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Autore: skarch86    26/06/2010    1 recensioni
Dopo la morte di Silente, per Draco tutto va a rotoli. Quando Harry entra involontariamente a far parte del quadro, entrambi devono imparare che le cose non sono sempre come sembrano. Link della storia originale: http://bigbang.inkubation.net/life.html
Genere: Dark, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Severus Piton | Coppie: Draco/Harry
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Diverse ore più tardi, dopo che il sole era tramontato ed Harry aveva riferito a Silente tutto quello che era accaduto dall’ultima volta che erano venuti ad Hogwarts, includendo le informazioni su Voldemort che Piton gli aveva raccomandato di riportare, Silente chiuse la discussione.

Harry prese la sua borsa e andò alla porta, aspettando che Malfoy lo seguisse. Non dovette neanche chiamare Dobby; l’elfo era già fuori dalla porta e raddrizzò la schiena non appena vide Harry.

“Dobby è qui per portare Harry Potter nella sua stanza.”

Harry camminava a poca distanza da Dobby, e dopo essere passati per vari piani, realizzò che si stavano dirigendo verso la Torre di Grifondoro. Presto si ritrovarono di fronte al ritratto della Signora Grassa. Ella fece per dire qualcosa, ma Dobby schioccò le dita e il ritratto si spostò di lato, mostrando l’entrata della Sala Comune.

Una volta dentro, videro il fuoco crepitare nel camino, illuminando un tavolinetto nelle vicinanze, sul quale qualcuno aveva sistemato due vassoi pieni di cibo. Lo stomaco di Harry brontolò; aveva mangiato soltanto dei tramezzini che erano apparsi nell’ufficio di Silente intorno a mezzogiorno.

“Gli altri elfi hanno preparato la cena per Harry Potter e l’hanno portata quando Dobby gliel’ha detto! Dobby ha preparato due letti nel dormitorio di Harry Potter.”

“Grazie, Dobby. Ti chiamo, se abbiamo bisogno di qualcos’altro.” L’elfo guardò diffidente Malfoy prima di spartire con un ‘crack’. Spaparanzato per terra accanto al tavolo, Harry afferrò una forchetta e cominciò a mangiare. Malfoy fece lo stesso un attimo dopo.

Se paragonato al cibo che aveva mangiato da quando aveva cominciato ad abitare con Piton e Malfoy, questo aveva il sapore del Paradiso. Non si fermò neanche per asciugare il sugo che aveva agli angoli della bocca fino a che il suo piatto non fu del tutto vuoto. Dopo aver finito, si sdraiò all’indietro sul pavimento; sentiva come se lo stomaco stesse per scoppiargli. Probabilmente Malfoy era nelle stesse condizioni, a giudicare da tutti i sospiri che arrivavano alle orecchie di Harry.

Non era ancora molto tardi, ma l’unica cosa a cui Harry riusciva a pensare era infilarsi dentro un caldo letto e addormentarsi. Qualche minuto dopo riuscì a mettersi in piedi.

“Vado a letto,” annunciò a Malfoy, che si era invece sistemato su una poltrona. Quando registrò le parole di Harry, si alzò con fatica, prese le sue cose e seguì Harry su per le scale.

Quando entrarono nel dormitorio, Harry gettò la borsa su uno dei letti. Notò un paio di pigiami sul suo letto e li afferrò per dar loro un’occhiata, ma Malfoy, che era accanto a lui, glieli strappò subito dalle mani.

“Ma che–”

“Sono miei!” disse Malfoy, e le sue labbra si curvarono all’insù in un piccolo sorriso. “Miei…Io – io avevo lasciato le mie cose qui, quando me ne sono andato…” si interruppe, continuando a fissarli e a passare le dita sulla stoffa.

Harry ricordava perfettamente la notte in cui Malfoy era andato via. “Possiamo chiedere a Dobby di portarti il resto, domani mattina.”

Malfoy annuì, mordendosi il labbro. “Dov’è il bagno?”

