Eccomi qua, con il terzo capitolo di questa FF! Davvero, mi stupisco di quanto stia andando spedita! Ho già scritto tre capitoli più il prologo…e ho i riassunti di altri 5 capitoli! Sono proprio una drogata di Harry Potter xD E ne sono fiera u.u
Il titolo di questo capitolo è
“Father and Son”, come potete leggere…e come potete intuire i protagonisti sono
Alistair e Severus.
Spero vi piaccia : ) E se avete
voglia di farmi sapere che ne pensate, se vi è piaciuta o meno, lasciate pure
qualche commentino : )
Buona lettura!
Chapter III:
Father and Son
"By profession,
I am a soldier
and take pride in that fact.
But I am prouder,
infinitely prouder,
to be a father."
-
General Douglas
MacArthur –
Severus era seduto alla sua scrivania, il viso
concentrato, gli occhi che si muovevano frenetici, intenti a leggere “La
Gazzetta del Profeta” che, da quando era iniziata l’estate, continuava a
denigrare Silente e a negare il ritorno del Signore Oscuro. Era incredibile
quanto potesse essere stupido il Primo Ministro! Negava l’evidenza forse per
paura, forse per incoscienza o per evitare problemi. Quanto avrebbe voluto
andare da lui e mostrargli il Marchio Nero, fargli capire che Lui era tornato e
non avrebbe avuto pietà di nessuno! Ma non poteva, era l’unico dell’Ordine
della Fenice ad essere in grado di stare accanto al Signore Oscuro senza
destare sospetti nei Mangiamorte. Sollevò un attimo lo sguardo dal giornale e
lanciò un’occhiata al figlio, sospirò senza farsi sentire e tornò a leggere.
Sdraiato su un divanetto che aveva evocato appena
arrivato, Alistair studiava Difesa Contro le Arti Oscure, le gambe accavallate,
i piedi incrociati che si muovevano febbrilmente come a tenere il tempo di una
canzone che solo lui poteva sentire, un braccio che stringeva il cuscino sotto
la sua testa. La borsa con i suoi libri giaceva a terra, abbandonata ed aperta,
insieme alle scarpe. Smise di leggere, si morse il labbro e si decise ad
appoggiare il libro sul petto. Attese qualche istante, come se stesse cercando
il coraggio di parlare.
“Papà?” Chiamò cautamente il padre, come un bambino
piccolo che deve fare una domanda delicata.
Severus smise di leggere, abbassò il giornale e
guardò il figlio: ogni volta che si sentiva chiamare papà con quel tono il suo
cuore scoppiava d’orgoglio e d’amore.
“Dimmi, Alistair.”
“Ecco…io…sì, insomma…” Iniziò balbettando. “Volevo
chiederti una cosa sulla mamma.” Concluse timidamente, guardando la copertina
del libro.
“Cosa vuoi sapere?” Chiese l’uomo, stringendo forte
il giornale, cercando di celare il dolore che provava nel parlare di lei.
Il ragazzo si voltò verso di lui e lo guardò con
quei suoi occhi verde smeraldo.
“Ecco, mi chiedevo se a mamma piaceva Storia.” Fece
spallucce. “So che a te non piace tanto, quindi mi chiedevo se avessi ereditato
da lei questa passione.”
Guardò il figlio negli occhi e subito la rivide
davanti a lui. Sospirò e rialzò il giornale.
“Non era la sua materia preferita, ma certo non la
odiava.” Rispose con la sua voce profonda.
Alistair lo osservò e vide il dolore nei suoi occhi
e nei suoi gesti. Gli faceva male parlare di sua madre, ma aveva bisogno di
sapere. Non l’aveva mai vista, non conservava alcun ricordo, gli aveva
semplicemente detto che era morta poco dopo la sua nascita, che si chiamava
Lily e che aveva i suoi occhi.
“Papà?”
“Sì?”
“Qual’era la sua materia preferita?” Domandò
incrociando le braccia sotto il cuscino.
“Pozioni.” Sul volto di Severus apparve un sorriso.
“Era la migliore del nostro anno, indubbiamente.”
“Era brava quanto te?” Era avido di sapere.
“Eravamo allo stesso livello.” Girò pagina.
“Chi di voi ha scelto il mio nome?” Chiese
impulsivamente.
