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Autore: Tikkia    06/07/2010    11 recensioni
Fanfic NaruHina ambientata nell'Inghilterra vittoriana. Hinata è la giovane figlia di una ricca famiglia di commercianti che viene promessa in sposa a suo cugino, ma nella villa in cui abita... Hinata's POV
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Neji Hyuuga | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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13. La fine Passò qualche giorno, che trascorsi nella calma e nell’ozio della villa. La mattina dormivo fino a tardi, il pomeriggio lo passavo con Hanabi e la sera Naruto veniva nella mia stanza. E lì facevamo l’amore, con gioia e con spensieratezza, poiché tra qualche settimana saremo partiti per la nostra nuova vita nel mio amato Giappone. Eravamo felici, finalmente.
Ormai mancavano tre giorni alla nostra partenza. Naruto, con una scusa, si era già incontrato con i sottoposti dei Nara, per accordarsi con loro circa il luogo e l’orario in cui avremmo dovuto trovarci per la partenza. Ma quella notte non potevamo immaginare quello che stava per succedere. Quella notte…
Quella notte Naruto mi aveva raggiunta nella mia stanza, come sempre. Io lo stavo aspettando sulla terrazza, osservando la luna piena ed il paesaggio circostante. Non appena sentii le sue braccia stringersi intorno alla mia vita, mi sciolsi in un sorriso ed abbandonai la testa all’indietro sulla sua spalla -notai, peraltro, che si era fatto più muscoloso-. Mi voltai in modo da averlo davanti a me e, con un sospiro, lo abbracciai stretto, inalando il suo buonissimo profumo. Lui mi lisciò i capelli con una mano, mentre faceva scorrere l’altra lentamente lungo la mia schiena. Ad un certo momento infilai le mani sotto la sua camicia ed iniziai ad accarezzare i muscoli che si erano sviluppati sul petto e sul ventre. Con un sospiro, il mio Amore si godette il mio leggero massaggio, per poi distogliere la mia attenzione intrappolando le mie labbra con le sue. Iniziammo a baciarci, dapprima delicatamente, poi con sempre più crescente foga, finchè, a corto d’aria, dovetti staccarmi da lui, rimanendo ad ansimare sulla sua spalla. Naruto emise un risolino e, facendomi voltare in modo da dargli la schiena, sciolse lentamente il fiocco che chiudeva la mia camicia da notte. Questa scivolò a terra con un leggero fruscio, e le mani di Naruto percorsero tutto il mio corpo, dapprima lentamente, come se mi stesse esplorando per la prima volta, poi sempre più affannosamente. Accompagnava le sue carezze con caldi baci sulle mie scapole e sul mio collo, che mi fecero rabbrividire di piacere. Mi girai e lo spinsi delicatamente verso il letto. Mentre Naruto indietreggiava, gli tolsi la camicia e gli slacciai i pantaloni, per poi rimuoverli definitivamente una volta che il mio Amore fu steso sul letto.
Mi adagiai sopra di lui, facendo scorrere le mie mani sul suo corpo come lui prima aveva fatto con me, in una sorta di leggero massaggio. Lo sentii sospirare più volte quando mi avvicinai al suo basso ventre. In un momento di passione bruciante prese il mio volto tra le mani e premette la sua bocca aperta sulla mia, intrecciando le nostre lingue in una danza sensuale. Continuando il nostro gioco di lingue, Naruto rotolò di lato così da trovarsi sopra di me e prese a carezzarmi tutto il corpo molto lentamente. Poi, con una risatina, le sue labbra abbandonarono le mie per raggiungere il mio orecchio.
-Ho raggiunto il limite della sopportazione, non resisto più mia principessa.- mormorò mordendomi il lobo. In tutta risposta, attorcigliai le gambe attorno alla sua vita e ripresi a baciarlo con passione mentre lui entrava in me.
Forse fu perché in un qualche modo la mia anima era consapevole di ciò che sarebbe successo. Forse non fu per questo. Fatto sta che quella notte raggiunsi il Paradiso. Non esistono altri modi per descrivere ciò che quella notte provai insieme a Naruto -come mi confessò lui più tardi-. Fu molto più intenso, molto più potente delle altre volte…indescrivibile. E mi rese felice come non mai: mai e poi mai, in tutta la mia vita sarei stata più felice che in quel momento, insieme a Naruto, in Naruto, toccando la sua anima con la mia.
