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Autore: NonSense    09/07/2010    3 recensioni
Un uomo in cerca di vendetta nei confronti del nipote.
Un ragazzo distrutto dalla morte della madre che cerca disperatamente di capire il significato della frase che gli ha lasciato prima di morire e di vendicarla.
E una ragazza che non vuole altro che ritornare a Konoha il più presto possibile.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Choji Akimichi, Sakura Haruno
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mi dispiace.

Choji aveva riflettuto bene su ciò che lo strano uomo di ieri gli aveva detto.
Nonostante avesse l'aria non essere messo granché bene di mente, forse aveva ragione.
Se sua madre si era suicidata la colpa era solo di Sakura e Marika Haruno.
E sarebbe stata Sakura a pagare per gli errori della madre, perché si sa, sono sempre i figli a pagare per gli errori dei genitori.
E lei non faceva eccezione.
- Sakura, sei pronta per partire? - le domandò lui, bussando alla sua porta.
- Sì, arrivo subito. - disse per poi fiondarsi fuori dalla stanza.
Il suo vestito rosa era piuttosto stropicciato, ma il giubbino verde tipico dei Jonin le copriva la maggior parte delle pieghe, e i capelli erano legati a coda di cavallo, lasciando così scoperta la voglia a forma di scarpa.
- Non potresti slegarti i capelli? - le domandò lui irritato, guardandola intensamente.
E' colpa sua. Tutta colpa sua, continuava a ripetersi.
- Se ti da fastidio lo faccio. - affermò la ragazza perplessa.
Si mise la mano tra i capelli, si tolse l'elastico e lasciò cadere i capelli, coprendo così la voglia che Choji non voleva vedere.
- Grazie. - disse lui per poi precederla.
Camminava veloce e Sakura notò che aveva qualcosa di diverso.
Nei suoi occhi brillava una luce strana, avrebbe detto quasi vendicativa.
Ma forse le sue erano solo cavolate campate per aria, Choji era ancora triste per la morte di Sachiko ed era sicuramente questo il motivo per cui si comportava così.
- Come hai dormito stanotte? - gli domandò lei con un sorriso, mettendosi al suo fianco.
- Bene. - rispose bruscamente.
Sakura finse di non aver notato il tono che usava per parlare con lei e continuò imperterrita il suo discorso.
- Sono contenta per te. Io ho dormito malissimo. - continuò a parlare senza guardarlo.
- Posso farti una domanda, Sakura? - domandò lo Shinobi, fermandosi a guardarla negli occhi.
I suoi occhi castani videro il proprio riflesso in quelli smeraldi di lei e notarono la sua perplessità.
- Ma certo che puoi! - esclamò come se fosse stato ovvio.
- Tu saresti davvero disposta a fare di tutto per fare in modo che tua madre non si sposi con quello sconosciuto? -
Forse sapere che avrebbe fatto di tutto per non fare sposare la madre lo avrebbe fatto sentire meglio, alla fine le stava pure facendo un favore.
- Sì. - dichiarò seria e sicura.
E lo era davvero.
- Allora ho trovato la soluzione ai tuoi problemi. - disse lapidario, riprendendo a camminare.
Ai nostri problemi, pensò poco dopo.
La ragazza non capì quello che intendeva dire e non glielo chiese nemmeno; andava bene anche così.
Lui aveva detto che avrebbe che avrebbe risolto il suo problema e questo le bastava.
Certo, non le sarebbe dispiaciuto sapere come avrebbe fatto, ma sapeva che a tempo debito le avrebbe parlato anche di quello.
- Siamo arrivati. - affermò il ragazzo.
La ragazza che aveva sempre camminato dietro Choji, si mise al suo fianco osservando l'Ala Est. Era un territorio composto prevalentemente di sabbia e c'era solo un muro di un metro, cosa che avrebbe scavalcato anche un bambino, a fare da confine.
- Allora aspettiamo che ci attacchino. - affermò lei ironicamente.
Lui si voltò nella sua direzione e cominciò a guardarla insistentemente.
