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Autore: Fly12    30/06/2010    3 recensioni
fu difficile per Naruto spezzare quel bacio, il suo cuore era come lacerato – dimenticami – dopo quelle parole l’Uzumaki se ne andò, mentre Hinata giaceva immobile, con le lacrime che cadevano a terra.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Cap. 2

 

Ci sono dei momenti in cui ti senti strano, in cui pensi a tutto e a niente, ci sono dei momenti che ti metti a pensare a cosa sarà della tua vita. Ed è proprio in quei momenti che ti senti l’angoscia addosso e la paura tenta di prendere il sopravvento su di te, in quei momenti si vorrebbe non esistere, ma poi la vedi, una luce in lontananza e quella luce, quella flebile luce è l’unica cosa che ancora ti tiene a galla, l’unica cosa per cui vale la pena continuare a lottare.

E come ogni giorno ci si alza, ci si guarda allo specchio e si monta su una maschera, un maschera per nascondere tutte le paure, una maschera per proteggere le persone che si ama dall’oscurità, una maschera che giorno dopo giorno diventa sempre più pesante da indossare.

Naruto è davanti allo specchio e si guarda, le occhiaie sotto gli occhi, quante notti insonni, quante notti passate ad avere incubi, quante notti in cui sua madre correva da lui preoccupata, quante notti in cui rimaneva sul letto a pensare, quante notti passate a restare sveglio per fare dormire serena sua madre, quante notti, quante lunghe notti che aveva passato, quella notte era una delle tante.

Cercando di non pensare in negativo come a volte gli capitava, si allontanò dallo specchio, si sciacquò la faccia con l’acqua cercando di rilassarsi il più possibile, poi dopo essersi vestito raggiunse la cucina dove sua madre stava mettendo sui piatti le frittelle appena fatte, il sorriso gli tornò sul volto, un sorriso sincero, in quel mondo, nella sua vita sua madre era una delle poche persone che lo facesse sentire bene, sempre sorridente, determinata e testarda come lui, si sostenevano a vicenda.

Kushina non appena si accorse del figlio che la guardava dalla porta sorrise e nel muoversi a momenti non faceva volare per aria la frittella – Naruto!! Vieni siediti, mangia le frittelle finchè sono calde – il biondo non se lo fece ripetere e si sedette, divorandosi le frittelle.

La rossa osservava il figlio, sorrideva proprio come faceva lui e sapeva bene che a volte quei sorrisi erano fatti solo per il bene dell’altro, la verità però era indelebile, era immutabile, era dolorosa e se ne stava sempre li dietro l’angolo pronta ad avventarsi su di loro.

Suo figlio era sempre stato forte, fin da bambino aveva sempre sorriso, nonostante le lacrime che aveva versato, nonostante la solitudine che lo aveva circondato, lui si era sempre rialzato, forse per le promesse fatte a suo padre, forse per quelle fatte al suo padrino, ma si alzava sempre, combatteva contro tutto e tutti e cercava sempre di far sorridere gli altri, proprio come suo padre e forse era vero che quando una persona se ne va, continuava a vivere dentro le persone care, sicuramente una parte di Minato era rimasta li con loro a proteggerli, li con loro a sorridere.

Poi Naruto si era alzato da tavola, era ora di andare a scuola e in quel momento alzandosi aveva visto sua madre che mal celava una lacrima, così preso dall’istinto le si avvicinò e l’abbracciò – ti voglio bene…mamma – Kushina lascia che il figlio si aggrappi a lei, forse per disperazione, forse per paura o forse per affetto, ma lui ha bisogno di lei, come lei di lui e alla fine, non importa come, dove, quando, l'essere umano vive alla ricerca di una cosa solamente: della felicità.

La felicità data dalle piccole cose, da una carezza, da un abbraccio, da un "ti voglio bene", dal sentirsi apprezzato, dal sapere che contiamo per qualcuno e quella felicità la si ottiene soltanto aprendo il proprio cuore.

