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Autore: Mizar    06/07/2010    3 recensioni
"L’unica persona che può aiutarci a sconfiggere l’Oscuro Signore è quella ragazzina e tu devi ASSOLUTAMENTE andarla a prendere!". La nuova missione che Silente ha affidato alla sua spia, Severus Piton, pare una cosa ai limiti dell'assurdo. Cosa starà tramando la mente più contorta di Hogwarts?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Remus/Sirius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Non ti fidar di un bacio a mezzanotte

Capitolo tutto dedicato ad Adhara


" Sembra la pistola di una donna...”
“Conosce bene le armi, mister Bond?”
“No, conosco un po' le donne...”
(Agente 007 Thunderball: operazione Tuono)



Severus si svegliò da uno strano sogno, in cui correva a perdifiato per un prato soleggiato e pieno di fiori.
L’intento era quello di far volare un aquilone e nel mondo onirico era una cosa che gli dava immenso piacere.
In realtà lui non aveva mai nemmeno provato questo tipo di divertimento babbano e, da persona seria e matura quale era sempre stato, disapprovava i compagni che sottraevano ore allo studio per dedicarsi a simili facezie.
Però, quel sogno, gli aveva lasciato un senso d’appagamento e dolcezza che raramente faceva parte delle sue giornate.
Mentre si perdeva in queste constatazioni, gli occhi ancora appannati dal sonno e i sensi intorpiditi, un lieve movimento attrasse la sua attenzione.
Chinò il capo e vide una testolina verde fare capolino tra le coltri sgualcite.
“Ciao”, bofonchiò Alice, tutta avvoltolata nel lenzuolo.
“Ciao”, rispose senza fiato Severus.
Cosa ci faceva lei lì?
Perché non era sul divano come sempre?
Cosa era successo la notte precedente?
E, soprattutto, perché lui non ricordava nulla?
Preso dal panico si tirò un po’ di coperta addosso, per nascondere il petto nudo, mentre Alice lo guardava stupita.
“Severus, tutto bene?” chiese preoccupata, mentre al giovane s’imporporavano le guance.
“C-certo”, rispose asciutto, cercando di darsi un contegno.
Ora le immagini della notte prima avevano cominciato a scorrere nella sua mente e gli era spaventosamente chiaro cosa ci facesse Alice lì.
“Com’è stato possibile tutto ciò?” si chiese costernato.
Non che Alice non fosse carina, anzi, ma lui non era certo il tipo che si tuffava in un’avventura così.
Lui ponderava bene le cose e sapeva che concedersi una scappatella romantica con una sua allieva era una cosa imperdonabile, senza contare che Alice gli era stata affidata da Silente in persona!
“Severus?”
Ancora la voce della ragazza, questa volta decisamente allarmata.
“Sei certo che vada tutto ok? Mi stai guardando come se mi fosse spuntata un’altra testa…”
“Alice” borbottò lui, agitatissimo, “io non so come sia potuto accadere… Cioè… Non capisco cosa mi sia preso stanotte, ma di sicuro tutto questo è un errore.”
Severus si fermò un momento per fare un gesto eloquente con la mano, mentre ricominciava ad arrossire.
“Perché?” chiese Alice in un soffio, mentre gli occhi le si allagavano di lacrime, “non sei stato bene con me?”.
Guardando quel faccino deluso a Piton si chiuse lo stomaco.
