Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: CherryBomb_    11/07/2010    8 recensioni
Arianna e Ilaria, sedicenni, amiche da qualche anno. Fanno parte di quelle ragazze che sono convinte che il principe azzurro non esiste.
Arianna non ha mai avuto il ragazzo, Ilaria non lo ha da due anni e mezzo. Ormai sono abituate a questo loro stato di "zitellaggio", ma una serata diversa cambierà le loro vite. Ci saranno molti intrecci, ritorni di fiamma, non sarà tutto semplice, anche se all'inizio potrà sembrare così.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

 

 

 

Si torna a casa

Ila POV

Ero in camera di Simo sul suo letto.

Ci stavamo strusciando, baciando.

Io ero molto eccitata, lui pure, sentivo il suo membro eretto contro la mia coscia. Lentamente ci stavamo spogliando.

Poi all’improvviso…..mi svegliai.

Cioè in sogno non potevo baciarmelo e non potevo neanche farci l’amore insieme? Ma cos’era un complotto contro di me?

Alzai leggermente lo sguardo per vedere l’orologio. Erano le 7.15. Ero in ritardo.

Guardai Simo che dormiva beato. Sembrava davvero un angelo quando dormiva. Gli guardai i lineamenti, il naso, ogni minimo particolare, ma puntualmente mi bloccavo sempre sulle labbra: bellissime in una strana espressione.

Gli diedi un bacio a fior di labbra.

-Mmmmmm.- mugugnò.

Era meglio andarmene prima che si svegliasse.

Presi i pantaloni neri della sua tuta e la felpa violetta e me li misi. Andai in bagno mi lavai i denti, mi misi le lenti, mi truccai leggermente.

Uscendo mi misi le scarpe, presi il giubbino ed ero pronta a partire.

Andai vicino al letto a dare un bacio sulla guancia a Simo, ma, nel momento in cui mi appoggiai, lui mi prese un braccio e mi fece sdraiare sul letto, facendo cadere il giubbino per terra.

-Rimani ancora un po’.- mi chiese lui ancora assonnato.

-Non posso. Devo andare, sono già in ritardo.

-Dai, vieni sotto.- disse alzando le coperte.

-Si, va bene. Ma cinque minuti.

Mi misi sotto le coperte e lui mi abbracciò.

Ero a pochi centimetri dal suo mento.

Lo osservai. Cominciai a delineare il suo profilo con un dito, quando gli toccai le labbra sorrise e mi diede un bacio sul dito. Sorrisi anch’io.

-Non pensi di pensare troppo a volte?- mi chiese lui guardandomi.

-Non a volte. Penso troppo, soprattutto per le cose importanti, se non hanno nessun valore per me, non ci penso neanche un secondo. Perché me l’hai chiesto?

-Ti ho osservata e sembri sempre molto pensierosa. Anche quando potresti fare qualcosa d’istinto ci pensi e non la fai più.- mi disse ancora con gli occhi chiusi.

-Vero. Se mi chiedi di fare una cagata che non riguarda ne sentimenti ne cose importanti, non ci penso due secondi a farla. Chissene frega. Rido e mi diverto. Ma se è qualcosa che riguarda i sentimenti e soprattutto i miei, mi è inevitabile pensare. Però certe volte sono l’istinto e il cuore che hanno la meglio.

-Come in questo momento.

-Come in questo momento.- gli stavo ancora passando il profilo con il dito, lo accarezzavo.

Sentii vibrare il telefono. Merda, mi ero dimenticata che dovevo andare. Era un squillo della Ary.

-Io vado. – dissi uscendo dal letto. Mi stavo già alzando, lui mi bloccò un braccio. Mi girai e ci guardammo. Si avvicinò, mi prese il viso in una mano e mi baciò. All’inizio era un normalissimo bacio a stampo, poi dischiudemmo le labbra contemporaneamente e le nostre lingue cominciarono ad accarezzarsi, a giocare insieme, mentre io mi gustavo il mio primo giro sulla giostra. Ci staccammo.

-Ok, va bene. Puoi andare adesso.

-Mi sa che adesso non voglio andarmene io.- dissi lambendoli le labbra. Lui sorrise. Sentire ancora la sua lingua a contatto con la mia mi riempì di gioia immensa. Ci staccammo di nuovo.

-Non potresti entrare un’ora dopo?- mi chiese in un sussurro.

-Che ore sono?

-Un quarto alle otto.

-Ops. Ho perso il pullman. – dissi avvicinandomi a lui e baciandolo di nuovo. Rise. Sentivo il suo respiro nella mia bocca che mi solleticava il palato insieme alla lingua. Prima di staccarci mi leccò le labbra. Tornai ad abbracciarmi a lui.

-Molto probabilmente oggi mi fanno tornare a casa. – disse lui triste.

-Quando stamattina?- non c’è bisogno di dire che ero davvero dispiaciuto in un certo senso, ma dall’altro ero felice. Felice di poter tornare a casa mia.

-No, penso oggi pomeriggio.

-Va bene.

-Non verrai a farmi da “infermiera” anche a casa vero?- mi chiese lui con una strana luce negli occhi.

-Non penso, ho disturbato troppo. Non vorrei approfittare e poi finché guarisci  è dura. E poi c’è tua mamma a casa.

-Ma mia mamma non è te.- mi stavo quasi sciogliendo.

-Verrò a trovarti. – gli sorrisi.

-Adesso ti fidi di me?

Abbassai lo sguardo in imbarazzo.

-Si.

Mi strinse ancora di più a se.

Alzai lo sguardo ed incrociai il suo. Ci baciammo con delicatezza e tenerezza. Le nostre lingue si toccavano piano. Lentamente ci staccammo.

-Oddio, che teneri.- presi paura ed arrossii nel momento in cui vidi la Bea davanti al letto.

-Da quanto tempo sei lì, mamma?- gli chiese Simo guardandola male.

-Da tempo sufficiente.

-Senti, io vado.- dissi guardando Simo.

Scendendo mi infilai le scarpe, raccolsi il giubbino che era caduto, tolsi una brioche dal cestino ed un frutto e li infilai nella tracolla.

-Non serve che te ne vai.- mi dissi sorridendo la Bea.

-No, tranquilla. Dovevo partire comunque. – andai a darle un bacio sulla guancia, anche se ero ancora in imbarazzo e andai a dare un bacio sulla guancia a Simo, che mi prese e mi baciò sulla bocca.

