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Autore: Akanexx87    06/07/2010    1 recensioni
Storia basata sull'evolversi della relazione tra Hermione e Draco. Tutti noi abbiamo delle certezze in base alle quali e grazie alle quali viviamo in armonia, ma se tutto quello in cui noi abbiamo sempre creduto non fosse la realtà ma fossero soltanto delle convinzioni? Cose succederebbe? Forse questa storia ve lo potrà spiegare.
Genere: Generale, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Io Gaio Iulios Caesar nacqui il 13 Luglio del 101 a.C. a Roma, non come molti storici affermano il 12 Luglio del 100 a.C.

La mia famiglia pur essendo aristocratica non aveva molte ricchezze e non era particolarmente influente, quindi per attuare la mia conquista che fin da piccolo mi aveva sempre spronato dovetti partire praticamente da zero.

 

Come imparerete presto, io sono un tipo abbastanza caparbio e quando voglio una cosa la ottengo! Quindi pur di ottenere anche solo una piccola carica pubblica mi indebitai.

Cercai in tutti i modi di farmi notare ma a quel tempo su di Roma incombeva una Guerra Civile tra gli Optimates che volevano il potere aristocratico e i Populares che sostenevano la possibilità di rivolgersi direttamente all’elettorato.

Mio zio Gaio Mario ed io sostenevamo la causa dei Populares e questo non giovò affatto alla mia immagine in quanto ci inimicammo la nobilitas repubblicana,  ma io non sono un tipo ipocrita che pur di avanzare di livello passa sopra i propri ideali e la propria familia, quindi fui ben felice di aiutare mio zio che nel frattempo divenne il capo del nostro ‘partito’.

Quando avevo quattordici anni però, mio zio morì seguito qualche anno più tardi da mio padre.

In onore di mio zio decisi di ripudiare la mia promessa sposa Cossuzia, che detto tra noi non mi piaceva tantissimo… e poi che nome sarebbe Cossuzzia?! Bah…., e decisi di sposare Cornelia Cinna Minore, figlia di Lucio Cornelio Cinna alleato e amico di mio zio Gaio Mario.

Naturalmente questa mio unione non venne vista di buon occhio da Lucio Cornelio Silla ormai capo indiscusso di tutta Roma; il quale mi ordinò di divorziare... solo perchè Cornelia non era patrizia.

 

Lui mi ordinava di divorziare??!!! E chi era, mia madre?! Mah valli a sapere cosa passa per la testa a certa gente...

 

Io, naturalmente mi rifiutai e per ripicca Silla meditò di uccidermi, ma per fortuna non lo fece, comunque non mi fidavo affatto di lui, così decisi di lasciare Roma rifugiandomi in Sabina dove però ero costretto a cambiare residenza ogni giorno. Una fatica tremenda.

Quando finalmente raggiunsi l’età per il servizio militare partii per l’Asia come legato del pretore Marco Minuccio Termo. Qui ebbi il mio primo incarico: recarmi presso la corte di Nicomede IV, sovrano di un piccolo stato della Britagna. Durante il viaggio già prevedevo dure e sanguinolente battaglie e mi vedevo già a capo di un armata tutta mia... l’immaginazione non mi mancava affatto... ah bei tempi quelli... comunque solo durante l’assedio di Mitilene provai il primo vero scontro armato. Naturalmente io mi distinsi per il mio coraggio e la mia bravura tanto che mi fu conferita la corona civica, riconoscimento che veniva dato a chi in combattimento salvava la vita di un cittadino... ne andavo fiero, soprattutto perchè grazie ad una recente riforma di Silla, che probabilmente ignorava il mio riconoscimento, a chiunque veniva conferita una corona militare aveva accesso garantito al Senato, questo mi permetteva di scalare un altro gradino verso la mia conquista...

Dopo due anni di potere assoluto Silla decise di riportare il normale governo consolare. Gesto abbastanza strano dovuto, a mio avviso dalla stanchezza o dalla vecchiaia che avanzava, comunque io non mi feci ingannare da questo sua atto e restai fuori Roma. Volevo essere sicuro di non correre rischi, così aspettai la morte di Silla. Non dovetti aspettare molto, di fatti nel 78 a.C. dopo aver saputo del suo decesso mi precipitai a Roma.

Appena arrivato mi ritrovai subito nel mezzo di una ribellione anti-silliana con a capo Marco Emilio Lepido ma questa venne prontamente bloccata da Gneo Pompeo.

