Anime & Manga > Full Metal Alchemist
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Autore: Halina    01/07/2010    1 recensioni
"Alzo gli occhi alle finestre di quella casa che era il rifugio a cui tornare dopo lunghe giornate di lavoro, quella casa che oggi è la mia prigione."
Riza si sente in trappola e Roy si autoinvita a cena.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang | Coppie: Roy/Riza
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: Atmosfera

E’ impeccabile. Non che mi aspettassi altro, ovviamente, Roy Mustang è sempre impeccabile, ma fa uno strano effetto vederlo entrare in casa mia in pantalone scuro, camicia e soprabito: sono troppo abituata alla divisa. Improvvisamente mi sento terribilmente in imbarazzo: non sarà la prima volta che mi vede in pigiama… ma avevo 10 anni l’ultima volta che è successo.

Il suo profumo invade il mio piccolo appartamento, non saprei dire se è il dopobarba, il bagnoschiuma, il deodorante o soltanto lui… è il suo profumo e potrei riconoscerlo tra mille altri. Mi ritrovo stupidamente a sperare che rimanga anche dopo che lui se ne sarà andato.

“E questo lo chiami disordine? Dovresti venire a vedere casa mia un giorno o l’altro!”

E’ fermo al centro del salotto, lo sguardo che passa in rassegna la cucina oltre il basso muretto divisorio e il bagno e la camera che si aprono sulla sinistra. Sorride di nuovo.

“Posso appropriarmi dei fornelli?”

“Certo, faccia pure.”

Appoggia le borse sul muretto, ripiega il soprabito su una sedia e viene verso di me, che mi sto ancora stringendo nel mio pigiama troppo largo vicino all’ingresso. Mi appoggia le mani sulle spalle e mi guarda beffardo: “Riza, te lo chiedo per favore: riusciresti a darmi del tu almeno per questa sera?”

Arrossisco e abbasso lo sguardo, è così vicino che percepisco il suo calore … le sue mani scendono a prendermi le braccia ma non posso che opporre resistenza, la destra nascosta per bene dietro la schiena.

“Che cosa nascondi lì dietro?” chiede lui, curioso. Fa forza, ed è inutile resistergli. La sua espressione cambia quando vede la pistola che ho ancora stretta in pugno. E’ preoccupato, molto preoccupato.

“Riza! Vuoi dirmi che cosa diavolo sta succedendo?”

“Roy … ti prego …”

Ti prego non chiedermelo.

Ancora una volta capisce, non può che capire. Mi sfila gentilmente l’arma dalla mano e l’appoggia su un ripiano della libreria, poi chiude a chiave la porta di ingresso. Certo, non può sapere che sta chiudendo il pericolo dentro con noi. E io non glielo posso dire.

“Avanti… preparo qualcosa da mangiare, hai preferenze?”

“No, va bene tutto… io do una ripulita intanto.”

Lo guardo ancora qualche istante arrotolarsi le maniche della camicia fischiettando e aprire i sacchetti: “Hai un grembiule?”

Mi riscuoto e lo raggiungo, apro un armadietto e gli porgo un semplice grembiule bianco. Lo infila alla testa e si volta. Impiego un istante a capire cosa vuole, poi gli lego i lacci dietro la schiena in un morbido fiocco, le dita che sfiorano appena la stoffa leggera della sua camicia.

Si volta: “Grazie …”

E’ di nuovo troppo vicino.

Lo lascio alle prese con pentole e padelle e faccio un rapido giro della casa, perlomeno a raccogliere i miei vestiti; apro l’armadio della camera e inizio a riporli ordinatamente.

E’ improvviso, istantaneo, una frazione di secondo. L’ho visto con la coda dell’occhio … ma l’ho visto! L’ombra sotto la finestra si è mossa …

Un fragore dalla cucina mi fa volare di scatto, il cuore che batte a mille. Apro il cassetto della biancheria e frugo freneticamente finché le dita si stringono sulla mia piccola Browning. Corro di là.

“Colonnello! Cosa è successo?”

Rimango allibita: Roy è seduto sul pavimento circondato da cocci di piatti.

“Nessun bisogno di sforacchiare nessuno, Riza.. mi sono solo scivolati i piatti … scusa!”

Sospiro e mi appoggio al muro, chiudo gli occhi e cerco di calmarmi: ho probabilmente perso 20 anni di vita negli ultimi  trenta secondi … insieme al mio unico set di piatti. Sento un fruscio e apro gli occhi, Roy si sta rialzando, con la pila di piatti in mano.

Al mio sguardo stupito mi strizza un occhio: “Ah, gli alchimisti … uomini da sposare!”

Non posso fare a meno di sorridere. E’ strano pensare a Roy come a un semplice alchimista dopo tanti anni in cui è sempre stato il Flame Alchemist. L’ho visto imparare a gestire le sue fiamme e utilizzarle per gli scopi più vari - molti non li ricordo volentieri - vederlo aggiustare degli stupidi piatti mi fa molta tenerezza.

In poco più di dieci minuti la tavola è apparecchiata e la cena pronta, aspetto Roy per sedermi ma lui mi sorride, sventolando una confezione tolta da un cassetto: riconosco le candele che tengo lì per emergenza blackout.

“Ho trovato una candela! Che dici…” ammicca sornione “facciamo un po’ di atmosfera?”

“No!” la voce mi esce stridula e fastidiosamente acuta, lui si blocca con le dita a pochi centimetri dall’interruttore e mi guarda stupito, incerto, ferito forse.

Non è questo che volevo! Non voglio rovinare il clima che si sta venendo a creare, ogni secondo che passa mi accorgo di quanto Roy stia riuscendo finalmente a farmi sentire meno abbandonata, quasi felice.

Gli vado incontro, lui mi guarda con aria indecifrabile e non dice nulla. Quando gli sono ormai vicina mi rendo conto che non so cosa dire, cosa fare… Gli prendo entrambe le mani e lo tiro delicatamente lontano dal muro, gli prendo una candela e la accendo con il fuoco del fornello.

“Facciamo tutta l’atmosfera che vuoi… ma lasciamo la luce accesa.” mormoro. Tento un sorriso.

Lui fa un passo avanti, una mano mi afferra dietro la nuca e mi fa chinare il capo, la candela che splende tra noi, la mia fronte appoggia contro la sua e la punta del suo naso sfiora il mio.

“Va tutto bene, Riza, ci sono qui io ora… va tutto bene.”
  
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