Dopo pochi minuti i due sono in macchina, Kushina come ogni mattina accompagna il figlio a scuola prima di andare al lavoro, Naruto guarda fuori dal finestrino, sempre le stesse case, tutti i giorni, le stesse persone che camminano per strada poi Kushina mentre è ferma ad un semaforo vede camminare Sakura in lontananza e le viene spontanea una domanda –Naruto non c’è nessuna ragazza che ti piace? – il biondo si volta verso la madre sorpreso, ma poi dopo aver assimilato bene la domanda gli compare davanti agli occhi il timido sorriso di Hinata e subito abbassa lo sguardo e si volta a guardare fuori – no – la donna lo osserva e intuisce di aver toccato un tasto dolente.

Giunti a scuola Naruto saluta la madre e scende dalla macchina, osserva poi la macchina scomparire in fondo alla strada e si volta verso la scuola, fissa a lungo l’intero edificio e con calma si incammina all’interno del cortile.

Davanti al suo armadietto Hinata fissa una busta viola pastello, sopra solo due parole “per Naruto”, i suoi occhi la fissano, le sue mani la tengono quasi tremando, mentre il suo cuore batte forte, cerca dentro di lei le parole e la forza per dargliela.

La corvina rammenta le parole che quando era piccola le disse sua madre “sentilo nel tuo cuore che batte, senti tutto il sentimento che provi, usa quel sentimento e lascia che ti avvolga e si espanda in te”  Hinata fa un profondo respiro, poi si porta la busta, in cui è custodita la lettera con racchiusi i suoi sentimenti, sul petto dove il suo cuore batte forte, continua a respirare, le sue guance si tingono di rosso solo a pensarlo, poi la senti, la sua voce allegra che si diffonde lungo i corridoi, starà scherzando con Shikamaru, tutte le mattina arrivano alla stessa ora, il Nara sbadiglia mentre il biondo parla di cose che alle volte sembrano non avere alcun senso, ma per lei basta sentire la sua voce per sorridere, niente è insignificante in lui, tutto è così luminoso, anche se delle volte è sicura che ci sia qualcosa di spento in lui, delle volte lo vede perso, delle volte vede un filo di tristezza nei suoi occhi, ma si è sempre detta che era normale, perché tutti hanno i loro problemi, che siano grandi o piccoli, i problemi ci sono e ti fanno pensare e soffrire alle volte.

Naruto cammina tranquillo accanto a Shikamaru, se non fosse per le lamentele di sua madre tutte le mattine non sarebbe già a scuola a quell’ora, il biondo si è messo a parlare di calcio, quella sera ci sarebbe stata la partita dei Konoha contro i Suna e a lui piaceva guardare le partite i compagnia con gli amici, quella sera non sarebbe potuto andare a casa di Shikamaru a vederla, preferiva starsene a casa a guardarla con sua madre, grande tifosa anche lei.

Naruto come di consuetudine si sarebbe diretto sul tetto a godersi quindici minuti di pace, Shikamaru avrebbe sonnecchiato sul banco e Kiba sarebbe arrivato a mala pena 5 minuti prima del suono della campana.

Mentre l’Uzumaki procedeva lungo il corridoi scorse Hinata, lo guardava sorridendo con il suo solito colore rosso sulle guance, la vide raggiungerlo e per un momento, per un piccolissimo momento avvertì una scossa al cuore, non era stata una cosa fastidiosa, al contrario era stato piacevole e questa sensazione ogni volta lui la temeva, così la ricacciava dentro, la rinchiudeva nel suo cuore e in ogni modo possibile la assopiva o almeno ci provava.

La corvina era davanti a lui, Shikamaru si era accorto di essere decisamente il terzo incomodo, così con un cenno della mano si allontanò dicendo che avrebbe fatto un riposino, ora erano soli in quel pezzo di corridoio, solo lui e lei.

Hinata si blocco, cercava di dire qualcosa, ma sentiva solo il suo cuore battere forte, le parole le morivano in gola e lui li davanti a lei che la guardava, lui sentiva qualcosa spezzarsi mentre ostinatamente sopprimeva i suoi sentimenti perché è facile sembrare forte quando sei in mezzo alla gente, è facile sorridere come se niente fosse, come se quella cosa non avesse alcuna importanza, è facile distrarsi quando si hanno mille persone attorno. Ma è meno facile scacciare quel sentimento dal cuore, quell’emozione che vorrebbe darle ma che non vuole, si sente come in una gabbia, intrappolato e senza via d’uscita, così prima che succeda qualcosa, prima che ceda, prima che il suo sguardo si posi ancora su di lei interrompe quel momento.

