Una storia di dolore e passione
Allontanarsi.
Lasciarsi dietro il proprio passato aprendosi al nuovo. Impossibile.
O almeno per me. Per quanto lontano possa portarmi il mio sentiero,
mai scorderò da dove sono partito.
Stavo
attraversando il Grande Deserto, lentamente. Non avevo fretta alcuna
di raggiungere la mia meta, sempre ammesso che ne avessi una.
“Va
ad Ovest e trova una donna di nome Aileen. Lei sa dove si trova uno
di essi”
Questa
era la mia semplice e laconica missione. Chiesi allora come l'avrei
trovata. E la risposta fu molto semplice.
“Avvicinati
Rifiutato” mi venne comandato. A brevi passi, per nascondere il mio
incedere zoppicante, mi feci più vicino. E, mentre ancora
stavo avanzando, un potere invisibile sembrò interrompermi. Lo
percepivo latente nell'aria, mi penetrava nel corpo come i fumi
dell'acre incenso che bruciava nella stanza. Feci fatica a non
crollare al suolo, sfinito e affondato dal semplice irradiarsi di
quella forza magica. Vedendomi vacillare, egli alzò il suo
scettro sogghignando. Fui attraversato da un dolore mai provato,
sentii il corpo straziato, strangolato, strappato. Punte acuminate
sembravano infilzarsi nella mia carne ogni secondo, mentre le mie
ossa venivano schiacciate da una mostruosa e invisibile mano e la mia
mente dilaniata da orribili immagini di tortura. Non so per quanto
andò avanti, pochi istanti o giorni interi. E anche quando
scomparve, rimasi agonizzante a terra in una pozza di sangue,
incapace persino di alzarmi. Dall'alto mi arrivò nuovamente la
sua tagliente voce.
“Porterai
il dolore con te. Solo quando l'avrai trovata, scomparirà”
Così
da quel momento innanzi ogni passo era accompagnato da questo
invisibile flagello, sino a quando io non avessi trovato questa donna
umana. O la morte trovato me. Eventualità neanche troppo
improbabile visto il viaggio intrapreso. Ci sono talmente tanti
pericoli nel Grande Deserto, che era quasi inutile preoccuparsene. E
poi in fondo il pericolo maggiore siamo noi Noubin. Cosa sarebbe
potuto succedermi di peggio che incontrare dei miei simili?
Raggiunsi
incespicando la sommità di una sabbiosa duna. Lo spettacolo
che si offrì ai miei occhi fu tale da mozzarmi il fiato ancor
più della fatica. Un rosso mare sterminato si estendeva senza
fine davanti a me, ondeggiando continuamente con una grazia divina.
Lievi nubi dorate si levavano dalla sua superficie rincorrendosi
senza mai trovarsi, o scontrandosi fondendosi le une alle altre in
un'effimera colonna destinata immediatamente a svanire. Rimasi per
qualche minuto fermo ad osservare quello spettacolo in religiosa
contemplazione. Stavo intraprendendo un pericolosissimo viaggio, che
probabilmente mi avevano affidato solo per disfarsi di me. Chissà
cosa avrei dovuto affrontare nel mondo degli umani, vivendo in
incognito, nell'ombra. Qualunque evento mi fosse accaduto però,
quella sabbia avrebbe continuato il suo eterno gioco, incurante di
me, dei Noubin, del ciondolo, degli umani. Sarebbe stata là
alla fine di tutto. Se mai ci fosse stata una fine.
Avevo
indugiato anche troppo. Dovevo continuare. M rimisi in marcia senza
paura di cadere e rialzarmi sotto il Sole cocente, che mai concede
tregua e anzi costantemente incalza. Sempre era sopra di me e mi
pareva di sentire il suo peso schiacciare il mio incerto incedere.
Per molti giorni sarebbe stato così, poiché nella
interminabile distesa che avevo di fronte, non c'era riparo dalla sua
inclemenza. Era come se lo stesso Karevor, di cui si dice il Sole sia
una manifestazione, avesse deciso di annientare il mio essere
prosciugando il mio corpo. Io così poco abituato ai suoi
raggi. Io, cresciuto nell'umida e gelida tenebra.
Solo
la notte mi era amica. Arrivava cingendo il mio debole corpo
nell'ombra, lo accarezzava lievemente suscitandone il sonno. Allora
sapevo che era arrivato il momento di fermarsi. Mi bastava sedermi e
avvolgermi nel mio candido mantello. E lasciare vagare la mente nel
sonno del ricordo.
“Torna
qui! Bryn! Dai ti prego! Resta ancora un po'!”
Il
piccolo folletto girava i vispi occhi verso di me e svolazzando mi si
avvicinava.
“Sincarel”,
mi ammoniva in tono serio, “tu non devi e non dovrai mai pregare
nessuno, chiaro?”
Io
rimanevo zitto, incapace anche solo di pronunciare parole di scusa.
Allora Bryn mi sorrideva e quel semplice gesto un calore, quale mai
ho nel mio futuro conosciuto uguale, riempiva le mie membra. Sempre
sorridendo apriva la sua minuscola mano e una fiamma guizzava dal suo
palmo a illuminare l'oscurità della cella.