Quando ci separammo, rotolai delicatamente di lato e gli afferrai una mano, stringendola forte. Il mio Amore ricambiò la stretta ed io mi voltai a guardarlo. Naruto teneva gli occhi chiusi e le braccia parallele al corpo, i capelli resi quasi bianchi dai raggi lunari gli si spargevano sulla fronte imperlata di sudore. Ansimava leggermente, alzando ed abbassando ritmicamente il petto -anch’esso sudato- come se seguisse una sorta di melodia. Rotolai più vicina a lui e mi raggomitolai sotto il suo braccio. Rimanemmo così per molto tempo, rompendo a volte il silenzio con frasi d’amore e dolci baci.
Quando le prime luci dell’alba iniziarono ad inondare i nostri corpi di una tenue luce, decidemmo che era arrivato il momento di separarci. Io avevo già rindossato la mia camicia da notte e mi voltai verso Naruto per fargli quella che credo fosse una domanda. Non mi ricordai di cosa si trattava poiché la visione del mio Amore mi fece scordare tutto ciò che avevo in mente in quel momento: Naruto era a petto nudo, davanti alla finestra con un braccio appoggiato allo stipite della porta e la fronte a sua volta su di esso. Stava guardando il sorgere del sole con uno sguardo assorto che mi rapì completamente. Il blu dei suoi occhi, alla bassa luce mattiniera, era, se possibile, ancora più intenso del solito: sembrava che un cielo estivo privo di nuvole avesse trovato il suo posto nelle belle iridi del mio unico Amore.
Il mio autocontrollo venne a meno e, con un’audacia che non pensavo di avere, lo raggiunsi e, facendolo votare verso di me, insinuai la lingua nelle sue labbra semi dischiuse ed infilai un dito nei suoi pantaloni. Per la sorpresa, Naruto aprì -forse senza volerlo- la bocca, cosa che mi permise di esplorarla più a fondo con la mia lingua. Dopo un iniziale attimo di smarrimento, il mio Amore decise di seguire i miei movimenti e, prendendomi tra le braccia, mi riportò sul letto, posizionandosi sopra di me. Stava iniziando ad abbassare una delle spalline della mia camicia da notte, quando udimmo un rumore sul fondo della stanza. Ci voltammo con gli occhi sgranati verso il colpo e rimanemmo pietrificati. Pietrificati dal terrore.
Sulla porta aperta della mia camera da letto c’era Neji Hyuuga con un’espressione sconcertata in volto. I suoi occhi continuavano a spostarsi da me a Naruto senza sosta, come se non credesse possibile ciò che gli si stagliava davanti agli occhi.
-Dannazione…- mormorò Naruto mordendosi il labbro inferiore.
-Hinata! Che cosa significa tutto ciò! Che cosa ci fa un servo nella nostra stanza! E in quali atteggiamenti, poi! Esigo una spiegazione e tu me la darai!- gridò Neji chiudendo la porta con un tonfo ed avvicinandosi al letto. Io non riuscii a proferire parola, l’unica cosa che fui in grado di fare fu guardare Naruto con il terrore negli occhi. Dal canto suo, il mio Amore, all’udire il tono minaccioso di Neji, mi voltò le spalle e si alzò sulle ginocchia aprendo le braccia, come per farmi da scudo. Prima che si voltasse avevo scorto sul suo volto un’espressione che non avevo mai visto prima: furia cieca.
Neji rimase interdetto da quel gesto inconsueto e si bloccò poco prima di raggiungere il letto, con un’espressione confusa in volto, che sostituì subito con un sdegnata e furiosa.
-Non metterti in mezzo, servo. La tua punizione verrà più tardi, ma non per questo sarà più leggera.- mormorò freddamente mio marito. Non avevo mai visto Neji così alterato.