Lei, sentendosi osservata, si sentì un po' in imbarazzo e cominciò a guardarlo negli occhi sorridendogli.
- Fossi in te, io non sorriderei. - le disse lui in tono arrabbiato.
Cominciò a fare dei gesti con le mani e in quei movimenti la Kunoichi riconobbe la tecnica della moltiplicazione.
- Ma non c'è bisogno di moltiplicarsi adesso. - cominciò a dire lei con una nota di preoccupazione e inquietudine nella sua voce - Puoi farlo quando arriveranno i nemici. -
Ma, vedendo che il ragazzo continuava imperterrito nel suo intento, cominciò ad allarmarsi.
Strinse forte un lembo del suo vestito con una mano e con l'altra cominciò a mettersi alcune ciocche della frangia dietro l'orecchio così che non le coprissero la visuale, sempre indietreggiando istintivamente.
C'era qualcosa in Choji che lo preoccupava e in quel momento voleva solo stargli il più lontano possibile.
Ma non fece nemmeno in tempo a voltarsi indietro perché si ritrovò circondata da tante copie di Choji.
- Che cosa stai facendo? - gli domandò balbettando e cercando di indietreggiare ancora di qualche passo.
- Mi sto vendicando, Sakura. - affermarono tutte le copie contemporaneamente con un sorriso sinistro sul viso.
- Di che cosa? - gli domandò tremante.
- Di te. E' solo colpa tua se mia madre si è suicidata, colpa tua, di tua madre e di mio padre. -
- No, Choji. Mia madre non si sposerà tuo padre. - gli disse forse più per convincere se stessa che l'amico.
- Mi dispiace Sakura, ma sarai tu a pagare per gli errori di Marika. Lo so che non è giusto, ma succede sempre, no? - le domandò con un sorriso.
La Kunoichi non aveva alcuna intenzione di combattere contro l'amico. Questo non era che un incubo, lei si sarebbe svegliata in fretta e tutto sarebbe tornato alla normalità.
Sì, doveva per forza essere così.
Ma cambiò idea subito dopo, quando tre kunai le si infilzarono sulle cosce.
- No, Choji ti prego. Non farlo. - lo implorò, cercando di togliersi i tre kunai con le mani tutte insanguinate. Lo shinobi rimase indifferente a quelle suppliche e cominciò a lanciargliene altri; due li evitò, ma gli altri cinque andarono a colpire tre il braccio destro e due la gamba sinistra.
- Te l'ho detto, Salura. Mi dispiace, ma non posso. -
La ragazza si mise in ginocchio pensando ad una strategia che avrebbe dovuto salvarla e possibilmente anche risvegliarla dall'incubo, perché lei continuava ad essere ancora convinta che lo fosse.
Non era concepibile che Choji si comportasse a quel modo.
Adesso però doveva pensare a togliersi i kunai.
Cominciò con quelli della gamba, così avrebbe potuto correre nel caso avesse deciso di scappare, ma non appena tolse il primo gliene arrivano altri due proprio in quel punto.
E poi altri.
E altri.
E altri ancora.
Tutte le copie di Choji continuarono a lanciargliene e ne aveva in tutto il corpo.
Vide tutto insanguinato, la sua coscia squarciata e le sue braccia totalmente immobilizzate.
- Choji ti prego basta. - cominciò a dirgli tra le lacrime.
E poi niente, svenne.
***
Quando Sakura si alzò si senti tutta indolenzita, si trovava nella su stanza da letto coperta fino al petto da un lenzuolo bianco.
- Ti sei svegliata. - le disse lui, seduto acanto al suo letto su una sedia.
- Mm, si... - disse massaggiandosi la testa per poi voltarsi verso Choji. - Ho avuto un incubo. Noi due eravamo andati all'Ala Est, ma tu eri strano. Poi hai cominciato a creare un'incredibile quantità di copie che mi hanno attaccato e io... io ero ricoperta di sangue. - finì, guardando il lenzuolo e tenendo lo sguardo basso. - E' stato davvero un incubo. -
- Mi dispiace Sakura, ma l'incubo non è ancora finito. - le disse lui trapassandola con il Kunai - Era tutto vero. -
La Kunoichi cadde in avanti, esalando il suo ultimo respiro.
