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Autore: Elos    27/06/2010    1 recensioni
- Yuuuuu? Mi hai sentito? Ho trovato Allen. A-ll-en. - Scandisce, divertito. - Allen. -
- Ti ho sentito. Sta' zitto. -
Abbassa la voce, gli vorrebbe dire, c'è il golem fuori dalla porta. Non so cosa gli abbiano fatto, quanto ci abbiano messo le mani sopra, e non voglio rischiare di scoprirlo nel peggiore dei modi.
Quasi gli abbia letto nel pensiero - o più probabilmente per il puro e semplice piacere di infastidirlo - Lavi si china per bisbigliargli dritto nell'orecchio:
- Vuoi vederlo? -
- Non me ne frega niente. -
La risata di Lavi, da quella inesistente distanza, è una scarica di fiato caldo che gli scorre sul lobo e gli tamburella sulla gola:
- Sai, Yu? Credo che questa sia la frase che ti ho sentito dire più spesso. Ti potrebbe fare da epitaffio,
non me ne frega niente, e sotto io ci potrei scrivere a grosse lettere bugiardo. - [...]
Dopo il Ragnarok, quel che rimane ai sopravvissuti.
Prima classificata al concorso Distopie - Futuro Alternativo - Versione Multifandom indetto da Rota.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1. claddagh
We are forsaken, we're the last of our kind - Noi siamo stati abbandonati, noi siamo gli ultimi della nostra specie.
(Within Temptation - Forsaken)



- Deve essere lì in mezzo. -
- Quale parte di c'è una piazza piena di mocciosi non è suonata chiara la prima volta che l'ho detta? Saranno un centinaio ed è pieno di banchi e tende, non abbiamo idea di dove sia quello che c'è scappato! -
- Ma non vedi niente di strano? -
- Oltre a un'orda di bambini che urlano, strillano, strepitano e corrono in tondo? No, direi di no. - E poi, lasciandosi sfuggire un mugolio preoccupato alla vista della venetta pulsante sulla fronte del compagno e praticamente supplicando all'interno del ricevitore: - Non potreste proprio sbrigarvi ad arrivare, Marie? Kanda vuole saltare lì in mezzo. -
- Trattienilo! -
Il diretto interessato gli rivolge un'occhiata poco meno che omicida, prima di ringhiare e sporgere una mano, afferrandolo per la collottola:
- Piantatela, l'ho visto! -
- Hai visto cosaaaaaaargh...! -
Timothy ci ha provato a trattenere l'urlo, davvero, intanto perché strillare come una femminuccia di fronte a Kanda è un'umiliazione di troppo rispetto a quelle che si sente disposto a tollerare, e poi perché è stato strattonato per il colletto della camicia e al momento si trova a corto di fiato, non è che ne abbia da sprecare gridando; però quando è stato tirato di peso giù dal tetto e si è sentito precipitare non ha potuto proprio farne a meno, gli è scappato. Si suppone sia una reazione naturale, no?
Atterra ai bordi della piazza con un tonfo pesante ed uno scricchiolio di giunture sotto sforzo. Si raddrizza, pregando che ginocchia, caviglia, anche, sia tutto a posto lì dentro, giusto in tempo per vedere Kanda planare senza far nemmeno rumore e scattare a correre attraverso la folla rumorosa e colorata.
Si concede esattamente tre secondi di tempo per imprecare al suo indirizzo, soffocando il sentimento d'invidia astiosa che gli nasce dritto dritto dal fondo dello stomaco, prima di scattare al suo inseguimento:
- Aspetta...! -
Kanda, ovviamente, neanche finge di averlo ascoltato.

Quattrocento metri.
Kanda salta a piè pari un moccioso con indosso un orrido vestito da festa, che alza la testa e lo fissa ad occhi sgranati
Duecentocinquanta, duecento.
Schizza a destra - Timothy se l'è lasciato alle spalle, adesso, troppo lontano per poterlo vedere in mezzo a tutta quella gente - e taglia attraverso la folla. Si aprono davanti a lui come un'onda molle, forse perché il cappotto nero e la spada li intimoriscono, forse perché hanno riconosciuto la Rose Cross e non è mai bene starle in mezzo ai piedi, questo lo sanno anche i bambini. Gli permettono di raggiungere il vicolo prima che il barlume di rosso scompaia oltre l'angolo.
Cinquanta metri.
E stop.