-Non toccare Hinata. Non toccarla nemmeno con un dito. Se lo fai ti ammazzo.- disse Naruto con una voce quasi gutturale. Io ero terrorizzata e non riuscivo a staccare gli occhi dai due uomini.
-Come osi dire una cosa del genere al tuo padrone?! Come se la tua colpa non fosse già abbastanza grave, vuoi accrescere ulteriormente la mia ira?- urlò Neji riprendendo la sua avanzata verso il letto e rivolgendosi a me –E tu, Hinata! Ti consideravo una buona moglie, fedele e con ottime qualità. Ti rispettavo. Ed ora che cosa succede? Torno anticipatamente dal mio viaggio e ti sorprendo in atteggiamenti a dir poco sconvenienti con un servo! Un servo, Hinata! Hai tradito tuo marito con un servo! E per questo ti aspetterà una severa punizione! Ora vieni subito con me: andremo da tuo padre e lui deciderà quale castigo sarà più appropriato.-
A quel punto Naruto fece una cosa della quale non l’avrei mai ritenuto capace: con un ringhio colpì la guancia di Neji con un pugno talmente forte che deviò la camminata di mio marito e che lo fece quasi cadere a terra. Quando Neji si voltò verso di lui, sul suo volto si alternavano rabbia ed incredulità.
-Ti ho detto di non toccarla.- ribadì Naruto scendendo dal letto e guardandolo dall’alto al basso. Insultato, Neji si levò in piedi ed iniziò a sbraitare contro il mio Amore.
-Questo è inaccettabile! Chi sei tu per ordinarmi di toccare mia moglie, eh? Non sei altro che un misero servo, un essere senza dignità nato solo per servire quelli come me e mia moglie!- urlò rosso in volto. Ed avrebbe continuato se Naruto non l’avesse interrotto con una risata.
-Ah! Tua! Tu credi veramente che Hinata sia tua?- chiese sprezzante il mio Amore guardando mio marito con disprezzo –Hinata è mia, solo mia. Non è mai stata tua, nemmeno per un momento.- continuò.
-Ma che diamine stai dicendo? Lei mi ha sposato! È diventata mia moglie davanti a Dio e- - s’infervorò Neji, ma venne nuovamente interrotto da Naruto, che iniziò ad urlare a sua volta.
-Dio! Dio! Vi nascondete sempre dietro di Lui che vi ha dato una vita così agiata e facile! Tu dici che Hinata ti ha sposato: è vero ma credi veramente che lei l’abbia fatto di sua volontà? Tu credi che Hinata abbia acconsentito a sposarti perché ti amava?- chiese Naruto con tono di scherno.
Interdetto, Neji si voltò verso di me in cerca di rassicurazioni. Lo guardai, ma non riuscii a muovermi o a proferire parola. Naruto attaccò di nuovo.
-Lei è stata costretta a sposarti da suo padre.- scandì lentamente il mio Amore, trafiggendo Neji con i suoi occhi blu. Stava per continuare, ma venne buttato a terra da una potente spinta di Neji che, approfittando del momentaneo stordimento di Naruto, si sedette sul suo petto ed iniziò a tempestargli il viso di colpi.
-Neji, basta! Smettila, lo ucciderai! Basta, ti ho detto, basta!!- gridai in preda al terrore ed all’orrore. Al mio urlo Neji si bloccò con un pugno a mezz’aria e, dopo essersi voltato verso di me ed avermi guardata freddamente, si alzò lasciando Naruto a terra a sputare sangue, ed aprì la porta di quella che, da stanza delle gioie, si era trasformata in stanza degli orrori.
Neji chiamò le guardie con l’ordine di portare via Naruto e di sbatterlo nelle celle della villa con l’accusa di aggressione ad un nobile. Vidi con orrore il mio unico Amore, la mia ragione di vita venir trascinata via malamente e lasciarsi dietro una sottile striscia vermiglia: il suo sangue.
Quando le guardie se ne furono andate, rimasi sola insieme a mio marito. Non essendomi mossa, ero ancora immobile sul letto, rannicchiata verso i cuscini e guardavo Neji con terrore crescente. Anche lui mi osservava alternando un’espressione fredda ad una furiosa a seconda dei pensieri che gli balenavano in mente.