“Fuori, seconda porta a sinistra.” Harry fissò la schiena di Malfoy mentre usciva dalla stanza. Cominciò a disfare la sua borsa, invece che mettersi seduto ad aspettare che Malfoy avesse finito e che fosse quindi il suo turno di farsi la doccia.

Quindici minuti dopo Malfoy non era ancora tornato. Harry stava per addormentarsi, ma non aveva intenzione di cedere al sonno prima di essersi dato una pulita. Si tolse le scarpe ed andò in bagno, scegliendo la cabina più lontana da Malfoy. Aveva già finito di insaponarsi i capelli, quando sentì Malfoy chiudere l’acqua e un paio di minuti dopo poi la porta del bagno.

Harry si rilassò. Sotto la doccia, appoggiò la fronte sulle mattonelle e lasciò che l’acqua gli scorresse sulla schiena. Per quando uscì dalla doccia, le sue dita erano tutte raggrinzite.

Non appena tornò nel dormitorio, vide Malfoy sdraiato su–

“Quello è il mio letto,” osservò.

“Non ho visto niente che lo dimostrasse,” mormorò Malfoy assonnato.

Harry sospirò e si passò una mano fra i capelli. “Non ho–”

“Non ho nessuna intenzione di spostarmi. Se per te è così importante dormire in questo letto, beh, c’è abbastanza spazio. Però smettila di parlare. Voglio dormire.”

Non era quello che Harry avrebbe detto. Ma la vista di Malfoy raggomitolato nel suo letto, con i capelli umidi sparpagliati sul cuscino, rese la sua decisione molto più semplice.

Perciò si sedette sul letto e si mise sotto le coperte, avvicinandosi a Malfoy prima di riuscire a fermarsi.

Una delle mani di Malfoy strisciò sotto le coperte e si fermò sulla vita di Harry. Harry si voltò e vide Malfoy osservarlo attraverso gli occhi semichiusi. Si avvicinò ancora di più e lo baciò, alzandosi leggermente e sdraiandosi su Malfoy.

Malfoy mise le mani sui fianchi di Harry, ma poco dopo le infilò dentro i suoi boxer. E poi strinse. Harry ne fu così sorpreso che morse il labbro di Malfoy più forte di quanto volesse, facendolo gridare.

Mormorando delle scuse contro le labbra di Malfoy, fece scivolare giù le proprie mani e le agganciò all’elastico dei pantaloni del pigiama di Malfoy, abbassandoli lentamente. Prese in mano l’uccello di Malfoy e cominciò a muoverla, aumentando la velocità quando lo sentì contrarsi ed indurirsi. Malfoy lo baciò con forza, spingendo le proprie mani nei boxer di Harry e facendo lo stesso.

Harry si liberò dei boxer per facilitare i movimenti di Malfoy, e un attimo dopo slacciò i bottoni della sua maglietta. Sapeva che non sarebbe durato a lungo, se Malfoy avesse continuato a fare quella torsione con il polso, ma voleva provarci. Leccò tutto il tragitto dalla mandibola di Malfoy fino al suo capezzolo e, quando finalmente lo raggiunse, prese a succhiarlo.

Il gemito di Malfoy lo fece quasi andare fuori di testa. Tuttavia, riuscì a trattenere il suo orgasmo e continuò a leccare e a mordere e ad accarezzare fino a che Malfoy non gemette ancora più forte ed Harry non potè far altro che venire sulle dita di Malfoy.

Tremando violentemente, seppellì il viso nel collo di Malfoy – che, doveva ammettere, stava diventando una delle sua parti preferite del corpo di Malfoy sebbene, pensandoci meglio, l’uccello pulsante nella sua mano gli piacesse altrettanto. Harry non aspettò neanche di riprendere fiato, ma continuò a muoversi per far venire Malfoy, riuscendoci pochi secondi dopo.

Malfoy ansimò e si inarcò, stringendosi ad Harry e dandogli un bacio umido mentre crollava sul materasso. Harry rimase sopra di lui, non preoccupandosi affatto dello sperma tra di loro e sulle loro mani. Ci avrebbero pensato la mattina seguente.

“Notte, Malfoy…” mormorò all’orecchio di Malfoy.

