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Autore: Mizar    03/07/2010    2 recensioni
"L’unica persona che può aiutarci a sconfiggere l’Oscuro Signore è quella ragazzina e tu devi ASSOLUTAMENTE andarla a prendere!". La nuova missione che Silente ha affidato alla sua spia, Severus Piton, pare una cosa ai limiti dell'assurdo. Cosa starà tramando la mente più contorta di Hogwarts?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Remus/Sirius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Occhio malocchio prezzemolo e finocchio…


" Ah, che cosa non si deve fare per la Regina e per il paese...”
(Agente 007 si vive solo due volte)



Remus e Severus erano preoccupatissimi.
Dopo vari confronti tra loro e consulti con altri membri dell’Ordine della Fenice, erano certi che Silente avesse preso un abbaglio quando aveva indicato Gaia come il nocciolo della profezia che avrebbe portato alla sconfitta di Voldemort e cominciavano a temere che la vecchiaia gli avesse giocato un brutto scherzo.
Quel pomeriggio il professore di pozioni avrebbe tentato, ancora una volta, di fare ragionare il potente mago sulla pericolosità delle sue scelte, ma se si fosse incaponito a portare avanti quel piano maldestro avrebbero dovuto prendere drastici provvedimenti.
Fu quindi con una certa apprensione che si presentò all’appuntamento.
Albus lo ricevette con la consueta cortesia, facendolo accomodare e chiamando un elfo perché servisse uno spuntino.
“Nonostante l’increscioso incidente che ti ha reso vittima della signorina Malatesta, sono molto contento di costatare che hai eseguito i miei ordini alla lettera, caro Severus”, disse allegro, dopo aver sentito il resoconto dei progressi di Gaia dalle labbra imbronciate del pozionista.
“Grazie”, rispose asciutto Severus, sorseggiando il the freddo che gli era stato servito.
“Ormai il tempo stringe e pensavo di fare in modo che la ragazza incontrasse il suo, chiamiamolo destino, esattamente questo sabato, al party dei Malfoy”, aggiunse il preside sorridendo.
“Naturalmente tu e Remus sarete con lei”, aggiunse solerte alla vista della smorfia incredula di Piton, “tu, nelle vesti del Mangiamorte che la accompagnerà e Lupin, grazie alla Pozione Polisucco, in quelle della tua zietta Aureliana Prince.”
A quelle parole il povero Piton sbiancò.
Aureliana era un’eccentrica maga di una certa età che viveva nel mondo babbano per scelta.
In gioventù era stata una ragazza molto ‘libera’ e aveva avuto tante ‘avventure’ che avevano fatto gridare allo scandalo la casata dei Prince.
Fuggita di casa a vent’anni con un giovane duca, aveva cambiato il suo nome in Marina e si era sposata.
Il matrimonio non era finito molto bene ma lei non s’era certo scoraggiata.
Aiutata dal suo fascino e da qualche incantesimo ai margini della legalità aveva avuto molti flirt amorosi, facendosi mantenere alla grande da qualunque uomo su cui mettesse le mani.
Ora tutti la conoscevano come la signora Ripa di Meana, grazie al suo nuovo marito e, anche se le cose tra loro andavano maluccio,continuava a vivere nel lusso.
Nessuno sapeva, però, che la strega era una fervente sostenitrice del nero Lord, che trovava assai sexy, e che spesso aveva sovvenzionato le imprese dei Mangiamorte con il suo cospicuo capitale, guardandosi bene, però, dal parteciparvi.
Vedendo il suo sguardo sorpreso Silente fece un gesto con la mano come a voler liquidare una cosa senza importanza.
“Conosco bene la tua zietta, nonché madrina, eravamo compagni di scuola, è inutile quindi che cerchi di negare la parentela. Comunque, da quello che so, lei adesso è…diciamo impossibilitata a partecipare al party.”
“Impossibilitata in che senso?” si stupì Piton, che conosceva bene la vegliarda e sapeva non avrebbe mai disertato un’occasione come quella per darsi da fare col vecchio Tom Riddle.
“Diciamo che Kingsley è riuscito a farsi assumere come personal trainer e la sta ‘distraendo’ dalla sua ossessione per ‘Tu Sai Chi’ e questo è una buona cosa, così Remus, sabato sera, potrà prendere il suo posto e aiutarti a proteggere Gaia.
A quelle parole Piton boccheggiò.
La sorte che era toccata a Shacklebolt era assai peggiore della sua!
Con un brivido pensò alla zietta carampana che cercava d’insidiare il giovane mago e si asciugò il sudore che gli aveva imperlato la fronte a tradimento.
Quella era l’ennesima prova che Silente non ci stava più con la testa.
Dopo un lungo sorso di the, ripreso un po’ il controllo dei suoi nervi, con calma cercò di far ragionare il preside.
“Albus, sei veramente convinto di quello che fai?” chiese accoratamente.