Lepido conosceva le mie capacità sia da guerriero che da oratore così venne da me a chiedere sostegno in questa sua ribellione.

Io però mi stavo concentrando su altro così rifiutai la sua proposta. Sapevo che se avessi accettato mi sarei fatto un bel po’ di pubblicità ma sapevo anche che Lepido era negato in fatto di ribellioni e quindi mi sarei trovato con una mole di lavoro ben maggiore e io non volevo che accadesse.

Comunque ottenni lo stesso un po’ di pubblicità positiva, di fatti il mio rifiuto mise in luce la mia ottima intelligenza nello scartare battaglie e ribellioni male organizzate e destinate all’insuccesso.

 

In quel frangente mi dedicai alla carriera forense come pubblico accusatore e a quella politica come esponente dei popolari dichiarando apertamente il mio nemico: gli ottimati.

Decisi di sostenere l’accusa di concussione contro Gneo Cornelio Dolabella, per atti durante il suo mandato di governatore in Macedonia e quella di estorsione contro Gaio Antonio Ibrida.

Feci un discorso bellissimo, ancora me lo ricordo, avevo in pugno tutta la sala e tutti naturalmente mi davano ragione, finchè non arrivarono gli avvocati di Dolabella, i quali, non so come ma riuscirono a far cadere le accuse di Gneo ed io persi la causa.

Maledetti, già prevedevo la vittoria...

Comunque, sorte analoga mi toccò anche con Ibrida, ma lui lo feci sudare un po’ di più tanto che dovette appellarsi ai tribuni della plebe, sostenendo che non gli erano garantite delle eque condizioni processuali.

 

Mah... a parer mio era equo il processo comunque persi anche questa causa.

 

Per paura di eventuali ripercussioni decisi di trasferirmi a Rodi, ottima città se volevi apprendere la cultura e la filosofia greca.

 

La Grecia... bel paese, ricco di storia e con una cultura superiore alla nostra...

 

Purtroppo però non ci arrivai mai, perchè lungo il tragitto venni rapito da dei pirati, e portato sull’isola di Farmacussa.

Era un vero e proprio rapimento con tanto di riscatto: 20 talenti.

Io ne promisi 50, così mandai i miei uomini a Mileto per ottenere la somma richiesta.

Mi divertii troppo tanto in quel frangente. Componevo poesie e poi le sottoponevo al giudizio dei pirati, li trattavo come se fossi io il loro capo e ogni volta promettevo a loro che una volta liberato li avrei uccisi tutti.

Quando i miei compagni tornarono con il denaro io mi rifugiai subito nella provincia d’Asia. Armai delle navi e ripartii di fretta in Framacussa. Qui come avevo promesso catturai i pirati conducendoli in Bitinia perchè pensavo che il pretore li punisse, ma invece che aiutarmi, come tutti gli uomini di potere pensò soltanto alle ricchezze dei pirati.

Meno male che capii subito le sue intenzioni... mi rimisi subito in mare lasciando la Bitinia con a seguito i miei prigionieri. Dato che non volevo che soffrissero durante la loro morte prima li strangolai e poi li fece crocifiggere, mi ripresi i soldi e li restituii al popolo che me li aveva prestati per liberarmi.

Quando tornai a Roma mi elessero tribuno militare, scoprendo di essere addirittura il primo degli eletti.

Mi impegnai molto nelle campagne per sostenere i populares, sopratutto con la  Lex Plotia che avrebbe permesso il rientro a Roma di tutti coloro che erano stati esiliati per aver sostenuto la causa di Lepido; non solo, cercai anche di riportare il diritto di veto alla plebe dato che era stato notevolmente ridimensionato da Silla.

Provvedimenti che si attuarono nel 70 a.C. l’anno del consolato di Gneo Pompeo Magno e Marco Licinio Crasso. Entrambi avevano acquistato grande prestigio dopo aver vinto varie guerre e naturalmente Crasso era mio amico sopratutto perchè durante la campagna elettorale si affidò al mio carisma per vincere.

Grazie al loro consolato il clima politico cambiò notevolmente, grazie al quasi smantellamento della costituzione silliana.

Io continuai la mia avanzata in politica e nel 69 a.C. venni eletto questore.

Mi recai nella Spagna Ulteriore, governata dal pretore Antistio Vetere, qui mi dedicai all’attività giudiziaria. La popolazione iniziò a stimarmi sempre di più quando ridussi i pesi fiscali a cui erano imposti.

