Ok, mi ero ripromessa che avrei pubblicato un episodio
a settimana di questa FF…ma dato che mi risulta impossibile fare qualsiasi cosa
ho deciso di scrivere a più non posso e pubblicare non appena ho i capitoli
pronti! E così ecco qua il secondo capitolo, il cui protagonista indiscusso è
Alistair.
Fatemi sapere se vi piace o se non vi
piace =)
CHAPTER II:
Alistair Piton
“There was a boy
[…]
A little shy and sad of eye
But very wise was he”
Nature Boy, David Bowie
La Sala Grande era gremita di studenti affamati, i tavoli
delle quattro Case di Hogwarts e degli insegnanti erano imbanditi di cibo.
Alcuni ritardatari si affrettavano ad occupare i pochi posti rimasti liberi
mentre chi era arrivato per primo si serviva il secondo o faceva il bis di
primo.
Alistair era seduto al tavolo dei Serpeverde, mangiava
distrattamente il suo pollo arrosto senza prestare la minima attenzione ai
discorsi banali tenuti dai suoi compagni di Casa su quale squadra di Quidditch
fosse la migliore. Erano sempre i soliti discorsi: prima si parlava delle
squadre di Hogwarts (“Assolutamente la nostra! Abbiamo Malfoy!” “Vero, però c’è
da dire che quei maledetti Grifoni hanno Potter con quella sua maledettissima
Firebolt!” e via dicendo), poi si passava a quelle del campionato inglese
(“Certo che i Cannoni di Chudley fanno proprio schifo!” “Già, le migliori sono
le Holyhead Harpies!” “Non capisci proprio niente! Puddlemore United, questa si
che è una squadra! Peccato ci giochi Baston!”) ed infine alle nazionali
(“L’anno scorso doveva vincere la Bulgaria, Krum è il migliore.” “Si ma hai
visto come ha giocato l’Irlanda?”).
Alistair roteò gli occhi al cielo, si portò un pezzo di
pollo alla bocca e lo addentò voracemente: aveva una fame bestiale. Mentre
mangiava, ignorando tranquillamente i suoi compagni, il suo sguardo vagò per
l’intera stanza, soffermandosi sul compagno di Casa Draco Malfoy che lo salutò
con un cenno del capo, poi si spostò per la stanza e non appena individuò Harry
e Ron vide anche lei, così senza rendersene conto finì con l’incantarsi nel
guardare Hermione. Sorrise rapito, appoggiò la guancia sul palmo della mano e
si portò distrattamente il cibo alla bocca. Si chiedeva di cosa stesse parlando
con quei due, che cosa pensava dello sformato di patate che aveva nel piatto,
se preferiva il succo di zucca freddo o temperatura ambiente…
“Alistair!” Sibilò Eric Heartmann dandogli una gomitata.
“Chi? Cosa?” Si mise subito dritto e guardò l’amico.
“Ti sei incantato sulla Mezzosangue.” Sussurrò per non
farsi sentire dagli altri.
Alistair si rabbuiò: non gli piaceva chiamare i figli di
Babbani Mezzosangue o sangue sporco. Il ragazzo si schiarì la voce e fissando
il piatto riprese a mangiare. Quando fu sicuro che l’amico aveva ripreso a
parlare coi compagni sollevò lo sguardo e guardò ancora una volta Hermione.
Sorrise di nuovo sognante e vide con la coda dell’occhio entrare suo padre. Si
ricompose immediatamente, si mise dritto e seguì l’uomo che andò a sedersi al
suo posto.
Severus si servì da mangiare, prese la forchetta ed infilzò
il cibo ma passò qualche istante prima che se la portasse alla bocca. Non aveva
ancora rivolto parola a nessuno dei suoi colleghi, ma nessuno sembrava averci
fatto caso. Si comportava normalmente, aveva sempre la sua solita fredda ed
impassibile espressione, ma sembrava distante, come se stesse pensando a
qualcosa che aveva perduto per sempre. Alzò lo sguardo ed incrociò quello del
figlio. Inclinò impercettibilmente il capo in segno di saluto ed Alistair
annuì, poi si voltò verso l’amico e cercò in tutti i modi di prestare
attenzione a ciò che dicevano, nonostante i suoi pensieri fossero da tutt’altra
parte.
Finì di mangiare e si stiracchiò emettendo versi degni di
un cane che sogna.
“Al, sembri una bestia, te l’ho mai detto?” Gli disse
schifato Eric. “Abbi un po’ di contegno.”
