‘ E’ la cosa migliore da fare’. Ripeteva ancora Viktor, mentre Hermione con in braccio Ronny, Chiara e Emily sostenuta da Jeff entravano
nella macchina.
Il chirurgo aveva detto di
tornare a casa, poiché l’operazione sarebbe stata molto lunga e difficile, ed
era inutile aspettare futili ore in quella sala d’aspetto deprimente.
Una attacco di cuore causato a stress.
Questo il bollettino medico
di Ron.
Stress accumulato dal lavoro
che faceva di Auror.
Stress accumulato dai figli
che crescevano.
Tutto questo ancora non le
sembrava vero.
Durante il viaggio, Hermione
si addormentò come anche Emily che adesso era
beatamente addormentata sulla spalla del bellissimo Jeff.
Arrivati a casa, Viktor non
volle svegliare la donna e così la prese tra le braccia, mentre Ronny camminava da solo dando la manina alla sorella
Chiara, mentre Emily preferì svegliarsi e raggiungere
da sola la sua camera.
Si buttò sul letto a pancia
in giù.
Non riusciva ancora a
crederci.
Era accaduto troppo
velocemente.
Guardò l’orologio: erano
appena le sei del mattino e i timidi raggi solari estivi cercavano di svegliare
quella tanto pigra Londra.
Ignara di quello che il cuore
di una semplicissima adolescente stava patendo.
E non era amore.
Ma ansia.
Preoccupazione.
Prese l’album fotografico familiare, cominciò a sfogliarlo.
E si fermò subito alla prima foto.
Hogwarts come sfondo e in
primo piano sua madre, suo padre e lei, con un vestitino rosso arancio e un
cappellino di lana con su scritto “I’M
A GRIFFYNDOR AND I’M PROUD.” Fatto dai loro amici.
Aveva più o meno cinque mesi
e avevano fatto quella foto in ricordo della sua prima parola: mamma.
Il papà le aveva raccontato come era successo e lo immaginò raccontarglielo ancora una
volta…
“ Era dicembre e una soffice e fredda neve cadeva su
Hogwarts. Io e tua madre stavamo seduti di fronte il caminetto in attesa che le carrozza coi Therstral
ci venisse a prendere. Zio Harry ti teneva in braccio mentre zia Ginny ti
giocava facendoti ridere forte.
Ad un certo punto cominciasti a scalciare cercando di
chiedere da mangiare.
Zia Ginny si
voltò verso la mamma e disse ‘ Mamma, vogliamo dare alla piccina un po’ di
pappa?’
Appena terminò quella frase tu ridesti
esclamando forte forte la parola “Mamma” e da quel
giorno qualunque cosa era “mamma”. La scopa, il divano, il libro, la palla:
tutto era mamma, per te”
Emily tornò alla realtà sorridendo mentre una dolce lacrima
le rigava il viso triste e stanco.
Viktor stese Hermione, che era addormentata, sul letto matrimoniale.
E rimase a guardarla, come incantato.
Le carezzò la testa e scese a
toccarle le labbra soffici e rosse.
E invidiò Ron, per una volta.
Emily era andata a chiamare Viktor per la colazione, era
sbucata dalla porta della camera da letto e rimase a
bocca aperta guardando quella scena.
L’uomo si voltò e la vide
scuotere incredula la testa, cominciando a scappare.
Viktor si alzò immediatamente
dal letto e corse verso la ragazza che era uscita all’aria aperta e si era
accasciata sotto l’albero da frutto del piccolo giardino di casa.
‘ Emily!’
la chiamò lui.
Ma la rossa stava piegata su sé stessa mentre piangeva
forte e singhiozzava.
Con tutto quello che stava
accadendo in quel momento, come poteva lui comportarsi così?
Viktor le
si mise vicino ‘ Emily..’ cercò di metterle una
mano sulla spalla ma lei la scansò.
‘ Vattene,
brutto schifoso!’ urlò lei, guardandolo.
‘ Emily,
non hai capito nulla…’
‘ Sì, invece! Tu vuoi mia
madre ma mia madre ama mio padre, non te!’
Viktor abbassò il volto ‘ Lo
so.’ Sussurrò ‘ Sai.. anche io ho fatto parte della
vita di tua madre…’
Emily non rispose, preferì tirare
su col naso.
‘ Sì..in un certo senso sono
stato la sua prima cotta.’
‘ La sua seconda cotta… e
forse non era neanche una cotta.’ Lo corresse lei,
guardandolo.
Viktor inclinò la testa. Non
capiva.
