguivano
ogni suo movimento, come in una danza lenta e sensuale; il petto che si
alzava
ed abbassava ritmicamente mentre le mani tremavano leggermente tastando
l’aria
fredda attorno a lei; il corpo perfetto di donna fasciato morbidamente
dal
candido kimono regalatole per quell’occasione; il respiro che
si condensava non
appena fuoriusciva dalle labbra (fin troppo) rosse e il lieve rossore
sulle
gote e sulla punta del naso.
E poi.. quegli
occhi. Perlacei e sorprendentemente
grandi. Erano uguali ai suoi, ma carichi di una brillantezza che
apparteneva
solo a lei, e che in certi momenti più che in altri,
traspariva con forza
inaspettata, la quale si appropriava, non solo degli occhi, ma
dell’intero
corpo e permeava tutto ciò che diceva o faceva.
Proprio come in
quel momento, mentre, per una
ragione sconosciuta a tutti tranne che a lei, stava nel bel mezzo del
giardino,
opponendo a quell’apparente morte la sua inequivocabile vitalità.
Forse nemmeno se
ne rendeva conto, rifletté Neji.
Forse stava semplicemente gustando un breve momento di pace prima di
adempiere
al proprio dovere di primogenita del clan Hyuuga all’ennesimo
ricevimento
organizzato dal padre. Forse cercava solo di essere sé
stessa prima di dover
indossare di nuovo la maschera di figlia perfetta e fare bella mostra
di sé.
Neji
ringraziò piano per aver ricevuto il dono di essere
l’unico spettatore di quella scena.
Ma il dovere
chiamava.
<<
Hinata-sama >> ripeté, questa volta
più forte.
Quasi si
sentì triste nel doverla interrompere
(qualsiasi cosa lei stesse facendo); ma il sentimento sgradevole
scomparve non
appena incontrò i suoi occhi, per poi vederli socchiudersi
piano sotto le
lunghe ciglia, mentre con un respiro profondo e le labbra leggermente
dischiuse, gustava quell’ultimo momento di
“libertà”.
L’aria
pungente dell’inverno si riversò nei suoi
polmoni dandogli la sensazione di tanti piccoli aghi gelati, mentre,
quasi
senza volerlo, compiva lo stesso gesto di lei. Era la sensazione
più bella e al
contempo più strana che avesse mai provato.
Quando
riaprì gli occhi, con ancora impressa
l’immagine del volto di lei, vide la ragazza fissarlo, prima
con un po’ di
stupore, poi sorridendogli dolcemente.
Neji si
sentì improvvisamente le guance più calde e
subito si voltò dandole le spalle per timore di essere visto
arrossire. Non
riusciva davvero più a controllarsi, pensò.
<<
dentro vi stanno aspettando >> disse
quasi immediatamente, per non creare sospetto con un silenzio troppo
lungo.
Fortunatamente il tono di voce non aveva subito alterazioni
“pericolose”.
Pochi secondi
dopo, quando fu sicuro di aver ripreso
controllo del proprio colorito, si voltò per vedere se lei
lo stesse seguendo,
non riuscendo però a celare, negli occhi, la sua
curiosità. La vide immobile
che sorrideva ancora, però con una nota diversa nello
sguardo: era palesemente
divertita e Neji ebbe il vago sospetto che stesse trattenendo una
risata.
Si
voltò nuovamente facendo due passi in avanti e
con il tono più scocciato che riuscì a simulare
continuò:
<<
se arrivate in ritardo vostro padre avrà di
nuovo qualcosa da ridire sul vostro comportamento. È meglio
che vi sbrighiate.
>>
Silenzio.
Aspettò
di sentire i primi passi sulla neve scricchiolante
per continuare a camminare lentamente verso il porticato. Lei fece una
piccola
corsa per affiancarlo, portando poi le mani dietro la schiena,
tenendole l’una
nell’altra, come una bambina. Lui non poté non
notare il fatto che lo stava
guardando con una certa curiosità, e poiché
quella situazione lo turbava
leggermente (il grande Neji Hyuuga turbato!), esordì:
<<
quest’oggi presenzieranno i maggiori
esponenti dell’intero paese, e non solo.. sono stati invitati
anche conti del
paese del Vento e lo stesso kazekage >> e dopo una
piccola pausa <<
ovviamente parteciperà anche l’ hokage..