Severus chiuse gli occhi e per un istante venne
sopraffatto dai ricordi. Scosse il capo.
“Tua madre...” Si schiarì la voce. “Tua madre
voleva un nome importante per suo figlio. Inizialmente pensava a Richard, ma
poi disse che era un nome troppo comune. Pensò anche a Robin, eroe di una delle
sue favole preferite da bambina, poi però lesse Alistair da qualche parte ed
andò subito a cercarne il significato.” Sorrise. “Sai qual è il significato del
tuo nome?”
Il ragazzo scosse il capo, rapito dal racconto.
“Ha origini greche e significa < difensore degli
uomini >.” Tamburellò contro la scrivania. “Diceva che era un nome perfetto,
era sicura che avresti fatto qualcosa di grande, che saresti diventato
importante.”
Alistair si sdraiò a pancia in su e guardò il
soffitto: sua madre era sicura che avrebbe fatto qualcosa di importante.
Incrociò le dita dietro la nuca e sorrise felice, poi scattò a sedere.
“Papà!” Esclamò.
“Sì?”
“Prima, hai detto una cosa.” Corrugò la fronte
mentre ricordava le parole del padre.
“Ho detto tante cose, Alistair.” Gli ricordò.
“Hai detto che mamma mi voleva chiamare Robin, come
l’eroe di una delle sue favole preferite, giusto?”
Severus annuì impercettibilmente, senza lasciar
trasparire alcuna emozione, intuendo dove volesse arrivare.
“Però quando ero piccolo non mi hai mai raccontato
di storie con protagonista un certo Robin e quelle che mi hai raccontato tu
sono le tipiche storie di noi maghi.” Continuò.
L’uomo annuì nuovamente, orgoglioso
dell’intelligenza del figlio, ma allo stesso tempo combattuto: non aveva mai
detto al figlio che Lily era di origini babbane, l’aveva fatto su consiglio di
Silente, per evitare sospetti e far credere a tutti che Alistair fosse un
Purosangue.
“Quindi, questo Robin è protagonista di racconti
babbani, giusto?”
Severus non rispose, si limitò a voltare pagina del
giornale.
“Se è così, sono di origini babbane, giusto?”
Incalzò.
L’uomo non disse nulla, strinse semplicemente il
giornale.
“Papà, mamma aveva origini babbane?”
“No.” Mentì. “Tua madre non aveva origini babbane.”
“Oh…” Alistair sembrò quasi deluso e si rimise
sdraiato.
Calò il silenzio tra i due ed il ragazzo riprese a
studiare. Passarono i minuti e posò nuovamente il libro sul suo petto.
“E’ tornato
davvero?” Domandò con un filo di voce, un groppo in gola.
“Di chi stai parlando?” Chiese a sua volta Severus,
fingendo di non aver capito.
Il ragazzo inspirò profondamente e chiuse gli
occhi.
“Del Signore Oscuro.”
L’uomo guardò il figlio, poi riportò l’attenzione
al giornale. Aveva smesso di leggere da tempo, ma non voleva far capire al
figlio quanto le sue domande lo stessero turbando. Non voleva più mentirgli,
voleva dirgli chi era sua madre, che il Signore Oscuro era veramente tornato e
stava facendo il doppio gioco, ma non poteva, aveva promesso a Silente che
avrebbe mantenuto il silenzio, che avrebbe parlato solo al momento giusto. E
quel momento non era ancora arrivato.
“Silente crede che sia tornato veramente.” Aprì gli
occhi e guardò il padre. “Crede che è tornato solo perché lo dice Potter.”
L’uomo si irrigidì involontariamente: non riusciva
a sentire quel nome senza provare un moto di odio e rabbia nei confronti di
James Potter, rabbia ed odio che sfogava su suo figlio.
Alistair lo osservò e lo vide irrigidirsi.
“Perché lo odi tanto?” Si sedette sul bordo del
divano. “Voglio dire, è un ragazzo come tanti, non fa troppo casino, non fa
troppe stupidate, è veramente bravo in Difesa Contro le Arti Oscure…”
Severus si alzò di scatto, abbandonò il giornale
sulla scrivania e diede le spalle al figlio. Appoggiò una mano sulla libreria e
chiuse gli occhi, cercando di scacciare il pensiero di Lily che lo aveva
lasciato per quel maledetto James Potter.