Una notte però feci un incubo che mi scosse profondamente, sognai di avere un rapporto incestuoso con mia madre, questo mi spinse a tornare a Roma in quanto il significato stava proprio nel ritorno alla patria e un presagio di dominio del mondo.

Durante il mio viaggio di ritorno però mi imbattei nella statua di Alessandro Magno a Cadice, qui rimasi come folgorato da tanta imponenza, ancora stento a crederci ma mi misi a piangere e non riuscii più a smettere tanto che dovetti inventare una scusa per i miei compagni che increduli mi osservavano versare lacrime, così dissi loro: non vi sembra ingiusto che alla mia età Alessandro Magno era già a capo di mezzo mondo mentre io ancora niente? Naturalmente mi arrampicai sugli specchi ma l’importante è che i miei uomini mi avessero creduto, e ciò avvenne.

Nel 69 a.C. venni eletto Edile Curule.

Dati tutti i miei sforzi per aiutare la popolazione venni definito il nuovo leader dei populares e questo non fece altro che accrescere la mia popolarità tra la gente.

In seguito decisi di rendere pubbliche la mie collezioni d’arte al Foro e al Campidoglio. Organizzai per intrattenere e divertire la mia gente dei giochi di gladiatori che scaturirono un enorme successo tanto che gli Optimates, a mio avviso gelosi di tanta popolarità, cercarono in tutti i modi di ostacolare questa mia nuova attività.

 

Vedo dalla tua faccia Hermione che non approvi questi tipi di giochi... è vero sono abbastanza crudeli ma alla popolazione piacevano e io li ho soltanto accontentati, senza contare che i gladiatori venivano ben pagati e sopratutto erano tutti volontari… chi più chi meno… ma questi sono piccoli dettagli...

 

Con la morte di Quinto Cecilio Matello Pio cercai di far riportare la carica di pontefice massimo una carica elettiva, così decisi anche se un po’ scettico di candidarmi. La mia preoccupazione stava nel fatto che a sfidarmi c’erano due esponenti degli optimates, i più anziani e già da tempo giunti al culmine del cursus homorum.

Per vincere fui costretto a chiedere aiuto a Marco Licinio Crasso che mi procurò una grande quantità di denaro con la quale corruppi l’elettorato.

Lo so ragazzi, è stato un gesto un po’ avventato e non del tutto legale ma ero disposto a tutto per vincere, e quando avvenne decisi di lasciare la mia casa natale nella Suburra proprio per dimostrare l’importanza che davo a questa carica.

Trasferitomi nella Via Sacra cominciai ad attuare una politica volta ad accattivarmi le simpatie di Pompeo Magno.

 

Nel 63 a.C. arrivò Lucio Sergio Catilina a mettermi i bastoni fra le ruote.

A quanto ne so era un nobile decaduto senza soldi che cercò più volte di impadronirsi del potere. Poverino, dovevate vedere tutti i suoi sforzi per quanto meno riabilitare il suo nome. 

Iniziava a seccarmi questa sua testardaggine così decisi di porvi rimedio.

Feci finta di sostenere la sua congiura. Chiesi a Crasso di aiutarmi nell’opera, così entrammo in contatto con Catilina, il quale ignaro di tutto decise che una volta portata a termine la sua congiura Crasso sarebbe addirittura diventato dittatore ed io suo migister equitum.

Naturalmente il suo attentato fallì perchè Crasso si ritirò ed io, casualmente mi scordai di dare il segnale che avrebbe dovuto dare inizio al programmato assalto al Senato.

Catilina però non si diede per vinto ed organizzò una seconda congiura, questa però venne scoperta da Cicerone e da Lucio Vezio. Catilina trovandosi alle strette fece qualche nome, tra qui il mio.

Detto tra noi me lo ero aspettato, ma non pensavo che davvero, sotto poche minacce facesse dei nomi.

Traditore.

Comunque venni prontamente scagionato da Cicerone.

Catilina da “bravo” uomo di comando quale era scappò con la coda tra le gambe lasciando Lentulo e Cetego a continuare la sua ribellione.

Quando però vennero arrestati io mi battei in loro favore per commutare la pena di morte con qualcosa di meno avventato.

Decisi di aiutarli perchè mi sembravano delle brave persone e soprattutto mi avevano dato una mano nella progettazione del primo attacco al Senato e mi parevano due uomini dotati di grande intelligenza solo che non la sapevano sfruttare.