“Gaia non mi sembra proprio la persona giusta per sconfiggere l’Oscuro e poi, il povero Kingsley…
“Non hai fede nelle profezie, Severus?” chiese sorpreso il preside.
“Alla Cooman non farei profetizzare neanche i numeri del lotto, e qui si parla d’informazioni vitali per sconfiggere un dittatore potente come Voldemort”, sussurrò, pallido come un cencio.
“Abbi fede, Severus, abbi fede”,rispose sibillino il mago, e con un gesto della mano lo congedò.
Uscendo dalla presidenza Piton trovò Lupin, che lo stava aspettando passeggiando nervosamente per il corridoio.
“Allora com’è andata?” chiese ansioso, senza neppure salutarlo.
“Silente ha fissato la missione per sabato sera. Crede davvero che Gaia sia capace di riuscire a sconfiggere il tiranno.”
La voce funerea del professore non lasciava adito a dubbi sui suoi funesti pensieri.
“E’ molto più grave del previsto”, assentì Lupin serio, “andiamo nei tuoi appartamenti e parliamone lì.
Poche ore dopo i due avevano chiamato a rapporto i membri più influenti dell’Ordine della Fenice, per una riunione straordinaria nella stanza delle necessità.
All’ordine del giorno si discuteva la demenza senile che pareva aver colpito il preside.
Purtroppo non tutti erano presenti, perché il preavviso era stato troppo breve.”
All’appello mancavano James Potter,che era in missione Auror, Kingsley Shacklebolt, per ovvi motivi e Fabian Prewett che stava sorvegliando il Ministero, oltre, naturalmente,a Silente.
Il professor Piton si mise al centro della stanza e cominciò a spiegare agli attoniti membri il grave problema che li affliggeva.
Dopo aver illustrato il piano di Albus ed aver presentato le caratteristiche dell’arma Segreta, terminò il monologo con accorate parole.
“Gaia non è, e non sarà mai, pronta per quest’incarico. E’ una ragazza che non ha doti, né magiche nè mentali, in grado di garantirle la sopravvivenza in caso di scontro con ‘Voi Sapete Chi’. Non capisco come Albus possa averla designata come la donna della profezia, anzi, a dirla tutta, non capisco neppure cosa centri lei, dato che la Cooman parlava di un bambino nato sul finire del settimo mese.”
Un brusio eccitato percorse la sala e in molti sussurrarono frasi in favore del preside.
“Silente è sempre stato una persona acuta e io mi fido ciecamente del suo giudizio”, intervenne pacata la professoressa Mc Grannit, “però, questa volta, mi trovo a dover appoggiare il professor Piton. Ho avuto modo di conoscere Gaia e garantisco che non è all’altezza del compito che le è stato imposto. Credo che Albus, questa volta, abbia preso un abbaglio. Mandare quella ragazzina incontro alla morte ci porterà ad infrangere il voto che abbiamo pronunciato quando abbiamo fondato l’Ordine : difendere gli innocenti dalle forze oscure”, proseguì seria.
Un mormorio di stupore percorse l’assemblea.
Minerva non aveva mai dubitato delle decisioni di Silente.
“ Purtroppo, la malattia di Albus ci costringe prendere un provvedimento immediato per la salvezza di Gaia e, probabilmente, la nostra. Se i Mangiamorte si sentiranno attaccati reagiranno con violenza e loro sono molto più forti di noi”, mormorò Lupin, intervenendo nel discorso.
Un coro di assensi proruppe dalle bocche dei membri dell’Ordine e in molti si chiesero come avrebbero potuto continuare a combattere le forze del male se il loro leader cominciava a perdere colpi.
“Non posso credere che Albus abbia ideato un piano tanto sconsiderato”, sussurrò Frank Paciok, pallido in viso.
“Mandare una ragazzina in contro a Voi Sapete Chi è pura follia”.
“Gaia non sarà sola”, sospirò Severus, “io e Lupin dovremo accompagnarla per poterla difendere in caso di pericolo”.
“Ma è una missione suicida”, boccheggiò Malocchio Moody.
“Nessuno di noi è pronto per affrontare una riunione di Mangiamorte capeggiati dal Lord in persona!”
I due professori chinarono il capo sospirando, mentre dalla platea proveniva un accorato grido.
“Coooosaaaa? Anche se Silente è ammattito, io non permetterò mai che il mio Amorino si faccia ammazzare”, tuonò Sirius scattando in piedi come una molla poi, afferrato Remus per il bavero della giacca, gli piazzò un dito sotto il naso minacciandolo.
“Tu non andrai a nessun incontro di Mangiamorte e guai a te se provi a dire una parola!”
“Sirius, amore mio, non posso lasciare che Gaia affronti la morte da sola.”
“Oh, sì che puoi”, garantì Black sfoderando la bacchetta e minacciando gli astanti.
“Ti vieto categoricamente di unirti a questa banda di matti! Se Silente è impazzito ci penserò io a difendere la mia famiglia e voi non provate a fermarci o sono guai”, gridò prendendo per mano il licantropo e smaterializzandosi velocemente.
