Ed ecco a voi….il quarto e atteso
(spero xD ) capitolo della mia fan fiction! Non sono completamente soddisfatta
di questo capitolo, ma fa niente, dei 34 delle mie cose non sono soddisfatta
xD Sperò però che a voi piaccia xD
Protagonisti di questo capitolo sono Alistair ed Hermione e il
titolo è “The Healing Potion”
Spero vivamente che vi piaccia…e
spero me lo facciate sapere lasciando un commentino-ino-ino, mi rendereste
veramente tanto tanto tanto felice! *-*
Buona lettura! : )
Chapter IV:
The Healing Potion
“To be trusted is a greater compliment
than being loved.”
-
The Marquis of
Lossie (1877), George MacDonald –
La professoressa Vector era in piedi, camminava lentamente avanti e indietro indicando con la bacchetta sulla lavagna ciò che stava spiegando. La classe era ammutolita, non si sentiva alcun rumore se non il raschiare delle piume sulla pergamena.
Hermione ascoltava rapita ciò che la
donna diceva, appuntando ogni singola parola alla velocità della luce. La
professoressa smise di parlare e subito la mano della ragazza scattò verso
l’alto. La donna sorrise soddisfatta e fece un cenno alla studentessa, che
subito aprì la bocca per parlare ma la sua voce fu sovrastata dal suono della
campanella. Hermione sospirò, abbassò la mano e sistemò le sue cose.
“Signorina Granger, scriva la domanda
sui suoi appunti, così la prossima volta potrà farmela ed io le risponderò.” Le
disse coprendo con la sua voce la campanella.
Hermione annuì e subito segnò la
domanda sui suoi appunti.
“Bene, per la prossima lezione voglio
un papiro su ciò che ci siamo detti oggi.” Si sedette dietro la cattedra ed
iniziò a scrivere rapida gli argomenti trattati.
Hermione finì di sistemare le sue cose
velocemente, senza proferir parola mentre tutti i suoi compagni si lamentavano
per il compito assegnato. Afferrò la borsa, uscì di corsa dall’aula e finì
contro Alistair, che subito l’afferrò al volo impedendole di cadere.
“Sai, dovremmo smetterla di incontrarci
così.” Sorrise.
“Scusa, non ti ho visto.” Si scusò
arrossendo la ragazza, facendo un passo all’indietro. “Stavo pensando alla
lezione e non guardavo dove andavo.” Sorrise e lo superò. “Bhè, grazie.”
Camminava all’indietro, senza smettere di guardarlo con un sorriso imbarazzato.
Alistair fece per dirle che forse
avrebbe dovuto guardare dove metteva i piedi, ma non appena aprì bocca la
ragazza non vide un gradino e cadde a terra, graffiandosi la mano.
“Stai bene?!” Le domandò preoccupato
inginocchiandosi accanto a lei.
“Sto bene, sto bene!” rispose rossa
quasi quanto Ron. “Sto bene, veramente.”
Il Serpeverde la guardò attentamente,
le mise le mani sulle guance, poi passò alle spalle ed infine le prese la mano
sinistra, la voltò verso l’alto e vide un’abrasione proprio sul palmo.
“E questo?” Sollevò divertito un
sopracciglio.
“E’ solo un graffietto, non è nulla.”
Alistair le tenne la mano bene aperta e
sfiorò la ferita.
“Ahi!” Si lamentò la ragazza.
“Sarà anche un graffietto, ma ti fa
male.” Piegò di lato il capo e le lasciò la mano, poi si rimise in piedi e
l’aiutò ad alzarsi.
“Grazie.” Sorrise riconoscente e si
sistemò la divisa, mordendosi la lingua per aver sfiorato il tessuto con il
palmo.
“Dai vieni.” Le fece un cenno.
“Cosa?! Dove?!” Spalancò gli occhi incredula.
Alistair roteò gli occhi al cielo e la
prese per mano, ignorando la bellissima sensazione che si era impossessata di
lui e il brivido che gli corse lungo la schiena.
“Dove vuoi andare?!” Esclamò Hermione
mentre il ragazzo iniziò a camminare. “Devo andare a lezione!”
Si voltò un attimo e le sorrise.
“Non ti preoccupare, è questione di
pochi attimi.” Le fece l’occhiolino e tenendosela stretta riprese a camminare.
Hermione lo guardò e non riuscì a
trovar niente da ridire, così si arrese e lo seguì per i corridoi della scuola,
nei sotterranei, fino a…
“Ma questo è l’ufficio di tuo padre!”
