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Autore: I__Freddi    03/07/2010    2 recensioni
"Scelsi lui, e l'altro scomparve..." intrigante? xD è la nostra prima ff insieme, speriamo vi piaccia =) ( ci saranno vari litigi ed incomprensioni tra gli autori, ma la storia ANDRà avanti!! :P) Ps: è una EDWARD/BELLA
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ehm... Ciao a tutti i gentili lettori. Per favore, non linciatemi! Colpa degli esami e di quegli stupidi virus! Scusate, scusate, scusate! Comunque, Kekka e Andrea sono tornati con il nuovo capitolo! Lo scorso era bello, neh? lo penso anche io^^ Sono brava come lecchina, vero Andrea? //devo ammansirlo, o mi lincia anche lui!// Scherzo! xD
Comunque, ecco il nuovo capitolo. Ho penato per scriverlo.
Alla fine, ringraziamenti. Le recensioni non le rispondo, dato che Andrea ha già fatto.
Capitolo VII
Mi guardai allo specchio un’ultima volta, e decretai che stavo abbastanza bene.
Un paio di jeans scuri, una felpa, e le mie Converse: vestiti comodi ed essenziali.
Dopotutto era una semplice uscita di gruppo tra amici.
Misi un po’ di matita, per risaltare il mio sguardo cioccolato; truccarmi mi sembrava giusto. Uscivo con Edward- ed anche con la sua amica/ragazza e Ben- , e non volevo apparire sciatta vicino a lui. O forse, semplicemente, volevo essere almeno carina.
Ma se lui avesse portato la sua ragazza, io come mi sarei dovuta comportare?
Non ne avevo la più pallida idea, comunque speravo che la sua accompagnatrice fosse solo una sua amica.
Guardai l’orologio, mancavano venti minuti alle 3, e Ben sarebbe passato a momenti. Andai da mia madre << ciao, mamma, io esco. >> annunciai, con un sorriso. << dove vai? >> domandò. Cos’era, sospettosa?
<< esco con Ben, e degli altri amici. >> mi strinsi nelle spalle, e mi spostai una ciocca ribelle dal viso.
<< Voi due siete delle sanguisughe, state sempre appiccicati. Se non sapessi che siete migliori amici, penserei che stiate insieme. >> alzai gli occhi al cielo, esasperata.
<< stai attenta!! >> raccomandò poi, lanciandomi un’occhiata ammonitrice. Annuii solamente, poi raccattai la borsetta e uscii di casa. La macchina di Ben parcheggiò proprio in quel momento davanti al vialetto di casa mia, e io corsi alla sua macchina. << ciao Ben! >>
<< Bella, ciao! >> disse solare, rivolgendomi un sorriso amichevole. Salii sull’auto e richiusi la portiera. Mi voltai verso quel santo del mio amico fidato.
<< senti, ti volevo ringraziare. Sei un tesoro, non so come avrei fatto se non ci fossi stato tu oggi. >>
Lui ridacchiò, annuendo. << già, sei succube del mio potere. >> e rise ancora.
<< andiamo, dai, che manca dieci! >> esortai, e lui avviò nuovamente il motore.
Nell’auto regnava il silenzio, ma non era fastidioso o imbarazzante. Io e Ben ci capivamo, eravamo migliori amici, dopotutto. Ci conoscevamo da sempre, praticamente. Benché avessimo la stessa età, lui mi difendeva sempre da quelli più grandi, era il mio protettore. Ben era un ragazzo simpatico e dolce, con un sorriso amichevole rivolto sempre a tutti- tranne a chi lo faceva arrabbiare, sia chiaro.
Era il mio confidente, io e lui parlavamo di tutto. Era come un fratello per me.
<< è carino? >> ruppe il silenzio, io mi voltai verso di lui, con un’espressione confusa che lo fece sorridere.
<< eh? >>
<< il ragazzo per cui hai una cotta, è carino? >> lo trucidai con lo sguardo, e lui rise ancora. << non ho nessuna cotta, io. È solo un amico. Comunque, sì, è molto carino. >>
<< se se, un amico.. >> commentò, e gli diedi una sberla sul braccio.
<< che scemo che sei. >> e rise ancora. Quel giorno aveva la ridarella, a quanto pareva.
Arrivammo. Ben parcheggiò l’auto, poi scendemmo e andammo alla tabaccheria, qualche metro più in là.
<< ehi, Bella! >> mi sentii chiamare da una voce più che famigliare. Mi voltai nella direzione da cui proveniva, e lo vidi sbracciarsi, per salutarmi. Edward. Al suo fianco c’era una ragazza, sembrava timida. Aveva lo sguardo fisso su Ben, e lui, d’altro canto, continuava a guardare lei.
<< Edward, ciao! >> alzai un braccio, e salutai. Ci raggiunsero, la ragazza fece un debole saluto, imbarazzata.