“Santo Cielo”, sussurrò la Mc Grannit, portandosi una mano al petto.
“Credo che Sirius non abbia tutti i torti e anch’io non permetterei mai a mia moglie di partecipare ad un massacro annunciato”, affermò deciso Frank Paciock.
“Questo piano è stupido e pericoloso, oltre che inutile. Se noi fossimo in grado di affrontare Voldemort lo avremmo già fatto, ma il problema è che non lo siamo. Non sono Remus e Severus la nostra arma segreta. Silente lo sa, come lo sappiamo noi. Gaia poteva essere una speranza, ma a questo punto…”
Molti dei maghi presenti assentirono, mentre la Mc Grannit, con le lacrime agli occhi, cercava di giustificare l’operato del preside, adducendo le sue scelte sbagliate a stress e stanchezza.
Quella notte Piton era così nervoso che non riusciva a trovare una posizione che gli permettesse di dormire.
Alla fine della riunione si era deciso che Malocchio e Minerva avrebbero cercato di ricondurre alla ragione il preside e, se non ci fossero riusciti, sarebbe intervenuta Madame Chips con una bella pozione calmante, di quelle che usavano al San Mungo per i ricoverati in psichiatria.
Con questo stratagemma non ci sarebbe stata nessun inutile spargimento di sangue, ma a lui e agli altri dell’Ordine piangeva il cuore destituire così il loro leader.
Inoltre il problema della sicurezza di Lily rimaneva, ma non c’era nessun’altra soluzione.
Con quei tristi pensieri per la testa si rigirava insonne tra le lenzuola sbuffando, facendo cigolare e gemere il vecchio letto.
Alice, che cercava di dormire accoccolata sul divano del salotto, stanca di sentirlo agitarsi e borbottare lo raggiunse, ben decisa a farsi confidare i suoi crucci, in modo da confortarlo e riuscire poi a dormire in santa pace.
“Prof, che cavolo hai da agitarti così?” chiese sbadigliando, mentre s’infilava nel letto ormai disfatto.
“Fatti gli affari tuoi e fila via”, rispose gelido il mago, guardandola con occhi di fuoco.
“Sono affari anche miei se a causa delle tue paturnie non mi lasci dormire. Datti una calmata va, che alla tua età lo stress è micidiale!”
“A parte che ho solo quattro anni più di te, quindi le mie coronarie sono giovani e sanissime, non vedo in quale maniera la mia insonnia ti possa riguardare.”
“Ah, no? Prova tu a dormire con uno che balla la samba su un vecchio letto che cigola e poi dimmi se ci riesci! Non bastasse un divanaccio tutto bitorzoli, ci mancava solo la colonna sonora di sospiri, mugugni e cigolii…”
“Se i miei alloggi ti sono così intollerabili puoi andare a dormire altrove”, l’aggredì sgarbato Severus, girandosi verso il muro.
Alice sospirò.
Qui ci voleva il rimedio della nonna.
Scese dal letto e tornò in salotto per poi fare ritorno in camera, pochi minuti dopo, portando con se una bottiglia di liquore e due bicchierini.
“Dai professorucolo dei miei stivali, facciamoci un 'cicchetto' alla nostra salute.”
Severus la guardò malissimo, ma la ragazza teneva in mano il distillato di amarene e lui ne andava letteralmente pazzo.
Pensò che un po’ di alcol gli avrebbe calmato i nervi e così allungò la mano verso Alice.
Dopo molti brindisi i due ragazzi erano alquanto alticci.
A Severus era presa una gran malinconia e aveva cominciato a pontificare sull’ inconsistenza dell’amore e della fedeltà, perciò l’atmosfera non era certo delle più allegre.
C’era solo una soluzione, per mettere fine a tutto ciò, e stava nascosta nella tasca della camiciona scozzese taglia XXL di Alice.
Il test su Miss Pur era andato bene e la bestiaccia non era defunta, adesso era proprio ora di collaudare il filtro su Severus.
“In fondo è troppo giovane per essere un relitto umano di questa portata”, disse tra sé la ragazza, per farsi coraggio.
“Non è giusto che passi gli anni migliori della sua vita a struggersi per una donna che non lo ama e, aiutandolo, non solo compirò una buona azione per lui ma anche per Gaia e per quel traditore di Terminetor, che non merita nulla ma non lo si può condannare ad un fidanzamento con quella gallina svampita.”
Così, con la scusa di andare in bagno un momento, recuperò la preziosa fialetta e anche il book fotografico di Gaia, che aveva trafugato giorni prima dalla sua stanza.
L’idea era di aprirglielo davanti non appena avesse bevuto la pozione, giusto perché il suo amore venisse indirizzato verso il bersaglio giusto.
In quel mentre, però, il destino stava tessendo le sue trame e non erano esattamente quelle che Alice sperava.
