- Ehm... Ciao a tutti i gentili lettori. Per favore, non linciatemi! Colpa degli esami e di quegli stupidi virus! Scusate, scusate, scusate! Comunque, Kekka e Andrea sono tornati con il nuovo capitolo! Lo scorso era bello, neh? lo penso anche io^^ Sono brava come lecchina, vero Andrea? //devo ammansirlo, o mi lincia anche lui!// Scherzo! xD
- Comunque, ecco il nuovo capitolo. Ho penato per scriverlo.
- Alla fine, ringraziamenti. Le recensioni non le rispondo, dato che Andrea ha già fatto.
- Capitolo
VII
- Mi
guardai allo specchio un’ultima volta, e decretai che stavo abbastanza
bene.
- Un
paio di jeans scuri, una felpa, e le mie Converse: vestiti comodi ed
essenziali.
- Dopotutto
era una semplice uscita di gruppo tra amici.
- Misi
un po’ di matita, per risaltare il mio sguardo cioccolato; truccarmi mi
sembrava giusto. Uscivo con Edward- ed anche con la sua amica/ragazza e
Ben- ,
e non volevo apparire sciatta vicino a lui. O forse, semplicemente,
volevo
essere almeno carina.
- Ma
se lui avesse portato la sua ragazza, io come mi sarei dovuta
comportare?
- Non
ne avevo la più pallida idea, comunque speravo che la sua
accompagnatrice fosse
solo una sua amica.
- Guardai
l’orologio, mancavano venti minuti alle 3, e Ben sarebbe passato a
momenti.
Andai da mia madre << ciao, mamma, io esco. >> annunciai,
con un
sorriso. << dove vai? >> domandò. Cos’era, sospettosa?
- <<
esco con Ben, e degli altri amici. >> mi strinsi nelle spalle, e
mi
spostai una ciocca ribelle dal viso.
- <<
Voi due siete delle sanguisughe, state sempre appiccicati. Se non
sapessi che
siete migliori amici, penserei che stiate insieme. >> alzai gli
occhi al
cielo, esasperata.
- <<
stai attenta!! >> raccomandò poi, lanciandomi un’occhiata
ammonitrice.
Annuii solamente, poi raccattai la borsetta e uscii di casa. La
macchina di Ben
parcheggiò proprio in quel momento davanti al vialetto di casa mia, e
io corsi
alla sua macchina. << ciao Ben! >>
- <<
Bella, ciao! >> disse solare, rivolgendomi un sorriso amichevole.
Salii
sull’auto e richiusi la portiera. Mi voltai verso quel santo del mio
amico
fidato.
- <<
senti, ti volevo ringraziare. Sei un tesoro, non so come avrei fatto se
non ci
fossi stato tu oggi. >>
- Lui
ridacchiò, annuendo. << già, sei succube del mio potere. >>
e rise
ancora.
- <<
andiamo, dai, che manca dieci! >> esortai, e lui avviò nuovamente
il
motore.
- Nell’auto
regnava il silenzio, ma non era fastidioso o imbarazzante. Io e Ben ci
capivamo, eravamo migliori amici, dopotutto. Ci conoscevamo da sempre,
praticamente. Benché avessimo la stessa età, lui mi difendeva sempre da
quelli
più grandi, era il mio protettore. Ben era un ragazzo simpatico e
dolce, con un
sorriso amichevole rivolto sempre a tutti- tranne a chi lo faceva
arrabbiare,
sia chiaro.
- Era
il mio confidente, io e lui parlavamo di tutto. Era come un fratello
per me.
- <<
è carino? >> ruppe il silenzio, io mi voltai verso di lui, con
un’espressione confusa che lo fece sorridere.
- <<
eh? >>
- <<
il ragazzo per cui hai una cotta, è carino? >> lo trucidai con lo
sguardo, e lui rise ancora. << non ho nessuna cotta, io. È solo
un amico.
Comunque, sì, è molto carino. >>
- <<
se se, un amico.. >> commentò,
e gli diedi una sberla sul braccio.
- <<
che scemo che sei. >> e rise ancora. Quel giorno aveva la
ridarella, a
quanto pareva.
- Arrivammo.
Ben parcheggiò l’auto, poi scendemmo e andammo alla tabaccheria,
qualche metro
più in là.
- <<
ehi, Bella! >> mi sentii chiamare da una voce più che famigliare.
Mi
voltai nella direzione da cui proveniva, e lo vidi sbracciarsi, per
salutarmi. Edward.
Al suo fianco c’era una ragazza, sembrava timida. Aveva lo sguardo
fisso su
Ben, e lui, d’altro canto, continuava a guardare lei.
- <<
Edward, ciao! >> alzai un braccio, e salutai. Ci raggiunsero, la
ragazza
fece un debole saluto, imbarazzata.
