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Autore: LauraStark    13/07/2010    2 recensioni
Introduzione modificata. E' vietato l'uso del tag br all'inizio e/o alla fine dell'introduzione.
Rinoa81, assistente amministratrice.

I protagonisti sono i figli del magico trio e di altri personaggi presenti nella saga di Harry Potter, e questa FF parlerà di avventure e amori che attendono questa New Generation. E' la prima volta che scrivo una FF su HP ma spero che possiate apprezzarla :) l'inizio del nuovo anno scolastico apre questa storia e i nostri giovani eroi dovranno cavarsela tra guai, nuovi professori poco simpatici e sfide che metteranno alla prova i rapporti tra i vari protagonisti.. non voglio svelarvi altro.. per il momento, vi auguro buona lettura!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi tornata :) grazie per le recensioni e anche a chi si è semplicemente segnato la storia ♥
Elys: Ti ringrazio molto! Per ora diciamo che è abbastanza banale, ma spero che col tempo diventi più interessante ;)
Mayetta: Non so se pensi che sia successo qualcosa di interessante, ma spero tu gradisca lo stesso XD
DiraReal: Già il fatto che ti prendi il disturbo di commentare mi rende felice, considerando quanto apprezzo il tuo modo di scrivere e le tue FF ;) Sì forse nel primo capitolo sono stata un po' precipitosa e forse avrei potuto scriverlo meglio :P ma sono contenta almeno di non aver annoiato! Spero che questo sia leggermente migliore xD
E ora, buona lettura!

CAPITOLO DUE


Lo Smistamento fu scarsamente seguito da James e i suoi amici, che preferirono di gran lunga trascorrere il tempo ad escogitare nuovi modi per mandare fuori di testa il vecchio custode, Gazza, che in quel momento stava seduto di fianco alla nuova insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, una certa Tracy Hewett. Quest’ultima aveva un’aria molto poco amichevole, con quelle sopracciglia alte, gli occhi ridotti a fessure e i lineamenti tremendamente spigolosi. Sicuramente non sarebbe andata molto d’accordo con la tempra vivace del giovane trio. James ascoltò distrattamente i discorsi di Fred e Chris, lasciando vagare lo sguardo attorno alla Sala Grande, osservando i volti più o meno noti degli altri studenti: al tavolo dei Corvonero intravide i gemelli Lorcan e Lysander Scamander, figli di Luna Lovegood, grandissima amica di famiglia, e anche gli argentei capelli di Dominique, sua cugina, il cui fratello gemello, Louis, apparteneva invece a Grifondoro; al tavolo dei Serpeverde, invece, circondato dagli sguardi adoranti dei suoi compagni, sedeva Scorpius Malfoy. Per quanto la gente pensasse che loro due si odiassero a causa del passato dei rispettivi padri, James non provava nulla verso il giovane Malfoy, se non una pacata indifferenza. Non avevano mai parlato molto tra loro, considerando che Scorpius aveva un anno meno di lui, ma quelle poche volte che gli era capitato di parlarci, durante gli allenamenti o le partite di Quidditch, aveva pensato che fosse un normalissimo ragazzo con la sfortuna di avere un padre poco simpatico. Anche lui riscuoteva un discreto successo con il pubblico femminile: capelli di un biondo quasi bianco e occhi grigi come il padre, ma i lineamenti erano in qualche modo più dolci e lo sguardo non esprimeva altezzosità o disgusto come invece succedeva nel padre e, per quanto gli era stato detto, anche nel nonno. Era alto e slanciato ed era il Cercatore della squadra di Quidditch di Serpeverde, mentre James era Cacciatore, e Capitano, della squadra di Grifondoro. Distolse lo sguardo dal tavolo Serpeverde e osservò con tenerezza la sorellina dare il benvenuto alle matricole. Era una ragazzina sempre pronta al sorriso e ad aiutare gli altri, ed anche piuttosto intelligente; suo fratello Al era coinvolto in un’animata conversazione con le cugine Rose e Lucy, che sembravano divertirsi a coalizzarsi contro il ragazzo per farlo andare fuori dai gangheri. Non che fosse un’impresa facile, considerata l’indole pacata di Albus. Sorrise tra sé e torno a far vagare il proprio sguardo, finché non si rese conto di essere osservato. I suoi occhi saettarono verso il tavolo dei Corvonero e trovò un paio di occhi scuri, o almeno sembravano così, da lontano, intenti ad osservarlo intensamente. La ragazza distolse lo sguardo quasi subito, tornando a chiacchierare con una compagna. Aveva i capelli colore del miele, ma vi erano dei riflessi leggermente più chiari dove la luce li colpiva; le scendevano morbidi sulle spalle, lunghi fino alla vita, avvolti in voluminosi boccoli, e incorniciavano un bel viso, dagli zigomi alti, il naso piccolo e leggermente all’insù e labbra sottili ma ben disegnate. James si chiese chi fosse, dato che non gli sembrava di averla mai vista nei cinque anni passati ad Hogwarts. Si ripromise di domandare a sua cugina Dominique, alla prima occasione, se sapesse chi fosse quella ragazza.

