Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di Stephenie Meyer.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
Eccomi qui con un
altro aggiornamento. Sono felice di sapere che molti di voi hanno apprezzato
questa storia e mi auguro che questa continuerà a piacervi anche nei prossimi
capitoli. Se vi va fatemi sapere come trovate la storia. Buona lettura a tutti.
Un bacione.
Capitolo 2
Una visita inaspettata
POV BELLA
L’invito al
matrimonio di Alice e Jasper mi aveva lasciata parecchio basita.
Ero certa che
quei due prima o poi avrebbero fatto quel grande passo, ma non ero certa di
riuscire a fare anche io un passo tanto importante come quello di tornare a
Jacksonville.
Cinque anni prima
me ero andata abbandonando quella che era stata la mia vita praticamente da
sempre.
Avevo detto addio
a mio padre, a mia madre, ai Cullen, a tutti i miei amici ed ero salita su un
aereo che mi aveva portato lontano chilometri e chilometri, in una metropoli
che conoscevo solo attraverso foto e notizie alla tv.
Ero consapevole
che avrei iniziato una nuova vita, una vita in cui dovevo cavarmela da sola,
con le mie uniche forze, una vita in cui non c’erano amici che ti offrivano una
spalla su cui piangere se qualcosa andava male, una vita in cui non c’era papà
o mamma che mi mantenevano, una vita in cui avrei dovuto crescere e diventare
indipendente.
Avevo vent’anni
ed era ora che mi prendessi delle responsabilità serie.
Fortuna volle che
nell’aereo che mi conduceva a New York incontrai Jacob Blake, il mio Jake,
l’unica persona che mi è stata accanto in tutto questo periodo.
Come me usciva da
una situazione amorosa difficile e la sua partenza serviva a dimenticarsi di
quella donna che per anni era stata sua, ma che proprio il giorno del loro
secondo anniversario di fidanzamento aveva trovato sul loro letto con un altro
uomo, ma non un altro uomo qualunque, il suo migliore amico, colui che Jake
aveva imparato a considerare un fratello.
Un doppio
tradimento che lo portò a fuggire via e a iniziare una nuova vita.
Su quell’aereo
parlammo parecchio, forse, perché parlare con uno sconosciuto è più facile.
In fondo entrambi
sapevamo che una volta giunti alla meta ognuno avrebbe preso strade diverse e
non ci saremmo visti mai più, invece, destino volle che una settimana esatta
dopo l’arrivo a New York scoprimmo di aver affittato due appartamenti nello
stesso edificio, a solo una porta di distanza.
Prendemmo un
caffè insieme e da allora non ci siamo più divisi.
Mi sembra di
conoscerlo da una vita e forse è davvero così perché lo conosco da quando la
mia nuova vita è iniziata e non ho nessuna intenzione di allontanarmi da lui.
Mi ha aiutato in
questi anni e, forse, se non ci fosse stato lui la mia vita sarebbe stata un
vero disastro.
- Mamma sei
pronta? – mi chiese Lizzie mentre guardava la tv insieme al fratellino.
Per farmi
perdonare del fatto che la sera prima non ero tornata dall’ufficio gli avevo
promesso che nel pomeriggio li avrei portati a mangiare un gelato, così dopo pranzo
li avevo preparati entrambi e poi ero corsa a prepararmi io.
- Si tesoro,
prontissima. Andiamo – dissi rivolgendomi ad entrambi che subito spensero la
tv.
Presi la borsa (à il link dei vestiti di Bella: http://www.polyvore.com/cgi/set?id=20590647
) e poi mano nella mano con i miei tesori uscì di casa ritrovandomi a sbattere
contro Jake.
- Credo che una
sola doccia non ti abbia aiutato ad aprire bene gli occhi – mi disse lui
sarcastico mentre io finsi una risata come la sua.
- Hey non
prendere in giro mamma – mi difese il mio angelo dagli occhi verdi.
