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Autore: JessL_    06/07/2010    26 recensioni
"A ventiquattro anni, poco importa chi fossi al liceo. Ma un invito, un evento cambierà e sconvolgerà tutto.
La quiete e l'armonia che si è creata negli anni verrà "disintegrata" proprio a causa del liceo.
A quell'epoca, lui era un ragazzo normale e bene in mostra ma non per lei: lei che era popolare.
Lui sempre innamorato, ossessionato... lei, beh lei a mala pena sapeva che esistesse.
Può in una settimana cambiare tutto? Sì."
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ho appena finito di rileggere – forse per la millesima volta – tutti i vostri splendidi, unici e fin troppo generosi commenti. Stento quasi a crederci ma siamo arrivati all’epilogo e mi sento un buco nello stomaco. Sarà che quando ho iniziato a scrivere questa storia non volevo nemmeno postarla – tanto che mi sono decisa quando avevo praticamente finito la storia. Questo capitolo, è un po’ diverso, nel senso che per la prima parte, non ci saranno dei POV ma bensì un narratore esterno. Non so se sono riuscita nel mio intento, non so se vi piacerà, né tantomeno se vi trasmetterò qualcosa, ma incrocio le dita.

 

Non ci saranno le risposte alle recensioni, non perché io non voglia rispondere ma perché mi sento in dovere di scrivere un mio papiro per ringraziare tutti.

È vero, non sto andando in guerra, questa sicuramente non è l’ultima storia su Edward e Bella che posterò e soprattutto non sto per morire xD però penso sia giusto che io vi ringrazi. Molti mi hanno detto che dovrebbe essere il contrario ma, invece, non è così, voi, con i vostri complimenti, con le vostre domande e soprattutto con qualche ramanzina, mi avete fatto andare avanti e avete fatto di tutto per farmi credere un pochino di più in me stessa. Forse ci siete riusciti, sinceramente non lo so. L’unica cosa di cui sono certa, è che grazie a questa storia ho conosciuto persone fantastiche, ho imparato che nulla è impossibile – io non ci credevo per nulla in questa storia, ma i personaggi mi sono entrati dentro, anche grazie a voi che li avete amati tantissimo e non posso che esserne contenta. Se fosse per me, mi metterei anche a ringraziarvi uno per uno ma siete davvero tanti e ne sono contenta. Felicissima.

Qualche giorno fa, una ragazza mi ha mandato e-mail, mi ha subissata di complimenti e di quanto ammirasse la mia “popolarità” in questo sito... io sono rimasta senza parole perché non mi reputo né migliore né tantomeno popolare. Non sono una vera scrittrice, forse – se mai lo diventerò – la strada sarà lunghissima ma per quanto voi mi possiate conoscere tramite le storie, io non sono una persona che se la tira o che crede troppo in se stessa. Non lo sono e non penso di poterlo mai diventare. Ogni grazie, ogni bacio e ogni semplice – e raro – ti voglio bene, sono stati sinceri. Grazie per avermi sempre sopportata e apprezzata per come sono. Jessica.

 

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Capitolo quattordici – Lapels and surprises: The grand finale.

 

<< Sicuramente starai pensando che io sia pazza o che magari avrei potuto evitare ma... non ho resistito... perciò... >> Bella si voltò dando le spalle a Edward, a un Edward curioso ma nello stesso tempo scettico, perché erano due giorni che la sua fidanzata si comportava in modo strano. O almeno più strano del solito. Era un anno che stavano insieme, e tra loro andava relativamente bene. C’erano delle piccole liti che finivano con un bacio o semplicemente con una risata, e soprattutto facendo l’amore. Il loro amore era riuscito in tutti i modi a far superare qualsiasi cosa ma Edward non aveva mai pensato che Bella per fargli un “regalo”, si sarebbe mai potuta far tatuare lo stesso simbolo – il loro simbolo – su una parte del suo corpo... precisamente sulla schiena, verso la spalla destra. Gli piaceva, pensava che in un modo – forse - assurdo le donasse, ma non riuscì a fiatare per almeno due minuti, nei quali Bella cercò di restare calma e di non coprirsi visto che erano in camera da letto e lei si era sfilata la camicia del suo lui rimanendo in un paio di short. Rabbrividì quando percepì le labbra di Edward sulla sua schiena. Era un “sì”. Sorrisero e quando Bella si voltò, si baciarono e si lasciarono prendere dalla perdizione e dall’amore. Tutto sommato, convivere aveva i suoi buoni propositi.