Dal fondo della stradina Lavi gli rivolge un allegro cenno di saluto, sorridendo un po' trasognato e un po' ghignante, e proprio in quel momento, con un tempismo a dir poco pessimo, il golem di Kanda giunge dalla piazza in un frullo d'ali. Con un sibilo, Kanda allunga una mano e inchioda il golem tra il palmo e il muro, avendo cura di schiacciare per bene l'occhio sotto le dita.
Quando rialza la testa, Lavi è sparito da qualche parte - non sa bene dove e non vuole sapere - e la strada è deserta.
Timothy gli si ferma alle spalle, raggiungendolo e ansando, trafelato:
- Dove... dov'è? - Ansima: - Dov'è l'Innocence, Kanda?-
Rosso. Sorriso. Rosso, sorriso, perso, rosso, perso, sorriso. Kanda allenta la stretta attorno al golem e questo si solleva in volo, agitando le ali in un frullare piuttosto frenetico. Lo degna della propria attenzione giusto il tempo necessario a controllare che non sia danneggiato, prima di affermare placidamente:
- Mi è scappata. -

- - -



Negli ultimi cinque anni Galway si è allargata notevolmente. Kanda c'era già stato, un'altra volta - altro tempo, altra storia - ma all'epoca era una piccola cittadina e niente di più. Ne conserva un ricordo di freddo ed umido, salato, ed un'impressione di palazzi colorati e vento azzurro.
Durante il Ragnarok Dublino è stata trasformata in una distesa di qualche cosa nero e piatto come vetro polveroso. I profughi - i sopravvissuti - si sono allontanati verso ovest. Galway ha prosperato di riflesso. Non sa più di azzurro, adesso, ed è molto più grigia, affollata, rumorosa. In compenso l'odor di mare è rimasto. Gli Esorcisti hanno preso delle stanze in una locanda che dà quasi sulla baia, c'è solo una stradina sottile a separarli dal porto, e il vento di notte si trascina dietro una cappa fresca e salata.
Ha lasciato la finestra aperta per risparmiarsi di doversi alzare durante la notte: un'altra cosa che è rimasta intatta a Galway è il freddo bagnato e denso che si appiccica alla pelle ed alle ossa, ed il pensiero di dover abbandonare le coperte per arrancare semisvestito attraverso la stanza gelida proprio non lo alletta.
Non si gira quando sente cigolare la finestra sui cardini: tutta fatica inutile, intanto, e poi se lo guardasse in faccia gli verrebbe da urlargli contro insulti e picchiargli qualcosa - l'elsa di Mugen, ad esempio, o anche il comodino, perché no? - contro la testa dura e vuota che si ritrova.
- Ciao, Yu. -
Il peso di un'altra persona affossa tutto ad un tratto il materasso. Kanda mugugna scocciato e si sposta un soffio più in là, cercando di riottenere quel tanto di spazio necessario a non essere toccato.
- Sei un idiota. - Ringhia piano.
La voce dolce e malinconica di Lavi si piega nell'ennesimo, infinito sogghigno:
- Anche io ti voglio bene, Yu. -
- C'era il golem, stamattina, cretino di un coniglio. Ti si è tappato anche l'altro occhio o sei diventato ancora più imbecille tutto insieme? -
Parlano pianissimo: una stanza più in là c'è Timothy, due stanze più in là i finder, fuori dalla porta il golem - Kanda l'ha chiuso in corridoio per andare sul sicuro - e tutti quelli che passano sono potenziali delatori. La cameriera che ha portato le coperte e le candele, la gente per le strade, anche i bambini del mattino. Tutti possono vedere e raccontare.
- Contavo che tu fossi più veloce di quel coso. - Replica Lavi allegramente. Kanda, che gli dà ancora le spalle, lo sente scalciare per levarsi gli stivali ed armeggiare alla cieca per togliersi il cappotto, e poi emettere un sospiro soddisfatto prima di buttargli un braccio oltre il fianco, appoggiandoglisi addosso pesantemente e seppellendo la faccia tra i suoi capelli.
Kanda si irrigidisce, inorridito.
Adesso lo ammazzo. Adesso mi volto e lo ammazzo sul serio.
- Yu...? - Bisbiglia Lavi, come ignaro del pericolo e della cappa oscura che si addensa quasi palpabile sulla testa di un Kanda molto prossimo ad inferocirsi. - Ho trovato Allen. -
L'altro ci mette un po' a realizzare il significato di quelle tre parole; e, quando finalmente riesce ad afferrarle, a trattenerle, a metterle a fuoco, tutto quel che gli esce è un:
- Mh. -
Lavi si tira su, appoggiandosi al braccio che gli ha buttato addosso, per cercare di sbirciare oltre la sua spalla e guardarlo in faccia. I suoi capelli gli fanno il solletico, scorrendogli sulla faccia come dita evanescenti, e Kanda sbuffa scocciato.
- Yuuuuu? Mi hai sentito? Ho trovato Allen. A-ll-en. - Scandisce, divertito. - Allen. -
- Ti ho sentito. Sta' zitto. -
Abbassa la voce, gli vorrebbe dire, c'è il golem fuori dalla porta. Non so cosa gli abbiano fatto, quanto ci abbiano messo le mani sopra, e non voglio rischiare di scoprirlo nel peggiore dei modi.
Quasi gli abbia letto nel pensiero - o più probabilmente per il puro e semplice piacere di infastidirlo - Lavi si china per bisbigliargli dritto nell'orecchio:
- Vuoi vederlo? -
- Non me ne frega niente. -
La risata di Lavi, da quella inesistente distanza, è una scarica di fiato caldo che gli scorre sul lobo e gli tamburella sulla gola:
- Sai, Yu? Credo che questa sia la frase che ti ho sentito dire più spesso. Ti potrebbe fare da epitaffio, non me ne frega niente, e sotto io ci potrei scrivere a grosse lettere bugiardo. -
Kanda si decide a girarsi, finalmente, per aver modo di assestargli quel pugno nello stomaco che è dal mattino che sta implorando di essere tirato. Colto di sorpresa, Lavi si piega in due tossendo e piagnucola un po':
- Ma che ti ho fatto, Yuuuu? Io vengo qui e ti porto buone notizie e tu mi colpisci? -
- Quali buone notizie? -
- Aaaallen. A-ll... -
Kanda gli caccia una mano sulla bocca per ammutolirlo, gettando un'occhiata sospettosa alla porta:
- Ho capito. Ho capito e sta' zitto, miseria. -
Lavi approfitta del suo momento di distrazione per buttargli nuovamente il braccio oltre il fianco, abbracciandolo a tradimento. Ancora più a tradimento, in un colpo basso, a Kanda arriva una zaffata del suo odore - sa di menta e di cannella - che per un attimo sembra riportarlo indietro di anni.