“Ha parlato mister finezza!” Scoppiò a ridere.
“Fare rutti è un’arte.” Disse solennemente.
Scoppiarono entrambi a ridere, attirando l’attenzione di
tutti i compagni. Quando finalmente smisero, Alistair si teneva lo stomaco
dolorante per il troppo ridere, mentre Eric aveva grossi lacrimoni che gli
scivolavano lungo le guance.
“Sei fuori di testa!” Esclamò Alistair.
“Lo so, lo so.” Guardò divertito l’amico. “Che dici,
andiamo fuori?”
Alistair annuì, entrambi afferrarono le loro borse, le
misero in spalla ed uscirono dalla Sala Grande sotto gli sguardi famelici di
parecchie ragazze: i due non passavano certo inosservati. Alistair era figlio
di Piton e nessuno sapeva chi era sua madre; era intelligente, astuto,
sarcastico, pungente e di bell’aspetto ma soprattutto era sempre circondato da
un’aura misteriosa che lo rendeva ancor più affascinante. All’apparenza era
duro, sembrava che nessuno potesse fargli del male, ma quando nessuno lo vedeva
abbandonava la sua maschera e i suoi occhi esprimevano tristezza e dolore per
qualcosa che non aveva mai conosciuto.
Eric aveva i capelli biondi, corti, occhi grigi e freddi
come il ghiaccio, le labbra sempre incurvate in un sorriso malefico. Era alto
quanto Alistair, ma con un corpo forte e muscoloso. Portava sempre la cravatta
allentata e la camicia con tre bottoni aperti, lasciando intravedere la rada
peluria bionda che gli ricopriva il corpo. Il suo disprezzo per i nati babbani
era risaputo, si credeva migliore solo perché discendente da una stirpe di
purosangue, orgoglioso, testardo, approfittatore e leale. Era il tipico bello e
dannato.
Uscirono in cortile, camminarono per qualche minuto
ed andarono a nascondersi vicino alle serre. Alistair lasciò cadere la borsa
piena di libri e si sedette sul muretto in pietra, dando le spalle alle serre e
lasciando penzolare i piedi nel vuoto, osservando il lago in lontananza.
“Al, questo è il modo migliore per crepare, lo
sai?” Disse tranquillamente Eric, accendendosi una sigaretta.
“Sempre molto rassicurante.”
“Dico solo la verità, lo sai: qua sotto il pendio è
parecchio ripido. Se cadi non ti fermi più fino al lago.” Fece spallucce e si
appoggiò al muretto. “A che pensi?”
“Niente.” Sospirò e si passò una mano tra i
capelli.
“Ehy, ti conosco.” Accennò un sorriso ed aspirò del
fumo. “Che passa nella tua testolina bacata?”
“Niente…pensavo solo a…”
“Ad Hermione.” Concluse per lui.
“No!” Esclamò il ragazzo, arrossendo.
“Oddio santo.” Roteò gli occhi al cielo e sbuffò
esasperato. “Sei diventato rosso come un Weasley.”
“Rosso come un Weasley?” Storse il naso e la bocca.
“Non c’è peggior insulto, vero?” Commentò
orgoglioso.
Alistair scosse il capo, divertito suo malgrado
odiasse gli insulti gratuiti.
“Sai, non è neanche tanto male quella ragazza. E’
intelligente, sa il fatto suo e molto carina. Ha un unico problema.” Strinse
gli occhi per schermarsi dal sole. “E’ una Sangue Sporco.”
“Lo sai che odio quando chiami i nati babbani
Sangue Sporco!” Esclamò serrando la mascella: era una cosa più forte di lui.
“Lo so, lo so!” Sollevo le mani e mostrò i polsi.
“Sei per la pace.” Fece spallucce. “Ma non posso farci niente se mi fanno
ribrezzo.”
“Però quando sei andato a letto con Carlie Harrison
non ti ha fatto ribrezzo.”
“Ehi, ehi!” Si staccò dal muretto. “Posso anche
andarci a letto, ma questo non vuol dire che mi facciano meno schifo!”
“Sei assurdo, Eric.” Sospirò massaggiandosi le
tempie. “Non ti capisco proprio!”
“No, sono io quello che non capisce!” Sistemò il
colletto della camicia. “Come diavolo fai ad essere un Serpeverde?”
“Sono intelligente, furbo, astuto, ambizioso e
molto più superiore di te.” Lo stuzzicò.
“Cosa?!” Lo guardò indignato. “Superiore a me?”
