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Autore: niebo    07/07/2010    2 recensioni
Il giovane in smocking tirò fuori dalla tasca sinistra dei pantaloni un pacchetto di sigarette. Ne sfilò una e l’accese con un accendino, preso dall’altra tasca.
“Cosa vuoi da me?!” ripetè con decisione.
“Cosa voglio da te? Semplice.” soffiò fuori dalla bocca una densa nuvola di fumo “Voglio che uccidi una persona.”
[...]“Cosa ti fa credere che ucciderò una persona per te?!”
“Io non lo credo….” Fece un tiro ed espirò di nuovo il fumo “…io sono sicuro che lo farai.”

La storia di sette persone la cui vita è indissolubilmente legata all’avvento dell’Apocalisse.
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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27. May 27. May


Ormai era da un paio di minuti che non dormiva più.
Semplicemente restava lì ad occhi aperti, raggomitolato nella sua parte di letto, avvolto nella coperta, a fissare quel tratto di camera che gli si presentava di fronte.
I suoi occhi erano opachi, malinconici.
Gli occhi tristi di chi conosce il proprio destino.
Gli occhi malati di chi non reagisce a ciò che gli si presenta di fronte.
Gli occhi di chi è estraneo a sé stesso.
Gli occhi dello scoraggiamento che induce a lasciar perdere tutto di fronte alle difficoltà.
Gli occhi della paura di affrontare la vita.
Gli occhi…di chi soffre per amore.
Prese con la mano un po’ più di coperta, e se la strinse al petto come se fosse un peluche o una persona…
Sentiva freddo…tanto freddo. E si richiudeva a guscio per sentire un po’ più di calore.
Anche se non era fisicamente solo, la solitudine lo logorava dentro.
Lo sentiva il respiro di Aaron che, ancora molto stanco dal giorno prima, dormiva serenamente accanto a lui. Ma cosa valeva? Chi era Aaron per lui perché di questo gli importasse qualcosa? Poteva anche smettere di respirare. Poteva anche non essere con lui su quel letto. E sarebbe stato comunque lo stesso.
Però…nonostante questo, sentì istintivamente il bisogno di voltarsi dalla sua parte del letto. Forse voleva vedere se c’era veramente…o forse era solo un po’ scomodo….
Fatto sta che alla fine Ulrich si girò verso il centro del letto.
Si fermò a guardare Aaron, la coperta che gli copriva la schiena e le spalle, che si alzavano e abbassavano al ritmo del suo respiro.
Ma c’era qualcosa di strano.
Nonostante gli rivolgesse la schiena, si accorse che c’era qualcosa che…
In quel momento Aaron si girò, voltandosi anch’egli verso il centro del letto, faccia a faccia con Ulrich.
Faccia a faccia…
Ma, quando Ulirch si ritrovò di fronte il viso di Aaron addormentato, rimase senza fiato.
Sgranò gli occhi e dischiuse la bocca.
Si mise a fissarlo, con il respiro irregolare, scandito a brevi intervalli.
Era pietrificato.
In quel momento l’altro, che fino ad ora aveva tenuto entrambi gli occhi chiusi, ne aprì uno.
“Allora sei sveglio.” Disse Ilian sorridendo dolcemente al vedere Ulrich fissarlo smarrito.
Fu sul punto di piangere.
Ilian se ne accorse, e per tranquillizzarlo avvicinò la mano al viso dell’amico, coperto dai lunghi capelli tutti spettinati, e gliene rigirò una ciocca dietro l’ orecchio.
“Ilian….” Riuscì solo a sussurrare Ulrich.
Ilian gli fece l’occhiolino, sorridendo.
Aveva addosso quella camicia larga in tela color crema chiara chiara che portava sempre, quella che assomiglia tanto a quella che indossano i pirati. Così aveva pensato quando era piccolo…
E i suoi pantaloni bianchi attillati sulle gambe, quelli da cavallerizzo che usava per gli spettacoli.
Riconobbe indistintamente tutti questi particolari, che si proiettavano ancora vivi nella sua mente.
Ilian si alzò dal letto, scostando le coperte.
Ulrich, credendo che se ne stesse andando via, reagì d’impulso trascinandosi sulla parte di letto prima occupata dall’amico, per afferrarlo e non farlo fuggire.
Ilian lo guardò dall’alto, stupito.
E proruppe in una risata sincera.
“Testa di cocomero…sembri in pesce fuor d’acqua…” gli disse e rise di nuovo bonariamente.
In effetti ad Ulrich le gambe facevano ancora un po’ male…gli era difficile muoversi …e risultava così un po’ impacciato.
Cercò di tirarsi su, ma non ne ebbe bisogno.
Alzò lo sguardo e vide Ilian tendere la mano verso di lui.
La afferrò al volo ringraziandolo con un sorriso.
Si stupì al vedere che, una volta in piedi, non sentiva più il minimo dolore nel camminare, in nessuna parte del corpo.
Ilian si portò davanti a lui, quasi a fargli da guida.
Ma, quando le loro mani furono sul punto di lasciarsi, Ulrich strinse più forte la presa.
Ilian, al sentirsi stringere la mano, si voltò e lesse negli occhi di Ulrich la stessa paura che vi aveva visto l’ultima volta che si erano separati.
Comprese che egli temeva tanto di rimanere solo, e di dover affrontare la vita e le sue difficoltà come tale. Ilian sapeva che questo avrebbe reso tutto ancora più difficile…ma non potè fare a meno di stringergli la mano a sua volta.
Si avvicinò poi alla porta della camera, e la aprì con delicatezza.
Dopo averla oltrepassata, Ulrich si stupì nel ritrovarsi sulla pista del circo, lo stesso dove aveva passato la maggior parte della sua vita.
Erano soli.
Nessun altro era presente in quel momento.
Ilian lo condusse al centro della pista.
Lì si fermò.
Erano uno di fronte all’altro.
Si guardarono per un attimo.