Io e Jake
sorridemmo della gelosia del mio piccolo angioletto anche se non ci stupimmo
per nulla.
Ej era sempre
stato così.
Per lui, io e
Lizzie eravamo le sue donne e guai a chi gliele toccava.
A volte questo
lato del suo carattere mi ricordava lui, lui che era un tipo dalla gelosia
inaudita, soprattutto quando si trattava di me.
Mi fermai ad
osservare il mio angelo e non potei fare a meno di notare che di certo non era
quella l’unica cosa che lo rendeva così simile a lui.
Mi sembrava di
vedere quel ragazzo dai capelli ramati nell’angioletto che da cinque anni mi
tenevo stretta.
Ej era bello, dai
lineamenti fini e dai capelli biondi con qualche riflesso ramato, ma la cosa
più bella erano quegli occhietti vispi e ribelli di un verde lucente, un verde
smeraldo che ti catturava a prima vista e che era capace di rubarti l’anima,
due occhi verdi esattamente come quelli del suo papà (à il link di Ej: http://yfrog.com/ed13648741j ).
Scacciai via quei
pensieri, anche se ero consapevole che sarebbero tornati ancora, ancora e
ancora e del resto la cosa non era poi così anormale.
- Allora lo
andiamo a prendere o no questo gelato? – chiese Jake prendendo in braccio la
piccola Lizzie.
- Si, si zio
Jake. Voglio il gelato – le rispose lei sorridendogli felice.
Così con Lizzie
nelle braccia di Jake ed Ej mano nella mano con me ci dirigemmo al bar sotto
casa dove facevano i gelati più buoni di tutta New York.
Quando arrivammo
occupammo un tavolo fuori.
Era estate e c’era molto caldo, non era il caso di sedersi all’interno.
- Che gusto lo
volete? – chiese Jake ai due piccolini.
Ej si passò una
mano nei capelli poi si mise l’indice sul mente assumendo una faccia pensierosa
e dopo qualche secondo sorrise.
Tipici
atteggiamenti che metteva su quando pensava a qualcosa e per la seconda volta
del giro di una giornata mi ritrovai a pensare a quel ragazzo che anni prima
assumeva la stessa espressione quando doveva riflettere su qualcosa.
- Lemon
cocco e cioccolato bianco – rispose Ej
parlando direttamente con il barista.
Quel bambino mi
stupiva sempre di più.
Non aveva dei
gusti preferiti e ogni volta che compravamo il gelato assaggiava sempre nuovi
sapori.
- Sei sicuro? –
chiesi prima che il cono venisse preparato.
- Certo – mi
rispose sorridendo come se avesse vinto chissà quale premio.
- E tu piccolina?
Come lo vuoi? – le chiese Jake anche se sapevamo già come lo avrebbe preso.
- Pistacchio e
cocco – rispose lei sicura di sé.
Quelli erano i
suoi gusti preferiti e in quel momento non potei fare a meno di ricordare tutte
le volte in cui rubavo un po’ di gelato di quei gusti al suo papà che come lei
adorava il gelato pistacchio e cocco.
Lizzie,
diminutivo di Elizabeth, era la bambina più dolce del pianeta costantemente con
il sorriso sulle labbra, un sorriso sghembo che aveva ereditato dal padre e che
io ben ricordavo.
Era sveglia e capiva
sempre tutto, era un passo avanti ad ogni cosa e ti rapiva con
quell’espressione da angioletto che aveva.
I capelli ramati
leggermente ondulati, l’espressione furba e due grandi e profondi occhi color
cioccolato ereditati dalla sottoscritta (à il link di Lizzie: http://yfrog.com/jdlizziep ).
Quella bambina
era in tutto e per tutto come il suo papà, ma almeno gli occhi li aveva presi
da me e ne ero soddisfatta.
Anche io e Jake scegliemmo
il nostro gelato e in poco tempo il barista c’è li consegnò.
Ej e Lizzie erano
euforici.
