Salve a tutti/e! Dopo parecchio tempo che questa traduzione era stata interrotta, su richiesta di lumamo64 io, vogue, ho cominciato a tradurre i capitoli mancanti.
Spero che la traduzione sia quanto più scorrevole possibile, e se lo è lo devo solo alla stessa lumamo64 che ha pazientemente (e anche in modo decisamente veloce) betato tutti i capitoli da me finora tradotti. Buona lettura!
Capitolo 14
Mio
Serpeverde
Draco
gemette e si voltò, portando una mano sul suo viso prima di aprire lentamente i
suoi chiari occhi azzurri. La sua camera era ancora avvolta nell’oscurità,
l’unica luce filtrava nel buio da sotto la porta e fra le aperture nella tenda
che copriva la finestra magica. La finestra era più di una fotografia, seguiva
il modello statico della luna e del sole quando sorgevano e tramontavano.
Comunque mancava qualcosa che una vera finestra mostrava: la vita; una foto non
avrebbe mai potuto mostrare un ruggente temporale o la neve che sussurrava
lungo il vetro. Era una delle ragioni per cui Draco odiava vivere nei
sotterranei, ma come ogni buon Serpeverde, aveva imparato ad adattarsi.
Oggi era
venerdì, il suo nuovo giorno preferito della settimana. Per tutti i sei anni la
mattina era stato permesso di dedicarla allo studio libero o alla pratica, i
corsi normali riprendevano dopo pranzo. Due ore di Difesa Contro le Arti Oscure
seguite da Trasfigurazione e lui poteva dormire fino a pranzo: il Paradiso.
Sussurrando piano tempus guardò i numeri fluttuare sopra di lui prima che
svanissero in una nuvola di fumo rosso. Erano solo le nove e ventisei, il che
significava che poteva essere pronto per il pranzo e finire gli altri compiti
prima di dover andare ai corsi pomeridiani. Poi sarebbe stato libero di passare
l’intero weekend oziando e giocando con Harry o Damian. Draco sorrise
malignamente al pensiero e si sedette sul letto, divincolandosi attentamente da
sotto le coperte e trascinandosi sul letto fino a dove era sdraiato Harry. La
pantera stava dormendo stravaccata in fondo al letto, le zampe anteriori e le
orecchie contratte come se stesse facendo sognando. Tendendo lentamente la
mano, Draco afferrò diverse lunghe ciocche di pelo nero e le tirò delicatamente
prima di sussurrare ‘Harry’ troppo ad alta voce.
Cosa? Mugugnò Harry ovviamente ancora mezzo
addormentato.
“Sii gentile
e fai i miei compiti mentre sono in bagno” mormorò Draco piano, facendo
scorrere un dito lungo un lato del viso felino prima di grattarlo dietro un
orecchio, sorridendo alle martellanti e basse fusa che immediatamente
riempirono l’aria.
Che compito sarà? Harry sospirò, assorbendo le
sensazioni di giocosità e risate che fluttuavano intorno, infiammando la sua
mente ed il suo corpo con un sentimento di soddisfazione mai provato prima.
“Non ci
pensare, ci sono alte probabilità che tu non lo sappia fare comunque.”
Schivando una lieve pacca della zampa, Draco salì sul letto, dando una tirata
alla coda della pantera prima di dichiarare sfacciatamente “Lo sa il cielo come
hai fatto a sopravvivere finora.” Volò verso la porta dirigendosi in bagno e
chiudendo delicatamente la porta dietro di lui.
Harry guardò
Draco uscire dalla stanza in quella
lenta ed sinuosa andatura che lo faceva apparire come se fluttuasse sopra il
pavimento. Chiudendo gli occhi, mormorò dentro di sé un incantesimo che
conosceva a memoria e gemette alla sensazione impetuosa lungo la sua spina
dorsale. Le sue ossa si ruppero e rimodellarono, tornando alla loro forma
originale. I suoi denti e le sue unghie si restrinsero, tornando alla forma e
lunghezza precedente. Era ancora disteso sul letto, mentre permetteva al suo
corpo ed alla sua mente di adattarsi nuovamente al suo corpo naturale. Il
dolore della trasformazione era un ricordo lontano ma lui poteva ancora sentire
la sensazione, come se si stesse impossessando del suo corpo. Stirando le
braccia sopra la testa, si mise lentamente a sedere, riequilibrando il suo
corpo, dopo aver passato così tanto tempo correndo su quattro zampe anziché
due. Alzandosi lentamente sorrise alla sensazione di essere di nuovo se
stessocorpo, era come tornare a casa dopo aver passato settimane in un albergo
che mancava di certi agi a cui si era abituati.
