Non ho
potuto
C’è un odore putrido in quella camera. Mi impregna le narici, rendendomi impossibile sopportarlo. La
vecchia giace immobile nel letto, se non per il petto che con fatica si alza e
si abbassa.
Allora ripenso alla mia giornata, a lui lì
davanti a me, che ride e gioca con una mia ciocca di capelli
biondo cenere.
Ripenso a come intonava, o più propriamente
“stonava” quella canzone dai sapori esotici, con quello strumento stridente che
gracchiava sulla base di un tamburo.
Quegli occhi, così grandi eppure così
imperscrutabili, di un colore impossibile da definire.
Dunque l’aria era afosa, pregna di quel suo
profumo, che pur ora mi sembra di sentire, nonostante
quello stantio e spiacevole dell’angusta stanza in cui siedo; ancora mi sembra
di vederli, i grandi alberi che prosperavano su quell’ altura, il cielo reso
rosso da un’ inimmaginabile tramonto estivo, guardarlo e poi guardare il ragazzo
che mi stava davanti mi rendeva partecipe di qualcosa di soprannaturale, mi
faceva sentire in pace, sentivo che nulla sarebbe potuto andar
male.
Ripenso a quando mi
sono decisa a farmi avanti, a in qualche modo dichiararmi, dirgli cosa sentivo e
capire di essere ricambiata.
Allora vorrei farlo anche con la vecchia che
sta stesa sul letto al mio fianco, quella che prima di passare oltre la vita terrene ad entrare in un coma profondo e
irreversibile era stata mia nonna.
Vorrei dire anche a lei quanto le ho voluto bene quando ancora stava fra noi, io che non
glielo avevo mai dimostrato, dirle che nonostante tutto è e sarà sempre mia
nonna.
Ma non posso, perché io non mi sono fatta mai
avanti per niente. Non l’ho fatto veramente per quel ragazzo, mi sono
bloccata,avrei voluto.
E così farò anche con mia nonna. Me ne resterò nell’ombra ad aspettare che il tempo faccia il suo corso, e che ciò che deve accadere accada, senza muovere un dito.