Bastava poco per
farli contenti. Un semplice gelato, un’ora in più svegli la sera o un panino al
Mc Donald’s erano più che sufficienti per vederli sprizzare allegria da tutti
pori e ciò non poteva che rendermi felice più del lecito.
- Certo che si
vede che oggi non devi andare a lavorare – mi disse Jake dopo avermi squadrata.
- E perché scusa?
– chiesi curiosa.
- Beh, quando vai
a lavoro ti vesti troppo seriosa. Hai solo venticinque anni – mi spiegò mentre
leccava il suo gelato.
- Una gonna e
qualche top è vestirsi seriosa? E poi ti ricordo che è un lavoro, non una
passeggiata dove mi posso permettere qualunque abito. E ancora un’altra cosa:
lavoro per una rivista di moda se te ne fossi dimenticato – gli risposi mentre
anch’io leccavo il mio gelato costatando che a volte quel ragazzo se ne usciva
con battute allucinanti.
- Ma perché
scusa, vestita così non sei alla moda? – mi domandò serio.
- Non ho detto
questo. Ho solo detto che lavoro che per uno dei più importanti giornali al
mondo, non posso permettermi di presentarmi in jeans e maglietta e poi mi piace
fare un po’ e un po’ – gli risposi.
- Un po’ e un
po’? – mi domandò non capendo.
- Un po’ sportiva
come oggi, un po’ elegante come quando sono a lavoro – gli spiegai brevemente.
- Certo che per
capire voi donne c’è ne vuole - mi fece
notare lui.
- Lo dico pure io
– intervenne Ej facendoci sorridere.
Parlava come un
ometto che aveva già conosciuto tante cose della vita, quando in realtà viveva
ancora dentro una bolla di vetro che faticosamente avevo costruito intorno a
lui e alla sorellina.
Non aveva idea di
quanto difficile fosse la vita, di quanto duro fosse il mondo, ma mi piaceva
osservarlo con i suoi occhi, con gli occhi di un bambino che vede tutto
colorato.
- E io per
l’ennesima volta vi do la stessa risposta. Le donne vanno amate, non capite –
gli risposi mentre tutti sorrisero visto che quella frase era diventata una
sorta di mio motto per la vita.
- Mamma stasera
andiamo al luna park? – mi chiese poi Lizzie sorridendomi.
- Mmm, ci devo
pensare – le risposi evasiva, ma con tono dolce.
- E se ti faccio
assaggiare il mio buonissimissimo gelato? – mi propose consapevole che adoravo
anche io quei gusti e che ogni tanto gliene rubavo qualche cucchiaiata.
- Se la metti
così... – iniziai a dire prima di rubarle un po’ di gelato – direi che si può
fare. Affare fatto – le dissi sorridendole.
- Evvai stasera
ci divertiamo – disse Ej alla sorella schioccandole un bacio sulla guancia e
sporcandola tutta.
Lei, però, non se
la prese più di tanto, del resto adorava le attenzione del fratellino.
Le pulì una
guancia e poi riprendemmo a parlare tranquillamente.
A occhi estranei
potevamo sembrare una famiglia felice e in fondo lo eravamo anche se la nostra
non era proprio una famiglia a tutti gli effetti.
Quello che i
gemelli consideravano loro zio era il mio migliore amico, colui che in tutti
quegli anni gli aveva fatto da tutto: da zio, da nonno, da amico e in qualche
modo anche da papà.
Ricordavo ancora
il periodo in cui i bambini erano nati da poco più di due mesi e io e Jake
avevamo provato a stare insieme.
Ci eravamo
riusciti per ben due mesi poi avevamo lasciato perdere rendendoci conto che il nostro
rapporto funzionava meglio, ma molto meglio da amici.
Quando
ripensavamo a quei due mesi non riuscivamo a trattenere una risata considerato
che ci sembrava troppo folle la cosa.
