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Autore: Copper Vixen    14/07/2010    3 recensioni
Harry viene catturato mentre è nella sua forma d'animagus, per esser poi venduto come familiare al suo peggior nemico...
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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A Panther's Heart-14

Salve a tutti/e! Dopo parecchio tempo che questa traduzione era stata interrotta, su richiesta di lumamo64 io, vogue, ho cominciato a tradurre i capitoli mancanti.

Spero che la traduzione sia quanto più scorrevole possibile, e se lo è lo devo solo alla stessa lumamo64 che ha pazientemente (e anche in modo decisamente veloce) betato tutti i capitoli da me finora tradotti. Buona lettura!

Capitolo 14

Mio Serpeverde

 

Draco gemette e si voltò, portando una mano sul suo viso prima di aprire lentamente i suoi chiari occhi azzurri. La sua camera era ancora avvolta nell’oscurità, l’unica luce filtrava nel buio da sotto la porta e fra le aperture nella tenda che copriva la finestra magica. La finestra era più di una fotografia, seguiva il modello statico della luna e del sole quando sorgevano e tramontavano. Comunque mancava qualcosa che una vera finestra mostrava: la vita; una foto non avrebbe mai potuto mostrare un ruggente temporale o la neve che sussurrava lungo il vetro. Era una delle ragioni per cui Draco odiava vivere nei sotterranei, ma come ogni buon Serpeverde, aveva imparato ad adattarsi.

Oggi era venerdì, il suo nuovo giorno preferito della settimana. Per tutti i sei anni la mattina era stato permesso di dedicarla allo studio libero o alla pratica, i corsi normali riprendevano dopo pranzo. Due ore di Difesa Contro le Arti Oscure seguite da Trasfigurazione e lui poteva dormire fino a pranzo: il Paradiso. Sussurrando piano tempus guardò i numeri fluttuare sopra di lui prima che svanissero in una nuvola di fumo rosso. Erano solo le nove e ventisei, il che significava che poteva essere pronto per il pranzo e finire gli altri compiti prima di dover andare ai corsi pomeridiani. Poi sarebbe stato libero di passare l’intero weekend oziando e giocando con Harry o Damian. Draco sorrise malignamente al pensiero e si sedette sul letto, divincolandosi attentamente da sotto le coperte e trascinandosi sul letto fino a dove era sdraiato Harry. La pantera stava dormendo stravaccata in fondo al letto, le zampe anteriori e le orecchie contratte come se stesse facendo sognando. Tendendo lentamente la mano, Draco afferrò diverse lunghe ciocche di pelo nero e le tirò delicatamente prima di sussurrare ‘Harry’ troppo ad alta voce.

Cosa? Mugugnò Harry ovviamente ancora mezzo addormentato.

“Sii gentile e fai i miei compiti mentre sono in bagno” mormorò Draco piano, facendo scorrere un dito lungo un lato del viso felino prima di grattarlo dietro un orecchio, sorridendo alle martellanti e basse fusa che immediatamente riempirono l’aria.

Che compito sarà? Harry sospirò, assorbendo le sensazioni di giocosità e risate che fluttuavano intorno, infiammando la sua mente ed il suo corpo con un sentimento di soddisfazione mai provato prima.

“Non ci pensare, ci sono alte probabilità che tu non lo sappia fare comunque.” Schivando una lieve pacca della zampa, Draco salì sul letto, dando una tirata alla coda della pantera prima di dichiarare sfacciatamente “Lo sa il cielo come hai fatto a sopravvivere finora.” Volò verso la porta dirigendosi in bagno e chiudendo delicatamente la porta dietro di lui.

