Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: fabiolina    13/07/2010    2 recensioni
E se dopo aver salvato Edward alla nostra Bella fosse toccata una sorte diversa a Volterra?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buona sera!!!ecco un nuovo capitolo...
un saluto a tutte le lettrici silenziose e un bacio grande invece alle parlanti!!!!
 
BELLINA: scherzi?!spero di non liberarmi mai di te!!!! ecco subito la precisazione che chiedi: Jake ama ancora Bella, ma diciamo che grazie alle parole di Sam piano piano la consapevolezza che forse Bella non sia la donna della sua vita si sta facendo strada, ma l'amore non si spegne dall'oggi al domani e quindi per ora da quel unto di vista è un Jacob masochista che a costo di soffrire non si allontana da Bella...tranqulla che non rompi mai le scatle!!!!ah ho visto Eclipse e mi è piaciuto molto per alcuni versi e odiato per altri...eclipse è il mio libro preferito perchè finalmente Bella dopo un lungo scivolone a discapito di Jake ritrova il senno e fa le scelte giuste e ho trovato che tutto questo sia stato un pò reinterpretato alla bene e meglio....Jasper e la battaglia tuttavia sono stati grandiosi...(attinenza libro-film al primo posto resta NM) ecco ho divagato pure io....ihihih grazie come sempre!un bacione!
 
MIRYA: io amo Jake come te e non potevo non regalargli un super ruolo nella mia storia!felice che tu abbia apprezzato!per la segnalazione non dirlo nemmeno...la tua storia parla da sè!
 
 
BUONA LETTURA!
 

TRENTOTTESIMO CAPITOLO

Erano le dieci del mattino, Charlie si sarebbe svegliato tra poco, percepivo il mutare del battito del suo cuore.

La colazione era pronta e già mi stavo mettendo al lavoro per preparare il pranzo per Sue e i ragazzi: lasagne al forno e sformato di verdure.

Ieri notte, quando con Edward avevamo raccontato del falò agli altri, Carlisle era rimasto affascinato dall’intera leggenda dei Quileute e dalla reazione di mio padre. Emmett non si era lasciato sfuggire l’occasione di fare una delle sue sciocche battute  dopo che Esme, in preda all’emozione, aveva annunciato di volerlo invitare a cena la più presto, anche con Sue e i ragazzi, se ciò poteva farlo sentire più a suo agio. Io non ero molto propensa a far venire soprattutto Seth, non si era ancora trasformato e avere a che fare con me era già più che sufficiente per solleticare il gene-lupo. Magari prima ne avrei parlato con Sue.

<< Mattiniera come sempre tesoro? Le vecchie abitudini sono dure a morire! >> esordì, solare, mio padre entrando in cucina e posandomi un lieve bacio su una guancia.

<< Eh già! Accomodati, la colazione è pronta. E, a dire il vero, anche il pranzo è quasi pronto. Lasagne e sformato. Spero saranno di vostro gradimento. >> sorrisi a mio padre mentre gli mettevo sotto il naso le frittelle e il caffè.

<< Sei sempre stata un’ottima cuoca Bells. Vedrai sarà un pranzo magnifico! >> mi tranquillizzò mio padre.

<< Ah papà senti: ormai ho una macchina nuova e ho pensato di passare il pick up a Seth. Jacob ci darà una controllata e se non ci sono obiezioni, vorrei passare il testimone quando li riportiamo alla riserva. Magari ne parlo con Sue dopo, che dici? >>

<< È davvero un bel pensiero e non credo ci saranno problemi per Sue e almeno quell’amabile cozzaglia di lamiere rosse resterà in famiglia >> mi strizzò l’occhio lui.

<< Bene. Visto che qui è tutto pronto io salirei a farmi una doccia e a prepararmi, così per quando tornerai con Sue, potremmo metterci a tavola. >>

Charlie annuì con il capo, la bocca piena di frittelle, a guardarlo ingozzarsi così mi scappò una lieve risata che gli fece sollevare il sopraciglio. Io scossi a mia volta il capo e mi diressi in bagno.

Una volta asciugata mi immersi nell’armadio alla ricerca degli abiti che tempo prima mi aveva comprato Reneè per la cerimonia di matrimonio sua e di Phil. Sarei stata elegante, ma non troppo.