‘ Mia madre… mi ha detto che
aveva capito che amava mio padre alla fine del suo secondo anno.’ Cominciò a
spiegare Emily ‘ Tu, in un
certo senso li hai spronati a dichiararsi.. e sono stata concepita io la stessa
sera in cui si dichiararono.’
Viktor sorrise ‘ Sei figlia
dell’amore.’
‘ Tutti siamo
figli dell’amore.’ Rispose lei, ovvia.
Il moro scosse la testa ‘No…
non tutti. Jeff non è figlio dell’amore… e credo che
neanche io sono figlio dell’amore. Mio padre, appena nacqui, mi affidò a Durmstrang e poi alla squadra di Quidditch. Io odiavo mio
padre. E lo stesso è per Jeff.
Io provavo solo attrazione per sua madre, non amore.’
Emily abbassò il capo un po’ imbarazzata dall’argomento
‘Hai… dato tu il primo bacio di mia madre?’
Viktor arrossì ‘ … Alla fine
del Ballo del Ceppo, lei aveva litigato con Ron ed era
scappata per i corridoi e Dio solo sapeva quanto l’amavo e desideravo un suo
bacio. Ma lei aveva occhi solo per Ron, lo sapevo già.
Mi avvicinai chiedendo cosa fosse successo nel mio orribile inglese e lei
scoppiò a piangere sulla mia spalla. La guardai per un po’ e mi chinai su di
lei deciso di sfiorare quelle labbra giovani, ma lei mi mise una mano sul petto
e mi chiese se potevamo rimanere amici..tutto qui..!’
‘ E
tu… ci sei rimasto male?’ domandò Emily, strappando
un filo d’erba.
‘ Molto… ma poi capii che era
una bellissima cosa essergli amico.’
‘ Mia madre…era bella da
giovane?’
‘ Tua madre è tuttora
splendida.’ Rispose lui ‘ Facciamo pace?’
Emily lo guardò, sorrise debolmente e annuì.
Viktor l’abbracciò e la
strinse a sé, come per proteggerla da tutto quello che stava accadendo.
Poi la lasciò andare deciso
ad andare a preparare la colazione.
Si alzò e se ne andò.
E Emily rimase ancora una
volta in balia dei ricordi, fin quando non arrivò Ronny
che goffamente camminava.
Emily sorrise e allungò le braccia verso il fratello.
Arrivò e lo strinse forte a
sé ‘ Ciao cuccioletto! Non ti ho affatto calcolato in questi giorni, vero?’
Ronny la guardò ‘ Dov’è papà?’
‘ Papà?’
Lui annuì e la guardò dritto
negli occhi color cielo, come quelli del padre.
Emily non si sentì di rispondere la
verità ‘ E’… a lavoro! Ma come! Lo sai che lui
va al lavoro, perché me l’hai chiesto?’
‘ Pecchè
la mamma non piange quanto papà è al lavoto..’ risponde lui, ovvio, cominciando a giocare con un
boccolo della sorella maggiore.
‘ Ma no… ‘
‘ E allora pecchè la mamma piange?’ domandò Ronny,
mettendosi comodo sulle gambe di Emily.
‘
Perché….ehm…. Chiara ha fatto la cattiva.’
‘ Chiara non fa mai la
cattiva… Emily?’
‘ Sì?’
‘ Perché mi
dici le bugie?’
‘ Io???’
‘ Le bugie fanno le gambine corte… lo dice Jeff.’
Difatti il ragazzo con la
maglietta aderente e sbracciata nera, con i jeans e le
mani nelle tasche era uscito di casa, con il naso all’aria.
Com’era bello.
Eppure, lei non doveva pensare quelle cose mentre c’era di
peggio a cui pensare… suo padre che lottava con la morte…
Un grazie a tutti quelli che mi hanno recensito e in
particolare a:
LILAC: davvero? Allora hai un bellissimo nome: è il
mio preferito! Per Ron… bisogna leggere per sapere di più… garzie
e ciao!
MIKY BLACK: Grazie… e lo so..Ron è anche il mio amore…
ma il cerchio della vita deve continuare a girare…
ROBBY: Eh-eh… progettavo questa
ff da tanto tempo e avevo organizzato un po’ di cose.. come la stessa fobia! ^__- grazie e ciao!
ANEMONE333: è vero, sono d’accordissimo
con te! Lo stanno facendo morire sempre di più… povero il mio amore!! *__*
SIJAY: l’ho aggiornata più presto possibile.. ma ho deciso di farvi rimanere in ablia
ancora per un po’…