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Autore: KikiWhiteFly    05/07/2010    4 recensioni
“... Manchi” sibilò, guardandola per un momento negli occhi. “... Mi manchi” Erano una pugnalata al cuore, quelle parole.
[Completa; SanaxAkito]
Genere: Romantico, Introspettivo, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: Raccolta, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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V Capitolo – Voglia di crescere











Akito sostò per una buona oretta fuori dall'abitazione Kurata, camminando avanti e indietro e chiedendosi quale fosse il miglior modo per imbastire un discorso sensato.

Si era letteralmente catapultato fuori di casa infilando una felpa vecchia e larga, poi aveva corso come un forsennato. Guardò per l'ennesima volta in alto, le luci nella camera di Sana erano ancora accese e ogni tanto un'ombra a lui familiare s'intravedeva dietro le tende.

D'un tratto, i cancelli di ferro si aprirono e Akito fu automaticamente introdotto all'interno; camminò con le mani in tasca, con la ferma intenzione di vedere solo Sana, di voler parlare solo con lei.

Allorché si appostò davanti davanti la sua finestra, mettendosi a sedere sull'erba umida. In verità, Sana non si fece troppi scrupoli e si affacciò al balcone; Akito la vide coperta solo di una vestaglia di seta – vagamente scollata, ma niente affatto volgare – i capelli armoniosamente ondulati le cadevano sulle spalle, fin sotto il seno, l'espressione un po' stanca ma ugualmente godibile da quella prospettiva.

«Hayama, ti rendi conto che è mezzanotte?»

Sbuffò lei, con il suo solito tono inviperito. Akito non le badò molto, preferì optare per un breve silenzio, durante il quale si guardarono intensamente.

Era come se gli occhi volessero gridare, le labbra mordersi a vicenda – finché entrambe non si fossero saziate – e tutta la rabbia, l'amarezza, l'ira, dovessero essere respinte tutto d'un tratto.

«Non te l'ho detto spesso ma... la vedevo una casa. Una casa... Noi

Borbottò, cercando di evitare il suo sguardo. Sì, sarebbe stato imbarazzante dirle certe cose ma giunto a quel punto ne valeva la pena.

«Noi»

Si limitò a ribadire lei, stupita.

«Sì. Le luci sempre accese, la casa disastrata, mille impegni al giorno...»

In quel momento Sana sorrise, immaginandosi lo scenario che le era appena stato descritto.

«Ho avuto un padre troppo in ritardo. Non ho avuto una madre. Tu... non pote-»

«Io non ti devo chiedere nulla, Hayama. Una famiglia non si chiede, si fa

Disse lei, in tutta ovvietà.

Il ragazzo sapeva bene che aveva ragione, non c'erano scusanti per il suo comportamento. Abbassò per un momento il capo, poi sospirò: «Allora... facciamola

Sana quasi si sentì venire meno: davanti ai suoi occhi, Hayama le stava chiedendo di prendersi seriamente un impegno e non le stava proponendo un contratto a scadenza determinata, bensì un patto d'eterna alleanza, al di là di ogni scadenza.

«Tu... me lo stai chiedendo davvero, Hayama? Io non so quanto resisteremo e...»

«E ci odieremo»

Precisò lui. «Io già ti odio da morire. Ma proprio perché ti odio, sono ritornato.»

Leggere nella mente di Hayama era sempre stata un'impresa ostica, ragion per cui dovette interpretare quell'amorevole sentimento come una tacita dichiarazione d'amore.

«Non ce la fai ad essere un po' più romantico, eh?»

Ridacchiò tra sé e sé, afferrando il senso intrinseco delle sue parole.

«Mi dovrai prendere così come sono»

Sussurrò lui, in tono decisamente più autoritario. Un secondo dopo, Sana gli intimò di aspettarlo e, l'attimo successivo, eccola uscire fuori di casa e avanzare verso di lui.

Di tutta risposta, il ragazzo si alzò, osservandola finalmente ad una spanna dal suo volto.

«Hayama...» sospirò lei, infreddolita. «Non ti prenderei mai diversamente, mai. Perché vedi... tu mi hai resa così. Se tu fossi stato diverso, io non sarei così stupidamente innamorata.»

Concluse, arrossendo per l'imbarazzo.

Hayama voleva quasi bloccare le sue spalle, baciarla, stringerla a sé, ma ebbe paura di essere respinto e per quella volta si godette il suo sguardo.



«E poi... ti devo dire una cosa.»

Il suo tono si fece autoritario: ora le sue labbra si mordevano con veemenza, piuttosto titubanti. «Io... non sono incinta»

Sussurrò, in tono talmente basso che ad Akito quasi non parve d'aver sentito bene.

«Kurata, andiamo. L'ho superato...»

«No, ascolta Akito. I test non sono sempre affidabili, quando sono andata dal dottore mi ha detto che il mio ritardo era provocato dallo stress. Non c'è... nulla. E, come se non bastasse, alcuni giorni dopo... beh, sì, mi è arrivato il ciclo.»

Sana abbassò lo sguardo, guardandosi le piante dei piedi.

Akito sentì scorrere nelle vene un misto di sensazioni: non sapeva come definire quel qualcosa che sostava sulla punta della lingua, oppure quel nodo allo stomaco. Non era irritato, ma nemmeno felice.

Insomma si era messo finalmente il cuore in pace, ammettendo a se stesso cosa voleva dalla vita: in quel momento, invece, tutte le certezze parvero d'un tratto crollate e l'unica cosa che davvero lo premeva era di chiederle per quale motivo non glielo avesse detto prima.

«Ti ho deluso, vero?»

Domandò lei, evitando di alzare lo sguardo.

