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Autore: skarch86    14/07/2010    4 recensioni
Dopo la morte di Silente, per Draco tutto va a rotoli. Quando Harry entra involontariamente a far parte del quadro, entrambi devono imparare che le cose non sono sempre come sembrano. Link della storia originale: http://bigbang.inkubation.net/life.html
Genere: Dark, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Severus Piton | Coppie: Draco/Harry
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Draco non ebbe il tempo di capire cosa stesse succedendo. Quando Potter colpì il Signore Oscuro e gli incantesimi iniziarono a volare per la stanza, Piton lo mise al sicuro. Draco attese che tutto finisse, sperando di uscirne vivo.

Poi si accorse che Piton lo stava trascinando là dov’era il cadavere del Signore Oscuro. Scandagliò il pavimento con le mani, fin a quando non trovò la massa invisibile che era Potter, dopodichè Smaterializzò tutti e tre fuori di lì.

Si ritrovarono sul pavimento della loro casa. Piton strisciò via, tenendosi il braccio sinistro e serrando i denti.

Draco tastò il pavimento intorno a lui fino a quando non trovò il mantello di Potter, e lo tirò via.

Dalla cicatrice di Potter, del sangue era colato su tutta la fronte e, così scuro, il rosso risaltava ancora di più contro la pelle, tanto pallida da essere quasi bianca.

“No…Potter, svegliati.” Draco lo scosse, ma non accadde nulla. “Merda…No, non farmi questo, adesso…”

Dopo aver rovistato per un po’, trovò la bacchetta e la puntò contro Potter. “Innerva!”

Ancora niente. “Forza, Potter, non voglio colpirti…” Non può morire. Non dopo…

“Se non ti svegli adesso, io–”

All’improvviso, Potter inspirò e cominciò a tossire. Draco lo aiutò ad alzarsi, tenendogli la schiena finché la tosse non si placò. “L’ho–L’ho ucciso?”

“Sì,” rispose Draco, asciugando la fronte di Potter con la propria manica. “Ce l’hai fatta. È finita.”

Potter appoggiò la fronte contro il petto di Draco. “Hai ancora il mio aspetto…” bofonchiò. Draco alzò una mano per toccarsi i capelli, e trovò la stessa massa informe che vedeva in testa a Potter.

“In realtà, ho un aspetto di gran lunga migliore del tuo. Lo penseresti anche tu, se potessi vederti ora,” bisbigliò Draco, seppellendo il naso tra i capelli di Potter e passandogli un braccio attorno alle spalle.

“Mmmm…”

Potter si addormentò tra le braccia di Draco proprio mentre Piton entrava nella stanza. Questi lo aiutò a portare Potter nella loro camera, dove lo lasciarono dormire dopo avergli pulito il viso. Draco attese che Piton fosse uscito – con la mano destra a coprire il braccio sinistro, là dove si trovava il Marchio Nero – prima di infilarsi sotto le coperte e di raggomitolarsi vicino a Potter.

::

Harry si svegliò con un mal di testa lancinante e ricordi confusi degli eventi della notte precedente. Dopo essersi liberato dalla stretta di Malfoy, andò in bagno. Scrutandosi allo specchio, realizzò che la cicatrice era orribile almeno quanto gli faceva male.

Quando tornò nella sua camera, trovò Malfoy che abbracciava il cuscino. “Forza, Bello Addormentato. Oggi torniamo a casa.”

Malfoy mormorò qualcosa contro il cuscino, e quasi fece le fusa, quando Harry cominciò ad accarezzargli la schiena. Dopodichè Harry si sdraiò sopra di lui e lo baciò dietro al collo.

“Mmm…Bello…”

Harry si fermò e si tirò su, nonostante i lamenti di Malfoy. “Seriamente, Malfoy. Devi alzarti.”

Malfoy aprì gli occhi lentamente, voltandosi per fulminare Harry con lo sguardo. E saltò su all’istante.

“Stai bene!” disse, allungando la mano per toccare il viso di Harry.