>>
Diresse i propri
occhi alla sua sinistra, dove lei
si trovava, e vide che lo sguardo le si era acceso in maniera insolita:
era
luminoso, ma aveva anche una nota amara al suo interno.
Hinata sorrise
riportando le mani davanti a sé,
sempre tenendole allacciate.
<<
grazie per avermelo ricordato, Neji; non
riesco mai a memorizzare chi viene invitato a questi ricevimenti
>> disse
<< ..diciamo pure che non ascolto quando mio padre elenca
tutti quei nomi
di conti e marchesi e di altre importanti cariche di governo
>> rise.
Neji
pensò che il suo nome
non poteva non averlo percepito e ricordato.
Ma quel pensiero
non gli sarebbe mai sfuggito di
bocca.
<<
già, dopotutto è quasi difficile anche per
me tenere a mente così tanti nomi e attribuire ad ognuno il
giusto titolo
onorifico >> rispose << per esempio, il
marchese Miura.. non mi
ricordo mai se ha ricevuto il titolo di duca di neko* o se lo chiamano
così
perché ha molti gatti >> concluse con un
sorriso divertito in volto.
Hinata al suo
fianco si mise a ridere di gusto, e
lui si fermò a guardarla e ad ascoltare quel suono
cristallino, che troppo poco
spesso si lasciava sfuggire. Si accorse in quel momento che provava uno
strano
piacere nel farla ridere.. veramente lo provava nel suscitare in lei
qualsiasi
reazione.
<<
questo me lo domando anche io >>
disse lei riprendendo a camminare anche se in modo esageratamente lento
<< però so dirti per certo che è la
persona più noiosa con cui abbia mai
parlato >> confessò abbassando un
po’ il tono di voce.
Da un
po’ di tempo a quella parte Hinata non si
tratteneva, almeno con Neji, nel dire quello che pensava della gente
alla quale
veniva presentata dal padre e con la quale era costretta ad
intrattenere
conversazioni di vario genere. Ad uno degli incontri precedenti, gli
aveva
detto, era stata così audace da tentare di allargare un
po’ il repertorio
tematico affermando di adorare le cascate, cosa che aveva provocato nel
suo
interlocutore il commento “trovo che siano luoghi
estremamente raffinati per la
loro bellezza e che il suono dell’acqua scrosciante abbia la
capacità di
risvegliare lo spirito dell’uomo saggio ed elevarlo a
più alti livelli di
meditazione”; Hinata aveva concordato con lui, ma quando
aveva spiegato che,
più di questo, a lei interessavano quei luoghi
perché immergersi sotto il getto
della cascata era molto più divertente che fare il bagno in
un semplice fiume,
quello era rimasto alquanto sconcertato. Da quel momento non aveva
più osato
ribattere con commenti personali a certe affermazioni, e proporre
argomenti di
conversazione, attenendosi alle frasi di circostanza accordate col
padre e, se
si trattava di politica, seguendo le linee guida del pensiero del clan
Hyuuga;
linee guida che aveva imparato a sei anni.
<<
raramente capita di trovare qualcuno capace
di dire cose interessanti.. >> continuò quasi
tristemente
<<
questa volta ci saranno il kazekage e
l’hokage però.. scommetto che loro avranno
argomenti su cui discorrere che
siano più di vostro gradimento.. >> intervenne
con un accenno di risentimento
nel tono della voce. Era strano che fosse sempre lui a tirare fuori
l’argomento?
Lei si
fermò nuovamente, ormai a ridosso del
porticato, con un’espressione perplessa dipinta sul volto.
