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Autore: Mankind17_13    13/07/2010    3 recensioni
Il Pianeta è un sistema perfetto. Nascita, vita e morte appartengono ad un ciclo indissolubile ed ordinato. Oppure no? Tre uomini senza volto, un trio di reietti rinnegati dal pianeta stesso hanno iniziato a cercare Vincent Valentine. Perchè hanno bisogno di lui? E perchè vogliono uccidere una bambina?
Genere: Generale, Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Vincent Valentine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Luce e tenebra, vuoto e pieno

 

Grazie per le recensioni ricevute, a Shinmen, One winged angel (OWA per comodità d’ ora in poi) e Wicked Soul.

 

 

 

 

 

 

 

 

Luce e tenebra, intermezzo tra le realtà. Una località ben lontana dall’ essere adatta per la villeggiatura. Un tempio abbandonato, una ricca magione. L’ aspetto variava in continuazione, non riusciva a trovare una propria definizione. Non aveva un perché, né un sé.

Eppure era la loro casa, la dimora dei tre.

Affannati, praticamente esausti per lo sforzo compiuto, stavano seduti stravacati sui loro troni, a rimirare il soffitto o il pavimento, a preferenza, del loro mondo.

Change utilizzò il suo potere per mutare il suo ombrello in kendama, con cui iniziò a giocare, seppur pigramente.

Destroy, invece, era intento a distruggere i pezzi degli scacchi che mangiava a se stesso, il suo passatempo preferito. Create stava cominciando a stufarsi di fornirgli sempre nuove scacchiere.

Quest’ ultimo era l’ unico, malgrado la stanchezza, ad essere rimasto operativo.

Osservò meditabondo la ciocca di capelli prelevata a Vincent, grattandosi la bombetta ogni tanto per manifestare un certo grado di incertezza. Se l’ avesse avuto, avrebbe inarcato un sopracciglio.

 

“Ehi compagno” fece Destroy, ormai rimasto a corto di pezzi “pensi sia servito il nostro sforzo? Manipolare il grado di relatività delle cose è molto faticoso, servirà tempo per recuperare le forze

 

“Infatti” disse Change, intrufolandosi nella discussione “sarebbe bastato torturarlo un poco per ottenere da lui tutti i servigi di cui avremo potuto avere bisogno, senza simili accorgimenti

 

“No” rispose Create “quell’ uomo ha passato sofferenze fisiche e psicologiche tremende, una semplice tortura non sarebbe servita allo scopo, ci avrebbe fornito un servo instabile e poco efficiente. Penso sia meglio lasciare tutto al caso”

 

Create mangiò la ciocca di capelli, masticandola lentamente, come per comprenderne meglio il sapore, o forse per convincersi ad ingoiarla trattenendo il disgusto.

Dopo l’ assimilazione del materiale genetico, le mani di Create si illuminarono di un’ intensa luce verde.

 

“Con un piccolo aiuto da parte nostra, immagino” disse Change, intento ad osservare l’ operazione.

 

“Naturalmente” concluse Create.

 

Qualcosa stava prendendo forma.

Vincent aprì improvvisamente gli occhi.

Notò di trovarsi nel suo letto, e che a svegliarlo era stato un odore non molto rassicurante.

 

Yuffie.. dove sei?” chiese con voce soffocata ed incerta.

 

“In cucina!” rispose lei.

 

“E cosa stai facendo in cucina?” il tono di voce era leggermente allarmato.

 

“Preparo il pranzo!”

 

Vincent fu scosso da un lampo di terrore. Saltò fuori dal letto, in preda ad una paura primordiale, ancestrale e soprattutto giustificata: mai lasciare i fornelli in balia di Yuffie.

Come durante un’ irruzione, Vincent si gettò a capofitto nella stanza con un’ acrobatica capriola, constatando con una nota di sollievo il fatto che non fosse ancora stata distrutta.

Prima di far degenerare le cose, afferrò la ninja per i fianchi, la sollevò di peso e la condusse a forza fuori dalla cucina, mettendo a distanza di sicurezza i suoi fornelli.

 

“Quante volte ti ho detto che devi rimanere perlomeno a tre metri di distanza da questa stanza?” disse Vincent con la voce pacata e modulata in modo tale da assomigliare ad un rimprovero.

 

“Ma insomma!” fece Yuffie “Mi sembra abbastanza scortese da parte tua riporre così poca fiducia in me

 

“Ti devo forse ricordare quella volta in cui non eri riuscita a trovare l’ accendino per accendere il fornello e hai deciso di usare una materia?”

 

“ehm.. non mi ero accorta..”

 

“che fosse una materia Fire3 dall’ immane potere distruttivo? Lo so, me ne sono accorto perfettamente io quando ho dovuto comprare una cucina nuova

 

“Ok, ma a parte quello io non..”

 

“Pensa, prima di parlare. Sicura che fosse l’ unica volta in cui la mia cucina ha rischiato di esplodere, collassare a livello dimensionale o essere usata come laboratorio per la preparazioni di veleni e gas nocivi?”

