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Autore: adry91    12/07/2010    12 recensioni
Un semplice invito di matrimonio può cambiare quella che sembra essere diventata una vita stabile? Questo si chiede Bella quando si ritrova tra le mani l’invito del matrimonio di Alice e Jasper. Partire e raggiungere quella che un tempo era la sua migliore amica affrontando i fantasmi del suo passato? Oppure restare a casa e non correre rischi? Bella vive a New York, fa la giornalista, si è lasciata i Cullen alle spalle e si porta dietro da cinque anni due grandi responsabilità che portano il nome di Ej e Lizzie. Chi sono? E che c’entra Edward in tutto questo? Se vi va di scoprirlo correte a leggere la mia storia. Sono tutti umani.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie Meyer

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.

 

 

Eccomi qui con un altro aggiornamento. Sono felice di sapere che molti di voi hanno apprezzato questa storia e mi auguro che questa continuerà a piacervi anche nei prossimi capitoli. Se vi va fatemi sapere come trovate la storia. Buona lettura a tutti. Un bacione.

 

 

Capitolo 2

Una visita inaspettata

 

POV BELLA

L’invito al matrimonio di Alice e Jasper mi aveva lasciata parecchio basita.

Ero certa che quei due prima o poi avrebbero fatto quel grande passo, ma non ero certa di riuscire a fare anche io un passo tanto importante come quello di tornare a Jacksonville.

Cinque anni prima me ero andata abbandonando quella che era stata la mia vita praticamente da sempre.

Avevo detto addio a mio padre, a mia madre, ai Cullen, a tutti i miei amici ed ero salita su un aereo che mi aveva portato lontano chilometri e chilometri, in una metropoli che conoscevo solo attraverso foto e notizie alla tv.

Ero consapevole che avrei iniziato una nuova vita, una vita in cui dovevo cavarmela da sola, con le mie uniche forze, una vita in cui non c’erano amici che ti offrivano una spalla su cui piangere se qualcosa andava male, una vita in cui non c’era papà o mamma che mi mantenevano, una vita in cui avrei dovuto crescere e diventare indipendente.

Avevo vent’anni ed era ora che mi prendessi delle responsabilità serie.

Fortuna volle che nell’aereo che mi conduceva a New York incontrai Jacob Blake, il mio Jake, l’unica persona che mi è stata accanto in tutto questo periodo.

Come me usciva da una situazione amorosa difficile e la sua partenza serviva a dimenticarsi di quella donna che per anni era stata sua, ma che proprio il giorno del loro secondo anniversario di fidanzamento aveva trovato sul loro letto con un altro uomo, ma non un altro uomo qualunque, il suo migliore amico, colui che Jake aveva imparato a considerare un fratello.

Un doppio tradimento che lo portò a fuggire via e a iniziare una nuova vita.

Su quell’aereo parlammo parecchio, forse, perché parlare con uno sconosciuto è più facile.

In fondo entrambi sapevamo che una volta giunti alla meta ognuno avrebbe preso strade diverse e non ci saremmo visti mai più, invece, destino volle che una settimana esatta dopo l’arrivo a New York scoprimmo di aver affittato due appartamenti nello stesso edificio, a solo una porta di distanza.

Prendemmo un caffè insieme e da allora non ci siamo più divisi.

Mi sembra di conoscerlo da una vita e forse è davvero così perché lo conosco da quando la mia nuova vita è iniziata e non ho nessuna intenzione di allontanarmi da lui.

Mi ha aiutato in questi anni e, forse, se non ci fosse stato lui la mia vita sarebbe stata un vero disastro.

- Mamma sei pronta? – mi chiese Lizzie mentre guardava la tv insieme al fratellino.

Per farmi perdonare del fatto che la sera prima non ero tornata dall’ufficio gli avevo promesso che nel pomeriggio li avrei portati a mangiare un gelato, così dopo pranzo li avevo preparati entrambi e poi ero corsa a prepararmi io.

- Si tesoro, prontissima. Andiamo – dissi rivolgendomi ad entrambi che subito spensero la tv.