-A più tardi. – dissi uscendo dalla stanza.

Mi sentivo benissimo.

Finalmente sentivo di stare bene e che non mi mancasse niente.

Anzi qualcosa mi mancava già: lui.

Avrei potuto. Mandargli un messaggio. E come cazzo facevo a mandargli un messaggio se non avevo il suo numero?

Tornai indietro, avrei preso come scusa il fatto che avessi dimenticato un libro, che non era una vera e propria scusa perché scoprii davvero di aver dimenticato un libro.

Entrai la Bea non c’era.

-Che ci fai ancora qui?- mi chiese Simo con un sorriso.

-Ho dimenticato un libro. – dissi andandolo a prendere sul tavolo.

-Certo che io e te siamo scemi.

-Perché?- risi.

-Perché non ci siamo ancora scambiati il numero.

-A quanto pare non ci serviva. Se no ce lo saremmo scambiati.

-Giusto. Adesso mi servirebbe. – mi disse sorridendo.

-E come mai?

-E se avessi voglia di sentirti?

Gli diedi il mio numero e lui mi diede il suo.

Uscii dall’ospedale ancora più contenta.

Avevamo pensato la stessa cosa, nello stesso momento. Non andava bene come inizio.

Presi la filo ed arrivai a scuola, in tempo per la fine della prima ora.

La prima ad uscire fu la Fede.

-Stavo per chiamare “Chi l’ha visto?”

-Come se fosse una vita che non mi vedi. Sono entrata un’ora in ritardo, che problemi ci sono?

-Il problema fondamentale è che dormi all’ospedale e non è lontano sta vita. E chissà cosa hai fatto in quest’ora tu.

-Mi sono addormentata. Avevo sonno.

-Avevi sonno. E pensi che io ci creda? Con quel figone di Simo in parte non so chi si limiterebbe a dormire.

-Io ho solo dormito. Giuro. – lei rise.

-Simo? – era la voce di Mattia. Merda.- dormi con Simo?

-Ehm…..sì. Ci ho dormito insieme sia stanotte che l’altra notte.-chiara, diretta. Ci era rimasto male.

-Mi hai lasciato per lui?

-No. Non ti ho lasciato per lui, per stare con lui, se è questo che pensi. Ti ho lasciato perché non provavo più le stesse cose che provavo prima, le stesse sensazioni.

-Che invece provi con Simo.- sembrava più un affermazione che una domanda.

-Si.

-Sono felice per te.- se ne tornò in classe ed io pure.

Gli avevo detto la verità e l’avevo ferito, ma si sa a volte la verità fa male. Sinceramente preferisco dire le cose come stanno piuttosto di prendere per il culo una persona. Mi dispiaceva, gli volevo bene, ma gli avevo detto la semplice verità.

Entrammo in classe.

Stavo cazzeggiando allegramente come tutti i giorni, quando la Fede volle sapere che ore erano. Guardai il cellulare due messaggi.

“Mi prenderesti per stupido se ti dicessi che mi manchi già? Mi mancano il tuo sorriso, i tuoi occhi azzurri che mi guardano, il tuo viso che diventa rosso quando sei in imbarazzo, le tue labbra che sento ancora sulle mie, il tuo dito che accarezza il mio viso. Mi manca tutto di te.”

“Ho ancora in testa te che esci dalla stanza con i miei vestiti addosso. Non sai nemmeno quanto stai bene.”

Dio, che tenero.

-Pianeta Terra chiama Ila. Qualcuno mi riceve?- c’era la Fede che sventolava la sua mano davanti alla mia faccia.

-Cosa?- chiesi cadendo dalle nuvole.

-Finalmente. È mezz’ora che ti chiamo. Che è successo?

-Niente.- dissi con un sorrisino da ebete.

-Dimmelo.

-Niente. Giuro.

Gli risposi.

“Siamo due stupidi, allora. Anche tu mi manchi. Tanto. E stamattina non sono tornata indietro per il libro, ma perché volevo il tuo numero. =D”

La Fede prese il cellulare e guardò i messaggi.

-Oddio, che tenero.

-Ridammi il cellulare.

-Mi manca tutto di te.

-Fede, ridammi il cellulare.

-Mi manca tutto di te.

-Senti, piantala.

-Un messaggio.

-No, Fede. Non leggerlo.

-Non dirmi che ci leggiamo già nel pensiero, sarebbe davvero un bel problema e sia chiaro che oggi tu vieni a casa con me. Vengono anche Edo e la Ary. Non ammetto una risposta negativa. =D- stava leggendo tutto il messaggio.- che gli rispondi?

-Non rispondergli.

-Che maleducata che sei.

-Ridammi il cellulare.- glielo presi di mano.

Mi persi nei miei pensieri.

Sentivo ancora le mie labbra a contatto con quelle di Simo. La sua mano sul mio viso.

E solo in quel momento mi venne in mente che non gli avevo mai chiesto come aveva fatto l’incidente. Avevamo quasi sempre parlato di me e mai di lui.

Gli risposi al messaggio.

“Ok, va bene vengo. Stavo pensando che non ti ho mai chiesto come hai fatto a fare l’incidente. Abbiamo quasi sempre parlato di me. Bacio”

“Ero in giro con la macchina di mia mamma, mi sembra che stessi andando a fare la spesa o qualcosa del genere. Uscendo da un incrocio, una macchina è passata con il rosso e mi ha preso in pieno. Sono le uniche cose che mi ricordo dell’incedente e le prime cose che ricordo sono la tua voce ed il viso. Bacio”

“Tu che fai la spesa??? Ahahahah non ti immagino per niente. Ma davvero non ricordi niente di quello che ti ho detto mentre eri in coma??? Bacio”

“Sembra strano, ma anche io faccio la spesa. Più che altro mi ha fatto uscire con la forza mia mamma era un mese più o meno che non uscivo più di casa. No, non ricordo niente, davvero. Cosa mi hai detto?? Bacio.”

“Come mai non uscivi più di casa da un mese??? Forse un giorno te lo dirò. Bacio.”

“E se te lo spiegassi un altro giorno??? E se quel “Forse un giorno” fosse oggi??? Bacio.”

Non sapevo cosa dirgli, cosa rispondergli. Gli avevo detto troppe cose per scriverle in uno squallido messaggio e non erano cose che si potevano scrivere e leggere in un messaggio.

