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Autore: slice    14/07/2010    5 recensioni
“Nee-chan...?”
Il borbottio è vagamente interrogativo e la voce arriva ancora più flebile di quel che dovrebbe, comunque Hinata non se ne occupa perché qualcosa la distrae: invece di sentirli andar via, sente dei passi avvicinarsi alla sua stanza.

Hinata ad alcuni può sembrare ooc, però mi è stato detto che se lei dovesse avere una certa reazione lo farebbe nel modo che ho descritto io. Quindi non ho messo ooc tra gli avvertimenti, ditemi voi però: devo metterlo?
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premio per la Vincitrice - a parimerito con Storyteller lover - del primo mini contest, indetto sul forum di Urdi: Aya88. Colei che tutto sopporta, anche i miei pessimi regali.
Ti piacciono tante cose delle mie storie che io neanche ci vedo, spero di averle messe anche qui! XP







Adesso basta!
di slice





Hinata è sempre stata convinta di avere una solida pazienza. Non per presunzione tra l'altro, glielo hanno sempre confermato complimenti e voci di corridoio tornate indietro, per questo motivo si stupisce di se stessa quando schiaffa la porta in faccia ad Hanabi, con una veemenza degna di Kiba, di Sakura, di Tenten, e persino di Sasuke, ma non sua.
Per un momento si immagina la sorella interdetta, dall'altra parte della porta, con gli occhi spalancati, la mente inceppata e la bocca aperta con la cattiveria che cantilenava pochi istanti prima bloccata a metà, in gola. E quell'immagine, che le si forma in testa in modo nitido anche senza Byakugan, sarebbe esilarante se non fosse troppo impegnata a sperare che sua sorella ci si possa strozzare con quella nenia odiosa. Con cui l'ha gentilmente accompagnata attraverso tutta la villa, oltretutto.
Hinata si siede sul letto con uno sbuffo amareggiato. Hanabi è sempre dietro la porta perché non ha udito nessun rumore di passi scemare nel corridoio, ma non è che abbia poi tanta voglia di interessarsi di lei; si sente stanca, e stufa, e non ha alcuna intenzione di perdonare la sua piccola e viziatissima sorellina, nemmeno se, cambiando completamente carattere nell'arco di dieci minuti, quella le porgesse le sue più sentite scuse.
“Nee-chan...?”
Il borbottio è vagamente interrogativo e la voce arriva ancora più flebile di quel che dovrebbe, comunque Hinata non se ne occupa perché qualcosa la distrae: invece di sentirli andar via, sente dei passi avvicinarsi alla sua stanza.
“Hanabi-sama, tutto bene?”
Ecco, ci mancava lui, pensa Hinata con una punta di acidità e due di fastidio di un tridente velenoso che non conosceva fino a quel giorno. Le voci si rincorrono sul sottofondo dei suoi pensieri e lei riesce solo a pensare di essere al centro delle attenzioni di chi ama per una frazione di secondo prima che qualcosa la distolga dalle proprie elucubrazioni.

...E cosa le avete detto?” chiede Neji con voce ferma e cortese, come sempre. Il cadetto attende quindi svariati secondi prima che quella peste travestita da ragazzina gli dica qualcosa come “Sono una patetica stronza gelosa della dolcezza e della femminilità di mia sorella, che non vale niente ma si sa far amare da tutti”, perché lui lo sa che Hanabi è perfida e gelida come, nonostante gli Hyuuga siano rinomati per l'alterigia, pochi elementi del suo stesso clan.
Sua cugina fissa ancora la porta, probabilmente da prima che lui arrivasse, e quando apre la bocca per rispondere alle sue poche domande lo fa in modo lento e sconvolgentemente privo di malizia.
“I-io...” balbetta Hanabi per la gioia, anche se non manifesta, di Neji.
La porta davanti alla quale stanno si spalanca in quel momento, rivelando un visetto contratto da una smorfia di sofferenza e di determinazione che fa indietreggiare entrambi.
“Non ho mai chiesto la tua stima, il tuo rispetto, o il tuo affetto, che volendo essere precisi sono tutte cose che mi spettano di diritto, ma neanche ti ho mai offeso; non mi sono mai permessa di sbatterti in faccia i tuoi fallimenti e sappiamo entrambe che ce ne sono anche sul tuo curriculum. E soprattutto, almeno in vigore di una vaga complicità tra parenti, non oserei mai canzonarti su qualcosa che a te sta più caro della tua stessa vita...” Hinata si blocca, serrando le labbra e ricacciando indietro le lacrime, caparbia.
Neji, che sbatte le palpebre e respira giusto perché sono azioni involontarie, guarda Hinata e poi Hanabi, pietrificata, e di nuovo la prima in un movimento che conserva tutto l'automatismo del rincoglionito che sente di essere in quel momento. Si porta un pugno alle labbra facendo esplodere il suo disappunto in un leggero quanto finto colpo di tosse e due paia di occhi bianchi si soffermano su di lui.
“Hinata-sama, voi... Hanabi-sama ha cinque anni meno di voi, non siate dura con lei,” Hanabi storce leggermente il naso nella sua apatia perché odia sentirsi dire che è effettivamente una mocciosa, ma non emette suono mentre Neji prosegue. “Sono sicuro che non era sua intenzione farvi del male. Qualsiasi cosa abbia detto, era solo un modo di interagire con voi.”
Neji è un amico oltre che un cugino per Hinata. La sua voce la rilassa, la vicinanza con la sua persona le è gradita, ma in quel momento lei sente nascere con orrore qualcosa simile a ciò che ha provato per quel Pein.
Quel meschino schifoso essere che ha infilato dei pali nel corpo di una persona per impedirgli i movimenti, quel mostro che ha ucciso Jiraya-sama, Fukusaku-sama e ha distrutto la vecchia Konoha.... Quel voi, quel suo tono condiscendente, quel suo sguardo bianco che vede solo, come tutti loro, quanto Hanabi sia piccola e dolce!
“Non ho chiesto un parere, e so perfettamente quanti anni ha! Voglio solo essere lasciata in pace! Poi tu cosa ne sai di com'è sentirsi frustrati, Neji?” E la porta si richiude, sbattendo, senza che ci sia tempo per alcuna risposta.
Niente Nii-san, niente per favore, niente balbettii, e non è propriamente sicuro che l'ultima parte sia sarcastica; dovrebbe essere tale in realtà, ma è anche vero che il sarcasmo non è una delle peculiarità di sua cugina Hinata. Ed è esattamente per questo motivo che Neji Hyuuga rimane interdetto, con gli occhi spalancati, la mente inceppata e la bocca aperta davanti alla stessa porta dove sosta anche lo sguardo incredulo di Hanabi.