Presi la borsa (à il link dei vestiti di Bella: http://www.polyvore.com/cgi/set?id=20590647 ) e poi mano nella mano con i miei tesori uscì di casa ritrovandomi a sbattere contro Jake.

- Credo che una sola doccia non ti abbia aiutato ad aprire bene gli occhi – mi disse lui sarcastico mentre io finsi una risata come la sua.

- Hey non prendere in giro mamma – mi difese il mio angelo dagli occhi verdi.

Io e Jake sorridemmo della gelosia del mio piccolo angioletto anche se non ci stupimmo per nulla.

Ej era sempre stato così.

Per lui, io e Lizzie eravamo le sue donne e guai a chi gliele toccava.

A volte questo lato del suo carattere mi ricordava lui, lui che era un tipo dalla gelosia inaudita, soprattutto quando si trattava di me.

Mi fermai ad osservare il mio angelo e non potei fare a meno di notare che di certo non era quella l’unica cosa che lo rendeva così simile a lui.

Mi sembrava di vedere quel ragazzo dai capelli ramati nell’angioletto che da cinque anni mi tenevo stretta.

Ej era bello, dai lineamenti fini e dai capelli biondi con qualche riflesso ramato, ma la cosa più bella erano quegli occhietti vispi e ribelli di un verde lucente, un verde smeraldo che ti catturava a prima vista e che era capace di rubarti l’anima, due occhi verdi esattamente come quelli del suo papà (à il link di Ej: http://yfrog.com/ed13648741j ).

Scacciai via quei pensieri, anche se ero consapevole che sarebbero tornati ancora, ancora e ancora e del resto la cosa non era poi così anormale.

- Allora lo andiamo a prendere o no questo gelato? – chiese Jake prendendo in braccio la piccola Lizzie.

- Si, si zio Jake. Voglio il gelato – le rispose lei sorridendogli felice.

Così con Lizzie nelle braccia di Jake ed Ej mano nella mano con me ci dirigemmo al bar sotto casa dove facevano i gelati più buoni di tutta New York.

Quando arrivammo occupammo un tavolo fuori.
Era estate e c’era molto caldo, non era il caso di sedersi all’interno.

- Che gusto lo volete? – chiese Jake ai due piccolini.

Ej si passò una mano nei capelli poi si mise l’indice sul mente assumendo una faccia pensierosa e dopo qualche secondo sorrise.

Tipici atteggiamenti che metteva su quando pensava a qualcosa e per la seconda volta del giro di una giornata mi ritrovai a pensare a quel ragazzo che anni prima assumeva la stessa espressione quando doveva riflettere su qualcosa.

- Lemon cocco  e cioccolato bianco – rispose Ej parlando direttamente con il barista.

Quel bambino mi stupiva sempre di più.

Non aveva dei gusti preferiti e ogni volta che compravamo il gelato assaggiava sempre nuovi sapori.

- Sei sicuro? – chiesi prima che il cono venisse preparato.

- Certo – mi rispose sorridendo come se avesse vinto chissà quale premio.

- E tu piccolina? Come lo vuoi? – le chiese Jake anche se sapevamo già come lo avrebbe preso.

- Pistacchio e cocco – rispose lei sicura di sé.

Quelli erano i suoi gusti preferiti e in quel momento non potei fare a meno di ricordare tutte le volte in cui rubavo un po’ di gelato di quei gusti al suo papà che come lei adorava il gelato pistacchio e cocco.

Lizzie, diminutivo di Elizabeth, era la bambina più dolce del pianeta costantemente con il sorriso sulle labbra, un sorriso sghembo che aveva ereditato dal padre e che io ben ricordavo.

Era sveglia e capiva sempre tutto, era un passo avanti ad ogni cosa e ti rapiva con quell’espressione da angioletto che aveva.

I capelli ramati leggermente ondulati, l’espressione furba e due grandi e profondi occhi color cioccolato ereditati dalla sottoscritta (à il link di Lizzie: http://yfrog.com/jdlizziep ).

Quella bambina era in tutto e per tutto come il suo papà, ma almeno gli occhi li aveva presi da me e ne ero soddisfatta.

Anche io e Jake scegliemmo il nostro gelato e in poco tempo il barista c’è li consegnò.

