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Autore: Abby94    29/06/2010    5 recensioni
Michael Jackson, la più grande star mondiale, un ragazzo timido, chiacchierato, ammirato, desiderato e criticato. Marilyn Scott, bellissima, dolce, determinata, interprete di Michael Jackson e sua amica da anni. Due ragazzi così diversi, uniti da un sentimento che li spaventa e che li sconvolgerà, rischiando di turbare il loro equilibrio perfetto. Una storia in bilico tra due mondi diversi, ma vicini che ho deciso di ripubblicare. Buona Lettura.
Genere: Romantico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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YKEPoM2/2 Capitolo 2                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          

                                                            

P.o.v. Michael                                                                                                 

Seduto comodamente in limousine, guardavo le luci di New York sfrecciare intorno 

a me. 

Osservavo la gente nelle altre macchine, oltre i vetri oscurati: quasi tutti cercavano di vedere chi ci fosse in quell'auto cosi' lussuosa. 

Erano ignari del fatto che io li stessi osservando e che potessi vederli.

Nello scorrere del traffico, avevamo affiancato diverse auto e io, mi divertivo a notare come, effettivamente, ogni tipo di vettura rappresentasse, quasi sempre, il suo possessore.

Mentre eravamo sul ponte di Brooklyn, avevamo superato un' auto bianca splendente, di piccola cilindrata, guidata da una donna dai capelli biondo platino che, notata la limo, aveva subito voltato i suoi occhialoni da diva, anch'essi bianchi, nella mia direzione, per cercare di capire se nell'auto ci fosse il personaggio di cui, probabilmente, aveva seguito le vicende su uno dei tanti tabloid che comprava.

Quando eravamo passati davanti ad una banca, avevo visto un uomo di mezza eta' con la calvizie allentarsi la cravatta e abbandonarsi mollemente contro il sedile di pelle della sua auto sportiva nera, lussuosa ma leggermente sporca.

Immaginai che, forse, quell'uomo era un semplice impiegato bancario che, usando buona parte del suo denaro, si era concesso un' auto abbastanza lussuosa ma che, forse non avesse, in realta' i soldi o il tempo per mantener,la fiammante, soffocato com'era dalle rate per pagarla  e dalla frenesia del suo lavoro.

 

Nel tragitto, abbastanza lungo, dalla EPIC all'albergo, ero rimasto in silenzio osservando i vari e molteplici protagonisti di una commedia popolare che non passava mai di moda: la normalita'.

 

Avevo provato ad associare, ad ogni protagonista, una canzone che ne rispecchiasse il carattere. Cosi', avevo pensato ad un pezzo dal ritmo funky, quando avevamo sorpassato uno scassato furgone arancione con dentro quelli che sembravano due universitari, ad un vecchio classico jazz quando un signore piuttosto avanti con l'eta' aveva superato, con la sua lucida macchina anni 30, una jeep grigia con dentro un ragazzo afro-americano che, a giudicare da come muoveva la testa rasata coperta da un cappellino da baseball blu, stava ascoltando un coinvolgente pezzo hip pop.

Per questo amavo tanto New York, perche', in pochi metri, potevi incontrare gente di tutte le razze, di diverse condizioni sociali ed economiche che camminavano fianco a fianco facendo avvicinare, senza mai mescolarli, i loro piccoli mondi. 

Ero sempre piu' preso e divertito da quel nuovo gioco quando, mentre eravamo fermi ad un semaforo, mi ritrovai testimone di un mondo che, per me, era quasi fantasia.

 

In una grande utilitaria blu scuro, con i vetri leggermente sporchi che facevano filtrare i raggi aranciati del sole ormai calante, stava un piccolo gruppo di persone, piu' comunemente chiamato famiglia.

Un bambino e una bambina stavano sul sedile posteriore, e giocavano insieme, creando un'accoppiata strana ma allegra tra una barbie ed un pirata che stavano vivendo chissa' quali grandi avventure.

Davanti il padre, un uomo bruno sulla quarantina, rideva tenendo le mani sul volante mentre osservava un neonato che, in braccio alla sua mamma, si metteva un piedino in bocca, succhiandosi tutto contento il piccolo alluce.