Hinata si sforza di parlare, la lettera stretta in una mano – i-io…e-ecco..volevo… - ma prima che riesca a finire la frase lui le sorride e si avvicina al suo viso – sei tutta rossa, sei sicura di non avere la febbre? – quella frase ogni volta la blocca, lei lo guarda sconvolta, poi lui le poggia una mano sulla fronte e lei si sente andare a fuoco, quel contatto per lei è acqua di vita, per lui invece è la cosa più difficile che debba fare, perché toccandola ha sempre una voglia disumana di abbracciarla.

Poi come se niente fosse si volta e punta al primo che vede, in questo caso vede Gaara e dopo aver sorriso ancora alla corvina, si allontana sventolando una mano in direzione del rosso, Hinata rimane li immobile, persa, un po’ affranta, ma con il batticuore, perché lui le ha toccato la fronte, non lo aveva mai fatto prima.

In seguito arriva anche Kiba e al suono della campana tutti entrano nelle rispettive classi, Naruto sembra più distratto del solito, Kiba lo nota e cercando di non farsi vedere dalla professoressa Anko si sporge indietro verso l’amico – ehi Naruto, che hai oggi? – il biondo fissa fuori dalla finestra e risponde atono, troppo poco convincente – niente – il castano assottiglia gli occhi e si volta per guardalo – raccontalo a qualcun altro – Naruto guarda il castano e non risponde, l’Inuzuka non molla e riprende la parola – non è che… -  ma prima che possa finire la frase si blocca, ha come la sensazione che ci sia qualcuno davanti a lui, così deglutisce e si volta ritrovandosi la professoressa Anko con le braccia incrociate – allora, vuoi rendere partecipe anche al resto della classe riguardo a quello di cui stai parlando con il signor Uzumaki? – Kiba sorride forzato – ehm… - la professoressa lo guarda penetrante – fa in modo che non si ricapiti o dovrò darti una nota – il castano annuisce e poi rimette composto al suo posto, poi sente alle sue spalle la voce di Naruto – certe volte non posso mentire, nemmeno a me stesso – il castano si ritrovò stranito da quelle parole, cosa voleva dire? Fece per voltarsi, ma il colpo di tosse della professoressa lo fece tornare sull’attenti e le parole dell’amico rimasero li sospese in un qualcosa che lui stentava a capire.

Le ore passarono stranamente lente, dopo due ore di Storia con la professoressa Anko erano iniziate le  quattro lunghe ora di Letteratura con il professore Kakashi, Kiba sbuffò sonoramente, seguito da un lungo sbadiglio del Nara, mentre Naruto se ne stava pensieroso.

L’Inuzuka deciso a capire cos’avesse quel giorno l’amico si voltò e ne approfittò del ritardo del professore – senti Naruto che ne dici di andare alla sala gioco oggi pomeriggio? – il biondo avrebbe preferito accettare l’invito, ma purtroppo non poteva – non posso, oggi ho un impegno – non era servito aggiungere altro per far capire a Kiba quale fosse l’impegno del biondo e forse era anche la causa del suo strano comportamento di quel giorno – sarà per un altro giorno allora – detto ciò il castano scrollò le spalle, nel modo più normale possibile.

Poco dopo entrò il professore, si sedette alla cattedra e firmò il registro, poi alzò lo sguardo sui suoi studenti e da sotto la mascherina, che portava sempre, sorrise – bene oggi vorrei parlare di un autore molto particolare, John Smitter – le facce di molti si fecero stranite e dubbiose, così Kakashi si affrettò a continuare la spiegazione – John Smitter è un autore meno conosciuto rispetto ad altri…la sua particolarità sta nel suo stile di scrittura, vedete John era malato gravemente e sapeva di dover morire, ma nonostante tutto i suoi libri erano ottimisti, pieni di speranze e di vita, cosa che molti altri autori non facevano – la spiegazione attirò molto l’attenzione della classe, così per circa un mezzora Kakashi continuò a spiegare senza interruzioni, aveva parlato di un testo scritto quando la sua vita volgeva al termine, poi era passato con il raccontare di come molti non approvavano questo suo stile di scrittura.