Ej e Lizzie erano euforici.

Bastava poco per farli contenti. Un semplice gelato, un’ora in più svegli la sera o un panino al Mc Donald’s erano più che sufficienti per vederli sprizzare allegria da tutti pori e ciò non poteva che rendermi felice più del lecito.

- Certo che si vede che oggi non devi andare a lavorare – mi disse Jake dopo avermi squadrata.

- E perché scusa? – chiesi curiosa.

- Beh, quando vai a lavoro ti vesti troppo seriosa. Hai solo venticinque anni – mi spiegò mentre leccava il suo gelato.

- Una gonna e qualche top è vestirsi seriosa? E poi ti ricordo che è un lavoro, non una passeggiata dove mi posso permettere qualunque abito. E ancora un’altra cosa: lavoro per una rivista di moda se te ne fossi dimenticato – gli risposi mentre anch’io leccavo il mio gelato costatando che a volte quel ragazzo se ne usciva con battute allucinanti.

- Ma perché scusa, vestita così non sei alla moda? – mi domandò serio.

- Non ho detto questo. Ho solo detto che lavoro che per uno dei più importanti giornali al mondo, non posso permettermi di presentarmi in jeans e maglietta e poi mi piace fare un po’ e un po’ – gli risposi.

- Un po’ e un po’? – mi domandò non capendo.

- Un po’ sportiva come oggi, un po’ elegante come quando sono a lavoro – gli spiegai brevemente.

- Certo che per capire voi donne c’è ne vuole  - mi fece notare lui.

- Lo dico pure io – intervenne Ej facendoci sorridere.

Parlava come un ometto che aveva già conosciuto tante cose della vita, quando in realtà viveva ancora dentro una bolla di vetro che faticosamente avevo costruito intorno a lui e alla sorellina.

Non aveva idea di quanto difficile fosse la vita, di quanto duro fosse il mondo, ma mi piaceva osservarlo con i suoi occhi, con gli occhi di un bambino che vede tutto colorato.

- E io per l’ennesima volta vi do la stessa risposta. Le donne vanno amate, non capite – gli risposi mentre tutti sorrisero visto che quella frase era diventata una sorta di mio motto per la vita.

- Mamma stasera andiamo al luna park? – mi chiese poi Lizzie sorridendomi.

- Mmm, ci devo pensare – le risposi evasiva, ma con tono dolce.

- E se ti faccio assaggiare il mio buonissimissimo gelato? – mi propose consapevole che adoravo anche io quei gusti e che ogni tanto gliene rubavo qualche cucchiaiata.

- Se la metti così... – iniziai a dire prima di rubarle un po’ di gelato – direi che si può fare. Affare fatto – le dissi sorridendole.

- Evvai stasera ci divertiamo – disse Ej alla sorella schioccandole un bacio sulla guancia e sporcandola tutta.

Lei, però, non se la prese più di tanto, del resto adorava le attenzione del fratellino.

Le pulì una guancia e poi riprendemmo a parlare tranquillamente.

A occhi estranei potevamo sembrare una famiglia felice e in fondo lo eravamo anche se la nostra non era proprio una famiglia a tutti gli effetti.

Quello che i gemelli consideravano loro zio era il mio migliore amico, colui che in tutti quegli anni gli aveva fatto da tutto: da zio, da nonno, da amico e in qualche modo anche da papà.

Ricordavo ancora il periodo in cui i bambini erano nati da poco più di due mesi e io e Jake avevamo provato a stare insieme.

Ci eravamo riusciti per ben due mesi poi avevamo lasciato perdere rendendoci conto che il nostro rapporto funzionava meglio, ma molto meglio da amici.

Quando ripensavamo a quei due mesi non riuscivamo a trattenere una risata considerato che ci sembrava troppo folle la cosa.

Nonostante questo, però, dovevo ringraziare quel periodo poiché ci aveva unito ancora di più, ci aveva unito in un rapporto indissolubile che difficilmente si sarebbe mai potuto scindere.

I bambini erano consapevoli che Jake non era davvero loro zio, ma amavano chiamarlo così perché pur non essendolo biologicamente per loro era come se lo fosse.

