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Autore: Lupus    16/07/2010    2 recensioni
Raccolta disomogenea di undici fanfiction (una per ogni brano dell'ultimo album dei Muse, The Resistance, che dà il nome allo stesso lavoro) di vario pairing e genere.
Ultimo capitolo:
#4. United States Of Albion [Merlin/Will] - [What if/Drammatico/Angst/Guerra]
[...]Non si arrendono. Continuano imperterriti il duello contro la vita, fino a morire. Negli occhi non c’è disperazione: dolore forse, causato dalle ferite sul corpo, ma è forza quella che anima le loro azioni. Eroi.
Merlin capisce che non bisogna essere speciali per diventarlo… basta vivere la propria vita intensamente, pensando che ogni attimo che scorre potrebbe essere l’ultimo.
[...]La loro è una vita fatta di corse contro il vento, di giochi allegri, di sorrisi e abbracci sinceri. Sono troppo giovani, per sentire il lamento del tempo. Sono troppo giovani, ma non lo saranno per sempre.
«Amici?» la mano protesa in avanti, pronta a stipulare, con un gesto, la promessa di una vita. E l’ingenuità che possa davvero essere per sempre.
«Finché avrò fiato in gola per respirare» due mani esili che si stringono, cercando l’una conforto nell’altra. Alla fine non ci credono neanche loro, che possa essere davvero per sempre. Ma sarebbe bello, se fosse possibile.

[...]E’ tremendo. Fa male, dentro e fuori. Ma, poi, ad un certo punto, si smette di soffrire. Tutto sparisce, in una nuvola di fumo, e resta solo aria. Irrespirabile.
È ancora buio. Buio pesto.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Morgana, Principe Artù
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Avvertenze (questa volta le metto all’inizio): Questa storia è stata scritta sul prompt Merlin/Will (non) è un segreto per il FanonFest, indetto dallo Staff di FW.
Con la pubblicazione di tale scritto non ci guadagno nulla. I personaggi non sono miei, purtroppo, ma della BBC o chi per loro.
Un grazie speciale a Pavese che con la sua Casa in collina mi ha fatto tornare la voglia di scrivere.


LEGGETE CON ATTENZIONE: QUESTA STORIA E' UNA WHAT IF, CON UN FINALE A SORPRESA E LEGGERMENTE DIVERSO DA QUELLO DESCRITTO NELLA SERIE ORIGINALE.

 

 

 




4. United States Of Albion – Stati Uniti di Albion

 

 

Buio. Buio pesto.
E rumore. Forte rumore.
Il clangore della vita che combatte contro il tempo, e poi si spegne in un ultimo, sommesso, respiro.
La paura che diventa sangue e scorre, veloce, dalla ferita sul petto, come un cielo squarciato dalle nubi in cerca del suo sole.
Solo l’aria è testimone del suo dolore, mentre si aggrappa con le ultime, vane forze alla vita che, lentamente, scivola via dagli angoli del corpo, e sfugge per non assistere alla sua dipartita.
E’ tremendo. Fa male, dentro e fuori. Ma, poi, ad un certo punto, si smette di soffrire. Tutto sparisce, in una nuvola di fumo, e resta solo aria. Irrespirabile.
È ancora buio. Buio pesto.

 

*

 