“Mmm…”

::

Harry era straiato su un enorme letto a baldacchino, e bianche tende di lino ondeggiavano alla brezza estiva. Malfoy era a cavalcioni sopra di lui, e sul suo torace e sulla sua pancia c’era qualcosa di appiccicoso che profumava di cioccolata, e Malfoy lo leccava con movimenti atrocemente lenti. Aveva un buon profumo, ma la lingua di Malfoy era decisamente migliore e l’uccello di Harry era tanto duro da fargli male. Malfoy leccava sempre più basso, avvicinandosi alla fine della cioccolata. E poi la testa di Malfoy fu sul suo uccello, e all’improvviso si abbassò, e Malfoy aveva tutto l’uccello di Harry in bocca, fin dalla base–

“Harry Potter, signore!”

Oh, cazzo.

Harry aprì un occhio titubante. Niente estate, niente enorme letto a baldacchino – solo il suo letto e il suo dormitorio – e niente Malfoy che gli faceva un pompino. Malfoy era intrappolato sotto di lui, russando leggermente. Ciò significava–

Harry si alzò su un gomito e dette un’occhiata accanto al letto, riconoscendo la figura sfocata di Dobby. Non aveva idea di dove fossero i suoi occhiali.

“Sì?”

“Il Preside Silente ha detto a Dobby di svegliare Harry Potter. Dobby ha preparato la colazione per Harry Potter e l’ha servita nella Sala Comune.”

“Bene, Grazie.”

Ma Dobby rimase lì, senza dubbio ad analizzare la scena davanti ai suoi occhi e a cercare di darle un senso. “Dobby,” bisbigliò Harry, cercando di distogliere l’attenzione di Dobby da quello che stava accadendo nel letto, “Tu sai dove sono le cose di Malfoy? Quelle ha lasciato qui quando se n’è andato l’anno scorso?”

“Oh, sì, Dobby lo sa! La Preside ha ordinato agli elfi domestici di pensare a loro, quindi le abbiamo messe dove teniamo le cose che gli studenti lasciano qui–”

Harry lo interruppe di nuovo, dal momento che da solo Dobby non l’avrebbe mai fatto. “Puoi portarle qui? Mentre siamo all’ufficio di Silente?”

“Sì, Harry Potter, signore! Dobby lo farà!”

“Bene. Ti dispiacerebbe lasciarci, adesso?” Harry rivolse a Dobby un sorriso, non volendo deluderlo. Dobby gli sorrise a sua volta ed annuì, Smaterializzandosi il più silenziosamente possibile. Fece comunque troppo rumore. Malfoy si mosse.

Harry alzò una mano e spostò una ciocca di capelli dalla fronte di Malfoy, quando questi aprì gli occhi e li strizzò per cercare di mettere Harry a fuoco.

“Ora è?” mormorò, stiracchiandosi ed inarcando la schiena.

“Non lo so. Tardi, probabilmente.” Harry abbassò la testa ed appoggiò la fronte sulla spalla di Malfoy, baciando il torace di Malfoy un attimo dopo. Una mano gli toccò la testa esitante, cominciando poi ad accarezzargli i capelli. Sarebbe potuto rimanere così per sempre–

“Ho bisogno di una doccia,” mormorò Malfoy, che cercò di alzarsi, spingendolo via.

Harry lo afferrò per un braccio prima ancora che uscisse dal letto. “Vuoi compagnia?”

Malfoy si morse il labbro per un attimo, prima di annuire. Poi si alzò e scalciò via i pantaloni del pigiama, che aveva ancora intorno alle ginocchia. Harry si era già spogliato prima che Malfoy finisse di togliersi la maglietta. Lo seguì al bagno, restando a pochi passi da lui per ammirare il suo pallido fondoschiena.

In bagno, Malfoy entrò in una cabina ed aprì l’acqua. Harry si precipitò dentro e lo spinse contro il muro, catturando le sue labbra in una bacio che lasciò entrambi ansanti ed eccitati. Quando il getto d’acqua calda cominciò a scorrere sulle loro schiene, Harry si prese tutto il tempo che voleva, baciando delicatamente il viso di Malfoy, mentre le mani di Malfoy lo accarezzavano sulla schiena.