Non gli risposi.

Passai le ore successive a pensare a lui, ad ogni suo minimo particolare.

A ricreazione andai dalla Ary, avevo bisogno di parlare con lei, ma il cellulare mi vibrò. Era Simo.

- Pronto?

- Ciao. Come stai?- mi chiese lui, mi sembrava che stesse sorridendo. Nel  frattempo arrivai nella classe della Ary.

- Bene. Tu??

- Adesso che sento la tua voce, molto meglio.

Mi stavo per sciogliere.

-è successo qualcosa?- gli chiesi io con la voce tremolante.

-Mi fanno uscire adesso. Porto le tue cose a casa, sperando di non dimenticare niente. Ti aspetto a casa mia, Edo verrà a prendere sia te che la Ary e verrete tutti insieme da me. Ok?

-Si, va bene.- mi uscii una voce incrinata. Non so perché, ma stavo per piangere. Non so se è mai capitato anche a qualcun altro, ma me a volte capita di avere dei momenti in cui dovevo sfogarmi o mi veniva un attacco di pianto improvviso. E quello era uno di quei momenti.

-Cos’hai?- Simo sembrava preoccupato.

-Niente.- cercai di fare la voce più normale possibile.

-Non è vero, che successo??- stavo cominciando a piangere a dirotto.

-Niente Simo, devo andare. Ci vediamo dopo.

Gli buttai giù il telefono senza neanche lasciarlo rispondermi.

Mi richiamò appena misi giù, ma non risposi.

Stavo piangendo con la Ary che mi guardava male.

-Che è successo?- mi chiese lei preoccupata da questo mio improvviso pianto.

-Non lo so. S-sai che…che ogni tanto mi capita di avere crisi di pianto. Simo se ne torna a casa. Oggi viene a prenderci Edo e andiamo a casa sua.

-Ed è una buona cosa, no?

-Ho paura.

-E di cosa?

-Che non ci rivedremo mai più. Che adesso che se ne torna a casa, tornerà tutto come prima.

-Ila, stai diventando paranoica lo sai vero?? Piangi per una cosa così? È solo una della tue classiche paranoie, non è niente.

Si, sembravo una pazza sclerotica, lo sapevo. Ma non riuscivo a non piangere. Forse dovevo sfogarmi. Forse avevo solo gli ormoni scombussolati. Forse avevo davvero paura di innamorarmi come mi aveva detto un mese fa Simo. Forse avevo davvero paura di tornare ad amare qualcuno, ad essere insieme  a qualcuno, perché diciamolo dopo un po’ ti abitui a stare da sola e, nonostante tu voglia un ragazzo, avrai sempre e costante la paura di fare qualcosa di sbagliato, di essere fregata di nuovo, che quel ragazzo non sia perfetto. Alla fine noi ragazze cerchiamo davvero il principe azzurro, ma ogni volte rimaniamo deluse. E se fosse solo colpa nostra? Siamo noi che dobbiamo cominciare a renderci conto che il principe azzurro, perfetto, su un cavallo bianco non esiste, perché neanche noi siamo le principesse rinchiuse in una torre perfette. Ci facciamo mille problemi per qualsiasi cosa, quando non dovremmo farceli, è solo nostra la colpa per qualsiasi nostro problema o insicurezza, siamo noi che ce li creiamo e in quel momento me li stavo creando anch’io come ogni volta. Dovevo cominciare a pensarla come mia mamma “l’amore è eterno, finché dura”, come il titolo di un film di Verdone. La differenza sostanziale tra me e mia mamma, era che le aveva quarant’anni e io sedici anni e che un concetto così “duro” non lo avrei mai assimilato almeno finché non avessi compiuti i trent’anni almeno.

Ok, ora dovevo smetterla di piangere, di pensare che adesso non avrei più visto Simo, che non lo avrei più baciato. Dovevo pensare positivo e come doveva andare, sarebbe andata. Se non dovevamo più vederci si vede che doveva essere così. Ormai ero troppo coinvolta per pensare di tirarmi indietro. Ormai tenevo troppo a lui e, cosa molto grave, mi fidavo di lui. Non dicevo di essere innamorata di lui, ma c’ero vicina.

Non potevo piangere prima del tempo, farmi paranoie assurde per cosa? Per qualcosa di cui non era sicuro neanche il tempo? Solo lui mi avrebbe dato delle risposte che neanche lui adesso sapeva.

Smisi di piangere, calmandomi.

Mi sentivo davvero tanto una pazza psicotica, che piangeva senza motivo. La Ary era in parte a me che mi guardava sconcertata.

-Stai bene?

-Volevi chiamare il manicomio vero?

-C’è mancato poco che lo facessi.

-Scusa, non so cosa mi è preso. Mi sento così tanto scombussolata oggi, che tu non ti immagini neanche.

La campanella suonò. Ci salutammo. Tanto ci saremmo riviste di lì a poco meno di 2 ore.

 

 

 

 

 

Ary POV

 

Non riuscivo a capire perché la Ila stesse piangendo prima. Che fosse successo qualcosa con Simo che non mi aveva raccontato?

Non poteva avere avuto una crisi di pianto senza motivo, così perché voleva. Non mi aveva spiegato cosa avesse.

L’avevo lasciata piangere in silenzio perché sapevo che bastavano tutti i pensieri che le vorticavano per la testa a far rumore: faceva sempre così, quando piangeva aveva un sacco di emozioni e di pensieri che le passavano per la testa, era come se quelle lacrime servissero per farle chiarire qualcosa o per farle trovare una soluzione. Dopo avere pianto si sentiva sempre meglio, va be, si è sempre saputo che piangendo ci si sfogava, ma con lei sembrava quasi che sortisse l’effetto di chiarirla, di tranquillizzarla da qualcosa che la preoccupava.

Ripensai a quello che aveva detto la Ila prima di piangere.

Cazzo. Mi accorsi solo in quel momento che sarei andata a casa di Simo. La Ila mi aveva accennato qualcosa, ma non avevo capito molto bene, avevo solo capito che fosse gigantesca.

Le due ore successive passarono con mille pensieri per la testa, ma quando meno me lo aspettai, suonò la campanella.

Misi via la roba ed uscii.

Edo e la Ila erano giù lì che mi aspettavano.