 

Fuori pioveva a dirotto, eppure Bella era decisa a voler fare una sorpresa a Edward. Fu difficile ad ammettere persino a se stessa che voleva controllare la nuova segretaria. Non che non si fidasse del suo fidanzato con cui oramai stava insieme da un anno e mezzo, ma le dava molto fastidio che una donna – giovane – lavorasse a stretto contatto con Edward. In quel lasso di tempo, ne avevano passate tante: erano venuti a sapere che la madre di Bella non stava bene, che voleva venire a Seattle per vedere se trovava delle cure per la sua malattia, che suo padre voleva divorziare dalla sua attuale moglie per chissà quale strano motivo che dopo un paio di mesi scomparve facendo tornare tutto alla normalità. Persino Brooke aveva litigato con Julian e Tanya faceva di tutto per calmare le acque, non voleva di certo che andasse tutto a rotoli quando a lei andava tutto bene. Bella però, si sentiva una strana sensazione e ne aveva anche parlato con le sue amiche che avevano cercato di farla calmare e ragionare – inutilmente. Era arrivata trafelata di fronte all’azienda dove lavorava Edward, non trovando nessuno neppure alla hall, e quello, la fece insospettire maggiormente. Con il cuore in gola, prese l’ascensore e arrivò al fatidico piano. Fuori dalla porta, dalla sua porta, la scrivania era vuota. La segretaria non c’era. In quel momento pensò che fossero già andati tutti a casa, che magari li aveva trovati mentre facevano una pausa, ma in realtà sapeva che alle cinque del pomeriggio non potevano fare né una né l’altra cosa, perciò aprì con forza la maledetta porta e rimase scioccata da quello che i suoi occhi le mostrarono. Sentì perfettamente il suo cuore battere sempre più piano, il suo suono non rimbombava nemmeno più nelle sue orecchie come un momento prima e i suoi occhi si fecero umidi facendole automaticamente vedere tutto distorto ma lei sapeva che comunque quella scena – anche fin troppo nitida – le si era impressa nella mente. Edward stava baciando un’altra: più giovane, più bella e soprattutto bionda. Non si staccarono nemmeno quando Bella spalancò la porta. Ci volle qualche secondo perché Edward si allontanasse dalle labbra dell’altra. Quando vide Bella di fronte alla porta – sconvolta e arrabbiata – non disse nulla. Allontanò la biondina e si alzò, senza dire una parola, guardando solamente quella che era ancora la sua fidanzata negli occhi. Perché lui lo sapeva, era entrata nel momento sbagliato. Lui non stava ricambiando il bacio. Erano giorni che la ragazza ci provava e lui era sempre riuscito a non ritrovarsela addosso ma non quel pomeriggio. Quell’infame pomeriggio, il destino aveva deciso di mandare tutto a puttane. Bella non disse nulla, almeno non finché Edward non le fu di fronte con uno sguardo dispiaciuto ma nello stesso tempo determinato, sì determinato, perché sapeva di non aver fatto nulla di male: non l’aveva baciata, non ci aveva fatto niente ma sapeva che Bella non ci avrebbe mai creduto. Sapeva perfettamente che avrebbe ribattuto sul fatto che lei aveva visto tutto con i suoi occhi, ma lui era a conoscenza dell’indole fragile di Bella, cercava sempre di proteggerla, soprattutto perché quello non era un bel periodo, ma non reagì in nessun modo quando gli arrivò uno schiaffo in pieno volto. Certo, rimase sorpreso e anche sconvolto; Bella non era una ragazza manesca ma non riusciva a immaginare che cosa stesse provando in quel momento. << Bella... >> Lei appoggiò un suo dito sulle labbra di lui. << No, non dirlo. Non dirmi che non è come credo. Perché... perché non ti credo e mi è persino ancora complicato capire perché tu abbia fatto una cosa del genere. Il tradimento non riesco ad accettarlo, non ora, non in questo momento che rivedo le tue labbra sulle sue. Non ti darò la soddisfazione di vedermi in mille pezzi, perciò me ne vado. È finita. >> Edward la guardò negli occhi, aveva ragione, lui l’aveva distrutta non volendo, non avendo in realtà fatto nulla. Ma non si giustificò, non la richiamò mentre la osservava uscire dal suo ufficio e dirigersi verso l’ascensore. Non riusciva a fare nulla, oltre a maledirsi e ripromettersi – in primis – di non assumere più una segretaria, poi di licenziare e buttare fuori a calci quella che si era guardata – anche con fin troppo interesse – la scena seduta comodamente sulla sua sedia girevole. Stava male, ma sapeva che doveva, voleva rimettere tutto a posto.