Nonostante
questo, però, dovevo ringraziare quel periodo poiché ci aveva unito ancora di
più, ci aveva unito in un rapporto indissolubile che difficilmente si sarebbe
mai potuto scindere.
I bambini erano
consapevoli che Jake non era davvero loro zio, ma amavano chiamarlo così perché
pur non essendolo biologicamente per loro era come se lo fosse.
Io e Jake eravamo
l’unica famiglia che loro conoscevano.
Loro avevano una
mamma che gli faceva anche da papà, da nonno e nonna.
Avevano Jake che
gli faceva da zio, da zia e da migliore amico.
Avevano due
persone che li amavano senza riserve e che loro due ricambiavano in pieno.
Sentì squillare
il cellulare e dopo averlo preso notai che era l’ufficio così risposi subito,
probabilmente era urgente se Ashley mi chiamava durante il mio giorno libero.
- Pronto? – dissi
non appena schiacciai il tasto verde.
- Signorina Swan,
scusi se la disturbo – esordì Ashley con fare cortese.
- Non
preoccuparti dimmi – le risposi cordiale.
- Dovrebbe venire
in un ufficio, c’è un problema – mi disse.
- Che tipo di
problema? – le chiesi curiosa.
- Niente che
debba preoccuparla. È solo che c’è una donna che chiede di lei e non ha
intenzione di lasciare lo studio fino a quando non avrà parlato con lei – mi
spiegò brevemente.
- Si tratta di
lavoro? – chiesi non riuscendo a capire di chi si potesse trattare.
- Non ne ho idea.
Non ha voluto dirmi nulla. Ha solo detto che deve parlare con lei. L’ho
avvisata che questo era il suo giorno libero e di passare domani, ma non ha
voluto sentire storie. Ha detto che deve parlarle adesso. Si è piantonata in
sala d’aspetto e non si più mossa da due ore. Così sono stata costretta a
chiamarla – mi informò in modo gentile marcando sul fatto che non era colpa
sua.
- Ok Ashley, non
preoccuparti. Non serve che ti giustifichi. Avvisa la donna che fra una
mezz’oretta sarò lì. A dopo – le risposi chiudendo la telefonata e posando il
telefono in borsa.
Non riuscivo a
capire chi potesse essere che aveva così urgenza di parlarmi.
- Che succede? –
mi chiese Jake.
- Una donna si è
piantonata in redazione. Vuole parlare con me e a quanto pare non ha intenzione
di andarsene prima di non averlo fatto – gli spiegai.
- Mamma devi
andare a lavoro? – mi chiese Lizzie rattristandosi.
- Si tesoro, è
un’emergenza – le risposi.
- Ma oggi è il
tuo giorno libero. Dovevamo stare insieme, andare al luna park – mi ricordò Ej.
- E ci andremo
tesoro, promesso. Corro a vedere che succede e poi torno e andiamo dove volete,
ve lo giuro – gli dissi.
- Giurin
giuretto? – mi domandarono tutte e due all’unisono.
- Giurin giuretto
e mano sul cuore – gli risposi come facevamo sempre quando facevamo un
giuramento.
- Ok, allora ti
crediamo – mi dissero pulendosi il muso con un fazzoletto di carta e venendo a
darmi un bacio.
- Jake ti
dispiace se… – stavo provando a dire.
- No, non mi dispiace
per nulla. Te li guardo io, tranquilla. Corri a vedere cosa vuole questa pazza
e poi torna che il luna park ci aspetta – mi disse facendo l’occhiolino ai
bimbi.
- Grazie, sei un
tesoro – gli risposi dandogli un bacio sulla guancia per poi darne un altro ai
miei bimbi.
Presi la borsa e
fermai un taxi indicandogli la strada della redazione.
Non riuscivo a
immaginare chi potesse essere.
In una ventina di
minuti arrivai a destinazione e dopo aver pagato il taxista entrai in redazione
prendendo l’ascensore e spingendo il bottone numero 23.