Ad un certo punto il professore si interrompe e alzando lo sguardo scorge la mano alzata di Sakura, decisamente la persona che si aspettava facesse una domanda prima o poi.

La rosa guarda interessata e bramosa di sapere il suo professore – mi scusi, avrei una domanda – l’uomo dai capelli argentei appoggia il libro che tiene in mano fa cenno alla ragazza di parlare, così la rosa porge la fatidica domanda – c’è una cosa che non capisco…come può John Smitter scrivere testi positivi essendo malato? Molti altri autori malati scrivevano cose molto tetre e tristi – Kakashi chiuse l’unico occhio che era in mostra, poi si allontanò dalla cattedra e iniziò a girare tra i banchi mentre cercava di spiegare con le giuste parole il concetto – vedi Sakura ci sono casi particolari in cui le persone non sono disposte a comportarsi come gli altri  e si oppongono al fato -  la rosa controbatté – si ma, se sapeva di morire, mi chiedo come potesse avere la forza di essere positivo nella vita – quella frase toccò particolarmente Kiba, che si inserì nella discussione – e secondo te cosa doveva fare scusa? – la rosa si voltò ora verso il compagno di classe pronta a difendere il suo pensiero – quello che voglio dire è che se sapeva di morire… - la frase dell’Haruno venne interrotta da Naruto che con occhi quasi spenti, con occhi che non sembravano suoi la guardava – se fossi tu ad essere malata e sapere che morirai, che faresti? Ti lasceresti morire senza lottare? – la rosa rimase in silenzio non sapendo come rispondere, il professore osservava la scena pronto a riprendere in mano la situazione, ma prima che potesse parlare saltò su Sasuke – forse sarebbe meglio se morisse, così non sarebbe più un peso per il mondo – le parole di Sasuke erano state più taglienti di un coltello affilato, ma per lui nessuno doveva azzardarsi a zittire così la sua ragazza, la situazione rischiava di prendere una brutta piega e Kakashi stava tornando alla cattedra – bene direi che… - questa volta fu Kiba a saltare su, era evidentemente irritato – perché non muori tu Uchiha! – il moro ora aveva assunto uno sguardo tagliente e si era voltato verso l’Inuzuka – hai qualche problema di autocontrollo cagnaccio pulcioso? Ho solo espresso la mia opinione, non mi sembra di averti rivolto la parola – a quelle parole il castano era scattato in piedi – tu non sai niente della morte…se Naruto doves… - la frase del castano venne interrotto dal biondo che ora con sguardo arrabbiato lo guardava – Kiba! – ci fu un lungo scambio di sguardi tra i due, poi Kiba ringhiando si sedette pesantemente sulla sedia, incrociando le braccia, la discussione sembrava essere finta li, ma l’Uchiha era stato punto nell’orgoglio e non aveva intenzione di passarci sopra – Se Naruto cosa?  Cos’è il cane si mette a cuccia non appena il padrone lo chiama? – il castano cercò di trattenersi, la rabbia ribolliva nelle sue vene, quel maledetto Uchiha era solo un bullo che si pavoneggiava davanti a tutti, nemmeno fosse un boss della mafia – ti avverto, mi sto arrabbiando ed è meglio per te chiudere quella maledetta boccaccia! – Kiba era ancora seduto e ringhiava, alle sue spalle Naruto fissava l’amico, gli doveva tanto, era sempre li, pronto a dargli il suo sostegno, non per nulla erano migliori amici, si conoscevano da quattro anni ormai e si capivano sempre, anche se c’era qualcosa che a volte li portava a nascondere certe verità.