Il viso di Ilian si stava rattristando a poco a poco.
Ulrich se ne accorse, e intuì anche lo sforzo con cui Ilian cercava di nascondere quel velo di tristezza.
Capì perché lo stava facendo.
Per lo stesso motivo per cui aveva tentato di lasciargli la mano prima che lui gliel’afferrasse di nuovo.
Semplicemente perché…
…non voleva ferirlo.
Improvvisamente Ilian gli indicò con lo sguardo la scala dei trapezisti che stava sulla sinistra, proprio dietro Ulirch.
Ulrich si voltò a guardare, ma non capì.
“Vai.” Gli disse allora Ilian.
Ulrich esitò un secondo, ma poi si diresse verso la scala, tirando con sé Ilian per la mano, come un bambino fa con il suo peluche preferito.
Ma Ilian non si mosse.
Ulrich si voltò verso di lui, e gli rivolse uno sguardo interrogativo.
“Io no.” Gi rispose Ilian al capire ciò che l’altro si stava chiedendo.
“Ma…Ilian…”
“Ehi…sei grande ormai, testa di banana...non fare il mulo...” E gli sorrise, tirandogli un pugnetto bonario sulla guancia.
Allora Ulrich sorrise a sua volta e si decise ad andare.
Questa volta però fu Ilian a non mollare a presa.
Ulrich si voltò di nuovo.
“Ti voglio bene.”gli disse Ilian.
Ulrich rimase sorpreso.
L’altra volta…era successo esattamente l’opposto…
Ma ora, in quelle parole quasi buttate lì per caso, capì che più di così Ilian non poteva dirgli. O forse non poteva dirgli nemmeno quello…
Non sapeva il perché…ma questa era l’impressione che aveva avuto.
Forse fu per questo motivo che non si sentì di chiedere altre spiegazioni.
Perché forse Ilian…
“Anch’io ti voglio bene, Ilian.”
Sorrisero entrambi prima di lasciarsi le mani dolcemente.
Poi Ulrich si diresse verso la scala ed iniziò a salire sul trampolino.
Non appena se ne fu andato, anche Ilian si diresse verso la scala dei trapezisti, ma quella dalla parte opposta, sulla destra della pista.
Salivano insieme quelle scale diverse, che avrebbero portato entrambi sulla cima.
Ma su due parti opposte…due parti che si potevano scorgere, che erano sullo stesso piano…ma comunque così lontane….
Giunto sulla sommità, Ulrich si portò sul limitare del trampolino, quasi a volersi avvicinare il più possibile a lui nonostante fossero divisi dal vuoto.
Ilian invece prese tra le mani il trapezio.
Ulrich, al vederlo compiere quel gesto, ebbe un brutto presentimento e subito gridò disperato:
“ILIAN, FERMATI!!!!!!!! NON FARLO!!!!!!!!”
Ma Ilian, dopo avergli rivolto un ultimo sorriso che gli sembrò malinconico ma quasi impercettibile data la lontananza, si lanciò nel vuoto attaccato al suo trapezio.
A Ulrich sembrò di rivivere un deja vu.
Ilian che volava tra i trapezi, saliva e scendeva, saliva e scendeva…
….e questa volta si avvicinava sempre più a lui.
Fu l’ultimo trapezio quello che mancò.
Quello più vicino a Ulrich.
Ilian non lo prese di proposito, mollato il penultimo, aveva stretto forte gli occhi, quasi avesse paura di quello che stava per succedere.
Perché lui….non voleva.
Non voleva che succedesse di nuovo.
Allungò il braccio facendo finta  di afferrare invano l’ultimo trapezio.
Ma qualcosa….qualcosa questa volta andò diversamente.
Mentre si preparava a lasciarsi cadere, con gli occhi stretti e le labbra serrate, sentì qualcuno afferrargli la mano.
Al sentire quel contatto aprì gli occhi, e lo vide.
Lo stava reggendo, proteso dal trampolino.
Ulrich fece ricadere verso di lui anche l’altro braccio.
“Dai Ilian!!!!! Afferra la mia mano!!!!!” gridò Ulirch.
“Mi dispiace….” Rispose Ilian
“Ma che stai dicendo????? Dai Ilian afferra la mia mano!!!!!!!”
Ilian alzò lo sguardo verso di lui, per guardarlo dritto negli occhi.
E si fissarono così, per un periodo di tempo tanto breve, ma che sembrò un’eternità.
“Grazie.” disse solo Ilian.
Fu l’ultima parola che pronunciò.
Gli sorrise.
E mollò spontaneamente la presa dalla mano di Ulrich.
“ILIAAAAN!!!!!!”
Gridò allora Ulrich vedendo l’amico cadere di nuovo nel vuoto.
Lo stesso urlo di quella volta.
Si sbloccò subito e scese velocemente le scale.
Forse vi starete chiedendo…perché invece non si era buttato giù anche lui….
In realtà un vero motivo non c’è…ma credo che fosse semplicemente perché Ilian non l’avrebbe voluto.
Tutto qua.
Arrivato al centro della pista e gli corse incontro.
Giaceva solo, a terra.
Sul viso aveva ancora dipinto il sorriso con cui l’aveva ringraziato poco prima.
Ulrich si accasciò sopra di lui, piangendo.
Questa volta più che per il dolore, piangeva perché non capiva.
Perché l’aveva fatto?
Perché Ilian si era lasciato cadere?
Perché nemmeno questa volta era riuscito a salvarlo?
Perché?
Non appena ebbe smesso di singhiozzare, sollevò la testa, che prima gli aveva appoggiato sul petto.
Lo contemplò per un attimo, sentendosi del tutto smarrito.
Ma poi il suo occhio cadde su qualcosa.
Qualcosa…
Osservò l’ addome di Ilian, leggermente scoperto a causa della larga maglia sollevata.
Tra l’ombelico e l’inguine intravide dei segni neri.
Si avvicinò meglio, e scostando la parte di vestito che gli copriva quella zona, vide qualcosa.
Tra l’inguine e l’ombelico Ilian aveva un disegno.
Era delimitato da una decisa linea nera.
Pareva essere…
…un tatuaggio…
Strano….Ilian non ne aveva mai avuto uno…
Ma la cosa che lo colpì fu ciò che rappresentava.
Era un uccello.
Aveva le ali spiegate che andavano dall’ osso sinistro del bacino, a quello destro.
Era un uccello.
Ed era di fuoco.