Quando le porte
dell’ascensore si aprirono mi diressi subito da Ashley che mi guardava con fare
dispiaciuto.
- Mi scusi se
l’ho chiamata, ma davvero non potevo fare altrimenti. Quella donna è
impossibile – mi disse lei prima ancora che io la salutassi.
- Non fa niente
Ashley, davvero. Comunque dov’è? – le chiesi.
- È andata a
prendere un caffè, ma mi ha intimato di non cantare vittoria perché sarebbe
tornata prima che avessi compiuto il mio centesimo respiro – mi spiegò lei.
- Lo sai com’è
fatta. Quando si mette in testa qualcosa non c’è verso di farle cambiare idea –
disse una voce alle mie spalle, una voce che non sentivo da tantissimo tempo,
ma che avrei riconosciuto fra mille.
Mi voltai verso
la voce e mi resi conto che non mi ero sbagliata.
A pochi passi da
me, un ragazzo alto, muscoloso, dai capelli castano chiaro e dai grandi occhi
verdi mi sorrideva felice.
- Jasper? –
chiesi stupita di vedermelo lì a meno di un metro di distanza.
Jasper, il mio
vecchio amico Jasper (à il link
di Jasper: http://yfrog.com/0mjasperauj
).
- Proprio io, in
carne ed ossa – mi rispose avvicinandosi e abbracciandomi calorosamente.
Non potei fare a
meno di ricambiare quell’abbraccio, poiché mi era mancato in modo inspiegabile.
Quando ci
staccammo il suo sorriso sembrava ancora più brillante.
- Mamma mia
quanto mi sei mancata – mi disse poi.
- Anche tu, un
sacco – gli risposi sincera.
- Beh vedo di
andare a recuperare quella pazza della mia futura moglie e torniamo da te – mi
disse poi baciandomi un guancia e sparendo dalla sala.
Alice era lì, con
Jasper, nel mio posto di lavoro.
Ero contenta?
Potevo davvero
non esserlo?
- Lei li conosce?
– mi chiese poi Ashley che aveva assistito alla scena.
- Si, molto bene.
Vado nel mio ufficio, quando tornano falli entrare – le dissi sorridendole.
Mi avviai nel mio
ufficio e mi sedetti sulla poltrona.
La mia attenzione
venne colpita dalle due cornici che c’erano sulla scrivania.
Una che ritraeva
me e Jake in un campo di grano (à il link della foto: http://yfrog.com/j3foto1fxj
).
Ricordavo
perfettamente il giorno in cui ci eravamo fatti quella foto.
Due anni prima quando
per festeggiare il mio nuovo lavoro per la rivista Vogue eravamo andati insieme
ai bimbi a fare un picnic in campagna.
Ci eravamo
divertiti un sacco quel giorno.
L’altra foto,
invece, ritraeva i miei due gemellini, Ej e Lizzie, quando avevano ancora dieci
mesi (à il link della foto: http://yfrog.com/izfoto2pnj ).
Guardando quella
foto un sorriso nacque spontaneo sul mio viso.
Quei due bimbi
erano stata la mia benedizione.
Presi
quest’ultima foto e la riposi dentro il primo cassetto, pronta a posizionarla
di nuovo al suo posto quando Alice e Jasper se ne fossero andati.
Passarono cinque
minuti poi una bellissima ragazza dai lunghi capelli castani e gli occhi un
misto tra il verde scuro e il blu notte si scaraventò come una furia nel mio ufficio ritrovandomela cinque secondi
dopo tra le mie braccia (à il link
di Alice: http://yfrog.com/1saliceozj ).
Ricambia la
stretta vigorosamente e solo allora realizzai davvero quanto lei mi fosse
mancata.
Era sempre stata
la mia dose quotidiana di aria fresca e per tanto tempo non avevo potuto bearmi
della sua presenza come avrei voluto fare.
Dopo minuti
interminabili ci staccammo e, dopo un “mi
sei mancata” pronunciato all’unisono da entrambe, lei andò a sedersi sulla
sedia di fronte alla scrivania accanto alla seduta in cui già Jasper aveva
preso posto.