Io e Jake eravamo l’unica famiglia che loro conoscevano.

Loro avevano una mamma che gli faceva anche da papà, da nonno e nonna.

Avevano Jake che gli faceva da zio, da zia e da migliore amico.

Avevano due persone che li amavano senza riserve e che loro due ricambiavano in pieno.

Sentì squillare il cellulare e dopo averlo preso notai che era l’ufficio così risposi subito, probabilmente era urgente se Ashley mi chiamava durante il mio giorno libero.

- Pronto? – dissi non appena schiacciai il tasto verde.

- Signorina Swan, scusi se la disturbo – esordì Ashley con fare cortese.

- Non preoccuparti dimmi – le risposi cordiale.

- Dovrebbe venire in un ufficio, c’è un problema – mi disse.

- Che tipo di problema? – le chiesi curiosa.

- Niente che debba preoccuparla. È solo che c’è una donna che chiede di lei e non ha intenzione di lasciare lo studio fino a quando non avrà parlato con lei – mi spiegò brevemente.

- Si tratta di lavoro? – chiesi non riuscendo a capire di chi si potesse trattare.

- Non ne ho idea. Non ha voluto dirmi nulla. Ha solo detto che deve parlare con lei. L’ho avvisata che questo era il suo giorno libero e di passare domani, ma non ha voluto sentire storie. Ha detto che deve parlarle adesso. Si è piantonata in sala d’aspetto e non si più mossa da due ore. Così sono stata costretta a chiamarla – mi informò in modo gentile marcando sul fatto che non era colpa sua.

- Ok Ashley, non preoccuparti. Non serve che ti giustifichi. Avvisa la donna che fra una mezz’oretta sarò lì. A dopo – le risposi chiudendo la telefonata e posando il telefono in borsa.

Non riuscivo a capire chi potesse essere che aveva così urgenza di parlarmi.

- Che succede? – mi chiese Jake.

- Una donna si è piantonata in redazione. Vuole parlare con me e a quanto pare non ha intenzione di andarsene prima di non averlo fatto – gli spiegai.

- Mamma devi andare a lavoro? – mi chiese Lizzie rattristandosi.

- Si tesoro, è un’emergenza – le risposi.

- Ma oggi è il tuo giorno libero. Dovevamo stare insieme, andare al luna park – mi ricordò Ej.

- E ci andremo tesoro, promesso. Corro a vedere che succede e poi torno e andiamo dove volete, ve lo giuro – gli dissi.

- Giurin giuretto? – mi domandarono tutte e due all’unisono.

- Giurin giuretto e mano sul cuore – gli risposi come facevamo sempre quando facevamo un giuramento.

- Ok, allora ti crediamo – mi dissero pulendosi il muso con un fazzoletto di carta e venendo a darmi un bacio.

- Jake ti dispiace se… – stavo provando a dire.

- No, non mi dispiace per nulla. Te li guardo io, tranquilla. Corri a vedere cosa vuole questa pazza e poi torna che il luna park ci aspetta – mi disse facendo l’occhiolino ai bimbi.

- Grazie, sei un tesoro – gli risposi dandogli un bacio sulla guancia per poi darne un altro ai miei bimbi.

Presi la borsa e fermai un taxi indicandogli la strada della redazione.

Non riuscivo a immaginare chi potesse essere.

In una ventina di minuti arrivai a destinazione e dopo aver pagato il taxista entrai in redazione prendendo l’ascensore e spingendo il bottone numero 23.

Quando le porte dell’ascensore si aprirono mi diressi subito da Ashley che mi guardava con fare dispiaciuto.

- Mi scusi se l’ho chiamata, ma davvero non potevo fare altrimenti. Quella donna è impossibile – mi disse lei prima ancora che io la salutassi.

- Non fa niente Ashley, davvero. Comunque dov’è? – le chiesi.

- È andata a prendere un caffè, ma mi ha intimato di non cantare vittoria perché sarebbe tornata prima che avessi compiuto il mio centesimo respiro – mi spiegò lei.

- Lo sai com’è fatta. Quando si mette in testa qualcosa non c’è verso di farle cambiare idea – disse una voce alle mie spalle, una voce che non sentivo da tantissimo tempo, ma che avrei riconosciuto fra mille.