Anche la mamma bionda rideva mentre, bloccata dalla cintura teneva in mano la scarpina ed il calzino che, molto probabilmente, il piccolo monello si era tolto da poco per gustarsi il suo piedino.

 

Quelle persone, quella famiglia sembravano avvolti da un una barriera di luce, persi nella loro felicita' semplice, fatta di piccoli grandi problemi e gioie quotidiane.

Vi potra' sembrare stupido, ma avrei mille volte preferito stare in quella grande utilitaria dai vetri sporchi, piuttosto che nella mia lussuosa limousine dai vetri oscurati….

 

Quella scena, i bambini che giocavano sul sedile posteriore, le bambole ed i pirati, mi riportarono alla mente i ricordi di un periodo che definisco infanzia ormai per convenzione. Non sapevo, infatti, se quel periodo della mia vita, vissuto tra violenze e prove stressanti, potesse essere definito tale.

 

La tristezza mi colse improvvisamente, come se, quando mi fossi fermato al semaforo e mi ero distratto ad osservare quella scena, le avessi offerto l'occasione di raggiungermi e di travolgermi.

 

Sentivo gli occhi cominciare a bruciare e, ringraziando il fatto di aver tenuto le lenti scure, voltai gli occhi verso Mar, tanto per distrarmi da quella spiacevole sensazione che mi attanagliava il cuore.

Era cosi' bella, adagiata contro il finestrino dall'altra parte del sedile di pelle. Gli ultimi tenui raggi di sole le disegnavano il profilo dolce del viso e provocano bagliori quasi rossastri sui suoi lunghissimi capelli bruni.

Come accorgendosi del mio sguardo, si risveglio' dai suoi pensieri e, ancora leggermente assurta, si soffermo' sui miei occhiali scuri, come per cercare di vedere attraverso.

Non so in che modo, riusci' a notare il mio disagio e, quasi ne avesse anche intuito il motivo, fece vagare i suoi occhi scuri oltre il finestrino dietro di me.

Per un attimo, mi sembro' addirittura di riuscire a vedere la famiglia felice, riflessa nei suoi occhi.

 

Capi' subito.

 

Striscio' sul sedile fino a me e mi si accoccolo' tra le braccia, per farmi sentire meno solo. Era incredibile come non ci fossero bisogno di parole tra noi.

Stemmo in silenzio per tutto il viaggio, la tenevo sempre tra le mie braccia e le accarezzavo i capelli mentre lei giocava con l'altra mano con la quale le stringevo la vita.

 

Ognuno era ancora perso tra i suoi pensieri quando raggiungemmo l'albergo.

La limousine si fermo' sull' asfalto esattamente davanti al cancello del Palace Hotel, nel cuore di Manhattan, in Midtown, all'angolo tra 50th Street e Madison Avenue, davanti alla cattedrale di St. Patrick.

Attraversammo il cancello e ci ritrovammo sul liscio lastricato, per fortuna deserto e sgombro da ogni pericolo. Nonostante fossi circondato da guardie del corpo riuscii ad osservare l' edificio gia' illuminato da due lampioni laterali che gettavano una luce vivida dorata sui suoi mattoni.

Sopra quest'edificio classico si erigeva un lucido grattacielo moderno, che, per quanto ne sapevo, fosse sempre parte dell'albergo.

Era abbastanza alto, quarantacinque piani, mi sembra, e gia' dall'esterno si notava l'alta classe che lo contraddistingueva. Mar, infatti, era letteralmente a bocca aperta e rimase senza fiato quando entrammo nella hall.

 

Era immensa, e si apriva in mezzo a due scalinate semicircolari che scendevano fino a fermarsi a qualche metro dalla porta d'ingresso. Aveva una forma che mi sembrava leggermente circolare ed era caratterizzata da colonne e pareti rivestite in marmo italiano.

 

Fin dove la vista me lo consentiva, notai poltroncine di pelle e tappeti persiani adornare il grande spazio mentre, sullo sfondo, l'occhio veniva catturato da una lunga balconata che correva tutt'intorno e, probabilmente, consentiva l'acceso ad altri settori.