- <<
Bella, lei è Angela, la mia migliore amica. Angela, Bella. >> lei
sorrise,
più a suo agio. << ah, allora sei tu la ragazza di cui Edward
parla
tanto. Piacere! >> la sua affermazione mi sorprese, e dovevo
ammetterlo,
mi lusingò. Edward arrossì, e ridacchiò nervosamente. Risi, porgendole
una
mano. << oh, lo spero! Piacere,
Isabella. >>
- Lei
la strinse, sorridente.
- Ben,
al mio fianco, aveva gli occhi a cuoricini intermittenti.
- <<
Edward, Angela, lui è Ben, il mio migliore amico da sempre. >>
dissi
orgogliosa del tempo da cui ci conoscevamo. << piacere, Ben.
Bella mi ha
implorato oggi di venire, rischiava di avere un attacco di panico da un
momento
all’altro, se le avessi detto no. >> ridacchiarono, mentre io
arrossii.
Era vero, dopotutto. Solo a pensare a Edward mi veniva la tachicardia,
ma non
era la mia malattia. Ne ero certa. Semplicemente, era lui, che con la
sua
presenza mi mandava in subbuglio. Ma, dopotutto, c’era qualcuno più
bello di
lui?
- <<
Edward >> l’angelo porse la mano al mio amico, e lui la strinse
con un
sorriso.
- <<
io direi di incamminarci. >> propose Angela, sorridente.
- <<
concordo: dove potremmo andare? >> domandai. Ero curiosa di
sapere come
si sarebbe evoluto il pomeriggio.
- <<
che ne dite di prendere un gelato? Io ho fame. >>
- <<
Ben, tu hai sempre fame. >>
commentai, facendo ridere tutti a parte il mio amico.
- <<
beh, ho fame anche io. – disse Edward – Quindi, direi che è un’idea
fantastica.
>>
- <<
abbiamo due pozzi senza fondo per amici. >> commentò Angela,
facendomi
scoppiare a ridere. Ci incamminammo, chiacchierando. Io stavo vicina ad
Angela,
che mi raccontava delle storielle buffe su Edward, e io non facevo
altro che
ridere. Ovviamente, poi, parlavo io delle mie (dis)avventure con Ben e
dei
casini che combinavamo. Lei ascoltava assorta, ogni cosa riguardasse
Ben le faceva
brillare gli occhi. Il mio amico, ogni tanto, lanciava occhiate furtive
alla
ragazza a fianco a me, credendo che nessuno lo vedesse. Non sapevo se
lei se ne
fosse accorta, ma anche lei, quando poteva, gli lanciava degli sguardi.
Io e Angela
ci trovavamo qualche metro indietro rispetto a loro, che ridevano. Mi
persi ad
ammirare Edward. Anche di schiena era bello. Solo in quel momento
osservai
com’era vestito: indossava una camicia nera – i primi due bottoni
aperti, come
sempre – e le maniche di essa erano arrotolate sui gomiti. I jeans
erano
semplici, scuri; ai piedi portava delle All Star. Stava benissimo così,
come
con ogni altra cosa indossasse. Avevo capito che Edward era, in tutto,
una
persona affascinante. Di lui ti incantava dal suo magnifico sorriso
sghembo, al
modo di passarsi una mano tra quei capelli mai pettinati, al modo di
camminare.
Era semplicemente una persona splendida, in tutto. Aveva un bel
carattere, era
una persona buona e gentile, rispettosa delle altre persone, spiritosa,
a volte
arrogante o forse solo ‘leggermente’ orgogliosa.
- Già,
proprio una bella persona. E non solo fisicamente.
- E
non mi stupivo che lui e Angela fossero così uniti. Anche
lei era una ragazza fantastica, buona e
dolce.
- <<
ti piace? >> domandò. Mi voltai verso di lei, confusa.
- <<
come, scusa? >> chiesi. Mi sentivo una scema, ma davvero, non
avevo
capito.
- <<
Edward, ti piace? >> ripeté. Immaginai la mia bocca cadere fino a
terra.
Non sapevo che rispondere alla mia nuova amica. Magari gliel’avrebbe
detto,
anche se sentivo di potermi fidare di lei. No. Non gli avrebbe detto
nulla.
- <<
ragazze, è questa la gelateria: qui fanno i gelati migliori del mondo!
>>
enfatizzò Ben. Edward, al suo fianco, sembrava concordare. Li
ringraziai
mentalmente, non sapevo proprio cosa rispondere ad Angela. Entrammo.
Come gli
altri tre, feci passare lo sguardo su ogni gusto, in cerca di quello
che mi
attirava di più.
- <<
mmh, io un cono al fiordilatte. >> dissi, e l’uomo dietro al
bancone mi
preparò il gelato. In quel momento notai lo sguardo di Edward su di me,
ed io
arrossii. Perché mi fissava, diamine?!
- Ridacchiò,
poi rivolse l’attenzione al gelataio: << io, un cono al caffè.
>>
- *****
- Passeggiavamo
tra le strade di Phoenix. Io ero tra Angela e Edward, che finivamo
ancora di
sgranocchiare i nostri snack. Ben, che aveva preso più gusti di noi,
aveva
finito già.