“Certo che sto bene.” Harry gli diede un breve bacio, prima di alzarsi e tirarlo giù dal letto. “Andiamo da Piton. Dobbiamo discutere di alcune cose.”

::

“Processo? Mi spediscono ad Azkaban non appena mi vedono-“

“Malfoy, calmati! Non lo faranno. Andrà tutto bene, sia per te che per Piton. È solo per dimostrare la vostra innocenza. Vuoi continuare a scappare per sempre?”

Piton prese la parola. “Draco… Potter ha ragione.”

Malfoy sprofondò nella sua sedia. “Lo so, è solo che…”

Harry attese che rispondesse.

“Non voglio che nessuno scopra cosa sono.”

Avrebbe dovuto aspettarselo. “Malfoy…Non ho alcuna intenzione di dirlo.”

Malfoy alzò gli occhi e fissò Harry. “Cosa?”

“È qualcosa di molto personale. Nessuno deve saperlo, se tu non vuoi. Io…” Harry allungò una mano sotto il tavolo, afferrando quella di Malfoy e intrecciando le loro dita, “…Continuerò ad aiutarti. Se vuoi, ovviamente…”

Sapeva che se avesse continuato sarebbe sembrato sempre più idiota, così tacque. Malfoy cercava di dire qualcosa, ma finì per annuire solamente.

“Bene… Prepariamo i bagagli e torniamo a casa…”

::

Villa Malfoy sembrava abbandonata, come se nessuno ci avesse vissuto da mesi. La porta principale era stata lasciata socchiusa e una scia di foglie, ramoscelli e terra portava all’interno. Malfoy si fece lentamente strada, e Piton gli camminava a fianco. Harry era dietro di loro, occhieggiando i ritratti alle pareti, che lo fissavano sospettosi dalle loro cornici.

Quando Malfoy e Piton entrarono nella stanza in cui erano diretti, Harry si fermò sulla porta, restando nascosto alla vista, nel buio corridoio, ma in una posizione tale da permettergli di osservare ciò che accadeva all’interno.

La madre di Malfoy era in piedi presso la porta-finestra che dava sul balcone. Si voltò quando li sentì arrivare, correndo per venire incontro a Malfoy e stringendolo in un abbraccio che avrebbe potuto rompergli qualche osso. I due bisbigliarono qualcosa, ma poi le lacrime cominciarono a scendere sulle guance della donna e Malfoy alzò una mano per asciugarle.

Tutto sembrava procedere secondo i piani, finché Narcissa Malfoy non lo notò. Balzò immediatamente davanti a Malfoy, estraendo la bacchetta e puntandola contro Harry.

“Madre, no!” Malfoy la fermò prima che avesse la possibilità di dire alcunché.

Si voltò a guardarlo con un’espressione scioccata. “Cosa sta succedendo, Draco?”

“Non farlo. Se non fosse stato per lui, a quest’ora sarei morto. Potter–” Malfoy fece una pausa ed inspirò a fondo, “Potter mi aiuterà a dimostrare la mia innocenza. Dopo tutto ciò che ho fatto.”

Piton e Malfoy ci misero un’ora a convincerla che era vero, e spiegarono cos’era accaduto durante i sei mesi precedenti e come Harry era sempre stato con loro. Narcissa sembrava calmarsi sempre di più alle loro parole, finché Piton non disse ad Harry che era ora di andare.

Harry salutò Malfoy con la mano e si diresse verso la porta, seguito da Piton, ma Malfoy lasciò sua madre e lo raggiunse. Quando abbracciò Harry, sua madre ricominciò a ringhiare. A quel punto doveva davvero andarsene, prima che Narcissa gli facesse sparire qualche parte del corpo con un incantesimo.

::

Harry non riusciva a credere che tre settimane fossero passate tanto velocemente.

In qualche modo, al Ministero era giunta la notizia della sconfitta di Voldemort – Piton aveva borbottato qualcosa come “codardi” e “idioti” – e i membri dell’Ordine che vi lavoravano avevano atteso l’arrivo di Harry.