<< Bella, lei è Angela, la mia migliore amica. Angela, Bella. >> lei sorrise, più a suo agio. << ah, allora sei tu la ragazza di cui Edward parla tanto. Piacere! >> la sua affermazione mi sorprese, e dovevo ammetterlo, mi lusingò. Edward arrossì, e ridacchiò nervosamente. Risi, porgendole una mano. << oh, lo spero! Piacere, Isabella. >>
Lei la strinse, sorridente.
Ben, al mio fianco, aveva gli occhi a cuoricini intermittenti.
<< Edward, Angela, lui è Ben, il mio migliore amico da sempre. >> dissi orgogliosa del tempo da cui ci conoscevamo. << piacere, Ben. Bella mi ha implorato oggi di venire, rischiava di avere un attacco di panico da un momento all’altro, se le avessi detto no. >> ridacchiarono, mentre io arrossii. Era vero, dopotutto. Solo a pensare a Edward mi veniva la tachicardia, ma non era la mia malattia. Ne ero certa. Semplicemente, era lui, che con la sua presenza mi mandava in subbuglio. Ma, dopotutto, c’era qualcuno più bello di lui?
<< Edward >> l’angelo porse la mano al mio amico, e lui la strinse con un sorriso.
<< io direi di incamminarci. >> propose Angela, sorridente.
<< concordo: dove potremmo andare? >> domandai. Ero curiosa di sapere come si sarebbe evoluto il pomeriggio.
<< che ne dite di prendere un gelato? Io ho fame. >>
<< Ben, tu hai sempre fame. >> commentai, facendo ridere tutti a parte il mio amico.
<< beh, ho fame anche io. – disse Edward – Quindi, direi che è un’idea fantastica. >>
<< abbiamo due pozzi senza fondo per amici. >> commentò Angela, facendomi scoppiare a ridere. Ci incamminammo, chiacchierando. Io stavo vicina ad Angela, che mi raccontava delle storielle buffe su Edward, e io non facevo altro che ridere. Ovviamente, poi, parlavo io delle mie (dis)avventure con Ben e dei casini che combinavamo. Lei ascoltava assorta, ogni cosa riguardasse Ben le faceva brillare gli occhi. Il mio amico, ogni tanto, lanciava occhiate furtive alla ragazza a fianco a me, credendo che nessuno lo vedesse. Non sapevo se lei se ne fosse accorta, ma anche lei, quando poteva, gli lanciava degli sguardi. Io e Angela ci trovavamo qualche metro indietro rispetto a loro, che ridevano. Mi persi ad ammirare Edward. Anche di schiena era bello. Solo in quel momento osservai com’era vestito: indossava una camicia nera – i primi due bottoni aperti, come sempre – e le maniche di essa erano arrotolate sui gomiti. I jeans erano semplici, scuri; ai piedi portava delle All Star. Stava benissimo così, come con ogni altra cosa indossasse. Avevo capito che Edward era, in tutto, una persona affascinante. Di lui ti incantava dal suo magnifico sorriso sghembo, al modo di passarsi una mano tra quei capelli mai pettinati, al modo di camminare. Era semplicemente una persona splendida, in tutto. Aveva un bel carattere, era una persona buona e gentile, rispettosa delle altre persone, spiritosa, a volte arrogante o forse solo ‘leggermente’ orgogliosa.
Già, proprio una bella persona. E non solo fisicamente.
E non mi stupivo che lui e Angela fossero così uniti. Anche lei era una ragazza fantastica, buona e dolce.
<< ti piace? >> domandò. Mi voltai verso di lei, confusa.
<< come, scusa? >> chiesi. Mi sentivo una scema, ma davvero, non avevo capito.
<< Edward, ti piace? >> ripeté. Immaginai la mia bocca cadere fino a terra. Non sapevo che rispondere alla mia nuova amica. Magari gliel’avrebbe detto, anche se sentivo di potermi fidare di lei. No. Non gli avrebbe detto nulla.
<< ragazze, è questa la gelateria: qui fanno i gelati migliori del mondo! >> enfatizzò Ben. Edward, al suo fianco, sembrava concordare. Li ringraziai mentalmente, non sapevo proprio cosa rispondere ad Angela. Entrammo. Come gli altri tre, feci passare lo sguardo su ogni gusto, in cerca di quello che mi attirava di più.
<< mmh, io un cono al fiordilatte. >> dissi, e l’uomo dietro al bancone mi preparò il gelato. In quel momento notai lo sguardo di Edward su di me, ed io arrossii. Perché mi fissava, diamine?!
Ridacchiò, poi rivolse l’attenzione al gelataio: << io, un cono al caffè. >>
*****
Passeggiavamo tra le strade di Phoenix. Io ero tra Angela e Edward, che finivamo ancora di sgranocchiare i nostri snack. Ben, che aveva preso più gusti di noi, aveva finito già.
