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Autore: _montblanc_    29/06/2010    1 recensioni
Il mio cognome è Riddle, primo nome Alexa.
Avevo soltanto 4 anni quando scoprii di essere la figlia del mago oscuro più potente di tutti i tempi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Capitolo 28: Non parli mai di tuo padre…
Percorsi velocemente i corridoi, sperando di non incontrare nessuno.
E così fu.
Arrivata in camera, mi sedetti alla scrivania e impugnai decisa la piuma.
Non avevo ancora trovato l’occasione per dire a mia madre quello che era successo nella foresta e mi sembrava giusto doverla informare.
Sperando che la sfortuna di questa giornata avesse deciso di abbandonarmi appoggiai la punta sul foglio di carta.
Purtroppo per me non era ancora finita....
Pochi secondi dopo, Daphne, fece irruzione nella stanza facendomi cadere dalla sedia per lo spavento..
-Cosa ci fai qui?- le chiesi massaggiandomi il braccio.
-Ho detto alla McGranitt che non mi sentivo bene…perché non sei venuta a lezione? È per Potter? Lo sai che iniziano a girare voci su di te?-.
Della serie”Al peggio non c’è mai fine!”.
-Oh, mamma…maledetto, stupido, inutile Potter!- esclamai lasciandomi cadere sul letto- Che dicono di me?-.
-Che lavori per Tu-Sai-Chi- iniziò lei timorosa- Ma, è vero che l’hai incontrato nella foresta?E’ vero che gli hai parlato?-.
-No…- mormorai incerta: ero nella “Cacca” fino al collo.
-Non sembri molto sicura- constatò lei.
Iniziai a sudare freddo: e se le dicessi la verità? Avrei potuto contare su di lei? Avrebbe mantenuto il segreto? O, la cosa più importante per me: avrebbe continuato a trattarmi come prima?
-Tu credi a quello che dicono? Che sono una mangiamorte?- domandai.
-Non penso che sia vero…- iniziò.
Io tirai un sospiro di sollievo.
-Però, penso che infondo infondo tu centri qualcosa…- continuò alzandosi.
-Per esempio?- ero un bagno di sudore.
-Per esempio…- disse- Prendimi anche per stupida, ma non ho potuto che non notare una cosa…-.
-Cosa?!?- chiesi esasperata.
Ma perché le persone dovevano continuare a girare intorno all’argomento quando le cose diventavano importanti?!?
-Tu…non parli mai di tuo padre, insomma, mia madre mi ha insegnato a…questo me lo dice sempre mia madre…ma tuo padre? Non l’hai nominato neanche una volta…-.
Mi strozzai con la mia saliva. Caspita: acuta la ragazza.
Morsi forte il labbro e iniziai a torturarmi le mani.
-Come mai vuoi sapere di mio padre? Non capisco il nesso…– sussurrai abbassando lo sguardo.
-Te l’ho detto non ne parli mai…- spiegò.
Sarebbe stato più semplice dire “ Mio padre è morto quando ero piccola” che era una mezza verità, ma non mi uscivano le parole.
Una parte della mia testa mi stava urlando di raccontarle tutto, che non sarebbe servito a niente mentirle.
-Allora?- continuò lei mettendo le mani sui fianchi.
-Allora.- dissi io sembrando più sicura di quando lo fossi in realtà- Tu non dirai niente a nessuno, capito?-.
-Capito- annuì.
-E continuerai a trattarmi come se niente fosse.- ordinai ancora.
-Ovvio-.
-Allora, io…ehm…io, vedi, sono un po’… sono tanto…sua figlia…- balbettai sperando che capisse.
-Di tuo padre? Caspita, anche io sono figlia di mio padre!- esclamò lei sarcastica.
Ehm…no, non aveva capito!
-Di… Tu-Sai-Chi- dissi coprendomi la faccia con le mani.
Aspettai una reazione. Ma non sentii niente.
Morta stecchita? Probabile.
Sollevai lo sguardo: Daphne era viva e non dava minimamente segno di preoccupazione.
-Allora?- chiesi incerta.
Lei sollevò le mani( ebbi paura che si volesse strozzare) e le unì.
-Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo!- mormorò felice- Credevo non me lo dicessi, invece ti sei fidata di me, ne sono felice!- continuò.
Non ci potevo credere: io le avevo detto la verità e lei non si era prostata ai miei piedi?
Evvai!
-Come facevi a saperlo?- domandai.
-Bè, forse tu non ti ricordi, ma quando eravamo piccole, tua madre ti ha portata con lei quando è venuta a parlare con mio padre. Ovviamente ti aveva presentata come la figlia del signore oscuro, come avrei potuto dimenticarti? I miei genitori non facevano altro che elogiare colui-che-non-deve-essere-nominato da mattina a sera! – daphne era nella fase della straparlata.
-Non mi ricordo…- ammisi.
-Non importa. Adesso dobbiamo subito smentire le voci, sai che gran macello se si viene a sapere?-.
-Immagino…- sospirai.
  
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