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Autore: _montblanc_    26/06/2010    1 recensioni
Il mio cognome è Riddle, primo nome Alexa.
Avevo soltanto 4 anni quando scoprii di essere la figlia del mago oscuro più potente di tutti i tempi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Nuovo capitolo(mi sento tantoripetitiva -_-)^^
Malika: sono felice chetu sia felice(senti che poetessa??) XD
Ancora non so quando avverrà il loro prossimo incontro, ma stai sicura che ci sarà^^
Grazie per la recensione^^
LAZIONELCUORE: Grazie, mille volte grazie per aver letto la mia storia^^
Spero che anche questo capitolo ti piaccia^^

Capitolo 27:Discussione
No. Purtroppo il signor Potter era riuscito a salvarsi.
Il motivo? Uno stupido centauro…
Sbuffando me ne ritornai nel dormitorio senza rivolgere la parola a Draco.
-Alexa, posso chiederti una cosa?- mi domandò.
Lo guardai con fare omicida, non l’aveva capito che volevo restare da sola?
-Se proprio devi.- risposi seccata.
-Per quale motivo non sei scappata?- iniziò lui- Quando io e Potter siamo arrivati tu eri già li, però non accennavi minimamente alla fuga.-.
Questo ragazzo intuisce troppe cose per i miei gusti.
-Ero semplicemente confusa- mentì- Non sapevo cosa fare- mi sentivo uno schifo a non raccontargli la verità..
Lui sembrò credere alla mia risposta e finalmente se ne andò.
Peccato, mi sarebbe piaciuto poterne parlare con qualcuno che non fosse mia madre.
Mi lasciai cadere sul divano: avevo incontrato mio padre…ancora non mi sembrava vero.
Ma c’era una cosa che non riuscivo a capire: la stessa sensazione avevo provato quella sera era la stessa che provavo con il professor Raptor…
Possibile che centrasse qualcosa con mio padre?

L’indomani giunta alla sala grande venni fermata da Potter e la sua allegra combriccola -Scopriranno cosa?- mi chiese lo sfregiato.
Oh, cavolo! Lui aveva sentito!
Bè, almeno si erano dimenticati della storia di Fuffy.
Probabilmente mio padre l’aveva detto perché pensava che Potter non sarebbe poi riuscito a sopravvivere per raccontarlo…
-Non capisco di cosa stai parlando.- risposi atona.
-Invece lo sai, ieri Voldemort ti ha detto di andare via perché altrimenti di avrebbero scoperto!- ribatté.
-Lo chiami per nome?- feci “leggermete” adirata- Non lo sai che…-.
-Rispondi alla mia domanda.- disse minaccioso lui.
-Se no che mi fai ti metti a picchiarmi?- chiesi curiosa.
Allarme rosso: livello di sopportazione al minimo!
-Rispondi, avanti!- continuò lui.
-Senti, bambino- che-non-doveva-sopravvivere-ma-che-purtroppo-ci-è-riuscito perché pensi che una risposta ti sia dovuta, eh? Credi di essere tanto speciale? Bè, ti sbagli!- lo informai- Hai perso i tuoi genitori? Non penso che tu sia stato l’unico, quindi vai a rompere a qualcun altro!-.
Così dicendo girai io tacchi e me ne andai.
Nel frattempo, come sempre d’altronde in ogni discussione che avveniva all’interno della scuola, tutti avevano ascoltato, persino i professori: e questo era un grosso problema.
Silente aveva sentito e ora ero in grossi guai!
Mi rifugiai in biblioteca: avrei saltato le prime ore, non potevo sopportare di stare nella stessa aula con quella faccia da schiaffi.
Iniziai a sfogliare vari libri sui maghi oscuri, ma nonostante tutto neanche la lettura riusciva a calmarmi.
La cosa più rilassante sarebbe stata quella di avakedavrizzare Potter, in modo da tappargli quella stupida boccaccia per sempre.
Esasperata uscì all’aria aperta ed inspirai così profondamente da farmi bruciare i polmoni.
Mi sedetti sull’erbetta umida e iniziai a torturane qualche filo.
-Ho sentito della spiacevole discussione che ha avuto con harry- disse una voce a me nota.
Di bene in meglio…
-Presumo che non sia andata a lezione per evitare di vederlo, giusto?- mi chiese dolcemente.
Io mugugnai qualcosa in segno di risposta.
-Io mi chiedo…- iniziò lui- Per quale motivo ti ha dato tanto fastidio quel che Harry ti ha chiesto?-.
-Io non centro nulla con colui-che-non-deve-essere-nominato e non mi piace essere incolpata per cose che non ho fatto!- risposi più sicura di quanto credevo di essere.
-Io desidero sapere se non c’è neanche un fondo di verità in quello che ti ha detto- continuò
Seguì un attimo di silenzio.
-No- risposi.
-No- ripetè lui- Allora torno nel mio ufficio. Ma ricorda: se c’è qualcosa di cui vuoi parlarmi io sono disponibile-.
Eccolo, il buon samaritano!
Mi chiedo se Silente riesca mai a farsi gli affari propri…ne dubito!
Crede forse che sia una piccola bimba bisognosa di aiuto come Potter il complessato?
Bè si, sbaglia di grosso!
Decisi di rientrare anche io: il cielo non prometteva nulla di buono. Inoltre c’era una cosa che dovevo fare.
  
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