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Autore: Michelle11    02/07/2010    8 recensioni
"Mi bastava quello in fondo, essere importante per lei, poterla proteggere.. mi bastava, no? Ebbene no. Non riuscivo più a trattenermi dall'attrazione fisica che mi legava a quella piccola donna. E avevo paura di questa voglia tremenda, avevo paura di poter da un momento all'altro saltarle addosso senza accorgermene. Cavolo, è mia sorella!" La storia di Letizia e Michele. Due fratelli, non propriamente tali...
Genere: Romantico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.
Mio fratello
2.

Letizia


Ebbene si, aveva ragione Mich.
 Quel sabato sera uscii nuovamente con Daniele. Mangiammo in un piccolissimo ma elegante ristorante e fu una bellissima serata. Lui era molto galante e dolce con me e nello stesso tempo riusciva sempre a farmi ridere. Stavo bene con lui, ma niente di più. Quella stessa sera con la stupida scusa di dover prendere urgentemente una cosa a casa mi porto da lui e guarda caso la casa era completamente vuota. Mi spaventai. Non era pronta ad avere un rapporto sessuale, specialmente con lui. Ero ancora vergine e sarei voluta rimanerlo ancora per un bel pò. Rimasi vicinissima alla porta, pronta a fuggire se ce ne fosse stato bisogno. Ok, forse stavo un pò esagerando, ma Michele mi aveva spiegato bene come lui "usava" le ragazze e non volevo essere una delle tante. "Siediti Leti" mi disse indicandomi con un sorriso gentile il divano. Sospirai e mi sedetti. Senza accorgermene strofinavo le mani sulle gambe avanti e indietro cercando di calmare la tensione, allungando inavvertitamente l'orlo della gonna che indossavo. Dopo poco mi chiamò "Vieni Leti!"  tentennai, ma lui arrivò tirandomi per un braccio nella sua stanza. "Senti Daniele io.." mi zittì baciandomi. Inizialmente ricambiai, ma quando le sue mani incominciarono ad accarezzare la mia pelle sotto i vestiti mi alzai di scatto allontanandolo da me. "Sei impazzito? Non stiamo nemmeno insieme! Non ti permettere mai più a toccarmi!" cercai di mostrarmi sicura di me, ma lui rise amaro e mi venne incontro sfidandomi mentre io indietreggiavo ad ogni suo passo. "Daniele smettila, mi fai paura!" "Dai, tesoro, lasciati andare... anche perché non hai altra scelta!" mi spinse contro il muro appoggiandoci le mani. Ero circondata e non potevo muovermi. Mi sentivo tremare terrorizzata e non avevo la più pallida idea di come uscire da quella situazione, ma l'unica cosa che riuscivo a immaginare era l'espressione di mio fratello quando sarebbe venuto a sapere dell'accaduto. Quando iniziò a sbottonarmi la camicietta e appoggiò le sue labbra bavose sul mio collo riuscii a reagire. Gli tirai, infatti, una ginocchiata proprio che lo fece subito cadere in terra sbraitando. Approfittai della situazioni per abbandonare subito il palazzo. Mi nascosi, ancora scossa, dietro il primo angolo che trovai e chiamai Michele scongiurandolo di venirmi a prendere. Arrivò quasi subito. Con espressione preoccupata scese dal motorino guardandosi attorno. Corsi verso di lui e senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi mi strinsi al suo petto. "Ora andiamo a casa" la sua voce era di ghiaccio e non riuscivo a capire perché.