- Mi scusi
signorina Swan, ma non ha voluto darmi il tempo di annunciarla – mi disse
Ashley che era rimasta sull’uscio della porta.
- Non fa nulla.
Alice è sempre la solita – le dissi sorridendole per poi posare gli occhi sulla
mia migliore amica.
Sentì la porta
chiudersi segno che la mia segretaria fosse uscita.
- Si può sapere
che hai fatto ai capelli? – le chiesi guardandola e accorgendomi di quanto
fosse diventata se possibile ancora più bella.
- Cambio di look.
Come mi stanno? – mi domandò.
- Beh sono sempre
stata abituata a vederti con i capelli corti, chiaro simbolo del tuo essere
folletto. Non mi aspettavo di ritrovarti con i capelli così lunghi, però ti
stanno da Dio, anche se l’aria da folletto c’è l’hai ancora – le risposi
sorridendole mentre mi accorgevo di quanto i suoi capelli fossero lunghi.
Gli arrivano alla
schiena, ma ero sempre bellissimi.
- Sono contenta
che ti piacciano. Tu piuttosto, finalmente segui i miei consigli in fatto di
moda – mi disse lei squadrando il mio modo di vestire.
- Beh volente o
nolente lavoro in una rivista di moda, non potevo fare altrimenti – le risposi
contenta di vederla davvero felice.
Lei mi sorrise e
lo stesso fece Jasper, poi seguì un breve istante di silenzio.
- Allora a cosa
devo l’onore di avervi qui? – chiesi stupendomi di essermi trovati lì.
In fondo in
cinque anni non erano mai venuti.
- Volevamo essere
sicuri che ti fosse arrivato l’invito al matrimonio – mi spiegò in poche parole
Jasper mentre Alice sembrava scrutarmi alla ricerca di qualcosa.
- Si, è arrivato
ieri sera, ma ho letto la lieta novella solo stamattina – gli risposi
soffermandomi sull’espressione di Alice che non era del tutto convinta.
- Verrai? – mi
domandò poi fissando intensamente i miei occhi.
Ci sarei andata?
Ovviamente non
avevo nessuna intenzione di andare a Jacksonville e forse dall’espressione che
Alice aveva messo su se lo aspettava.
In fondo lei
sapeva il vero motivo per cui ero diventata allergica a quella grande città.
Jacksonville
portava un secondo nome, Edward Cullen, e io non avevo intenzione di rivederlo.
Negli ultimi
cinque anni ogni tanto ero andata a trovarli per non più di due giorni, anche se
adesso aveva più di due anni che non facevo loro visita e ciò aveva un semplice
motivo.
Edward era
tornato.
Era stato via da
Jacksonville per tre anni e da due anni a questa parte era tornato dalla sua
famiglia.
Da allora non ero
più andata lì, non potevo correre il rischio di vederlo.
- Allora? – mi
domandò Alice vedendo che non accennavo a rispondere.
Dovevo trovare
una scusa plausibile al mio rifiuto, anche se dubitavo che con Alice davanti il
mio rifiuto sarebbe stato facile da pronunciare.
Eppure dovevo
farlo.
Avanti Bella elabora una scusa, una scusa
che sia plausibile.
Adesso anche la
mia coscienza mi parlava, ma stavolta aveva ragione, dannatamente ragione.
…Adry91…
Risposte alle vostre recensioni:
- franz1000: Nel capitolo corrente
viene spiegato chi sono i due angioletti, quindi non credo sia necessario
ribadirlo qui. Comunque, sono molto felice che il capitolo ti sia piaciuto.
- bells84: Credo che nel
capitolo si capisca chi è il padre dei due angioletti, ma non posso dirti
altro. Se lui lo sa o meno lo scoprirai più avanti.