“Sono stato benissimo, ma è tutto sbagliato. Tu sei una mia allieva. Capisci?”
“No. Per prima cosa tu sei il mio prof solo per caso, ed io non appartengo certo alla scuola dove tu insegni; per seconda, non credo sia giusto che tu, dopo avermi regalato una notte indimenticabile, al mattino mi scarichi, come fossi qualcosa senza importanza di cui ti vuoi disfare.”
Severus arrossì furiosamente e distolse lo sguardo da quegli occhi limpidi che lo fissavano, sentendosi un verme.
“Alice, non è così credimi, ma ci sono cose che non possono accadere. Devi dimenticare tutto, per il tuo bene. Adesso ti farò un bell’incantesimo di obliazione e poi…”
“Col cavolo!”
Il sibilo minaccioso che uscì dalle labbra della ragazza fece rizzare i peli della schiena al giovane prof.
Alice aveva lo stesso sguardo di Bellatrix Lestrange e questo non era un buon segno, poi si ricordò di essere Severus Piton e con un ruggito rispose:
“Attenta, ragazzina, perché fino a prova contraria la bacchetta la uso ancora io, qui dentro”, ma non proseguì per molto perché Alice gli era già saltata alla giugulare e minacciava di strangolarlo.
“E tu pensi che io sia disposta a farmi cancellare la memoria perché tu poi mi possa gettare via come un sacchetto del pattume? Manco morta!!! IO TI AMO STUPIDO PIPISTRELLACCIO!!!” gridò tenendolo per il collo e scrollandolo.
Severus la fissò negli occhi e lesse nella sua mente che non stava fingendo.
Alice era davvero innamorata di lui.
E lui cosa provava per quella ragazza?
Cos’era quello strano nodo allo stomaco che lo stava facendo sciogliere?
Cosa voleva dire il modo irregolare in cui il suo cuore batteva?
E soprattutto, cos’erano quei continui rossori da educanda, così poco consoni al suo personaggio?
“Alice”, chiese gelido, ritrovando a fatica la ragione, mentre lottava con tutto se stesso contro Il desiderio, insano, di abbracciare e soffocare di baci quella piccola peste.
“Che cavolo hai messo nel liquore, ieri sera?!”
Poco dopo, nell’ambulatorio di Madama Chips, un agitatissimo Piton esternava a gran voce tutta la sua indignazione ad un costernato Silente, accorso immediatamente in infermeria dopo che la medimaga lo aveva avvisato che, professore e alunna, erano ricoverati a causa d’una intossicazione da ‘Amorenthia’, aggravata da morsi di fatina.
“Una pozione illegale d’innamoramento! Lei che è una babbana e non sa nulla di filtri magici! Poteva uccidermi e uccidere anche se stessa!”
Piton era in preda ad un attacco isterico e, incapace di stare fermo, salterellava per la stanzetta, avvolto in un pigiamone nero che gli dava l’aria un grosso avvoltoio arruffato.
Silente lo osservava cercando di rimanere impassibile, anche se stava morendo dalla voglia di scoppiare in una risata.
“Io con queste qui non ci starò un secondo di più! Sono un attentato continuo alla mia vita! Prima quella pazza di Gaia si fa mordere dalle fatine e comincia ad mettere in pericolo il mio buon nome così, per evitare una violenza carnale, mi ritrovo a vivere su mensole o armadi a tre metri da terra; adesso questa cerca di avvelenarmi. Io do le dimissioni! Era meno pericoloso fare il Mangiamorte!” tuonò battendo i palmi delle mani sul comodino.
