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Autore: Shakta    26/06/2010    3 recensioni
questa è la storia di un barbaro, animato dal fuoco della vendetta e di un ladro, coinvolto in un intrigo più grande di lui. Dalle loro azioni dipenderà il futuro del Regno di Ellicav. In questa storia di decadenza e corruzione, bene e male vengono trasfigurati dal potere sino a diventare indiscernibili dalla violenza e dalla pace.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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una storia di dolore e passione capitolo 6

Una storia di dolore e passione



Allontanarsi. Lasciarsi dietro il proprio passato aprendosi al nuovo. Impossibile. O almeno per me. Per quanto lontano possa portarmi il mio sentiero, mai scorderò da dove sono partito.
Stavo attraversando il Grande Deserto, lentamente. Non avevo fretta alcuna di raggiungere la mia meta, sempre ammesso che ne avessi una.


Va ad Ovest e trova una donna di nome Aileen. Lei sa dove si trova uno di essi”
Questa era la mia semplice e laconica missione. Chiesi allora come l'avrei trovata. E la risposta fu molto semplice.

Avvicinati Rifiutato” mi venne comandato. A brevi passi, per nascondere il mio incedere zoppicante, mi feci più vicino. E, mentre ancora stavo avanzando, un potere invisibile sembrò interrompermi. Lo percepivo latente nell'aria, mi penetrava nel corpo come i fumi dell'acre incenso che bruciava nella stanza. Feci fatica a non crollare al suolo, sfinito e affondato dal semplice irradiarsi di quella forza magica. Vedendomi vacillare, egli alzò il suo scettro sogghignando. Fui attraversato da un dolore mai provato, sentii il corpo straziato, strangolato, strappato. Punte acuminate sembravano infilzarsi nella mia carne ogni secondo, mentre le mie ossa venivano schiacciate da una mostruosa e invisibile mano e la mia mente dilaniata da orribili immagini di tortura. Non so per quanto andò avanti, pochi istanti o giorni interi. E anche quando scomparve, rimasi agonizzante a terra in una pozza di sangue, incapace persino di alzarmi. Dall'alto mi arrivò nuovamente la sua tagliente voce.
Porterai il dolore con te. Solo quando l'avrai trovata, scomparirà”


Così da quel momento innanzi ogni passo era accompagnato da questo invisibile flagello, sino a quando io non avessi trovato questa donna umana. O la morte trovato me. Eventualità neanche troppo improbabile visto il viaggio intrapreso. Ci sono talmente tanti pericoli nel Grande Deserto, che era quasi inutile preoccuparsene. E poi in fondo il pericolo maggiore siamo noi Noubin. Cosa sarebbe potuto succedermi di peggio che incontrare dei miei simili?
Raggiunsi incespicando la sommità di una sabbiosa duna. Lo spettacolo che si offrì ai miei occhi fu tale da mozzarmi il fiato ancor più della fatica. Un rosso mare sterminato si estendeva senza fine davanti a me, ondeggiando continuamente con una grazia divina. Lievi nubi dorate si levavano dalla sua superficie rincorrendosi senza mai trovarsi, o scontrandosi fondendosi le une alle altre in un'effimera colonna destinata immediatamente a svanire. Rimasi per qualche minuto fermo ad osservare quello spettacolo in religiosa contemplazione. Stavo intraprendendo un pericolosissimo viaggio, che probabilmente mi avevano affidato solo per disfarsi di me. Chissà cosa avrei dovuto affrontare nel mondo degli umani, vivendo in incognito, nell'ombra. Qualunque evento mi fosse accaduto però, quella sabbia avrebbe continuato il suo eterno gioco, incurante di me, dei Noubin, del ciondolo, degli umani. Sarebbe stata là alla fine di tutto. Se mai ci fosse stata una fine.
Avevo indugiato anche troppo. Dovevo continuare. M rimisi in marcia senza paura di cadere e rialzarmi sotto il Sole cocente, che mai concede tregua e anzi costantemente incalza. Sempre era sopra di me e mi pareva di sentire il suo peso schiacciare il mio incerto incedere. Per molti giorni sarebbe stato così, poiché nella interminabile distesa che avevo di fronte, non c'era riparo dalla sua inclemenza. Era come se lo stesso Karevor, di cui si dice il Sole sia una manifestazione, avesse deciso di annientare il mio essere prosciugando il mio corpo. Io così poco abituato ai suoi raggi. Io, cresciuto nell'umida e gelida tenebra.
Solo la notte mi era amica. Arrivava cingendo il mio debole corpo nell'ombra, lo accarezzava lievemente suscitandone il sonno. Allora sapevo che era arrivato il momento di fermarsi. Mi bastava sedermi e avvolgermi nel mio candido mantello. E lasciare vagare la mente nel sonno del ricordo.


Torna qui! Bryn! Dai ti prego! Resta ancora un po'!”
Il piccolo folletto girava i vispi occhi verso di me e svolazzando mi si avvicinava.

Sincarel”, mi ammoniva in tono serio, “tu non devi e non dovrai mai pregare nessuno, chiaro?”
Io rimanevo zitto, incapace anche solo di pronunciare parole di scusa. Allora Bryn mi sorrideva e quel semplice gesto un calore, quale mai ho nel mio futuro conosciuto uguale, riempiva le mie membra. Sempre sorridendo apriva la sua minuscola mano e una fiamma guizzava dal suo palmo a illuminare l'oscurità della cella.