“Prendila
Sincarel” mi sussurrava divertito.
E
io incominciavo a corrergli dietro, senza riposo. Ma la fiamma era
troppo agile per me che avanzavo zoppicando e spesso inciampavo
cadendo steso a terra.
“Ah
povero piccolo Sincarel” mi canzonava. “Se non riesci smettiamo”
“No!”
gridavo di risposta. Ferito nel mio orgoglio di bimbo, continuavo a
seguire con lo sguardo l'impertinente fiammella. Poi la mia mano si
levava nella sua direzione.
“Akth
imn ka” dicevo, accarezzando quelle parole, quei suoni a me
sconosciuti con voce melodiosa ma imperiosa.
E
la fiammella si immobilizzava a quel comando e lentamente poi
iniziava a venire verso di me, sino a raggiungere la mia mano.
“Guarda
Bryn! Guarda!” esclamavo colmo di gioia.
Sorridendomi
amabile, il piccolo folletto mi arruffava i capelli.
“Ho
visto piccolo Noubin. Meriti un premio!”
“Quale?
Quale?”
Dei
dolcetti comparivano di fronte a me che li afferravo felice.
“Ora
però devo andare davvero, Sincarel”
“No
rimani”
“Mi
dispiace bimbo mio” e si allontavana verso le sbarre.
“Non
mi lasciare solo, ti prego”
Sorridendo
amabile mi guardava con i vivaci occhi verde smeraldo.
“Non
ti ho appena detto che non devi mai pregare nessuno?” ma la sua
voce era gentile e mi avvolgeva come gentili mani materne.
“Su,
sii forte! Come un eroe!”
Vedendo
la mia poco convinta espressione aggiungeva, “Tieni la fiamma con
te. Ti farà compagnia stanotte”
“Ho
paura della notte” riuscivo a sussurrare.
“Sii
forte” mi mormorava mentre svaniva. Io correvo disperato contro le
sbarre.
“Non
lasciarmi! Non andartene! Non lasciarmi! Non...”
Aprii gli occhi. Mi parve di vedere per un attimo guizzare il contorno sinuoso di una flebile fiamma. Persistenza dei sogni. Ancora era così forte la sua sensazione che dovetti aspettare alcuni minuti prima di riabituarmi alla realtà. Chiusi ancora gli occhi, ma l'alba stava ormai per sorgere. Era tempo di rimettersi in cammino.
Finì
di leggere quello che aveva catalogato come il secondo capitolo del
diario di Sincarel. Aveva acquistato quel tomo di pelle antica,
spendendo tutti i propri risparmi, principalmente per la bellezza
dell'oggetto stesso: lo aveva affascinato immediatamente appena lo
aveva scorto tra le altre cianfrusaglie del banchetto al mercato,
come fosse una perla rilucente in mezzo al fango. La sua idea era di
rimuovere le pagine già presenti e di inserirne di nuove, di
inserire in quel tomo così pregiato le sue storie, di Irv il
bardo. Invece era rimasto soggiogato dalle parole contenute in quelle
pagine consunte, trascinato in quella storia incredibile di maghi e
guerrieri, di odio e amore. I vari capitoli però non erano
ordinati correttamente e qualcuno mancava addirittura. Così
lui si era messo pazientemente a riordinarli e a cercare di colmare
le falle della narrazione.
Si
avvicinò al letto dove sua sorella stava dormendo
profondamente. Le sorrise anche se lei non poteva vederlo. Si era
addormentata scossa dalla notizia della morte di Molly, un anziana
signora loro vicina di casa a cui spesso loro padre affidava dei
lavori domestici, da quando loro madre se n'era andata per una
malattia, dieci anni prima. Si erano entrambi affezionati a Molly, i
cui modi gentili e dolci avevano fatto breccia nei loro cuori, e i
cui saggi consigli li avevano accompagnati negli anni successivi. Ma
ora lei se n'era andata ed in una maniera orribile. Assassinata in
casa propria. Irv non aveva voluto sapere altro di quella storia,
poiché già troppa sofferenza gli causava, ma gli erano
giunte delle voci secondo cui il corpo di Molly era stato smembrato e
mutilato. Rabbrividì stringendosi nella veste e decise di
tenersi occupato rimettendosi al lavoro, tanto non avrebbe dormito
comunque.
La
notte sarebbe davvero stata lunga.
Spazio autore:
dunque, ringrazio moltissimo chi mi legge e si prende il tempo di scrivere recensioni e in particolare:
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Valerie_Laichettes, Nick e Sarevok ne combineranno delle belle insieme, anche perché sono due tipi abbastanza egoisti. Spero di riuscire a far emergere lo strano rapporto che li legherà...vedremo!
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Alaire94, Sarevok ha ancora alcuni sassolini da togliersi dalle scarpe e non sarà sempre così semplice! Per quanto riguarda il cambio di rating si è trattato di un errore che ho fatto smanecchiando qua e là: ho risistemato l'arancione comunque! Per gli errori...beh, un po' pago la mia costante distrazione e un po' il fatto di scrivere quasi sempre di notte con la vista costantemente incrociata! Tu quando ne trovi segnala, così che poi posso correggere!