- Alla fine dovresti essere pure contenta. I nostri genitori non si sposeranno più. Non era quello che volevi? - domandò al cadavere dell'amica.
***
In una delle stanze dell'Hotel che si trovava proprio di fonte al Sand, con un binocolo Yashamaru osservò la scena gli si presentava davanti.
- Che cosa ne dice, signore? - gli domandò Tashima accanto a lui.
- Mm... non lo so. C'è ancora qualcosa che non va, che non mi convince proprio del tutto. - affermò un po' perplesso, continuando a guardare Choji con il cadavere della ragazza.
- Io non ho capito una cosa; ma come ha fatto a guarirla e a portarla nella sua stanza? E poi perché? - gli domandò curioso.
- Beh, il perché è molto semplice, mi stupisco che tu non ci sia arrivato. Perché è un cinico naturalmente. E se proprio vuoi saperlo prima l'ha portata in ospedale e poi una volta guarite le sue ferite, anche se non tutte, è per questo che molto probabilmente doveva sentirsi piuttosto indolenzita, l'ha portata nella camera d'albergo. -
- Lei che cos'ha intenzione di fare? Intendo dire con quelle pastiglie che ha inventato... -
- Il loro effetto sparirà nel giro di una settimana, ma il ragazzo non mi serve più. Ho bisogno di qualche altra cavia e questo significa che aspetteremo che vengano altri turisti all'Hotel. - gli spiegò con ovvietà.
***
A Konoha, tutti piansero l'improvvisa scomparsa di Sakura Haruno avvenuta in circostanze misteriose.
Al suo funerale era presente quasi tutto il villaggio, molte più persone di quante ce ne fossero a quello di sua madre, constatò Choji.
Vide Marika disperarsi per la figlia, vide Naruto e Ino piangere la morte della loro migliore amica, vide Tsunade trattenere a fatica le lacrime per la scomparsa per la sua adorata allieva, ma non vide suo padre.
Nemmeno quando aveva fatto ritorno a Konoha si era preso la briga di parlarci e quando Choza aveva saputo della morte di Sakura, si era dispiaciuto, ma non aveva pianto.
Ma questo faceva sicuramente parte della sua recita.
Choji, facendosi spazio tra le persone, andò vicino a Marika Haruno.
Vestita di nero, gli occhi rossi e gonfi e la voce tremante, continuava a piangere in un angolo.
- E' tutta colpa sua se Sakura è morta. - l'accusò lui, trafiggendola con lo sguardo. - Adesso è ancora sicura di voler sposare mio padre? - le domandò poi con malcelata irritazione.
- M-ma i-io non m-mi sposo c-con t-tuo p-padre Choji. - lo informò lei, tra le lacrime - Io mi sposo con Inoichi Yamanaka. -
Il ragazzo indietreggiò preso alla sprovvista e domandò sconvolto:
- Ma allora mio padre con chi si sposa? -
- Con Monoka, la madre di Ino. - gli disse lei.
Adesso sembrava che ogni pezzo del puzzle fosse ritornato al proprio posto.
Ma certo, lui lo sapeva che i genitori di Ino avevano divorziato, sapeva che il il loro negozio si trovava proprio davanti a casa loro, anche se il biglietto lasciatogli dalla madre non si riferiva solo al negozio, ma alla sua compagna di squadra che lui aveva davanti sempre e poi...
- Boh, magari quando siamo nati noi andava di moda. - gli disse scherzosamente sorridendo - E poi ce l'ha pure Ino. - aggiunse poco dopo.
Lui non aveva capito assolutamente niente.
- E' tutta colpa sua comunque. Avrebbe dovuto dirlo che si sposava con Inoichi. -
Non è giusto, ma le colpe dei genitori ricadono sempre sui figli, pensò Choji, anche se stupide come quelle di Marika.
Mi dispiace, Sakura. Perdonami.

Note dell’Autrice.