Le spade feriscono l’aria, le urla degli abitanti di Eldor si spengono, una alla volta, nella terra che li ha partoriti e accuditi come figli, mentre l’olezzo della morte perseguita i superstiti.
Merlin volta lo sguardo disperato prima da una parte e poi dall’altra, cercando di scorgere la più piccola speranza, nei volti vinti dalla disperazione dei suoi fratelli, ma vede solo costernazione.
Qualcuno si dispera dietro di lui, è Almuth*, la vecchia del villaggio. Il suo corpo che ha vinto otto gravidanze e il tifo, ora è scosso dal dolore e dalla consapevolezza della morte. Una spada le trafigge il petto, mentre la vita le scivola via dalla ferita aperta, e si perde nel terriccio.
L’esercito di Kanen non ha alcuna pietà, alcun timore, sputa sui morti e uccide le donne. E’ aberrante la loro ferocia, non credono in nessun dio.
Merlin si lancia in una corsa sfrenata, schiva due frecce, ma la terza lo ferisce al braccio. Non sente dolore, non ne ha il tempo in quell’inferno di sangue e strida. Brandisce la sua arma senza vitalità, sferza l’aria a vuoto, è troppo lento e troppo furioso per poter portare a segno anche un solo colpo.
Sente le forze abbandonarlo, e la vita con loro.
Arthur è in difficoltà, ma nei suoi occhi Merlin non legge disperazione. Ha lo sguardo di un eroe, non conosce la paura, ma ha pietà. Anche Morgana e Gwen si danno da fare come meglio possono. Combattono per lui, i suoi amici. Per una libertà che non compete loro, ma che possono sentire nei pianti disperati della gente e nei motti di rivolta.
Libertà. Libertà. Libertà.
C’è chi la cerca una vita e muore, nel momento stesso in cui l’ottiene. C’è chi invece non potrà mai scorgerla, se non nei volti gonfi di uomini insudiciati dal vizio.
Merlin anelava la libertà, la cercava nel suo respiro, che non riusciva mai a trattenere più di qualche secondo; la cercava nelle parole che non aveva mai detto ad Arthur, ma che sperava di pronunciare, un giorno.
Sono un mago.
Era semplice. Era la verità. E, insieme, la sua condanna.
Il principe lo abbandonerebbe. Il suo amico lo consegnerebbe nelle mani della morte.
Ogni giorno, allora, Merlin si costringe al silenzio, firmando un patto col tempo - per sempre cita una delle molteplici clausole. Per sempre. Un concetto che ha in sé l’eternità di una vita e la caducità dell’esistenza: un rifugio dal tempo e dallo spazio, nel santuario del silenzio.
Manda giù un magone che gli raschia la gola, il ragazzo. Mentre sente qualcuno dietro lui che incassa un colpo per difenderlo.
Si volta e lo vede.
«Will…» è un lamento flebile, quello che spira dalle sue labbra. La sua espressione contratta in qualcosa di simile ad un dubbio, ma meno incerto. Come se ponesse una domanda di cui conosce già la risposta. Ma è bello, a volte, sentirsi ripetere quanto la vita sia meravigliosa.
L’amico ricambia lo sguardo con più sicurezza. Sorride. In quel gesto c’è tutto un mondo di sentimenti non espressi, di parole non dette per non rischiare di cadere.
«Pensavo te ne fossi andato…»
Anche Merlin adesso sorride. Ritrova la forza di stringere la vita tra le braccia e riportarla in sé. Combatte per qualcosa di più profondo della propria libertà, ora: quella degli altri, dei suoi compagni, dei suoi amici, dei suoi fratelli.
E’ più bella la vita, e più meravigliosa, se viene condivisa.
«E lasciarti morire, qui, da solo?» la sue parole accarezzano l’aria, a differenza delle frecce scagliate dall’arco che stringe tra le mani.
Merlin non penserebbe mai di poter sorridere, in una situazione del genere. Ma lo fa, disegnando con la piega delle labbra il profilo della felicità.
«Vedi tu di non farti ammazzare, piuttosto»
Will non risponde, dà al silenzio il compito di anticipare la sua morte. Merlin sente un fremito percorrergli la schiena e spegnersi all’altezza delle spalle. Accusa il colpo senza congetturarvi sopra, pensando che sia normale in una situazione tesa come quella in cui si trova.
Nell’aria, il fetore della morte non vuole scomparire, ma si fa sempre più forte, permeando ogni cosa: le armi, le divise dei soldati nemici, le vesti lacere degli abitanti di Eldor, anche la terra ha perso il suo naturale profumo di vita, lasciando il posto a quel nauseabondo olezzo. Non vinceranno. E’ impossibile.
Eppure, non si arrendono. Continuano imperterriti il duello contro la vita, fino a morire. Negli occhi non c’è disperazione: dolore forse, causato dalle ferite sul corpo, ma è forza quella che anima le loro azioni. Eroi.
Merlin capisce che non bisogna essere speciali per diventarlo… basta vivere la propria vita intensamente, pensando che ogni attimo che scorre potrebbe essere l’ultimo.
Non serve la magia, alla vita. Perché essa è già più potente di qualsiasi altro incantesimo.

