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Autore: Clovely    12/07/2010    8 recensioni
Gli occhi di Elena sono azzurri come il cielo. Quelli di Damon neri come la notte. E come si dice, gli occhi sono lo specchio dell'anima... Elena e Damon sono tanto diversi, ma nel profondo, sono molto simili. Una fan fiction su questi personaggi, e su una storia d'amore per niente sempilce, ostacolata da vampiri millenari e legami indissolubili. Tra amore e odio, la mia storia sul malvagio vampiro Damon, e la bellissima umana Elena. Vi prego, leggete e commentate!
Genere: Romantico, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Light and Darkness

Capitolo 12

Il viaggio era stato davvero lungo, tanto che la tolleranza della stessa Elena per gli aerei stava giungendo al limite.
Atterrarono in un posto vicino a Milano, una città molto importante in Italia, che Elena aveva sentito nominare soprattutto per le sfilate di moda e spettacoli importanti.
La ragazza era scombussolata quando scese dall’aereo, e non solo perché ovunque si girasse trovava tabelloni scritti in una lingua per lei quasi sconosciuta, ma anche per il fuso, e per la stanchezza. Infatti il suo corpo era intorpidito per le troppe ore passata seduta e quasi del tutto ferma. I suoi capelli erano un disastro e sentiva un forte bisogno di farsi un bagno.
Al contrario Damon sembrò riaccendersi quando uscì dall’aeroporto; respirò a pieni polmoni, cosa del tutto inutile per lui, e si aprì nel suo primo sorriso spontaneo da quando erano partiti. Anche il suo carattere, notò Elena con gioia, era tornato alla normalità.
«Direi che gli umani qui hanno bisogno di dormire un po.»
«E i vampiri non ne hanno bisogno?» Replicò Elena, guardando il panorama attorno a se, anche se vedeva solo traffico, mentre si dirigevano alla città di Milano.
Damon la guardò divertito, scompigliandole i capelli già troppo arruffati. «I vampiri avranno altro da fare stanotte. Non sono venuti qui in vacanza, sai. Devono indagare
Elena si strinse nelle spalle, palesemente dispiaciuta. Avrebbe voluto passare almeno una sera assieme a Damon, al di fuori dell’aereo, ovvio.
Scesero dalla metropolitana, ma prima di salire le scale per tornare alla superficie, Damon la bloccò per il braccio.
«Ora siamo in quella che tutti chiamano piazza del Duomo. Il Duomo di Milano, è abbastanza famoso, no?»
Elena annuì distrattamente, mettendo da parte la stanchezza, perché aveva sempre voluto vedere un paese al di fuori dell’America. Una volta era stata in Francia, ma mai in Italia.
Salirono i luridi scalini ed Elena rimase affascinata da ciò che vide: una costruzione imponente si stagliava, alta diversi metri, su una grande piazza piena di gente. Il cosiddetto Duomo era davvero imponente. Damon sembrava soddisfatto della reazione di E lena.
«Sai che il tuo è un nome italiano, vero?»
Elena annuì, e sorrise, continuando a guardarsi attorno. Sotto dei lunghissimi portici poteva vedere centinaia di negozi.
«E quella cos’è?»
«Quella è la Galleria. Ma ora non c’è tempo per visitare. Andiamo in albergo, ti devi riposare.»
Elena decise di non contraddirlo, perché era davvero troppo stanca. Si fece trascinare da Damon per le vie affollate ed illuminate della città, che sembrava non voler dormire. Elena si ricordò che quel giorno era un sabato.
L’albergo non era lontano dal centro, ed era molto raffinato. E di lusso, ma scommetteva che Damon poteva permetterselo. Non capì una parola di ciò che Damon e gli addetti dell’albergo si dissero, fatto sta che solo qualche minuto dopo si ritrovò in una specie di suite super lussuosa, con Damon e i loro piccoli bagagli.
Il letto era grande e morbido, pieno di cuscini invitanti, ma Elena aveva un priorità: lavarsi.
Si diresse verso la sala da bagno, che era davvero enorme e dotata di una vasca. Prese la sua trousse dalla borsa, guardandosi attorno.
«Non vuoi dormire?»
Elena lo guardò con scherno. «Prima mi devo dare una ripulita.» Prese tra le dita una ciocca di capelli increspati e pieni di nodi. Damon parve essere d’accordo.
«Allora mentre tu… ti dai una ripulita, vado a sbrigare alcune faccende.»
Elena non volle indagare oltre, ma entrò nella spaziosa sala, e stava per chiudere la porta, quando urlò:
«Damon!» Lui la sentì anche se aveva già chiuso la porta della stanza. Si precipitò in bagno, pensando di trovare chissà che cosa, ma Elena era semplicemente in piedi, e guardava con un espressione assonnata un oggetto.
«E quello cos’è?»
Damon seguì il suo sguardo, e  poi scoppiò a ridere. Le cinse le spalle. «Quello principessa, è un bidè.»
Elena gli rivolse uno sguardo interrogativo.
«Un giorno forse ti spiegherò a che serve. Ora stai tranquilla.» Le posò un lieve bacio sulle labbra, prima di uscire dalla stanza.
La ragazza lanciò un ultimo sguardo a quello strano oggetto, prima di riempire la vasca d’acqua calda. Fece in modo di creare una vaporosa schiuma profumata, poi si spogliò da quei vestiti sporchi a appiccicosi, per immergersi nella vasca. Tirò finalmente un sospiro di sollievo, immergendosi completamente. 