-Hinata, è vero quello che dice il servo?- mi chiese improvvisamente con voce dura.
Colta di sorpresa balbettai qualcosa di inintelligibile, ma non riuscii a formulare una risposta degna di questo nome.
-Ti ho chiesto se quello che ha detto quel dannato servo è vero! Rispondimi solo si o no, maledizione!- gridò infuriato venendo verso di me a grandi passi. Ancora più terrorizzata, non riuscii ad emettere nemmeno un gemito. Allora Neji mi prese per le spalle ed iniziò a scuotermi, continuando a rivolgermi la stessa domanda. Ad uno scossone particolarmente forte, gemetti di dolore e trovai il coraggio di rispondere all’incessante domanda.
-Si.- mormorai debolmente. A quella specie di pigolio, Neji si bloccò ed avvicinò il viso al mio.
-Come hai detto?- chiese.
-Si.- risposi alzando leggermente la voce. Poi, posseduta da chissà quale forza sconosciuta, alzai lo sguardo e lo piantai negli occhi di mio marito.
-Si!- gridai furiosa –Si, è esattamente come ha detto Naruto! Mi sono sposata con te solo perché mio padre mi ha costretta ma non ti ho mai, mai e poi mai amato come ho amato Naruto! E tutte le volte in cui non c’eri lui veniva in questa stanza e stava insieme a me in questa stanza esattamente come avresti dovuto fare tu! E che tu lo voglia o no, Neji, tutto questo è inevitabile: io lo amo e lui ama me, non c’è posto per te. Inoltre io sono incinta. Ma il figlio non è tuo Neji: il bambino è di Naruto.- urlai a pochi centimetri dal suo volto, con un’espressione feroce.
Neji rimase scioccato dalla mia improvvisa reazione. Scioccato e furioso. Infatti, subito finita la mia incresciosa confessione, mi colpì con uno schiaffo in pieno volto.
-Pensavo fossi una buona donna, una brava moglie, Hinata!- sbraitò collerico –Invece non sei altro che un stupida e comunissima sgualdrina, una puttana senza onore, che si offre al più misero essere umano senza pudore!-
Sopportai i suoi insulti in silenzio, senza piangere, con una sorda rabbia che cresceva in me: come osava dire questo di me? Feci per rispondere alle sue accuse, ma un altro schiaffo mi costrinse al silenzio e mi fece cadere di schiena sul letto. Subito dopo, sentii le mani di Neji frugare sulla mia camicia da notte, e mi accorsi con orrore che stava cercando di sfilarmela. Gridai di lasciarmi stare e di non toccarmi, ma lui proseguì imperterrito finchè non riuscì a denudarmi e, una volta disfatosi della mia camicia da notte, si spogliò anch’egli. Cercai di sfuggirgli, capendo le sue intenzioni, ma fu tutto inutile: Neji mi bloccava le spalle contro il materasso, provocandomi dolore e rendendomi inerme. Durante l’atto urlai, lo insultai e cercai di divincolarmi, ottenendo come unico risultato quello di provare ancora più dolore. Quando ebbe finito, mi lasciò sul letto come una bambola rotta e se ne uscì dalla stanza a passo pesante, senza guardarmi o parlarmi. Io stessa non lo guardai per impedirgli di scorgere le lacrime di dolore e frustrazione che stavano scendendo copiose dai miei occhi. E mentre mio marito, dopo avermi usato violenza, usciva dalla porta sbattendola con fragore, rimasi ad occhi spalancati a chiedermi il perché di tutti quegli avvenimenti: perché Neji era tornato prima? Perché avevo costretto Naruto a restare ancora in quella stanza? Perché Neji non aveva capito i miei sentimenti? Ora il ricordo sereno di quegli ameni momenti passati a fare progetti sul futuro con Naruto mi sembrava un racconto inverosimile, come una favola. Rimasi sul letto quasi tutto il giorno, immobile. In parte perché non ne avevo la forza, in parte perché il dolore fisico mi impediva di fare qualunque movimento.