***



Si svegliò di soprassalto.
Questa volta stava ansimando, come se avesse fatto una corsa di chissà quanti chilometri.
Si sentiva accaldato e sudava freddo.
Si voltò e vide Aaron accanto a lui dormire ancora.
Sospirò.
Fece per sdraiarsi di nuovo…ma lo sguardo gli cadde  sull’uscio della porta della stanza.
Lì Piotr, in piedi sulla soglia, lo stava fissando.
Ulrich lo guardò di rimando, con espressione interrogativa.
Piotr pareva irritato, sembrava lo stesse rimproverando per qualcosa…o almeno questa fu l’impressione che diede a Ulrich la sua espressione.
Il silenzio che c’era tra loro sembrava così….
“Come ci si sente a dormire nello stesso letto con la persona che si deve uccidere?” gli chiese Piotr decisamente arrabbiato.
Quel tono di biasimo lo ferì profondamente, e lì per lì non seppe cosa rispondere.
Continuò solo a fissarlo impaurito.
E pietrificato.
Ma come…


***



“Ha ancora la febbre alta…”
Ulrich aprì a poco a poco gli occhi al sentire il contatto di una mano fredda sulla propria fronte.
“…Newt ora che ha già preso le medicine è meglio farlo riposare ancora un po’.” Disse Piotr togliendo la propria mano dalla sua fronte.
“Già…” rispose Newt allontanando il viso dal malato.
Newton lo stava osservando con attenzione...chissà magari avrebbe potuto rendersi utile trovando qualche importante sintomo che avrebbe fatto capire loro qualcosa di più sulla sua condizione….
Magari un qualche virus o batterio sconosciuti…
Già si vedeva.
“Newton e la scoperta del secolo!” avrebbero recitato i manifesti cittadini.
Ma in realtà era solo una semplice febbre dovuta a un colpo di freddo.
Ulrich quella sera era stato accaldato all’interno del locale e uscire fuori con tutta quella pioggia e tutto quel vento, sicuramente bene non gli aveva fatto.
“Vedrai che con un po’ di riposo starà meglio.” Rassicurò Piotr.
Le voci che sentiva attorno a sé gli sembravano echi lontani…
Le immagini inizialmente sfocate che si ritrovava di fronte iniziarono a poco a poco a farsi più nitide.
Cominciò a distinguere il viso di Piotr, seduto sul  letto accanto a lui e, dietro Piotr, spuntava invece il viso curioso di Newt.
Nonostante Piotr fosse lì accanto a lui, spostò istintivamente lo sguardo verso la soglia dell’entrata della camera.
La porta era aperta.
Ma…
….un’altra figura lì in piedi sull’uscio lo stava guardando.
Ulrich si sforzò di vedere meglio, ma la vista da lontano era ancora un po’ annebbiata.
Scorse però la figura alzare lentamente il braccio destro e portarsi l’indice teso davanti alla bocca, in segno di silenzio.
Cercò di mettere ancora un po’ più a fuoco.
Non riuscì a distinguere molto della figura, solo…
…uno smocking nero.