“Già già!”
“Vieni qua!”
Eric fece un passo verso di lui, Alistair fece un
piccolo salto e scese dal muretto, lasciandolo tra sé e l’amico. Eric scavalcò
il muretto, ma non riuscì a prendere Alistair che si scansò agilmente.
“Ehi, ragazzi.” Li salutò Adrian Pucey.
“Ciao.” Lo salutò Alistair distraendosi,
permettendo ad Eric di afferrarlo.
“Ciao Ad.” Eric afferrò Alistair, gli mise un
braccio attorno al collo, lo bloccò ed iniziò a strofinargli le nocche sui
capelli.
“Infame!” Urlò cercando di divincolarsi.
“Ti arrendi?” Strofinò più forte.
“Va bene, va bene!” Esclamò Alistair.
“Il migliore sono io.” Disse Eric lasciando andare
Alistair.
Entrambi scavalcarono il muretto, Alistair si
sistemò i capelli, Eric la camicia.
“Ciao Kain, ciao
Claudius.” Salutò Eric.
I due fecero un cenno col capo.
“Ce l’hai una sigaretta?” Domandò Kain
appoggiandosi al muretto.
Eric annuì, estrasse il pacchetto e lo passò ai
nuovi venuti.
“Sapete, questa è l’unica cosa buona che i babbani
sanno fare.” Commentò sarcasticamente.
Kain, Claudius ed Adrian scoppiarono a ridere
mentre Alistair roteò gli occhi al cielo e si appoggiò al muretto.
“Allora, che dite?” Chiese Adrian.
Eric fece spallucce.
“Niente di particolare.”
“Sicuro?” Adrian aggrottò la fronte con un sorriso
malefico. “Io direi che qualcosa di cui parlare l’abbiamo.”
“E cosa?” Eric inarcò un sopracciglio in modo
scettico.
“A quanto pare è veramente tornato.” S’intromise
Kain.
“Chi?” Incrociò le braccia al petto.
“Di chi vuoi che parliamo?!” Claudius diede una
pacca sul coppino all’amico. “Del Signore Oscuro!”
“Davvero?!” Gli occhi del ragazzo si illuminarono.
I tre annuirono solennemente ed iniziarono a
parlare di quanto sarebbe stato bello se Voldemort fosse realmente tornato.
Alistair si rabbuiò, incrociò le braccia al petto e si fece da parte, cercando
di isolarsi il più possibile e non sentire quelle stupidate. Non amava le Arti Oscure,
non ci trovava nulla di bello nelle maledizioni senza perdono e trovava assurdo
disprezzare qualcuno per la sua origine babbana. Si chiedeva come potevano
desiderare veramente che il Signore Oscuro fosse tornato, un uomo che aveva
ucciso senza pietà un sacco di persone e che era in grado di uccidere qualcuno
solo perché non lo salutava. Era un uomo con cui non avrebbe mai avuto a che
fare, per nulla al mondo.
“E tu Al? Che ne pensi?” Chiese Claudius.
“Cosa?” Alistair si riscosse dai suoi pensieri.
“Ma dove cavolo ce l’hai la testa?!” Esclamò Adrian
roteando gli occhi al cielo.
“Magari sta pensando a qualcuno.” Sorrise malizioso
Kain.
“Chissà a chi.” Eric lo guardò con un sorriso
divertito.
Alistair arrossì un po’ e si passò una mano tra i
capelli.
“Allora, che ne pensi? Sul ritorno del Signore
Oscuro.” Precisò Claudius.
“Io…io…” Non sapeva che dire e soprattutto non
voleva dire la verità ai suoi amici. “Ecco…”
In lontananza si sentì il suono della campanella.
“Ma che palle!” Sbottò Eric.
Alistair tirò un sospiro di sollievo e si rilassò,
poi prese la borsa e se la mise subito in spalla.
“Bhè, io devo andare.” Fece un cenno e si allontanò
a grandi passi senza aspettare Eric.
Percorse in tutta fretta la strada che lo separava
dal castello e quando arrivò all’entrata sentì che l’amico lo chiamava. Si girò
e lo vide arrivare di corsa tutto trafelato.
“Ma…ma si può…si può sapere perché diavolo…te ne
sei andato così di corsa?” Domandò col fiatone.
Alistair roteò gli occhi al cielo e riprese a
camminare velocemente con l’amico che faticava a stargli dietro.
“Al, si può sapere che hai?” Chiese standogli
dietro a fatica.
