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Autore: Vale11    13/07/2010    9 recensioni
La caposcuola Hermione Jane Granger aveva molto ascendente sugli studenti di Hogwarts, soprattutto da quando era finita la guerra. E Draco Lucius Malfoy stava cercando di sopravvivere al suo settimo anno. Non è mai stato da lui prenderle e non ridarle, non è mai stato da lui non reagire, non è mai stato da lui starsene buono e subire. Lo vide voltarsi un momento verso di lei, prima di affrontare le scale che portavano alla torre di astronomia. Lo vide reggersi al corrimano per costringere le gambe ad affrontare gli scalini, il braccio sinistro attaccato al petto. Non lo vide mai abbassare gli occhi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ma guarda, il Mangiamorte legge

Si bloccò subito, appena sentita la voce. Sbuffò. Non si voltò nemmeno.

“Evidentemente”

Bilanciò il peso dei libri appena comprati, pensando se appoggiarli a terra o no. L’unica mano libera che aveva, al momento, era la sinistra. Ed era inutilizzabile.

Oh, ma chissenefrega.

“Da dove escono quei libri Malfoy? Te li ha spediti papà da Azkaban?”

Si voltò. Erano in cinque.

Contro uno.

Estremamente corretto.

Ghignò.

Erano in un corridoio praticamente vuoto.

Ancor più corretto.

E lui era con le spalle al muro.

Correttissimo.

Tirò fuori una sigaretta, l’accese con un accendino nero. Li fissò.

“O te li ha spediti tua madre?”

Draco rischiò di inghiottire tutto. Filtro, sigaretta, tabacco. Tutto.

Tutto, ma non questo.

Narcissa Black in Malfoy era stata sepolta solo pochi mesi prima.

Ammazzata da quei Mangiamorte che l’avevano riconosciuta come traditrice dopo aver salvato la vita di Potter, mentendo al Signore Oscuro. Mentendo per lui, per suo figlio. Per salvargli la vita. Dopo c’era stato il processo, e ovviamente questo aveva pesato in suo favore. Madre e figlio erano liberi, Lucius era finito in carcere.

Anche se con una pena relativamente ridotta.

Draco inghiottì saliva.

Narcissa Black in Malfoy era morta. Per colpa sua. Perché era debole, incapace di proteggersi da solo.

Sua madre era morta.

“Allora, Mangiamorte?”

Per una volta ebbe voglia di reagire.

 

Hermione stava mostrando a un disinteressatissimo Ronald Weasley il suo ultimo acquisto. I libri bruciano male. Di Manuel Rivas.

Un babbano. Spagnolo.

“E’ un bel libro?”

“Decisamente. Sicuramente meglio di Storia di Hogwarts”

Lei e Ron avevano rotto. Non era il caso. Da amici stavano meglio. Si facevano venire meno ansia a vicenda. E incredibilmente la loro amicizia era ripartita in quarta.

Meglio così.

“Mi stai ascoltando, Ron?”

“Uh? Certo!” Rispose, lo sguardo fisso sul campo da quidditch che si vedeva in lontananza, fra la nebbia di novembre. Hermione storse il naso, allungando il passo.

Parlare di libri con Ron era una perdita di tempo. Parlare in generale con Harry e Ginny, invece, era solo complicato.

Avevano la lingua costantemente occupata.

E non necessariamente a parlare.

Sorrise, mentre si infilava dentro il portone del castello.

“Leggi libri babbani, Malfoy?”

“Potrei stupirti, Granger”

Incredibile ma vero, l’unico con cui aveva parlato di libri in un modo decente era Draco Malfoy.

Sicuramente strano, ma non sbagliato. Quello no.

 

Non osare parlare di mia madre.

“Zitto”

“Cosa?”

Il ragazzo che lo stava provocando gli si avvicinò a grandi falcate, seguito dal resto del branco. Camminavano in formazione, non fosse che gi stavano venendo letteralmente addosso ne avrebbe ammirato la coreografia. Ringhiò.

“Non parlare di lei”

“Di chi Malfoy, di tua madre?”

“Taci”

Ringhiò di nuovo.

“Perché non dovrei?” Draco si trovò la faccia ghignante del Corvonero a pochi centimetri dalla faccia. “Perché è morta, Malfoy?”