Sotto la finestra degli appartamenti di Piton, infatti, c’era James con un sacchetto contenente quattro fatine travestite da Zanzarone Innocentis, un’insetto innocuo ma molto fastidioso e mordace, che aveva dimora nella Foresta Proibita.
Stava aspettando le undici in punto, poi le avrebbe liberate.
Secondo i piani, a quell’ora, la professoressa Cooman si sarebbe recata in camera di Piton, dopo che Pads, nascosto sotto il mantello dell’invisibilità, le avesse suggerito, con voce arcana, una profezia riguardante il nero figuro.
James non vedeva l’ora di vedere il Pipistrellone dal naso adunco fidanzato con quell’invasata che prediceva solo disgrazie e spargimenti di sangue.
Il solo pensiero serviva a rimetterlo di buon umore, nonostante Voldemort stesse dando la caccia alla sua famiglia e sua moglie non gli parlasse da giorni.
Mentre gongolante attendeva l’ora X, ignaro del fatto che il suo complice, per salvare il marito, era fuggito dal castello, due occhi biechi lo stavano spiando.
“Minus a Lucius… Minus a Lucius… Rispondi passo”, mormorò un ragazzo biondo guardando in uno specchietto rotondo.
“Sono in ascolto”, rispose Malfoy, apparendo nel cerchio lucido.
“James sta sotto la finestra di Mocciosus con un sacchetto pieno d’insetti ronzanti”.
A quelle parole Lucius storse la bocca.
“Quante volte ti devo dire che non si usano certi soprannomi per indicare Piton”, ringhiò furioso, poi ritrovata la sua calma glaciale ordinò: “Vai a controllare di cosa si tratta”.
“E come faccio? Io ho paura degli insetti”, piagnucolò Minus, ma il collegamento era già stato interrotto.
Nel frattempo la gatta del custode, che dopo la pozione era in calore perenne, s’aggirava per il parco in cerca di avventure.
Avvistato il ragazzo si strusciò sulle sue gambe poi, riconoscendo lo strano odore di topo che emanava, lo aggredì graffiandolo a sangue.
Minus, spaventato, emise uno acuto strillo con quanto fiato aveva in gola e Potter, preso di sorpresa, lasciò cadere il sacchetto a terra.
Le fatine, arrabbiate più che mai, uscirono sciamando, pronte all’attacco, mentre sia la gatta che Peter se la davano a gambe.
Il piccolo sciame, ancora intontito, cominciò a girare in circolo sopra la testa di Potter, che nella caduta aveva perso gli occhiali e, semicieco, annaspava nell’erba.
Presto fu avvistato dalle piccole belve che scesero in picchiata e fecero scempio delle sue carni.
Finito che ebbero il banchetto, non contente, ricominciarono a ronzare in cerca di altre prede e la finestra aperta della camera di Piton, fiocamente illuminata, attirò la loro attenzione.
In un attimo ripresero la formazione d’attacco e decollarono, mentre nel parco, con un lieve plop, si materializzava proprio Sibilla Cooman, che rientrava da una visita alla famiglia.
Vedendo il ragazzo riverso sull’erba s’illuminò tutta: sicuramente era successa una disgrazia.
Con gioia a mala pena repressa accorse verso il povero sventurato, ma non appena si fu accostata a lui, quegli aprì gli occhi e la guardò con concupiscenza.
All’interno della stanza, intanto, Severus s’era appena scolato mezzo bicchiere di liquore corretto con la pozione d’amore e cominciava a sentirsi un po’ strano.
Alice, che lo fissava con tanto d’occhi, cominciò a rendersi conto del suo cambiamento e, vedendolo sudare copiosamente, rosso come un papavero, prese l’album delle foto di Gaia, ma le terribili fatine, senza un attimo d’esitazione, entrarono dalla finestra e l’assalirono senza darle il tempo di aprirlo.
Alice fu morsa più volte, mentre Severus, bacchetta alla mano, cercava d’immobilizzarle.
A causa della sbronza, però, non era in grado di prendere bene la mira e perciò anche lui venne morso ripetutamente prima di riuscire a cacciarle dalla finestra.
Quando finalmente ebbe rinchiuso i vetri, s’accorse che Alice giaceva svenuta sul letto e le si avvicinò.
Non poteva essere una cosa grave, le Zanzarone Innocentis erano innocue, anche se alcune persone più sensibili ai loro morsi cadevano addormentate.
L’unico antidoto era una dose di alcol e Piton, con la mente confusa e le mani tremanti, prese il resto del suo liquore corretto e lo accostò alle labbra della ragazza.
Mentre un‘ondata di calore invadeva il suo corpo, Alice aprì gli occhi e si ritrovò a perdersi in due iridi nerissime e sgomente, che a loro volta la fissavano con cupidigia.
“Severus…” mormorò titubante, mentre lui le prendeva le mani nelle sue, continuando a fissarla.
“Non dire nulla, perché non posso fermarmi”, alitò lui avvicinandosi al suo viso.
Nel giro di pochi attimi il professore e la ragazza cominciarono a baciarsi appassionatamente, mentre mani ansiose scorrevano sui loro corpi ardenti di desiderio.