 

<< Me ne vado. Questa è la mia lettera di licenziamento. Tra una settimana pubblicheranno il mio secondo manoscritto. Non so se andrà bene, o se invece andrà male, ma so che non voglio più lavorare in questa redazione; sono stufa di scrivere pezzi su smalti e unghie finte. Io merito di più, io sono di più. Arrivederci. >> Si sentiva finalmente realizzata. Non per chissà che cosa, ma finalmente – dopo tre mesi che aveva lasciato Edward – era anche riuscita ad abbandonare il suo lavoro... sempre se lo si potesse definire così. Era tornata a vivere a casa di suo padre, non era felice, in realtà le mancava il suo ex fidanzato e odiava gravare sulle spalle di suoi padre oramai pensionato. Poteva andare da Tanya, anche Brooke le aveva chiesto se volesse vitto e alloggio, ma lei aveva preferito rifiutare la generosità delle sue amiche. La loro vita di coppia andava bene, non voleva fare da terzo incomodo ora che entrambe le sue amiche convivevano da molto. Una settimana prima, tramite la posta, le era arrivata una videocassetta. Il destinatario era lei, eppure era stata mandata a casa di suo padre. Quel giorno scoprì l’innocenza di Edward riguardo al tradimento, eppure non lo chiamò, non gli mandò un messaggio e nemmeno un’e-mail. Voleva pensare, capire perché non volesse affrontarlo né tanto meno ammettere di essere stata una stupida a non averlo ascoltato. Certo, lui non aveva fatto tanto per farsi ascoltare, però in quei mesi non si era arreso, le aveva mandato fiori, bigliettini romantici e tanti dolci. Non c’era mai il mittente, proprio come per la cassetta, eppure lei sapeva che era lui. Quindi, quando inserì la videocassetta nel video, non si stupì di scoprire che fosse la registrazione delle telecamere dell’ufficio; si vedeva chiaramente che Edward non aveva mai ricambiato il gesto e che quando lei aveva aperto la porta, l’altra gli si era appena avvinghiata. Si sentì in colpa e nello stesso tempo sollevata che non l’avesse tradita, però non riusciva a chiamarlo. A farsi viva. Durante il tragitto dalla redazione a casa di suo padre – sì, non riusciva a definirla “casa sua” – pensò che avrebbe potuto passare a parlargli ma infine ci rinunciò e fece bene, perché Edward si trovava sotto casa Swan che l’aspettava, non riusciva più a non vederla, a non sentirla... le aveva lasciato il suo spazio ma lui ora la rivoleva. Era innocente, ora lei lo sapeva – perché era certo che avesse visto la videocassetta – quindi ora temeva solo in un rifiuto. Che comunque sperava non avvenisse. Scese dalla sua auto, solo quando scese anche Bella. Non seppe dirsi il perché, eppure Bella si tranquillizzò appena lo vide. Le era mancato, era difficile abitare con un altro uomo – anche se si trattava di suo padre. Ora avevano entrambi abitudini diverse e per giunta lui era sposato, quindi lei cercava di stare in casa il meno tempo possibile ma sperava – dentro di sé – che Edward andasse a riprenderla, che si presentasse e le facesse uno dei suoi discorsi strappalacrime. E così fu, perché la sua intenzione era proprio quella. Pensò che trovarsela di fronte dopo tre mesi era strano ma bello, perché finalmente riusciva a sentire nuovamente il suo cuore battere. Si sentiva anche un imbecille, perché in realtà non si era preparato un discorso, si era solo detto: “Basta, me la devo andare a riprendere!”

<< Ti amo follemente, tu non hai nemmeno idea di come sia vuota e... e senza senso la casa da quando non ci sei più. Mi sento, mi sento continuamente a pezzi, come se fossi incompleto... e lo sai anche tu, non si può lasciare un puzzle incompleto. Ti prego Bella, capisco che tu possa ancora avercela con me – anche se non ho fatto nulla – ma ti prego... perdonami. Torna a casa con me. >> Lei cercava di rimanere impassibile, eppure i suoi occhi erano lucidi – felici ed emozionati non solo dalle sue parole ma anche dalla sua presenza – e i suoi denti mordevano voracemente il suo povero labbro inferiore, però non parlò, sapeva che c’era dell’altro. Un “ti amo follemente” – per quanto bello – non bastava, eppure sapeva che in quel momento ad avere torto fosse lei, perché doveva essere proprio lei a chiedergli scusa per non averlo ascoltato ma le era mancata troppo la sua voce che lo avrebbe pagato pur di non farlo stare zitto. << Sai, i - i tuoi indumenti non hanno più il tuo profumo. Ora hanno il mio, e anche le mie camicie che usavi te, non lo hanno più. È stato complicato addormentarsi senza sentire il tuo corpo accanto al mio, oppure il tuo profumo aleggiare tra le pareti, non trovare più il tuo spazzolino nell’apposito spazio, la tua risata, il disordine che mettevi nella camera pur di farmi innervosire... tu sei essenziale per me, Bella. Ti ho lasciato il tuo spazio ma è stato tremendamente difficile lasciarti stare. Purtroppo mi sono ricordato della telecamera, della videosorveglianza, troppo tardi, perciò non ho potuto mandartela subito; ma ora sai tutto. Ti prego, torna a casa. >> Lui era speranzoso ma sapeva anche che non poteva illudersi troppo, Bella lo aveva sempre sorpreso perché non faceva mai quello che una persona si aspettava... quindi rimase comunque di stucco quando si ritrovò le labbra di lei sulle sue. C’era ancora tanto da dire, ma sicuramente non avrebbero perso tempo ora che erano di nuovo insieme.