Feci il mio discorso davanti al Senato, come sempre convinsi molti senatori a trasformare la pena in confiscazione dei loro beni e a confinare i prigionieri.

Con questo mio discorso passai come un uomo saggio e poco vendicativo e questo fu molto gradito al popolo ma come voi sapete bene non è il III Stato a decidere e quando venne pronunciato il discorso di Marco Porcio Catone Uticense, il verdetto rimase la pena di morte.

Così svanirono i miei sogni di portare sotto il mio controllo due menti intelligenti come le loro... peccato... a mio avviso un vero spreco...

 

Comunque andiamo avanti...

 

Nel 61 a.C. venni eletto pretore poi fui governatore della provincia della Spagna Ulteriore, dove portai avanti delle operazioni contro i Lusitani.

Scontri che vinsi egregiamente tanto che venni acclamato imperator ma fu solo quando tornai a Roma che ottenni il trionfo, o almeno così pensavo io. Ero già pronto a far festa, quando Catone smorzò la mia euforia. Per celebrare il trionfo seguendo le tradizioni avrei dovuto mantenere le vesti di militare e restare fuori dalla città di Roma cosa che assolutamente non volevo fare, così rinunciai al festino.

 

Anche se, che resti tra noi, diedi un piccolo party la sera... ma nulla che possa interessare a due minorenni come voi...

 

A quel tempo erano due i maggiori capi politici: Crasso e Pompeo.

Crasso era l’uomo più ricco di tutta Roma ed un esponente di spicco della classe dei Cavalieri.

Pompeo era il generale con più successi alle spalle.

Io questi dettagli li conoscevo bene, così decisi di stringere un patto con loro. Nel 60 a.C. stipulai una strategica alleanza... penso che gli storici l’abbiano chiamata Primo Triunvirato.

Io confidavo tantissimo in questa alleanza perchè la vedevo come l’unico modo per raggiungere i vertici del potere.

Affidai a Pompeo il compito di sostenere la mia candidatura al consolato, mentre Crasso l’avrebbe dovuta finanziare. In cambio, avrei fatto in modo che hai veterani di Pompeo venissero distribuite delle terre, e come era desiderio di Crasso, diminuire di un terzo il canone d’appalto della provincia d’Asia.

Grazie a questo patto ottenni le province della Gallia Cisalpina, un esercito formato da tre legioni, la provincia della Norbonense e la X legione.

Per far crescere ulteriormente il mio potere e per conquistare immensi bottini decisi di dirigermi verso la Gallia. Prima di partire però, volevo assicurarmi che il senato non prendesse decisioni che avrebbero compromesso i miei piani.

 

Sapete: fidarsi è bene, ma non fidarsi è ancora meglio.

 

Chiesi al mio amico ed alleato Publio Clodio Pulcro di far in modo che Cicerone fosse costretto a lasciare Roma.

Clodio fece allora approvare una legge con valore retroattivo che puniva tutti coloro che avevano condannato a morte dei cittadini romani senza concedere loro la provocatio ad populum, Cicerone fu quindi condannato e dovette lasciare Roma e la vita politica.

Dovevo ancora preparare le valige per la partenza quando venni a sapere che gli Elvezi si accingevano ad attraversare il territorio della Gallia Narbonense.

Dovetti quindi partire in fretta e furia per raggiungere la Gallia, perchè avevo paura che gli Elvezi al loro passaggio compissero razzie.

Mi portai appresso solo la decima legione, l’unica pronta, ma sapevo che non sarebbe stata sufficiente così feci distruggere il ponte sul Rodano per impedire agli Elvezi di attraversarlo e iniziai a reclutare in tutta la provincia forze ausiliarie.

Gli Elvezi mi inviarono dei messaggeri che chiedevano l’autorizzazione ad attraversare pacificamente la Gallia Narbonense.

 

Ma secondo voi io sono fesso?

 

Dopo il mio rifiuto gli Elvezi furono costretti ad attraversare il territorio dei Sequani, ma per me costituivano ancora una minaccia. Così decisi di affrontarli sconfiggendoli ineluttabilmente.

Tolto il problema, dovetti tornare in Gallia perchè temevo una invasione germanica.

Sapete, io sono tutto sommato un tipo pacifista, quindi avevo chiesto a Ariovisto, il capo germanico di stipulare un accordo, ma lui non volle ed io fui costretto ad uno scontro che naturalmente vinsi.