- Ciao piccola.- mi disse Edo venendomi incontro, prendendomi per la vita e baciandomi. Ero quasi del tutto abituata a lui, all’effetto che mi faceva quando ci baciavamo, ma in quel momento cominciai a perdere il controllo. Infatti ho detto “quasi del tutto abituata”, ma quel “quasi del tutto abituata” corrispondeva ad un scarso 5%.

Non mi sarei mai abituata a lui, alle sue labbra sulle mie, alla sua lingua che si accarezzava e giocava con la mia, al suo respiro nella mia bocca. Di mala voglia mi staccai da lui ricordandomi che fossimo a scuola.

-Senti, ma mi spieghi cosa avevi prima?- chiesi alla Ila. Volevo togliermi quella curiosità.

-Te lo spiegherò quando saremo sole.

-Fai come se io non ci fossi.- le disse Edo.

-Mi sono venute in mente, una di quelle mie paranoie che mi vengono ogni tanto, niente di che. Poi ci ho riflettuto su e mi sono calmata.

Eravamo arrivate alla macchina. Simo aveva ancora prestato la macchina ad Edo, va be, più che Simo sua mamma, siccome lui non poteva temporaneamente usarla.

Salimmo in macchina e ci dirigemmo verso una meta a me sconosciuta.

-Adesso che mi viene in mente- dissi io, ricordandomi di una cosa- che fine hai fatto stamattina? Ti ho aspettato dieci minuti in fermata, ti ho fatto anche uno squillo, ma non sei arrivata.- mi girai e guardai la Ila che inizialmente sbiancò.

-Mi sono addormentata.- disse arrossendo.

-E perché arrossiresti se ti fossi addormentata???- non so perché, ma mi girai a guardare fuori dal parabrezza e….mi bloccai.

Eravamo davanti ad un cancello che si aprì quando Edo suonò al campanello.

Percorremmo un viale circondato da un giardino enorme, con un sacco di alberi e fiori da tutte le parti.

Mi trovai davanti una villa, si perché era una villa non una casa.

Edo parcheggiò davanti la macchina.

Arrivò la Bea ad aprirci la porta.

Ci salutò ad uno ad uno dandoci un bacio su una guancia.

Entrammo in casa e….be… era favolosa anche all’interno: arredata con stile e gusto, mi piaceva. Venne interrotta dai miei pensieri dalla Bea.

-Ragazzi, andate un cucina che c’è da mangiare: pizza per tutti. Ho optato per una margherita, quella piace a tutti.

-Pizzaaaaaaaaaaaaaaaaa.- io e la Ila pensammo e dicemmo la stessa cosa. Non avremmo mai detto di no ad una pizza, di qualsiasi gusto fosse.

Entrammo in cucina passando per l’enorme soggiorno.

Proprio davanti all’entrata della cucina c’era una porta finestra.

Vidi Simo su una sedia a rotelle fuori vicino alla piscina.

-Guarda  una quadrupede. – disse Edo uscendo dalla porta finestra.

-Non ho quattro gambe, scemo. Sono solo su una sedia a rotelle e non per sempre, ricordatelo.- gli rispose guardandolo male.

Io e la Ila li avevamo raggiunti.

Mi persi a guardare la visuale che c’era in quel giardino. Era bellissimo, pieno di alberi. Era tutto molto tranquillo, mi ero innamorata perdutamente di quel posto, di quella casa.

Simo si girò, vide la Ila e fece un sorriso di 52 denti.

Lei era persa a guardare qualcosa tra gli alberi, forse neanche lei, quando era venuta qua, aveva avuto la possibilità di guardarlo bene.

Penso che si sentì osservata perché poco dopo si girò e guardò Simo.

Arrossii e sorrise. Cos’era successo tra quei due?

-Prego, ragazzi. Venite a tavola.

La Ila fu la prima ad entrare seguita da me e poi da Edo che portava Simo sulla sedia a rotelle.

-Prego, sedetevi dove volete.

Ci sedemmo ai lati del tavolo: io vicino ad Edo e la Ila vicino a Simo. Eravamo una davanti all’altra.

Ad un certo punto vidi la Ila, irrigidirsi e guardare malissimo Simo, lui si mise a ridere.

-Ma piantala, cazzo Simo.

Lui per risposta continuava a ridere.

-Che palle, smettila.

-Ci spiegate che succede?- domandò Edo rubandomi le parole di bocca.

-Niente.- disse continuando a ridere Simo, guardando la Ila e cominciando a mangiare.

Mangiammo parlando del più e del meno, quando ad un certo punto…

-Senti, Simo posso chiederti una cosa?- gli chiesi.

-Certo dimmi.

-Cos’è successo stamattina?

-In che senso?- mi chiese lui un po’ perplesso.

-Be, la Ila stamattina mi ha dato “buca” e volevo sapere come mai. È successo qualcosa?

Lui guardò la Ila.

-Si sarà addormentata.

-E tu non l’hai svegliata?

-Non lo sai che la tua amica qui, ha il sonno pesante?- rise, la Ila gli tirò una gomitata.

-Ahia. – disse lui, piegandosi.

Lei lo guardò.

-Scusa, davvero. Me n’ero dimenticata. – disse tirandogli su la maglietta. – oh cazzo.

-Tranquilla non è niente.

-Non è niente. scherzi? Scusa davvero.- si guardarono negli occhi, ma vidi che poco dopo la Ila distolse lo sguardo. E che cazzo, non si erano ancora baciati quei due?

Lei gli tirò giù la maglietta e tornò a posto.

Continuammo a mangiare in silenzio.

-Questo silenzio mi fa davvero pena, ragazzi. Che succede?- era la Bea che era entrata in cucina.

-Niente.- dicemmo quasi tutti e quattro in coro.

-Se lo dite voi.

Finimmo di mangiare.

-Potremmo fare un idromassaggio io e la Ary? Magari mentre tu ed Edo giocate alla play magari.- disse la Ila a Simo

-Si, ma dovresti aiutare Edo a portarmi su.- lui le sorrise.

La Ila aiutò Edo a portare su Simo ed io dovevo portare la carrozzella.

Arrivammo fino in fondo al corridoio ed entrammo proprio nell’ultima camera.

-Io non è che ho molta voglia di fare l’idromassaggio.- dissi io alla Ila.

-Non ti fa niente se ti lascio da sola con loro? Ne ho bisogno.- mi rispose lei.

-No, tranquilla fai pure.

Andò in bagno. Sentii che l’acqua cominciò a scorrere.