E, quando la sera, Neji tornò nella nostra camera, si comportò come se non fosse successo niente. Mi rivolse uno sguardo spento e, dopo essersi infilato la tenuta notturna, si mise sotto le coperte senza una parola. Pensai che si fosse addormentato quasi subito, ma dopo qualche minuto, si girò a pancia in su e mi parlò.
-Ho riferito a tuo padre l’accaduto.- disse guardando il soffitto. Poi, dal momento che non rispondevo, mi rivolse una veloce occhiata. –Non ti interessa sapere cos’ha detto?- chiese. Emisi un verso sprezzante.
-E cosa avrà mai detto? Che forse è vero che ha sbagliato a farmi sposare senza tenere da conto i miei sentimenti? Che sarà ben felice di lasciar vivere a me e Naruto il nostro amore?- chiesi con tono duro, stringendo gli occhi. Con la coda dell’occhio vidi lui fare lo stesso gesto, per poi tornare a fissare il soffitto digrignando i denti.
-Si è molto arrabbiato. Dovresti ringraziarmi, invece che schernirmi: l’ho pregato di risparmiarti, e di limitare la punizione solo al servo.- continuò come se non mi avesse udita. Qualcosa dentro di me si smosse, e la paura mi attanagliò il cuore. Mi girai a guardarlo, confusa.
-Di cosa stai parlando?- chiesi. Anche Neji si voltò verso di me, con una strana luce negli occhi.
-Tuo padre ha deciso di far fucilare il servo in seguito alla sua aggressione nei miei confronti. Verrà giustiziato domani al tramonto.- scandì mio marito guardandomi negli occhi.
Sulle prime non capii: fucilare? Che cosa intendeva? Se avessero fucilato Naruto sarebbe morto, no?
Poi la realtà e il senso di quelle parole si fecero strada nella mia mente, e compresi. Naruto, il mio Amore, l’unica persona che io abbia mai amato sarebbe morta in meno di ventiquattr’ore. Guardai Neji con terrore e lanciai un agghiacciante urlo di dolore che -come mi riferì Hanabi più tardi- si propagò per tutta la villa. Dopodiché svenni.
Mi risvegliai la mattina dopo che il sole era già alto e Neji già uscito dalla camera. Mi vestii in fretta e furia e corsi nell’unico posto in cui sarei stata al sicuro: la camera di Hanabi. Come entrai nella stanza, Hanabi si alzò dalla scrivania -stava scrivendo una lettera- e mi corse in contro per abbracciarmi. Ci sedemmo sul letto e scoppiai in lacrime e singhiozzi, mentre mia sorella, senza dire una parola -cosa avrebbe potuto dire?- mi accarezzava dolcemente i capelli e mi cullava. Quando esaurii le lacrime, guardai mia sorella in cerca di aiuto.
-Dobbiamo fare qualcosa…devo fare qualcosa! Lo uccideranno se non lo aiuto!- dissi febbrilmente. Hanabi mi guardò con gli occhi lucidi.
-Non possiamo fare nulla, Hinata. Nostro padre ha deciso così ed è un miracolo se non ci sarai anche tu, stasera, accanto a Naruto.- mormorò scuotendo il capo.
-Come se fosse qualcosa di cui gioire!- gridai allontanandomi da lei –Come se dovessi essere felice del fatto che continuerò a vivere senza il mio unico amore! A questo punto sarebbe stato meglio se nostro padre avesse deciso di ucciderci entrambi!- continuai ricominciando a piangere.
-Devo vederlo almeno un’ultima volta…- mormorai subito dopo, andando verso la porta.
-Non te lo permetterà, Hinata, e lo sai.- mi avvertì Hanabi con tono incolore. Mi voltai a guardarla, confusa.
-Nostro padre non vuole più parlarti. Ieri l’ho sentito discutere con nostra madre sul fatto di diseredarti…- mi spiegò mia sorella.
Stetti immobile per qualche attimo. Poi alzai le spalle e, senza dire una parola, uscii dalla stanza, lasciando Hanabi sconsolata dietro di me.