 

Harry guardò  Draco uscire dalla stanza in quella lenta ed sinuosa andatura che lo faceva apparire come se fluttuasse sopra il pavimento. Chiudendo gli occhi, mormorò dentro di sé un incantesimo che conosceva a memoria e gemette alla sensazione impetuosa lungo la sua spina dorsale. Le sue ossa si ruppero e rimodellarono, tornando alla loro forma originale. I suoi denti e le sue unghie si restrinsero, tornando alla forma e lunghezza precedente. Era ancora disteso sul letto, mentre permetteva al suo corpo ed alla sua mente di adattarsi nuovamente al suo corpo naturale. Il dolore della trasformazione era un ricordo lontano ma lui poteva ancora sentire la sensazione, come se si stesse impossessando del suo corpo. Stirando le braccia sopra la testa, si mise lentamente a sedere, riequilibrando il suo corpo, dopo aver passato così tanto tempo correndo su quattro zampe anziché due. Alzandosi lentamente sorrise alla sensazione di essere di nuovo se stessocorpo, era come tornare a casa dopo aver passato settimane in un albergo che mancava di certi agi a cui si era abituati.

Camminando verso le tende, le tirò via permettendo a piccoli stralci di luce di illuminare la stanza. Girandosi, si mosse lentamente verso l’armadio di Draco, afferrando e tirando fuori un paio di pantaloni sportivi neri.

Se li mise e scosse la testa quando li sentì lenti ai fianchi; aveva perso più peso durante l’estate di quanto avesse immaginato all’inizio. I suoi occhi scorsero un movimento tremulo e si voltò per scorgere l’opaco profilo di se stesso in uno specchio verticale. I suoi capelli andavano da tutte le parti e la cicatrice sulla sua fronte brillava di uno spiacevole rosso. Il collare d’argento brillava nella luce soffusa, stretto splendidamente contro la sua gola anche se la pantera aveva un collo più ampio del suo. Scosse la testa e sorrise malignamente, i pensieri che si facevano strada nella sua mente non erano gli stessi che aveva recepito dalla sua apparizione come pantera. Usando le dita come pettine buttò indietro i capelli e  andò a sedersi alla scrivania di Draco. Mettendosi davanti un pezzo di pergamena, osservò l’orologio di cristallo seduto alla scrivania, immaginando di avere ancora almeno trentacinque minuti prima che Draco tornasse. Il suono di stivali che si avvicinavano lo fece accigliare: Draco impiegava almeno quarantacinque minuti per prepararsi il che significava che qualcuno che non era Draco si stava avvicinando alla stanza.

“Draco!” urlò Blaise, martellando la porta con il pugno alzato, battendo rapidamente in modo da forzare Draco a svegliarsi “Dannazione Draco!” Aveva una domanda su Antiche Rune e Draco se n’era andando svanendo alla sua vista, ghignò nel tirare la maniglia della porta e trovandola aperta. Draco solitamente finiva i suoi compiti non appena erano assegnati; diceva qualcosa sul farla più semplice che oziare in giro e non fare niente e poi brontolava qualcosa sul sonno di bellezza. Spalancando la porta ed entrando, non invitato, andò dritto alla scrivania di Draco e rovistò fra i fogli sparsi sedendosi in punta, ghignando quando trovò i compiti ultimati. Lanciando uno sguardo intorno si accigliò per la mancanza della pantera sul letto; solitamente Damian rimaneva nella camera di Draco finché la coppia non era pronta ad andare nella Sala Grande. Tenendo stretto il foglio stava per andarsene, quando le sue dita si imbrattarono con una delle risposte. Inchiostro fresco? Era stato nella sala comune per gli ultimi venti minuti e non aveva visto segni di Draco; impugnando la sua bacchetta si mosse lentamente verso la porta, e la chiuse delicatamente.

In piedi nell’ombra proprio accanto alla porta, contrasse il viso al pensiero che uno fra Draco o Damian tornassero e lo trovassero nella loro zona. Esaminando cautamente la stanza con gli occhi, aspettò pazientemente che qualcosa accadesse. Erano passati svariati minuti quando udì un lieve scricchiolio da dentro l’armadio di Draco. Avvicinandosi furtivamente alla porta, si preparò prima di aprire la porta e gridare ‘Lumos’.