 

Sei cattivo! Vinnie, io volevo cucinare perché in questo periodo ti ho visto molto giù e mi sarebbe piaciuto trasmetterti un po’ di allegria. Sei sempre così tenebroso e depresso..

 

Vincent emise un sospiro, dopotutto Yuffie era -tutto sommato- una brava ragazza colma di buone intenzioni.

Tralasciando la sua carriera di ladra.

Non considerando che per una materia avrebbe venduto un organo, non necessariamente suo.

Ignorando la sua innata e geniale capacità di provocare un esaurimento anche ad un ex-Turk perfettamente addestrato.

Si passò la mano buona tra i lunghi capelli corvini, riflettendo su come risolvere la situazione. Era fin troppo persuaso che anche solo farle usare il microonde per un lasso di tempo inferiore al minuto, comportasse un insostenibile rischio.

Yuffie sfoderò il suo miglior sguardo da cerbiatto. Vincent non poté che arrendersi.

 

“Facciamo così” iniziò Vincent con tono rassegnato. “Ti lascerò usare la cucina per mezz’ ora. Se in questo periodo non provocherai incendi, esplosioni, nubi tossiche o altre cose che non oso immaginare, potrei iniziare a darti una piccola percentuale in più di fiducia, diciamo uno 0, 01%”

 

“Va bene!” Disse Yuffie portandosi una mano sulla fronte a mo di saluto militare “ce la metterò tutta!”

 

Si recò nuovamente nella sua stanza, contemplando la città dalla finestra. Pensò a quei tre, a cosa diavolo fossero e al perché volessero uccidere una bambina.

Esaminò il giocattolo che un tempo fu la Cerberus: aveva decisamente bisogno di una pistola nuova.

Indossò il mantello ed uscì di casa in tutta fretta, salutando a malapena Yuffie, fin troppo concentrata sulla preparazione di uno strano impasto che Vincent preferì non approfondire per non alimentare le proprie ansie.

Create crollò sfinito sul suo trono. Il lavoro era compiuto e, malgrado la sua iniziale stanchezza, il risultato era stato abbastanza soddisfacente.

 

“Non gli assomiglia granché” disse perplesso Change, massaggiandosi il mento.

 

“Non essere così pignolo compagno, devo forse ricordarti di averlo creato in condizioni non ottimali?” ribatté Create, ansimante.

 

Tsk, l’ importante è che funzioni”

 

“Non preoccuparti di ciò, gli unici difetti considerevoli sono a livello mentale, oltre alla più totale mancanza di melanina, ma sono dettagli. Tuttavia, per cominciare andrà benissimo”

 

“Lo spero compagno, detesto stancarmi per niente

 

La creatura di fronte a loro emise un verso stizzito.

Era impegnata a limarsi le unghie, contemplando ora il suo creatore, ora gli altri due tizi senza faccia.

Non era stata una nascita piacevole la sua, dopotutto essere clonati comportava sempre un complesso d’ inferiorità nei confronti dell’ originale, inoltre era assolutamente convinto riguardo al mandare a quel paese il suo imprinting, dato che riconoscere un ruolo a quei tre tizi senza faccia nella sua vita sarebbe risultato una presa in giro. Rifletté sulla situazione fin troppo seriamente, dando occhiate casuali a quella che, riluttante, avrebbe potuto definire la sua “casa”.

Create emise un colpo di tosse, con l’ intenzione di attirare l’ attenzione della creatura, invano.

Questa, con una dose sconcertante di menefreghismo, stava tranquillamente osservando i rapidi mutamenti dell’ ambiente circostante con aria vaga, rimanendo perfettamente impassibile.

 

“Bello” disse improvvisamente la creatura, con una voce leggermente gutturale “Mi sembra di vedere l’ interno della mia testa.”

 

Sorrise. I denti erano bianchissimi, aguzzi, come la sua pelle ed i suoi capelli. Un sorriso maligno e canzonatorio che, se abbinato ai due folli occhi vermigli, dava quel certo non so che, tipo: incubo delle tre di notte.

 

“Creatura” disse Create “io ti ordino di-

 

“Un cazzo” rispose questa, sempre sorridente.

 

“Come sarebbe?”

 

“Non sono una creatura, né un tuo servitore. Io sono io e mi comando da solo. Altrimenti che senso avrebbe avere una propria coscienza?

 

“D’accordo” disse Create, leggermente sorpreso da quell’ atto di disobbedienza. Tuttavia non poteva farci niente, dato che aveva creato quel clone quando non era nel pieno delle forze. Avrebbe dovuto portare pazienza. “Come ti dovremo chiamare?”

 

“Non ci ho ancora pensato” ammise lui “per adesso avrei solo una richiesta..

 

“Ossia?”

 

..Una 44 Magnum, datemi una fottuta 44 Magnum!”

 

Grazie a Wicked Soul per il betaggio.

Vi ricorda qualcuno questo fantomatico clone? Dopotutto gli avevo promesso una fic con lui protagonista, quindi rispetterò i patti.

 

 

  
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