- giova71: Molte domande le
tue, ma per adesso poche risposte. Abbiamo scoperto chi è il padre, quindi una
tua domanda ha avuto risposta, per le altre dovrai aspettare qualche capitolo.
- dany 96: La tua domanda ha
avuto risposta nel capitolo e devo dire che ci avevi azzeccato in pieno.
- manuelitas: Sono felice di
sapere che segui tutte le mie storie e che ti piacciono, spero di non deluderti
con questa. Non posso dirti se Edward è a conoscenza o meno dell’essere
diventato papà, ma presto anche questa domanda avrà risposta.
- consu: Una parte delle tue
domande hanno già avuto risposta nel capitolo, per le altre dovrai aspettare.
Fra qualche capitolo tutto sarà più chiaro.
- ciuciu: Sono contenta che
la storia ti piaccia, spero di non deluderti con i prossimi capitoli.
- Vale728: Mi fa piacere che
la storia sia di tuo gradimento. Incrocio le dita sperando che anche i prossimi
ti piacciano.
- gamolina: Beh diciamo che ho
sempre amato i gemelli. Mi piacciono proprio.
- nanerottola: Sono contenta che
la storia ti piaccia. Quanto a “Ricordare il passato” devo ancora scrivere il
nuovo capitolo. Quando sarà pronto lo posterò, spero che non passi molto tempo.
- vanderbit: Credo che il legame
tra Bella e Jacob sia stato chiarito e anche la relativa paternità dei due
gemelli. Per tutte le altre domande dovrai aspettare qualche capitolo.
- eliza1755: Sono contenta che
anche questa storia ti piaccia. Comunque la paternità dei bambini credo sia
stata chiarita, i bimbi sono di Edward e come hai capito sono gemelli ed hanno
cinque anni. Bella ne ha 25 ed Edward un anno in più, 26, ma andando avanti lo
specificherò nel capitolo stesso. Per le risposte alle altre domande dovrai
aspettare. Del resto come hai detto tu, altrimenti il bello dove sta?
- francesca
96:
Vorrei specificare che in questa storia, come ho già scritto nell’introduzione,
sono tutti umani, niente vampiri, niente licantropi o elementi leggendari vari.
Quindi non ci sarà nessun imprinting e nessuno problema con il sole. Alcune tue
domande hanno comunque trovato risposta nel capitolo, mentre per le altre
dovrai aspettare un po’.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
Ancora in corso:
·
UNITI DAL DESTINO (à il link della
storia:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=465990&i=1
).
INTRODUZIONE: Edward ha lasciato Bella in New Moon e non è
non e mai più tornato. Gli anni passano e anche i decenni, ma due anime sono ancora
tremendamente legate tra di loro perché il tempo possa cancellare ciò che
l’amore ha creato. Cosa succederà se un giorno Bella dovesse rincontrare quella
che aveva considerato fin dall’inizio al sua famiglia? E i Cullen e soprattutto
Edward come reagiranno quando scopriranno che Bella è ancora la diciottenne che
avevano lasciato? P.S. Bella non è un vampiro, ma non è comunque umana. Oltre i
vecchi, ci saranno anche nuovi personaggi.
·
BISOGNA SBAGLIARE PER CONOSCERE LA VERITà (à il link della
storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=453783&i=1
).
INTRODUZIONE: Bella vive a Phoenix
da quando è nata e la sua vita ruota intorno ai suoi sei migliori amici: Alice,
Rosalie, Emmett, Jasper, Jacob e Edward. Si conoscono fin da quando erano dei
bambini, ma crescendo le cose cambiano e lei si ritrova solo con Jacob e Edward
che sono iperprotettivi nei suoi confronti. Un giorno accade che Jacob si
dichiara e in seguito le chiede di sposarlo. Lei accetta, ma lo ama davvero? Si
certo, ma il suo non è amore, non quello vero almeno. Ed Edward? Cosa farà a
questo punto? E se si accorgesse proprio ora che sta per perdere la persona più
importante della sua vita? E se lei lo considerasse solo il suo migliore amico?
