Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |       
Autore: Giuliana89    09/07/2010    0 recensioni
« Potresti raccontarmi, un’altra volta, questa leggenda che tu vuoi tanto vedere se è vera ? ».
L’amica, per tutta risposta, mentre riprendevano a camminare, sbuffò. « Ok, ma questa è l’ultima volta, ok ». Calipso annuì silenziosamente e cancellò dalla testa tutti i pensieri, che la potessero distrarre dal racconto dell’altra ragazza.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa nuova FF è originale tratta di una storia inventata da me e da una mia amica ed è particolare perchè la scriviamo io e lei a 4 mani ;D la postiamo anche su Diagonalley.it e li ha avuto un buon risultato visto che tanti l'hanno recensita e forturnatamente in positivo ^_^...così abbiamo pensato di postarla anche qui per avere un vostro parere. INCROCIAMO LE DITA ^-^'
Giuliana89

Ps: Il primo capitolo è scritto dalla mia amica, a breve posterò il secondo scritto da me


1° Capitolo: Calipso Vraz ed Emily Stunt


Era una giornata particolarmente calda, una di quelle che si incontravano durante l’anno nella radura di Vutlan, un piccolo paradiso che si trovava
nel sud della Spagna, sulle coste dell’oceano Atlantico, sulla quale venivano raccontate molte leggende che si tramandavano da secoli: alcune di esse raccontavano che in questa raduravivessero creature mitologiche e fantastiche come sirene, unicorni e altri animali. Gli abitanti della raduna
di Vutlan erano persone comuni, con le loro famiglie e i loro figli. Avevano un’ottima organizzazione politica e sociale, vivevano in una grande città: Mopli.
I cittadini erano persone pacifiche, odiavano litigare. Tutto sommato era un luogo dove vivere era meraviglioso, ma l’attrazione principale erano ovviamente le spiagge: si affacciavano sull’oceano e le acque erano sempre pulite e cristalline, ci si poteva fare il bagno sempre, perché, per via del clima molto afoso, l’acqua era sempre della temperatura adatta per un tuffo, anche durante l’inverno. Le spiagge erano lunghe chilometri e chilometri, sempre pulite e perfette, un’altra cosa importante da dire e che gli abitanti di Mopli non inquinavano mai niente, per questo non avevano problemi con niente e con nessuno.
La radura è molto ampia, come sempre non inquinata.
I raggi del sole giungevano di rado, per via dei molti alberi che la popolavano, gli animali potevano vivere tranquilli, uomini e natura erano una sola cosa, forse anche negli altri paesi doveva essere così. La radura era anche molto umida, il caldo e la sensazione di chiuso avrebbe colto chiunque, ma se si camminava per alcuni chilometri si poteva scorgere un piccolo laghetto, su di esso era legata una leggenda particolare, che solo i cittadini di Mopli conoscevano: si pensava che in esso nascevano le sirene, le creature fantastiche mezze donne – mezze pesce, che con il loro canto ammaliatore potevano conquistare anche il più spietato dei forestieri e stordire i propri nemici. Se la leggenda fosse vera, non si sapeva, si credeva, inoltre, che raggiunta l’età adulta, esse percorressero qualcosa di simile ad un tunnel sottomarino che collegava il lago al mare, nessuno lo scoprì, sta di fatto che il bagno nelle sue acque fosse proibito dagli anziani della città, che credevano in ogni leggenda che essi raccontavano ai bambini dai sei a dieci anni. Era una tradizione molto importante, le leggende e i racconti delle origini della città erano molto importanti e si dovevano custodire fino alla morte. La quiete perfetta della radura venne rotta da dei passi che calpestavano l’erba impregnata d’acqua, anche perché per due giorni su di essa prima che ritornasse il sole e il caldo, sotto uno dei pochi raggi del sole, che riuscivano ad attraversare le foglie degli alberi, comparve la figura di una ragazza sui diciassette anni: era alta, magra, i capelli rossi tagliati a caschetto che brillavano alla luce del sole, gli occhi erano celesti come il cielo e vivaci.

« Emily Stunt sei sempre la più lenta. Sei peggio di una lumaca » commentò ironica osservando un punto fisso dietro di lei. Dopo poco comparve un’altra ragazza, che andò dove c’era la rossa, solo più bassa e sui quindici anni: i suoi capelli erano mossi e biondi come il grano, mentre gli occhi erano di un verde smeraldo intenso che potevano catturare chiunque. Al commento dell’amica si lasciò scappare un sospiro, incrociò le braccia all’altezza del seno e assunse un’aria piuttosto imbronciata, una di quelle che caratterizzava i bambini più piccoli, ma quell’aspetto infantile del suo carattere la rendevano ancora più carina di quanto lo fosse già di suo.