Sasuke aveva ora lo sguardo oscurato, forse si era sentito offeso, forse il fatto di essere zittito davanti ai compagni non gli andava a genio, fu così che si voltò e assunse la sua solita aria da strafottente – sei solo un codardo – e dopo quelle parole ci furono pochi attimi di silenzio, Kakashi si stava spostando dalla cattedra, c’era troppa tensione, infatti in un istante, si vide Kiba digrignare i denti e scattare dal suo banco a quello dell’Uchiha situato nell’angolo in fondo opposto a Naruto – maledetto Uchiha – Naruto non era riuscito a fermare l’amico in tempo, ora Kiba stava sopra a Sasuke che era caduto a terra, Kiba gli aveva sganciato un pugno in pieno volto e questo fece infuriare il moro, che dopo aver spintonato l’Inuzuka, si era alzato e aveva tirato una ginocchiata in faccia al castano che crollò indietro, poi prima che l’Uchiha infierisse ancora e l’Inuzuka si rialsazze, intervennero Kakashi, Naruto e altri a fermarli.

Naruto si era avvicinato al castano e lo teneva per le spalle – adesso smettila Kiba! – Sasuke al contrario era fermo, con Suigetsu che gli teneva un braccio, in mezzo ai due Kakashi che aveva le braccia allargate per tenerli lontani, poi si mise a guardare uno e l’altro con sguardo furente – non ammetto risse nella mia classe, per cui prenderò i giusti provvedimenti e parlerò con il preside, consideratevi Sospesi a tempo da definirsi e ora andate in infermeria e farvi dare una controllata, nel frattempo chiamerò i vostri genitori – detto ciò fece cenno ai due e Kiba accompagnato da Naruto si allontanò dall’aula, Sasuke invece fu affiancato da Sakura che aveva iniziato a tamponargli il labbro da cui usciva del sangue – non ti muovere, non è niente di grave – cos’ì l’Uchiha rimase seduto in classe sotto le cure della sua ragazza.

Kiba e Naruto stavano raggiungendo l’infermeria, il sopracciglio spaccato da cui scendeva un rivolo di sangue, il castano non ci dava nemmeno importanza, non gli faceva nemmeno male, ne aveva subite di peggiori di botte, ancora irritato a causa dell’Uchiha ringhiava e guardava dritto davanti a lui, il suo passo spedito, il suo cuore accelerato, il sangue che ancora ribolliva, proprio non lo sopportava quel maledetto Uchiha -  maledetto bastardo, prima o poi gli spacco quella faccia da Emo – mentre esprimeva i suoi pensieri si era voltato verso l’amico, solo allora si rese conto che era stranamente silenzioso, poi capì, era arrabbiato e come biasimarlo, stava per dire tutto e sapeva bene che lui non voleva che nessuno sapesse - Ti prende mai quella voglia pazzesca di prendere a pugni il muro? – a quella domanda il biondo aveva alzato lo sguardo sul castano, che continuò – Sai quando sei talmente arrabbiato che riesci solo a piangere e nemmeno il dolore fa poi così male e allora te la prendi con il muro – il biondo spostò lo sguardo davanti a se e con oggi persi fissava il corridoio – fa più male il cuore – il castano aveva abbassato di poco gli occhi, consapevole del significato delle parole del biondo e subito gli vennero in mente parole che una volta gli aveva detto Naruto “odio sentirmi così, sono così stanco di cercare di combatterlo, ma non posso mollare per questo devo combattere anche oggi per vivere un altro giorno”.

Kiba rimase in silenzio per qualche minuto, ormai erano giunti davanti alla porta dell’infermeria e il castano prima di entrare si fermò, Naruto alle sue spalle, poi senza voltarsi disse soltanto una cosa  - non devi essere solo con ciò che stai passando, se mi dai una possibilità, ti aiuterò a non mollare – detto ciò il castano varcò la porta lasciando il biondo fuori sorpreso, poi un sorriso amaro comparve sul volto del biondo - a volte non nego, che tutto è sbagliato, a volte preferirei morire – una mano portata al collo, cercando quella collana lasciatagli dal padre – ma voi non me lo permettereste  – nella sua mente comparvero i volti di suo padre e del suo padrino, in quel momento Naruto si sentì meglio - in fondo dentro questo cuore, c'è ancora il segno di te, papà – parole sussurrate a se stesso, parole per continuare a lottare, parole che gli davano forza.