Nella hall, si affollavano ricchi uomini d'affari ed eleganti signore che sovraccaricavano i carrelli dei poveri fattorini con immense valigie e innumerevoli buste.

 

Ci avviammo alla reception e, mentre attraversavamo la considerevole distanza tra la porta d'ingresso e quest'ultima, l'attenzione di tutti si catalizzo' immediatamente su di me.

Per un paio di secondi si creo' anche un certo silenzio di curiosita', quasi come se fossi entrato in groppa ad un' elefante indiano cantando l'opera.

E, probabilmente, pensai si aspettavano qualcosa di simile da uno come me.

Cercando di non far notare troppo il mio imbarazzo e pensando che per la prossima volta avrei dovuto valutare seriamente l' idea di portarmi un pachiderma, se non altro per costringere i curiosi a farsi venire il torcicollo per guadarmi, mi rivolsi all' uomo in giacca e cravatta dietro al bancone:

 

-Ehm… Buona sera, ci dovrebbe essere una prenotazione a nome di Michael Joseph Jackson per questa notte.-

Cavoli, io con le pubbliche relazioni non ci sapevo proprio fare!

Notai Mar alzare gli occhi al cielo e l'uomo rivolgermi uno sguardo divertito come per dire: "Hey guarda che qui sanno tutti chi sei!".

Arrossii leggermente e poi cercai di concentrarmi su cosa mi stesse dicendo il receptionist:

-Buona sera. Si, certo, dunque… mmm- calo' gli occhi sullo schermo di un computer per un po' e poi riprese con un sorriso:

-Aveva prenotato il quarantacinquesimo piano giusto? Le suite dalla numero 998 alla 1004?-

-Ehm... Si giusto.-

 

Cercai di non pensare a quanto dovevo sembrare stupido e contemporaneamente mi sforzai di non ridere dopo aver visto la faccia stralunata di Mar.

-Bene.- la voce dell'uomo mi distrasse, nuovamente dai miei pensieri sconnessi -potete lasciare le valigie a Fred mentre umm… Si, dunque, John!- disse poi richiamando un ragazzo biondo li' vicino -accompagna i signori nelle loro stanze.-

Poi volse nuovamente lo sguardo su di me:

-Se cortesemente puo' firmare un attimo qui.- disse indicandomi un foglio di carta che aveva recuperato sotto al bancone. -Ah, dimenticavo, per cortesia,  date i vostri documenti di riconoscimento a John, li riavrete subito. Per il resto non esitate a chiamarmi se vi serve qualcosa e… Vi auguro una buona permanenza al New York Palace.-

-Grazie.- dissi ricambiando il sorriso con leggero imbarazzo.

Mi voltai verso John.

-Prego da questa parte.- disse facendoci cenno con la mano.

Ci precedette fino all'ascensore e poi ci fece entrare.

 

Nonostante fossimo ben sei persone (io, Mar, John il facchino,  Peter l'autista e Chris e Wayne, i miei bodyguard) stavamo molto larghi nel grande ascensore di marmo che inizio' lentamente a salire.

 

La lampadina dell' ascensore che indicava il ventinovesimo piano si era appena illuminata quando, notai lo sguardo del facchino fisso nella direzione di Mar.

Lei non si era accorta del suo sguardo perche' si limitava a fissare con aria assente una delle pareti di marmo, rimanendo appoggiata, con le braccia incrociate, allo specchio in fondo all' ascensore.

 

Provai un' istintivo moto di rabbia.

 

Ok era bella, d'accordo, bellissima, ma c'era proprio bisogno di mangiarsela con gli occhi in ascensore?

Strinsi convulsamente i pugni e mi rattristii.

Ma cosa cavolo mi stava succedendo?

Mentre cercavo di distogliere lo sguardo e di pensare ad altro, gli occhi scuri di Mar andarono ad incrociare quelli azzurri di John, che le sorrise come uno scemo.