Dopo qualche
secondo di imbarazzato silenzio <<
non sono sicura che avrò molto di cui parlare con il
kazekage.. Gaara mi è
sempre sembrato un tipo piuttosto freddo >> sorrise
incerta << e
poi credo che Naruto sarà troppo occupato a conoscere gli
invitati per poter
parlare con me.. >>
Neji
serrò le mascelle sentendo quelle parole. Lui
sapeva benissimo che, anche se si fossero ritrovati soli nella stanza,
Hinata
avrebbe avuto non poche difficoltà a parlare con Naruto. Non
a causa della sua
timidezza, che peraltro l’aveva abbandonata in gran parte
quando era riuscita a
dichiararsi, ma piuttosto perché dopo il coraggiosissimo
gesto da lei compiuto,
lui non aveva avuto modo di risponderle..per un intero anno; la
situazione alla
fine si era chiarita da sé, quando aveva avuto la conferma
che le continue
occhiate lanciate a Sakura e lo strano comportamento di lei quando si
faceva il
nome del ragazzo, nascondevano il loro interesse reciproco.
Una notte
però, al ritorno da una missione assegnata
alle loro squadre, lei e Naruto erano rimasti svegli davanti al fuoco
più a
lungo degli altri e lui, dopo una conversazione abbastanza sostenuta,
di punto
in bianco le aveva detto “grazie”..ed il modo in
cui l’aveva guardata le aveva
fatto capire in modo inequivocabile a che cosa si riferisse. Ma questo
non lo
aveva detto a Neji.
Per il resto del
tempo che avevano trascorso insieme
comunque, lei aveva quasi sempre messo
su una specie di recinto fatto di distacco e buone maniere, giusto per
ricordare (più a sé stessa che ad altri) il
confine; però questo recinto era nuovamente
mutato in un muro.. specialmente dopo il matrimonio..
Neji
cercò di evitare in tutti i modi di farvi
riferimento quando rispose <<
invece sono sicuro che troverà un po’ di tempo..
anche se voi cercate ancora di
evitarlo.. >>
La vide
sussultare appena a quelle parole.
<<
i-io… tu… >> balbettò,
più sorpresa
che imbarazzata. << c-come..? >>
Come faceva a
capirla sempre così bene? si domandò.
Neji
sentì il forte istinto di provocarla per farla
parlare, una volta tanto, ma si trattenne continuando a fissarla negli
occhi,
immobile. Ormai tutti e due sembravano non avere il minimo interesse a
ritornare dentro casa.
Poiché
lei non sembrava voler aggiungere altro prese
nuovamente la parola: <<
voi siete sorprendentemente facile
da
leggere, basta solo saper stuzzicare il vostro carattere
>> confessò
<< ed io…
io sono semplicemente
un buon osservatore. >> concluse con nonchalance. In
realtà avrebbe
voluto dirle che passava gran parte del suo tempo ad osservarla e a pensarla e a immaginare
come sarebbe stato se..
Lei
spostò in fretta lo sguardo dagli occhi del
cugino, che erano diventati improvvisamente troppo penetranti per
essere
osservati <<
dunque basta
veramente poco per
capire quello che mi
passa per la mente.. non che voglia sminuire le tue capacità
di stuzzicarmi, ovviamente.
>> rispose con un sorriso triste e le gote ancora
più arrossate a causa
dell’ormai palese imbarazzo.
“Com’è
bella..”
Neji, in quel
momento trovava che questo pensiero
fosse più vero che mai.
Così
fragile.. gli si apriva totalmente mostrandogli
ogni sua debolezza; e questo non era di certo l’atteggiamento
che ci si
aspettava da loro due, pensò, ma decise che non gliene
importava poi granché.
Si
concentrò invece sul fatto che in quel preciso
istante gli sembrava la stessa Hinata che sorrideva di fronte al bacio
che
Naruto e Sakura si erano dati durante la cerimonia del loro matrimonio,
quella
Hinata che sorrideva a lui, Neji, per la sua promozione a jonin con un
incarico
speciale nella squadra Anbu, mentre suo padre si congratulava con lui.
Un
sorriso che nascondeva il desiderio di essere al posto di un'altra
persona, di
non essere più lei, che
però veniva
captato dagli occhi attenti di Neji. E non
perché avesse un particolare potere oculare..
Quando lei,
preoccupata del
fatto di non sentire la sua risposta alzò
nuovamente lo sguardo su di lui, Neji si era fatto improvvisamente
più vicino e
non aveva smesso di fissarla un solo istante.