“Severus, capisco il tuo, hemmm, stato d’animo, ma non puoi abbandonare il piano a questo punto. Sai bene che i tuoi sforzi sono per una giusta causa”
“Giusta causa un corno. Io me ne vado. Sparisco. Si trovi qualcun altro che faccia da guardia del corpo alla sua Arma Segreta e a quell’altra sbalestrata, attentatrice e assassina!” ringhiò a due dita dal naso del preside, mentre con i capelli arruffati e le guance stranamente rosee continuava la sua filippica contro Alice, Gaia e tutte le adolescenti, babbane e magiche, del mondo.
Il mago più anziano sospirò.
“Su, Severus, la ragazza ci ha spiegato perché ha agito così; anzi, da professore zelante come sei, dovresti rallegrarti che sia riuscita da sola a preparare un filtro tanto complesso.”
“E secondo lei io ci credo che ha fatto tutto da sola? Non né sarebbe mai stata capace! Deve avere avuto per forza dei complici”, gridò agitandosi ancora di più.
“ Sirius Black, ecco chi l’ha aiutata. E’ stato lui, me lo sento! Solo ad un disgraziato così possono venire certe idee”, tuonò con gli occhi fuori dalle orbite.
“Severus, ragiona. Sirius, come del resto gli altri tre malandrini, non saprebbero mai fare una pozione difficile come l’Amorenthia. Non ti ricordi le tremende esplosioni dei loro calderoni durante le ore di Lumacorno?”
“Va bene, forse quel disgraziato non c’entra, ma rimane il fatto che l’Amorenthia, assunta a casaccio, senza calibrare bene la dose, poteva cancellarci la memoria!”
“Va be’, ma grazie al cielo non è successo”.
“Ma poteva e anzi, moralmente, è come se mi avesse ucciso”, ringhiò il professore imbronciandosi ancor di più.
“Ma dai Severus, non fare il tragico, pensa invece che Alice ha preparato una pozione amorosa per te”, s’intenerì Silente scuotendo il capo, “per farti dimenticare le tue pene. Non è una cosa dolcissima? Allora anche un freddo e cupo Mangiamorte può soffrire per amore…”
“Sta scherzando?”, sbottò feroce Piton, che ormai aveva perso tutto il suo aplomb inglese.
“La mia ragazza, che lei ha fatto sposare ad un altro, adesso aspetta un bambino e lei si chiede se posso soffrire per amore? Mi vuole prendere in giro?”
“Credevo che tra te e Lily fosse una storia finita, Severus caro. Cioè, quando tu sei venuto da me, per chiedermi di proteggerla, lei era piuttosto arrabbiata con te e poi c’era quel Potter che…”
“Avevamo litigato di brutto, ma io non ho mai smesso d’amarla! Sarebbe tornata con me, senza i suoi piani cretini con cui l’ha praticamente data in pasto a quell’allocco!”
“Ops…”
Fu la laconica risposta di Silente, mentre il viso sereno s’arrossava sulle gote.
“Chiedo venia, caro Severus, ma…”
“Non.
Dica.
Una.
Parola! Adesso io me ne andrò da qui.
Da questa stanza.
Da questa scuola.
Da questo stato.
Tornerò a fare il Mangiamorte, il killer o, se è necessario, anche il venditore ambulante d’aspirapolvere, ma non voglio mai più sentire parlare di babbane, profezie, arme segrete e, soprattutto, di Potter!” gridò fuori di sé, afferrando i suoi vestiti e dirigendosi alla porta a grandi passi.
“Severus”, cercò di richiamarlo il preside, ma il ragazzo se n’era già andato.