Mi voltai verso la voce e mi resi conto che non mi ero sbagliata.

A pochi passi da me, un ragazzo alto, muscoloso, dai capelli castano chiaro e dai grandi occhi verdi mi sorrideva felice.

- Jasper? – chiesi stupita di vedermelo lì a meno di un metro di distanza.

Jasper, il mio vecchio amico Jasper (à il link di Jasper: http://yfrog.com/0mjasperauj ).

- Proprio io, in carne ed ossa – mi rispose avvicinandosi e abbracciandomi calorosamente.

Non potei fare a meno di ricambiare quell’abbraccio, poiché mi era mancato in modo inspiegabile.

Quando ci staccammo il suo sorriso sembrava ancora più brillante.

- Mamma mia quanto mi sei mancata – mi disse poi.

- Anche tu, un sacco – gli risposi sincera.

- Beh vedo di andare a recuperare quella pazza della mia futura moglie e torniamo da te – mi disse poi baciandomi un guancia e sparendo dalla sala.

Alice era lì, con Jasper, nel mio posto di lavoro.

Ero contenta?

Potevo davvero non esserlo?

- Lei li conosce? – mi chiese poi Ashley che aveva assistito alla scena.

- Si, molto bene. Vado nel mio ufficio, quando tornano falli entrare – le dissi sorridendole.

Mi avviai nel mio ufficio e mi sedetti sulla poltrona.

La mia attenzione venne colpita dalle due cornici che c’erano sulla scrivania.

Una che ritraeva me e Jake in un campo di grano (à il link della foto: http://yfrog.com/j3foto1fxj ).

Ricordavo perfettamente il giorno in cui ci eravamo fatti quella foto.

Due anni prima quando per festeggiare il mio nuovo lavoro per la rivista Vogue eravamo andati insieme ai bimbi a fare un picnic in campagna.

Ci eravamo divertiti un sacco quel giorno.

L’altra foto, invece, ritraeva i miei due gemellini, Ej e Lizzie, quando avevano ancora dieci mesi (à il link della foto: http://yfrog.com/izfoto2pnj ).

Guardando quella foto un sorriso nacque spontaneo sul mio viso.

Quei due bimbi erano stata la mia benedizione.

Presi quest’ultima foto e la riposi dentro il primo cassetto, pronta a posizionarla di nuovo al suo posto quando Alice e Jasper se ne fossero andati.

Passarono cinque minuti poi una bellissima ragazza dai lunghi capelli castani e gli occhi un misto tra il verde scuro e il blu notte si scaraventò come una furia  nel mio ufficio ritrovandomela cinque secondi dopo tra le mie braccia (à il link di Alice: http://yfrog.com/1saliceozj ).

Ricambia la stretta vigorosamente e solo allora realizzai davvero quanto lei mi fosse mancata.

Era sempre stata la mia dose quotidiana di aria fresca e per tanto tempo non avevo potuto bearmi della sua presenza come avrei voluto fare.

Dopo minuti interminabili ci staccammo e, dopo un “mi sei mancata” pronunciato all’unisono da entrambe, lei andò a sedersi sulla sedia di fronte alla scrivania accanto alla seduta in cui già Jasper aveva preso posto.

- Mi scusi signorina Swan, ma non ha voluto darmi il tempo di annunciarla – mi disse Ashley che era rimasta sull’uscio della porta.

- Non fa nulla. Alice è sempre la solita – le dissi sorridendole per poi posare gli occhi sulla mia migliore amica.

Sentì la porta chiudersi segno che la mia segretaria fosse uscita.

- Si può sapere che hai fatto ai capelli? – le chiesi guardandola e accorgendomi di quanto fosse diventata se possibile ancora più bella.

- Cambio di look. Come mi stanno? – mi domandò.

- Beh sono sempre stata abituata a vederti con i capelli corti, chiaro simbolo del tuo essere folletto. Non mi aspettavo di ritrovarti con i capelli così lunghi, però ti stanno da Dio, anche se l’aria da folletto c’è l’hai ancora – le risposi sorridendole mentre mi accorgevo di quanto i suoi capelli fossero lunghi.