- <<
e così, anche voi abitate a Phoenix.. incredibile che non ci siamo mai
visti.
>> commentò Angela.
- <<
già, è strano. Eppure, a volte il mondo sa’ essere davvero piccolo,
giusto
Bella? >> Edward ammiccò in mia direzione, e io ridacchiai-
arrossendo-
per l’incontro del giorno prima. Anzi, per gli
incontri del giorno prima. Edward ed io c’eravamo incontrati puramente
per
casualità all’ospedale, poi ancora al mercato. Ed infine, pure davanti
al
tabaccaio. Forse era destino che diventassimo amici.
- <<
davvero! Borsetta, mele, foulard.. >> rammentai, ridacchiando con
lui,
sotto lo sguardo curioso dei nostri amici. Ma non era importante, e gli
facemmo
capire di lasciar stare. Storia troppo complicata e lunga, per i miei
gusti.
- <<
ah. Ben, sai che Jess ieri ha dormito a casa mia? Non la tolleravo più.
>> sospirai, facendolo ridere. << scommetto che l’idea non
è stata
tua. >> scossi la testa in segno di diniego. Rise ancora:
<< tua
madre sa essere impossibile! >> Annuii, sconsolata: aveva
ragione, eccome
se aveva ragione!
- Ci
sedemmo su una panchina, per il marciapiede. << è l’amica dello
smalto?
>> chiese Edward, divertito.
- <<
già, sai che poi mi ha chiesto davvero quale smalto doveva mettersi? È
stato
orribile sapere che c’avevo azzeccato. >> sbottai.
- <<
hai dormito bene, stanotte? >> domandò. Sul suo viso si disegnò
un ghigno
divertito.
- Cosa
intendeva?
- <<
perché? >>
- <<
beh, dopo aver visto il video di un parto, io avrei gli incubi.
>> disse,
stringendosi nelle spalle. Fece ridere Angela e Ben.
- <<
ma tu mica vorresti fare il medico? >> incalzai, scrutandolo.
Ridacchiai
divertita dalla sua espressione eloquente. << non sarò un
ostetrico, né
ginecologo. Mi do’ alla chirurgia, io. >> disse saccente,
gonfiando il
petto e vantandosi come un tacchino - pavone. Gli feci la linguaccia:
<<
tanto è uguale. >> ancora risate.
- <<
ragazzi, alle 4:00 danno Face Punch..
che ne dite di andare a vederlo? >> propose Edward, entusiasta.
- <<
mh, armi, adrenalina.. sì, proprio il
mio genere!>> commentai, deglutendo a vuoto.
- <<
oh, dai Bella. Come sei fifona: abbiamo anche visto venerdì
13, adesso dovresti essere immune ad ogni genere di Horror
o di thriller!>> disse Ben, con enfasi.
- <<
si certo, e non ho dormito per settimane!
>> sbottai. Gli altri scoppiarono a ridere, come se fosse
divertente.
- <<
beh, comunque per me è okay.>> concordò Ben: che traditore.
- <<
perfetto!>>
- ****
- Mamma, che strazio.
Non sapevo cosa mi desse più fastidio, tra la vista del sangue e
cadaveri, e Angela
e Ben che si sbaciucchiavano. Erano peggio di sanguisughe, non si
staccavano più!
Ero quasi certa che sarebbero schiattati per mancanza di ossigeno nei
polmoni,
non si separavano nemmeno per respirare!
- <<
ehi, secondo te si metteranno insieme prima di tornare a casa? >>
mormorò
Edward al mio orecchio. Gli lanciai un’occhiata eloquente, che a causa
del buio
non notò.
- <<
non ti sembra ovvia come risposta?>> risposi, ironica. Rise,
mentre tutto
il cinema era muto: era la scena cruciale del film, il protagonista si
accasciò
per terra, e lui rideva. Ottenne un’occhiataccia
dai tizi di fronte a noi. Mi morsi il labbro, cercavo di non seguirlo a
ruota.
- ****
- <<
è stato un bel pomeriggio. Mi sono divertita molto >> dissi
sorridente. Eravamo
tornati al tabacchino, era ora di salutarsi. Un po’ mi dispiaceva
lasciarlo.
- <<
anche io, beh.. ci, ci vediamo. >> balbettò Edward, sorridendo.
- <<
oh, okay amore, ci sentiamo stasera.>> Angela e Ben si baciarono ancora. Non ne avevano ancora
abbastanza, dopo DUE ore di film?
- <<
beh, ciao ragazzi! Ci sentiamo presto! >> detto ciò, io e Ben
montammo
sulla sua auto, e sgommammo verso casa mia.
- Ah, che giornata.
- *angolino autori*
- Allora, sciuri, piaciuto? Incrocio le dita! Forse è un po' lungo. Comunque.
- Ringraziamo le 7 persone che hanno questa storia come preferiti! Olè!
- Un grazie speciale alle 25 persone che la seguono! Olè!
- Thanks alle 4 persone che hanno ricordato! Olè!