***


Intanto, nel parco del castello, qualcun altro si stava svegliando e, con infinito sbigottimento cercava di capire cosa ci facesse riverso nell’erba addosso ad una persona che russava come un tasso.
Tra la nebbia del sonno e quella dovuta alla mancanza dei suoi occhiali, James Potter annaspava, alla ricerca di una spiegazione (e delle sue lenti).
Finalmente la sua mano incontrò quella che sembrava una montatura d’occhiali, anche se molto diversa dalla sua.
Preso da frenesia il giovane se ne appropriò e inforcatala s’accorse che il mondo era alquanto ingigantito, ma molto più nitido.
Il suo sguardo corse alla creatura che dormiva accanto a lui, e che stiracchiandosi pigramente, stava facendo tintinnare i vari monili: la Cooman.
I capelli già orribilmente incasinati di Potter ebbero un fremito e poi si spararono verso l’alto come viticci impazziti.
“Sibilla…” boccheggiò lui, sentendo salirgli la tachicardia.
La maga sorrise dolcemente nel sonno, mentre le prime avvisaglie di uno svenimento carezzavano i sensi ottenebrati di Potter.
“J-James chiama Sirius… Rispondimi Paddy perché sto per morire…”
La voce soffocata di Potter echeggiava nella stanzetta candida invasa dalla luce del sole.
Remus aprì un occhio e scosse dolcemente Sirius, che gli dormiva accoccolato addosso.
“Amore, credo che Jamie sia in difficoltà” sussurrò al suo orecchio, ma per tutta risposta il ragazzo arricciò il naso mugolando e poi nascose il viso contro il suo petto, riprendendo a dormire.
Remus sorrise intenerito.
Con una carezza gli sistemò i capelli arruffati dietro l’orecchio e poi s’allungò verso il comodino e s’appropriò dello specchietto.
“Buon giorno James, cosa succede? E’ arrivato il momento del parto?”
“Peggio, Moony mio, molto peggio”, ululò il ragazzo in piena crisi isterica, “guarda tu stesso!”
Lupin guardò meglio il viso paonazzo dell’amico, deturpato da strani occhialoni a fondo di bottiglia, poi il suo occhio cadde sullo scenario dietro di lui.
“James, calmati e spiegati meglio. Cosa ci fa la Cooman svenuta sull’erba e perché tu hai i suoi occhiali? E Mastro Gazza? Anche lui è accasciato dietro di te. Vi hanno forse assalito i Mangiamorte?”
“Ahhhhhh”, l’urlo belluino di James, che alla vista di Argus era sbiancato ancora di più, destò anche Sirius.
“Prongy, ma che cavolo…Ohhhhhhhhhh!”
Vedendo che anche Sirius sbiancava, Remus cominciò veramente a preoccuparsi.
“James...C-calma, non tirare conclusioni affrettate, forse c’è un’altra spiegazione”, balbettò Sirius, ormai completamente sveglio e molto agitato.
“Paddy, preparati a morire!” ruggì James appannando per un momento tutto lo specchietto.
“Per colpa tua io … Non riesco nemmeno a dirlo!” alitò poi, facendosi sempre più smorto.
“Insomma volete spiegarmi!”intervenne con decisione Remus, ma i due parevano pietrificati.
“V-vieni qui s-subito. S-siamo nel Manor a Dover”, balbettò Sirius e poco dopo, con uno schiocco, James si materializzò nella loro camera da letto.

***


Alice era sdraiata su uno dei lettini dell'infermeria, nel reparto degli studenti.
Guardava, tutta triste,la finestra, mentre Sheila e Nadine cercavano di consolarla.
“Cara, su, non fare così. Adesso la medicina farà effetto e ti passerà tutto. Non posso credere che a causa nostra tu possa esserti innamorata di quella specie di demonio. E’ il professore più perfido che esista sulla faccia della terra”, le sussurrava Nadine carezzandole un braccio, mentre Sheila annuiva convinta.
“E poi è brutto, tutto nero, con quel nasone a becco e quei capelli unticci. Alice, ma davvero tu e lui…”
“Già”, rispose laconicamente la ragazza.
“Mamma mia!”, esclamò rabbrividendo Sheila, mentre Nadine allargava gli occhi sgomenta.
“Comunque non devi farne una malattia, cioè, noi ti capiamo. Ieri sera eri drogata e non eri padrona delle tue azioni. Nessuno può fartene una colpa, se mai è lui da biasimare, che razza d’insegnante di pozioni è se non sa riconoscere il sapore di un filtro magico? Adesso che madame Chips ti ha dato la contropozione, tornerai in te e vorrai solo dimenticare e noi t’aiuteremo. Magari ti faremo obliare da Vincent, se è necessario, e nessuno saprà mai nulla. Giuro che noi non lo riveleremo mai ad anima viva, nemmeno sotto tortura, perciò tranquilla che il tuo buon nome è salvo.”
Alice non disse nulla e le ragazze si guardarono preoccupate.
“Cosa c’è ancora?” chiese allarmata Nadine, intuendo che c’era dell’altro che la loro amica non aveva raccontato.
“C’è che il filtro non c’entra nulla mie care, se no a quest’ora, dopo la doppia razione d’antidoto che gli ho somministrato, non ricorderebbe nemmeno chi è Severus Piton”, intervenne madame Chips che nel frattempo si era avvicinata al letto.
“Questa è una genuina cotta con i fiocchi e i controfiocchi!” sentenziò decisa, mentre infilava il termometro in bocca ad Alice.
“Tu innamorata di quel coso!?” gridò Sheila, mentre Nadine inorridiva a sua volta.
Alice arrossì, ma non smentì.
Dopo la notte d’amore con Severus si sentiva terribilmente confusa.