Infilai il top rosa antico. Sulla spalla sistemai per bene i fiori in tessuto dell’unica spallina che sorreggeva la stoffa e sistemai l’elastico sul fondo in modo che non coprisse la cintura di cuoio che sosteneva la gonnellina di pizzo che raggiungeva appena il ginocchio. Ai piedi due ballerine con fiocco abbinate. Una spazzolata ai capelli ed ero pronta. Nonostante non indossassi grandi firme dell’alta moda credo che Alice sarebbe stata fiera di me. Proprio mentre mi stiravo per l’ennesima volta la gonna con le mani sentii la macchina della polizia fermarsi davanti a casa, in un istante fui di sotto, pronta ad aprire la porta ai nostri ospiti.

 Sue era fasciata da un semplicissimo tubino di cotone blu a maniche corte. Ai piedi un paio di ballerine color cuoio e a tracolla una borsa di tessuto, simile a quelle che vendevano alla riserva.

Subito le sorrisi e le feci segno di accomodarsi spostandomi dall’uscio.

<< Ciao Isabella! Grazie per l’invito di oggi >> mi salutò calorosamente lei.

<< Grazie a te per essere venuta >> risposi io, un po’ impacciata.

<< Ehi Bella! Wow che carina che sei! >> mi salutò Seth che era apparso dietro a sua madre, prima di scoccarmi un bacio sulla guancia.

<< Ciao Seth! La maglietta te l’ha prestata Jacob? >> scherzai vedendo che indossava una maglietta con stampato Topolino e ricordando quella di Jake delle tartarughe ninja.

<< Ahahah! Certo che per essere una succhiasangue sei simpatica! Ahia!!!! >> mi aveva risposto lui prima di prendersi uno schiaffo sulla nuca da sua sorella appena entrata.

<< Mi spieghi che ti ho fatto? >> mise il broncio rivolgendosi a Leah.

<< Siamo ospiti, vedi di usare un po’ di educazione >> rispose secca lei.

<< Oh Leah non importa, non mi sono offesa! >>

Lei alzò semplicemente le spalle e sparì in cucina alle spalle di sua madre.

Indossava una camicetta a quadri sulle tonalità dell’arancio, rosso e verde, un paio di jeans al ginocchio e sneakers arancio. I capelli fini e neri lasciati liberi. Era così semplice e bella al tempo stesso. Peccato per quel broncio che le induriva sempre il volto. Certo non ero io quella che poteva giudicare, bastava pensare a come mi ero ridotta dopo che Edward mi aveva lasciato. Purtroppo però ero consapevole di non poter comprendere fino in fondo il suo dolore perché Edward non mi aveva lasciata per un’altra, lui amava me, mentre Sam amava Emily. Come se non bastasse poi non poteva fuggire, doveva sopportare di vederli costantemente assieme perché faceva parte anche lei del branco e condivideva i pensieri del suo amato per un’altra. Il suo dolore era così aumentato invece che diminuire. Tutto questo mi addolorava molto e nonostante fosse più grande di me di un anno mi sentivo in dovere di proteggerla da tutta quella sofferenza, quasi fosse una sorella minore. Oggi avrei fatto il primo passo verso di lei con la speranza che almeno con me gettasse quella maschera acida e cinica.

Per il pranzo avevo apparecchiato nel piccolo fazzoletto di giardino sul retro che mio padre non aveva perso tempo di mostrare a Sue, ora che tutto era pulito e curato.

<< Seth mi aiuteresti a portare fuori bibite e cibarie, così possiamo sederci a tavola? >>

<< Sì, sto morendo di fame >> mi rispose correndo in casa, riuscendone subito dopo carico di vassoi e bottiglie.

<< Dai qui >> dissi levandogli la teglia bollente di lasagne dalle mani.

Il pranzo trascorse tra conversazioni per lo più frivole e spensierate, a parlare eravamo stati per lo più io e Seth, con qualche intrusione di Sue. Leah aveva mangiato quasi in religioso silenzio.

I piatti erano stati ormai svuotati e io mi apprestavo a ritirarli per andare a lavarli quando Sue fece per alzarsi.

<< Non ti preoccupare Sue, ci pensiamo io e Bella, voi godetevi l’arietta qua fuori, peccato che, come al solito, non ci sia il sole. >> si affrettò a dire mio padre invitando la sua ospite a rimettersi seduta.

<< Come se facessi tutto tu Charlie >> sorrise lei di rimando e nonostante fossi già in cucina la sentii perfettamente.