 

Un’altra terra che volevo fare mia era la Britannia. Non la conoscevo molto bene così iniziai a fare dei piccoli sopralluoghi. Nell’estate del 55 a.C. salpai con ottanta navi e due legioni per sbarcare nei pressi di Dover.

Dopo un’estenuante combattimento riuscii a vincere, ma i britanni, testardi si ribellarono subito dopo. Ci scontrammo una seconda volta fin quando non furono costretti a chiedere la pace.

Fu una scena abbastanza patetica.

 

La Gallia, molto probabilmente era una terra molto ambita perchè avevo appena lasciato la Britannia, quando il capo degli Arverni, Vercingetorige iniziò ad invadere i miei territori.

Non so neanche perchè lo fece dato che quando io gli diedi battaglia lui si ritirò, pur avendo un esercito molto più numeroso del mio.

Iniziai a giocare con lui: mi diressi a Gergovia dove Vercingetorige si era asserragliato, qui evitò di nuovo lo scontro e si ritirò nella città di Alesia.

Lo seguii.

Una volta raggiunto feci costruire una doppia linea di fortificazione che si estendeva per oltre diciassette chilometri.

Quando arrivarono i rinforzi di Vercingetorige potei finalmente dare libero sfogo alla mia battaglia. Dopo una decisiva vittoria finalmente il loro capo dovette arrendersi e consegnarsi.

 

Nel frattempo in Italia, con la morte di Crasso il mio triunvirato si potè dire concluso.

Il Senato, che come sempre non poteva sopportarmi decise di eleggere Lucio Cornelio Lentulo Crure e Gaio Claudio Marcello come consoli, scartando deliberatamente la mia candidatura.

Io chiaramente presi questo atto come una affronto personale, così decisi di varcare armato il confine politico della penisola italiana, il fiume Rubicone.

 

Il 10 Gennaio lo attraversai, pronunciando:

“Alea iacta est.”

Ah non mi stancherò mia di dirlo.

 

Con questo mio atto dichiarai apertamente guerra al senato.

Tentai di riconciliarmi con Pompeo ma questo, spaventato fuggì in Puglia.

Ed ecco che parte la seconda caccia al topo.

Lo seguii ma Pompeo assieme ai consoli in carica e a gran parte dei senatori scappò a Durazzo.

Io mi fermai un attimo per consolidare la mia dittatura poi ripartii.

Il primo scontro si ebbe a Durazzo dove subii una tremenda sconfitta ma per fortuna quello stupido di Pompeo non ne approfittò e si arrivò ad un secondo scontro dove ne uscii vincitore.

Pompeo mi sfuggi un’altra volta rifugiandosi in Egitto. Qui però non gli andò molto bene di fatti dopo pochi giorni mi arrivò la sua testa imbalsamata.

Io mi arrabbiai tantissimo perchè Pompeo era la MIA preda! Così partii anche io per l’Egitto per punire il faraone.

Arrivato a destinazione scoprii che il faraone Tolomeo XIII e sua sorella Cleopatra VII stavano litigando per la loro dinastia.

Non so bene i particolari, perchè a me interessava soltanto la mia vendetta, così decisi di riconoscere come sovrana Cleopatra.

Devo dire che era una gran bella donna, incominciai un relazione con lei dalla quale nacque un figlio, Tolomeo XV anche se tutti lo chiamavano Cesarione. C’era un solo problema: la popolazione non mi vedeva di buon occhio. Fui così costretto a rinchiudermi con Cleopatra nel palazzo reale in attesa di rinforzi. Una volta liberato potei tornare vittorioso nella mia Roma dove venni gioiosamente accolto.

Per festeggiare offrii alla mia popolazione rappresentazioni teatrali, giochi di atletica, lotte tra gladiatori e ricostruzioni di combattimenti terrestri e navali.

Finalmente potei soddisfare le rivendicazioni dei populares avviando la riorganizzazione del mondo romano.

Mi stavo appena rilassando quando mi dovetti recare in Spanga dove i pompeiani sopravvissuti si erano riorganizzati. È stata la più difficile e sanguinolenta di tutte le campagne. La crudeltà era d’obbligo.

Nell’Aprile del 45 a.C. con la battaglia di Munda potei finalmente affrontare e sconfiggere irreparabilmente i miei avversari.