 

<< Edward! Edward, dove sei? Ho una bellissima notizia! >> Era euforica, non riusciva ancora a crederci, tutti e tre i suoi libri erano in vetta alla classifica del mese e per di più le avevano fatto una proposta assurda quanto splendida. Arrivò in cucina e rise quando si trovò Edward nudo, coperto solo col suo grembiule da cuoco.

<< Che c’è? Sono poco sexy? >> Lei rise ancora più forte e si avvicinò mentre buttava a terra il giubbotto e la sua borsa.

<< No affatto. Anzi se ti fai trovare almeno due volte al mese così... penso che mi faresti ancora più felice. >> Si baciarono e in quel bacio, c’era qualcosa di diverso, Edward, infatti, lo notò subito e quando si allontanò da quella bocca tentatrice, le rivolse uno sguardo curioso. Lei rise, era davvero euforica; si fece aiutare a sedersi sul bancone della cucina e gli afferrò il viso tra le mani. Edward era perso in quegli occhi intensi quanto vivi, lucidi ma contenti. Non riusciva a capire che cosa fosse successo e per di più gli pareva assurdo che riuscisse quasi a sentire lui stesso l’emozioni della sua fidanzata.

<< Questa mattina mi ha chiamato la redazione e mi ha fatto sapere che tutti e tre i miei libri sono tra i primi posti della classifica del mese! Tutti e tre, Ed! Non è fantastico? >> Lei aveva spalancato la bocca facendogli comunque un mega sorriso – che lui ricambiò.

<< Wow, tutti e tre? Immagino che aspettino il quarto. >> Lei annuì e si morse il labbro inferiore.

<< C’è qualcos’altro vero? >> Bella annuì nuovamente ma lui non fece domande, alzò semplicemente un sopracciglio. << La “Summit Entertainment” vuole rendere la saga, un film! >> Iniziarono a urlare e lui le fece mille congratulazioni ma in realtà lei sapeva che se non fosse stato per lui, questa storia del vampiro e dell’umana sarebbe rimasta sepolta nel suo pc. Era difficile capire come la felicità avesse messo in secondo piano il fatto che Edward fosse praticamente nudo – o almeno lui se n’era dimenticato, lei no... infatti, in modo malizioso o comunque seducente, gli circondò il collo con le braccia e la vita con le gambe.

<< Non voglio morire avvelenata a causa di qualche esperimento cucinato da te... quindi che ne dici di iniziare a festeggiare? >> Ammiccò alzando ritmicamente le sopracciglia e inumidendosi le labbra. Lui non ribeccò, sapevano entrambi che era bravo a cucinare – aveva preso da Esme – e per di più non voleva iniziare qualche battibecco inutile dopo che si era “conciato” in quel modo per farla divertire ed eccitare. Per fortuna era successo, anche se una parte di lui era sicura che anche con un sacco dell’immondizia non lo avrebbe rifiutato, sapevano entrambi quello che provavano, alla fine i gesti – a volte – servono più delle parole.

 

Sorridevano ai mille flash mentre camminavo con quanta più disinvoltura possibile sul tappeto rosso. Bella aveva notato che Edward fosse agitato, eppure non si spiegava il perché, non era la prima premier cui partecipavano, soprattutto per un film di Bella, anche se in realtà lei aveva semplicemente scritto il libro e aiutato durante le riprese per alcune scene. Quella nervosa doveva essere lei, ma oramai aveva lasciato perdere l’imbarazzo, d’altronde era lì per “lavoro”.

<< Sei strano questa sera, tutto bene? >> Edward annuì con un sorriso teso. Effettivamente Bella aveva ragione, Edward le stava “nascondendo” qualcosa che comunque a breve avrebbe saputo. Era solamente agitato. Dopo i mille flash, qualche autografo e qualche battuta con gli attori del film, entrarono finalmente nella sala per vedere il terzo film della saga di “Twilight”; Bella aveva adorato scrivere “Eclipse”, anche perché Edward l’aveva aiutata molto e le piaceva immaginare un triangolo, anche se non si sarebbe mai immersa totalmente nei panni della protagonista. Le scelte così “importanti” non hanno mai fatto per lei, anche se quando arrivano, non si tira indietro. Man mano che le scene andavano avanti, lei si stupiva sempre di più del lavoro strepitoso che avevano fatto... gli attori che interpretavano i suoi personaggi erano perfetti, era stata proprio lei a sceglierli e non se n’era mai pentita. La mano di Edward era sempre stretta a quella di Bella – che era immersa nel film – ma quando Edward riconobbe una certa scena, non riuscì a non irrigidirsi e far voltare Bella – preoccupata – vero di lui. Con voce bassa, sensuale e tremante, le si avvicinò all’orecchio e in modo suadente le disse:

<< Prometto di amarti per sempre, ogni singolo giorno, per l'eternità. Mi vuoi sposare Isabella Swan? >> Bella rimase a bocca aperta, anche perché notò subito che aveva aspettato proprio il momento esatto in cui anche il protagonista chiese la mano alla sua compagna. La frase era di Edward, gliel’aveva suggerita proprio lui, ma quando gliela consigliò era per scherzo – anche se avevano proprio riprodotto la scena – ma ora no, quelle parole erano vere, erano per lei, era diretta a lei la domanda e lui aspettava trepidante un suo segno, un suo gesto, una sua parola ma lei era senza parole, non riuscì comunque a reprimere una lacrima. Guardandolo negli occhi, appoggiò con delicatezza le sue labbra su quelle morbide di Edward e su di esse, sussurrò un tremante – per l’emozione e per la felicità – e deciso << Sì.  >> Dopo un bacio che fece comunque voltare qualche “vicino di posto”, lei aggiunse: << Sì, ti voglio sposare amore mio. >>

 

Pareva impossibile, eppure era così. Bella era di fronte a uno specchio con il suo abito bianco. Le piaceva perdersi nelle increspature del corpetto ricamato e della gonna che finiva con uno strascico non troppo lungo e pericoloso – sia per lei che per le altre persone che le camminavano accanto. Si piaceva, trovava che il vestito le cadeva a pennello, eppure continuava ad avere gli occhi sgranati e respirare profondamente gonfiando persino le guance. Mancava poco, lo sapeva che tra qualche minuto sarebbe entrato qualcuno per dirle che doveva attraversare la navata e quello sinceramente non la spaventava, la sua paura era non trovare Edward al fondo della sua camminata, oppure che lui dicesse “no”. Quello la terrorizzava a morte. Il concetto di matrimonio, e di vivere insieme finché morte non vi separi, non la spaventava. Non la preoccupava minimamente, eppure era agitata, sentiva un groviglio di emozioni bloccate nello stomaco; la sera prima era stata bene, aveva festeggiato con le sue amiche e sue future cognate in un localino tranquillo in cui avevano bevuto e cantato divertendosi molto ma il panico o comunque l’agitazione, si erano presentati solo una volta che aveva aperto gli occhi la mattina dopo con un lieve mal di testa – che per fortuna era passato velocemente. Era pronta, era perfetta... aveva tutto ma sentiva che qualcosa mancava. Un controsenso, eppure era così. Quando la porta si aprì, i suoi occhi si sgranarono maggiormente e smise di respirare, ricominciò il “mantra” solo quando Alice la spronò. Erano entrate la sua migliore amica – nonché damigella d’onore – e sua cognata. Non riusciva a tranquillizzarsi, voleva che parlassero ma loro la continuavano a guardare rendendola ancora più agitata.

<< Per diamine! Parlate, per favore! >> Loro risero e l’abbracciarono cercando di non scompigliarle la capigliatura semplice quanto magnifica. Notò appena lo sguardo che si scambiarono le sue amiche, si “risvegliò” solo quando un qualcosa di rosso, fluttuò di fronte al suo sguardo.

 << Giarrettiera. >> Continuava a guardarla mentre nella sua mente ripeteva quella parola. Infine schiuse la bocca facendo fuoriuscire un verso strozzato.

<< La giarrettiera! >> Urlo scendendo da quella specie di palchetto che l’aveva “ospitata” fino a quel momento e cercò di afferrare quell’affare ma Alice era veloce e piccola e Bella era in difficoltà per via dell’agitazione. Dopo un sospiro, entrambe si tranquillizzarono e Alice - con un sorriso dolce - le si avvicinò e le baciò una guancia.

<< Questa è una parte del mio regalo. Sapevo che avevi qualcosa di vecchio e di blu... ma non di nuovo – anche se in realtà hai l’abito – ma io te la do lo stesso. >> Si abbracciarono e ridendo e scherzando – facendo automaticamente calmare un po’ Bella – le sue amiche l’aiutarono a infilare la giarrettiera. Era tutto pronto, ora era veramente il momento di entrare in scena, Bella lo capì quando spuntò suo padre con un’espressione ebete sul volto. Tanya la voltò verso di lei, e con gli occhi lucidi le disse:

<< Ti voglio bene, sei la sposa più bella – e non solo di nome – che io abbia mai visto. Non farti paranoie, cammina tranquilla e immagina il futuro con il tuo sposo. Ok? >> Si sorrisero e dopo un bacio, Tanya e Alice sparirono dalla stanzetta. Bella, mentre percorreva il lungo corridoio che l’avrebbe portata alle porte della cappella per percorrere la navata, si chiese come stava Edward, se era tranquillo e se era veramente sicuro di voler passare una vita con una pazza e isterica come lei. Il suo ultimo pensiero, prima di stringere forte la mano del padre, fu per la madre. Non la vedeva, non poteva vederla – non c’era più – ma lei la sentiva comunque vicina a lei, sorrise e voltandosi verso il padre, si convinse di tutto.