Prendila Sincarel” mi sussurrava divertito.
E io incominciavo a corrergli dietro, senza riposo. Ma la fiamma era troppo agile per me che avanzavo zoppicando e spesso inciampavo cadendo steso a terra.

Ah povero piccolo Sincarel” mi canzonava. “Se non riesci smettiamo”
No!” gridavo di risposta. Ferito nel mio orgoglio di bimbo, continuavo a seguire con lo sguardo l'impertinente fiammella. Poi la mia mano si levava nella sua direzione.
Akth imn ka” dicevo, accarezzando quelle parole, quei suoni a me sconosciuti con voce melodiosa ma imperiosa.
E la fiammella si immobilizzava a quel comando e lentamente poi iniziava a venire verso di me, sino a raggiungere la mia mano.

Guarda Bryn! Guarda!” esclamavo colmo di gioia.
Sorridendomi amabile, il piccolo folletto mi arruffava i capelli.

Ho visto piccolo Noubin. Meriti un premio!”
Quale? Quale?”
Dei dolcetti comparivano di fronte a me che li afferravo felice.

Ora però devo andare davvero, Sincarel”
No rimani”
Mi dispiace bimbo mio” e si allontavana verso le sbarre.
Non mi lasciare solo, ti prego”
Sorridendo amabile mi guardava con i vivaci occhi verde smeraldo.

Non ti ho appena detto che non devi mai pregare nessuno?” ma la sua voce era gentile e mi avvolgeva come gentili mani materne.
Su, sii forte! Come un eroe!”
Vedendo la mia poco convinta espressione aggiungeva, “Tieni la fiamma con te. Ti farà compagnia stanotte”

Ho paura della notte” riuscivo a sussurrare.
Sii forte” mi mormorava mentre svaniva. Io correvo disperato contro le sbarre.
Non lasciarmi! Non andartene! Non lasciarmi! Non...”

Aprii gli occhi. Mi parve di vedere per un attimo guizzare il contorno sinuoso di una flebile fiamma. Persistenza dei sogni. Ancora era così forte la sua sensazione che dovetti aspettare alcuni minuti prima di riabituarmi alla realtà. Chiusi ancora gli occhi, ma l'alba stava ormai per sorgere. Era tempo di rimettersi in cammino.



Finì di leggere quello che aveva catalogato come il secondo capitolo del diario di Sincarel. Aveva acquistato quel tomo di pelle antica, spendendo tutti i propri risparmi, principalmente per la bellezza dell'oggetto stesso: lo aveva affascinato immediatamente appena lo aveva scorto tra le altre cianfrusaglie del banchetto al mercato, come fosse una perla rilucente in mezzo al fango. La sua idea era di rimuovere le pagine già presenti e di inserirne di nuove, di inserire in quel tomo così pregiato le sue storie, di Irv il bardo. Invece era rimasto soggiogato dalle parole contenute in quelle pagine consunte, trascinato in quella storia incredibile di maghi e guerrieri, di odio e amore. I vari capitoli però non erano ordinati correttamente e qualcuno mancava addirittura. Così lui si era messo pazientemente a riordinarli e a cercare di colmare le falle della narrazione.
Si avvicinò al letto dove sua sorella stava dormendo profondamente. Le sorrise anche se lei non poteva vederlo. Si era addormentata scossa dalla notizia della morte di Molly, un anziana signora loro vicina di casa a cui spesso loro padre affidava dei lavori domestici, da quando loro madre se n'era andata per una malattia, dieci anni prima. Si erano entrambi affezionati a Molly, i cui modi gentili e dolci avevano fatto breccia nei loro cuori, e i cui saggi consigli li avevano accompagnati negli anni successivi. Ma ora lei se n'era andata ed in una maniera orribile. Assassinata in casa propria. Irv non aveva voluto sapere altro di quella storia, poiché già troppa sofferenza gli causava, ma gli erano giunte delle voci secondo cui il corpo di Molly era stato smembrato e mutilato. Rabbrividì stringendosi nella veste e decise di tenersi occupato rimettendosi al lavoro, tanto non avrebbe dormito comunque.
La notte sarebbe davvero stata lunga.

Spazio autore:

dunque, ringrazio moltissimo chi mi legge e si prende il tempo di scrivere recensioni e in particolare:

  • Valerie_Laichettes, Nick e Sarevok ne combineranno delle belle insieme, anche perché sono due tipi abbastanza egoisti. Spero di riuscire a far emergere lo strano rapporto che li legherà...vedremo!

  • Alaire94, Sarevok ha ancora alcuni sassolini da togliersi dalle scarpe e non sarà sempre così semplice! Per quanto riguarda il cambio di rating si è trattato di un errore che ho fatto smanecchiando qua e là: ho risistemato l'arancione comunque! Per gli errori...beh, un po' pago la mia costante distrazione e un po' il fatto di scrivere quasi sempre di notte con la vista costantemente incrociata! Tu quando ne trovi segnala, così che poi posso correggere!



  
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