<< Papà dai qui e vai a distrarre Seth per un po’ così io posso chiedere a Sue per il pick up >>

<< Ah già. Vero. Baseball sia allora! >> e prendendo una birra dal frigo andò a chiamare il lupacchiotto, mentre io uscivo di nuovo in giardino.

<< Oh Bella hai cucinato davvero dei piatti buonissimi. Grazie >> mi accolse Sue.

<< Grazie a voi per essere venuti e grazie a te per tutto quello che stai facendo per mio padre. Sono davvero felice che abbia trovato una persona a cui riaprire il proprio cuore. >>

<< Beh diciamo che siamo stati un’ancora di salvezza l’uno per l’altra in momenti difficili per entrambi. Ho sempre convissuto con le leggende e non ho grossi problemi ad accettare la tua natura e quella dei miei figli, per me siete ancora i nostri ragazzi, ed è proprio per questo che ti chiedo di essere un po’ meno egoista d’ora in avanti. Hai nelle mani il destino di troppo persone, non approfittare del loro affetto incondizionato perché non sempre si possono rimettere insieme i cocci di cuori rotti. Mi riferisco prima di tutto a tuo padre poi a Jake e anche a Seth. Forse tu neanche te ne sarai accorta, ma già ti vede come una sorella ed è inspiegabilmente affascinato da voi vampiri, non mi meraviglierei che dopo oggi ti chiedesse di venire a casa Cullen a conoscere tutti. E infine c’è anche Edward. Non credo sia estremamente felice del tuo bizzarro rapporto con Jacob. Quindi ti prego pensa a tutti loro e trova i giusti equilibri. >> concluse pacata mentre Leah usciva di casa per riunirsi a noi, dopo essere andata a prendere una birra.

<< Tesoro non mi sembra il caso di una birra a quest’ora >> l’ammonì Sue.

<< A me si invece >> rispose acida lei.

Decisi allora di intervenire dirottando il discorso:

<< Sue avrei da chiedere il tuo permesso per fare un regalo a Seth. >>

<< Dimmi pure >>

<< Edward mi ha regalato una nuova macchina e vorrei passare il mio pick up a Seth se per te non ci sono problemi. Ovviamente Jacob lo controllerà prima. >>

Nel frattempo avevo visto mutare l’espressione di Leah da curiosa ad ansiosa. Aveva paura che sua madre negasse il regalo al fratello?

<< Beh contavo di rimandare ancora per un po’ le preoccupazioni per un figlio alla guida, ma visti gli ultimi sviluppi positivi tra tutti noi, un autista potrebbe farmi comodo. Però voglio che tu e Jacob gli diate lezioni adeguate e dovrai fargli promettere di lasciare sempre le chiavi a me, almeno così per i primi tempi lo terrò sotto controllo >> sentenziò Sue.

<< Io non ci posso credere. Quel piccolo pulcioso avrà un mezzo di trasporto suo? E come se non bastasse regalo della mia adorata sorellina succhiasangue! Assurdo! >> sbraitò Leah alzandosi di scatto e sbattendo la birra sul tavolo e facendo per andarsene.

<< Non ti azzardare ad andartene! >>

<< Va al diavolo mamma! >>

<< Leah! >> urlò Sue vedendola scomparire oltre la porta. Allora fece per alzarsi, ma io la fermai.     

<< Se permetti vorrei provare a parlarle io >> e subito entrai in casa per seguirla.

<< Bella che succede? >> mi chiese Charlie avendo forse sentito i battibecchi.

<< Niente papà. >>

<< Dove sta andando mia sorella Bella? >> disse Seth con un filo di ansia.

<< Tranquillo, ci penso io. Piuttosto vedete di non lasciare sola Sue in giardino. C’è una vaschetta piena di gelato da finire e fra poco io e Leah vi raggiungeremo >> risposi prima di sparire pure io.

Una volta in strada intercettai la scia di Leah e cominciai a seguirla. Non si era trasformata, probabilmente non voleva far intercettare i suoi pensieri da nessuno del branco.

<< Non mi importa un fico secco di condividere i miei pensieri o meno con gli altri. Non mi sono trasformata perché odio essere un mostro e poi questa è la mia camicia preferita >> la sua voce mi arrivò come un sussurro.

Si era seduta su un tronco al limitare della foresta.