« Calipso Vraz, sai che odio quando mi chiami per nome e per cognome e soprattutto quando mi paragoni, negativamente, ad una lumaca » ribatté offesa. Calipso scoppiò in una sonora risata, che echeggiò per tutta la radura, per via del ridere quasi cadde per terra e dovette appoggiarsi sulla spalla dell’amica. Emily, per tutta risposta, iniziò a sbattere il piede per terra, spruzzando la rossa.
« Ehi, così non è valido Emi … » esclamò, senza più né sorridere né ridere la “povera” vittima di quello scherzo di cattivo gusto. L’altra sorrise beffarda, mostrando i denti bianchissimi.

« Cali » iniziò « Non dovevi ridere della mia lentezza. Si chiama prendere in giro la tua migliore amica ».
« Ok, mi dispiace per averti presa in giro e bla bla ». Emily le lanciò un’occhiataccia. La rossa deglutì, sapeva benissimo che era meglio non far arrabbiare la sua migliore amica o sarebbero stati guai per lei « Ehm … volevo dire e … non ti offenderò mai più e ti aspetterò, perché come dici sempre “Tu non sei lenta, ti godi solamente il momento” » si corresse sorridendo nervosa. “Peccato che conosciamo questa radura a memoria” aggiunse pensando.
« Bene, noto che non sei così stupida. Quando vuoi sai proprio capire » si congratulò la bionda « Forza andiamo al laghetto. Se arriviamo in tempo, forse vedremo la nascita di una sirena ».
« Non mi dire che ci credi. E’ solo una leggenda che ci raccontavano quando eravamo bambine, Emi ».
« Ovvio che ci credo, Cali. Come credo nella Befana, in Babbo Natale, nelle fate, nelle Mew Mew, in Sailor Moon e nelle sirene ».
« Ma sono solo leggende e poi la magia non esiste, tantomeno le eroine. E’ scientificamente provato che quello in cui credi sono solo creature create dalla fantasia umana ».
« Cali, stai mettendo in dubbio le parole del Grande Anziano ? » domandò Emily guardando negli occhi l’amica « Sai che se qualcuno ti sentisse, sarebbero guai molto seri, noi dobbiamo crederci e io non intendo lasciarmi trasportare dalle tue idee ».
« Ok, comunque scherzavo, ovvio non credo né in Sailor Moon né nelle Mew Mew » e sorrise innocente « Potresti raccontarmi, un’altra volta, questa leggenda che tu vuoi tanto vedere se è vera ? ».
L’amica, per tutta risposta, mentre riprendevano a camminare, sbuffò. « Ok, ma questa è l’ultima volta, ok ». Calipso annuì silenziosamente e cancellò dalla testa tutti i pensieri, che la potessero distrarre dal racconto dell’altra ragazza. « Da tanti secoli si narra che nel laghetto, che si trova nell’estremità della radura, il 21 giugno, cioè nel solstizio d’estate, nascano le sirene, però non tutti gli anni, solo ogni dieci anni.
Le sirene sono creature mitologiche per metà donna e per metà pesce, essa viene citata in molti testi antichi, anche se inizialmente si credeva che fosse mezz’uccello e mezza donna e che vivesse, appunto, vicino al mare, un esempio è la descrizione che fa Omero nell’Odissea, quando il leggendario Ulisse, durante il suo viaggio per tornare ad Itaca. Il canto delle sirene ammaliava i viaggiatori, che si buttavano in acqua, annegavano e, se non erro, venivano sbranati da queste creature … » un brivido di terrore percorse la schiena di entrambe e deglutirono.

