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Autore: Promise     01/07/2010    6 recensioni
"Credo che ti ucciderò, scorfano" disse seria Karin
"Io invece ti darei volentieri un bacio, strega" rispose Suigetsu
Fanfiction SuiKa. Sono adorabilissimi. <3
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Karin, Suigetsu
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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”Se non apri te li faccio venire io gli incubi!” aveva intimato Tayuya che cercava di riposare nella sua piccola stanza, mentre Karin cercava di nascondersi in qualche modo, protestando a voce bassa.
Karin aprì la porta fingendosi assonnata. Aveva terrore... magari Hinata era veramente furiosa. Poi, diciamocelo pure, la rossa non amava risolvere i problemi (ne tanto meno crearseli, ovviamente).
Lasciò la catenella chiusa, come se non avesse saputo fin dall’inizio che la mora avesse aspettato per ben  25 minuti, suonando ad intermittenza il campanello, senza però essere troppo sgradevole.

“Buongiorno Izumi-chan!” arrossì Hinata. Oggi indossava un vestito verde chiaro con sopra una graziosa giacca bianca con dei ricami di fiori. Al collo era legata una collana con una farfalla e i capelli erano legati in una coda, rifinita da un fiocco di raso dello stesso colore del vestito. Ai piedi un paio di ballerine con un piccolo tacco, verdi e molto semplici, ma graziose.
La rossa arrossì imbarazzata. Nulla in confronto alla sua maglia a maniche corte e consumata con il logo dei Rolling Stones e i jeans aderenti sbiaditi alle ginocchia. Ai piedi lei indossava delle semplici scarpe da tennis consumate e sbiadite.

 

Karin spalancò gli occhi. Non era arrabbiata ma in mano teneva un piccolo pacchetto e un bigliettino. Di scuse. Coosa? Hinata non c’entrava niente in quella storia! Anzi era Karin che aveva esagerato come al solito. Allora come mai tutto questo?

“E’ presto...” osservò Karin, fingendosi di nuovo assonnata.

Hinata diventò rossa.
”Oh.. scusa..è che...ho sentito urlare...ecco...non volevo disturbare...ma...ma...ci tenevo a fare visita a Izumi-chan!”

Fregata. Accidenti a tutti gli incubi. Preparati per il terzo grado Karin, pensò la rossa.

Eppure il cuore le batteva ancora fortissimo... per il disgusto o per...Karin scosse la testa.
Disgusto. Decisamente disgusto. Nessun dubbio. Disgusto.

 

“Oh...entra pure...” mormorò impacciata Karin, aprendo completamente la porta.
Hinata ebbe un lieve sussulto. La casa della sua amica era molto semplice e molto diversa dalla sua.

Ecco perché Karin era a disagio quando è venuta a casa mia; sono veramente egoista...pensò. 

“Kay... mi dispiace per ieri sera!” disse Hinata sincera.
”Ehy, ci dev’essere un errore. Sono io che ieri mi sono comportata da stronza. Ovvero, scusami tanto Hinata!” disse secca Karin. Non voleva che Hinata si sentisse in colpa.

“Ti ho portato i tuoi vestiti... Li hai lasciati a casa mia. Ricordi?” sussurrò imbarazzata Hinata
”Eh gia! Anche io ti devo consegnare il vestito splendido dell’altra sera...” sussurrò Karin persa nei pensieri.
Certo che era veramente bella quella sera. Karin non era mai stata così elegante e sofisticata. Nemmeno così fottutamente sexy, considerati gli sguardi dei vari ragazzi.
”Oh... ma io voglio che tu li tenga!” disse Hinata facendosi posto fra i cuscini distrutti e i cartoni della pizza, sedendosi educatamente sul divano semi-distrutto, rigirando il pacchettino fra le mani.

“No!” urlò Karin, mentre rompeva le uova.
”Ma guarda che a me non piacciono! A te invece stavano benissimo!”

“Cosa vuoi per colazione?”

“Non cambiare argomento!”

“Ok, allora le preparo io le frittelle. Tay è sfaticata!”
”Allora lascio qui i vestiti e  scappo prima che tu possa rendermeli!” disse Hinata incrociando le braccia.