Le lezioni erano ormai finite, Naruto se ne stava appoggiato al muretto fuori dalla scuola, aspettava Hinata che avrebbe dovuto accompagnare, Kiba era stato trattenuto per via della rissa, così lui quel giorno sarebbe tornato a casa da solo, probabilmente non avrebbe detto nulla a sua madre che altrimenti si sarebbe preoccupata troppo.

Lungo il corridoi Hinata stava riponendo alcuni libri dentro l’armadietto, poi si ricordò della lettera e la estrasse da un libro in cui l’aveva infilata, la fissò e ricordo quella mattina, lui le aveva toccato la fronte, però lei non era riuscita a dargli la lettera, il suo sguardo si rattristò. Una voce attirò poi la sua attenzione, così la corvina si affrettò a riporre la lettera nell’armadietto dove sarebbe rimasta per tutto l’anno scolastico, si voltò chiudendo l’armadietto, non accorgendosi che la lettera era scivolata fuori, in fondo al corridoio intanto era comparsa TenTen che sorridente la chiamava – Hinata!!! – la Hyuuga la guardò sorridendo e serenamente la raggiunse, scomparendo oltre l’angolo del corridoio.

Poco dopo qualcuno si fermò a pochi centimetri  dalla lettera che giaceva a terra, la scritta evidente “per Naruto” attirò la sua attenzione, così la raccolse e la aprì leggendone il contenuto.

“Ho una strana voglia di scriverti che non passa da un po’.
So che non mi risponderai e che non leggerai nemmeno quello che ti ho scritto. Però vorrei tanto cambiare giusto un paio di cose tra noi. Il fatto è che ti amo e non troverò mai il coraggio di dirtelo. Per sempre, la tua invisibile Hinata”

Poche righe, ma piene di significato e sentimento, con cura la lettera venne girata per non tralasciare eventuali aggiunte sul retro, ma non c’era altro.

Nemmeno un istante dopo Suigetsu comparve nel corridoio con una lattina di gassosa in mano – ehi Sasuke! Ci sei questo pomeriggio al Konoha Planet? – il moro si mise tranquillamente la lettera in tasca e si voltò verso l’Hozuki rispondendo pacatamente come solito – si – così le parole scritte dal cuore di Hinata finirono tra le oscure mani dell’Uchiha le cui intenzioni era ignote a tutti, ma una cosa certa era che si sarebbe vendicato per quello che aveva detto Kiba e poi avrebbe avuto un motivo divertente per provocare Naruto.

 

 

Angolo dell'Autrice:

Sarhita: Mi ha fatto piacere che ti sia piaciuta ^^ direi che tendo a dare un tocco malinconico in tutte le mie storie ^^' comunque un motivo c'è per cui Kiba accompagna sempre Naruto, già da questo capitolo dovrebbe intuirsi U.U ma nel caso non si capisca, nel prossimo svelerò il mistero celato di Naruto.

Giuly95: tranquilla, se c'è una cosa che so fare sono le NaruHina ^^ per cui, si è una NaruHina ^^ e sarà una storia abbastanza travagliata la loro ^^'

Lotti: grazie mille, mi piace lasciare la gente con le domande U.U in questo cap, come avrai notato molte cose dovrebbero sembrare più chiare e nel prossimo tolgo definitamente il dubbio su Naruto ^^ per quanto riguarda Kiba, beh mi piace come personaggio, è allegro quanto Naruto e poi volevo fare qualcosa di diverso dal solito sasuke e Naruto best friend U.U per tanto abbi paziensa che aggiornerò il prima possibile ^^

Kira Uchiha 87: direi che un pò di merito lo hai anche te mia Nee-chan ^^

Saku88s: beh per quanto adori sasuke, qui sarà il cattivo della storia che ti piaccia o meno U.U per cui prendere o lasciare XD

NicoRin: vedo che ti ho commossa ^^ non può che farmi piacere, Minato ahimè è morto e più avanti si scoprirà come U.U

   
 
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