Esclamò la Grifondoro con un misto di reverenza e terrore.
Alistair annuì e fece per aprire la
porta.
“NO!” Urlò.
Il ragazzo si voltò verso di lei,
spaventato.
“Che succede, ti senti male?” Le chiese
preoccupato, avvicinandosi.
“N-no.” Balbettò imbarazzata.
“Meno male.” Tirò un sospiro di
sollievo: senza accorgersene aveva iniziato a trattenere il respiro. “Mi hai
fatto spaventare.” Aggiunse con tenerezza.
“Scusa.” Arrossì violentemente. “E’ che
quello è l’ufficio di Piton…”
“Lo so, è l’ufficio di mio padre.”
Scoppiò a ridere divertito e scosse il capo. “Aspettami qua.” Continuò a
sorridere e scuotere il capo mentre abbassò la maniglia.
“Ehy, ma che fai?” Gli domandò
incredula.
“Cerco solo di aiutarti. Fidati di me.”
Rispose con un sorriso pochi istanti prima di sparire nell’ufficio e
richiudersi la porta alle spalle.
Hermione rimase immobile quella che le
sembrò un’eternità, fissava terrorizzata la porta con il timore che Piton
potesse arrivare da un momento all’altro. Sentiva il cuore battere
freneticamente, il corridoio era troppo silenzioso, temeva che si sentisse
anche il suo semplice respirare.
“Eccomi!” Esclamò Alistair uscendo
dall’ufficio.
La ragazza sospirò e si portò una mano
al petto, più tranquilla.
“Meno male.”
Le sorrise, le prese dolcemente la
mano, stappò coi denti una piccola bottiglietta che stringeva nella mano
sinistra e versò del liquido trasparente della stessa consistenza di un gel
sull’abrasione, poi la chiuse.
“Tieni un attimo, per favore.” Disse
tutto concentrato, tendendo la bottiglietta ad Hermione, che la prese con la
mano libera.
Iniziò a spalmare con delicatezza il
liquido trasparente, bene attento a non farle del male, poi, quando la pelle fu
completamente asciutta, continuò a massaggiarla, incapace di smettere,
desideroso di prolungare quel contatto il più a lungo possibile.
“Va meglio?” Sussurrò infine
guardandola negli occhi, senza lasciarle la mano.
“Molto meglio.” Sussurrò a sua volta,
perdendosi nell’oceano verde dei suoi occhi.
Rimasero immobili, Alistair che
stringeva la mano di Hermione tra le sue, emozionati, a guardarsi, sorridendo.
“D-evo andare.” Balbettò dopo qualche
minuto la ragazza. “Sono in ritardo.”
Alistair spalancò gli occhi e si
ricordò solo in quel momento che avrebbe dovuto essere in aula a scrivere un
papiro sull’Aritmanzia ai giorni d’oggi sotto lo sguardo attento della
professoressa Vector.
“Cavolo!” Esclamò lasciando
immediatamente la mano della ragazza. “Scusa, ma devo proprio andare, mi spiace
seriamente.” Si scusò. “Scusami!”
Hermione non fece in tempo a dir nulla
che il ragazzo aveva iniziato a correre in direzione dei piani superiori.
Scoppiò a ridere, incredula sul fatto che avesse trovato qualcuno come lei per
le lezioni. Sospirò e sorrise.
“Ehy, Mezzosangue, che diavolo ci fai
qua?!” Le domandò scontrosamente un Serpeverde del settimo anno di cui non
conosceva il nome.
“Non sono affari tuoi.” Rispose
mettendo via la boccetta che Alistair le aveva consegnato.
“Oh, oh, oh! La Mezzosangue fa la
coraggiosa.” Intervenne il capitano della squadra di Quidditch dei Serpeverde.
“Come mai tra noi? Come mai non sei a lezione, saputella?”
“Vi ricordo che sono un Prefetto.”
Ringhiò.
“Prima di tutto sei una Mezzosangue
schifosa, ti ricordo.” La schernì il primo.
“10 punti in meno a Serpeverde!”
Esclamò iniziando a perdere la pazienza.
“Brutta…” Il capitano della squadra
fece un passo verso Hermione, che rimase immobile, orgogliosa e fiera come solo
i Grifondoro sanno essere.
“Brutta cosa?” Lo sfidò.