<< e così, anche voi abitate a Phoenix.. incredibile che non ci siamo mai visti. >> commentò Angela.
<< già, è strano. Eppure, a volte il mondo sa’ essere davvero piccolo, giusto Bella? >> Edward ammiccò in mia direzione, e io ridacchiai- arrossendo- per l’incontro del giorno prima. Anzi, per gli incontri del giorno prima. Edward ed io c’eravamo incontrati puramente per casualità all’ospedale, poi ancora al mercato. Ed infine, pure davanti al tabaccaio. Forse era destino che diventassimo amici.
<< davvero! Borsetta, mele, foulard.. >> rammentai, ridacchiando con lui, sotto lo sguardo curioso dei nostri amici. Ma non era importante, e gli facemmo capire di lasciar stare. Storia troppo complicata e lunga, per i miei gusti.
<< ah. Ben, sai che Jess ieri ha dormito a casa mia? Non la tolleravo più. >> sospirai, facendolo ridere. << scommetto che l’idea non è stata tua. >> scossi la testa in segno di diniego. Rise ancora: << tua madre sa essere impossibile! >> Annuii, sconsolata: aveva ragione, eccome se aveva ragione!
Ci sedemmo su una panchina, per il marciapiede. << è l’amica dello smalto? >> chiese Edward, divertito.
<< già, sai che poi mi ha chiesto davvero quale smalto doveva mettersi? È stato orribile sapere che c’avevo azzeccato. >> sbottai.
<< hai dormito bene, stanotte? >> domandò. Sul suo viso si disegnò un ghigno divertito.
Cosa intendeva?
<< perché? >>
<< beh, dopo aver visto il video di un parto, io avrei gli incubi. >> disse, stringendosi nelle spalle. Fece ridere Angela e Ben.
<< ma tu mica vorresti fare il medico? >> incalzai, scrutandolo. Ridacchiai divertita dalla sua espressione eloquente. << non sarò un ostetrico, né ginecologo. Mi do’ alla chirurgia, io. >> disse saccente, gonfiando il petto e vantandosi come un tacchino - pavone. Gli feci la linguaccia: << tanto è uguale. >> ancora risate.
<< ragazzi, alle 4:00 danno Face Punch.. che ne dite di andare a vederlo? >> propose Edward, entusiasta.
<< mh, armi, adrenalina.. sì, proprio il mio genere!>> commentai, deglutendo a vuoto.
<< oh, dai Bella. Come sei fifona: abbiamo anche visto venerdì 13, adesso dovresti essere immune ad ogni genere di Horror o di thriller!>> disse Ben, con enfasi.
<< si certo, e non ho dormito per settimane! >> sbottai. Gli altri scoppiarono a ridere, come se fosse divertente.
<< beh, comunque per me è okay.>> concordò Ben: che traditore.
<< perfetto!>>
****
Mamma, che strazio. Non sapevo cosa mi desse più fastidio, tra la vista del sangue e cadaveri, e Angela e Ben che si sbaciucchiavano. Erano peggio di sanguisughe, non si staccavano più! Ero quasi certa che sarebbero schiattati per mancanza di ossigeno nei polmoni, non si separavano nemmeno per respirare!
<< ehi, secondo te si metteranno insieme prima di tornare a casa? >> mormorò Edward al mio orecchio. Gli lanciai un’occhiata eloquente, che a causa del buio non notò.
<< non ti sembra ovvia come risposta?>> risposi, ironica. Rise, mentre tutto il cinema era muto: era la scena cruciale del film, il protagonista si accasciò per terra, e lui rideva. Ottenne un’occhiataccia dai tizi di fronte a noi. Mi morsi il labbro, cercavo di non seguirlo a ruota.
****
<< è stato un bel pomeriggio. Mi sono divertita molto >> dissi sorridente. Eravamo tornati al tabacchino, era ora di salutarsi. Un po’ mi dispiaceva lasciarlo.
<< anche io, beh.. ci, ci vediamo. >> balbettò Edward, sorridendo.
<< oh, okay amore, ci sentiamo stasera.>> Angela e Ben si baciarono ancora. Non ne avevano ancora abbastanza, dopo DUE ore di film?
<< beh, ciao ragazzi! Ci sentiamo presto! >> detto ciò, io e Ben montammo sulla sua auto, e sgommammo verso casa mia.
Ah, che giornata.
*angolino autori*
Allora, sciuri, piaciuto? Incrocio le dita! Forse è un po' lungo. Comunque.
Ringraziamo le 7 persone che hanno questa storia come preferiti! Olè!
Un grazie speciale alle 25 persone che la seguono! Olè!
Thanks alle 4 persone che hanno ricordato! Olè!


  
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