Lei, infatti, alzo' prima le sopracciglia in un'espressione buffa, leggermente confusa ma poi, con mio grande e segreto disappunto, gli sorrise di rimando, arrossendo lievemente imbarazzata.

Gli occhi di John si illuminarono e io pensai di togliere i miei Ray Ban, che tanto mi erano stati utili in questa missione di "spionaggio", e di farli cadere, "casualmente" per cercare di attirare l' attenzione di John su qualunque cosa non fosse Mar.

 

Avevo sfiorato le lenti scure con i polpastrelli, quando, fortunatamente, le porte dell'ascensore si spalancarono e John, tornato sulla terra, fece cenno di scendere lanciando un sorriso particolare a Marylin.

Uscii dall'ascensore per primo, ma non lasciai mai Mar con il mio sguardo.

Il piano era, prevedibilmente, deserto e quando Mar mi raggiunse, ignara, lei, dello sguardo di John,  le presi subito la mano.

Mi guardo' sorpresa. Di solito mantenevo le distanze da lei in presenza di estranei, un po' perche' ero bloccato dalla timidezza, un po' perche' non volevo si creassero inutili sospetti e fraintendimenti.

Questa volta, pero', mi era venuto spontaneo sottolineare il nostro legame con quel gesto. Quel John poteva credere cio' che voleva e se avesse frainteso, sinceramente, non mi sarebbe affatto dispiaciuto.

 

Il tipo, infatti, sembro' rimanerci un po' male, perche' lo sguardo si spense e parlo' senza quel sorrisino sul viso.

 

-Dunque- disse mentre apriva una delle porte con una carta - questa e' la suite tripla.-

La voce monotona accompagnava i suoi gesti lenti mentre mostrava a Peter, Chris e Wayne la loro stanza.

Una volta entrati i tre uomini si rivolse a me.

-Questa,- disse tendendomi una carta -e' la chiave abilitata per tutte le restanti suite del piano. Mentre...- dopo avermi dato la chiave e un'occhiata indagatrice si diresse verso una porta piu' grande, infondo al corridoio e l'apri' rivelando una stanza meravigliosa - questa e' la Triple Header suite, la sua stanza, signor Jackson.-

 

Lascio' entrare me e Mar all'interno di quel paradiso di stanza: una vetrata enorme offriva una vista mozzafiato tra i grattacieli di Manhattan che risplendevano nella notte, la luce tenue e rilassante di alcune lampade illuminava il piccolo salottino con divani e potroncine in tessuto ed un tavolino rotondo con al cento un vaso di fiori. Altri due tavolini, che sorreggevano le lampade, si trovavno a un lato e all'altro del divano centrale e c'erano addirittura un pianoforte a coda nero, delle piante e una scalinata coperta da un tappeto blu che, sicuramente, conduceva ad un piano sopraelevato.

Era davvero una stanza meravigliosa ed io mi ero incantato a guardare le mille luci di Manhattan, ma la live voce di Mar mi richiamo' alla realta':

 

-Ehm, Michael, scusa ma ecco… E io? Dove dormo?-

Mi voltai verso di lei e notai lo sguardo curioso di John vagare da me a lei.

-Qui, no. Mi sembra ovvio.-

 

Lo dissi senza pensarci molto e mi resi conto realmente di cio' che avevo detto solo quando gli occhi di Mar e John scattarono contemporaneamente nella mia direzione, i primi sorpresi, i secondi quasi scandalizzati.

Altro che elefanti, gli avevo fatto prendere un colpo davvero.

 

-Beh, c'e' un'altra stanza da letto?- chiese poi Mar facendo lampeggiare minacciosamente gli occhi nella mia direzione per poi guardare innocentemente John.

Io, intanto ero diviso tra l'imbarazzo che avevo causato senza accorgermene e un' intima soddisfazione e divertimento nel vedere la faccia scioccata di John, che prima di rispondere ci mise un po' a riprendersi dallo choc!

-Beh, ecco in teoria si…-

-Come in teoria?-

 

Mar iniziava ad innervosirsi cosi' pensai di intromettermi per evitare un'esplosione.