Non lo aveva mai
visto da quella distanza, e notò
con stupore una nota diversa nel suo sguardo: era come una strana
dolcezza, un
senso di familiarità e di calore che mai prima di allora
aveva visto in quegli
occhi.
Rapita da quello
sguardo, senza minimamente pensare
a quello che diceva, esordì quasi in un sussurro
<< se...se tu.. durante
il ricevimento venissi a parlare con me… io, ecco.. sarei
davvero felice.
>> il tono di voce si fece ancora più lieve
-erano così vicini che poteva
bisbigliare e lui l’avrebbe sentita perfettamente- << se tu
vuoi.. insomma.. mi
salveresti. >> una leggera brezza li accarezzò
entrambi, portando con sé
i primi fiocchi di una nuova nevicata.
<<
sono nato per questo. >> soffiò dopo
un attimo che era parso durare secoli.
E
così, veloce così come era stato quel pensiero a
formarsi nella sua mente, Neji l’aveva abbracciata, tenendola
stretta con la
stessa delicata forza con la quale quelle quattro parole
l’avevano colpita.
Gli occhi
spalancati osservavano con stupore la neve
che iniziava a cadere sul terreno, mentre constatava con sorpresa
quanto la
sensazione che la stava lentamente riempiendo fosse piacevole. Non
avrebbe mai pensato
che le spalle di Neji fossero così larghe, né che
i suoi capelli fossero così
morbidi al tatto; e di certo non avrebbe mai lontanamente immaginato
che stare
fra le sue braccia potesse farla sentire così
protetta e al sicuro.
Mentre faceva
questi ragionamenti -o almeno ci
provava, poiché il cervello stava cedendo grande spazio ai
sensi- quasi non si
accorse dell’urgenza con la quale aveva risposto
all’abbraccio quasi
aggrappandosi alla schiena di lui, all’altezza delle scapole.
Neji, nel
frattempo, stava giocando con lunghi
capelli si lei, lisciandoli con una mano lungo la schiena, mentre
l’altra le
cingeva le spalle. Nemmeno lui riusciva ormai ad articolare un pensiero
che non
fosse “come sono morbidi i suoi capelli” o
“com’è buono il suo profumo”.
Finalmente Neji
Hyuuga si era lasciato trascinare
dall’istinto, anche se solo per un attimo, poiché
anche in quel momento che
rappresentava il fregarsene di tutte le regole imposte dalla famiglia e
dal
destino,l’unica cellula coscienziosa del suo corpo lo
costringeva a non
spingersi oltre un limite ancora più proibito di quello
appena superato.
Che cosa strana
e irrazionale pareva adesso quel
destino che entrambi avevano temuto per tutta la vita. Così
stretti, sembrava
loro di essere immersi in una dimensione diversa, più bella,
dove la vita
dipendeva esclusivamente da loro, e dai loro sentimenti.
Erano in un
mondo nel quale il destino li sfiorava
appena.
I due non si
accorsero di quanto tempo avessero
passato a stringersi, cullandosi in quel nuovo mondo tutto loro, per
poi
ritrovarsi a guardarsi negli occhi, entrambi spaventati da quella nuova
sensazione, entrambi sorpresi ed emozionati, accarezzandosi i visi a
vicenda, febbrilmente,
come per imprimere nella memoria tattile ogni minimo particolare; senza
però
baciarsi.. a quello non potevano cedere - non ancora -.
Semplicemente si
fissavano, come non lo avevano mai
fatto. Si guardavano senza paura di sbagliare, senza nascondere niente
dell’uno
all’altra, stranamente liberi.
<<
Hinata.. >>
Un soffio sulla
pelle del suo viso che si perdeva in
mille significati.
Nessun suffisso
onorifico, né la solita nota severa
nella voce.
Solo il suo
nome, quello che la descriveva
veramente, pronunciato con gioia, dolcezza, ma anche con timore e
turbamento,
quasi come una preghiera.