Mi diressi con passo deciso verso il piano sotterraneo della villa, dove erano situate le celle e, quindi, Naruto. Sulla piccola porta d’entrata al sotterraneo trovai il mio primo ostacolo: una guardia messa appositamente da mio padre per evitare qualunque contatto tra me ed il mio Amore. Infatti, quando gli chiesi di farmi passare, l’uomo mi rispose con voce stentorea che gli era stato espressamente ordinato di non farmi entrare. Decisi di usare ogni mezzo per vedere Naruto per l’ultima volta: iniziai a singhiozzare disperata ed in modo straziante, pregandolo di lasciarmi entrare. Dopo qualche minuto, la guardai si intenerii e decise di lasciarmi entrare, a patto di essere accompagnata da lui e di non restare là dentro per più di due minuti.
Mentre scendevamo le scale, sentivo la presenza di Naruto in una di quelle celle. Sapevo che era vicino e quella consapevolezza mi fece provare quasi un dolore fisico.
-È qui. Faccia in fretta.- disse l’uomo accennando con la testa ad una cella buia.
Quasi mi lanciai sulle sbarre della cella, tanto era forte il mio desiderio di avere tra le braccia il mio Amore.
-Naruto, Naruto!- chiamai. Dal fondo della cella provenne un mugolio e, dalle tenebre, vidi uscire il mio Amore, barcollando e zoppicando. Lanciai un grido: a quanto pare i suoi carcerieri si erano divertiti a picchiarlo selvaggiamente. Sul viso aveva numerosi ematomi e sul petto -ancora nudo, come l’ultima volta in cui l’avevo visto- si potevano chiaramente cedere lunghe strisce arrossate, alcune delle quali ancora sanguinanti, che mi fecero supporre che l’avessero addirittura frustato. Quando mi vide, i suoi occhi spenti si riempirono di vita.
-Hinata…oddio, Hinata!- gridò venendo verso di me. Fece in tempo solo a sfiorarmi un dito, poiché la guardia, dopo che Naruto si fu avvicinato, mi aveva afferrata per la vita e mi aveva allontanata dalla cella.
-Che stai facendo! Lasciami subito!- gridai rivolta alla guardia, ma guardando Naruto, come se fissandolo avessi potuto raggiungerlo. Lui tendeva una mano verso di me attraverso le sbarre e continuava a chiamare il mio nome, come se fosse stata l’unica parola da lui conosciuta.
-Mi dispiace, padroncina Hinata, ma ho già disubbidito agli ordini di vostro padre lasciandovi venire quaggiù. Se vi permettessi di avere un contatto, sarei condannato anch’io.- spiegò la guardia a mo’ di scusa. Intanto io tendevo la mia mano a Naruto a mia volta, cercando di raggiungerlo. Provavo un vero e proprio dolore fisico nel vederlo davanti a me, così vicino, ma non poterlo toccare e stringere a me. passammo i due minuti concessi dalla guardia a guardarci negli occhi ed a mormorare i nostri nomi e, quando furono scaduti, la guardia dovette letteralmente trascinarmi via dai sotterranei.
-NARUTO!! NARUTOOO!!!-
-HINATA NON ANDARE!!! HINATA!!!-
Tutti i sotterranei rimbombavano delle nostre grida disperate.
Fui trascinata di peso nella mia stanza, dove venni rinchiusa a chiave per tutto il giorno e dove piansi e gridai il mio dolore.
Tutto ciò è quello che è accaduto a me ed al mio Naruto in questi anni qui in Inghilterra. Ora non so cosa fare, non so come salvare Naruto e non so come comportarmi dopo la sua morte. Ma un’idea si sta facendo strada nella mia mente e, dopotutto, seguirla sarebbe il male minore.
Lascio questo diario sulla mia scrivania nella speranza che qualcuno -i miei genitori, più di tutti- lo legga, in modo da comprendere le sofferenze di due innamorati ai quali è stato proibito di amare.
 
La sera, al tramonto, Hinata Hyuuga udì la porta aprirsi e vide Neji Hyuuga farle un cenno con una mano.
