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Autore: Tersicore    20/09/2005    4 recensioni
Questo è il mio primo e quasi unico esperimento di fanfic dato che scrivo originali. Spero possa piacere ma sopratutto divertire!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 23

 

Giunse la mattina dell’ultimo giorno sull’isola di Kyle. Nami si avviò come sempre in cucina per la colazione, ma con sua enorme sorpresa l’unico già in piedi era il cuoco. Notò che sul suo viso erano ancora visibili i segni del pestaggio ricevuto la sera prima e si sentì improvvisamente in colpa. In fondo Sanji le aveva fatto una dichiarazione d’amore! Alzò timidamente gli occhi dal piatto che il biondo le aveva già servito e disse “Scusami Sanji, sono stata una stupida. Non avrei dovuto trattarti così dopo quello che mi avevi detto, ma…..” la voce le morì in gola e non riuscì a continuare la frase. Il ragazzo si girò e la concluse per lei “ma non era da me che volevi sentire quelle parole, vero?”

A Nami non restò altro che annuire sconsolata. Avrebbe dovuto già capire da un pezzo che gli amici sapevano dei suoi sentimenti per Zoro.

Sanji le si sedette di fronte e disse “Credo di essere io quello che si deve scusare, la mia idea è stata idiota. Quando mi sono reso conto che avresti potuto lasciarci ho perso la testa. La verità e che nonostante ti voglia un bene dell’anima il nostro è solo un rapporto di amicizia. Il problema è che non voglio perderti, mi mancheresti troppo!”.

Nami sollevata sorrise con calore e strinse forte la mano dell’amico. Sanji rispose al sorriso e poi appoggiandosi allo schienale della sedia chiese “Hai già deciso cosa fare? Partirai con Black?”

“Sono così confusa” rispose la rossa coprendosi il viso con le mani “Da una parte c’è Black. Ha detto di amarmi e che vuole rendermi felice e dall’altra c’è Zoro. Ho paura che non ammetterà mai di aver bisogno di me e io non voglio aspettarlo per tutta la vita! Mi capisci?”

Sanji si accese una sigaretta poi rispose “Sì ti capisco e rispetterò qualsiasi decisione prenderai. Però fammi un favore Nami, non ti scordare che ci siamo anche noi. Io, Rufy ed Usop teniamo tantissimo a te!”

Nami si alzò, stampo un bacio sulla guancia del biondo e replicò “Non ti preoccupare. Non mi potrei mai scordare dei miei migliori amici”, poi si voltò e fece per uscire dalla cucina. Sulla porta si scontrò con Rufy ed Usop reduci dalla notte brava e ripeté il gesto già effettuato con il cuoco. Abbracciò entrambi e stampò pure a loro un bacio sulla guancia, il tutto lasciando i due interessati interdetti come non mai, poi si allontanò.

I due sbalorditi guardarono il cuoco e all’unisono chiesero “Cosa è successo?”.

Sanji si alzò per preparare la colazione ai due e rispose pensieroso “Nami sta pensando di andarsene con Black”.

“Cosa?” domando Rufy spalancando la bocca sorpreso.

“Ma io vado lì e lo uccido!” replicò Usop già pronto ad avviarsi.

Sanji lo bloccò per la collottola e ordinò “Oh no, tu non farai niente del genere. Zoro e io abbiamo già combinato troppe sciocchezze!”

Rufy si portò una mano dietro la nuca e disse nervosamente “Non pensavo che la situazione fosse tanto grave! Vado a parlarle”.

“Rufy” lo chiamo indietro Sanji “stai attento a quello che dici. Nami non ha bisogno di altre scenate”

Il capitano sorrise “Non ti preoccupare Sanji” si calcò il suo cappello sulla testa poi con un’espressione innocente continuò “non sono mica Zoro io”.

Nami stava innaffiando i suoi mandarini quando il ragazzo di gomma l’interruppe. “Ciao Nami”.

La ragazza si sedette e fece cenno all'amico di accomodarsi al suo fianco “Ciao Rufy, come è andata la serata?”

Il capitano si accomodò e poi rispose ridendo “Quando c’è una taverna io ed Usop siamo i più felici del mondo”. Nami scoppiò a ridere a sua volta poi tornata seria chiese al capitano “Hai parlato con Sanji vero?”. Rufy volse gli occhi al cielo e rispose “Già, ha spifferato tutto. A quanto pare non sono molto sveglio. Non avevo capito assolutamente nulla fino a stamattina”.

La cartografa appoggiò la mano sul ginocchio dell’amico e replicò “Non preoccuparti. Se non fossi venuto tu da me ora, sarei venuta a cercarti io”.

Rufy annui poi esitante le chiese “Te ne andrai con lui?”.

Nami ci pensò un attimo prima di rispondere, poi guardando negli occhi il ragazzo e con un sorriso furbo rispose “Se me ne andassi voi sareste belle che spacciati. Come minimo non riuscireste neanche ad uscire da questo porto senza perdervi e poi non saprei più chi picchiare!”

Rufy scattò in piedi felice “Allora rimani con noi?”

Nami annui poi continuò “Devo ammettere che fino ad un attimo fa ero indecisa, ma la mia indecisione e sparita nello stesso momento che ho iniziato a parlare con te. Ne abbiamo passate troppe insieme perché butti via tutto. Abbiamo un sogno ricordi? Se non lo raggiungiamo insieme, non c’e gusto”. Rufy, sollevato, abbracciò stretta la ragazza “Sono veramente contento”, si staccò, poi con un sorriso continuò “trovare una navigatrice in gamba come te non sarebbe stato per niente facile”.

Nami lo ricambiò con un pugno scherzoso sulla spalla “Vorrei proprio vedere, io sono la migliore!”.

Il capitano divenne improvvisamente serio e le disse “In fondo mi dispiace per Black. Mi piaceva parecchio. Andrai a dirglielo?”.

Nami si appoggiò al parapetto e fissando il mare afflitta rispose “Il nostro accordo era che se non mi recavo da lui prima di stasera sarebbe partito senza di me e penso sia meglio così. Il rivederci sarebbe solo doloroso, però devo restituirgli una cosa e non so come fare”

Rufy ci pensò su un attimo e poi le consigliò “Manda un biglietto al vecchio Ronin. Ci penserà poi lui a restituirla”.“Bravo Rufy, buona idea, farò così” disse la ragazza sollevata.

“Beh” replicò il capitano “io intanto andrò a comunicare la buona notizia agli altri. Erano tutti parecchio preoccupati”.

Nami seguì con lo sguardo l’amico scendere in cucina. In fondo non era stato poi così difficile scegliere. I dubbi si erano sciolti come neve al sole nello stesso momento in cui aveva cercato di immaginare la sua vita futura. Non era Black che vedeva al suo fianco quando chiudeva gli occhi, ma quella ciurma sgangherata che oramai considerava una famiglia. Era ora di concludere tutta quella faccenda, si alzò e con un sospiro si apprestò a scrivere il biglietto per il vecchio Ronin.

 

  
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