Akito non voleva certo osannarla per non essere venuto al corrente di una simile cosa, ma non si sentiva di rimbeccarla; prese con due dita il suo mento, alzò un po' il suo sguardo e fece sì che i loro occhi si incontrassero.

«Akito...» mormorò lei, gli occhi appena un po' lucidi. «Tu... non mi amavi così... Da quanto tempo?»

Ora, senza volerlo, le guance si erano bagnate: non era tristezza o rabbia, solamente commozione. D'altro canto, il ragazzo che aveva sempre amato la stava guardando con occhi diversi, per la prima volta tentava di trasmettere con lo sguardo quello che il cuore non avrebbe mai avuto la facoltà di dire.

«Non lo so... Davvero, non lo so.»

Un attimo dopo Sana sentì il capo di Hayama sulla sua spalla, come se tutto il peso della sofferenza in quel momento si fosse poggiato su di lei. La rabbia ora si era placata, l'unica cosa che desideravano ambedue era un po' di quiete.

Voglia di star bene, divertirsi, ridere, amarsi, fare l'amore senza scappare... Per quanto tutto ciò risultasse complicato in un intrinseco quadro d'insieme, loro avrebbero provato a coronare quel sogno. Quel mito, spesso irraggiungibile, che a detta di tutti si chiamava amore.










«Hayama»

Trillò Sana, attrezzandosi per preparare la cena.

«Uhm?»

Grugnì lui, prestandole poca attenzione. La ragazza inarcò un cipiglio, poi afferrò il telecomando e spense la televisione; ora Akito era costretto a darle retta, volente o meno.

«Tu dicevi sul serio, vero

Gli chiese, sperando che lui rammentasse quello che le aveva detto.

«Kurata...»

Il ragazzo la stava guardando negli occhi, paralizzandola con lo sguardo. «... Ho poco senso dell'humour per scherzare.»

Sana ridacchiò poi si lasciò cadere indietro sul divano, finendo inevitabilmente sulle ginocchia di Akito. Il mestolo tra le mani, il grembiule legato in vita e un'alta coda di cavallo per stare più comoda: a ben vedere assomigliava ad una mogliettina.

«Dimmi... Quanto hai fame?»

Akito le sfilò il mestolo di mano, lanciandolo alcuni metri più in là.

«Tanta

Se Sana era stata sempre un'ingenua a voler formulare certe domande senza coglierne il sottile doppiosenso, Akito si era sempre rivelato il solito intraprendente: ecco perché sulle prime non realizzò cosa volessero lasciar intendere i gesti del ragazzo. Poi, capendo dove voleva andare a parare, lo lasciò fare... sì, lasciò che le sue labbra timbrassero sulla sua pelle l'odore del desiderio e il profumo dell'amore.

«Guarda che... di questo passo non ti ci vorrà molto per avere una famiglia.»

Lo avvertì lei, sentendosi d'un tratto parecchi centimetri più in su dal pavimento. Akito sorrise sghembo, sfilandole lentamente il grembiule e ignorando la sottile polemica.

Prima che varcassero la camera matrimoniale, le sussurrò solo una cosa: «Ben venga.»

In penombra, Sana sorrise: era tutto così follemente meraviglioso, che quasi stentava a credere che quella fosse la realtà. Ovviamente, la realtà sarebbe stata meno assurda. Ma, probabilmente, non così perfetta.





Fine.










Finish *-*

Sì, alla fine Sana non era incinta: in fondo qui loro hanno vent'anni, tutta la vita davanti e... di queste cose non si è mai sicuri abbastanza u_ù. Ho deciso che come per “Sposati per caso” anche qui farò una Spin Off. Quindi, la fan fiction è conclusa qui... Fra qualche giorno posterò una spin off di questa fic *-*.

Tra parentesi: probabilmente entro questa settimana devo partire, ma non prima di aver concluso del tutto i miei progetti su Kodocha e_é. Domani aggiornerò “Sposati per caso” agli interessati, poi posterò una drabble – inerente ad un'iniziativa u.u – e ben presto vedrete le spin off.

Colgo l'occasione per ringraziare:


ale69: non so in quale altro modo ringraziarti per tutti i complimenti che mi hai fatto... mi hanno commossa, semplicemente ç_ç. Grazie, sei stata una commentatrice favolosa ç-ç... E sì, è finita, ma c'è ancora lo Spin-Off. E chissà in futuro – si intende: quando concluderò le miellemila fan fiction in sospeso – probabilmente tornerò con un'altra long Sana/Akito **.

Un bacio e grazie mille!


Midao: oddio, grazie per tutti i complimenti e scusa se ti ho fatto stare in ansia. Tsuyoshi sì, si è sovra eccitato, tipico di lui esaltarsi XD. Dici che non c'è stato nessuno che abbia rappresentato la coscienza di Akito come me? Ma grazie, me è seriamente commossa ç_ç.

Avevo una paura matta di andare OOC che non hai idea!

Grazie mille, un bacio!


Ryanforever: oddio, devo aver creato molta ansia nei miei lettori XD. In effetti volevo una scena da suspense, sono felice di esserci riuscita *-*. Sì, hai capito tutto... alla fine però Sana non è incinta, lo scopo di questa fic era quello di farli crescere, passare dalla fase adolescenziale a quella adulta, anche se è stato un falso allarme.

Tuttavia, non era la gravidanza in sé lo scopo principale della storia ci tengo a ribadirlo. Sì, comunque, la mamma sa tutto – gravidanza e falso allarme – gli altri no. D'altronde, la mamma è sempre la mamma XD.

Grazie mille e un bacione!



Ci rivediamo con la Spin Off *-*

Kiki.

   
 
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