-Esci, è giunto il momento.- disse freddamente. La giovane alzai come in trance, e camminò fino al giardino sul retro della villa senza nemmeno accorgersi di ciò che stava facendo: il suo unico pensiero era che Naruto Uzumaki sarebbe presto morto sotto i suoi occhi. Quando giunsero a luogo dell’esecuzione, il padre, la madre e la sorella Hanabi erano già lì. Lady Hyuuga rivolse ad Hinata uno sguardo sofferente ed Hanabi fece per andarle incontro, ma venne bloccata da Lord Hiashi -che, oltretutto, non aveva nemmeno guardato la figlia- e venne fatta riposizionare al suo posto, accanto alla madre. La ragazza non salutò nessuno e nessuno la salutò o le rivolse la parola. Le guardie armate -coloro che Hinata avrebbe sempre visto come gli assassini del suo amante- erano già posizionate in riga davanti al muro, in attesa che il giovane servo arrivasse. Non dovettero attendere molto, poiché dopo qualche minuto di silenzio, il carceriere e Naruto fecero al loro comparsa. Hinata non riuscì a trattenere un singhiozzo ed un gemito di dolore alla vista del suo amato che camminava lentamente verso il patibolo. Suo padre, accortosi della reazione della figlia, le parlò duramente:
-Che ti serva da lezione, Hinata. Devi capire che la fedeltà è una qualità molto importante in una donna e, soprattutto, devi capire che ogni tua azione porta ad una conseguenza più o meno grave.- disse senza guardarla.
Hinata non ascoltava e teneva gli occhi fissi sul suo amante che al osservava a sua volta come se il mondo ruotasse attorno a lei.
Le guardie, intanto, puntarono i fucili.
Venne chiesto a Naruto quali fossero le sue ultime parole.
-Ti amo, Hinata.- rispose con un sorriso. la ragazza, in prima fila, scoppiò in lacrime e mormorò il suo nome come una cantilena.
Hiashi Hyuuga diede l’ordine di sparare.
E vide sua figlia fare uno scatto e correre in direzione di Naruto, in mezzo ai proiettili scagliati dai fucili delle guardie. Vide sua figlia colpita alla schiena accasciarsi tra le braccia di Naruto, tanto incredulo quanto lui, prima che questo cadesse a sua volta. Vide Hinata, con un ultimo sforzo, posare un leggero bacio sulle labbra di Naruto, e vide lui ricambiare poco prima che al vita lo lasciasse. Li vide cadere a terra insieme, abbracciati. E poi il dolore s’impadronì di lui.
la villa degli Hyuuga si riempì di grida di dolore da parte di Hiashi, di accuse di assassinio da parte di Lady Hyuuga, di insulti al padre ed a Neji da parte della piccola Hanabi e di gemiti sofferenti da parte di Neji. I due cadaveri vennero fatti portare via e i funerali dei due amanti vennero celebrati due giorni dopo.
Un funerale sfarzoso sia per Hinata che per Naruto: Hanabi si era prodigata ed aveva fatto di tutto perché entrambi avessero un giusto funerale, purtroppo non aveva convinto i genitori a farli seppellire insieme.
Hinata venne sepolta nella crepita degli Hyuuga, in una grande tomba di marmo bianco. Naruto venne gettato in una fossa comune, come tutti i servi. Gli sforzi di Hanabi a nulla erano serviti.
Il diario di Hinata venne pubblicato dalla sorella, e presto divenne un best seller che insegnò a tutti il vero valore dell’amore e del sacrificio.

Note dell'autrice:
Premessa: FERME NON UCCIDETEMI E NON SMETTETE DI SEGUIRMI!!!!!!!!!!
Orbene. Salve followers! L'autrice è una grandissima carogna sadica che si diverte a distruggere le felici storie d'amore dei suoi personaggi preferiti. Ma questo era il mio progetto principale per il finale della fic. Doveva seguire l'ordine tristezza-->incontro-->amore-->problema-->morte e così è stato. Ma dato che voi siete state così gentili da seguirmi epr tutto questo tempo, ho deciso di farvi un regalino per ringraziarvi (e questa sorpresina spiegherà anche l'infinita lunghezza di questo "ultimo" capitolo): ho deciso di fare un finale alternativo, in cui tutto finisce bene, una sorta di capitolo 13bis (credo che lo intitolerò così). Ora, ho dovuto mettere quelli che credo essere due capitoli in uno perchè mis erviva un attacco neutro da cui proseguire in modo tragico e allegro e la fine del capitolo 12 mi è sembrata perfetta. Quindi alè, continuate a dare un occhio alla mia fic, perchè tra qualche tempo arriverà il finale alternativo (non penso ci vorrà molto, ce l'ho già tutto in testa, ma chissà che l'ispirazione non faccia scherzi!).