<< Sono pronta. >> La cerimonia non fu lunga e Edward ne fu contento, anche perché era dal giorno prima che non la vedeva e non riusciva a non immaginare il momento in cui avrebbe finalmente potuto saggiare le sue labbra, per la prima volta come sua sposa. Quando accadde, nessuno dei due si seppe spiegare perché si sentivano leggeri, anche se con il cuore che batteva forsennato, ma con il riso, gli abbracci e le congratulazioni degli amici e dei parenti, ci pensarono ben poco e festeggiarono al meglio... perché d’altronde quella era una giornata molto importante.

 

Lei gli aveva mandato un messaggio per sapere se poteva liberarsi prima dal lavoro. Era strano, solitamente lei aspettava tranquilla che lui rientrasse senza farsi sentire, Edward aveva capito che si trattava di qualcosa importante. Quando arrivò, non la trovò – lei era in cucina ma nascosta a piedi del bancone – lui smise di cercarla e di chiamarla, solo quando notò una cartellina – proprio sul bancone – con sopra una foto di un bebè. Non sapeva perché, eppure lesse ad alta voce.

<< Il bambino che c’è su questo biglietto, non è nostro ma quello che c’è nella cartellina sì. >> Bella lo sentì deglutire e spostare in modo frenetico e rumoroso uno degli sgabelli per sedersi. Percepì anche il rumore della cartellina che veniva aperta e poi lo sentì solo esclamare.

<< Oddio. >> Lei sorrise immaginando il volto di Edward mentre osservava l’ecografia che c’era all’interno della cartella. Lentamente si alzò e si mostrò a lui che quando la notò, stava piangendo con un sorriso sulle labbra. << E’ un sogno? >> Stentava a crederci, sarebbe diventato padre. Sembra così assurdo e stramaledettamente bello che doveva assicurarsi che non stesse sognando, lei scosse il capo e lui singhiozzò stupendosi di quanto quella bellissima notizia lo aveva scosso. Lei gli arrivo di fronte, afferrò il suo viso tra le mani e con quasi venerazione, gli asciugò le lacrime con le sue labbra. Erano felici, stavano per diventare una famiglia a tutti gli effetti.

 

<< Piano Lizz, su dai... muovi il piedino, vieni verso la mamma! >> Edward stava registrando la scena sorridendo, la loro piccola figlia aveva dieci mesi e già voleva iniziare a camminare, non potevano non mettere tutto su cassetta! Erano dei genitori alla loro prima esperienza e trovavano incredibile vedere giorno dopo giorno la loro figlioletta crescere. Elisabeth era bellissima, un miscuglio perfetto dei genitori: occhi verdi e capelli castani con qualche riflesso rossiccio. Aveva un sorriso che faceva incantare tutti e soprattutto con quei piccoli e praticamente invisibili dentini era impossibile non trovarla incantevole. Edward si abbassò maggiormente e riuscì a inquadrare l’esatto momento in cui la piccola fece un passo in avanti senza poi cadere sul pavimento. Inutile dire che iniziarono tutti a urlare e la piccola ridere felice battendo le mani. Quelli erano dei momenti che non avrebbero mai voluto perdere, la loro figliola cresceva ma lo facevano anche loro. Perché non importa quanto tempo passi, alla fine ogni giorno impari cose nuove, e loro lo facevano proprio grazie a quel miracolo che dopo cinque anni che stavano insieme – tre anni da sposati – portava solamente tanta felicità tra loro.

 

In totale, 7 anni dopo: Bella pov.

<< Non mi sembra di chiedere troppo, voglio solo un matrimonio perfetto come il tuo. >>

<< Il mio? Il mio non è stato perfetto, ma te lo lascio pensare solo perché sei la sposa e sei già abbastanza agitata. E fattelo dire: quest’ansia è inutile. >>

<< Perché? Magari ha capito che sono una nullafacente, una... pazza che deve essere assolutamente rinchiusa in qualche manicomio e non mi vuole più sposare. >>

<< Oppure temi solo che si sia dimenticato la data esatta del suo matrimonio e che non si presenti. >>

<< Sì, sì esattamente. E se non mi ama? >> Sorrido e le afferro le mani.

<< Tanya, Pitt ti ama. È già qui. È con Edward in questo momento e non puoi veramente pensare che si sarebbe dimenticato di venire. >> Lei sospira e prende a respirare profondamente.

<< Hai ragione, forse mi faccio troppe paranoie. Comunque quando hai intenzione di dirglielo? Lizz lo sa già. >> Abbasso lo sguardo e gioco con la mia fede nuziale.