Il ragazzo scosse il capo, esasperato.
“Alistair!” Esclamò
Eric.
Alistair si fermò all’improvviso, così Eric andò a
sbattergli contro e cadde a terra come un sacco di patate.
“Ahio!” Si lamentò rialzandosi con l’aiuto del
ragazzo.
“Scusa, Eric.” Sospirò dandogli una pacca sulla
spalla. “E’ che non vi capisco proprio.”
“Cos’è che non capisci?” Si massaggiò il collo e
ripresero a camminare verso l’aula.
“Tutta questa voglia di unirsi a lui.” Sospirò
esausto.
“Bhè, è il Signore Oscuro.” Fece spallucce.
“E il tuo unico desiderio è quello di unirti ad un
pazzo che uccide spietatamente altri maghi?” Chiese incredulo.
“Non uccide maghi, uccide Mezzosangue e Babbani.”
Precisò. “Quelli non sono maghi.” Aggiunse schifato.
Alistair scosse incredulo il capo.
“E che differenza ci sarebbe, scusa?”
“Che differenza ci sarebbe?!” Eric spalancò gli
occhi incredulo. “Cavolo, quelli si credono chissà chi, credono d’avere una
marcia in più perché nati da babbani schifosi! Sono esseri inferiori, solo loro
che hanno peggiorato la stirpe magica!” Aggiunse infervorandosi.
“E secondo te la Granger è un essere inferiore?!”
“Certo!”
Alistair si morse il labbro e scosse il capo,
incredulo come sempre.
“Se non sapessi di chi sei figlio direi che sei un
traditore del sangue!” Ringhiò Eric.
“Ma è così strano che non mi interessino le Arti
Oscure?!” Roteò gli occhi al cielo sbuffando.
“Sì, lo è.” Annuì solennemente. “Da quando ad un
ragazzo normale piace storia?!”
“Non posso farci niente se mi piace.” Fece
spallucce.
Eric roteò gli occhi al cielo.
“Eh, sei sprecato, figlio mio!” Gli diede una pacca
sulla spalla. “Quasi non studi ed hai tutte < E >”
Alistair sorrise orgoglioso.
“Sai, saresti un ottimo Mangiamorte.” Gli sussurrò
nell’orecchio pochi istanti prima di entrare nell’aula di storia.
Alistair spalancò gli occhi inorridito e fece per
ribattere ma il Professor Ruf si schiarì la voce.
“Seduti, seduti.” Disse con la sua voce monotona.
Alistair lanciò un’occhiataccia all’amico ed
insieme andarono a sedersi nei due banchi centrali.
Non appena Ruf iniziò a parlare, come per magia i
pochi studenti che partecipavano alla lezione appoggiarono la testa sul banco,
qualcuno si mise a guardare fuori dalla finestra, altri si misero a leggere.
L’unico che non perdeva neanche una parola del professore era proprio Alistair:
adorava storia, rimaneva incantato da ciò che gli veniva raccontato.
Le due ore passarono, alla maggior parte degli alunni
sembrarono durare un’infinità, per Alistair erano passate troppo in fretta: la
sua sete di sapere non era stata soddisfatta.
Eric si alzò lentamente dalla sedia, senza
preoccuparsi di sopprimere gli sbadigli mentre accanto a lui l’amico raccontava
entusiasta ciò che aveva appena appreso.
“Ma la vuoi piantare!” Esclamò ad un tratto
irritato. “Non ne posso più di sentirti blaterare su qualche stupida guerra!”
“Ma…”
“Niente ma!” gli puntò un dito contro. “Non voglio
più sentir parlare di storia fino alla prossima lezione! E non è neanche detto
che vorrò sentirne parlare allora!” Aggiunse.
Alistair roteò gli occhi al cielo, borbottò
qualcosa e si arrese.
“Sei tutto strano, comunque.” Disse Eric fermandosi
ad un bivio.
“O forse siete voi quelli strani ed io quello
normale.” Fece spallucce.
“No, amico, quello strano sei tu!” Esclamò con una
risata, poi diede una pacca sulla spalla al ragazzo. “Io me ne vado a Cura
delle Creature Magiche. Tu divertiti ad Aritmanzia.”
“Sì, mi divertirò sicuramente! Oggi dovremmo…”
Iniziò esaltato, ma subito Eric lo bloccò.
“Amico, stavo scherzando!” Mostrò i palmi delle
mani divertito. “A dopo.” Sorrise e si incamminò verso l’uscita del castello.