 

Karin stava per controbattere , ma improvvisamente Tayuya usci dalla sua stanza. I suoi capelli erano raccolti con un vecchio fermaglio per capelli e indossava un paio di jeans neri e una t-shirt azzurra un po’ stropicciata. Gli occhi stanchi, di una ragazza che aveva fatto baldoria con la sorella fino a tarda notte, costretta a svegliarsi presto, di domenica. Per il resto era sempre davvero molto bella.

“Ehy ehy ehy! Chi sarebbe la sfaticata?”

Hinata si inchino, sbalordendo le sorelle Izumi. Inchini a casa Izumi non si erano mai visti.

“Piacere di fare la vostra conoscenza... io sono Hinata Hyuga.”

“Oh. Ah. Beh...io sono Tayuya ma va bene anche se mi chiami Tay!” sorrise Tayuya un po’ sorpresa e impacciata cercando di rassicurare la ragazza.

“Tayuya, potresti preparare 2 tazze di caffè forte e...Hinata?”
”Mmm, a me va benissimo del thè.”

“Subito!”

 

“Certo che sono veramente buone! Karin sei davvero brava!” disse Hinata finendo con l’ultimo boccone.

“Ehm... modestamente i dolci mi vengono particolarmente bene. E’ mia sorella che li brucia!” disse Karin sorseggiando il caffè.

“EHY!” Tayuya stava prendendo i piatti.
Karin e Hinata si misero a ridere, mentre iniziarono a raccogliere i bicchieri, per aiutare.

“Cos’avete intenzione di fare oggi ragazze? Dopotutto è domenica e c’è bel tempo!” domando Tayuya mentre cercava il detersivo per le stoviglie.
Hinata guardò Karin.
”Ehm beh, io un’idea l’avevo... Sono un po’ indietro con il mio film, è un po’ noioso però...nulla di speciale”

“L’avevo detto che sei piena di talento! Posso aiutarti? Ti pregoooo!” implorò Hinata

“Guarda che è un po’ faticoso...l’attrezzatura è pesante e oggi fa un caldo pazzesco.” ed era vero.

“Sopporterò! Fammi venire con te!!!”

“Guarda che l’argomento è palloso e piuttosto critico.” chissà come l’avrebbe presa Hinata dopo aver saputo che il suo documentario trattava sul degrado generazionale e sulla differenza impressionante della ricchezza tante volte usata in modo sfrenato, in pratica una critica al suo mondo.

“Ti sto pregando!” continuò Hinata usando il suo tono della serie -se non mi porti con te sei un perfido e bruttissimo (nonché senza un po’ di cuoricino) che merita di bruciare all’inferno-.

“Eddai Karin! Vi divertirete insieme!” la esortò Tayuya, mentre strofinava i piatti con un panno per asciugarli.

“Ok!!!” urlò Karin, sconfitta, mentre le due ragazze si guardavano con intesa.

 

Il sole batteva fortissimo, l’asfalto era letteralmente bollente e l’aria era a dir poco soffocante. L’attrezzatura era molto pesante. Hinata era visibilmente provata dalla fatica.

 “Karin… scusa ma…” Hinata arrossì. Non avrebbe voluto essere d’impiccio, ma la faccenda stava diventando proprio faticosa.

“Si, fermiamoci, sono esausta anche io… ci dovrebbe essere un bar nei paraggi” sussurò Karin.

 

“Suigetsu…”

Karin tossì violentemente e tutti gli sguardi si levarono sulle due ragazze.

Hinata si preparò a praticare  la manovra, ma Karin accennò che andava tutto bene.

“Senti Hinny, l’ultima persona di cui voglio sentire parlare è proprio culo di marmo mentadent”

Sbottò Karin.
“Ha fatto a botte con Sas…”

“Problemi suoi!” ringhiò.
Non ne voleva sapere nulla dei problemi degli altri. I suoi erano già enormi e potenzialmente irrisolvibili.

La mora guardò in basso. Ops.

Tutt’un tratto, Karin si sentì il peggior mostro in tutto il mondo. L’essere più spregevole di tutto l’universo.