“Brutta schifosa lurida…”
“Ehy, ehy!” Eric si mise tra Hermione e
l’amico. “Adrian, calmo.” Si voltò verso di lui e mostrò i palmi delle mani.
“Levati, Eric.” Sibilò Kain. “Che
diavolo fai?”
“Amici! Miei cari ed intimi amici, lo
sapete che anche io non sopporto questa saccente ed arrogante…nata babbana.”
Disse le ultime due parole con disprezzo. “Ma è pur sempre un Prefetto.” Fece
spallucce. “E voi non volete che Serpeverde perda punti, no?”
Adrian e Kain guardarono Hermione, la
mascella serrata, poi sorrisero malignamente.
“Hai ragione, non ne vale la pena.”
Disse con un ghigno Kain.
“Già.”
“Bene, perfetto.” Sorrise Eric. “Che
dite se ce ne andiamo un po’ fuori?”
“Buona idea.” Concordò Adrian.
Eric mise le braccia attorno alle
spalle dei due amici ed insieme si incamminarono.
“Ciao, ciao, Nata Babbana.” La salutò
con disprezzo Kain.
I tre scoppiarono a ridere e se ne
andarono cantando una canzone che Hermione non aveva mai sentito.
Quando i tre se ne furono andati chiuse
gli occhi, tirò un sospiro di sollievo e si accorse che non riusciva a smettere
di tremare. Contò fino a dieci, poi iniziò a dirigersi verso la Sala Grande.
Era incredibile come riuscissero ad insultarla anche solo chiamandola < nata
babbana > : il disprezzo era evidente, la rabbia e l’odio per qualcosa di
cui non aveva colpa erano ben sottolineati. Scosse il capo e si chiese cosa le
stava succedendo: non si era mai fatta problemi per il suo essere
“Mezzosangue”, era una cosa di cui andava fiera! Eppure in quel momento la
faceva soffrire e si chiese perché.
“Alistair…” Disse una vocina dentro di
lei. Si fermò in mezzo al corridoio, poi scosse il capo e riprese a camminare.
No, non era possibile. Assolutamente no! Non era per Alistair! Era solo un
ragazzo.
“E ti piace…” Continuò malefica la
vocina.
No, no e poi no! Disse tra sé e sé, non
poteva! Era un Serpeverde, una dannatissimo Serpeverde!
“Per questo ci sei rimasta così male…”
“Zitta!” Esclamò ad alta voce proprio
mentre due ragazzine del primo anno passavano accanto a lei.
Le due spalancarono gli occhi
terrorizzate, si azzittirono e si allontanarono di corsa.
Hermione sospirò e si ravvivò i capelli
passandoci una mano. Forse quella vocina aveva ragione, si disse entrando in
biblioteca.
Per tutto il resto della giornata,
Hermione non fece altro che rimanere in biblioteca a studiare. Si concentrò su
Aritmanzia e scrisse due rotoli di pergamena sul compito che la professoressa
Vector aveva assegnato loro, poi passò ad Antiche Rune e tradusse il capitolo
che avrebbero fatto nella lezione successiva. Una volta finite Aritmanzia e Antiche
Rune, passò a Difesa Contro le Arti Oscure: solo perché la Umbridge la
insegnava non era un buon motivo per non studiare!
Quando sollevò lo sguardo dal libro
spalancò gli occhi incredula: oltre le finestre, il cielo si stava tingendo di
nero. Sospirò, guardò l’ora e sconsolata si rese conto che aveva saltato la
cena. Ripose i libri nella sua borsa, la prese e con tutta calma si diresse
verso la Torre dei Grifondoro. Varcò il ritratto della Signora Grassa e subito
vide Harry e Ron seduti ai loro posti.
“Ciao.” Li salutò sbadigliando mentre
si sedeva nella poltrona che avevano occupato per lei.
“Hermione!” Ron scattò a sedere. “Dove
diavolo sei stata?!” Domandò con gli occhi spalancati, tutto agitato.
Hermione gli lanciò una rapida
occhiata.
“Ronald, rischierai di farti venire un
infarto se non ti calmi.” Soppresse uno sbadiglio. “Sono stata ad Aritmanzia e
poi in biblioteca.”
“Quello che Ron sta cercando di
chiederti è perché non c’eri a Difesa Contro le Arti Oscure.” Intervenne Harry.
“Niente, mi ero fatta male e non sono
riuscita a venire, così ho deciso di andare in biblioteca a studiare.” Fece
spallucce.