Gli arrivano alla schiena, ma ero sempre bellissimi.

- Sono contenta che ti piacciano. Tu piuttosto, finalmente segui i miei consigli in fatto di moda – mi disse lei squadrando il mio modo di vestire.

- Beh volente o nolente lavoro in una rivista di moda, non potevo fare altrimenti – le risposi contenta di vederla davvero felice.

Lei mi sorrise e lo stesso fece Jasper, poi seguì un breve istante di silenzio.

- Allora a cosa devo l’onore di avervi qui? – chiesi stupendomi di essermi trovati lì.

In fondo in cinque anni non erano mai venuti.

- Volevamo essere sicuri che ti fosse arrivato l’invito al matrimonio – mi spiegò in poche parole Jasper mentre Alice sembrava scrutarmi alla ricerca di qualcosa.

- Si, è arrivato ieri sera, ma ho letto la lieta novella solo stamattina – gli risposi soffermandomi sull’espressione di Alice che non era del tutto convinta.

- Verrai? – mi domandò poi fissando intensamente i miei occhi.

Ci sarei andata?

Ovviamente non avevo nessuna intenzione di andare a Jacksonville e forse dall’espressione che Alice aveva messo su se lo aspettava.

In fondo lei sapeva il vero motivo per cui ero diventata allergica a quella grande città.

Jacksonville portava un secondo nome, Edward Cullen, e io non avevo intenzione di rivederlo.

Negli ultimi cinque anni ogni tanto ero andata a trovarli per non più di due giorni, anche se adesso aveva più di due anni che non facevo loro visita e ciò aveva un semplice motivo.

Edward era tornato.

Era stato via da Jacksonville per tre anni e da due anni a questa parte era tornato dalla sua famiglia.

Da allora non ero più andata lì, non potevo correre il rischio di vederlo.

- Allora? – mi domandò Alice vedendo che non accennavo a rispondere.

Dovevo trovare una scusa plausibile al mio rifiuto, anche se dubitavo che con Alice davanti il mio rifiuto sarebbe stato facile da pronunciare.

Eppure dovevo farlo.

Avanti Bella elabora una scusa, una scusa che sia plausibile.

Adesso anche la mia coscienza mi parlava, ma stavolta aveva ragione, dannatamente ragione.

 

 

…Adry91…

 

 

 

Risposte alle vostre recensioni:

 

- franz1000: Nel capitolo corrente viene spiegato chi sono i due angioletti, quindi non credo sia necessario ribadirlo qui. Comunque, sono molto felice che il capitolo ti sia piaciuto.

 

- bells84: Credo che nel capitolo si capisca chi è il padre dei due angioletti, ma non posso dirti altro. Se lui lo sa o meno lo scoprirai più avanti.

 

- giova71: Molte domande le tue, ma per adesso poche risposte. Abbiamo scoperto chi è il padre, quindi una tua domanda ha avuto risposta, per le altre dovrai aspettare qualche capitolo.

 

- dany 96: La tua domanda ha avuto risposta nel capitolo e devo dire che ci avevi azzeccato in pieno.

 

- manuelitas: Sono felice di sapere che segui tutte le mie storie e che ti piacciono, spero di non deluderti con questa. Non posso dirti se Edward è a conoscenza o meno dell’essere diventato papà, ma presto anche questa domanda avrà risposta.

 

- consu: Una parte delle tue domande hanno già avuto risposta nel capitolo, per le altre dovrai aspettare. Fra qualche capitolo tutto sarà più chiaro.

 

- ciuciu: Sono contenta che la storia ti piaccia, spero di non deluderti con i prossimi capitoli.

 

- Vale728: Mi fa piacere che la storia sia di tuo gradimento. Incrocio le dita sperando che anche i prossimi ti piacciano.

 

- gamolina: Beh diciamo che ho sempre amato i gemelli. Mi piacciono proprio.

 

- nanerottola: Sono contenta che la storia ti piaccia. Quanto a “Ricordare il passato” devo ancora scrivere il nuovo capitolo. Quando sarà pronto lo posterò, spero che non passi molto tempo.