Simo ed Edo cominciarono a giocare alla play sdraiati sul letto, con la schiena appoggiata alla testa del letto. Io mi misi sdraiata a pancia in giù a guardare loro che giocavano.

Passai l’ora successiva a sentire Edo e Simo che dicevano  parolacce a tutto spiano. La Ila non tornava più.

Andai alla porta del bagno.

-Ila, ti senti bene?

-Mai stata meglio.- sentii un voce leggera che rispose, non sembrava nemmeno lei.

-Senti piccola che ne dici di andare a fare un giro nel giardino?- mi chiese Edo.

-Va bene, andiamo.

Uscimmo dalla camera, lasciando Simo giocare da solo.

Scendemmo le scale e uscimmo dalla porta finestra.

-Stavo pensando una cosa- gli dissi ad un certo punto.

-Dimmi.- eravamo mano nella mano che cominciammo a percorrere quel giardino che sembrava immenso.

-Vorrei farti conoscere mio papà. – lo sentii irrigidirsi in parte a me.

-E come mai hai cambiato idea?

-Perché penso che sia giusto che ti conosca. Cioè, insomma, penso che non sia una storiellina qualunque. Vorrei che anche lui ti conoscesse. Non penso che potrebbe pensare male di te, ma non si sa mai. Però mi sembra giusto che lo conosci e che ti conosca. Non voglio continuare a fare le cose di nascosto da lui, vorrei anche che qualche volte mi venissi a prendere per uscire o mi portassi a casa, ma finché lui non lo sai queste cose non sono possibili.

-Hai ragione, anche io vorrei conoscerlo.

-Stavo pensando di andare a pranzare un giorno e di fartelo conoscere.

-Ok, va bene. Dimmi solo quand’è che poi io ci sarò.- mi sorrise.

-Ok.

Decidemmo di tornare in camera di Simo con lui. Io volevo anche vedere se la Ila fosse uscita dal quel benedetto idromassaggio.

Salimmo le scale, percorremmo il corridoio. La porta era aperta.

Mi sembrava di sentire sia Simo che la Ila che parlavano.

Entrammo e ce li ritrovammo che si baciavano.

Lei era in accappatoio a cavalcioni sopra di lui, lui era nella stessa posizione in cui era prima.

-E finalmente ce l’hanno fatta i nostri due eroi. – disse Edo entrando e mettendosi sul letto.

La Ila era diventata rossa, Simo l’aveva seguita.

-Ma è possibile che oggi arrivino tutti nel momento sbagliato?- chiese Simo rivolto alla Ila ancora a cavalcioni su di lui.

-A quanto pare si.- disse lei facendo una piccola risata.

-Perché tutti?- chiesi io.

-Stamattina mia mamma è arrivati in ospedale proprio mentre ci stavamo baciando.- risero sia lui che la Ila.

-Ecco, perché eri in ritardo. – dissi io.

-Se devo dirtela tutta sono entrata un’ora dopo.- mi disse lei sorridendo.

-Oddio, non ditemi che…….l’avete già fatto.

La Ila mi tirò un cuscino in piena faccia.

-Per chi mi hai preso? Per una che così, gliela da.

-No, assolutamente.

-Siamo solo voluti rimanere un po’ insieme. Tutto qui.- scese da Simo e se ne andò in bagno a rivestirsi immaginavo.

Edo e Simo ricominciarono a giocare alla play, io andai in bagno con la Ila. Entrando chiusi la porta.

-E quando avevi intenzione di dirmelo?

-Di cosa?

-Non fare la finta tonta Ila. Ti prego. Mi fai solo girare di più i coglioni.

-Prima o poi lo avresti saputo. E poi oggi non ci siamo viste molto da sole e….

-Non inventare scuse. Io te l’ho detto subito.

La Ila uscì in mutande e reggiseno dal bagno, ero scioccata che uscisse.

-Senti, mi sono dimenticata va bene?

Io la segui fino a fuori la porta e poi la seguii con lo sguardo.

Simo smise di giocare alla play, Edo cominciò a ridere per l’espressione di Simo.

Solo in quel momento notai che la borsa con le cose della Ila era appoggiata per terra contro il muro vicino all’entrata.

Si piegò e ne tirò fuori un paio di jeans, una magliettina e una felpa.

-Ti sei dimenticata di una cosa così?

-Si. Ok. Sono stata un po’ presa a pensare ad altro, va bene?- stava ancora frugando nella borsa.

-E a cosa?

-Niente.

-Ila.

-Niente davvero.

Simo la stava fissando. Edo rideva. La Ila sembrava non farci nemmeno caso.

Si alzò con le cose in mano ed era rossa.

-Ila, dimmi a cosa pensavi.

-Te lo dico dopo.

In quel momento si accorse di Edo che rideva.

-Perché ridi?

Edo rispose con un cenno del capo verso Simo.

In quel momento diventò ancora più rossa ricordandosi che fosse in mutande e reggiseno.

Corse in bagno, io entrai e chiusi la porta.

-A cosa stavi pensando?

-Ma dai, le solite cose a cui penso, fantasie, discorsi, solite cose. E poi dammi ragione che non siamo state tanto sole oggi.

-Be, si quello è vero.

-Quindi è inutile che ti arrabbi perché non te l’ho detto.

Si stava vestendo.

-Ma ti sei fatta anche una doccia?

-Ecco, perché ci hai messo tanto.

-Ma va.

Uscimmo dal bagno. I ragazzi stavano ancora giocando alla Play, giocavano a Tekken, un gioco che sapevo che la Ila adorava.

-Posso giocarci anch’io?- chiese la Ila.

Edo e Simo si guardarono e risero.

-Che c’è da ridere?

-Vorresti fare la sfida con uno di noi due?- le chiese Simo ancora ridendo.

-Si, certo.

-Hai mai giocato?

-Un paio di volte.- un paio?Ma se giocava quasi ogni giorno. La lasciai fare e stetti zitta.

-Dai, vieni fai la sfida con me. – le disse facendole segno di andare vicino a lui. Edo fece segno di andare là con lui. Aveva appena passato il joystick alla Ila.

Io andai da Edo che mi fece sedere in parte a lui e mi abbracciò. Era la prima volta che ci abbracciavamo, diciamo, seduti. Be, non che non mi fece piacere anzi, ma solo a stare abbracciata a lui, mille scariche elettriche avevano percorso il mio corpo.