***


Nel frattempo sulle rive del laghetto Gaia stava passeggiando in compagnia di Rabastan Lestrange che, approfittando dell’assenza dei professori, l’aveva abbordata.
“Questa sera, mia cara, a villa Malfoy ci sarà un party in onore del nostro leader politico. Sarà la festa dell’anno. Parteciperanno tutti i vip del Magimondo, le più nobili famiglie, gli imprenditori più affermati, le attrici più famose. Sarebbe l’ideale per il tuo debutto nell’alta società inglese, Gaia cara, e io sarei molto felice se tu mi concedessi l’onore di accompagnarti.”
La ragazza lo guardò lusingata.
“Veramente io non dovrei uscire dalle mura di questa scuola, perchè secondo il preside è troppo pericoloso. E’ per questo che Piton e Lupin mi sono sempre alle costole, però, in tua compagnia forse…”
“Silente è ormai avanti con l’età e noi tutti conosciamo le sue stranezze. Non prenderlo troppo sul serio; Quale pericolo vuoi che ci sia per una deliziosa fanciulla come te”, le sussurrò all’orecchio il ragazzo, con fare cospiratorio.
Gaia sorrise.
Quel Rabastan le piaceva proprio.
Era carino, simpatico di bei modi e poi pareva sveglio.
“Accetta, ti prego, questo mio invito” stava dicendole ora, accarezzandole la mano, “vieni con me e ti prometto che sarà indimenticabile”
“Mi piacerebbe molto, ma non so se i miei professori me lo permetteranno”, sussurrò poco convinta la ragazza.
“Beh, ci sono molti modi per eludere la sorveglianza dei prof e, comunque, oggi i tuoi carcerieri pare siano scomparsi.”
“In effetti hai ragione. Il preside mi ha parlato di un incidente accaduto al professor Piton che lo ha costretto in infermeria e anche il professor Lupin non si è fatto vedere.”
“Bene!” esultò Rabastan, poi, vedendo il viso sorpreso di Gaia, con un colpetto di tosse rettificò.
“Emmm, volevo dire mi dispiace molto per il professore di pozioni, ma questo è un segno del destino.”
“E’ vero, ma temo di dover rifiutare lo stesso. Non sono pronta per fare il mio debutto in società. Non sono andata dalla parrucchiera, né al salone di bellezza. Non ho nemmeno comprato un comprato un abito adatto alla serata…”
“Non temere cara, prima di recarci a Villa Malfoy passeremo dal mio castello, dove i nostri dieci elfi si metteranno a tua disposizione. Anche gli abiti non sono un problema. Mammina conosce personalmente madame McLan, la proprietaria della boutique di moda più chic dell’intera Inghilterra Magica. Ti faremo portare una collezione d’abiti tra i quali potrai scegliere quello a te più consono e, naturalmente, questo sarà il mio personale regalo di benvenuto”, aggiunse baciandole galantemente la mano.
“Oh, Raby caro, a questo punto come potrei non accettare?” cinguettò Gaia e Lestrange, felicissimo, la condusse fuori dai giardini di Hogwarts.