Il ragazzo si alzò, preoccupato e senza capire
perché suo padre reagiva così ogni volta che cercava di parlare di Harry Potter
o del Signore Oscuro.
“Perché fai così?” Si avvicinò. “Perché ogni volta
che ti chiedo del Signore Oscuro e di Harry Potter fai così? Perché lo odi
tanto?”
Severus non disse niente, strinse ancora più forte
la libreria, gli occhi serrati, pregando mentalmente che il figlio la
smettesse.
“Perché non mi rispondi? Perché cavolo non riesco
mai ad ottenere una risposta soddisfacente da te?!” Esclamò quasi disperato a
pochi passi dal padre.
“Sta zitto!” Urlò l’uomo, voltandosi verso il
figlio. Aveva gli occhi lucidi, pieni di dolore e rabbia, il viso tirato e la
mano che stringeva la libreria era completamente bianca. “Stai zitto, Alistair!
Se non ti rispondo è perché ho i miei buoni motivi! Piantala di fare il bambino
di cinque anni!”
Alistair arretrò di qualche passo, gli occhi che
pizzicavano, poi andò a sedersi sul divano, indossò velocemente le scarpe
scuotendo il capo e mordendosi il labbro inferiore, afferrò la borsa, fece
sparire il divanetto ed uscì di corsa dall’ufficio, senza dire niente al padre.
Severus rimase immobile qualche istante, poi
inspirò profondamente e si allontanò dalla libreria. Aveva perso la pazienza,
il dolore che provava in quel momento era troppo e gli aveva fatto perdere la
lucidità, cosa che raramente succedeva.
Sentì un bruciore e portò la mano destra
all’avambraccio sinistro. Si lasciò cadere sulla sedia, prese il volto tra le
mani e chiuse gli occhi. Rimase in quella posizione qualche minuto, poi
finalmente si decise a controllare. Lentamente sollevò la manica sinistra della
veste nera e piano piano apparve il Marchio Nero, simbolo della sua follia,
tatuaggio che gli ricordava ogni volta ciò che aveva perso e che ogni volta
faceva aumentare l’odio per sé stesso.
Fece un profondo respirò, coprì il tatuaggio e si
alzò. Prese il suo mantello da viaggio, lo indossò ed uscì dall’ufficio.
Percorse velocemente i sotterranei deserti, arrivò
all’ingresso, aprì la porta ed uscì nel buio. Il cielo notturno era sereno,
neanche una nuvola. Allacciò il mantello e sentì una fredda brezza soffiargli
in viso. Riprese a camminare ed in men che non si dica varcò i cancelli di
Hogwarts. Si udì un forte crack e si smaterializzò.
“Mi ha chiamato, Signore?” Domandò inchinandosi.
“Severus.”
Voldemort era seduto su una poltrona che dava le
spalle all’ingresso, si alzò e si voltò verso l’uomo appena arrivato.
“Severus.” Ripeté accarezzando il serpente che
giaceva accanto a lui. “Severus.”
“Signore.” I suoi occhi non riuscivano a staccarsi
da Nagini, il serpente del Signore Oscuro. Sembrava tranquillo, ma bastava un
ordine del suo padrone e si trasformava in una vera e propria macchina da
guerra.
“Sempre rapido, Severus.”
Piton staccò gli occhi dal serpente e guardò
Colui-che-non-deve-essere-nominato: aveva la pelle diafana, i tratti
serpenteschi e gli occhi rossi. Inspirò profondamente e ad un cenno dell’uomo
si mise dritto.
“Come sta il caro Silente?” Chiese avvicinandosi al
tavolo.
“Sempre all’erta, finge allegria, ma è sempre in
pensiero per gli studenti.” Fece una pausa. “Soprattutto teme per i
Mezzosangue.”
“E’ preoccupato quindi.” Prese un bicchiere e si
versò del liquido ambrato. “E la Profezia?”
“Sempre ben difesa. L’Ordine della Fenice ha
organizzato dei turni di ronda per evitare che ci si possa avvicinare.”
“E Harry Potter?” Bevve
un sorso. “Sempre il prediletto di Silente? Sempre protetto?”