-Mi raccomando gioca come giochi di solito, non voglio che giochi male perché giochi con una donna. – disse la Ila a Simo.

-Sicura?- gli chiese lui guardandola – io stavo già cercando il modo di diventare scarso.

-No, davvero. Voglio che giochi come sai fare, senza risparmiarti.

-Ok, va bene. Ma l’hai voluto tu.

-Tranquillo.- io mi stavo per mettere a ridere. Cosa sarebbe successo?L’avevo vista giocare ed era un mostro.

-Sei pronta?

-Prontissima.

Iniziarono a giocare. Pochi minuti dopo, Simo era KO.

-Ok, il prossimo round faccio sul serio.

Iniziò il round e pochi minuti dopo Simo era di nuovo KO.

Edo cominciò a ridere facendomi saltellare anche a me.

-Rivincita.- disse Simo rivolto alla Ila. Lei non si era mossa di un centimetro e non aveva parlato.

Scelsero gli stessi personaggi, ma vinse sempre la Ila.

-Ok, stavolta gioco davvero bene lo giuro.

Niente, anche stavolta vinse la Ila.

Edo si stava sbogiando, non ce la faceva più da quanto rideva.

-Simo, ma non lo capisci che stai giocando come al solito? Arrenditi all’evidenza che lei è più forte di te.

-Mai e poi mai. Ancora.

Continuarono a giocare per circa un oretta, ogni tanto la Ila faceva vincere qualche round a Simo, per dargli false speranze, ma poi vinceva sempre lei.

-Adesso lo vuoi ammettere?- gli chiese Edo.

-No. Ancora.

-L’orgoglio brutta bestia. – disse la Ila.

Ecco, avevamo toccato l’orgoglio. Brutto segno.

Edo mi guardò. Sapeva anche lui che lei odiavo le persone orgogliose.

-Cosaaaaaaaaaa?- urlò Simo.

-L’orgoglio è una brutta bestia.

-Io non sono orgoglioso.

La Ila scoppiò a ridere.

-Si, come no. E io dovrei crederti?

-Fai senza credermi.

-Dio, quanto odio le persone orgogliose.- disse a bassa voce la Ila.

Simo si girò di scatto.

-Cos’hai detto?- le disse lui quasi ringhiando.

-Dio, quanto odio le persone orgogliose.

-Quindi mi odi.

-In questo momento sì.

-Solo perché sono orgoglioso?

-Aaaaaaaaaaaaaa. Vedi che lo ammetti, adesso? Si, perché sei orgoglioso. Odio le persone orgogliose. Le odio profondamente.

-Simo, ti conviene smetterla. Potreste andare avanti per ore a discutere.- gli dissi io.

-Ma cosa me ne frega di discutere. Non riesco a capire cosa abbia contro gli orgogliosi.- mi rispose lui.

-Le considero persone senza palle, che non sono capaci di fare quello che gli dice il cuore solo perché c’è di mezzo quel fottutissimo orgoglio che li blocca. L’orgoglio cambia ogni cosa, altera gli atteggiamenti, gli istinti, il modo di pensare, perché tutte le volte che pensi di fare o dire qualcosa, ci si mette di mezzo e ti blocca. E non dire che non ho ragione.- gli rispose lei

Lui non le rispose subito.

-No, non hai ragione.

Lei rise.

-Vedi, mi hai dato una risposta pensata con l’orgoglio. Se non fossi stato orgoglioso mi avresti dato ragione e basta. Siccome ce l’ho.

-Guarda, Simo che ha davvero ragione. – gli disse Edo.

Ci pensò su.

-Ok, va bene. Hai ragione, sono un orgoglioso, faccio parlare l’orgoglio invece del cuore o della testa. Sei felice???

-E….- lo incitò a parlare.

-Giochi meglio di me.

-Scusa non ho capito bene.-gli disse lei.

-Cosa?- gli chiese lui non capendo il senso di quella sua affermazione.

-Tutto. Non ho capito tutto.

La tattica di far ripetere le cose che avevi appena detto e che lei ovviamente aveva capito. Lo faceva anche con me e puntualmente ci cascavo sempre.

-Sono orgoglioso e giochi meglio di me.

Lei sorrise.

-Ne vuoi fare un’altra di partita?

-No, grazie. Mi basta così per oggi. Ma non avevi detto di non aver mai giocato?

Io e lei cominciammo a ridere.

-Ma se gioca quasi tutti i giorni.- gli risposi io.

-Mi hai imbrogliato.- si girò di scatto a fulminarla con lo sguardo, ma quando la vide ridere come una scema, quello sguardo scomparve, lasciando spazio ad uno sguardo dolce e comprensivo.

-Si, leggermente.

All’improvviso guardai l’orologio. Erano le sei. Di già? Era già passato tutto quel tempo.

-Scusate se disturbo, ma io dovrei tornare a casa.- dissi rivolta a tutti.

-Di già?- mi disse la Ila, facendo scomparire il suo sorriso sulle labbra.

-Sono le sei. Tesoro. – le risposi io.

-Ah.

-Va be, ti porto a casa. – mi disse Edo.

-Mi porteresti a casa anche a me?- gli chiese la Ila.

-Ce…..

-Ti porterà a casa, mia mamma più tardi.- rispose Simo alla Ila.

-Perché disturbare tua mamma, quando c’è Edo che va da quella parte.

-Perché voglio che stai qua con me.

-E se non volessi?

Simo rimase scioccato da questa frase.

La Ila scese dal letto.

Io ed Edo decidemmo di scendere in salotto.

Edo andò a prendere la sua macchina, non so dove perché arrivando non l’avevo vista.

Pochi minuti dopo vidi scendere la Ila.

-Digli ad Edo grazie per il passaggio, ma mi faccio accompagnare più tardi dalla Bea.

-Ok. Ci sentiamo domani. – le dissi dandole un bacio sulla guancia.

-Salutami Edo e vi saluta anche Simo.

-Ok, va bene.

Scomparve pochi minuti dopo su per le scale.

Uscii nel cortile e mi trovai davanti l’Audi TT nera di Edo.

Scese dalla macchina.

-La Ila si fa accompagnare più tardi.

-Ok, va bene. Andiamo allora.

Salimmo in macchina.

Mise in moto e uscimmo dal cancello di quella bellissima villa.

Per la strada cominciammo a parlare.

-Finalmente quei due si sono dati una mossa.