Lasciò che i libri cadessero a terra, rimbombarono nel corridoio vuoto. Mollò una testata su quel viso irritante, che si era avvicinato troppo. Che aveva osato parlare di lei.

Vide il sangue uscire dal naso.

Setto nasale fratturato.

Non riuscì a sorridere. In effetti accadde tutto piuttosto in fretta.

Un pugno lo fece cadere all’indietro, picchiò la testa nel muro, cadde in ginocchio appoggiando a terra le mani. Entrambe. Il polso mandò una fitta, che gli salì fino al cervello.

Urlò.

Soprattutto quando sentì che gli avevano spento la sua sigaretta sul collo. Sul suo collo. Approfittando del fatto che non riusciva ad alzarsi.

Maledetto polso.

Sbarrò gli occhi. Affondò gli incisivi nel labbro inferiore, si tirò in piedi. Ghignò quando si rese conto che il ragazzo col setto nasale fratturato se ne stava indietro, grondando sangue.

Bene.

Le sue gambe tremarono. Si sentì di nuovo spingere verso il muro, un ragazzo che gli arrivava a malapena alle spalle gli mollò un pugno in pancia. Draco si piegò in due. Lo afferrò per la manica della divisa.

“Fossi in voi me ne andrei”

Fatelo, prima che faccia qualcosa che non dovrei.

Sentì ridere, sentiva il collo bruciare, il sangue solleticargli la nuca.

Sangue che usciva da chissà dove.

“Inflamare”

La manica del ragazzo prese fuoco. Sentiva gridare, ma ormai ci stava capendo il giusto. Sorrise, mentre faceva scivolare il polso rotto in tasca. Si obbligò a far cadere fuori il pacchetto di sigarette. Si chinò a prenderne una, mentre la maglia del Tassorosso continuava a bruciare.

“Scusami un momento”

Avvicinò il suo viso alle fiamme, si accese la sigaretta. Lo mollò.

Le fiamme sparirono, lasciando la manica intatta, la pelle del ragazzo pure.

“Non vi azzardate mai più a rovinarmi una sigaretta!”

Urlò dietro al branco, che scappava verso il corridoio. Tremò.

Non cadere.

Non avevano ancora svoltato l’angolo.

Non cadere.

Vide l’ultimo sparire, inghiottito dal corridoio a destra.

Ecco, ora cadi pure.

Crollò sulle ginocchia. Vide il sangue gocciolare sul pavimento. Si passò una mano nei capelli. Rossa. Ricoperta di un liquido rosso, appiccicoso e metallico. Lo fissò come se non fosse suo.

E poi lo sentì, tutto insieme: il dolore. Il collo bruciava, la testa girava in un modo disumano, e faceva male.

Dio, se faceva male.

Respirava pesantemente.

Il polso era completamente andato.

Un po’ come me.

Urlò. Di nuovo. Lasciando che la sigaretta gli cadesse di bocca.

Dove sono i libri?

Ultimo pensiero coerente. Per il momento.

 

Che cavolo è stato?

Hermione si bloccò a metà scala, tornando indietro di corsa: aveva sentito urlare, e in quanto caposcuola era suo preciso dovere scoprire cosa stava succedendo. E poi…lei quella voce la conosceva.

“Potrei stupirti, Granger”

Svoltò l’angolo, e fu quasi investita da una mandria di ragazzi che correvano. Scappavano.

Fu tentata di rincorrerli e togliere punti a tutti, ma voleva vedere cosa stava succedendo.

 

La vide arrivare. Quasi. Non ci vedeva quasi più, respirava a fatica, e non riusciva a mettere a fuoco. Però la sentì.

“Malfoy!”

 

Draco.

Stava in ginocchio, spalle al muro, e la fissava come se non la vedesse.

“Che è successo?”

Il ragazzo non rispose. Scosse soltanto la testa.

 

---

 

AAAAAAAAAAAAAAAAAARGH! Scusate se non rispondo alle recensioni una per volta, ma sono momentaneamente in crisi da fretta. Sappiate che apprezzo, assai! E xìche spero di farmi perdonare aggiornando alla svelta.

Peto veniam!

  
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