Ron guardò incredulo Harry e il ragazzo
sollevò le spalle.
“Come è stata la lezione?” Chiese la
ragazza mentre il suo gatto arancione Grattastinchi le si sedeva in braccio.”
“Come quella della volta prima e quella
prima ancora.” Harry si sistemò gli occhiali con una mano.
Hermione si rizzò subito a sedere.
“Che cosa ti sei fatto alla mano?” Gli
domandò.
“Dove?” Mostrò il palmo della mano
destra.
“Non quella, l’altra.”
“Non è niente…”
Hermione si alzò di scatto e
Grattastinchi se ne andò indignato con la coda ben dritta, alla ricerca di una
comoda poltrona su cui accoccolarsi.
“Harry!” Esclamò Hermione una volta che
vide le parole < Non devo dire bugie > incise sulla pelle dell’amico.
“Ron, hai visto?!”
Ron annuì.
“Che diavolo è successo?!” Lo
interrogò.
“Niente!”
“Harry
James Potter!” Hermione mise le mani sui fianchi e lo
fulminò con lo sguardo.
“Amico, ti conviene parlare.”
Intervenne Ron, spaventato dalla reazione dell’amica.
Harry balbettò qualcosa di
incomprensibile ed Hermione gonfiò il petto.
“Ok, ok!” Roteò gli occhi al cielo,
esasperato. “E’ stata la Umbridge.”
“COSA?!” Esclamò indignata, gli occhi
spalancati.
“La punizione, mi ha fatto usare una
penna e questa penna ti incide nella pelle ciò che scrivi.” Aprì e chiuse il
pugno, guardandosi il dorso della mano con rabbia.
Hermione si morse il labbro inferiore,
poi si voltò di scatto, si sedette sulla poltrona, aprì la borsa e prese la
bottiglietta che Alistair le aveva dato.
“Dammi la mano.” Ordinò.
“Cosa?” La guardò incredulo.
“Harry, dammi la mano!” Esclamò
perdendo la pazienza.
Harry la guardò titubante, poi tese la
mano. Hermione l’afferrò dolcemente, ci versò sopra un po’ del liquido ed iniziò
a spalmarglielo proprio come aveva fatto Alistair con lei.
“Va un po’ meglio?” Domandò dopo
qualche attimo.
“Sì, molto meglio.” Rispose Harry con
un sorriso pieno di gratitudine.
“Ma che roba è?” Intervenne Ron che
aveva assistito a tutta la scena.
“Una pozione.” Hermione fece spallucce
e ripose la bottiglietta nella borsa.
“Ok, ma che pozione è?” Chiese ancora
Ron.
“Non lo so.” Hermione arrossì
improvvisamente.
“Come non lo sai!” Esclamò Harry
spalancando gli occhi incredulo.
“Non lo so, me l’ha data Alistair dopo
che mi sono fatta male.” Mugugnò.
“COSA?!” Esplosero insieme i due
ragazzi.
“Ti sei fidata di quello?!” Domandò Ron
con gli occhi spalancati.
“Ti sei fidata del figlio di Piton
nonché Serpeverde?!” Aggiunse Harry.
Hermione fece per dire qualcosa, ma
Harry scattò in piedi.
“No, io dico, Herm!” Si portò una mano
alla fronte. “E’ un Serpeverde, nonché figlio di Piton!” Iniziò a camminare
avanti e indietro, incredulo. “E’ uno schifosissimo Serpeverde! Lo sai vero chi
è il suo migliore amico? Eric Heartmann! Lo sai che è uno schifosissimo
sostenitore della purezza del sangue? Che odia chiunque pronunci la parola
babbano e mago nella stessa frase?”
“Harry, per favore, siediti, mi stai
facendo venire mal di testa.” Borbottò Ron sprofondando nella poltrona.
“Hermione, come diavolo puoi esserti
fidata di lui? Potrebbe benissimo essere un sostenitore di Voldemort!” Esclamò.
Ron rabbrividì al sentire il nome di
Voldemort.
Hermione spalanca gli occhi e si alza
di scatto.
“Suo padre fa parte dell’Ordine!” Sibilò.
“Non. E’. Un. Mangiamorte!” Aggiunse scandendo ogni singola parola. “Mi fido di
lui!” Si lasciò scappare.
Harry si fermò e la guardò basito. La
ragazza si morse il labbro inferiore, afferrò la sua borsa e se ne andò
arrabbiata.