-Infatti, finalmente. Non so che cosa stessero aspettando, che qualcuno gli inviasse un invito scritto?

Edo rise. Sentire la sua risata, in quel abitacolo semi buio, mi fece salire una scarica elettrica su per la schiena.

-Non mi hai mai parlato di tuo fratello.

-Davvero? Pensavo di averlo fatto.

-No, mi hai solo detto di averne uno, ma nient’altro.

-Be, è più grande di me, ha 25 anni e si chiama Davide. Lavora come concessionario. Non abita a Brescia, abita verso Verona, dice di vendere di più. Ha la fidanzata da 4 anni, più o meno, sinceramente non ne sono nemmeno sicuro. Ci vediamo pochissimo e ci sentiamo quasi ogni giorno anche per sapere come stiamo. Quando abitava ancora con noi, usciamo io, lui e Simo insieme, eravamo inseparabili, diciamo che siamo cresciuti come 3 fratelli, anziché due. Penso che lo senta più Simo di me. Simo sa certe cose che io non so e ovviamente le scopro da lui.

-Come si chiama la sua ragazza?

-Camilla.

-Quanti anni ha?

-24 anni.

-E che tipo era tuo fratello prima che avesse la ragazza?Come te o come Simo?

-Se ti dico come Simo, mi credi? Si è messo a posto la testa conoscendo Camilla, se no prima era come Simo, forse anche peggio.

-La pecora nera di famiglia insomma.

-Più o meno. Non pensare che io non abbia mai fatto niente e che sia un santo.

-Non l’ho mai pensato. Non ti vedo come un Dio in terra, Edo.

Rise.

-Lo spero. Non sono perfetto e lo so pure io.

-Be, che non sei perfetto non ci sono dubbi. – risi.

-Cosa vorresti dire con questo??

-Che tutti abbiamo difetti e anche tu ne hai, come è normale.

-Vero.

Senza che nemmeno me ne accorgessi, ero davanti a casa mia.

-Siamo arrivati. – mi disse guardandomi dolcemente.

-Peccato. – gli sorrisi.

Lentamente ci avvicinammo, mi prese il viso tra le mani e ci baciammo.

-Passa una buona serata.- mi disse ancora a contatto con le mie labbra. Il suo fiato mi solleticò in bocca.

Lo baciai ancora.

-Anche tu. – dissi scendendo dalla macchina.

Andai in casa, felice come una Pasqua. Mio papà non era ancora arrivato. Mia mamma mi accolse con un sorrisone a 32 denti.

-Ho una notiziona da darti e un idea da esporti.

-Dimmi la notiziona prima.- mi rispose mia mamma.

-La Ila e Simo si sono baciati.

-Finalmente. Ci voleva così tanto?

-A quanto pare sì.

-E che idea avresti in mente?

-Vorrei fare conoscere Edo al papà

Mia mamma in quel momento stava bevendo. Sputò tutta l’acqua sul tavolo.

-Cosa? E come mai?

-Perché non è una storiella, è qualcosa d’importante. E sono stufa di fare le cose di nascosto. Voglio che lo conosca, che ci parli insieme. Voglio che mi venga a prendere o portarmi a casa senza che abbia paura che lo veda papà. Voglio uscire con lui il sabato pomeriggio o la sera o la domenica.

-Hai ragione, tesoro. E quando vorresti farglielo conoscere??’

-Devo ancora vedere. Mi è venuto in mente un’altra cosa. Devo parlarne con Ila però.

-Ok. Basta che mi fai sapere.

-Certo.

Avevo pensato di fare una cosa in grande: far venire anche la mamma della Ila e farle conoscere Simo, cioè quando fosse guarito ovviamente. No, forse era una cattiva idea, ma no alla fine avrebbe aiutato la presenza della mamma della Ila, di lei e di Simo, avrebbero allentato la tensione che avrebbe sicuramente creato mio papà. Ne avrei parlato il giorno dopo o la sera stessa con la Ila, ma avevo come l’impressione che quella sera non sarebbe tornata a casa a dormire.

Passai il resto della serata a guardare un film con i miei, che si addormentarono poco dopo.

Alle 22 cominciavo ad avere sonno ed andai a dormire.

Sdraiata nel letto, ripercorsi mentalmente tutti gli attimi di quella giornata, soffermandomi sull’ultimo bacio avuto con Edo.

Mi addormentai così con un sorrisino ebete sulle labbra, abbandonandomi nel mio letto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutte. Come state? Allora, che dire di questo capitolo. Finalmente la Ila e Simo si baciano *.* Che tenerezza *.* Quanto amo quei due? Ma soprattutto quanto amo Simo? Ok, lo ammetto. La prima ad essere innamorata di SImo sono io=) Eccome, se son innamorata di lui *.* Poi, vado avanti. Be, la piccola paura della Ila è lecita, almeno per me. è normale che abbia paura di perderlo, adesso che si è resa effetivamente conto di quanto lei ci tenga a lui. Voi che ne pensate? Poi il capitolo dal punto di vista della Ary. Be, lei non sa niente di loro due, quindi mi sembrava giusto farlo vedere da una persona esterna =) E poi era un pò che non parlavo di lei ed Edo. Ci mancavano, almeno a me mancavano un pò. Non so a voi. =) Anche se il prossimo capitolo è completamente Ila POV, lei è rimasta a casa di SImo, no? Dovrà raccontare cosa succede =)

Si, lo so. Vi starete chiedendo come mai sto postando dato che avevo detto che avrei postato una volta a settimana. Vi rispondo subito, ho visto che avete letto e recensito tutte e quindi ho pensato di postare =) Spero che ne siate felici. =)

Voglio ringraziare le persone che hanno aggiunto la storia alle seguite, preferite, ricordate e a chi mi ha inserito come autori preferito =) Davvero grazie ragazze. =)

Passo a rispondere alle vostre recensioni:

Lua93: Dopo aver recensito la tua storia, eccomi qua a postare la mia, dato che rompevi -.- Però ti ho accontentato. =) Oddio, la canzone di Ligabue-Un colpo all'anima è stra bella. Davvero. Oddio, rischio di ucciderti, ma stai scherzando? Be, chissà come sarai andata in combustione in questo capitolo, ma hai mai pensato che un giorno lo faranno per la prima volta? Cioè tu cosa farai in quel capitolo? Morirai? Andrai in autocombustione? Ahahahah vorrei davvero poterti vedere =) Hai ragione. davvero. A volte desideriamo davvero tanto una cosa che quando la otteniamo non ci frega più niente e pi ti senti una stupida per aver desiderato quella cosa talmente tanto da non esserti resa conto che magari in realtà non la volevi. =) Si, lo so è un pensiero molto contorto =) Si, effetivamente Mattia l'ha presa davvero bene, ma, da come hai potuto leggere in questo capitolo, non l'ha presa molto bene. Come c'era da aspettarsi, pensa che lei lo abbia mollato per Simo e diciamo che in un certo senso è così, ma nell'altro la Ila l'ha lasciato soprattutto per se stessa, ma anche per fare un piacere a Mattia. Di poter pensare ad un'altra ragazza. =) E ti assicuro che dopo un pò si consolerà =) -.- No, Simo non ti adotta, ho meglio la famiglia di Simo non ti adotta, soprattutto se dici che vorresti avere rapporti poco professionali. -.- Altro che una fortuna incredibile, hanno un culo della madonna ahahah magari ce l'avessimo noi, geme =) Beatrice vuole solo che lei le parli insieme, per darle dei consigli, ma tranquilla, non gliele riferirebbe mai a Simo. Mai. Quindi tranquilla =) E poi ti ricordo che la Ila e Simo hanno già parlato delle loro storie quindi =) non ci sono problemi. ahahaha un neurone inge di essre morto perchè non ha voglai di lavorare, così a qeullo vivo toccafare il doppio turno. -.- stronzo -.- Penso che il rapporto con le mamme a questa età sia uguale per tutte. =) Si, tranquillizzati. Siamo tutte sulla stessa barca per il rapporto con le mamme =) oddio, avresti diurbato  la Ila e Simo ahahaha esagerata. Oddio, non epnso di essere così brava. Te lo continuo a ripetere. Be, penso che un rapporto come quello della Ila e di Simo sarebbe il massimo, non è monotono, anzi ci si diverte. =) Sorvolo quello che hai scritto sulle mie storie. Lo sorvolo volontariamente =) Adesso voglio vedere cosa scriverai nella mia recensione. Spero di prendermi il mio punticino =) e di vincere =) Non annuisco perchè non sono bravissima e smettila di dirlo -.- anche se mi fai arrossire. Allora? Come ti è sembrato il capitolo? Ci sentiamo stasera, geme. Un bacione. ti voglio bene^^

jimmina: io? tutto bene, grazie e tu? Spero che non avrai ancora probelmi di cuore =) Tranquilla per la recensione, sono contenta che abbia recensito lo stesso nonostante avessi problemi amorosi =) Mi dispiace che andrai in vacanza tutto il mese d'agosto e che così non potrai leggere la mia storia =( mi dispiacerà non leggere le tue recensioni. Però divertiti in vacanza, goditi il posto dove vai anceh per me che non vado in vacanza =)Spero che questo pcaitolo ti sia piaciuto=) Un bacione alla prossima ^^

Miley90: non ti preoccupare per non aver recensito, fa niente =) Be, si Simo torna a casa troppo presto, ma con la Ila passerà altro tempo non ti preoccupare =) Spero che ti sei divertita in piscina he questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione alla prossiima ^^

effe_95 No, Mattia non farà niente di strano tranquilla =) Noooooooo, anche tu vai in vacanza? Ma tutte che mi abbandonano? eh va. Spero solo che non resterai tanto via. =) e spero che ti perderai solo pochi capitoli. Mi dispiacerà non leggere le tue recensioni. =( Però me ne farò na ragione. Divertiti e fatti un tuffo anche per me =) Un bacione.- Alla prossima ^^

CrisAngels: Ciao. Oddio, ma stai ancora studiando?Che scuola fai? Devo dedurre che vai all'università se non hai ancora finito di studiare. =) Comunque tranquilla, lo studio è più importante della mia storia. =) Grazie per i complimentio =) Spero che riuscirai a leggere questo capitolo e che ti sia piaciuto. Un bacione. Alla prossima ^^

Cate1994: Come tra una vacanza e l'altra? Ma quante vacanze fai? Beata te, io non vado da nessun aparte. =( Però sono felice che recensisci i capitoli =) Si, finalmente la Ila ha mollato il broccolo e be in questo capitolo c'è il primo bacio della Ial e di Simo *.* che tenerezza =) Grazie. Spero di aver postato abbastanza presto e spero di leggere una tua recensione =) Un bacione. alla prossiima^^

FUNNi: Ciao cara! Tranquilla, fa niente non ti preoccupare se hai perso un capitolo =) Si, questi capitoli sono decisamente molto lunghi, ma tra poco diminuiranno tranquilla. Mi rendo conto che siano pesanti da leggere =) Si, Simo sta diventando dolcissimo ed è tutto merito della Ila =) La storia dell'infermiera purtroppo dura poco =) è già finita =( Spero di legger una tua recensione e che la storia ti sia piaciuta. Un bacione. alla prossima ^^

lisasepe9: Si, simo è carinissimo =) è patatoso *.* Non ti preoccupare siamo in due a volere un ragazzo come simo =( ma purtroppo di ragazzi come lui ne esistono pochi a quanto pare =( Be, per mettersi insieme basta un bacio no? infatti eccoti il bacio =)Spero di aver postato abbastanza presto. Un bacione alla prossima ^^

ColeiCheAmaEdward: Lo sapevi benissimo che il capitolo era lungo -.- io ti avevo letto di leggerlo su word -.- Ahahahah si li conosci bene tutti e due =) oh, ma non fare troppi spoiler -.- sono ricchi, molto ricchi ed a noi ci piace, anche se diciamolo non siamo fissate solo per quello . cioè non guardi un ragazzo solo perchè è ricco =) giusto??Strano è che la Ila ci metta tanto? Non ti sembra qualcuno ? Ok, uccidimo per questo non bacio, ma per il bacio di questo capitolo ??? eheh non puoi uccidermi =) Si, qeul bellissimo cagnolino lo chiamo Spioke, il primo nome ch emi è venuto in mente =) Grazie e be, anche questo capitolo è davvero lungo =) Ci sentiamo tra un nano secondo =)

Alloram, ragazze per ultima cosa vi ricordo lo spoiler nel blog =) http://cherrybombswonderland.blogspot.com/

Alla prossima ragazze ^^

   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: CherryBomb_