Una volta accompagnati i nuovi studenti nella Sala Comune, nella torre Grifondoro, e aver mostrato loro i dormitori, Rose andò a sedersi su una poltrona vicino al camino. Non aveva mai pensato di diventare Prefetto, anche se la cosa, doveva ammetterlo, la rendeva felice e orgogliosa. Era contenta di sapere che i professori e la preside stessa, la professoressa McGranitt, la ritenessero all’altezza del compito. Si chinò verso la propria borsa con un sorriso stampato sul viso, ne estrasse Storia di Hogwarts e si abbandonò alla lettura. Il volume era appartenuto alla madre e Rose l’aveva letto quasi una decina di volte. Non lo faceva per desiderio di essere la migliore, semplicemente era tremendamente affascinata da tutto quello che riguardava la scuola in cui studiava, e quel libro l’aveva aiutata tantissimo negli scorsi anni. Inoltre, trovava che fosse una lettura tremendamente piacevole. Prese a giocare con una ciocca dei proprio capelli, di un morbido castano come quelli della madre, ma molto meno ruffi e crespi, e lasciò scorrere gli scintillanti occhi azzurri sulle parole del libro. Era talmente concentrata che quasi non si rese conto che qualcuno si era seduto nella poltrona affianco alla sua. Voltò lo sguardo e incontrò un paio di occhi blu.
“Ciao Chris” disse con un mezzo sorriso, e arrossendo leggermente “Cosa posso fare per te?”
Il ragazzo le sorrise di rimando e si mise più comodo sulla poltrona.
“Cosa ti fa pensare che sia venuto qui per chiederti qualcosa?” disse osservandola di sottecchi.
“Chris, sei il migliore amico dei miei cugini, e raramente loro vengono da me per chiedermi come sto o per parlare del tempo.” rispose la ragazza con un sorriso affettuoso, pensando ai cugini.
“Beh, fortuna vuole che io non sia tuo cugino, infatti sono qui proprio per chiederti come hai trascorso le vacanze estive.”
Rose chiuse il libro e se lo appoggiò sulle gambe, rivolgendo uno sguardo incuriosito al ragazzo. Osservò i riccioli biondi e pensò che avesse davvero dei bei capelli. Allontanò immediatamente quel pensiero, sperando di non essere diventata color peperone.
“Sono andate abbastanza bene, tranquille direi” ci pensò su e ritrattò “Beh, ovviamente per quanto possano essere tranquille delle vacanze avendo come cugini James e Fred che passano gran parte del loro tempo a infastidire l’esistenza altrui.” concluse con un lieve sorriso. Il biondo rise, immaginando quanto i suoi amici avessero fatto dannare la ragazza e il resto della famiglia.
“Tu invece hai passato delle buone vacanze?” chiese cortesemente la ragazza. Chris pensò che era sempre così formale con le persone. La vedeva spesso ridere e scherzare con i cugini o con gli amici più stretti, ma quando rivolgeva la parola a qualcuno che non faceva parte di quella cerchia, era sempre molto distaccata, scostante.. sempre cortese certo, ma non si lasciava andare se non conosceva le persone davvero bene. “Sono andate bene anche le mie, nonostante a volte mi annoiassi un po’ senza i miei cari compagni d’avventure.”
“Immagino, considerato che vivete in simbiosi per 9 mesi!” disse lei alzandosi in piedi “Ora scusa ma credo proprio che andrò a rintanarmi nella mia stanza. Domani cominciano le lezioni e voglio essere riposata. Buonanotte Chris” gli disse con un sorriso. Il ragazzo le rispose con un cenno del capo e la osservò allontanarsi verso le scale che portavano al dormitorio delle ragazze.