***



“Diamine, che nottata….” Disse Aaron stropicciandosi gli occhi. “….ma quanto cavolo ho dormito…”
Accese la lampada che c’era sul suo comodino toccandola con la mano e vide che lì vi era appoggiato un biglietto.
“Siamo andati al supermercato. Torneremo per pranzo. Se avete bisogno chiamateci al cellulare. Mi raccomando, fate i bravi. Piotr e Newt.”
Sono andati a far la spesa…
Volse poi lo sguardo verso il centro della stanza.
Aprì bene gli occhi per distinguere meglio ciò che vide. Inteso con certezza ciò che prima aveva solo notato, si precipitò verso Ulrich.
Le gambe gli cedettero e inciampò più volte, ma corse comunque verso l’amico, che era seduto a terra, con le spalle contro il muro, la testa nascosta nelle ginocchia raccolte contro il petto. I lunghi capelli gli coprivano tutto il viso e parte delle gambe.
“Ehi ehi!!!! Tutto bene??? Ascoltami Ulrich!!! Tutto ok???” disse Aaron inginocchiandosi di fronte all’amico e tentando di scrollarlo un poco per capire cosa avesse.
Ma Ulrich, come suo solito, non rispondeva.
“Ehi, avanti!!! Dimmi qualcosa!!!!!” insistette Aaron alzando la voce e afferrandogli le spalle con entrambe le mani.
Ulrich fece ricadere entrambe le braccia a terra, come una bambola senza vita.
Il viso ancora abbassato sulle ginocchia.
“Ulrich!!!! Ulrich!!!!”
Sentiva Aaron che lo chiamava sempre più forte, ma percepiva quelle parole come lontane nel tempo e nello spazio….
Era appena arrivato ad un passo a riavere la sua vita, gli aveva sfiorato le mani, ma l’aveva perduta di nuovo. E ora tutto il resto gli sembrava non appartenere più al suo mondo.
Le dita delle mani, che aveva appena lasciato ricadere, accarezzarono il pavimento freddo su cui era seduto, dondolando avanti e indietro. Poi appoggiò con forza il palmo della mano sinistra a terra e la fece pian piano scivolare sotto le gambe, ancora inginocchiate al petto.
Strinse i denti e chiuse forte gli occhi afferrando il coltello che aveva nascosto sotto le proprie ginocchia. Alzò la mano e avvicinò pian piano la punta del coltello all’addome di Aaron.
“Ulrich!!! Ascoltami, che hai??? Vuoi un bicchiere d’acqua, po’ di zucchero, del succo??? Avanti dimmi qualcosa!!!!”
Aaron poggiò entrambe le mani sulle sue ginocchia nel tentativo di vedere meglio cosa avesse.
Che stupido….non si è accorto di niente…nemmeno del fatto che gli sto puntando un coltello contro…
Ulrich sogghignò tra sé e sé, con il viso ancora nascosto tra le ginocchia e coperto dai propri capelli. E intanto avvicinava la mano che impugnava l’arma, diminuendo sempre più la distanza che la punta della lama aveva con il corpo di Aaron.
Quando il coltello arrivò a toccare la sua pelle, capì che più avanti di così non poteva andare. Era arrivato il momento di dare il colpo decisivo. Veloce e indolore.
Pensò a Ilian, al suo amato Ilian che per l’ennesima volta non era riuscito a salvare, che aveva lasciato cadere nuovamente nel vuoto.
Aaron intanto sudava freddo, non si era ancora rimesso completamente e tutta quell’agitazione non gli faceva per niente bene. Iniziava a sentirsi sempre più affaticato e respirava con affanno.
E’ giunto il momento…
Sogghignò di nuovo.
Alzò un poco il viso per dare un’ ultima occhiata ad Aaron prima di colpirlo.
Strinse forte la presa del coltello….
Aaron vide il suo sguardo.
“Ulrich, ma tu….”
….Ora!!!
Spinse forte la lama penetrando l‘addome dell’amico.
“….stai piangendo.” Disse Aaron con un gemito di dolore a causa della lama che lo aveva appena trafitto.
A quelle parole Ulrich si bloccò.
Il coltello ancora in pungo, conficcato nell’addome dell’amico.
Le lacrime, che gli stavano ancora scendendo copiose dagli occhi, caddero sulle mani di Aaron, ancora posate sulle sue ginocchia.
Si guardarono negli occhi per un decimo di secondo….prima che Aaron cadesse a terra semi incosciente.