<< Perché mi sei venuta dietro? Che vuoi? >>

<< Ho promesso a tua mamma che ti avrei riportata indietro e tuo fratello ti aspetta per mangiare il gelato, si è preoccupato quando ti ha visto andare via come una furia >>

<< Oh ma tanto c’è la sorella vampira pronta a viziarlo e coccolarlo no? >>

<< Leah ma la smetti una buona volta di fare la stronza? Pensi che le cose miglioreranno mai continuando a prendere a calci tutti quelli che ti vogliono bene? >>

Non rispose, non si scompose, ma ai miei nuovi sensi non era sfuggito il sussulto del suo cuore, non si aspettava che le rispondessi una buona volta a tono.

<< Non è dando la colpa a chiunque ti capiti a tiro, che la tua ferita si rimarginerà >>

<< Ah e allora sentiamo, come dovrei fare per sentirmi male anche solo la metà di come mi sento ora? >>

<< Dammi una possibilità come amica. In parte so quello che stai provando e vorrei starti vicina >> azzardai io.

<< Beh che ironia, mi pare che voi succhiasangue abbiate già fatto a sufficienza. È colpa vostra se è successo tutto questo. Niente vampiri, niente lupi. Niente lupi, niente imprinting. Io sarei ancora felice con Sam. E forse ci sarebbe ancora anche mio padre. Mio fratello non rischierebbe di trasformarsi da un giorno all’altro in una bestia surreale e non smanierebbe dalla voglia di avere te come sorella invece che me.>> inasprì i toni.

<< Mi spiace davvero Leah, ma devi imparare ad accettare e a convivere con quello che sei. Non hai potuto scegliere, ma questo non significa essere dei mostri. Non è la tua natura ad essere mostruosa, ma la tua anima e quella dipende dalla tua volontà. Non credo sia giusto incolpare noi per Sam né soprattutto per tuo padre. Le cose sono andate così, ma tu devi reagire. Tua madre e tuo fratello contano su di te. Io non ho nessuna intenzione di prendere il tuo posto nel cuore di Seth, ma non nego che è impossibile non volergli un gran bene. E non nego neppure che vorrei un giorno avere un legame così anche con te. Renderebbe felici anche Sue e Charlie. Non posso permettere che per colpa nostra, mio padre perda l’appoggio di una donna fantastica come tua madre. Io non potrò essere sempre al suo fianco e non voglio resti solo. Non voglio bruciare questa sua occasione di essere di nuovo felice ora che la sua unica figlia si è dimostrata essere un mostro e una completa delusione >> dissi seria.

<< Ma non ti rendi conto di come tutti ti ammirano e ti amano incondizionatamente? Tuo padre, Cullen, Jake, mio fratello e perfino mia madre e Sam. Sei così speciale che ai loro occhi la tua natura perde ogni connotato. Io invece sono solo l’acida ribelle che nessuno sopporta. Non sono altro che un vicolo cieco genetico. Niente scelte. Solo una strada forzata >> singhiozzò.

<< Oh Leah ma tu non hai scelto di trasformarti o no, è qualcosa insito nel tuo DNA, ma puoi scegliere il modo di vivere la tua condizione e il modo di rapportarti agli altri. Un sorriso può ricevere solo un sorriso >> cercai di consolarla.

<< Neanche tu hai scelto. Come fai a sopportare una condizione, eterna, che non hai voluto tu? >>

<< Da un certo punto di vista potrebbe essere così, ma io avevo espresso il desiderio di essere trasformata. Non nel modo in cui è accaduto, ma ho sempre sognato un’eternità accanto ad Edward e, nonostante tutto, sono felice. >>

<< Non credo di essere capace di sorridere >> sospirò fra sé riferendosi alla mia metafora di prima.

<< Ti aiuterò io >> e le porsi la mano.

Nell’attimo in cui la strinse un calore immenso percorse il mio corpo, anche Leah percepì quella strana sensazione e come se quel fuoco avesse sciolto quell’enorme peso che le opprimeva il cuore, lacrime silenziose presero a solcarle il volto prima di cercare una qualche protezione da quella fragilità tra le mie braccia.

<< Grazie. Credo ci sarà parecchio lavoro da fare per migliorarmi almeno un pò, ma prometto che mi impegnerò. Però Bella teniamo per noi questa chiacchierata >>

<< Non sia mai che la fredda e cinica Leah appaia fragile e troppo umana. A volte penso che tu sia più lupo anche di Jake o Paul! >>

<< Ehi non mi paragonare a Paul >> mi ammonì mettendo su il broncio.