Rose sentì lo sguardo del giovane puntato contro la sua schiena finché la porta del dormitorio non si richiuse alle sue spalle. Si lasciò cadere sul morbido materasso del suo letto a baldacchino, appoggiando distrattamente il libro sul comodino. Sapeva che Chris era vagamente interessato a lei. L’aveva saputo da James un giorno di quell’estate appena trascorsa, una delle tante volte in cui il cugino parlava prima di collegare il cervello alla bocca. Quando si rese conto di ciò che aveva detto, aveva pregato la cugina di non dire nulla e continuare come se nulla fosse. Chris era il tipico ragazzo che piaceva a tutte, senza eccezioni. Magari c’era quella che lo trovava solo bello ma non gli interessava relazionarsi con lui, ma comunque era apprezzato da tutto il genere femminile. Rose, ovviamente, non faceva eccezione. Affatto. Ma aveva un piccolo problema: era timida all’inverosimile. Certo, se era circondata da persone che conosceva bene o se si trattava di rispondere ad una domanda in classe, era la persona più spigliata del mondo. Ma quando si trattava di relazionarsi con i ragazzi, rischiava che il suo viso venisse scambiato per pomodoro molto maturo.
‘Questa spiega perché ho un stuolo infinito di cuori spezzati alle mie spalle’ pensò ironicamente la giovane. Non era affatto una brutta ragazza, anzi, era molto apprezzata dai ragazzi, anche se molto meno di quanto lo fosse la cugina Lilian, nonostante avesse solo 13 anni, ma Rose rifiutava di associare il proprio nome alla parola “attraente”. L’insicurezza era uno dei tanti tratti che gli aveva cordialmente passato suo padre. Quando erano bambini, lei, suo fratello e i cugini, si facevano spesso raccontare le numerose avventure vissute dai genitori e da zio Harry. Ne avevano combinate di cotte e di crude, senza dimenticare che avevano rischiato la vita almeno un migliaio di volte, soprattutto lo zio. Dai racconti era venuto fuori che Ron, oltre ad avere una terribile paura dei ragni, ereditata da Hugo, si sentiva sempre inferiore agli altri, essendo il più piccolo di sei figli maschi, tutti molto bravi a scuola o, comunque, popolari e apprezzati dai compagni. Inoltre il suo migliore amico era niente meno che Harry Potter, il Salvatore, colui che aveva sconfitto Voldemort tanti anni prima, mettendo finalmente fine al regno di terrore che era andato a crearsi. Rose adorava suo padre, la faceva sempre ridere e difficilmente si arrabbiava con lei o Hugo quando combinavano pasticci. Però avrebbe preferito di gran lunga possedere una dose in più di “Ho Fiducia Nelle Mie Capacità”. Avrebbe decisamente dovuto chiedere a suo cugino James dove la trovasse, perché lui, differentemente da lei, ne aveva anche troppa.

Il giorno dopo, a colazione, vi erano molte facce ancora mezze addormentate e chi per parlare usava degli eleganti grugniti. Come, ad esempio, James Potter. Aveva i capelli un po’ troppo lunghi e tremendamente arruffati, e di certo passarci le dita in mezzo ogni dieci secondi non aiutava a dargli un aria più composta. Era seduto tra Fred, anche lui ancora piuttosto addormentato, e Chris, intento a mangiare - no anzi, ad ingurgitare - enormi fette di pane tostato con la marmellata. Di fronte aveva suo fratello Al e sua sorella Lily: il primo sembrava tremendamente interessato al ciuffo che gli ricadeva sugli occhi, assumendo a tratti un’aria un po’ tonta e strabica; la seconda invece teneva con una mano una tazza, da cui sorseggiava distrattamente il the, mentre nell’altra teneva ben salda una copia de Il Cavillo. L’amica di famiglia Luna era la direttrice di quello strano giornaletto di cui Lily andava pazza e di cui ne riceveva la copia mensile gratuitamente, forse grazie anche alla sua bravura nell’adulare la gente. Luna era una donna estremamente intelligente, non per niente era appartenuta alla casa di Corvonero, ma quando la ragazzina, un giorno, cominciò a complimentarsi per le sue scoperte e il suo lavoro, la donna entrò in brodo di giuggiole e, lasciandosi andare ad un sorriso sognante, le promise che le avrebbe spedito una copia del giornale ogni mese. James non ci provava più a capire come funzionasse il cervello di sua sorella: le voleva un bene pazzesco ma ogni tanto sospettava che non avesse tutte le rotelle al posto giusto. Come Luna stessa, d’altronde.