Gli occhi chiari e freddi di Ulrich si incrociarono con quelli caldi e scuri di Aaron.
Si sentì quasi morire nel vedere che, anche in un momento del genere, anche di fronte al proprio carnefice, gli occhi di Aaron erano ancora così colmi di dolcezza…e lo guardavano senza rimprovero, senza alcuna severità, ma con tanto tanto amore.
Poi Aaron si lasciò cadere, sfinito.
Il sangue caldo gli aveva già tinto tutto il ventre di rosso e iniziava a gocciolare anche sul pavimento.
Ulrich lo reggeva, con entrambe le mani.
E iniziò a chiamarlo con forza.
Era una situazione così surreale, in quanto poco prima stava succedendo l’esatto opposto…i ruoli ora si erano invertiti, le parti si erano scambiate.
“Aaron!!!!! Aaron!!!! Dimmi qualcosa!!!! Parlami, avanti!!!!”
Aaron era ormai semi incosciente, ma sembrava così sereno in viso….quasi stesse facendo un bel sogno.
Cazzo cazzo non di nuovo, non di nuovo!!!!!
Di nuovo?
Era la prima volta che vedeva Aaron in quelle condizioni. Perché l’aveva pensato? Forse…nella confusione del momento aveva scambiato Aaron per Ilian…
Che stesse delirando?
No…
Ma Aaron forse sì.
Quest’ultimo infatti, in un lieve momento di coscienza, aveva aperto un poco gli occhi e pronunciato una parola, una sola parola guardando fisso Ulrich.
Parola che…suonava così strana alle sue orecchie…
Ha detto…
“Grazie.”
Così gli aveva sussurrato.
Perché??? Per quale cazzo di motivo deve rendermi tutto così difficile??? Sta delirando…si starà sicuramente delirando…non è possibile che me l’abbia detto seriamente, non avrebbe senso…no….è impossibile…
Ma tutto questo successe nel giro di qualche minuto.
Resosi veramente conto di ciò che stava accadendo, Ulrich corse in cucina a prendere qualcosa per tamponare la ferita.
Prese lo scottex, le garze e le bende, che fortunatamente Piotr aveva lasciato sul tavolo, insieme a tutti gli altri medicinali.
Le gambe gli facevano ancora male…ma che gli importava?
Doveva salvare….
Salvare? Ma se un attimo prima…
Ma chi cazzo se ne frega!!!!
In quel momento Ulrich era sicuro solo di una cosa:
non sapeva cosa fosse giusto e cosa fosse sbagliato fare.
Decise allora di agire di istinto. E in qualche modo questo suo istinto lo aveva portato ad aiutare la sua stessa vittima…. Che fosse stato per paura? Forse.
O magari per amo…
Medicò Aaron come meglio potè.
Non sapeva arrangiarsi molto con fasce e medicinali…Però fortunatamente qualcosa ne sapeva, in quanto si era sempre dovuto curare le ferite causategli dalla frusta da solo.
La sua forza di volontà gli aveva dato l’energia necessaria per poter sollevare Aaron ed accasciarlo sul letto. Stava dormendo.
Per fortuna il taglio non era profondo…se fosse andato un po’ più a fondo, arrestare la fuoriuscita di sangue sarebbe stato molto più difficile.
Ora Ulrich stava in piedi, davanti alla finestra chiusa, la vista della città coperta dalle tapparelle abbassate.
Lo sguardo perso, fisso nel vuoto. Di quegli sguardi che hanno le persone che hanno appena assunto una qualche droga, ma allo stesso tempo uno sguardo nonostante tutto fermo e consapevole.
Si voltò a guardare Aaron , che dormiva come un angioletto. Il respiro tranquillo, rilassato come se non fosse successo nulla.
Decise di avvicinarsi a lui per osservarlo meglio.
Il pavimento l’aveva pulito, di sangue non era rimasta nemmeno la minima traccia.
Si sedette sul letto, accanto all’amico. Il viso di Aaron era coperto dai lunghi capelli castani, ma in parte si poteva comunque intravedere un lieve sorriso.
Lo guardò per un attimo, non sapeva cosa pensare. Solo quell’interrogativo, gli tartassava la mente.
Perché mi hai ringraziato?
Ma la risposta non gli arrivò, e forse non gli sarebbe mai arrivata.
Continuò a guardarlo, in un misto tra tenerezza e compiacimento.
“Ilian….”
Sussurrò tra sé e sé scostando i capelli dal viso di Aaron, rigirandoglieli dietro l’orecchio.