<< Beh sicuramente dopo la cerimonia. Questo è il vostro momento e non voglio sicuramente mettermi in mezzo. >> Lei mi abbraccia e mi tiene stretta a sé respirando profondamente. Mi viene da ridere ma reprimo tutto tranne che un sorriso. Anch’io ero così al mio matrimonio ma grazie a lei e alle mie cognate mi sono ripresa in fretta, anche se mi sono calmata solo quando ho visto Edward, in piedi, di fronte al prete alla fine della navata. Quando sentiamo bussare ci allontaniamo e dalla porta, sbuca una testolina castana rossiccia.

<< Mamy, ti cerca papy. >> Mi volto verso Tanya, che alza gli occhi al cielo.

<< Lizz, sei sola? >> Lei scuote il capo, io alzo un sopracciglio.

<< Beh entrerei volentieri se questa piccola peste mi facesse passare. >> La piccola ride mentre Brooke – ancora da dietro la porta – inizia a farle il solletico così da poter entrare senza doverla in qualche modo spingere.

<< Wow. Sei stupenda! Posso piangere? >> Io e Tanya ridiamo mentre Lizz si riprende dalle troppe risate per via del solletico. Brooke è incinta ed è inutile dire che ha gli ormoni in subbuglio e che passa quasi tutta la giornata a piangere. La piccola mi si avvicina e la prendo in braccio mettendole a posto il vestitino.

<< E’ vero, zia, sei bellissima. Come una principessa. >> Tanya si addolcisce e le posa un bacino sulla fronte.

<< No, l’unica principessa qui, sei tu. >> La mia piccola sorride.

<< E’ vero, lo dice anche papà. Mamma è la nostra regina. >> Stringo gli occhi mentre sorrido. Da quando Lizz ha chiesto a Edward il significato dei nostri tatuaggi, si è intestardita con questa cosa del re, della regina e della principessa. D’altronde è una bambina di due anni, è normale che voglia credere – e che creda – a queste cose. Le mie amiche ridono mentre io mi sento avvampare.

<< Spero tanto di avere una figlia come te, piccola Elisabeth. Per quanto abbia due anni, è... è fantastica.  Sveglia, solare, attiva e soprattutto educata. Hai una figlia perfetta, Bella. >> Alzo gli occhi al cielo verso la sposa.

<< Esageri... è anche molto capricciosa quando è stanca, è disordinata e odia mangiare le carote che fanno solamente bene. >> Lizz sbuffa.

<< Le carote le mangiano i conigli. Io non sono un coniglio. >> Ridiamo nuovamente e l’appoggio a terra mentre torno a guardare Tanya.

<< Sì, vai pure ma fai in fretta. La mia damigella d’onore non può scappare. >> Le sorrido e trascinata da mia figlia, esco da quella stanza.

<< Mamma, quando fai un altro libro per me? >> Sorrido e passo una carezza sulla testa della bimba. Dopo la saga di “Twilight”, ho scritto altri libri – e non solo per “adulti” – e stranamente sono andati bene, hanno fruttato tanto, anche se non me lo sarei mai aspettata.

<< Non lo so tesoro. Devo finirne uno. >> Lei annuisce e mi lascia la mano per correre verso il padre che la prende in braccio. Sono uno spettacolo della natura. È sempre bello guardarli. Mi avvicino lentamente e mi perdo negli occhi verdi di mio marito mentre mi sorride. Sento appena Lizz sbuffare e chiedere di farsi mettere a terra. Rido quando sospira sognante vedendo suo padre baciarmi. L’ho già detto che è una tremenda romanticona?

<< Ho bisogno di una mano con il nodo della cravatta. >> Scuoto il capo desolata.

<< Papà ma oramai sei grande... quando impari a farlo da solo? >> Rido e guardo Edward che si passa una mano tra i capelli in modo agitato.

<< Ma a me piace che lo faccia la mamma, non voglio imparare proprio per quello. >> La bambina sussurra un misero “Ah”. Secondo me, pensa che il padre sia pazzo. Finito di fargli il nodo, lo guardo attentamente. Adoro quando mi osserva in modo intenso, l’unico “problema” e che quando fa così, mi sembra che mi legga nell’anima. << La sposa è agitata? >> Sorridendo annuisco.

<< Parecchio se devo essere sincera. >>

<< Tu invece sembri solare, anche fin troppo. >> Rido nervosamente. Com’è possibile che mi conosca così bene? 

<< Mamma, dobbiamo tornare da zia. >> Ah, quanto amo mia figlia! Con un leggero bacio sulle labbra di mio marito - che fa venire gli occhi a cuoricino alla piccola, sparisco dalla sua visuale per tornare dalla mia amica.

<< Wow, non ricordavo di averti lasciata in questo modo. >> Tanya si volta verso di me e tira un respiro di sollievo.

<< Sono in panico! Mia madre è appena andata via – veramente l’ho praticamente cacciata – e mi ha fatto solo agitare! >> Mi avvicino e l’abbraccio.