Ma, forse, avrei fatto meglio a stare zitto.

-Vabbe' dai di sicuro c'e' il letto matrimoniale.-

O cavolo! Mar mi aveva guardato con occhi spalancati mentre John aveva spalancato leggermente la bocca dopo aver dato uno strano colpo di tosse:

-Hum, hum, scusate, hum.- farfuglio' con voce strozzata.

Io sentivo di essere decisamente paonazzo! Ma cosa cavolo aveva capito quell'idiota?

Per fortuna Mar fu pronta a riprendersi:

-No, Michael, non fa niente. So che sono tua ehm, tua… tua cugina e non mi vedi da tanto, ma preferisco dormire da sola.-

 

-S-sua, hum, hum sua cugina?- chiese il facchino con la voce ancora turbata da convulsi colpi di tosse

-Si sua cugina!- disse Mar convinta nella direzione di John, incredulo -quindi non c'e' non so uhm… una camera comunicante?-

-Si la 1003.- John si era decisamente rianimato ed io iniziavo di nuovo a sentire quella strana sensazione che avevo provato in ascensore attanagliarmi lo stomaco.

-Bene vada per quella allora.- si sorrisero reciprocamente e, dopo essermi ripreso da un momento di confusione, notai Mar avviarsi verso la porta con John. Mi venne istintivo fermarla:

-No, Mar, aspetta. Dove vai?-

-In camera mia, Michae!l- esclamo' lanciandomi un'altra di sue quelle occhiate.

Io mi avvicinai a lei, incurante dello sguardo penetrante di John.

-Avevi detto che saresti stata un po' con me!-

Sapevo che, molto probabilmente, sarei sembrato un bambino capriccioso, ma se non altro ottenni il mio scopo.

Il suo sguardo s'inteneri' e prese a mordersi il labbro, dubbiosa sul da farsi.

-E lo faro', volevo solo sistemarmi e…-

-Dai su,- la supplicai io - tanto le valigie te le puo' portare su John cosi' tu stai un po' con me.-

A ben guardare l'espressione di John, pero', aveva tutta l'aria di pensare:

"Ma chi te l'ha detto!"

 

Mar, per fortuna non lo noto' e continuo' a pensarci su.

-Allora su, daaaai!- insistetti sfoderando la mia arma piu' temibile: gli occhioni da cucciolo -Ti preego Mar!-

Lei scosse leggermente la testa e poi sorrise imbronciata e divertita insieme.

-Va bene- esclamo' infine sorridente -sei proprio incredibile!-

-Yuppi!-

Saltellai leggermente verso di lei e l'abbracciai stretta, affondando la mia mano nei suoi morbidi capelli.


-Ehm scusate, quindi io cosa faccio?-

 

Stavo cosi' bene che mi ero completamente dimenticato della presenza di John ma, a quella domanda io e Mar ci staccammo bruscamente, come scottati.

-Oh gia', ehm tu puoi andare, grazie di tutto John.-

Gli sorrisi imbarazzato ma leggermente compiaciuto e gli diedi una bella mancia sostanziosa, dopotutto, per tutti i colpi che aveva preso, se l'era meritata.

Intasco' il denaro, leggermente imbronciato.

-Beh allora buna sera. Mr Jackson, signorina.-

Fece appena in tempo a lanciare a Mar un'ultima occhiata di desiderio prima che lo esortassi,  piuttosto vivacemente, ad uscire dalla stanza.




 

            

                                                                                             



                                                                                             

 

Angolo dell'autrice

Hello everybody =)! I'm already back. Ok, sono decisamente sconvolta dalla lunghezza di questo capitolo! Vabbe' che volevo arricchire la storia con un po' piu' di particolari, ma mi sa che stavolta ho un po' esagerato XD! Comunque vi prometto che nei prossimi capitoli cerchero' di contenermi... Non voglio scandalizzarvi gia' al secondo capitolo!