Io scoppiai a ridere e subito anche lei si unì.

Tutta la tensione era finalmente svanita così come tutta la negatività di Leah, la quale mi riservò uno sguardo da cucciolo per convincermi al silenzio.

<< Oh no! Manterrò il segreto con il branco, ma niente segreti con Edward e soprattutto levati dalla faccia quello sguardo abbindolatore! Sembri Alice! >> le dissi passandomi una mano tra i capelli.

<< Ehi! Mi hai paragonato per ben due volte in cinque minuti a individui che poco apprezzo! Se il tuo intento è addolcirmi questo non credo sia il metodo adatto! Paul è così irritante e i vampiri … beh … tu mi basti e avanzi >> finì con un timido sorriso sulle labbra come ad addolcire le sue parole.

 Era sicura fosse l’inizio di un legame che sarebbe andato ben oltre alla semplice amicizia. Solo il futuro però ci avrebbe dato delle risposte.

<< Ora andiamo a casa >> sentenziai.

Non appena varcammo la soglia di casa Swan vidi Charlie tirare un sospiro di sollievo vedendoci rientrare, Sue aprirsi in un sorriso carico di speranza e Seth interrompere l’abbuffata di gelato.

<< Ehi pulcioso, lasciane un po’ anche a me! >> lo sgridò Leah.

Io le tirai subito una gomitata ad un fianco e lei raddrizzò il tiro.

<< Dividi il barattolo con tua sorella? >> rimediò quasi in imbarazzo.

Seth non le ripose ma spostò verso di lei il gelato e le porse un cucchiaio.

Un silenzioso grazie mi arrivò da Leah.

<< Leah ma mi stai ascoltando? >> interruppe la nostra conversazione mentale Seth.

<< No scusa, ero sovrappensiero. Che hai detto? >> le rispose lei scompigliandogli i capelli.

<< Dato che qui abbiamo finito, potrebbe accompagnarci Bella a casa. Così mamma e Charlie restano un po’ soli e noi stiamo ancora assieme. >> ripeté lui riservando a sua sorella quello sguardo supplichevole che lei stessa aveva usato poco prima per incastrare me.

Leah scosse la testa percependo la mia ultima constatazione e arrendendosi al fratello gli rispose:

<< Le tue bizzarre sorelle ti intratterranno per il resto della giornata con piacere, piccolo disastro della natura. – poi voltandosi verso di me – Ti va Bella? >>

<< Vado a mettermi qualcosa di più comodo e andiamo >> dissi volando in camera.

Infilai una maglietta a righe grigie e nere, un paio di shorts in tessuto, grigi, un paio di stivaletti, presi il giubbotto di pelle nera e i ray ban. Una sciarpa al collo. Capelli tirati e raccolti alti e ancora il filo di trucco che avevo messo per il pranzo.

In cinque minuti ero pronta per fare l’ultimo viaggio con il mio compagno, rosso sbiadito, verso la riserva.

Passai ancora qualche ora a casa si Leah e Seth, il quale dopo avergli detto del regalo , era andato completamente su di giri e non aveva smesso un attimo di ringraziarmi e tartassarmi con qualsiasi argomento di conversazione possibile.

<< Ehi disastro è ora di andare a fare i compiti che domani hai la scuola e fra poco arriverà mamma >> gli aveva ricordato Leah.

<< Ed è ora che io vada. Appena il pick up è pronto inizieremo con le lezioni di guida. >> aggiunsi io facendogli l’occhiolino.

Seth a malincuore mi salutò e filò in camera a studiare. Io salutai Leah e lasciai casa Clearwater.

Prima di rientrare però volevo passare da Jake.

“ Sono alla riserva. Farò un po’ tardi. Non ti preoccupare! Ti amo!”

Inviai rapidamente un messaggio a Edward e rimisi il telefono in tasca del giubbino.

<< Ehi bicipiti che combini? >> dissi entrando nella rimessa di Jacob.

<< Bells! Che ci fai da queste parti? >> mi rispose lui alzando il volto dai pezzi di motore su cui stava lavorando e regalandomi uno di quei sorrisi che tempo prima ridavano sostanza al mio sopravvivere.