Quando Damon tornò in stanza Elena ancora non dormiva, ma era sdraiata sul letto, con una candida camicia da notte bianca addosso, e lottava con le sue palpebre, cercando di non farle chiudere.
La sua pelle era tornata liscia e candida come un petalo di rosa, e i suoi capelli erano di nuovo del colore dell’oro e lisci come l’olio, senza nodi o segni di crespo.
Era tornata la solita, splendida Elena Gilbert.
Quando entrò nella stanza, i suoi occhi dai colori dei lapislazzuli lo catturarono, e lei si mise a sedere.
«Che ci fai ancora sveglia principessa?»
«Aspettavo te.» Disse lei sbadigliando, il volto sconvolto dalla stanchezza.
«Sono qui.» Damon si sedette al suo fianco, facendola sdraiare sul confortevole materasso. La sua testa affondò nei morbidi cuscini, e i suoi lunghi capelli si poggiarono a ventaglio, sparsi tutt’attorno a lei sul letto. Una visione irresistibile per Damon, che tuttavia dovette lottare contro se stesso per restare impassibile. Non era il momento per scambi di sangue o cose simile, era troppo stanca.
I loro occhi erano ancora incatenati, e i due si fissavano senza parlare.
Elena si rese conto che quella era la prima volta che stavano davvero da soli (a parte in aereo). Avrebbe voluto essere romantica, ma non ci riusciva. Voleva solo dormire.
Damon si chinò su di lei, sfiorandole le candide labbra con un bacio leggero, che lei riuscì a stento a ricambiare.
Le sfiorò la guancia, guardando per un’ultima volta quegli occhi così intensi, mentre le palpebre si chiudevano lentamente.
«Dormi, mia principessa, domani ci aspetta un altro lungo giorno.»
«’notte ‘amon.»
Damon sorrise nell’oscurità, mentre Elena si accoccolava al suo fianco, cedendo velocemente al sonno. Rimase li qualche istante, beandosi di quel momento, ma poi la scostò con delicatezza, e si alzò.
Per il vampiro era ora di agire. Doveva cacciare, impresa che sarebbe stata facilissima, pensò, guardando il paesaggio al di fuori delle vetrate. C’era davvero tanta gente in giro.
La seconda cosa era procurarsi una macchina. Altra faccenda semplice.
La terza era scoprire dove si fosse cacciato quell’ingrato di suo fratello. E forse questo avrebbe potuto dargli qualche piccolo problema, niente di non risolvibile, non per lui.
Uscì dalla stanza, e silenzioso si tuffò nelle vie della città ancora sveglia. 