Draco gettò indietro la testa sull’asciugamano piegato che usava come cuscino. Il bagno dei prefetti che stava usando apparteneva esclusivamente ai Prefetti Serpeverde; siccome  nessuno delle altre case si sarebbe disturbato a scendere lì per usarli, il Serpeverde ne usufruiva tanto spesso quanto gli andava. Fluttuava in mezzo alle bolle, che odoravano eccessivamente di dolce vaniglia. Non avrebbe potuto immaginare di vivere senza Damian, ma sicuramente Harry sarebbe dovuto presto tornare alla sua forma umana. Immaginava che Silente stesse fanaticamente cercando il mago smarrito quando lui era proprio sotto il suo naso. Chiudendo gli occhi, prese una manata di bolle e le fece scorrere attraverso le sue dita prima di osservare l’arcata del soffitto sopra la sua testa. Damian era diventato una parte importante della Casa dei Serpeverde. Non solo per Draco, ma per chiunque. Il primo anno si muoveva per la scuola indisturbato e non aveva bisogno di essere controllato per andare in biblioteca o solo fuori a giocare. In una sola settimana la presenza della pantera Harry aveva dato al Serpeverde nuove speranze e nuova vita. Draco si alzò lentamente, non sapeva cosa avrebbe fatto se avesse perso Harry e Damian, insieme o separati, erano diventati la parte più importante della sua vita.

 

Si fermò sulla strada mentre attraversava la sala comune dei Serpeverde, fermandosi a parlare con diversi studenti prima di continuare verso le sue stanze. Spalancando la porta ed entrando con passo pesante, si preparò a spingere la pantera fuori dal letto e portarla a pranzo. I suoi occhi si spalancarono davanti a ciò che vide e velocemente si fiondò interamente nella stanza  sbattendo la portae facendo sobbalzare parecchi studenti nella sala comune al forte rumore prveniente dalla vicina stanza.

“Ehi Draco” la voce lieve di Harry riempì l’aria, facendo trattenere a Draco il respiro prima di muoversi dentro la stanza. Il Ragazzo-Sopravvissuto sedeva a gambe incrociate sul suo letto, le dita giocavano oziosamente con i piccoli ciondoli che pendevano dal collare d’argento intorno al suo collo.

“Buongiorno Draco”. La testa di Draco si voltò e lui fissò shockato Blaise che era elegantemente appollaiato su una sedia di fronte alla scrivania. “Harry ed io stavamo giusto parlando di te”.

“Veramente, Blaise stava aiutando se stesso con i tuoi compiti. I stavo solo finendo il compito che mi avevi dato da completare” disse Harry, sorridendo apertamente allo sguardo d’intesa sul volto di Draco. “Lui, ovviamente, ha deciso di tenermi compagnia finché non fossi arrivato”

“Sì, beh, ora che sono tornato se ne può andare” Draco guardò in direzione del suo amico che si limitò a scuotere la testa e sorridere.

“Questa dev’essere la cosa più interessante che è accaduta nella nostra casa dal primo anno. Non c’è modo che io me ne vada finché non avrò sentito ogni piccolo sporco dettaglio” dichiarò Blaise felice, mettendosi più a proprio agio sulla sedia della scrivania, prima di portare la sua attenzione completamente sulla coppia. “Un leone nel corpo di una pantera facendo la guardia ad un nido di serpenti, questa dev’essere una cosa che capita una volta sola nella vita. Ora vai avanti, abbiamo un corso fra poco e io non ho ancora pranzato”.

“Beh...” disse Harry, voltando la testa in modo tale da poter avere gli occhi di Draco nei suoi “Suppongo che tutto iniziò al primo anno quando il cappello parlante stava per mandarmi a Serpeverde”.

 

Hermione Granger stava seduta in un tranquillo angolo della biblioteca. Molti compiti ultimati erano davanti a lei, tutti ordinatamente arrotolati e legati con un fiocco rosso e oro. Stava fissando pensierosa quel piccolo pezzo di tessuto decorato con i colori della sua casa. Non aveva mai realmente considerato il significato e il ruolo che il sistema delle case aveva nelle loro vite. Separava gli intelligenti dagli studenti che non sarebbero mai stati così svelti. Costruiva un muro fra il debole ed il forte. I coraggiosi non avrebbero dovuto proteggere i deboli? Ogni casa era un piccolo pezzo di puzzle, un pezzo che non si sarebbe mai incastrato nel puzzle perché gli altri pezzi erano stati gettati in direzioni diverse. Accigliandosi si appoggiò contro la sedia guardando i vari gruppi di studenti seduti intorno ai tavoli, tutti vestendo orgogliosamente i colori della propria casa. Risvegliandosi dai propri pensieri, i suoi occhi incontrarono quelli di un ragazzo Corvonero che guardavano nella sua  direzione. Fu sorpresa quando si fermò accanto a lei e prese la sedia vicino alla sua.

