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Autore: Nyappy    09/07/2010    5 recensioni
Cambiare: una parola semplice. Otto lettere.
Cambiare: una cosa difficile. Mille ripensamenti, mille dubbi e incertezze.
Può un demone in terra diventare un angelo, può il suo destino mutare a tal punto da portarlo in paradiso, invece che all'inferno?
[Dal capitolo 1]
-Arte è eternità. Ad Iwa hai detto... esplosione, sublimazione della mia arte. Tu non potrai mai essere arte, morirai con quel nome.
Io, eterno, immutabile e perfetto, ti resisterò, dimostrerò con la mia esistenza cos'è la vera arte.-, era un discorso appassionato pronunciato con
voce monocorde, ed irritò molto Deidara.
-Sai una cosa? Mi piace il tuo modo di pensare, anche se sei totalmente fuori strada.-
-Sai una cosa? Ti sta cadendo l'asciugamano.-, Sasori si voltò dall'altra parte per riprendere ad esaminare Hiruko.
-Grazie, danna!-, Deidara si sistemò l'asciugamano, andando alla ricerca di qualche vestito pulito nel fondo del suo zaino.
[L'ultimo capitolo contiene un omake demenziale. Spero vi piaccia :D]
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akasuna no Sasori , Akatsuki, Deidara | Coppie: Sasori/Deidara
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Kommen Sie zur Hőlle [Giunga all'Inferno]
Einigung [Unione]

-Vai a farti fottere!-
-Hidan, taci o ti ammazzo!-
-Ah! Come se potessi riuscirci!-
Il capo aveva avuto una grande idea nell'ordinare loro di radunarsi per una riunione.
Sasori e Deidara erano in uno dei rifugi dell'Akatsuki, quello vicino al covo di Sasori. E dato che in zona giravano anche Kakuzu e Hidan, li avevano raggiunti lì dopo poco.
-Zitti entrambi.-, l'ologramma del capo fremette mentre i due si rimettevano al loro posto guardandosi in cagnesco.
Deidara poteva chiaramente sentire la risata soffocata di Kisame, mentre Itachi, Zetsu e Konan stavano immobili e seri.
-Il nostro compito è individuare le forze portanti e catturarle. Ad ognuno di voi è stato affidato un territorio. La comunicazione con i dettagli vi arriverà a coppie.-, il capo era molto
conciso, come al solito.
-Le nove forze portanti di cui discutevamo la volta scorsa?-, chiese Kisame.
-Esatto.-, rispose il capo. -La riunione è terminata.-
Le loro riunioni serano sempre brevi. Deidara non era stato molto attento quando parlavano di cercoteri e forze portanti, contava sull'attenzione di Sasori, e adesso si trovava
un po' confuso.
-Danna...-
Venne interrotto dalle grida di Hidan e Kakuzu che avevano ripreso ad insultarsi, e che stavano uscendo dalla caverna.
-Dimmi.-, disse questo quando le grida in lontananza diventarono fiochi echi.
-Um, nulla.-, Deidara non era sicuro di rimanere in vita dopo una domanda tanto idiota sui cercoteri.
-Di cosa discutevano?-, chiese Sasori all'improvviso.
-Non ho capito bene. La donna del capo, credo. Hidan sosteneva fosse un angelo di Jashin e Kakuzu voleva insultarlo un po'.-chissà perchè quella domanda...
-Gli angeli non esistono.-, affermò sicuro Sasori.
Deidara frugò nella borsa appesa alla sua cintura e tirò fuori una piccola scultura antropomorfa alata.
-Certo. Eccolo qui.-, la mostrò al danna, che sbuffò.
-Il tuo angelo, così bello per te, porterà morte e distruzione. In questo mondo non esistono gli angeli. Siamo tutti demoni, e ci nutriamo della sofferenza.-
-Danna, me lo sono sempre chiesto. Perchè hai deciso di diventare una marionetta?-
Deidara lo sapeva il perchè. Immortalità, arte... i concetti che Sasori amava tanto erano facilmente applicabili alla sua trasformazione, che rimaneva inconcepibile per
Deidara. Come si poteva rinunciare ai sensi, al piacere, al dolore?
-Per diventare un'opera vivente. L'eternità del corpo e della mente, quella che tanti cercano e che io ho raggiunto.-, rispose.
-Ma danna... quello non è il tuo corpo.-
Deidara aveva già visto come Sasori poteva cambiare marionetta ospite. Il suo corpo originale chissà dov'era finito...
-Abbiamo un ricercato da trovare.-

-Aah, cazzo che male!-, Deidara continuava a lamentarsi.
Era riuscito a far fuori il ricercato con incredibile rapidità, peccato che nel tornare da Sasori fosse incappato in una bella trappola, rudimentale eppure efficace: aveva
tirato un filo trascinando il prigioniero -che aveva avuto la splendida idea di nascondersi in un bel bosco fitto- che aveva attivato una fionda con kunai avvelenati.
Aveva usato il corpo morto del ricercato come scudo, peccato che all'ultimo momento il braccio del ricercato fosse scivolato in basso e uno dei kunai si fosse infilato nella
spalla del nukenin di Iwa.
Era riuscito ad arrancare fino al compagno, prima di svenire in preda ai deliri.
Ora si trovava nella sua camera nel covo di Sasori, che aveva prima riscosso la taglia e solo poi l'aveva messo a letto, dandogli un antidoto che avrebbe rimosso tutto
il veleno.
-Il kunai ti è entrato a fondo nella spalla, ne hai troppo che si è mischiato con il sangue in circolo.-, ribattè Sasori mentre riponeva la boccetta con l'antidoto nella tasca.
-Brucia da morire! Dentro le vene! Cazzo!-, replicò Deidara furente.
-Ti sta ripulendo.-, Sasori sembrava irritato.
-Usa questo come veleno per il tuo prossimo pupazzo!-
Sasori si alzò ed uscì dalla stanza, lasciando Deidara lì solo.
Credeva che lui non provasse dolore? Anche se quello del corpo non era altro che un ricordo, il dolore interiore era il suo tormento.
Era diventato quello che era per sfuggire al dolore, sfuggire al decadimento del corpo, sfuggire alla morte.
E non aveva fatto altro che aumentare la sua sofferenza! Che essere meschino che era!