Prendendo un po’ di sapone, Harry afferrò i loro uccelli con la propria mano e cominciò a muoverla. Subito la mano di Malfoy si unì alla sua. Quando le loro mani presero a muoversi più velocemente, la schiuma cominciò a schizzare e a ricoprire i peli alla base dei loro uccelli, mescolandosi presto allo sperma non appena entrambi vennero, crollando a terra in un groviglio di gambe.

Quando finalmente riuscirono a rialzarsi, si lavarono velocemente ed uscirono dalla doccia, avvolgendosi spessi asciugamani intorno alle spalle e tornando in camera per vestirsi.

Probabilmente Dobby aveva fatto un incantesimo riscaldante sulla loro colazione, perché per quando scelsero di sotto non si era ancora raffreddata. Non ci misero molto a mangiare tutto ciò che era nei loro piatti. Poi andarono subito all’ufficio di Silente, e mentre camminavano i dorsi delle loro mani si sfiorarono occasionalmente.

E adesso…è ora di lavorare. Quando si sedette di fronte al ritratto, Harry cercò di dimenticare per un po’ quello che era accaduto, per potersi concentrare sulla loro missione.

::

Ci vollero molto tempo e molte proposte che sembravano non portare a niente, ma alla fine riuscirono ad avere una sorta di piano. A dirla tutta, non era certo perfetto, ma avevano tutto il tempo per migliorarlo, almeno fino a quando–

Fino a quando non organizzarono una delle parti essenziali del piano. Che fu un’idea di Malfoy. Harry rimase a bocca aperta per quasi un minuto, dopo che Malfoy l’aveva interrotto per dare voce ai propri pensieri – e per offrirsi di fare…quello. Beh, sarebbe stato a dir poco interessante.

Harry voleva davvero che il piano funzionasse. Perché altrimenti, se qualcosa fosse andato storto–

No. Quei pensieri non erano di nessun aiuto. Si sforzò per concentrarsi di nuovo sulle parole di Silente.

“Ovviamente, ne discuterai i dettagli con Severus. Ora, Draco, credo che ci sia qualcosa ad attenderti nel dormitorio. Forse vorresti un po’ di privacy. Terrò Harry con me un po’ più a lungo.”

Malfoy guardò interrogativo prima Silente e poi Harry, ma lasciò la stanza senza parlare. Come faceva Silente a sapere delle cose di Malfoy?

“Harry…” cominciò Silente, continuando quando questi alzò lo sguardo. “Già lo sai, ma è necessario che io ti ricordi che è possibile che Nagini non sia un Horcrux.”

“Lei pensa che lo sia.”

“Sì, ma ho sbagliato, in passato.”

“Non importa. Ho scelto di crederle.” Subito dopo averlo detto, Harry ne fu imbarazzato, poiché una debole sfumatura luminosa di bianco apparve negli occhi del ritratto. Distolse rapidamente lo sguardo ed attese che fosse Silente a parlare.

“Beh, grazie.” Harry annuì debolmente ed alzò lentamente la testa. “Allora, Draco sembra piuttosto cambiato,” aggiunse Silente, per togliere Harry dall’imbarazzo.

“Sì, infatti.”

“Riguardo l’incidente con Bellatrix Lestrange…Come sta?”

Ricordi di quella notte invasero la mente di Harry, ricordi che aveva cercato di dimenticare. “Beh, all’inizio lui–non l’ha presa bene. Ma dopo un po’, o almeno è che quello che penso abbia fatto, ha semplicemente…deciso di non pensarci. Forse per lui è meglio così, almeno per ora.” Dopo averlo detto, Harry realizzò che dovesse essere andata proprio così.

Silente annuì, ma non chiese altro, come se potesse sentire che Harry non voleva più discutere dell’argomento.

“Partirete domani sera, se non sbaglio.”

“Già…”

“Mi piacerebbe parlarvi di nuovo, prima della partenza. Ed ora credo che abbiamo lasciato a Draco abbastanza tempo per sé. Puoi andare.”

