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Autore: MatteoMongy94    10/07/2010    1 recensioni
Quando i propri sentimenti si scontrano con la gelosia, allora non c'è nulla che possa fermare i terribili pensieri dell'animo umano.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4: IL METODO DEL DETECTIVE BLISSARD

-Buongiorno signor Vetri- disse il detective Blissard. L’ultimo ad essere stato interrogato da Genot sarebbe stato il primo della nuova indagine.
-Lei sa perché sono qui?-. Leonardo non ebbe il tempo di rispondere -Sono qui perché se lascio fare indagini a Genot non scopriremo mai il colpevole.-
Il detective prese un tovagliolo in carta e estrasse dalla tasca una penna blu.
Iniziò ad appuntare qualcosa, in una grafia confusa, storta e per nulla chiara a Leonardo.
-Allora- cominciò- lei è Leonardo Vetri, nato il 7 settembre ad Asti. Padre medico, madre assicuratrice. Frequenta il quarto anno al Liceo Classico Lagrangia. E’ alto un metro e ottantadue e pesa 75 chilogrammi. Ho sbagliato qualcosa?-
-No, detective- disse abbassando gli occhi - ha ragione in tutto e per tutto-
-Come ha conosciuto la vittima?-
-Ad una festa in piscina. Ero lì e ne ho fatto conoscenza. Poco più di due mesi fa- disse abbassando gli occhi.
-Adesso mi spiega perché mi conta palle del genere. L’ha detto anche a Genot. Quel deficiente. Dalle mie indagini risulta che lei ha frequentato tre anni di Liceo Scientifico, proprio in classe con Luca Geffri. Lei si è trasferito al Liceo Classico solo nell’ultimo anno, per scappare proprio dalla vittima e dal suo clan. Vero, o sbaglio?-
Silenzio.
Dopo qualche secondo, Vetri rispose tra le lacrime:- Ho passato i miei tre anni più brutti per colpa sua. Ero escluso dalla classe. Io ero il più piccolo, il più brutto, il più tutto. Lui e la sua compagnia mi presero subito di mira. Insulti prima. Botte poi. Ogni giorno dovevo dare loro almeno 5 euro a testa per evitarmi sberle, pugni, schiaffi. Mai ne parlai con nessuno. Sapevo che se l’avessi fatto mi sarei beccato del bambino, di quello che si fa proteggere dalla mamma. All’inizio del quarto anno sfruttai la scusa di non capire più la matematica per trasferirmi. Due mesi fa l’ho rincontrato ad una festa in piscina. Non mi ha riconosciuto, finchè non gli ho detto il mio nome. S’è messo a ridere. Ma mi ha invitato a venire qui in montagna.-
Blissard ascoltò tutto con attenzione, annotando alcune info per lui importanti. Quando Vetri ebbe finito di parlare si accese una sigaretta, proponendola anche al sospettato.
-No grazie. Faccio sport tutti i giorni. Se fumassi non ce la farei più-
Blissard non insistette, ma riprese l’interrogatorio.
-Dunque non le dispiace che Geffri sia morto, vero?-
-Assolutamente. Speravo facesse una brutta fine. E finalmente qualcuno gliel’ha fatta fare.-
-Genot ha detto che ha cambiato personalmente le cassette delle telecamere. Gli altri in questa casa ne conoscevano l’esistenza?-
-Si, tutti lo sapevamo… Ma Luca era convinto che lo sapessi solo io. Anche se ovviamente l’ho detto agli altri. Mi dava fastidio che fossero ripresi senza saperlo.-
Blissard annotò anche quei dati su un tovagliolo. Quindi congedò Leonardo con una forte stretta di mano.
  
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