“Dobbiamo parlare”.

 

Draco e Blaise fissavano Harry shockati. La storia che gli aveva raccontato era tutto fuorché bella e nessuno dei due sapeva con certezza cosa dire.

“Il pranzo è quasi finito” dichiarò Harry, guardando l’orologio sulla scrivania; nel frattempo, cercò di rimettere a posto  il risvolto dei pantaloni aspettando pazientemente che gli altri due recuperassero la lucidità.

“Questo ti rende un Grifondoro o un Serpeverde?” chiese Blaise ad alta voce, osservando pensierosamente Harry. “Voglio dire, tu sei grande nei Grifondoro, ma ti manca qualcosa lì, direi quasi il cuore ma dopo tutto tu ci sei vissuto e suppongo che non sia così”

“È un Serpeverde” dichiarò Draco, guardando male Blaise come se avesse appena trattato Harry come un bambino “Quel maledetto cappello ovviamente aveva ragione ma il super ragazzo era troppo stupido per credere di potersi adattare così bene in un gruppo di serpi. Ora faremo meglio a muoverci o Piton scenderà qui per sapere che fine abbiamo fatto e io non sono pronto a dire a nessuno chi è realmente Damian” disse Draco, osservando Harry che annuì, d’accordo.

“Bene allora farò meglio a cambiarmi” Harry si alzò fissando la coppia prima di roteare gli occhi e chiedere loro di voltarsi. Ridacchiò lievemente quando Draco bofonchiò ‘pudico’ e si concentrò per ritornare Damian.

Draco e Blaise tornarono a guardare la massiccia pantera che stava dove fino a pochi minuti prima c’era Harry, i pantaloni gettati a caso ai piedi del letto.

“Bene, mettiamo in atto lo show” disse Blaise, lisciandosi i vestiti prima di dirigersi verso la porta, fermandosi solo per prendere il foglio di Antiche Rune per cui era venuto originariamente.

Lo sai di essere davvero un Serpeverde, vero? Mormorò Draco a bassa voce, con le mani sul retro del collo della pantera in un familiare gesto d’’affetto.

Lo sono? Chiese Harry, con gli occhi che luccicavano mentre guardava il viso di Draco.

Sì, mio Serpeverde. Dichiarò Draco, il significato dietro quelle parole  fece saltare il cuore ad Harry e un muto sentimento d’amore si mosse furtivamente lungo il legame fra le loro menti. Ehi Harry, esattamente tu quanto ne sai di Antiche Rune?

Draco, ne so di Antiche Rune tanto quanto so cosa passa per la mente di Silente. Harry rise, facendo scattare i suoi artigli verso le persone che si muovevano nel corridoio inferiore, aprendo subito loro un cammino. La risata convulsa si Draco riempì la sala, facendo sì che le persone si girassero e fissassero il mago che rideva, sembrava, per nessuna ragione.

 

Hermione Granger fissava Terry Boot meravigliata, non completamente in grado di afferrare quello che lui stava tentando di dirle. Era stata sorpresa quando aveva ascoltato inizialmente la sua storia ma quando aveva raggiunto la parte sulla pantera parlante da guardia al primo anno il suo mento quasi colpì il tavolo. Il comportamento sembrava certamente quello di Harry ma il pensiero di Harry Potter e Draco Malfoy insieme era semplicemente troppo incredibile. Aveva dato uno sguardo all’incantesimo per animagus e aveva scoperto che era troppo pericoloso e complicato perché persino la sua mente lo comprendesse. La parte più preoccupante era che i due maghi si erano legati senza sapere a chi l’altro lo fosse. Se i Serpeverde avessero scoperto che Harry si pavoneggiava dentro la casa vestito da pantera ci sarebbe stato un nuovo tappeto di pelliccia a decorare il pavimento della loro sala comune.

 

 

  
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