“Miseriaccia, l’hai proprio fatta
arrabbiare.”
Ed ecco qua la fine di questo
capitolo! Piaciuto? Vi ha sorpreso tutta questa leggerezza dopo la fine del
capitolo precedente? Ho pensato che dopo una cosa “inquietante” come quella era
il caso di fare qualcosa di più leggero…e allora ecco qua questo capitolo :D
Ed ora passiamo ai consueti
ringraziamenti:
-
Piccola Vero: eh sì, in questo
capitolo Alistair si è comportato un po’ da bambino…ma non sa nulla di sua
madre ed è curioso, come tutti : ) Per quanto riguarda l’inquietante…bhè, è
solo l’inizio questo :P
-
Mandy Romance: non mi
sbilancio, Voldemort effettivamente ha dei piani, piani che riguardano
Severus…di più non posso dire xD =)
-
Symbolique: Eh si, Sev ha
mentito! Non se l’è sentita di dire la verità a suo figlio, il motivo lo si
scoprirà nel prossimo episodio :P E per quanto riguarda Alistair ed Harry…dopo
questo capitolo penso tu abbia capito che Harry non vuol avere molto a che fare
col fratellastro xD E per quanto riguarda Voldie…bhè qualcosa in mente ce l’ha
:P
-
Alida: eh si, Alistair
dovrebbe sapere la verità, lo penso anch’io…però Silente ritiene che non sia
ancora il momento. Ma chi è Silente dirai tu. Eh Silente è l’unico che crede in
Severus e che l’ha sempre aiutato. Nel prossimo capitolo sarà proprio il
rapporto tra Severus e Silente ad essere messo in luce. Ed effettivamente
Voldemort è un po’ inquietante xD
-
SiL1694: lo so, Lily poteva
non sembrare reale, ma ho voluto fare qualcosa di particolare….e cosa c’è di
più particolare che regalare un fratellastro ad Harry? =) Comunque nei prossimi
capitoli si parlerà ancora di Lily e delle sue azioni =) Per quanto riguarda i
complimenti sul mio “rendimento” di Severus…bhè grazie mille *___*
-
Markorules: ti ringrazio per i
complimenti e sono davvero contenta che ti piaccia la mia storia! Per quanto
riguarda quella che tu consideri una “pecca”…bhè io sinceramente l’ho presa
come un complimento! Adoro il modo di scrivere di zia Row e se il mio stile è
simile al suo..bhè penso sia positivo
dato che sto scrivendo una cosa ispirata ai suoi racconti =)
-
Morghi: sono contenta che
adori Alistair *_* Anche io lo adoro e penso a questo punto che il
quattordicesimo capitolo farà la tua felicità *-* Non dico altro :P Prepara
solo un grosso secchio xD LoL Per quanto riguarda il suo carattere…è un amore
*_* Ha sofferto tanto per il fatto di sua madre e si vede…ma d’altronde come si
può pretendere che un uomo con il cuore ancora a pezzi come Severus possa
parlare dell’unica donna che abbia mai amato tranquillamente? Si sente in colpa
e non riesce a parlare di lei senza star male…e il motivo per cui si è
arrabbiato è proprio questo, anche se non voleva : (
-
Rosario: non puoi dirmi che
odi il mio Sev! Io lo amo! E non è che lo rendo più affabile e amabile…è
affabile e amabile *_* Ed effettivamente ho pensato di mettere in luce
Alistair: che cavolo, Harry ha 7 libri da protagonista! Almeno una ff,
lasciamola al povero Alistair! LoL xD E mi spiace per la tua dipendenza :D Però
sperò non finisca :D
Inoltre ringrazio:
-
Diogene, mick_angel e Shizue
Asahi che hanno messo questa FF tra i preferiti =)
-
Ann1x9x9x4, Daicchan,
Fedecaccy, gwendolen, memols e _ Rory_ che hanno messo questa FF tra i seguiti
=)
-
Amelia91, ArwenBlac, dodo,
emonemo, Emrys, GacktLove, harmon8y9, JuliaSnape, Ladyhawke25, Lakme, Malia,
nihal93, piperina, Vekra, Vodia, _cic _, _Hanna _ per aver messo questa FF tra
le ricordate =)
A questo punto spero di non aver
dimenticato nessuno xD E se l’ho fatto…bhè perdonatemi u.u xD
Al prossimo capitolo e ancora grazie
per leggermi e recensirmi!
Elyl