Note d'autrice

Ciao!!!
Ecco di nuovo qua!!! ^-^
Questa volta ho riaggiornato alla velocità della luce!!!
(Beh più o meno...)  
Sarà stato perchè mi sono sentita in colpa per avervi fatto aspettare tanto per la maturità....
No più che altro, non aspettatevi che sia sempre così...a volte sarò veloce altre no, dipende...io aggiorno in base a quanto ci metto a scrivere il capitolo successivo...
Questa notte (anzi più propriamente mattina dato che sono stata sveglia fino alle 5.30....) ho scritto molto e quindi siete stati fortunati ^-^
(Sempre ammesso che vi abbia fatto piacere che io abbia già aggiornato XD )
Due parole sul capitolo...spero di non avervi procurato shock eccessivi come mi hanno già detto di aver fatto...anche se io la vedo come una cosa positiva, dato che odio essere scontata e spero di non esserlo stata....
Comunque non pensate che sia finita qui!!!
Ulrich non ha ancora preso un decisione definitiva, dato che non riuscire a fare una cosa non equivale a non volerla fare...
Ne devono accadere ancora di cose!!!
Comunque vedrete come continuerà solo se andrete avanti a leggere! ^-^
(io di sicuro non vi svelo niente, sono una persona anti-spoiler XP )
E spero solo che la drammaticità di certi capitoli non vi fermi dal leggere il resto, perchè sono convinta che molte delle persone che iniziano a leggere la mia storia non continuino a leggerla perchè l'inizio è decisamente (forse troppo) drammatico. Ma che ci posso fare? La storia è questa...
Che piaccia o no, è questa qua ^-^