Severus annuì.
“Arriverà il nostro momento, Severus, arriverà.”
Andò a sedersi nuovamente sulla poltrona. “E allora Harry Potter capitolerà,
trascinandosi dietro Silente.” Sorrise maleficamente soddisfatto. “E c’è da
dire che il Ministero mi sta aiutando molto. Nessuno crede al mio ritorno,
questo ci rende le cose molto più facili. Possiamo agire indisturbati.”
Severus rimase in silenzio, mantenendo il controllo
sulle sue emozioni e sui suoi pensieri.
“E tuo figlio come sta?” Domandò improvvisamente
Lord Voldemort.
“Mio figlio?” Sbattè le palpebre un paio di volte.
“Sta bene, Signore.” Si affrettò a rispondere.
“Si chiama Alistair, giusto?”
“Si, Signore.”
“Ed è figlio…” Lasciò la frase in sospeso.
“Sì, Signore.”
“E questo fa di lui il fratello…”
“Sì, Signore.” Ripetè.
“E in che rapporti sono?” Chiese interessato.
“Mio figlio è un Serpeverde, Signore.” Rispose.
“Ricordo, ricordo.” Fece un gesto con la mano.
“Interessante, molto.”
Calò il silenzio.
“Posso chiederle a cosa sta pensando, Signore?”
Domandò rispettoso Severus.
Si alzò e andò a posare il bicchiere sul tavolo.
“E’ all’ultimo anno?”
Severus annuì lentamente.
“Perfetto. E cosa vuol fare dopo la scuola?” Si
versò dell’altro liquido ambrato nel bicchiere.
“Vuol diventare un medimago.”
“Interessante.” Sorrise maleficamente. “Molto,
molto interessante.”
Ed ora i ringraziamenti:
-
Mandy Romance: Effettivamente
sì, gli amici di Alistair sono un po’ delle teste di cavolo (un po’ tanto!)
però uno di loro si rivelerà migliore di quanto si creda ; ) Per quanto
riguarda ad Alistair…è molto simile alla madre, ma ha anche tratti di Severus,
lo scoprirai più avanti ; )
-
_ Cic_: grazie mille *_* Son
contenta ti piaccia la mia idea *_*
-
Alida: come puoi vedere da
questo capitolo il rapporto tra Alistair e Severus è completamente diverso da
quello che c’era tra Tobias e Severus. Severus adora suo figlio, anche se può
sembrare un po’ duro ;) Per quanto riguarda la storia Alistair ed Hermione…vedrai
vedrai! Per quanto riguarda il fatto che Lily ha “abbandonato” così facilmente
Alistair…è vero, forse non ha combattuto tanto, ma l’ha fatto semplicemente perché
sperava che Sev cambiasse idea. Comunque verrà spiegato anche questo gesto
durante la storia : )
-
Symbolique: sono veramente
contenta che ti piaccia Alistair *_* Io sinceramente lo amo *_* Ma io sono di
parte u.u xD La parte in cui pensa ad Hermione piace molto anche a me, devo
dire *___* Lo trovo troppo tenero *_*
-
_ Rory_: effettivamente Eric è
un po’ una testa di quiz, ma è molto importante per il nostro Alistair u.u
Vedrai *-* Sarà solo grazie a lui che il nostro Alistair troverà il coraggio di
fare una cosa *_*
- Piccola Vero: Grazie mille *_* E vedrai nel prossimo capitolo che carini sono *_*
- Rosario: Mi spiace, io amo Severus u.u Quindi non potevo non fare una FF con lui come protagonista *_* E sinceramente volevo scrivere qualcosa di “particolare” e mi è venuta in mente quest’idea del figlio con Lily…e così è più o meno imparentato con Harry, cosa che lo lega a lui ancora più che nei libri della Row ^_^ Davvero ti piace come ho reso Hermione? *_* Tu rende me contenta!
Bene, vorrei ringraziare anche chi mi
ha messo tra i preferitiseguitiricordati! Grazie mille, davvero! Sono
veramente emozionata di vedere che la mia FF stia piacendo! Non avete idea di
quanto mi facciate stare bene <3 Per quanto mi riguarda…darò il meglio di me
per non deludere le vostre aspettative.
Ancora mille e mille grazie
Ely