“Buongiorno ragazzi.” una voce che ben conosceva riscosse il ragazzo dai suoi vaneggiamenti interiori. Rose si sedette al fianco di Albus, che la salutò con un enorme sorriso. James guardò verso l’entrata della Sala Grande e, neanche a farlo apposta, in quel momento entrò la ragazza bionda Corvonero. La osservò dirigersi elegantemente verso il suo tavolo, senza rivolgere il minimo sguardo al giovane. Non che si aspettasse che lo guardasse adorante o che inciampasse nei proprio piedi, catturata dal suo sguardo magnetico.. okay, forse un minimo se lo aspettava, considerando che di solito erano proprio quelli gli effetti che aveva sul gentil sesso. E sapeva di essere estremamente egocentrico e narcisista, ma erano tratti di lui che mandavano le ragazze in estasi. La ragazza si sedette, cominciando a mangiare e chiacchiera con delle altre ragazza. James decise di non aspettare di parlare con Dominique, e fece un fischio a Lily, per attirare la sua attenzione.
“Guarda che non sono un cane” osservò la ragazzina “Mamma e papà mi hanno dato ben DUE nomi, vedi di usarne almeno uno, grazie.”
“Per le mutande di Merlino, quanto sei permalosa! Comunque volevo chiederti se conosci una ragazza.”
Lily osservò il fratello, mantenendo un’espressione impassibile. Lui continuò.
“Ora, non voltarti subito di scatto e sii discreta.. la ragazza bionda, al tavolo dei Corvonero, che sta parlando con quella tipa brutta come uno degli Schiopodi di Hagrid.. la conosci?”
Rose gli lanciò un’occhiata infastidita.
“E’ proprio necessario che tu sia così sgradevole e maleducato?” disse al cugino, osservandolo come se lui fosse uno Schiopodo Sparacoda.
“Beh, sono sgradevole con chi ritengo tale.” rispose alla ragazza con un amabile sorriso.
“Superficiale, ecco cosa sei.”
“Oh, sta’ zitta Rosie. Allora Lily, la conosci?” chiese rivolgendosi alla sorellina. Lily si girò con nonchalance verso l’altro tavolo, guardando prima il soffitto e facendo cadere poi casualmente lo sguardo sulla ragazza. La osservò per dieci secondi, rigirandosi poi verso il fratello con un sorriso che suo padre avrebbe definito, ne era certo, un “sorriso malandrino”.
“Sì, la conosco, più o meno. Da come me ne ha parlato Dom, direi che è quasi la tua copia al femminile, solo un po’ più intelligente. O forse no.” Sorrise innocentemente “Comunque si chiama Sofia Deleo.”
“Deleo? Non mi pare molto inglese come cognome.” Osservò il giovane Potter.
“Ma che acume impressionante James.” Il ragazzo rivolse alla sorella una smorfia “Credo che suo padre sia italiano, venuto a vivere in Inghilterra quando era giovane o una cosa del genere. Non è che fossi realmente interessata a sapere chi fosse lei, comunque.” concluse con una smorfia molto simile a quella del fratello. James glissò sull’espressione della sorella e rivolse di nuovo lo sguardo verso la ragazza, che in quel momento stava ridendo di gusto ad una presumibile battuta di un giovane dalla chioma scura.
‘O forse ride per l’esplosione cutanea che ha in fronte. Probabilmente tutti quei brufoli potrebbero persino rivelare di essere in realtà una mappa delle costellazioni.’
“Comunque lascia perdere” disse improvvisamente Lily “E’ così piena di sé che probabilmente le serve un letto matrimoniale per poter contenere sé e tutto il suo ego. Non andreste sicuramente d’accordo.”
“Come mai così acida sorellina? Non avevi detto di conoscerla appena?” ghignò James osservando il broncio di Lily.
“L’ho detto infatti. Le mie sono tutte supposizioni, ovviamente.” Disse fulminandolo con lo sguardo. Poi tornò a concentrarsi sulla sua colazione, spalmando marmellata sulla fetta di pane tostato, immaginando che fosse in realtà il bel viso della Deleo.

