- Vita
- << A Papà che è sempre maledettamente fedele al suo ruolo di "padre".
- A volte fastidioso, altre volte spiritoso o gentile.
- Al mio papà che amo; a lui al quale devo la vita lo Ringrazio! Ti Voglio Bene! >>
- Un padre
guardava una culla sfocata dalla luce della luna che, bianca, sembrava
voler donare un pallore alla creatura che abbracciava anche nel
sonno.
- Con le mani strette al
viso, il piccolo bambino avvolto da una coperta celeste, sembrava riposare
beatamente con un respiro regolare e pacifico.
- Dalla visuale alta della
sua altezza, l’uomo, sorrise della figura del suo piccolo miracolo
meravigliandosi di qua tanta bellezza fosse riuscito a creare.
- Il bambino aveva gli occhi
chiusi ma lui sapeva che le sue iridi erano del suo stesso colore verde
brillante e che quando avrebbe aperto la sua bocca in un primo
sorriso avrebbe incurvato le labbra in due morbide fossette come la
madre.
- Perché lui era la
fusione di due anime intrecciate dal filo comune e sottile del
destino.
- Sdraiato in quella culla
nuova e super attrezzata per garantirgli tutti i servigi migliori, il suo
piccolo bambino, sembrava stranamente sereno nella sua nuova vita da essere
umano.
- Fino a pochi giorni prima
era stato solo un piccolo feto nella pancia della sua compagna mentre aveva
trovato il suo posto nel mondo solo due giorni fa.
- Se chiudeva gli occhi con
un sorriso riusciva ancora a risentire gli urli disperati di suo figlio quando
aveva aperto i polmoni all’aria della sua esistenza e rammentava come se fosse
ora il tocco leggiadro della sua manina quando si era chiusa a pugno sul suo
indice destro.
- Una lacrime gli rigò il
viso lenta bagnandogli le labbra.
- Non riusciva a trovare
parole per descrivere le maree di sensazione che erano nate nel suo petto quando
aveva visto suo figlio posare lo sguardo su di lui mentre la sua mamma,
tenendoselo stretto al petto, aveva sussurrato un “quello è il tuo papà”
facendolo bramare dal desiderio di toccare la pelle di quel bambino rosateo e
grazioso.
- Al suono della parola
papà una scarica di piacere gli aveva accarezzato la spina dorsale come se
fosse stato sotto sedativo e un sorriso gli si era aperto spontaneo sulle labbra
mentre le sue braccia si piegavano in avanti in un invito a prenderlo in
braccio.
- Tante paure gli si erano
affacciate in mente quando quel corpo gracile e delicato si era sfiorato con il
su torace come il semplice terrore di non riuscire a soddisfarlo nella sua vita
di genitore o anche di farlo cadere a terra in quanto inesperto nel suo
nuovo ruolo di padre.
- Si era sentito come se
avvolto da una grande bolla di sapone come quelle create dai maghi illusionisti
appositamente per ingannare e affascinare gli spettatori.
- E infatti lui rimase affascinato.
- Affascinato da quel visino
dolce e delicato contornato da piccolo e soffici ciuffi castani e spericolati
mentre nel suo leggero peso di un neonato gli solleticava le
braccia.
- Si era sentito stranamente
felice e gli era sembrato di aver trovato il suo posto nel mondo solo allora
come se gli scorsi anni erano stati solo una vaga corsa alla ricerca della sua
posizione in quel globo di Terra.
- Non aveva mai capito che
la vera gioia sarebbe giunta solo dopo.
- Pensava che il giorno più
sereno della sua vita sarebbe stato sempre quando da giovane aveva vinto con gli
amici una scommessa che gli aveva fruttato diversi soldi o anche quando la sua
squadra aveva vinto il campionato aggiudicandosi il decimo
scudetto.
- Non aveva mai conosciuto,
però, la gioia che avrebbe provato quando suo figlio avrebbe aperto i suoi occhi
di scatto facendo incatenare i loro due verdi tanto diversi ma anche così
simili.
- E solo allora aveva
capito che quel fagotto sarebbe stata la sua gioia più
grande.
- Ed ora stava lì, dentro una
stanza che sarebbe diventata la cameretta del suo piccolo bambino, ad osservare
nuovamente il suo miracolo vivente e beandosi del suo respiro
profumato.
- Sorrise nuovamente
sfiorandogli una guancia e soffiandovi un bacio delicato come se spaventato di
romperlo poi si allontanò appoggiandosi alla porta sul procinto di uscire da
quella stanza che lo stava ospitando già da ore, ormai.
- Non era mai stata un grande
credente, da giovane lui, in quanto pensava che per fidarsi ciecamente di
qualcosa avrebbe dovuto vederla con i suoi occhi e allora si era sempre limitato
a credere in Dio in modo parziale e scorretto ma solo ora si rese conto la vera
fede esiste davvero e lui aveva avuto il piacere di osservarla con i suoi
occhi.
- Non riusciva ancora a
capacitarsi del culmine di felicità immensa che stava provando in quel momento
ma non sapeva dare un nome migliore a quel sentimento che gli opprimeva il
petto se non gioia!
- E allora, chiudendosi
placidamente la porta della camera alle spalle, sorrise nuovamente gustandosi
appieno quel sentimento d’amore che provava per quella piccola fragola appena
maturata.
- E se qualcuno in quel momento gli avrebbe chiesto quale ricordo avrebbe conservato per sempre nel suo piccolo cuore stracolmo di serenità senza dubbio avrebbe risposto che la gioia di essere padre non ha prezzo e quando un giorno si sarebbe guardato vecchio allo specchio avrebbe sorriso della sua vita anche solo per un momento.
- Avrebbe sorriso sempre pregando di poter essere
soddisfacente per suo figlio nel suo ruolo di educatore e continuando a gioire
sempre per quel dono che Dio gli aveva mandato.
Non gli importavano le difficoltà che avrebbe trovato per la sua retta o tortuosa vita, lui l'avrebbe affrontate stringendo i denti e lottando con il sudore in fronte solamente pensando che il suo pargolo, a casa, lo aspettava spensierato.
Perchè ora, voltandosi a guardare la porta di quella stanza chiusa e silenziosa sapeva che di serenità si poteva piangere: lui lo stava facendo.
E quella gioia di un istante, se lo sentiva, non lo avrebbe abbandonato mai sino al suo ultimo respiro di genitore innamorato.