E quel qualcosa
che Neji aveva lasciato in sospeso
sussurrando il suo nome, era la supplica che leggeva negli occhi di
lui, una richiesta
silenziosa che le domandava di rimanere lì, assieme a lui,
di restare in quel
loro mondo ancora per un po’.
attendeva
soltanto una sua risposta ed Hinata, segretamente,
la sentì affiorare.
“
si.”
<<
Hinataaa! >>
Entrambi
spalancarono gli occhi, incapaci di
emettere alcun tipo di suono.
Lentamente
ripresero coscienza del mondo attorno a
loro e si separarono senza però interrompere il contatto dei
loro occhi, mentre
la voce di Hanabi continuava a chiamare.
<<
Hinataa! >>
Quando la porta
che dava sul cortile si spalancò, si
voltarono entrambi ad osservare la figura della ragazza che
guardò prima lei,
poi lui, mutando espressione da annoiata ad attenta e quasi allegra.
<<
vi aspettano nel salone.. da almeno un
quarto d’ora. >> disse, rivolta esclusivamente
al cugino, non degnando più
la sorella della sua attenzione.
Dopodiché
si voltò e riprese la strada che aveva appena
percorso, trovando un po’ irritante il fatto che i due
fossero così vicini l’uno
accanto all’altra.
Neji e Hinata,
senza voltarsi per scrutare il viso
dell’altro, s’incamminarono lungo il porticato.
L’unico
suono che si sentiva era quello dei loro passi
e il battito ancora accelerato del proprio cuore. Non osarono dirsi
niente finché
non furono rientrati in casa.
E mentre Neji
cercava di mascherare la
preoccupazione e il desiderio di scoprire cosa sarebbe successo se non
fossero
stati richiamati, voltandosi vide Hinata sorridergli, con gli occhi che
brillavano ancora di meravigliata bellezza, e sentì la mano
di lei sfiorare la
sua.
Per la prima
volta nella sua vita Neji Hyuuga era felice
di aver dato spazio alle proprie emozioni, scoprendo così un
nuovo mondo dove
la fortuna, con quello sfiorasi di
mani e di sguardi, lo possedeva interamente.
La
seguì nel salone gremito di persone, pronto ad
adempiere in modo un po’ diverso al ruolo che il destino gli
aveva assegnato.
Fine
-
*neko: in
giapponese significa “gatto”. Ovviamente qua
ho fatto finta che esista anche un territorio così
denominato
Innanzi tutto un
Grazie gigante a chi ha
recensito lo scorso capitolo. Mi fa molto piacere sapere che lo avete
apprezzato anche non essendo fan della coppia :) a volte sono proprio i
commenti di chi non la pensa come te che fanno più piacere.
Bene, e questo
è quanto.. devo dire che mi è
piaciuto scrivere questa fic, anche se non è un
granché.. è interessante
entrare nella testa di Neji ogni tanto e sconvolgerlo :D è
uno dei pochi
personaggi secondari che mi piacciano veramente, anch più di
Hinata se devo
essere sincera. Ora, riguardo a questo capitolo, spero non si sia
discostato
totalmente da quello precedente..anche se non si nota il filo
conduttore c’è XD
sono passati un po’ di anni dall’episodio di Pain,
non so quanti esattamente;
quella specie di flash-back con Naruto durante la missione potevo anche
tralasciarlo, ma il fatto che la faccenda non fosse stata chiarita mi
lasciava
alquanto perplessa, quindi ho dovuto inserirlo. Io sono fermamente
convinta che
Naru continuerà ad amare Sakura, ma il fatto che veda Hinata
con Neji non è per
darle una “consolazione”, e anche se nel manga si
dovesse realizzare la coppia
Naruto-Hinata, io sosterrò sempre lo Hyuugacest,
così come rimarrò sempre
fedele al NaruSaku u.u
La canzone
citata all’inizio del capitolo è “the
closest thing to crazy”
di Katie Melua. Per chi la volesse ascoltare, ecco il link: http://www.youtube.com/watch?v=5DCacIEbAlM
Ringrazio chi ha
letto, apprezzato e chi vorrà
lasciare un commento. E ricordo che le critiche sono sempre gradite,
anzi
graditissime! ;)
Un saluto a
tutti.
Simona.