Harry ringraziò Silente e lasciò l’ufficio, dirigendosi verso la Torre di Grifondoro. Una volta oltrepassato il ritratto, andò dritto al dormitorio per cercare Malfoy. Ma quando raggiunse la porta, vide un baule spalancato in mezzo alla stanza, e tutto ciò che prima conteneva era sparpagliato sul pavimento.

“Malfoy?” Guardò dappertutto nella stanza e nei dintorni, ma non trovò Malfoy da nessuna parte.

“Dobby!” chiamò, teso.

L’elfo si Materializzò, e il ‘crack’ con cui apparve risuonò ancora più forte nella vuota Sala Comune. “Cos’è successo? Dov’è Malfoy?”

“Draco Malfoy ha cominciato ad esaminare le sue cose. Ha trovato qualcosa ed è corso via, ma Dobby lo ha seguito. È al sesto piano, nel bagno dei ragazzi, Harry Potter, signore!” strillò Dobby.

Harry corse via all’istante. Quando raggiunse il sesto piano, trovò Dobby ad attenderlo. Dev’essersi Materializzato… “Da questa parte!” strillò l’elfo, indicando una porta un po’ più giù nel corridoio. Harry raggiunse la porta e la spinse, irrompendo nella stanza.

E poi tutto sembrò andare a rallentatore. Malfoy era seduto sul pavimento – seduto! Sulle mattonelle sporche e spaccate! – a fissare una pila di vestiti che teneva piegati ordinatamente sul grembo. L’unico suono era quello provocato dall’acqua che gocciolava da un lavandino.

Non riusciva a muoversi. Malfoy cominciò a parlare, senza voltarsi a guardarlo. “Ti ricordi cos’è successo qui?” Sì, se lo ricordava. Quello era il bagno in cui aveva trovato Malfoy a piangere, in cui avevano duellato fino a che Harry non gli aveva lanciato contro il Sectumsempra e gli aveva squarciato il petto e Malfoy era caduto a terra, in una pozza di sangue–

“Questi sono i vestiti che indossavo quel giorno. Non ho permesso che nessuno li gettasse via o li riparasse. Volevo tenerli perché avevo bisogno di ricordare. Perché sapevo che un giorno mi sarebbe importato di nuovo di te ed avevo bisogno di ricordare che cosa avrei dovuto provare.”

Harry deglutì.

“Le cose sono cambiate. Non è più questo, che voglio ricordare.”

Harry camminò lentamente fino a raggiungere Malfoy, e cadde sulle ginocchia accanto a lui. Notò che i vestiti erano strappati ed ancora macchiati di sangue. Sentì un groppo salirgli in gola. “Malfoy–”

“Bruciali,” disse Malfoy in tono brusco, mettendo i vestiti in mano ad Harry.

“Malfoy, quello è ciò che è successo. Non puoi cancellarlo a ricordare qualcos’altro al suo posto. Non puoi…ignorare delle cose soltanto perché per te è meglio così.”

“Ho detto…Bruciali.” Ripetè Malfoy, serrando i denti.

“No.”

“Brucia questi cazzo di vestiti e basta, Potter! Liberatene, non veglio vederli mai più!” A quel punto Malfoy stava urlando, e le sue guance erano di un rosa acceso. Quando capì che Harry non avrebbe fatto ciò che lui gli chiedeva, tirò fuori la bacchetta e la puntò verso i vestiti. “D’accordo! Lo farò io!”

Muovendosi tanto rapidamente che Malfoy non ebbe neanche la possibilità di reagire, Harry gettò i vestiti da una parte ed afferrò entrambi i polsi di Malfoy, tenendoli stretti. Si scambiarono uno sguardo che quasi gli fece allentare la presa – quasi, ma poi sentì Malfoy irrigidirsi di nuovo, prima di ringhiare e cominciare a contorcersi.

Harry balzò su Malfoy e lo spinse a terra, intrappolandogli le mani tra i loro corpi. Malfoy continuava a dimenarsi e a ringhiare.