<< Va tutto bene, respira e andrà tutto bene. >> Fa come le dico e poco dopo si rilassa.

<< Mamma, pensavo che questo, fosse un bel giorno. Perché zia è così agitata? >> Sorridendo mi avvicino alla mia bimba.

<< Perché questo è un giorno importante e vengono fuori dei dubbi inutili. Tutto torna normale non appena s’incontrano gli occhi del proprio principe. >> Mia figlia sorride e sento Tanya sedersi.

<< Davvero? Non appena vedrò Pitt, andrà tutto bene? >> Sicura, annuisco. Sono sicura delle mie parole, anch’io mi sono fatta tante paranoie per niente. Loro si amano, ed è normale essere agitati prima di attraversare la navata.

 

<< Guardalo, due ore fa sembrava quasi per avere un attacco di panico e ora, balla e ride come se niente fosse. >> Guardo Edward per poi portare il mio sguardo verso gli sposi. È vero, Pitt è tranquillo e anche Tanya.

<< E’ normale. Non dirmi che tu non eri agitato? >> Mi stringo maggiormente tra le sue braccia mentre continuiamo a ballare.

<< Chi? Io? Ma va. >> Rido e gli poso un bacio sulla guancia per poi osservare mia figlia che balla con qualche bambino.

<< Devo dirti una cosa. >> Riporto il mio sguardo in quello di mio marito e noto subito che è preoccupato, sorrido per smorzare la tensione.

<< Sapevo che c’era qualcosa, e sono contento che tu me ne stia per parlare. >> Gli accarezzo una guancia mentre le sue mani rimangono ancorate ai miei fianchi.

<< Sai, abbiamo parlato spesso che la nostra vita con Lizz è cambiata, abbiamo dovuto fare molti cambiamenti prima della sua nascita e ora come ora, non posso non ammettere che abbiamo fatto bene a fare una stanza in più. >> Il nostro ondeggiare sulla pista, cessa e senza staccarmi da lui, osservo i suoi occhi farsi lucidi. La sua espressione è impenetrabile, tranquilla ma comunque capisco che sta ancora assorbendo le mie parole.

<< Sei, sei incinta? >> Sorridendo annuisco, e lui apre la bocca per far uscire un po’ d’aria. Una lacrima solca una sua guancia ma la scaccia subito. Siamo in pubblico – per lui è già complicato farsi vedere piangere di fronte a me. << Amore, è possibile che tu riesca a farmi sentire ogni giorno più felice? >> Deglutisco cercando di non piangere e gli circondo il viso con le mani.

<< Felice tu, felice io. >> Lui sorride. << Sempre. >>

 

The End.

__

Note dell’autrice oddio che parolone!

Oddio, questo è l’ultimo angolino. Sono quasi in lacrime, ho appena finito di rileggere il capitolo per controllare se c’è qualche errore di ortografia... spero non ne troviate. È incredibile ma siamo proprio alla fine... manca ancora qualcosa da dire e una cosa da farvi vedere. Questo è il set fotografico del matrimonio di Bella; spero che l’abito e l’acconciatura vi piacciano. Che dire? C’è Elisabeth, Bella aspetta un altro bimbo – maschio, ve lo dico anche se non verrà mai detto xD e per di più ne ha passate di tutti i colori, non solo con Edward ma anche con i suoi genitori: la mamma di Bella è mancata, il padre si è sposato con Sue anche se c’è stato un momento in cui erano in crisi. Lo so, non vengono nominate tante persone ma Jake è ancora sposato con Angela, non ho idea se Rose abbia avuto altri bambini o se Alice ne voglia né tantomeno se Carlisle è andato in pensione. Lo so, forse non dovrei cercare di alleggerire la tensione ma non voglio piangere – anche se per felicità. Un altro motivo di felicità, è il successone – sì per me è così – che ha avuto questa storia, grazie alle 130 persone che hanno aggiunto la storia tra le preferite, 15 tra le ricordate, 218 tra le seguite ma soprattutto ai coraggiosi 431 che mi hanno aggiunta tra gli autori preferiti. Non so se merito tanto ma Grazie, grazie con tutto il cuore. È quasi doloroso non dire “a martedì prossimo” però vi lascio con un “A presto”, perché non scomparirò, ho altre storie da finire e ho già in mente alcune idee ma prima di salutarvi... anche se il The end che c’è sopra mette tristezza, vorrei lasciarvi il link della mia originale – a cui tengo un casino: “Overwhelms me/Travolgimi” Se volete fateci un salto, mi farebbe davvero molto piacere. Non so quanti arriveranno fino a questo punto ma ancora GRAZIE di tutto. Ammetto che mi farebbe piacere sapere che avete pensato del capitolo ma non sentitevi obbligati. Un mega sorrisone e un bacione ;) Vi adoro. Jessica. JessikinaCullen, Jess.

   
 
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