Stralci
di vita di casa Lestrange
Capitolo 4: L’incubo di Don Rodo’
“Hiii!!! Nooo!!! Aiutooo!!! Ti prego nooo!!!! AHHH!!!! NOOO!!!! POSA QUEL CAPPIOO!!! PERCHE’ MI DEVI IMPCCAREE??”
Erano le due di notte e Rodolphus si dimenava come un pazzo nel letto. Stava facendo un bruttissimo sogno.
Bellatrix, non riuscendo a dormire in nessuno modo, cominciò a scuoterlo violentemente, ottenendo soltanto grida maggiori.
“AHHHHHH!!!!!! COSA VUOI DA MEEE!???”
Alla fine, esausta, gli tirò due ceffoni molto forti, e così lo fece svegliare.
“MI VOGLIONO PRENDEREEE!!! BELLATRIX!! HO SOGNATO CHE MI IMPICCAVANOO!!!!” urlava.
“Lo so, ti ho sentito, ora dormi!”.
“Dormire??? Ma come faccio a dormire se so che da un momento all’altro mi ammazzeranno???”.
“Nessuno ti vuole ammazzare!” rispose secca Bellatrix.
“Aaaaah ho capitooo!!! Ti sei messa d’accordo con il boia per farmi impiccare!!! Per prenderti la mia eredità!!” disse Rodolphus, stile Cooman, alzandosi dal letto e andando verso la porta.
“Ma tu sei tutto matto! Io sono più ricca di te!” esclamò Bellatrix, rigirandosi nelle coperte.
“Sssshh!!! Silenzo! Zitta!” lui fece una pausa, mettendosi una mano dietro l’orecchio, per ascoltare “Senti?”.
“Io non sento niente, fammi dormire”.
“SShh!!! Senti questi passi? Questi passi leggeri? Sono del bioaa!!! E’ venuto a prendermi!!!”.
In effetti dei passi si sentivano e da quanto si poteva dedurre, stavano andando in camera da letto.
“Rodolphus, torna a letto! Domani dobbiamo andare a pranzo da Narcissa e Lucius, quindi…”
“SSSHHHH!!!!!!!!!!! IL FATTO CHE TU NON SIA MINIMAMENTE ITERESSATA A ME NON TI AUTORIZZA A FARMI AMMAZZARE!!!” urlò Rodolphus, oramai terrorizzato da quei passi che sembravano sempre più vicini.
Il padrone di casa afferrò il vaso di murano sopra il comò, e si mise di guardia.
La porta si aprì.
“Scusatemi se…”
SBONG!!
CRASH!!!
Il povero Duccio, che aveva fatto l’intrepida azione di domandare se andava tutto bene, finì disteso per terra, con un bernoccolo vistoso e parecchie pizze che gli giravano intorno.
“RODOLPHUS HAI STESO DUCCIO!!! E HAI ROTTO IL MIO VASO DI MURANO!!” strillò Bella.
“Non mi importa un accidente del vaso! Quello che conta è che ho preso quello che mi voleva assassinare!” ribatté Rodolphus, risoluto.
“DUCCIO NON TI VOLEVA ASSASSINARE! ORA CURALO E VIENI A DORMIRE!” ordinò Bellatrix.
“SI, CERTO, COSI’ MAGARI MENTRE MI APPISOLO TU
CON UN COLTELLO MI SQUARCI
“Uff… Va bene… Va bene…” mormorò la padrona di casa.
Bella con la bacchetta guari Duccio, e lo accompagnò a dormire.
Quando ritornò in camera da letto trovò Rodolphus con un elmo da militare che si nascondeva dietro il letto, con la bacchetta sguainata.
“VA DE RETRO, SANATA!!” urlò il marito.
“Rodolphus, si dice Satana, non Sanata! Forza, vieni a letto!” esclamò esasperata Bellatrix.
“NOOO!!! TU MI UCCIDERAI, LO SENTOO!!!!” si rifiutò Rodolphus.
“Ah, davvero? ALLORA CREDO CHE STASERA DORMIRAI SUL DIVANO!!!” e detto questo spedì Rodolphus fuori la porta, con una coperta.
“Oh, finalmente! Così almeno stanotte non la sentirò russare!” pensò felice Rodolphus.
Fine