Passando invece alle recensioni, devo dire che sono rimasta piacevolmente sorpresa! Davvero, non mi aspettavo cosi' tanti complimenti anzi, al massimo qualche pomodoro XD! Sono veramente lusingata e spero che i commenti aumentino ancora =). Per ora ringrazio le mie prime quattro commentatrici (le fantastiche quattro! hahaha. Ok, sono fusa!):

MaryTerryJackson: uuuuuuuuuuu! Che emozione la mia primissima commentatrice! Brava, sei molto coraggiosa, meriteresti una medaglia al valor civile anche solo per aver avuto il coraggio di leggere XD. Comunque, seriamente, ti ringrazio veramente tanto e sono contenta che la storia ti attiri =). Spero mi farai sapere la tua opinione anche su questo capitolo... Ah, approposito, non so se hai notato ma ti ho "fregato" l'espressione yuppi! che hai usato nella nostra recensione e l'ho inserita nel capitolo XD. La vedo una cosa molto "Mike's style" spero tu non me ne voglia XD (se proprio ci sono problemi ti pago anche il copyright XD). Kiss Kiss

LoveGirl: hey, che bello ho ritrovato una "vecchia" lettrice hahaha! Beh che dire ben tornata =) tu di medaglie al valor civile te ne meriti due XD! Anzi tre perche' anche tu odi Di Leo (se proprio non riesci a chiamarlo "uomo" prova con "sciacallo", io mi ci trovo bene XD). E guarda, te ne do anche un'altra per aver salvato la mia storia anche tra le preferite, cosi' mi fai arrossire (comunque, se devo essere sincera, sai che non ricordo piu' come si fa a vedere se qualcuno ha aggiunto tra i preferiti una storia che hai pubblicato, e' davvero tanto che non entro su efp e credo si noti XD), insomma se fossi in te comprerei un medagliere XD! Ok, dopo questo delirio ti ringrazio e ti saluto, sperando di ritrovarti al prossimo capitolo =). Kiss

stefymj: ma ciao anche a te =). Lo sai che mi hai fatto veramente imbarazzare, sei dolcissima! Grazie mille per i complimenti! Sai sono un po' come il nostro Mike mi imbarazzo per poco XD. Vabbe' oggi sono fuori, non ci fare troppo caso (e non solo oggi XD), comunque sono veramente felice che la storia ti piaccia e spero di trovare di nuovo un tuo commento anche per questo capitolone! Un Kiss enorme.

ThePirateSDaughter: carissima! Che bello hai commentato la mia ff =) (i'm happy, i'm very, very, happy) no guarda ti giuro, seriamente mi hai resa veramente felice! =) Comunque si, effettivamente, questa volta ci sto mettendo piu' attenzione mentre scrivo, anche perche' ho piu' tempo XD, ma come vedi le controindicazioni comprendo capitoli formato "Promessi Sposi", per cosi' dire XD. Vabbe' dai cerchero' di ridurre ;) Comunque credo tu sappia quanto ci tengo al tuo parere, infondo, forse, sei una delle poche che puo' capirmi davvero, almeno credo XD. Poi, boh, io ho avuto quest' impressione! =) Probabilemente sto dicendo delle boiate terribili (come al solito) ma, insomma, per arrivare al sodo, spero che continuerai a seguire questa storia e a commentare, io, in cambio ti prometto che cerchero' di andare il meno possibile OOC XD! Parola di lupetto XD. Ok, chiudo che e' meglio alla prossima. Kiss! Ah, quasi dimenticavo, non so' quanto e come cambiera' la storia, e' un "mistero misterioso" anche per me! Di sicuro un po' si modifichera', ma questo credo sia positivo, no? XD 

RIBADISCO CHE SI ACCETTANO COMMENTI, CRITICHE, CONSIGLI E... POMODORI XD, CI TENGO A SAPERE LA VOSTRA OPINIONE, QUINDI PLEASE COMMENTATE.

Ora vado, che forse e' meglio

Kiss

Abby 94

P.S. Mi scuso per eventuali errori ma non ho avuto il tempo di rileggere XD. Se notate qualche "strafalcione", se mai fatemelo spaere, almeno lo correggo... Ora vi lascio finalmente in pace =) Bye, Bye and thanks a lot ;).     

 

  
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