L’interrogatorio durò fino alla mattina presto del giorno dopo. Rinchiusero Piton in una cella da qualche parte nel Ministero e mandarono Harry a casa. Tonks lo portò a Grimmauld Place dove, per fortuna, erano ancora tutti a dormire.

Ma ciò non impedì a Ron ed Hermione di restare seduti accanto al suo letto fino a quando non si svegliò, diverse ore più tardi. Cominciarono a parlare nel momento esatto in cui Harry aprì gli occhi, e si fermarono soltanto quando realizzarono che non aveva capito una parola di quello che avevano detto. Li capì quando ripetettero le loro domande ad una velocità normale.

Harry riferì tutto quello che era successo dall’ultima volta che li aveva visti, ovviamente tralasciando le parti che riguardavano il fatto che Malfoy fosse un lupo mannaro e la loro relazione – se la si poteva chiamare così. Non aveva idea di cosa fosse ciò che c’era tra di loro, in realtà.

Mentre tutti erano in strada a festeggiare la sconfitta di Voldemort, Harry stava disperatamente cercando di sfuggire loro per qualche tempo per preparare la pozione per Malfoy, dal momento che Piton non poteva farlo. Una volta pronta, usò Edvige per mandarne un’ampolla a Malfoy.

Il processo di Piton – e di Malfoy – iniziò la mattina dopo la notte di luna piena. Harry notò l’aspetto terribile che aveva Malfoy, ma non potette avvicinarsi per parlargli. Il processo durò vari giorni ma, fortunatamente, a Malfoy fu concesso di restare a casa sotto la supervisione del Ministero, almeno fino alla fine del processo.

Il processo in sé fu davvero interessante, almeno per qualcuno che non conosceva l’intera vicenda, ovviamente. Il primo giorno, Silente testimoniò da un ritratto dell’aula del Wizengamot ottenendo, per varie parti del suo discorso, molte esclamazioni di sorpresa dal suo uditorio.

Quando, pochi giorni dopo, fu il turno di Harry, egli sottolineò come senza Piton e Malfoy non avrebbe mai potuto sconfiggere Voldemort – tutti sussultarono ogni singola volta che pronunciò quel nome – e disse che avrebbe sempre fatto affidamento su di loro se tali eventi si fossero verificati di nuovo. Dichiarò anche che considerava Malfoy un caro amico, dopo tutto quello a cui erano andati incontro, e non gli importava affatto che Narcissa lo stesse fulminando con lo sguardo a quelle parole.

Alla fine, un anziano mago sdentato si alzò, dicendo che il Ministero avrebbe dovuto prendere una decisione molto tempo prima, sfruttando le proprie risorse per dare la caccia ai Mangiamorte fuggitivi, invece di tenere in prigione “le persone che aiutarono il Prescelto a sconfiggere Voi-Sapete-Chi, persone di cui il grande Albus Silente si fida anche dopo la morte”.

Alcuni impiegati del Ministero cacciarono l’uomo dall’aula, ma la decisione fu presa più tardi quello stesso giorno, assolvendo sia Piton che Malfoy.

La folla cominciò a rovesciarsi fuori dall’aula e subito i giornalisti cercarono di avvicinarsi a Piton, Malfoy ed Harry. Questi riuscì ad evitarne la maggior parte, scappando dall’aula non appena potette, ma gli altri non furono così fortunati. Harry si allontanò dall’entrata dell’aula e li aspettò lì.

::

Draco non riusciva a crederci. Alla fine, era libero. E lo doveva a Potter. Potter, la cui testimonianza era stata un capolavoro, giocando la carta del Prescelto nei momenti più adatti, facendo passare Draco per una persona innocente e coraggiosa che era stata fondamentale per la sconfitta del Signore Oscuro. Era  stata straordinariamente utile; ora era libero di tornare a casa e di vivere una vita normale, senza essere odiato dall’intero Mondo Magico.

Aveva così tanta voglia di baciare Potter, in quel momento.