Hiashi è un'irreprensibile testa dura: se qualcosa viene svolto in modo diverso da come lui ha ordinato le teste non rotoleranno solo perché a Konoha non è un reato non essere perfetti come lo è lui ed è, inoltre, proibita la giustizia sommaria.
Neji è andato a chiamare Hinata più di venti minuti or sono e non è ancora tornato. Nella grande sala da tè fa caldo e se non vuole essere diseredato il cadetto farà bene ad avere un'ottima e plausibilissima spiegazione per la sua inettitudine; quella di Hinata, dopotutto, la conosce già.
La domestica fa tintinnare la porcellana nel suo plebeo tremolio e l'irritazione del capo clan si fa insostenibile.
“Ichigo, servi il tè per quando saremo di ritorno.” dice Hiashi nel suo abito bianco mentre lascia il salone.
Ichigo poverina, che deve essere governante e veggente per sapere quando saranno di ritorno, guarda il vapore uscire dalle tazze e dalla teiera e pensa che lo riscalderà semplicemente, ché tanto quel folle presuntuoso fa l'intenditore di tè, ma non ne distingue la foglia da quella dell'ortica.





Hinata si siede nuovamente sul letto e prima di poterselo impedire si trova a chiudersi le braccia sul petto. Si acciglia, è davvero fuori di sé. Ha trattato male Neji che non c'entrava niente e ha usato parole pesanti per la bambina spensierata che è ancora Hanabi, sta dando di matto per una canzoncina e non è da lei. Tuttavia, nonostante i recenti ragionamenti, la sua espressione cambia quando la canzoncina le ritorna alla mente.
Non ti ha ancora rispostooo, sei morta per lui e non ti ha mai rispostooo... Non ti ha ancora rispostooo...
Che cosa non va in quella bambina? Quando è diventata così perfida? Per molti dei secondi successivi infatti si rifiuta di credere che sia proprio sua sorella. Ha solo il tempo di premersi le dita sugli occhi, prima di sentire il nervoso sciogliersi in un singhiozzo.
Lei non se lo merita. Per quanto possa risultare l'essere più remissivo, stupido, inutile, patetico e bislacco che sia mai esistito sulla faccia della Terra, non si merita tutta quell'attesa, non si merita l'indifferenza e non si merita che Hanabi la rincorra ovunque canticchiando il suo più grande fallimento.
“Neji. Hanabi.”
Perfetto, pensa, adesso ci siamo tutti, e un gemito frustrato lascia le sue labbra prima che suo padre bussi alla porta della sua camera.
“Hinata, esci subito di lì e chiedi scusa in fretta, ché il tè si raffredda.”
Il tè.
Il tè?
Siamo impazziti?
Si preme i palmi sugli occhi perché quelle lacrime non devono scendere.
Non ti ha ancora rispostooo, sei morta per lui e non ti ha mai rispostooo...
Non devono.
Non ti ha ancora rispostooo...
E non lo faranno.
I capelli blu ricadono dietro le spalle seguendo il movimento brusco che lei compie per scendere dal letto, spalanca la porta e i suoi occhi chiari si posano sul padre mentre le sue labbra rompono la linea dritta per esplodere in una risposta consona al suo rango.
“Mi dispiace molto Padre per il vostro tè,” gonfia le guance, indignata, “ma io intendo cenare fuori stasera. Vi farò avere il conto del ristorante.” e Hiashi corruga la fronte perché se alzasse un sopracciglio significherebbe che ha capito e pensa che lei sia una cretina, invece non ha capito niente di niente e il cretino è lui.
Hanabi, che ha sbattuto gli occhi un paio di volte in quaranta minuti circa, si azzarda a farlo una terza volta mentre mette in coda sei lettere per fare la domanda più inutile di tutti i tempi.
“Con chi?”
Hinata che è già lungo il corridoio, si volta un attimo solo per guardarla con compassione senza risponderle. Ma Neji che ha l'orecchio fine, allenato, sorride sotto i baffi.
“Naruto, Hanabi, sempre e solo lui.”
E pensa distrattamente che il jinchuuriki non avrà il tempo per mettere in pratica i consigli che gli ha chiesto quella mattina.



Owari







Si ringrazia Salice che si scrive con una S maiuscola e una 'a' in più ma che mi è molto vicina lo stesso. XD



  
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