E se invece non fosse così? La loro è solo amicizia? Si certo, ma non del
tutto. Cosa succederà, allora? Bella sposerà Jacob? Forse solo da uno sbaglio
si può scoprire la verità. Ma qual è questa verità?
·
RICORDARE IL PASSATO (à il link della storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=392921&i=1
).
INTRODUZIONE: Edward lascia Bella per
permettergli di vivere una vita normale, ma prima di farlo esaudisce il
desiderio dell’unica ragazza che abbia mai amato. Dopo la sua partenza le cose
cambiano e Bella non vivrà la vita che Edward ha sperato per lei. Si ritroverà
vampira, con un figlia da crescere e un passato da ricordare. Riuscirà a
ricordarsi del suo unico e vero amore? Ma soprattutto riuscirà a rincontrarlo?
·
!?...“Quando l’amore ti
cambia la vita”…!? (à il link della storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=394174&i=1
).
INTRODUZIONE: Rosalie, Bella e
Alice sono tre sorelle newyorchesi che si trasferiscono a Phoenix. Sono le
classiche ragazze popolari che tutti invidiano, dal carattere forte e deciso e
che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno. A Phoenix le loro vite si
incroceranno con quelle di tre fratelli Emmett, Edward e Jasper, anche loro dal
carattere forte. Nessuno di loro crede nell’amore, ma presto si renderanno
conto di sbagliare, presto l’amore entrerà nelle loro vite e da lì tutto
cambierà.
·
L’AMORE è MAGIA (à il link della
storia:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=393144&i=1
).
INTRODUZIONE: Bella è una semplice
ragazza che vive a Phoenix. Ha un fratello e due sorelle gemelle. La sua vita
ruota intorno ai Cullen, i suoi migliori amici, la sua seconda famiglia. E poi
c’è Tay, il suo fidanzato, ma lei ne è davvero
innamorata? La sua vita è perfetta come crede? Il ritorno in città di Edward,
il suo amico di sempre, gli incasinerà la vita e presto si renderà conto che
quell’amico con il quale non fa altro che litigare non è poi solo un amico. Le
cose non saranno semplici e in una notte tutto si complicherà.
·
THE PRINCESS OF LOVE (à il link della
storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=524454&i=1
).
INTRODUZIONE: Bella è una ragazza alla moda che vive a Orange Country, con una
storia difficile alle spalle, chiusa, ma allo stesso tempo ribelle verso gli
altri incontra lui, Edward, un playboy da strapazzo, ribelle, odioso,
presuntuoso, aggressivo, ricco e che non fa altro che dedicarsi con i suoi
amici ricconi a feste mondane e al lusso più sfrenato. Riuscirà lei a lasciarsi
andare all'amore? E lui? Riuscirà a mettere la testa a posto? E se tutto
iniziasse ad andare x il verso giusto? Lei non sa, però, che un segreto alena
dietro di lei, un segreto che lui non intende svelarle, non subito almeno, ma
poi non sarà tardi? Una storia ricca di divertimento, scontri, ribellioni, ma
amore, tanto amore. Sono tutti umani.
·
ORA E PER SEMPRE (à il link della
storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=524454&i=1
).
INTRODUZIONE: Un semplice invito di matrimonio può cambiare quella che sembra
essere diventata una vita stabile? Questo si chiede Bella quando si ritrova tra
le mani l’invito del matrimonio di Alice e Jasper. Partire e raggiungere quella
che un tempo era la sua migliore amica affrontando i fantasmi del suo passato?
Oppure restare a casa e non correre rischi? Bella vive a New York, fa la
giornalista, si è lasciata i Cullen alle spalle e si porta dietro da cinque
anni due grandi responsabilità che portano il nome di Ej e Lizzie. Chi sono? E
che c’entra Edward in tutto questo? Se vi va di scoprirlo correte a leggere la
mia storia. Sono tutti umani.