***



Piton aveva un diavolo per capello e neppure una lunga passeggiata nella foresta,lo aveva calmato.
Alice aveva disonorato il suo buon nome e stroncato la sua carriera d’insegnante.
Cosa avrebbero pensato ora di lui i ragazzi?
E i colleghi?
Mentre nella sua mente s’agitavano cupi pensieri in cui già si vedeva messo alla berlina e additato come mostro adescatore di adolescenti, s’imbattè in Sheila e Nadine che uscivano dall’infermeria.
Erano così prese a confabulare che gli passarono praticamente davanti senza vederlo.
“Secondo me è passibile di denuncia”, stava dicendo Sheila,gesticolando furiosa, “un professore che si porta a letto una allieva è una vera vergogna!”
A quel punto le orecchie del professore si erano fatte di fuoco.
Ecco, aveva avuto ragione, e adesso stava rischiando di finire ad Azkaban!
“Andiamo Sheila, sai anche tu che era sotto l’influsso dell’Amorenthia, quindi non padrone delle sue azioni e poi lei era consenziente”.
“Certo che però, da lui non me la sarei mai aspettata. E’ sempre così scostante, gelido, scorbutico, e poi è così brutto!”
A quelle parole il naso di Severus si storse.
“Sarai bella tu, con quei denti da castoro”, ringhiò tra sé, mentre la bacchetta gli fremeva tra le mani.
“Sheila, non ti ha mai detto nessuno che la bellezza sta negli occhi di chi guarda? Evidentemente, per Alice, il professor Piton è bello e desiderabile, altrimenti non si sarebbe innamorata di lui”, aggiunse scuotendo mestamente la testa.
A quelle parole il professore trasecolò.
Ma come! Alice aveva preso l’antidoto e perciò adesso l’infatuazione avrebbe dovuto esserle già passata.
“Brutto affare Nadine, anche perché quel mostro di cattiveria difficilmente avrà un cuore sotto quella palandrana sdrucita, perciò non potrà certo corrisponderla”, sussurrò tristemente Sheila.
“Povera Alice”, sospirarono e sconsolate s’avviarono verso il parco.
Piton rimase a guardarle pensieroso, mentre nel suo cuore s’agitavano strani sentimenti.
Alice non poteva essere innamorata di lui, di solito non riscuoteva molto successo con le ragazze, specie quelle carine.
Solo Lily lo aveva amato, anche se poi era finita male.
Cos’è che gli ripeteva sempre, quando erano ragazzini?
La voce di una Lily sedicenne risuonò alle sue orecchie:
“Severus, non è vero che non hai corteggiatrici perché non sei desiderabile, è il tuo caratteraccio che terrorizza tutti”
"Beh, questa ragazzina petulante e testarda non è rimasta molto spaventata dal mio carattere", sussurrò con un sorriso un po' ebete, poi, notando l'assurdità del suo compostamento si ricompose.
Insomma, quel giorno si sentiva decisamente strano.
Forse l'antidoto di Madame Chips era scaduto e non funzionava più tanto bene, o forse erano gli effetti collaterali di una pozione d'amore mal riuscita?
Il suono di una voce terribilmente conosciuta lo distolse da questi pensieri.
Girando il capo vide, a pochi passi da lui, Rabastan Lestrange e Gaia prendersi per mano e sparire in un lampo.


Angolino delle chiacchiere tra amiche, ovvero risposte alle recensioni

Per Adhara : Adhara carissima Sirius è un Black e anche se, come tutta la sua famiglia, dovrebbe essere impassibile e glaciale, noi tutti sappiamo che è una pecora nera. Così, per la disperazione di Walburga, lui è caliente, casinista e molto innamorato di Remus, che protegge come una chioccia farebbe col suo pulcino. Nulla di strano, quindi, che abbia costretto il licantropo ad una fuga strategica, dopo aver sentito l’assurdo piano di Silente. Alice e Severus insieme? Mah, per adesso la sola che sembra innamorata è lei, ma il Pipistrello è uno che sa nascondere bene i sentimenti. In questa parte di storia abbiamo assistito a molti tragici risvegli dei sensi ( il peggiore credo sia stato quello di James) e forse… Per adesso ti dedico questo capitolo, perché sei una fedele recensitrice ( si dice così?). A presto!

   
 
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