“Smettila!” gridò Harry. “Smettila e basta! Non è giusto! Perché tu dovresti dimenticare quando io non potrò mai fare lo stesso?”

Malfoy smise di muoversi e lo guardò, respirando affannosamente. Harry lasciò le sue mani ed aggredì i bottoni della sua veste, strappandoli a forza per aprirla e spostando ogni pezzo di stoffa incontrasse, fino a quando non rivelò il pallido torace di Malfoy. Le cicatrici erano appena visibili nella tenue luce della stanza, ma se si concentrava poteva vederle.

Tracciandone la linea con la lingua, si fermò nelle parti in cui alcune si incrociavano, continuando quando una terminò a pochi millimetri da un capezzolo. Malfoy aveva alzato un mano, e la mordeva per trattenere i suoi gemiti.

“Non posso permettere che tu lo dimentichi, ma posso darti qualcos’altro da ricordare,” ansimò, allontanando la bocca dal torace di Malfoy soltanto il tempo necessario per dire quelle parole. Continuò a muoversi, sempre più in basso, leccando l’ombelico di Malfoy e facendo gridare. La sua voce echeggiò curiosamente nella stanza.

Sbottonando lentamente i pantaloni di Malfoy, continuò a leccare attraversando la scia di peli biondi che scomparivano nelle sue mutande, respirando sull’erezione nascosta sotto la bianca stoffa.

“Lo giuro, Potter,” ansimò Malfoy, quando Harry smise di muoversi, “Se hai fatto tutto questo solo per tirarti indietro adesso, io ti – nnngh!”

Harry riuscì a zittirlo prendendo in bocca la sua erezione attraverso le mutande. Con un rapido gesto le tirò giù, liberando l’uccello di Malfoy dalla stoffa che lo opprimeva. Alzando appena la testa, incrociò lo sguardo di Malfoy ed abbassò poi la testa per prendere in bocca il suo uccello. Malfoy sgranò gli occhi incredulo nel momento stesso in cui Harry lo fece.

Quando Harry chiuse le labbra sulla punta dell’uccello di Malfoy, questi gridò e gettò la testa all’indietro. All’inizio gli sembrò strano, ma poi Harry fece un tentativo e leccò la punta, tirando giù il prepuzio e stuzzicando la fessura con la lingua una seconda volta, quando vide che Malfoy sembrava averlo apprezzato la prima. Ne mise in bocca un po’ di più, lentamente, fermandosi solo quando si rese conto di non poter evitare che gli venissero le forze di stomaco. Avvolgendo saldamente la base con la mano, tornò a rivolgere la sua attenzione alla punta.

Malfoy non durò a lungo, dopo quello. Non avendo sentito il suo preavviso, Harry quasi si strozzò quando Malfoy gli venne in bocca, facendo del suo meglio per trattenersi dallo sputare tutto. Almeno non faceva così schifo come la Polisucco, pensò mentre inghiottiva lo sperma di Malfoy.

Alzandosi sui gomiti, Malfoy scrutò Harry con occhi offuscati. Sembrava incredibilmente in estasi, con i vestiti sbottonati, i pantaloni tirati giù e il viso arrossato. Harry notò un succhiotto violaceo sul torace di Malfoy e distolse lo sguardo, tornando ad osservare il viso di Malfoy.

“Okay?” chiese. Malfoy annuì semplicemente, respirando ancora affannosamente. Harry gli risistemò i vestiti, prima di aiutarlo ad alzarsi, non dimenticando di prendere i vestiti strappati mentre uscivano.

Una volta tornati nella loro stanza, Harry aiutò Malfoy a mettere le sue cose dentro il baule, e sorrise quando lo vide infilare i vestiti nella sua borsa. Dopo aver mangiato la cena che Dobby aveva portato loro, andarono a letto. Malfoy abbracciò Harry da dietro pochi minuti dopo aver spento le luci.

 

 

Grazie a tutte per i commenti! Vi voglio bene!

PS: mi scuso con tutte/i, ma fino al 10 non potrò pubblicare perchè sono ancora impegnata con gli esami di maturità -_-'

  
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