Grazie ancora a voi che mi seguite con pazienza e che ancora non mi avete uccisa con metodi più o meno dolorosi (io ho paura di luminum10 adesso!) Al prossimo ultimo capitolo!!
P.s: scusate per il ritardod ella pubblicazione ma,come vedete, il chappy è lunghetto ^_^

@Shygirl92: wow, grazie dei complimentissimi! ^///^ sono felice che la mia fic ti sia piaciuta, spero che anche il finale ti sia piaciuto ugualmente (e se no, pazienza, tanto c'è quello alternativo!)!

@Lorenz_123: non hai idea del casino che ho dovuto fare per capire quanto tempo ci avrebbero messo a fare il viaggio dall'Inghilterra al Giappone! è distruttivo pensare nell'800 XD Naruto che sviene al posto di Hinata è stato unos cambio voluto, felice che vi sia piaciuto ^_^

@michiyo1age: compagna! Visto che brava? Ho aspettato a finire il chappy giusto epr il tuo ritorno in patria! Ma comunque nemmeno questa volta sarai la prima recensire :P :P :P ciuci, chiudi gli occhi e capiscimi! Ti ho infilato Tem&Shika, quindi ruhe!! E se la Hinata del capitolo precedente ha le palle, questa ha le contropalle! Yeah! Hina powah! Ebbene, il cahppy 13 è sfigato si, almeno in questa versione...nella prossimaun po' meno ;)

@WinterMoon: secondo me Tem l'ha minacciato in modo più o meno violento XD Ma sono così prevedibile sul ritrono anticipato di Neji? T^T mid eprimo...Vediamo se riuscirete ad anticiparmi anche sul finale alternatico?!

@kry333: eh, ho detto che Shika si è scomodato, non pretendere che si applichi troppo! Sarebbe troppo faticoso XD ecco, un'altra che prevede le mie mosse *depression* ç^ç perchèèèè?!

@luminum10:
che fai? Metti via la palla! Ho detto via la palla! No! Ferma! Non schiacciare, non schiacc- *BLAM!!!* *autrice con il naso rotto* lol spero che stamattina ti sia svegliata bene, sennò rischio di essere fucilata anch'io!! Bè, per ora che il sad ending, ma per te, Vaius e, credo, tutte le altre la sopresina è il carinissimo happy ending che mi frulla in testa! E tutto grazie alla vostra voglia di allegria, perchè all'inizio mica ci avevo pensato di fare il finale altenrnativo!! Mi avete plagiata XD

@Gavroche: ho riletto anche questa volta, però ci sono dei congiuntivi che non sconfinferano neanche me...che si f**tano!! I tuoi puntini sulle "i" te li rirpendi, perchè ho fatto apposta ad alternare linguagigo alto a linguaggio basso: è pur sempre Temari, sarebbe stata comunque troppo OOC se l'avessi fatta parlare troppo forbita! Ti perdono solo eprchè ancora non conosci il carattere di Tem u_u Ecco, ora la tua trepidante attesa è giunta alla fine! La prossima volta dovrai aspettarti qualcosa di carino :D Spero che tu non abbia preso il mio ritardo come un TRADIMENTO!! :P
Kiss

@Vaius: sensitiva! Lettrice nel pensiero! Ai vecchi tempi quelle come te le bruciavano! :P scherzi a parte: probabilmente avrai già immaginato la fine tragica e tutto il resto...ma il finale alternativo? L'avevi rpevisto?? Dimmi di no, acnhe se l'avevi previsto, mi deprimerei troppo sennò XD
  
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