<< Ho accompagnato Seth e Leah a casa e ho pensato di passare a vedere che facevi. Ti ho portato il pick up così quando puoi lo controlli e poi sarà di Seth >> gli dissi avvicinandomi e prendendo tra le mani un pezzo di ferraglia che non sapevo minimamente distinguere da qualsiasi altro.

<< È la candela della tua moto, la stavo giusto cambiando >> mi spiegò Jake togliendomela dalle mani e passandomi uno straccio per pulirmi le mani dal grasso.

<< Grazie >> dissi assorta nel ricordare tutto ciò che era legato alla moto.

<< Che ne dici di esorcizzare i vecchi ricordi legati alle mote e farci un giro fino alla scogliera? >> mi propose titubante.

Possibile che nonostante la mia nuova natura le mie emozioni gli fossero sempre così chiare? Come poteva leggermi così nel profondo dell’anima?

<< Vebbè lascia stare. Era una stupidaggine >> si affrettò ad aggiungere forse per il mio silenzio.

<< Invece credo sia un’ottima idea >> risposi sorridendo e incoraggiandolo a rialzare il capo.

<< Corro a cambiarmi. Cinque minuti e sono da te! >> mi intimò correndo via non prima di avermi investito con un solare sorriso.

Detto, fatto. Dopo cinque minuti stavamo spingendo le moto fuori dal capanno. Jacob mi ricapitolò brevemente tutti i vari comandi che già una volta mi aveva insegnato e aspettò che salissi in sella e accendessi il motore. Probabilmente voleva che andassi io per prima in modo da tenermi sott’occhio, ma ormai non correvo più alcun rischio perché ero dotato di ottimi riflessi e impareggiabile equilibrio.

<< Jake non può succedermi nulla, quindi vai tu per prima perché non conosco la strada >> dissi alzando un po’ la voce per superare il brontolio dei motori.

Jake sembrò riflettere un attimo sulle mie parole.

<< Vedi di non rimanere indietro lumaca! >> disse prima di dare gas al motore e lasciarmi sul posto.

Non mi persi d’animo e ingranando la marcia scattai subito sulla scia di polvere alzata da lui. Ben presto lo affiancai e procedemmo così per una decina di minuti, poi Jake mi passò davanti facendomi segno di rallentare e dopo alcuni metri ci fermammo.

<< Te la sei cavata alla grande. Forse e dico forse eviterò di perdere altri anni di vita ora che non sei più un disastro ambulante. >> mi schernì lui mentre scendevo dalla moto.

<< Stare con Paul ti fa davvero male lo sai? >> e scoppiammo entrambi a ridere.

Una pace irreale si stava diffondendo in ogni cellula del mio essere. Stare in compagnia di Jacob era sempre stato salutare per me.

Alzai il volto e lo vidi andarsi a sistemare su un tronco caduto a pochi passi dalla scogliera a picco, lo raggiunsi e mi misi accanto a lui.

Le nuvole si erano diradate e lo spettacolo mozzafiato del sole che tramontava mi colpì in pieno rapendo il mio sguardo.

<< Quando ho realizzato che ti eri lanciata da qui pensavo di averti persa per sempre. Ma mi sono buttao ugualmente. Dovevo tentare. >> disse in un sussurro malinconico.

<< E mi hai salvata. Non ti saprò mai dire grazie abbastanza >> proseguii io prendendogli una mano e stringendola.

Lui alzò il capo puntando i suoi occhi tristi nei miei.

<< Già. Ma ti ho persa comunque. Niente è andato come avevo sognato. >> continuò lui laconico.

<< Jake mi dispiace. Se vedermi e passare del tempo con me ti fa stare così male io sparirò dalla tua vita >> dissi risoluta lasciando la sua mano bollente.

<< No! – l’urlo gli si strozzò in gola – Sto bene. Starò bene. Ho promesso. Sarà dura, ma con un po’ di pazienza ce la farò. E poi voglio vederti e starti vicino. >> e riprese la mia mano nella sua.

Continuavo a torturarlo e non riuscivo a smettere. Ero davvero un mostro.