Okay, aveva i suoi problemi, ma Hinata era sua amica. E Karin aveva esagerato.

“Hinata scusami! Non volevo offenderti!!!”

L’espressione dell’amica cambiò subito.

“Non ti preoccupare!”

Karin sorrise, accorgendosi di quanto fosse comprensiva Hinata e di quanto era stata fortunata a stringere amicizia con la giovane Hyuga.

 



“Ciao! E’ un paio di giorni ke nn riesco a contattarti! Risp una certa Taiuia.  Ecco vedi sono interessato a 1 serviz. Risp se 6 interessato/a”

 

“Ahem, ahem... forse con la grammatica è un po’ scarso, ma i soldi son soldi.” spiegò a Hinata.

“Passami il cellulare, sono una contrattatrice!” sorrise entusiasta Hinata

“Se lo leggesse mia sorella…”  
Hinata era concentrata sul messaggio.

“Fatto!” esultò

“Eh?”

“Ho inviato il messaggio!”

“E cos’hai scritto?”

*BIP BIP*
“Oh! E’ arrivata la risposta”

“E cosa dice?!?”

“Dice, che vuole che tu filmi la sua festa… si tratta di un evento piuttosto importante, con gente importante”

“E quanto offre?”

“Ha detto anche 15.000 dollari per un lavoro fatto bene.”
“COSA?!?”

“Beh, sai anche per il mio battesimo pagarono tanto. Forse un pochino di più. Poi qui si tratta di riprese per tutta la serata. Il tipo sembra non voler darsi al risparmio insomma.”

“COSA?!?”

“Non dovresti essere contenta?”

“Se sono contenta? Da oggi posso morire felice!!!... No, aspetta. Prima i soldi. Poi la morte felice. …No! Prima i soldi, il divertimento e la morte felice.”

 

Tornando a casa, Hinata e Karin fecero alcune riprese. Passarono davanti a un pub quando…

“Ma fai delle interviste?” chiese Tsugumi interessata, alzandosi lievemente dalla sedia.

“Ehm ecco…” mormorò impacciata Karin.

Di solito non succedeva di trovare ragazzi interessati al suo lavoro.

“Tsu, passami il kit per il trucco.” Disse seria Ino, cercando di non commentare l’abbigliamento di Karin.
Dopotutto, un’intervista era pur sempre un’intervista.

In pochi secondi Ino riuscì a truccarsi come una stella del cinema. Hinata la guardava ammirata, prendendo di nascosto appunti sul trucco.

Sakura la guardava seria: aveva capito che Karin non avrebbe voluto fare un intervista.

Il suo era un tentativo per metterle in ridicolo.

Guardò le compagne, occupate con il trucco.  Nel campo vicino, separato da una rete, bambini scalzi che giocavano a pallone, sporchi, ma veri.

Karin la stava guardando, ma teneva la camera spenta.

“Li hai visti anche tu, vero?”

Sakura non disse niente, rossa per la vergogna.

Le due ragazze fecero per allontanarsi.

“EHY! Ma l’intervista?” urlò Ino

“Mi basta questo.” Disse Karin

 

“Kay…” sussurrò Tayuya, con gli occhi ancora rossi di pianto e il mascara colato.

“Tay? Che succede?!?” pensò al lavoro e stava per assicurarle che aveva trovato un modo per guadagnare.
“Ci buttano fuori di casa.” Sussurrò singhiozzando.

 

Il padrone di casa non ne poteva più. Era stanco dei numerosi ritardi ed aveva fatto richiesta di sfratto.

Entro fine settimana, Karin e Tayuya avrebbero dovuto lasciare la loro casa.

 

“Vendesi, ottime condizioni”

La rossa appese tristemente il volantino grigio con la foto della sua cinepresa.

Le tremavano le mani. Avrebbe voluto strappare quel volantino. Ma rifiutò di essere egoista.

Chiuse gli occhi e si allontanò di corsa per non cambiare idea.

Tutti gli studenti erano fuori dalla scuola e Karin correva per i corridoi deserti.

Appese al corridoio c’erano trofei, attestati, foto…

Guardò le foto degli studenti migliori: sorrisi perfetti, capelli perfetti, abiti perfetti.

