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Autore: novemberRose_    01/07/2010    4 recensioni
Lui era così, rimaneva sempre turbato dalle cose più insignificanti: spesso era un odore, un colore, un suono particolare; si creava una dipendenza dalla quale non riusciva mai ad uscire. La ragazza gli passò accanto, quasi sfiorandolo senza vederlo: lei correva, forse era in ritardo, forse qualcosa di importante fuori da quella stanza la attendeva.
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Si mordicchiava nervosamente il labbro inferiore, mentre le sue agili dita continuavano ad attorcigliare una ciocca di capelli ramati come se cercasse un modo qualsiasi per non guardare negli occhi il ragazzo che, di fronte a lei, la osservava in silenzio, con uno strano ghigno dipinto sul volto ed uno sguardo che avrebbe intimidito ed attratto perfino la più innocente della ragazze. Lei non sapeva per quale ragione avesse deciso di scendere nei sotterranei alla ricerca di Lui, eppure lo aveva fatto: era corsa fuori dall’Aula di Antiche Rune subito dopo essere entrata, fingendo un fortissimo dolore all’addome ed invece di recarsi da Madama Chips come aveva detto di fare aveva imboccato tutt’altro percorso che l’aveva condotta fino ai sotterranei. Lì aveva incontrato un divertito Blaise Zabini che le aveva indicato dove aspettare il biondo e poi il ragazzo era andato via, accompagnato da un’ esageratamente bella Greengrass. Hermione non sapeva per quale ragione Zabini non le avesse detto di andarsene, non sapeva neanche come faceva a sapere che lei stava aspettando proprio Malfoy, ma sembrava che in quella scuola nessuno riuscisse ad avere segreti, il che non era sempre un male come le era appena stato dimostrato.

-          L’altro giorno in biblioteca hai dimenticato questo.

Esordì uno stranamente gentile Draco, estraendo dal cassetto proprio dietro di lui il libro di Romeo e Giulietta che tanto l’aveva affascinato. Un’espressione di stupore si dipinse sul volto della Grifondoro che non avrebbe mai creduto di rivedere quell’amatissimo libro cercato così a lungo da aver perso ogni speranza. Si chiedeva come mai l’avesse trovato proprio Malfoy, ma in quel momento non le sembrava certo la domanda più opportuna da fare; diciamo che più che altro non aveva proprio idea di cosa dire, ma non le sembrava il caso di mostrare quella sua debolezza di fronte al Serpeverde.

Prese il libro con mani tremanti, mentre un sorriso di ringraziamento le colorò il volto. Naturalmente al ragazzo non sfuggì lo strano tremore che aveva animato le dita della Granger e, sorpreso per quello strano atteggiamento rimase in silenzio, quasi in contemplazione: nessuna ragazza che era stata con lui in una camera da letto aveva mai avuto paura, anzi. Spesso molte ragazze cercavano di mostrarsi sicure e decise, convinte che fosse questo ciò che Malfoy desiderava.. lo pensava anche lui, almeno fino a quando non si trovò di fronte ad uno spettacolo tanto innocente quanto i comportamenti della Mezzosangue.

-          Tranquilla, non mordo.

-          Mi hanno sempre riferito il contrario.

Lo strano lampo d’orgoglio che illuminò gli occhi color nocciola della ragazza sorprese incredibilmente il giovane rampollo, che trovava la Grifa ogni secondo più interessante. A dire il vero neanche lui aveva la minima idea del perché provasse un simile interesse verso di lei, sapeva soltanto che non riusciva a distogliere lo sguardo.

-          Coraggiosa, Granger; non a caso sei una Grifondoro.

-          Amabile, Malfoy; non a caso sei un Serpeverde.

Lui rise, chiedendosi per quale ragione la ragazza sembrasse acquisire ogni istante di più una sicurezza di cui non era a conoscenza: l’aveva sempre vista in compagnia di quegli idioti di Sfregiato e Lenticchia  ed era sempre stato portato a credere che anche lei fosse come loro. Eppure adesso era quasi certo che quella ragazza dalla bellezza talmente naturale da spiazzarlo nascondesse un carattere forte, focoso, che non si sarebbe voluto perdere per nessuna ragione al mondo.

-          Io...devo andare. È tardi ed Harry e Ron mi aspettano… devo studiare.

Asserì confusamente la ragazza che sembrava aver intuito i pensieri di Draco. In realtà non aveva un vero motivo per andarsene, ma aveva paura di cadere in qualche stupida trappola e non aveva tempo da perdere, lei. Draco alzò il sopracciglio destro.

-          Vuoi dirmi che davvero ti piace passare il tuo tempo in compagnia di quegli sfigati?

-           Si dà il caso che quegli sfigati, come li chiami tu, siano i miei migliori amici.

Il ragazzo scosse appena la testa, leggermente divertito da quella situazione.

-          Non preferiresti rimanere qui, con me?

Chissà per quale ragione le parole appena pronunciate dal Serpeverde apparivano più come un’affermazione che come una domanda, quale avrebbe dovuto essere. Confusa, forse con la mente leggermente annebbiata, Hermione puntò le sue iridi scure in quelle del ragazzo, cercando di capire cosa davvero volesse da lei.

Draco poggiò delicatamente la mano destra sul volto della ragazza che quasi immediatamente avvampò; le lasciò una leggere carezza sulla guancia, senza proferire alcuna parola, poi aprì la porta e lasciò che lei uscisse dalla stanza, senza domandarle altro.

Non appena si trovò da solo si chiese cosa diamine gli stesse accadendo: lui non aveva mai accarezzato una ragazza in vita sua e di certo non aveva mai permesso a nessuno di lasciare la camera senza avere una piccola ricompensa. Sentiva uno strano fastidio, provocato dal suo stesso comportamento; si era forse dimenticato di essere Draco Malfoy? Dio, perché quella ragazza lo confondeva così.

Poggiò la testa al muro, socchiudendo appena gli occhi, cercando di riprendere possesso di se stesso e soprattutto del suo solito comportamento che, diciamocelo, era ben diverso da quello adottato fino a pochi istanti prima. Non sapeva cosa fare, qualsiasi mossa gli sembrava sbagliata.

Qualcosa catturò d’improvviso la sua attenzione: sul letto, un libro aperto sembrava quasi aspettarlo. Che la Granger se ne fosse dimenticata di nuovo?

Si avvicinò e, sottolineata, v’era una frase che convinse definitivamente il caro Draco Malfoy.

 

Oh Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo? Rinnega tuo padre, e rifiuta il tuo nome! O, se non lo vuoi, tienilo pure e giura di amarmi, ed io non sarò più una Capuleti.

  
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