Tornato a Roma presi il potere come dictator, presi il titolo di imperator fino al 14 Febbraio quando ottenni la carica di dittatore a vita.

 

Potei finalmente dichiararmi soddisfatto di me stesso.

 

Portai avanti alcune riforme di Silla. Decisi di estendere la cittadinanza romana agli abitanti della Gallia Cisalpina. Rinnovai l’organizzazione dei municipi italiani e limitai la durata degli incarichi dei generali.  

Anche se ero a capo di tutto un mio impero volevo che gli abitanti fossero fieri di me, così diedi vita a nuove opere architettoniche.

La mia popolazione era felice e sempre più numerosa tanto che dovetti allargare le antiche mura e censire gli abitanti per migliorare la gestione cittadina. Le strade però erano restate strette così proibii durante il giorno la circolazione a tutti i veicoli a due ruote. 

Un altro imminente problema era lo stipendio dei legionari, così feci costruire una mia zecca personale dove coniare le monete che naturalmente mi ritraevano.

Nel 44 a.C. mi auto nominai console assieme a Marco Antonio mio fidato amico, attribuii la pretura a Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino.

Questo fu un grave errore da parte mia, di fatti Longino mirava al ruolo di console e non ottenendolo incominciò ad organizzare una congiura contro di me. Non gli fu difficile trovare l’appoggio di altre persone, tra cui dei pompeiani che avevano solo fatto finta di stare dalla mia parte.

Il 15 Maggio, al Senato si sarebbe tenuta la cerimonia per la mia incoronazione a Re. La mattina non mi sentivo molto bene, mia moglie mi aveva detto di stare a casa ma io preferii dare ascolto a Decimo Bruto Albino, il quale riteneva sconveniente che io non mi presentassi alla mia cerimonia.

Entrai in Senato, sedendomi al mio posto dove venni subito attorniato dai miei congiurati. Io ignaro pensai che volessero congratularsi con me ed invece Publio Servilio Casca Longo sfoderò il pugnale colpendomi al collo.

Era una ferita superficiale, come vedete non mi ha lasciato neanche la cicatrice. Cercai di difendermi ma alla fine dovetti cedere alla violenze dei traditori primo fra tutti mio figlio Bruto, e dopo poco morii trafitto da ventitre coltellate. 

 

 

Lo so ragazzi, la scuola è appena finita, siete in vacanza ed assolutamente non volete sentire parlare di libri, storia e tutto quello che ne fa parte… ma abbiate pietà di me… non l’ho fatto apposta a pubblicare questo capitolo (per non parlare dei prossimi due) a Luglio… spero comunque che vi sia piaciuto questo nuovo metodo di imparare la vita di Giulio Cesare…

Gli avvenimenti, le date ed i fatti principali dovrebbero essere corretti per il resto, i vari pensieri e le emozioni le ho inventate io quindi non c’è nulla di fondato e di vero.

 

Le mie fonti sono state: i miei vecchi libri di storia e ovviamente Internet.

 

Ringraziamenti:

Hinata Chan: grazie!! Scusa, non ho aggiornato molto presto…

Zebraviola: si per adesso è molto ooc, e lo sarà per ancora un bel po’… devo ancora decidere bene come far evolvere la storia ma per adesso resteranno solo semplici amici… quindi mi dispiace dirtelo ma niente bacetti… o forse no.. boh… come ti ho detto è ancora tutto da decidere…

Schwarznana: non ti preoccupare anche io sono molto occupata con mille cose che non porterò mai a termine, ma che mi piace avere in sospeso… quindi ti capisco perfettamente… troppi impegni e troppo poco tempo… si, le cose si stanno mettendo bene per entrambi e resteranno così per ancora un po’di tempo (o almeno lo spero…) caspita mi è appena venuto in mente che ho lasciato in sospeso l’altra nostra coppia…. Accipicchia devo dedicarmi anche a loro… ecco vedi… tante cose a cui pensare e troppo poco tempo… uffaaaaaaa…  voglio un po’ di ferieeeeee… nelle quali non farò assolutamente niente di quello che mi prefisserò e quindi sarò sempre al punto di partenza… povera me… Beh sarà meglio salutarti altrimenti qui si cade nell’oblio della depressione… ciao ciao kiss kiss kiss!!!

 

Spero di aggiornare presto… anzi so già che non lo farò… quindi abbiate pazienza… Aspetto nuovi commenti e nuovi consigli!! Ciao alla prossima!!!!!

 

 

  
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