Il mattino dopo, quando si svegliò, Damon era nella stanza, in piedi davanti alla finestra. Al fianco del letto c’era un vassoio pieno di cibo. Quando Damon si accorse che Elena si era svegliata, le si avvicinò, salutandola con un grosso sorriso.
«Buon giorno principessa. Penso che tu abbia fame.»
Ed era così. «Che ore sono?»
«Le undici e trenta di mattina.»
Elena iniziò a mangiucchiare dal vassoio, mentre Damon si sedette al suo fianco.
«Hai voglia di starmi a sentire?»
«Ho sempre voglia di starti a sentire.» Elena prese subito la tazza di caffè fumante e un cornetto alla marmellata.
«Allora devo dirti un paio di cose. Purtroppo non ci saranno altre occasioni per visitare la città. Ce ne andremo quando tu avrai finito di prepararti.»
«Cosa?»
«Ho rimediato una macchina, ci sposteremo con quella.»
«E dove dobbiamo andare, esattamente?» Elena finì con un altro morso la brioche, poi prese dei biscotti.
«Ho scoperto che mio fratello ha vissuto qui, qualche anno fa. Poi si è trasferito in una città poco distante da qui, Pavia. Ma dopo lo zuccone ha deciso di tornare a casa.»
«Vuoi dire che…»
«Esattamente, è tornato a Firenze. Ed è li che noi andremo. Dopo parecchi secoli ha ritenuto di potersi recare là senza essere riconosciuto. Probabilmente si spaccerà per il figlio di un qualche sconosciuto parente. E se non mi sbaglio, so già dove andare a cercarlo.»
«Quindi il viaggio ricomincia.» Elena finì di mangiare, poi si affiancò a Damon.
«Esatto. Ma non è tutto. Non è da solo. Ogni cosa che ha comprato, era per due.»
La ragazza si alzò e prese dei vestiti puliti dalla borsa. «Allora mi cambio, e poi partiamo.»
Damon annuì, alzandosi anche lui. Si avvicinò ad Elena, posandole le mani sulle spalle e fissando quegli occhi magnetici.
«Mi dispiace che tu debba subire tutto questo. Ma una volta trovato il mio fratellino, saremo un po
tranquilli. Tu lo sarai, io sarò impegnato nelle mie indagini.»
«Così sei diventato un investigatore?»
Damon ridacchiò, lasciandola andare. «Scendo a pagare, poi ti aspetto fuori sulla macchina.»
Elena si cambiò in fretta, raccogliendo tutte le sue poche cose. Diede un’ultima occhiata alla stanza, stringendo la borsa, poi uscì, sbattendo la porta alle sue spalle.
Salutò gli addetti dell’Hotel, poi uscì. Rimase paralizzata nel vedere una ferrari nera, identica a quella che avevano lasciato all’aeroporto, parcheggiata proprio davanti all’Hotel. Ma non era la stessa, la targa era decisamente italiana. Un gruppetto di persone la fissava da lontano, ammirando la costosa macchina scintillante.
Salì in fretta al posto del passeggero, mentre il gruppetto di persone fissava la giovane e stupenda ragazza che saliva nella favolosa auto.
«Non ti chiedo dove hai recuperato questa macchina.»
«Vedo che inizi a conoscermi.»
Entrambi sorrisero, mentre Damon partì. Dopo poco tempo si erano già lasciati alle spalle Milano. 

Arrivarono a Firenze nel tardo pomeriggio, dopo aver fatto alcune soste. Elena scese dalla macchina, trovandosi davanti ad una villa favolosa. Non si sorprese che Damon e la sua famiglia vissero in un posto come quello. Era un posto enorme, in perfetto stile rinascimentale. Oltre all’elegante cancello Elena poteva vedere moltissimi alberi e un’infinità di aiuole e fiori di ogni tipo.
Al centro del parco vi era un fontana in marmo perfettamente funzionante. La scalinata d’ingresso portava ad un portone in elegante legno massiccio.
La ragazza era emozionata solo all’idea di entrare, ma quando azzardò un passo avanti, Damon la bloccò.
«No, no, no, no. Tu aspetterai qui
«Cosa? Non ci penso nemmeno! Io voglio entrare.» La ragazza lo sfidò con lo sguardo, ma lui fu irremovibile, e alla fine Elena si arrese, riconoscendo che Damon aveva ragione.
«Se ti vedesse piombare li senza preavviso morirebbe d’infarto. Ti sei dimenticata a chi assomigli, principessa?»  
Elena chinò il capo, rammaricata. «Hai ragione. Fa in fretta però.»
Damon annuì, e poi si intrufolò nella proprietà dei Salvatore. La sua casa.
Non era cambiata di una virgola dall’ultima volta che l’aveva vista. Ricordi dolorosi riaffiorarono nella sua mente, ma lui li scacciò, focalizzando il suo obiettivo.
E lo sentiva, suo fratello. Era nel salotto. Damon si ricordava alla perfezione ogni stanza, ogni scala, ogni sgabuzzino di quella casa.
Si appoggiò alla porta aperta del salotto, e lo vide, di schiena, che sistemava alcune carte.
Da quanti anni non lo vedeva? Non si ricordava nemmeno più.
Ed era cambiato, proprio come era cambiato lui.
Ci mise un’eternità ad accorgersi di lui, segno che, come nel passato, non aveva rinunciato alla sua dieta. Patetico. Pensò Damon, sorridendo.
Lui si voltò, e rimase a bocca aperta. Un libro gli cadde dalle mani, schiantandosi al suolo con un tonfo sordo. Il resto fu silenzio.
Damon sorrideva. Stefan sbatteva le palpebre incredulo.
Strano che, dopo secoli, si fossero rincontrati proprio li, dove tutto era iniziato.
Dove tutto era finito.
«Damon?»
«Allora mi riconosci! Ciao, fratellino.»
Stefan fissava allibito suo fratello. A casa Salvatore regnò il silenzio.
    

