Dedicata a slice, che oggi compie gli anni! *-*

Ombre dal passato


Shikamaru fece il primo passo sulla soglia scricchiolante. L'interno era umido, buio e puzzava di muffa. Si guardò attorno stringendo il Kunai nella mano destra, le orecchie tese e il cuore che gli martellava nel petto. Era abituato alle ombre, non erano mai state un problema; ma in quella casa erano dense, palpabili, e non erano frutto di una tecnica ninja. Si incamminò oltre all'ingresso, superando le porte marcite e i pavimenti di legno sfondato. Gli sembrava di scorgere movimenti al limite del campo visivo, ma ogni volta che girava lo sguardo non vedeva nulla.
Raggiunse quella che doveva essere stata la sala da pranzo. Era silenziosa nell'aria immobile, con ancora le suppellettili rovesciate e il sangue secco dove erano stati compiuti gli omicidi. Raggiunse il punto in le chiazze si allargavano, accerchiate da spruzzi di sangue, formando macchie irregolari sul pavimento. Rimase immobile per un lungo momento, poi finalmente lo udì: un fruscio lieve come un sospiro, e la figura fasciata di scuro aveva fatto la sua apparizione sulla soglia. Era un'ombra tra le ombre, e si distinguevano solo gli occhi vermigli nella penombra della casa.
Shikamaru lo fissò a lungo.
- Perché hai voluto che venissi qui? -
L'ombra non rispose, ma avanzò, fissando con sguardo vuoto le macchie sul pavimento.
- Perché in questa vecchia casa disabitata? - Continuò Shikamaru, stringendo con la mano sudata il Kunai.
- Qui c'è tutto il mio passato – Un sospiro, un alito di vento dall'ombra, gli occhi di rubino fissi su Shikamaru.
- Il tuo passato è morto. La tua casata è morta per mano tua. -
L'ombra si era avvicinata, e Shikamaru fece un passo indietro, finendo al centro del macabro disegno di sangue sul pavimento.
- Non hai saputo riportare indietro mio fratello. -
- Ci ho provato! Per farlo ho quasi ucciso i miei amici. -
La figura scura sembrò emettere un singulto strozzato e si ritrasse leggermente, verso un angolo più scuro, mentre i contorni andavano sfumando nelle tenebre che si addensavano nella stanza.
- Salva mio fratello... Salva mio fratello, se vuoi fare qualcosa per me. -
Shikamaru fece un balzo in avanti, protendendosi a cercare di trattenere le ombre, senza però afferrare altro che aria.
- Torna qui! Non andartene! -
Rimase a brancolare nell'aria, tentando si afferrare stralci di oscurità che gli scivolavano via dalle dita, senza riuscire a stringere nulla.
- Non sono Naruto! Non posso salvare nessuno io! -
Nonostante Shikamaru fosse ormai più uomo che ragazzo, un singhiozzo gli si bloccò a metà della gola. Abbassò bruscamente la mano destra sulla sinistra, piantandosi il Kunai nella carne e tentando inutilmente di lenire il dolore che gli cresceva dentro, soffocandolo con i crampi e le scosse che provenivano dalla mano ferita. Il sangue di Shikamaru gocciolava giù per il palmo, le dita, fino al pavimento. Fino alle incrostazioni scure. Fino a quello che rimaneva al Villaggio della Foglia di tutta la famiglia Uchiha.