 

- vanderbit: Credo che il legame tra Bella e Jacob sia stato chiarito e anche la relativa paternità dei due gemelli. Per tutte le altre domande dovrai aspettare qualche capitolo.

 

- eliza1755: Sono contenta che anche questa storia ti piaccia. Comunque la paternità dei bambini credo sia stata chiarita, i bimbi sono di Edward e come hai capito sono gemelli ed hanno cinque anni. Bella ne ha 25 ed Edward un anno in più, 26, ma andando avanti lo specificherò nel capitolo stesso. Per le risposte alle altre domande dovrai aspettare. Del resto come hai detto tu, altrimenti il bello dove sta?

 

- francesca 96: Vorrei specificare che in questa storia, come ho già scritto nell’introduzione, sono tutti umani, niente vampiri, niente licantropi o elementi leggendari vari. Quindi non ci sarà nessun imprinting e nessuno problema con il sole. Alcune tue domande hanno comunque trovato risposta nel capitolo, mentre per le altre dovrai aspettare un po’.

 

 

Un grazie di tutto cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento e recensite. Un bacio.

 

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Ancora in  corso:

 

·        UNITI DAL DESTINO (à il link della storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=465990&i=1 ).

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·        BISOGNA SBAGLIARE PER CONOSCERE LA VERITà  (à il link della storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=453783&i=1 ).

INTRODUZIONE: Bella vive a Phoenix da quando è nata e la sua vita ruota intorno ai suoi sei migliori amici: Alice, Rosalie, Emmett, Jasper, Jacob e Edward. Si conoscono fin da quando erano dei bambini, ma crescendo le cose cambiano e lei si ritrova solo con Jacob e Edward che sono iperprotettivi nei suoi confronti. Un giorno accade che Jacob si dichiara e in seguito le chiede di sposarlo. Lei accetta, ma lo ama davvero? Si certo, ma il suo non è amore, non quello vero almeno. Ed Edward? Cosa farà a questo punto? E se si accorgesse proprio ora che sta per perdere la persona più importante della sua vita? E se lei lo considerasse solo il suo migliore amico? E se invece non fosse così? La loro è solo amicizia? Si certo, ma non del tutto. Cosa succederà, allora? Bella sposerà Jacob? Forse solo da uno sbaglio si può scoprire la verità. Ma qual è questa verità?

 

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·        !?...“Quando l’amore ti cambia la vita”…!? (à il link della storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=394174&i=1 ).

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·        L’AMORE è MAGIA (à il link della storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=393144&i=1 ).

INTRODUZIONE: Bella è una semplice ragazza che vive a Phoenix. Ha un fratello e due sorelle gemelle. La sua vita ruota intorno ai Cullen, i suoi migliori amici, la sua seconda famiglia. E poi c’è Tay, il suo fidanzato, ma lei ne è davvero innamorata? La sua vita è perfetta come crede? Il ritorno in città di Edward, il suo amico di sempre, gli incasinerà la vita e presto si renderà conto che quell’amico con il quale non fa altro che litigare non è poi solo un amico. Le cose non saranno semplici e in una notte tutto si complicherà.

 

·        THE PRINCESS OF LOVE (à il link della storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=524454&i=1 ).

INTRODUZIONE: Bella è una ragazza alla moda che vive a Orange Country, con una storia difficile alle spalle, chiusa, ma allo stesso tempo ribelle verso gli altri incontra lui, Edward, un playboy da strapazzo, ribelle, odioso, presuntuoso, aggressivo, ricco e che non fa altro che dedicarsi con i suoi amici ricconi a feste mondane e al lusso più sfrenato. Riuscirà lei a lasciarsi andare all'amore? E lui? Riuscirà a mettere la testa a posto? E se tutto iniziasse ad andare x il verso giusto? Lei non sa, però, che un segreto alena dietro di lei, un segreto che lui non intende svelarle, non subito almeno, ma poi non sarà tardi? Una storia ricca di divertimento, scontri, ribellioni, ma amore, tanto amore. Sono tutti umani.

 

·        ORA E PER SEMPRE (à il link della storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=524454&i=1 ).

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