« Emi … continua » insistette la rossa cercando di calmarsi, ormai erano vicine al laghetto, sentivano, o meglio solo lei sentiva il rumore dell’acqua.
« Ok … comunque si pensa tutto il contrario, cioè che il canto delle sirene sia, sì melodioso e ammaliatore, ma anche con il potere di stordire i loro nemici, ovviamente, sempre cantando e … » Emily non continuò la frase, perché si trovarono in prossimità del laghetto. Era illuminato dai raggi solari, solo lì riuscivano a giungere: l’acqua brillava come se essa fosse un insieme di miliardi di piccoli diamanti, l’effetto ottico era meraviglioso. Calipso s’inginocchiò per terra, bagnandosi le ginocchia e si affacciò sul laghetto, solo che non vide la sua figura riflessa nell’acqua, ma quella di una ragazza dai capelli arancioni, tagliati a caschetto e gli occhi neri con delle linee rossastre, che sembravano dei lampi. Sobbalzò e osservò l’immagine riflesse dell’amica Emily, anch’essa era totalmente diversa dall’amica: aveva lunghi capelli verdi, gli occhi, invece, erano viola con delle sfumature giallastre, i vestiti erano diversi erano da guerriera. Distolse lo sguardo da quelle due figure e scosse la testa, ancora sbalordita da quello che aveva visto e si ricordò delle parole del Grande Anziano su quel laghetto « L’acque del laghetto mostrano anche una parte di noi sconosciuta ». Calipso dovette trattenere un urlo di terrore.
« Emi, al posto della tua figura riflessa nell’acqua, non vedi due guerriere ? » domandò ad un tratto. Emily si voltò verso l’amica e la fissò interrogativa e poi guardò la sua immagine riflessa nell’acqua: non vedeva nessuna guerriera.
« Sicura di stare bene ? » chiese a sua volta.
« Rispondi prima alla mia domanda » ordinò la rossa seria.
« No, io vedo solo te e me » rispose la bionda, quasi intimidita dal tono autoritario dell’amica, non lo faceva quasi mai. Calò il silenzio, dopo la sua risposta, durante il quale ognuna delle due ragazze si perse nei propri pensieri: Calipso continuava a fissare le due guerriere che le facevano l’occhiolino e sorridevano. Ad un tratto, una delle due, quella con i capelli verdi, aprì la bocca per parlare, ma non fece in tempo perché una creatura uscì dall’acqua, cancellando le figure delle due ragazze: aveva i capelli lunghi di un blu acceso, mentre gli occhi erano grandi, vivaci e color nocciola. Emily indietreggiò terrorizzata e con il dito indicava un punto. Calipso spostò lo sguardo e vide due pinne uscire dall’acqua. Le due ragazze impallidirono in un secondo e sgranarono gli occhi spaventate, ma allo stesso tempo sbalordite.
« U … u … una … si … sir … sirena » balbettò la bionda.
« E’ impossibile » ribatté stupefatta la rossa. Intanto la sirena si era avvicinata alla riva e sorrise, mostrando dei denti perfettamente bianchi: era più piccola di quelle raffigurate nei quadri del grande Palazzo, doveva essere appena nata o ancora troppo giovane per raggiungere il mare.
« Ciao … io sono Nicole e sono una sirena, ho appena compiuto dieci anni, perciò sono ancora piccola» si presentò la creatura porgendo la sua mano alle due amiche, continuando a sorridere allegra.
« AAAAAAAAAAAAAAAAAH » strillarono in coro Calipso ed Emily, mentre iniziavano a correre come delle forsennate. Dopo poco, sempre nel lago comparve un’altra sirena: i capelli erano viola e gli occhi giallo grano.
« Violette, secondo te perché sono scappate ? » domandò Nicole alla seconda sirena, che intanto aveva osservato la scena, soffocando le risate per la reazione delle due umane.
« Valle a capire, sono umane » rispose prima di immergersi nell’acqua e scomparire, la seguì a ruota dalla prima sirena.
Intanto le due ragazze riuscirono, di corsa, ad uscire dall’oscurità che regnava all’interno della radura. Calipso cadde per terra in ginocchio ansimante e stanca, l’acqua, che impregnava l’erba, schizzò e le bagnò anche il viso lentigginoso. Si voltò, lentamente, verso l’amica, che era rimasta assorta nei suoi pensieri per tutto il tragitto.
« Sai Cali » iniziò Emily spostando lo sguardo sull’amica ed incontrando il suo « Non ti ho raccontato la fine della leggenda » concluse. Calipso rimase in silenzio.
« Perché ? » domandò con un filo di voce e decisamente incredula.
« Perché te lo stavo per dire, solo che siamo arrivate al laghetto » rispose secca.
« Allora, racconta ».
« Prima una cosa. Tu credi veramente che era vera quella sirena ? » chiese la bionda spostando il suo sguardo verso l’orizzonte: era il crepuscolo e il cielo si era colorato di sfumature sul rosso, il giallo, qua e là qualche stella faceva la sua comparsa.
« No, perché ? ». L’ansia salì alle stelle, cosa le stava nascondendo la sua amica Emily ?
La bionda sospirò, sembrava sollevata. « La leggenda dice che le sirene si mostreranno solo alle due future paladine della giustizia, che ritroveranno le leggi scomparse da millenni or sono ».
« Ce la siamo immaginate. E’ impossibile che siamo noi quelle paladine lì ».
Emily annuì con un semplice cenno della testa « Sì. E’ stato solo frutto della nostra immaginazione » concordò assente e poco convinta, la bionda.
« Che dici se torniamo a casa ? » domandò la rossa, dopo qualche minuto passato nel silenzio più totale.
« Si » rispose e le due amiche, mano per mano, tornarono indietro, verso le rispettive case
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Giuliana89