Nasce uno spontaneo sorriso tra le mie labbra, che si apre con lentezza frustrante in una risata incontenibile e fragorosa. C’è un’eco amara, dietro quel latrato che s’infrange sulle espressioni dure ed incredule di quelli che mi stanno portando via dal luogo del fallimento, troppo lontana per riuscire a coglierla, e ruba il viso di James, che grida, grida, grida... hanno un’espressione folle, quegli occhi familiari, e mi squartano il cuore, quasi mi volessero costringere a rispondere “Scusa, Ramoso, è colpa mia”.
Non mi oppongo al gelo caldo e soffocante che mi penetra in gola, tappandomi la voce, facendomi vomitare tutti quei fottuti anni insieme.
Il silenzio urla alla menzogna, ma nessuno lo vuole ascoltare, e finalmente tace con la speranza di vivere una morte disgustosamente piacevole.
E spegne l’anima, la condanna, striscia malignamente contenta fino a me e mi morde.
Sanguino la ninfa vitale di mio fratello, vendendo al niente la sua risata.