Camminando
verso le tende, le tirò via permettendo a piccoli stralci di luce di illuminare
la stanza. Girandosi, si mosse lentamente verso l’armadio di Draco, afferrando
e tirando fuori un paio di pantaloni sportivi neri.
Se li mise e
scosse la testa quando li sentì lenti ai fianchi; aveva perso più peso durante
l’estate di quanto avesse immaginato all’inizio. I suoi occhi scorsero un
movimento tremulo e si voltò per scorgere l’opaco profilo di se stesso in uno
specchio verticale. I suoi capelli andavano da tutte le parti e la cicatrice
sulla sua fronte brillava di uno spiacevole rosso. Il collare d’argento
brillava nella luce soffusa, stretto splendidamente contro la sua gola anche se
la pantera aveva un collo più ampio del suo. Scosse la testa e sorrise
malignamente, i pensieri che si facevano strada nella sua mente non erano gli
stessi che aveva recepito dalla sua apparizione come pantera. Usando le dita
come pettine buttò indietro i capelli e
andò a sedersi alla scrivania di Draco. Mettendosi davanti un pezzo di
pergamena, osservò l’orologio di cristallo seduto alla scrivania, immaginando
di avere ancora almeno trentacinque minuti prima che Draco tornasse. Il suono
di stivali che si avvicinavano lo fece accigliare: Draco impiegava almeno
quarantacinque minuti per prepararsi il che significava che qualcuno che non
era Draco si stava avvicinando alla stanza.
“Draco!”
urlò Blaise, martellando la porta con il pugno alzato, battendo rapidamente in
modo da forzare Draco a svegliarsi “Dannazione Draco!” Aveva una domanda su
Antiche Rune e Draco se n’era andando svanendo alla sua vista, ghignò nel
tirare la maniglia della porta e trovandola aperta. Draco solitamente finiva i
suoi compiti non appena erano assegnati; diceva qualcosa sul farla più semplice
che oziare in giro e non fare niente e poi brontolava qualcosa sul sonno di
bellezza. Spalancando la porta ed entrando, non invitato, andò dritto alla
scrivania di Draco e rovistò fra i fogli sparsi sedendosi in punta, ghignando
quando trovò i compiti ultimati. Lanciando uno sguardo intorno si accigliò per
la mancanza della pantera sul letto; solitamente Damian rimaneva nella camera
di Draco finché la coppia non era pronta ad andare nella Sala Grande. Tenendo
stretto il foglio stava per andarsene, quando le sue dita si imbrattarono con
una delle risposte. Inchiostro fresco? Era stato nella sala comune per gli
ultimi venti minuti e non aveva visto segni di Draco; impugnando la sua
bacchetta si mosse lentamente verso la porta, e la chiuse delicatamente.
In piedi
nell’ombra proprio accanto alla porta, contrasse il viso al pensiero che uno
fra Draco o Damian tornassero e lo trovassero nella loro zona. Esaminando
cautamente la stanza con gli occhi, aspettò pazientemente che qualcosa
accadesse. Erano passati svariati minuti quando udì un lieve scricchiolio da
dentro l’armadio di Draco. Avvicinandosi furtivamente alla porta, si preparò
prima di aprire la porta e gridare ‘Lumos’.