C'è una stanza dal pavimento di sabbia che attutisce le cadute, e un ragazzo-bambino dai capelli bianchi che lo guarda da terra, ansimando insoddisfatto:
- Alla spada non ti batte nessuno. -
- Ovvio. Bene, adesso ti radiamo a zero. -
Non l'avrebbe mai ammesso, mai, neanche sotto tortura, neanche in punto di morte, ma il bambino non gli dispiaceva.
Lavi aveva riso come un pazzo a vedere le loro facce gonfie di lividi, e quella era stata una delle ultime volte che l'aveva sentito ridere così: perché poi c'era stata quella parola,
Quattordicesimo, che fino a quel giorno era stata un numero e niente più, e dopo invece era diventata troppo.

Si accorge a malapena che Lavi ha ricominciato a parlare, mentre la sua testa divagava, e nel frattempo ha approfittato della sua distrazione per avvolgerglisi addosso un altro po':
- E' già nato il bimbo di Miranda, comunque? -
- No. - Replica Kanda, bruscamente. E poi, con una punta d'astio che non riesce a mimetizzare e che lo spinge a dare anche informazioni non esplicitamente richieste: - L'hanno mandata in missione a Genova. -
Lavi sembra prendere la notizia con filosofia:
- Lo immaginavo. Siete rimasti in troppo pochi per mettervi in maternità, eh? -
L'hai trovato davvero, Allen? Glielo vorrebbe chiedere. Dove l'hai trovato? Ha un mammoletta che rimbalza sordamente da una parte all'altra nella sua testa, ma suona interrogativo come non dovrebbe essere: mammoletta?, perché c'è un Quattordicesimo a fargli eco.
Consente a Lavi di sistemarsi con un sospiro beato con la fronte contro la sua clavicola, e si fa un po' più in là, con malgarbo, per permettergli di distendere le gambe lunghe.
- Yu? Ti scoccia che ti abbia portato via l'Innocence, oggi? -
- No. -
E' la verità. La verità è un no, non mi interessa. La verità è che se fosse successo solo cinque anni prima l'avrebbe sventrato a mani nude per avergli fatto un dispetto del genere, solo che adesso non è un dispetto, è una guerra, e lui quasi lo capisce per questo.
La verità è che sta dividendo il proprio calore con quello che dovrebbe essere Bookman, il Bookman, e che invece lo è stato per soli due mesi: sessantasette giorni, per la precisione, il tempo intercorso tra l'uccisione di Bookman, il primo che Kanda abbia conosciuto, il vecchietto con gli occhi cerchiati di nero, il codino vaporoso e le sue fetide sigarette che odoravano di speziato, e la sua fuga, dopo la morte di Komui - quella di Linalee.
Il pensiero è una fitta che lo attraversa tra lo stomaco e i polmoni, nel punto esatto in cui filtra anche il profumo di menta e cannella che si spande addosso a Lavi.
Linalee.
Komui è dolore come per un braccio amputato, come per l'addome squarciato - lui l'ha sperimentato più e più volte, sa benissimo cosa e quanto si prova ad avere le interiora fuori dal proprio corpo - ma Linalee è ancora oltre.
Il Ragnarok ha seminato morte ovunque. Il Ragnarok è venuto dopo il Quattordicesimo a chiudere un'epoca: quella degli esorcisti, dell'Ordine Oscuro, della Rose Cross che proteggeva e salvava e dei Corvi come un'ombra e niente più, lontana, minacciosa ma irreale. Sembra che tutto quello che ha avuto importanza prima, il Conte del Millennio e gli Akuma e i Noah, e la lotta, lo scontro e l'Innocence, adesso sia come un fondale sul quale si staglia una guerra diversa.
La nuova guerra a Kanda non piace, perché non può usare Mugen per tagliare i suoi nemici.
Nella nuova guerra non c'è un Bookman: per la prima volta da generazioni, da un numero inconcepibile di anni, secoli, millenni, manca un Bookman all'umanità. Bookman jr. non esiste più, ed è rimasto solo Lavi, il suo log.
- Adesso che ci penso... - Bisbiglia Lavi, sogghignando ancora e ancora e infilando la mano sotto le coperte per potergliela poggiare a palmo aperto sulla schiena. - … avrei potuto portarti un anello da Claddagh in cambio dell'Innocence. Ci sono passato per arrivare qui. -
Una sezione del cervello di Kanda mugugna infastidita - in quale universo alternativo è previsto che gli interessi una qualunque diavolo di cosa sia Claddagh, e che diamine c'entra un anello, ora? - ma un'altra sezione registra senza riuscire a provare neanche una goccia di fastidio che Lavi ha le mani calde come le avesse tenute fino a questo momento sopra a una stufa.
Diviso tra le due tentazioni contrastanti di picchiarlo e di lasciarlo stare, si limita a spegnersi la testa, molto semplicemente, concedendo a sé stesso e a Lavi qualche ora di tregua. L'ultima cosa che sente prima di smettere del tutto di pensare è l'ex Bookman che gli promette sornione, sprofondandogli con la testa contro una spalla:
- La prossima volta te ne porto uno. -