Persone talmente belle da non sembrare…vere.

Ci sarebbe stata un po’ di perfezione nella sua vita?

Karin era seduta sulla sedia, lo sguardo scuro e i pugni chiusi.
La classe era deserta. Le piaceva stare sola.

Nel frattempo avrebbe trovato una scusa a Hinata per non essersi presentata fuori da scuola.
Avrebbe anche trovato una scusa per S. Non avrebbe potuto filmare neanche 5 minuti della sua festa.

Si mise a giocherellare con una matita quando entrò Sakura Haruno.
Anche lei inaspettatamente in anticipo.

 

“Karin…” sussurrò

“Ciao” disse lei, neutra.  Il mondo sarebbe potuto anche cascare. Lei sarebbe rimasta incazzata comunque.
La rosa si avvicinò lentamente quasi avesse paura di un contatto ravvicinato con Karin la sanguinaria.

Ogni passo era eseguito con la massima cura e cautela. Come se da ognuno dipendesse la sua vita.

La grazia dell’Haruno contribuiva soltanto a incrementare l’incazzatura di Karin la terribile.

“Posso?” chiese gentile indicando la sedia di Hinata
“Fa come ti pare.” ringhiò Karin la massacratrice.

Lentamente, Sakura prese la sedia di Hinata e si sedette con grazia accanto a Karin.

“L’altro giorno…” iniziò la ragazza

“Ieri” precisò Karin la stronza.

“Ho aperto gli occhi.”disse sincera.

“Ma dai?” La rossa si finse stupita.

Sakura cercò di ignorare Karin.

“Non so più chi sono io!” disse Sakura.  Le sembrò di essersi liberata da un peso incredibile.

“Sakura Haruno” disse con secca la rossa.

“Eh?” la rosa spalancò gli occhi.

“Sei Sakura Haruno. Adesso va meglio?”

Sakura sospirò. Ogni tentativo di avvicinare Karin era vano.

“Non soffro di amnesia, Izumi. Non ho mai avuto nessun sintomo.” Disse stizzita Sakura.

“Sicura? Perché prima sembrava che tu…aspetta sei grave!” La rossa ci stava prendendo gusto.

La rosa divento paonazza e il suo colorito raggiunse quello dei capelli di Karin la divoratrice.

 

Hinata entrò in classe e aprì la porta con modi bruschi.

Karin osservò bene. Strano, Hinata non si comportava così.

La mora arrossì violentemente e il suo carnato raggiunse quello di Sakura.
“Izumi-chan! Haruno-chan!” e fece un leggero inchino.

“Ciao Hinny!” salutò Karin, fingendosi allegra e serena. Hinata abbozzò un sorriso.

La rossa notò che si copriva un braccio.

“E’ successo qualcosa?” domandò invece Sakura

Karin si alzò di scatto dalla sedia e intravide alcuni graffi sul braccio della mora.

“Chi?” domandò con un tono che non ammetteva repliche.
Anche Sakura si alzò dalla sedia.
“Sono…caduta.”

“Hinata!” disse Sakura esaminando la ferita che era coperta da un fazzoletto.

“Non è normale che tu ti sia fatta questo cadendo!” continuò.

“Chi?” ringhiò Karin.

Hinata abbassò gli occhi. Sakura e Karin corsero alla finestra.
Kin stava ridendo con le sue compagne lanciandosi il diario di Hinata!

“Che carogne!” sibilò Sakura.

“Cosa facciamo, Izumi-chan?” si girò.

Ma non c’era nessuno. Solo Hinata con gli occhi bassi.
“Ma dove ca..diavolo si è cacciata?”

 

E sentite! Sorrise Kin alle altre serpi.
Oggi l’ho visto… mi sono sentita morire…N. era così bello! Vorrei tanto essere alla sua altezza! “

Le capre risero tutte insieme

“Che cretina.”

“Ma chi è sto’ N.?”

“Magari è uno alto, ihihih” rise una che sembrava la più scema del gruppo.

“Povera scema senza speranze” tagliò corto Kin, ammirando i suoi lunghi capelli.

“Che ne dite di mettere il tutto su internet?” continuò.

“Ottima idea!”