Draco gettò
indietro la testa sull’asciugamano piegato che usava come cuscino. Il bagno dei
prefetti che stava usando apparteneva esclusivamente ai Prefetti Serpeverde;
siccome nessuno delle altre case si
sarebbe disturbato a scendere lì per usarli, il Serpeverde ne usufruiva tanto
spesso quanto gli andava. Fluttuava in mezzo alle bolle, che odoravano
eccessivamente di dolce vaniglia. Non avrebbe potuto immaginare di vivere senza
Damian, ma sicuramente Harry sarebbe dovuto presto tornare alla sua forma
umana. Immaginava che Silente stesse fanaticamente cercando il mago smarrito
quando lui era proprio sotto il suo naso. Chiudendo gli occhi, prese una manata
di bolle e le fece scorrere attraverso le sue dita prima di osservare l’arcata
del soffitto sopra la sua testa. Damian era diventato una parte importante
della Casa dei Serpeverde. Non solo per Draco, ma per chiunque. Il primo anno
si muoveva per la scuola indisturbato e non aveva bisogno di essere controllato
per andare in biblioteca o solo fuori a giocare. In una sola settimana la
presenza della pantera Harry aveva dato al Serpeverde nuove speranze e nuova
vita. Draco si alzò lentamente, non sapeva cosa avrebbe fatto se avesse perso
Harry e Damian, insieme o separati, erano diventati la parte più importante
della sua vita.
Si fermò
sulla strada mentre attraversava la sala comune dei Serpeverde, fermandosi a
parlare con diversi studenti prima di continuare verso le sue stanze.
Spalancando la porta ed entrando con passo pesante, si preparò a spingere la
pantera fuori dal letto e portarla a pranzo. I suoi occhi si spalancarono
davanti a ciò che vide e velocemente si fiondò interamente nella stanza sbattendo la portae facendo sobbalzare
parecchi studenti nella sala comune al forte rumore prveniente dalla vicina
stanza.
“Ehi Draco”
la voce lieve di Harry riempì l’aria, facendo trattenere a Draco il respiro
prima di muoversi dentro la stanza. Il Ragazzo-Sopravvissuto sedeva a gambe
incrociate sul suo letto, le dita giocavano oziosamente con i piccoli ciondoli
che pendevano dal collare d’argento intorno al suo collo.
“Buongiorno
Draco”. La testa di Draco si voltò e lui fissò shockato Blaise che era
elegantemente appollaiato su una sedia di fronte alla scrivania. “Harry ed io
stavamo giusto parlando di te”.
“Veramente,
Blaise stava aiutando se stesso con i tuoi compiti. I stavo solo finendo il
compito che mi avevi dato da completare” disse Harry, sorridendo apertamente
allo sguardo d’intesa sul volto di Draco. “Lui, ovviamente, ha deciso di
tenermi compagnia finché non fossi arrivato”
“Sì, beh,
ora che sono tornato se ne può andare” Draco guardò in direzione del suo amico
che si limitò a scuotere la testa e sorridere.
“Questa
dev’essere la cosa più interessante che è accaduta nella nostra casa dal primo
anno. Non c’è modo che io me ne vada finché non avrò sentito ogni piccolo
sporco dettaglio” dichiarò Blaise felice, mettendosi più a proprio agio sulla
sedia della scrivania, prima di portare la sua attenzione completamente sulla
coppia. “Un leone nel corpo di una pantera facendo la guardia ad un nido di
serpenti, questa dev’essere una cosa che capita una volta sola nella vita. Ora
vai avanti, abbiamo un corso fra poco e io non ho ancora pranzato”.
“Beh...”
disse Harry, voltando la testa in modo tale da poter avere gli occhi di Draco
nei suoi “Suppongo che tutto iniziò al primo anno quando il cappello parlante
stava per mandarmi a Serpeverde”.
Hermione
Granger stava seduta in un tranquillo angolo della biblioteca. Molti compiti
ultimati erano davanti a lei, tutti ordinatamente arrotolati e legati con un
fiocco rosso e oro. Stava fissando pensierosa quel piccolo pezzo di tessuto decorato
con i colori della sua casa. Non aveva mai realmente considerato il significato
e il ruolo che il sistema delle case aveva nelle loro vite. Separava gli
intelligenti dagli studenti che non sarebbero mai stati così svelti. Costruiva
un muro fra il debole ed il forte. I coraggiosi non avrebbero dovuto proteggere
i deboli? Ogni casa era un piccolo pezzo di puzzle, un pezzo che non si sarebbe
mai incastrato nel puzzle perché gli altri pezzi erano stati gettati in
direzioni diverse. Accigliandosi si appoggiò contro la sedia guardando i vari
gruppi di studenti seduti intorno ai tavoli, tutti vestendo orgogliosamente i
colori della propria casa. Risvegliandosi dai propri pensieri, i suoi occhi
incontrarono quelli di un ragazzo Corvonero che guardavano nella sua direzione. Fu sorpresa quando si fermò accanto
a lei e prese la sedia vicino alla sua.