Nel pomeriggio, a lezioni finalmente concluse, Al e Rose andarono a sedersi sotto una quercia, cercando di godersi gli ultimi giorni di sole prima che arrivasse il freddo. Il ragazzo si accomodo a ridosso dell’imponente tronco, osservando il Lago Nero stagliarsi di fronte a loro. La ragazza gli si sedette affianco, tenendo però la schiena ritta e osservando qualcosa - o qualcuno - in direzione della scuola. Albus le diede un’affettuosa pacca sulla spalla, facendola voltare verso di sé.
“Mi sembri pensierosa” osservò il giovane, guardandola negli occhi “Qualcosa che ti preoccupa?”
“No no, assolutamente!” rispose Rose, forse un po’ troppo in fretta per essere credibile. Difatti Albus inarcò un sopracciglio, per niente convinto della risposta della sua migliore amica. Quest’ultima sbuffò, distogliendo lo sguardo da quegli occhi verdissimi.
“Va bene, diciamo che potrei..” si bloccò, mordendosi il labbro inferiore. Lo faceva sempre, quand’era nervosa “Oh Al, mi sembra una cosa così.. frivola!”
Albus la osservò qualche istante, cercando di trattenere una risata. Sua cugina non era contenta se non usava un gergo più ricercato.
“’Sciocca’ sarebbe andato bene comunque” le sorrise affettuoso, quando lei si girò a guardarlo esasperata. “Scherzi a parte, dubito che qualcosa che ti riguardi possa essere definito frivolo. Quindi, sputa il rospo.”
Lei lo guardò qualche istante, continuando a tormentarsi il labbro.
“E’ che.. credo.. non ne sono certa eh.. ma penso di..” era arrossita tutta d’un colpo “Penso di essermi presa una cotta.. per un ragazzo, intendo.”
Al non rispose subito, pensando fosse abbastanza ovvio che si trattasse di un ragazzo. Di certo non si stava riferendo ad una delle orribili creature che propinava loro Hagrid.
“..E cos’è che ti impensierisce e ti fa credere di essere frivola?”
Rose lo guardò come se la stesse prendendo in giro.
Questa è la cosa a cui mi riferivo. E se osi metterti a ridere giuro su Merlino che ti strozzo.”
Aggiunse in fretta, notando l’espressione divertita dell’amico.
“No no, prometto di non ridere” si affrettò a dire il giovane, tossicchiando e cercando di trattenersi dal farlo “Solo che, sinceramente Rosie.. non ci vedo assolutamente nulla di male. Hai 15 anni, credo sia piuttosto normale che cominci ad interessarti ai ragazzi.” osservò cauto il ragazzo.
“Tu hai la ragazza? O meglio, sei interessato a qualcuno?” chiese lei, sperando ovviamente di ricevere una risposta affermativa.
“Beh no, non in questo momento. Ma l’anno scorso mi sono preso una cotta pazzesca per Juliet Vandom, di Tassorosso.”
“E ti sei dichiarato?” chiese lei, guardandolo di sottecchi. Lui le rivolse uno sguardo a metà tra lo stupito e il divertito.
“Rose, io sono timido quanto te” ci pensò su un attimo “Okay, forse non proprio come te in effetti. Tu sei tipo la reincarnazione della timidezza. Ma non ne avrei mai avuto il coraggio. E anche se ci fossi riuscito, tu saresti stata la prima - se non l’unica - ad averlo saputo. Comunque poi lei si è messa assieme a Cory Harter.. ci rimasi un po’ male, ma in fondo fu colpa mia per essermene stato in disparte a guardarla come se fosse irraggiungibile.” Sorrise empatico verso la cugina. Rimasero in silenzio qualche minuto, mentre il sole tramontava, cedendo lentamente il posto alla sera.
“Comunque, se vuoi, possiamo pianificare una strategia per far si che questo misterioso ragazzo crolli ai tuoi piedi!” disse scherzoso il ragazzo, passandosi una mano tra gli indomabili capelli corvini. La ragazza tornò ad arrossire, anche se molto meno di quanto avesse fatto prima. Pensò che, più che una strategia di conquista, avesse bisogno di una strategia per sistemare i suoi enormi problemi relazionali con il genere maschile.



Angolo "Scrittrice": So che non succede nulla di particolare, ma diciamo che l'inizio è abbastanza tranquillo. Poi vedrò di movimentare un po' la situazione :)
   
 
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