“Oh, che idea splendida!”

“Sei così favolosa! Hihihih!”

“Naturalmente queste idee sono della sott..”

Più veloce del vento, quasi in stile dragonball, Karin lanciò un pugno dritto in faccia alla ragazza.

Ancora più veloce, afferrò il diario di Hinata e lo lancio a Sakura.

Gli occhi di tutti si soffermarono sulla scena: Kin che si stava alzando da terra, Sakura che stringeva il diario, Karin pronta a risvegliare la sua indole omicida.

 

Fra il pubblico si trovava anche...

“Wow” sussurrò Kiba.
“Mica pensavo che la Izumi picchiasse duro!” esclamò Neji visibilmente ammirato.

“Oh. Io lo sapevo” disse Suigetsu, per nulla sorpreso, pensando a quante volte la strega lo aveva ricoperto di lividi.

“Oh! Izumi-chan ha proprio uno spirito forte e giovane!” esclamò Lee.
“Beh, la indole da boxeur era intuibile! Scommetto che fa male!” continuò Kiba.

“Oh, su questo non ci sono dubbi” ammise Suigetsu.

Gaara impallidì.

“Chissa se sa usare i fucili!” disse Ten Ten e stavolta anche Suigetsu impallidì.

 

“Io ti ammazzo!” urlò Kin rossa in viso.

“Oh che paura!”

“Ti giuro che ti ammazzo!!!” urlò rabbiosa.

Karin sospirò.

“Allora fallo. Ma stai zitta per favore. Sei irritante.”

“Fanculo!”
Kin cercò di colpirla, ma Karin, indovinò le sue intenzioni e riuscì a evitare il colpo.

Le assestò un gancio e cercò di gettarla a terra.

Più ragazze accorsero in aiuto di Kin. Erano troppe per una sola persona.
“Assaggia questo, puttana!” urlò.

Karin sentì un dolore acuto e il sangue. Il suo sangue.
Ah, quella bastarda mi hanno spaccato il naso… pensò dolorante.

Sakura diede il diario a Hinata e corse nella mischia.

Colpì Kin con un calcio ben assestato e aiutò Karin a rialzarsi.
“Tutto bene?”
“Si, è abbastanza carino vedere le stelline come nei cartoni animati”

“Eh?”
“Dietro di te!”

Sakura non fece in tempo a girarsi che una ragazza era dietro di lei. Le tirò i lunghi capelli fino a farla cadere a terra, per poi riempirla di calci. Un’altra accanto a lei, prese un paio di forbici.
I ciuffi dei bellissimi capelli rosa di Sakura cadevano per terra, insieme alle lacrime e agli sguardi indifferenti.

Karin, furiosa, ricambiò il favore per Sakura e diede il meglio di se.

Le due “parrucchiere” adesso si trovavano proprio senza capelli,  stese nel cortile.
La Signorina Tsunade,  arrivò. Il suo sguardo severo non aveva bisogno di altre parole e fece cenno a Karin di raggiungerla.

 

“Saku!”

La bionda si levò dalla folla che si stava dileguando velocemente, mentre Kin restava stesa a terra.

Ino corse ad abbracciare Sakura.

I capelli erano sul terreno. I meravigliosi capelli lunghi di Sakura…eppure a lei non importava.
Stava ridendo. Karin, si voltò verso di lei, prima di raggiungere la signorina Tsunade.

“Ehy, Sakura…”

“Si?” sussurrò la rosa.

Karin si morse un labbro. Aveva avuto torto su Sakura e odiava ricredersi. Ma stavolta dovevo farlo.

“Sei stata grande.”

Ammise Karin, e velocemente se ne andò, cercando di dare meno soddisfazione possibile alla rosa.

“Anche tu” ammise Sakura, sorridendo. Non le importava più dei capelli.

Spazio di Promise

E’ quasi un anno, che non aggiorno. Oggi, mi sono messa a rileggere la storia, che avevo anche continuato,

Mi sono sentita quasi morire dalla vergogna. Ci tenevo davvero tanto a continuare la storia e non posso fare torto a me stessa, per giunta in questo modo.

In pratica…Continuerò la storia. :)

   
 
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