Note del capitolo: Per sapere cos'è un anello di Claddagh si può andare qui. Lo so anche io che nessuno è sicuro che il nome originario del villaggio fosse proprio Claddagh, però mi risultava utile supporlo ai fini del discorso e quindi ne ho approfittato. E, uh, l'ho anche riportato così com'è all'interno del mondo di D.Gray-Man: mi sembrava abbastanza coerente con l'ambientazione.

Invece, Forseken dei Within Temptation la potete ascoltare qui.

I dialoghi e la scena del pezzo in corsivo sono tratti da quell'adorabile cosa che è la Centosessantottesima notte (Volume 17, edizione italiana).

Una precisazione terra-terra: si aggiorna tutte le domeniche, e i capitoli sono sei più il prologo ed un epilogo, per cui - contando la mia assenza a fine luglio - per il 22 Agosto, salvo imprevisti, la storia dovrebbe essere pubblicata interamente.


Un grazie a tutti coloro che hanno recensito, a chi ha inserito questa storia tra le preferite, le seguite e le ricordate, a chi ha letto.

Rota: Grazie davvero! *____* Linalee mi piace da morire come personaggio: è, tra l'altro, una delle desolantemente poche donne dell'Ordine - che mi piacciono tutte - ed è quella che più prende parte alle battaglie. Ancora grazie, grazie, grazie, per il meraviglioso concorso e per l'apprezzamento. Sono felice che ti sia piaciuta.

wari: Pensa che io ho cominciato a comprarli praticamente per caso. O_O Avevo letto un paio di storie su EFP e la copertina del numero tre mi era piaciuta da morire, così sono zompettata a comperare e... wow! Sono felicissima di averlo fatto!
Debbo dire che io adoro certi scontri - quello del numero 9 tra il Livello Tre ed Allen, ad esempio, meglio ancora il primo scontro con il Livello Quattro all'interno dell'Ordine - e mi piacciono praticamente tutti i poteri: sono un miscuglio di topico ed originale, e li trovo adattissimi ai personaggi di riferimento. E poi è un fumetto steampunk! Non ne trovo mai che mi piacciano, miseria, per cui in questo caso per me era da acchiapparsi al volo e portarsi a casa!
Come si fa a non adorare Tyki Mikk? *.* E' meravigliosamente contorto ed è troppo bello per essere vero, per cui occupa i primi posti delle mie preferenze.
Sì, Linalee ha ancora i capelli corti in quel capitolo. Io ho vaghissime antipatie per 1984, legate soprattutto al fatto che detesto rileggere gli ultimi capitoli, mi dà la nausea, ma Fahreneit 451 mi è sempre piaciuto. L'idea di queste persone che diventano libri... aaaaaah! Non riesco a pensarci senza sciogliermi.
Ti ringrazio moltissimo per i complimenti, spero che la storia continui a piacerti e non ti deluda!
  
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