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Autore: Mankind17_13    26/06/2010    4 recensioni
Tre mostri intorno ad un tavolo da poker, la mente di un uomo straziato dalla vita. Come funziona Vincent Valentine? Esperimento di parodia introspettiva.
Genere: Parodia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Vincent Valentine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non è giusto

Non è giusto.

Più ci penso più ne sono convinto.

In vita ho commesso molte azioni deplorevoli, ho ucciso innumerevoli persone per seguire la giusta causa del momento. Tuttavia pensavo, anzi, ero sicuro che subire un colpo di pistola da parte di un vecchio che aveva per altro ingravidato la donna che amavo, essere trattato alla stregua di una cavia e diventare una sorta di mutante cambia forma fossero punizioni sufficienti per fare ammenda delle mie azioni.

Invece mi ritrovo a dare le carte ad un tavolo da poker.

Ora, posso capire che il mio corpo e la mia psiche possano essere rimasti quantomeno disastrati per via degli esperimenti, ma dare le carte ad un tavolo da poker dentro la mia testa è decisamente troppo.

Chi sono i giocatori? Sono io, io ed io. O meglio, le mie trasformazioni.  Perché stanno giocando?

Che domande…

Per stabilire chi esce.

Prima di quell’ incidente, le mie trasformazioni non hanno mai avuto una coscienza, erano solamente mutazioni fisiche. Adesso invece, per prendere qualsivoglia decisione la mia mente ha ideato questo strano sistema.

L’ unica cosa positiva è che la partita viene sempre rappresentata nelle fasi finali, col tizio in maschera e motosega che mette nel sacco il mostro di Frankenstein e la bestia viola nel 70% dei casi.

Il tizio in maschera è il più simpatico dei tre, sempre pronto a stuzzicare Chaos. No, lui non partecipa alla partita, lui è un membro esterno.

Chainsaw, il tipo con la motosega, credo che incarni il mio macabro e defunto senso dello humour. Spiegherebbe molte cose.

Rimango qui, vestito come un damerino in una stanza rossa, illuminata da una luce cremisi, con tre mostri che giocano a poker su di un tavolo color sangue. Ma perché non sono fissato con il verde? Se non altro darebbe meno fastidio agl’ occhi.

Scala reale. Il tizio mascherato ha vinto ancora. Eccolo che esulta, tutto febbricitante di contentezza con la sua arma sollevata, in un frastuono vittorioso.

Prende il controllo del mio corpo e sono pronto a scommettere che domani, sui giornali, vi sarà la curiosa notizia di mostri squartati davanti ad ogni porta, un gentile omaggio da parte di un concittadino. Che stronzate.

Come faccio a rimanere così tranquillo? Perché so quello che faccio. In fondo loro non sono altro che parti della mia anima. La collera repressa in Galiant, il bisogno di distruzione in Death Gigas, il senso dello humour in Chainsaw. Sicuramente non posso nascondere che questi miei lati siano stati perversamente incarnati.

Se sono pazzo? Ho dato le carte ad un tavolo da poker nella mia testa, è ovvio che sono pazzo!

 

 

  
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