Angolino delle chiacchiere tra amiche, ovvero risposte alle recensioni

Buona sera ragazze, eccomi ancora qui con un nuovo capitolo, anche se con un po’ di ritardo rispetto al solito.
Per farmi perdonare l’ho scritto bello lungo e anche denso di avvenimenti e rivelazioni, sperando sia di vostro gradimento. Veniamo adesso alle risposte delle vostre recensioni.

Per Meissa : Non ti preoccupare Vale, il pipistrello mi serve per terminare questa storia, perciò, almeno per i prossimi due o tre capitoli lo lasceremo vivo… Ammesso che Silente non lo avakedavrizzi per l’increscioso incidente accaduto nella notte con Alice. Come osi dubitare del fascino del carissimo Prongs? Pare si stia dando moooolto da fare con la sua nuova conquista… Adesso aspettiamo solo che l’effetto ‘fatina’ si sia smorzato per i commenti! Anch’io penso che Petunia potrebbe rivelare risvolti interessanti se qualcuno si desse la pena d’intervistarla, invece tutti a lodare e scrivere di sua sorella. E’ una vera ingiustizia!

Per Adhara : Preoccupata per il povero Piton? Noooooo!!! Lo amo troppo per farlo morire avvelenato, anche se ogni tanto lui lo preferirebbe… Comunque in questo capitolo direi che quello con più probabilità di una morte immediata, o per infarto o per mano di sua moglie, ragazza manesca e pericoloso Auror, è Potter. Come ha potuto fidarsi di Sirius? Eppure lo conosce bene!

Per Sklupin : Ciao Sarina bella… Non ho ricevuto nessuna recensione, ma visto che ogni tanto le perdiamo ti faccio comunque un saluto!

   
 
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