Beh, spero che il finale vi abbia sorpresi almeno un po’ e che la storia non vi abbia fatto schifo^^.
Ringrazio tutti coloro che hanno letto e che recensiranno( anche se credo che a questo punto non lo farà nessuno-_-"XD)
Detto questo, ebbene sì, la storia è finalmente finita!
BlAcK_PaNtReR; Ti ho sorpresa, vero? XDDD Mi dispaice, ma Sakura dovevo ucciderla T_T. Io un genio O_O? ( Ma se io sono l'unico neurone che le è rimasto U_U ndNathaniel)( T_T ndNakaba)( é_é ndNathaniel). Comunque no, io di geniale non ho proprio nulla XDDD La mia credo sia follia XDD Comunque spero che il finale ti sia piaciuto almeno un po'.

Devo dire di essere molto soddisfatta del risultato, non mi aspettavo proprio di arrivare terza su sei, soprattutto considerando i personaggi che avevo tirato a sorte!
Riporto qui sotto il giudizio di Beat_88
Terza classificata: Naomi92
con “Le colpe dei genitori ricadono sempre sui figli”
Correttezza grammaticale e stilistica: 6/10
Completezza della storia: 8/10
Attinenza ai personaggi: 7/10
Originalità: 5/5
Giudizio personale: 4,5/5
OOC: -4/10
Punti Bonus: 5
Totale: 31,5 punti

Valutazione:
Andando in ordine secondo i parametri di valutazione: la parte strettamente grammaticale va quasi bene: solo qualche errore con i verbi, ma davvero poca cosa, considerando anche la lunghezza del tuo testo.
Ortograficamente invece ci sono un po' più di problemi, visto che ci sono alcuni errori di digitazione o di distrazione, sparsi in giro per il testo. In ogni caso, ho notato un netto miglioramento rispetto le tue storie passate, per cui da questo punto di vista ti faccio i complimenti.
La completezza della storia è molto buona, nel senso che hai saputo gestire quella quantità di personaggi e situazioni in maniera sorprendente. Non ci sono incongruenze nella trama, e il voto non è a punteggio pieno è solo per alcune lievi inesattezze o particolari che leggermente stonano (un esempio per tutti: Choza che annuncia il suo nuovo matrimonio il giorno dopo il funerale di Sachiko. Piuttosto indelicata la cosa, anche alla luce di tutto quello che si scopre dopo). In ogni caso, se vuoi, poi ti posso dire una per una tutte le mie annotazioni: solo qui, era un po' noioso dirle tutte.
L'attinenza ai personaggi è molto buona, nel senso che hai saputo inventarti una trama molto particolare per riuscire a mettere insieme questi personaggi che, lasciatelo dire, io stessa non avrei mai e poi mai riuscito a legare tra di loro. E una trama che regge, cosa degna di nota. Il voto però è quello solo perché Yashamaru non è uno dei protagonisti: l'hai un pochino relegato in secondo piano, prediligendo di narrare la storia dal punto di vista dei due ragazzi. E anche il fatto che, comunque, tu abbia usato anche altri personaggi ha lievemente intaccato il punteggio. Ma davvero poco, perché con questo genere si trama era impensabile non utilizzare altri personaggi.
L'originalità invece ha punteggio massimo, e su questo non credo di avere null'altro da aggiungere. La caratterizzazione dei personaggi non è perfetta, anche perché le situazioni in cui immergi i tuoi personaggi sono piuttosto particolari. Tuttavia Yashamaru è davvero un po' troppo spietato rispetto l'originale, Choza troppo poco “buono”, e anche Choji nel finale non mi convince più di tanto. A quel punto, alla rivelazione finale, secondo me se fosse crollato, se gli fossero finalmente arrivati addosso i sensi di colpa sarebbe stato più di impatto per il lettore, e anche più fedele al personaggio.
In ogni caso una storia davvero molto bella. I problemi dei personaggi e tutte le magagne che accadono loro sono state ben narrate, soprattuto grazie all'abilità dell'autrice nel sapere creare suspance fino all'ultimo. Brava!
  
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