Sua madre spaventò tutti i giornalisti e li mandò da Piton, che diede loro il trattamento che meritavano – erano già scomparsi prima ancora che Draco uscisse dalla stanza. Dopo averlo accompagnato di fuori, sua madre andò ad incontrare il Capo degli Auror.

Ovvero, gli dirà che deve far subito sloggiare quegli idioti da casa nostra, ma con un tono elegante e affascinante insieme. Oh, Madre, quanto ti adoro…

Draco ridacchiò piano e si guardò intorno. Le persone si fermavano per parlargli, ma lui voleva vedere una sola persona. E la trovò.

Potter era dall’altra parte della stanza. Nel momento in cui i loro sguardi si incrociarono, gli angoli della sua bocca si curvarono all’insù, formando un sorriso esitante. Draco sorrise di rimando ed inspirò a fondo, pronto a fare il primo passo verso Potter, quando due persone lo oltrepassarono di corsa, diretti verso di lui. Potter spostò lo sguardo su di loro e rivolse loro un ampio sorriso.

Erano Weasley e la Granger. Raggiunsero Potter e i tre iniziarono a parlare. Draco era distrutto. Quindi adesso era invisibile, per Potter…Era finita…

Abbassò gli occhi, volendo schiaffeggiarsi per aver pensato che quello che c’era stato con Potter avesse una qualche possibilità di continuare. Probabilmente, ora che le cose erano tornate alla normalità, si sarebbe rimesso con la sorella di Weasley.

Bene. Comunque, non è che avessero potuto fare niente con la benedizione del Mondo Magico.

Draco si voltò per andarsene. Non aveva fatto più di due passi, quando udì qualcuno correre ed avvicinarsi a lui. Sentì una mano afferrarlo per il braccio e fermarlo.

“Hey…” Potter… E adesso che vuole? Draco si preparò ad essere rifiutato e si voltò per guardare Potter negli occhi.

“Volevo parlarti, ma è stato tutto così folle, dall’inizio del processo.”

Oh, davvero? “Parla, allora”, replicò Draco, seccamente. “Nessuno te lo impedisce.”

Potter gli lasciò il braccio. Si prese un momento per stabilizzare il respiro. “Non so cosa risponderai, ma non posso non chiedertelo. Le cose che sono successe…” Potter si interruppe. Draco aspettava.

“Vorrei vederti ancora. Se vuoi.” Fece una pausa, mordendosi il labbro e guardando Draco speranzoso.

“Non credo che ai tuoi amici farà piacere. Né a nessun altro, comunque.”

Potter sorrise. “Se i miei amici mi vedono felice, apprezzeranno qualunque cosa ne sia la causa. E per il resto? Onestamente, non mi interessa. Se hai altre ragioni per lasciar perdere, dimmele, ma se questa è l’unica cosa che ti preoccupa, ti dico che non è importante. Solo…fidati di me. E poi, ecco…già mi sei mancato.” Disse l’ultima parte più rapidamente, arrossendo e agitando i piedi. “Allora, che dici?”

Allora Draco decise di fare proprio quello: fidarsi di lui. E non aveva importanza che erano in piedi al centro di una stanza piena di persone, e che Draco sentiva di essere arrossito a sua volta, e che presto sarebbero sembrati due idioti, con i loro sorrisi uguali, perché si sentiva bene. Qualcosa era definitivamente finito, ma altre cose, cose migliori, stavano appena cominciando. Si arrese e lasciò che il sorriso si formasse sul suo viso, prese un bel respiro e diede la sua risposta.

“Sì.”

 

~Fine~



 

E così, siamo giunti alla fine. Grazie a tutte/i per avermi seguito, per i vostri commenti e il vostro supporto. ^_^ Volevo soltanto ricordarvi di andare a vedere il link della storia originale e di scorrere la storia per ammirare tutte le fantastiche fanart che sono state realizzate per Life Less Frightening. Un bacione a tutte/i! Alla prossima! <3

  
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