<< Non sei un mostro Bells. È la vita. C’è chi vince e c’è chi perde. Questa volta ho perso, ma qualcuno mi ha detto che il mio destino deve ancora arrivare e io voglio crederci. – poi voltandosi, incatenando di nuovo i nostri occhi, si fece serio – Ora però promettimi tu che non mi lascerai definitivamente per lui. Prometti che resterà un po’ di Bella anche per me fino a quel giorno >> riusciva a controllare la voce, ma i suoi occhi imploravano una sola risposta. E io non potevo che donargli quella piccola parte di me, non potevo negargli quel si, almeno per ora.

<< Te lo prometto >> e mi ritrovai avviluppata nel suo abbraccio bollente.

Credo versò anche un paio di lacrime, ma il profumo del mare poteva ingannare, perché lui si staccò in fretta e si alzò dandomi le spalle. Trasse un profondo respiro e in quel momento che dovevo fare io qualcosa per lui.

Mi alzai e lo superai mettendomi quasi sull’orlo della scogliera. Mi levai il giubbotto di pelle, lasciandolo cadere a terra, dietro le mie spalle.

<< Bella che diavolo stai facendo? >> mi ammonì con un sopracciglio alzato.

<< Prima abbiamo esorcizzato le moto e ora esorcizzeremo questa scogliera >> risposi con un sorrisetto furbo sulle labbra mentre sfilavo gli stivaletti e lanciavo a terra occhiali e sciarpa.

Jacob continuava a fissarmi perplesso, ma non avrei potuto scommettere se per l’idea in sé o se perché si aspettava che facessi cadere altri indumenti hai miei piedi.

<< Allora che stai aspettando? Non mi dire Jacob Black, che hai paura di un tuffetto nell’oceano?! >> lo canzonai.

<< Certo che no, ma non mi pare il caso. Ecco. >> si giustificò lui.

<< Leva quel giubbotto e le scarpe e non farti pregare. Sono una vampira e tu un licantropo. Non potrà succedere nulla. >> dissi indurendo un po’ i toni per distruggere la sua reticenza. Dovevo trovare la molla per farlo scattare.

<< Non avrai paura di Edward spero? >> lo stuzzicai.

<< Io paura di quel … di Edward? Ma per favore Bells. Ora vedrai. >> mi rispose stizzito, lanciando giacca, maglietta e scarpe all’aria.

Mi si avvicinò pericolosamente, non sapevo che aspettarmi, io avrei optato per un semplice tuffo, fianco a fianco, magari mano nella mano, ma a quanto pare lui era di tutt’altra idea, mi prese in spalla come un sacco di patate e si lanciò.

Piombammo in acqua in poco meno di 10 secondi. Lasciò la presa e io riuscì rapidamente a riemergere.

Le nostre risate spensierate superarono pure il rumore delle onde che si infrangevano sulla parete rocciosa.

Il mare non era certo agitato come mesi fa ed entrambi stavamo a galla senza problemi, uno di fronte all’altra.

<< Grazie >> mi disse Jacob.

Io gli sorrisi e lui proseguì:

<< Andiamo a recuperare i vestiti e rientriamo. Immagino che qualcuno ti stia aspettando e con la nana cieca vorrei evitare di trovarmi l’esercito al confine >> bofonchiò sarcastico.

<< L’ho avvisato che ero qui e che facevo tardi, ma andiamo >> risposi io, prima di nuotare verso riva.

In un paio di minuti poi raggiungemmo vestiti e moto.

<< Metti la mia maglietta asciutta >> mi suggerì Jake.

<< Guarda che non posso ammalarmi e poi andando in moto almeno la mia si asciugherà >> gli risposi facendogli una linguaccia.

Jacob sbuffò sonoramente e salì in sella partendo a tutta velocità.

Arrivati a casa sua la maglietta era asciutta e rimisi su anche il giubbotto. Stavo per spingere anche la mia moto nel capanno quando Jake mi bloccò.

<< È tua. Tienila e poi se lasci qui il pick up come torni a casa? >> probabilmente si accorse subito di cosa stava dicendo e scollò la testa.

<< Preferisco che la tenga tu per me. Così avrò una scusa in più per venire a trovarti e per farci un altro giro come oggi. Ora vado però. Grazie >> gli schioccai un bacio sulla guancia e mi lanciai verso casa Cullen senza dargli il tempo di rispondere, a volte Jacob pensava ancora a me come la fragile Bella.

 

 SET

http://www.polyvore.com/cap_38_pranzo/set?id=19368346

http://www.polyvore.com/cap_38_moto_tuffo/set?id=19369792

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: fabiolina