Alistair lo guardò allontanarsi, chiedendosi cos’avevano in comune, stupendosi
di quanto fossero amici. Non aveva fratelli, ma era sicuro che Eric fosse la
cosa più vicina ad un fratello. Fece spallucce e si avviò verso l’aula di
Aritmanzia, camminando distrattamente e senza prestare attenzione a chi
incontrava, ricambiando i saluti. Era così distratto che neanche si accorse
della figura dai capelli castani e mossi che gli andò addosso di corsa,
scaraventandolo a terra.
Istintivamente abbracciò stretta la figura e fece
di tutto per impedire che si facesse male. Ci mise qualche istante per capire
che tra le braccia stringeva Hermione.
“Oddio, oddio, scusa scusa!” Si scusò lei non
appena la lasciò libera, tirandosi in piedi.
“No, niente, non preoccuparti, è tutto a posto.” Le
regalò un sorriso dolce, poi si mise in piedi e le mise le mani sulle spalle.
“Ti sei fatta male?” Sussurrò guardandola negli occhi.
“N-no, sto bene.” Balbettò lei, arrossendo
violentemente.
“Sicura?”
Hermione aprì la bocca, ma non uscì alcun suono ed
Alistair la trovò ancora più bella. La ragazza spalancò gli occhi e si mise in
ginocchio per raccogliere le sue cose. Alistair si tirò un po’ su i pantaloni,
si accucciò e l’aiuto a rimettere a posto i libri. Senza volerlo prese un libro
su cui la ragazza aveva già posato la mano e la sfiorò con le dita. Subito si
ritrasse e le sorrise a mo’ di scusa.
Si rialzarono, Alistair mise la borsa sulla spalla
e la strinse, continuando a guardarla.
“Com’è stata la lezione?” Chiese di getto, sperando
di restare con lei più a lungo.
“Cosa?!” Hermione lo guardò incredulo.
“Sì, bhè, ecco…” Balbettò arrossendo. “Come…come è
andata la lezione?” Indicò l’aula di Aritmanzia da cui era appena uscita.
“Ah si.” Annuì. “Bene, è stata molto interessante.”
“Che cosa avete fatto?”
Hermione fece per rispondere ma sulla soglia
dell’aula spuntò la professoressa Vector.
“Signor Piton, ha intenzione di entrare o star
fuori per tutta la durata della lezione?” Lo richiamò infastidita.
“Arrivo subito.”
La professoressa lo squadrò da capo a piedi, guardò
Hermione ed annuì impercettibilmente, per poi rientrare nell’aula.
“Ti lascio andare.” Disse Hermione con un timido
sorriso, sistemandosi i capelli dietro l’orecchio.
“Ok…”
“Bhè, ci vediamo.” Lo salutò.
“Sì, ci vediamo.” La salutò con un sorriso.
Hermione gli sorrise un’ultima volta, poi si
allontanò di corsa, stringendo a sé la borsa. Alistair la osservò allontanarsi
e quando lei si girò la salutò con un cenno della mano. La ragazza sorrise e
sparì dietro l’angolo.
Alistair sorrise ed improvvisamente la giornata
sembrò migliore.
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento, ho pensato fosse giusto dedicare il secondo a questo nuovo e fondamentale personaggio.
Ed ora vorrei ringraziare:
-
Piccola Vero: grazie mille per
i complimenti, son proprio contenta che ti piaccia la mia idea *.*
-
Symbolique: non hai idea di
quanto mi hai reso felice col tuo commento *_* Grazie mille, veramente!
-
Mandy Romance: eh sì, la volta
scorsa Harry è stato un po’ infame…ma bisogna ricordare la sua situazione. E
Serpeverde e Grifondoro si sono sempre odiati, quindi è “normale” che abbia
reagito così. Spero che con questo capitolo il tuo apprezzamento per Alistair
sia aumentato : )
-
Sara Izzie: amore, grazie *_*
Effettivamente sì, Alistair è un gran bel figo *_* :Q___ Ma come ben sai avendo
letto anche tutte le mie altre storie mi risulta moooolto difficile inventare
personaggi che non siano fighi :D
-
_ Rory_: ma grazie *_*
Continua pure a perseguitarmi, sia qui che su fb, mi fa più che piacere *_* E
sì, Alistair è proprio un gran gnoccone *____*
Inoltre ringrazio chi mi ha aggiunta
tra i preferiti, chi mi legge e chi mi segue : )
Ely