Note d’autore:
Salve fedeli lettrici! E rieccomi qui, con un nuovo capitolo della mia storia! Spero vi sia piaciuto, e come ogni volta, spero di non avervi deluse!!!
Questo è stato un po più lungo di quello vecchio, anche se ancora non accade nulla di particolarmente rilevante.
Finalmente i due fratellini si rincontrano. Chissà che succederà ora ai nostri cari Damon ed Elena… mah! xD Vi dico solo che nel prossimo capitolo scopriremo qualcosa in più su Stefan, e sui secoli che ha vissuto dalla sua separazione con Damon.
Ah, e vorrei chiedere scusa se non recensisco le fan fiction che sto seguendo, ma con la chiavetta è già tanto che riesco a pubblicare! Quando tornerò tranquilla mi metterò in pari, promesso!
Passiamo ai ringraziamenti:

- Samirina: grazie mille per le gentilissime recensioni!!! Sono felice che ti piaccia la mia storia, spero di non deluderti con i prossii capitoli!!! Ah, e grazie anche per i constrolli grammaticali! ;) baci!!!
- Razieletta_95: grazie mille per la recensione!!! Ahahah, è vero, povero Damon!!!! xD Spero ti piaccia il capitolo!!! Baci!!!! :)
- biafin:  eh... invece no! Stefan non lo consoce! Ma si capirà meglio nel prossimo capitolo! Per adesso non mi resta di ringraziarti per recensioni!!! Grazie mille!!! Baciiii!!! ;)
ila_D:  non preoccuparti, non abbandonerò mai quedsta fic! Soprattutto grazie alle persone stupende che la recensiscono!!! Ahaha, non ami troppo Stefan, eh?!?! xD Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo! Bacioni! =)
- Deliah: non ti preoccupare, anche io ci metto motlo ad aggiornare, e non riesco nemmeno a recensire, purtroppo! :(  No no, non abbandonerò mai la storia! ^^ Grazie mille per i complimenti, sei troppo gentile! E aggiungerei che nemmeno tu ami troppo Stè!! ahah! xD spero ti piacciano anche i prossimi capitoli! *-* un bacioneone!!! :)
- KeLsey: grazie per la recensione!!! Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo!!! Allora... io non ho msn, purtroppo... uff... tu hai facebook?? Ad ogni modo, appena riesco, ti mando una mail, ok?? Baciiii e grazie!!! ;)
- _Delena_:  grazie per la recensione!!! A quanto pare molte di voi non vedono di buon occhio il povero Stefan!!! xD ahahah!! Davvero scrivi libri? Nono, non lo sapevo!! Che bello!!! *-* E poi, nella mia storia su Dark Visions ho scritto dei ringraziamenti alla fine, se vuoi leggili! Anche perchè non ricordo bene cosa ho scritto... o.O ahaha!! Bè, grazie di nuovo!!! Baci bacioni! :)
- clixa: ciao bella!! Grazie per la recenzione!! ^^ nono, Damon non può fare brutta figura!! xD spero ti sia piaciuto il capitolo! E per sapere che succederà.... eh... chissà... bisogna attendere! xD Baci e grazie! :)

E per rispondere ad una domanda comunitaria: chi lo sa cosa accadrà tra Elena e Stefan?! Mah, si scoprirà solo leggendo! xD
Ancora grazie e tutte, vi adoro!!!
Al prossimo capitolo!!!
Cecy

   
 
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