“Dobbiamo
parlare”.
Draco e
Blaise fissavano Harry shockati. La storia che gli aveva raccontato era tutto
fuorché bella e nessuno dei due sapeva con certezza cosa dire.
“Il pranzo è
quasi finito” dichiarò Harry, guardando l’orologio sulla scrivania; nel
frattempo, cercò di rimettere a posto il
risvolto dei pantaloni aspettando pazientemente che gli altri due recuperassero
la lucidità.
“Questo ti
rende un Grifondoro o un Serpeverde?” chiese Blaise ad alta voce, osservando
pensierosamente Harry. “Voglio dire, tu sei grande nei Grifondoro, ma ti manca
qualcosa lì, direi quasi il cuore ma dopo tutto tu ci sei vissuto e suppongo
che non sia così”
“È un
Serpeverde” dichiarò Draco, guardando male Blaise come se avesse appena
trattato Harry come un bambino “Quel maledetto cappello ovviamente aveva
ragione ma il super ragazzo era troppo stupido per credere di potersi adattare
così bene in un gruppo di serpi. Ora faremo meglio a muoverci o Piton scenderà
qui per sapere che fine abbiamo fatto e io non sono pronto a dire a nessuno chi
è realmente Damian” disse Draco, osservando Harry che annuì, d’accordo.
“Bene allora
farò meglio a cambiarmi” Harry si alzò fissando la coppia prima di roteare gli
occhi e chiedere loro di voltarsi. Ridacchiò lievemente quando Draco bofonchiò
‘pudico’ e si concentrò per ritornare Damian.
Draco e
Blaise tornarono a guardare la massiccia pantera che stava dove fino a pochi
minuti prima c’era Harry, i pantaloni gettati a caso ai piedi del letto.
“Bene,
mettiamo in atto lo show” disse Blaise, lisciandosi i vestiti prima di
dirigersi verso la porta, fermandosi solo per prendere il foglio di Antiche
Rune per cui era venuto originariamente.
Lo sai di essere davvero un
Serpeverde, vero?
Mormorò Draco a bassa voce, con le mani sul retro del collo della pantera in un
familiare gesto d’’affetto.
Lo sono? Chiese Harry, con gli occhi che
luccicavano mentre guardava il viso di Draco.
Sì, mio Serpeverde. Dichiarò Draco, il significato dietro
quelle parole fece saltare il cuore ad
Harry e un muto sentimento d’amore si mosse furtivamente lungo il legame fra le
loro menti. Ehi Harry, esattamente tu
quanto ne sai di Antiche Rune?
Draco, ne so di Antiche Rune tanto
quanto so cosa passa per la mente di Silente. Harry rise, facendo scattare i suoi artigli verso le
persone che si muovevano nel corridoio inferiore, aprendo subito loro un
cammino. La risata convulsa si Draco riempì la sala, facendo sì che le persone
si girassero e fissassero il mago che rideva, sembrava, per nessuna ragione.
Hermione
Granger fissava Terry Boot meravigliata, non completamente in grado di
afferrare quello che lui stava tentando di dirle. Era stata sorpresa quando
aveva ascoltato inizialmente la sua storia ma quando aveva raggiunto la parte
sulla pantera parlante da guardia al primo anno il suo mento quasi colpì il
tavolo. Il comportamento sembrava certamente quello di Harry ma il pensiero di
Harry Potter e Draco Malfoy insieme era semplicemente troppo incredibile. Aveva
dato uno sguardo all’incantesimo per animagus e aveva scoperto che era troppo
pericoloso e complicato perché persino la sua mente lo comprendesse. La parte
più preoccupante era che i due maghi si erano legati senza sapere a chi l’altro
lo fosse. Se i Serpeverde avessero scoperto che Harry si pavoneggiava dentro la
casa vestito da pantera ci sarebbe stato un nuovo tappeto di pelliccia a
decorare il pavimento della loro sala comune.