Michele


Ero stato in ansia tutta la sera. Sapevo quali specie di fantasie giravano nella testa di Daniele su mia sorella e non potevo assolutamente accettare il fatto che uscisse con lei. Ma purtroppo aveva ragione lei, non glielo potevo impedire. I miei erano andati a cena fuori sicuri che anch'io sarei uscito essendo sabato sera, ma ero troppo agitato. Passai tutto il tempo a casa camminando avanti e indietro per i corridoi, stringendo i pugni e osservando ogni istante l'orologio. Quando mi squillò il cellulare e lessi il suo nome andai fuori di me, sapendo con certezza che quel maiale le aveva fatto qualcosa. "Che è successo?" la sua voce era rotta, terrorizzata, non ci vedevo più dalla rabbia "Vieni ti prego.. Sono sotto casa sua" riattaccai senza neanche rispondere e mi precipitai da lei. Scesi e lei mi corse incontro abbracciandomi. "Ora andiamo a casa". Ero furioso. Abbracciandomi aveva stretto tra le sue piccole mani la mia maglietta e non riuscii a guardarmi negli occhi. Si sentiva in colpa e questo significava solo una cosa. Si era donata a lui. Quel piccolo fiore aveva perso la sua verginità con un maiale che voleva solo divertirsi perché le seghe che continuamente si faceva nel suo bagno non bastavano a soddisfare il suo malato bisogno di sesso. Cazzo. Io lo uccido! "Michele ti prego rallenta!" dalla rabbia che mi scorreva nel corpo graffiandomi la pelle non mi accorsi di quanto andassi veloce e, per non spaventarla, cercai di fare come mi aveva detto. Arrivati casa, non riuscii ad affrontarla. Ero troppo arrabbiato e non volevo mi vedesse così. Entrai in camera mia sbattendo la porta. Anche in quel momento incominciai a muovermi avanti e indietro per casa cercando di cancellare quelle immagini di loro due insieme che si affacciavano crudeli nella mia mente. Mi fermai davanti a un piccolo disegno che mi fece da piccola sul quale c'era disegnato un mio ritratto con scritto "Il mio principe". Come ogni volta sorrisi guardandolo, ma ricordando tutti gli avvenimenti da poco accaduti una corda strettissima mi stritolò il cuore togliendomi il respiro. "Mich posso entrare?" la sua era quasi una supplica, aveva bisogno di un fratello ora, non dovevo tirarmi indietro. Gli aprii la porta e si gettò sopra di me abbracciandomi. "Vieni lizzy" la portai sul letto e lei mi abbracciò nascondendo il viso sulla mia spalla. I suoi sospiri caldi mi accarezzavano la pelle del collo, sarei potuto impazzire. "Ora dimmi, che è successo?" i suoi respiri si fecero sempre più irregolari e sentii il suo petto muoversi su e giù come se cercasse di trattenere il pianto. "Dai, piccola sfogati..." e scoppiò a piangere. Quel mostro! Le aveva fatto male? Si era già pentita? Si sentiva in colpa verso di me? Non lo so, ma vederla piangere in quel modo mi distruggeva l'anima. Era fra le mie braccia disperata e io? Io non potevo fare nulla se non accarezzarle quella bellissima chioma rossa che nascondeva il suo bellissimo viso. "Mich, mi dispiace! Avevi ragione tu... Lui... lui ha cercato di.. insomma, hai capito!" si spostò meglio e alzò il viso verso di me "Mi ha spinto contro il muro, ma l'ho colpito e sono riuscita a scappare.." quindi non avevano fatto sesso! "Ho avuto tanta paura, avrei voluto averti ascoltato..." Non avevano fatto sesso! La strinsi più forte, egoisticamente gioioso di quella notizia, ma ricollegato il cervello capii che quel verme stava per molestare mia sorella! "IO LO UCCIDO!" urlai sollevandomi "Stai tranquilla piccola.. In fondo non potevi sapere, ma ora gliela faccio vedere io!" mi alzai dirigendomi sicuro verso la porta quando mi chiamò. "Ti prego Mich no, lascia perdere! Io ho bisogno di te, ti prego, devo stare con te!" mi sciolsi a quelle parole e sentii una grande pena, piena d'amore, avvolgermi il cuore. Come aveva potuto far sparire quel suo stupendo sorriso? In quel momento giurai a me stesso che al più presto sarei riuscito a rifarla ridere spensierata. Ritornai da lei riaccogliendola fra le mie braccia e passammo la notte così abbracciati con lei che si sfogava ed io che la ammiravo sognante cercando di rassicurarla. "Ci sarò sempre per te Lizzy, sempre".







Grazie mille a tutti! Sono così contenta che vi abbia incuriosito! :) Spero vi piaccia anche questo capitolo.. Fatemi sapere!

Un bacio a tutti!

 
  
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