Era da un po' che non sentiva più gli strepiti isterici del compagno. L'antidoto doveva avergli donato, dopo minuti di terribile dolore, un bel sonno ristoratore.
Sasori uscì dalla sua stanza e percorse il corridoio che lo separava dalla porta di Deidara.
La aprì lentamente, per ritrovarsi davanti la stessa stanza di prima, ma con un Deidara placidamente addormentato.
E Sasori non riusciva a capire il perchè fosse tanto attratto da quel ragazzo sdraiato scompostamente su quel letto.
All'inizio era un semplice confronto. Quelle mani affusolate e morbide, quei capelli lucenti e quegli occhi color cielo.
Li confrontava con le sue mani artificiali, i capelli artificiali, gli occhi artificiali.
E poi aveva scoperto che aveva bisogno, delle mani di Deidara, dei capelli di Deidara, degli occhi di Deidara, della pelle di Deidara.
Anche se lo faceva dannare.
Il suo era un bisogno disperato, qualcosa che sapeva non poter essere soddisfatto.
Perchè lui era artificiale. Toccava quelle mani solo tramite le sue, finte, e ricorreva ad un artificio per sentirne la morbidezza.
Vedeva quei capelli, quegli occhi, quella pelle, quel viso, tutto tramite i suoi occhi finti.
Buffo come lui che aveva raggiunto l'immortalità del corpo nell'inconscio ora la rigettasse.
Buffo come il suo cuore, unica parte autentica di lui, richiedesse prepotente del calore.
Aprì la cappa dell'organizzazione e mise a nudo il petto ligneo.
Si accarezzò lentamente il cuore, e sentì freddo, solo freddo.
Quella piccola parte di lui venne scossa da un brivido.
E allora prese delicatamente la mano di Deidara, per non svegliarlo, e posò le sue belle dita sul cuore.
Sentì un altro brivido, totalmente diverso dal precedete.
Era caldo, era confortevole, lo riportò con prepotenza alla sua infanzia.
Ma in confronto a quel momento, la sua infanzia non era altro che un ammasso di vuoti ricordi.
Quello era il presente, ed era infinitamente meglio.
-Grazie...-, sussurrò piano.
Gli bastava questo, solo questo.
-Danna, tu mi ami?-
Gli occhi di Deidara erano ancora chiusi, la mano era ancora stretta da quella di Sasori, e la sua voce ferma. Non stava più dormendo da un pezzo.
-Non dire idiozie.-, rispose Sasori immobile.
Doveva sempre rovinare tutto.
-Allora perchè ogni volta che dormo stai vicino a me?-
Il tono di Deidara sembrava quasi trionfante.
-Deidara, tu mi ami?-
-Tu non dire idiozie.-, fu la risposta.
Si fissavano negli occhi, immobili, in silenzio.
Quello di Sasori non era semplice amore. Era disperazione, ricerca, contraddizione, bisogno.
E anche quello di Deidara non era semplice amore. Era disperazione, ricerca, contraddizione, bisogno.
-Tu lo sai che non sono umano.-, Sasori interruppe quel silenzio.
-E io sono un mostro, o come amavano chiamarmi, un demone.-, ribattè Deidara.
-Proprio una bella accoppiata.-

Ciao :D allora: l’HTML di questo documento è casinosa perché ne ho scritto metà sul PC di casa con NVU e metà con Word in negozio (._.)
Einigung, ovvero unione. Ho tralasciato l’unione carnale *coffcoff* che come ho già scritto mi sembrava improbabile, per concentrarmi sull’unione delle anime.
Ho usato molto le frasi a specchio per rendere questo concetto.
Ho usato la parola “amore” perché in Naruto stesso viene usata diverse volte :) lo so, alla fine
ci stava un bacio. Ma sinceramente –a parte essere immensamente sadica- dopo tutto l’OOC del
discorso di Sasori, non me la sentivo di infierire ancora. Semmai lo metterò nel prossimo capitolo
-che si preannuncia già molto allegro… Tod: morte- :)
-Vaius: grazie mille :) qui hanno più che capito, anche se ovviamente si sono “dichiarati” a modo loro. Spero che ti piaccia anche qusto! Baci :D
-Sarhita: ciao, grazie :) qui Sasori che rinnega un po’ la sua arte, anche se a livello di pensiero, è molto OOC. Ma si sa, l’amore gioca brutti scherzi.
Soprattutto se è tra due pazzi xD Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, baci! :D
-Lotti: grazie mille :D qua l’OOC regna. Purtroppo. Se solo Kishi avesse infilato una scena in più con loro due… spro che ti sia piaciuto anche questo capitolo, baci! :D
Ringrazio in anticipo chi recensirà, aggiungerà la storia alle preferite/seguite o leggerà e basta! Grazie!
Nyappy
   
 
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