Ringraziamenti

Ruin&mady
Coloro che mi han detto di aver provocato in loro uno shock, oltre a un po' di commozione...
Beh...che dire....felice di avervi shockato!!! XP
Speriamo che l'avervi lasciato perplesse sia stato una cosa positiva...e speriamo anche che il progetto del sito o blog  (o quel che è)
su questa storia, che abbiamo in programma di fare, vada in porto! Sapete che io non me ne intendo molto (anzi per niete..)....quindi mi affiderò a voi! E grazie ancora per il continuo supporto e per l'aiuto materiale!!!! ^-^

Ms Murder
Wow che bel commento!!! Grazie mille, davvero ^-^
Sono felice che tu abbia colto i significati del capitolo, è veramente molto profondo soprattutto perchè, dietro la voce dei personaggi, si sente molto la mia voce (questa volta più di ogni altra). Spero di non aver offeso nessuno nè detto castronerie, ma comunque nelle parole dei miei personaggi sono spesso racchiuse le mie idee. Dare un'emozione a qualcuno con le proprie parole, beh è una delle soddisfazioni più grandi che si possano avere ^-^
L'ironia è tipica della mia scrittura, non ho saputo slegarmene nemmeno nel tema della maturità (che fortunatamente è andato bene! :) e sono contenta che ti piaccia! Purtroppo è un modo di scrivere che non può piacere a tutti dato che non è pacato e oggettivo...però è il mio modo di scrivere, che non cambierò mai e che mi rende davvero orgogliosa di me stessa, soprattutto al sapere che c'è chi lo apprezza! ^-^
Ahah non so come mai ti sia tanto affezionata al "Chiusa parentesi sull'arte fonetica di Jude", è una frase a cui non avevo dato particolare importanza...ma questo è segno che comunque, in ogni caso, la spontaneità viene sempre premiata ;)
La parte del quadro è credo una delle parti più belle della storia, molto dolce...pensa ho davvero intenzione (quando avrò il tempo necessario)  di farlo davvero quel dipinto...si intitolerà "L'unica eccezione" e un giorno lo appenderò orgogliosamente sulla parete della mia casetta (quando ne avrò una tutta mia XD )
La scena di Jude  e della madre si è dura, come dici tu. Questa è la base su cui si fonda il loro attuale rapporto ma poi, man mano che la storia andrà avanti, si capirà meglio cosa sia successo tra loro.
Grazie mille per i complimenti e per il "buona fortuna" per la maturità! ^-^
(domani escono i risultati O___O )
Felice come sempre di ricevere le tue recensioni e di vedere che apprezzi sempre la mia storia! ^-^
Grazie mille!!!

pieno_pieno
la prima recensione è stata la tua! ^-^
che bello aver trovato qualcuno altro che mi dice cosa ne pensa della mia storia!
Non è necessario scrivere dei lunghi commenti, basta anche solo uno smile per gratificarmi (sì., mi basta decisamente poco XP )
Sono davvero felicissima che anche a te la mia storia piaccia molto, e dico anche a te personalmente che spero di non deluderti!
Grazie veramente moltissimo, mi hai reso molto contenta!!! ^-^

Ovviamente poi se qualcuno ha delle critiche sono ben accette anche quelle! Migliorare è una mia prerogativa! Se poi volete chiedermi chiarimenti o conferme perchè qualcosa non vi è chiaro...chiedetemi pure! Io vi risponderò di certo! (a meno che non mi chiediate anticipazioni o spoiler vari ;)

Un grazie al solito anche a chi legge semplicemente la mia storia o anche a chi ci capita per sbaglio!
(intanto il numero delle visite aumenta e io mi esalto comunque XD )

Beh, ciao a tutti allora!!!!
Alla prossima!!!!

baxbax

niebo

  
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