 

And these wars they can’t be won

E queste guerre non posso essere vinte.

 

 

*

 

E’ ancora buio. Buio pesto.
Non c’è luce nella morte. Né speranza. Solo un interminabile silenzio rotto dal respiro affannato di qualche demone.
Non sente più la vita. La cerca, con le mani, con la voce, con la mente, ma non si muove né parla né percepisce nulla. E’ stato svuotato di qualsiasi cosa, privato anche del dolore. Ed è terribile la consapevolezza di non esistere più. Un cappio invisibile gli serra la gola: ha sete, e fame, e piange lacrime che non scendono, quasi avessero paura di quel mondo che non si trova in nessun luogo, ma è ovunque. La morte.
Il buio si dirada, ma è una flebile luce quella che si intravede tra le pieghe del tempo. Racconta le storie di un’epoca, lontana, inafferrabile, con immagini vuote e prive di colori.
E’ la vita, che, distante, lo saluta.
Tornerà di nuovo la notte. E sarà buio. Buio pesto.

 

*

 

Due volti, nel lago limpido e cristallino, si perdono nelle pieghe dell’acqua, disturbata da un sassolino scagliato con forza.
Un salto, due, tre. Al quarto si spegne.
Ridono, adesso, i volti, esuli da qualsiasi preoccupazione. La loro è una vita fatta di corse contro il vento, di giochi allegri, di sorrisi e abbracci sinceri. Sono troppo giovani, per sentire il lamento del tempo. Sono troppo giovani, ma non lo saranno per sempre.
«Amici?» la mano protesa in avanti, pronta a stipulare, con un gesto, la promessa di una vita. E l’ingenuità che possa davvero essere per sempre.
«Finché avrò fiato in gola per respirare» due mani esili che si stringono, cercando l’una conforto nell’altra. Alla fine non ci credono neanche loro, che possa essere davvero per sempre. Ma sarebbe bello, se fosse possibile.
Due volti, nel lago limpido e cristallino, si perdono nelle pieghe dell’acqua, disturbata da un sassolino scagliato con forza.
Un salto, due. Al terzo si ferma.
«Sono più bravo io»
Risate, costernazione, ancora risate e di nuovo costernazione. Come sono versatili l’emozioni dei bambini, hanno i colori dell’arcobaleno. E la sua rarità.
«Ma tu non sei capace, però, di fare questo»

Di nuovo buio. Buio pesto.

 

*

 

La battaglia imperversa da alcune ore. Gli abitanti di Eldor sono stanchi, hanno il morale a terra e calpestano inavvertitamente i corpi esangui di quelli che, una volta, sono stati loro amici. E fratelli, e padri, e madri.
Il sole risplende in alto, non è solamente Camelot ad essersi dimenticata di loro, ma anche il cielo, che non piange la dipartita dei morti.
Sono soli, contro dei nemici imbattibili. Ci vorrebbe un miracolo, per salvarli.
«Ci vorrebbe la magia…» le parole di Will rimbombano nella mente di Merlin, amplificate dalla sua coscienza. Nessun altro l’ha sentito, il suo amico non è così sprovveduto.
Merlin vorrebbe controbattere, disegnare con le parole un futuro che non sarà il loro, se non si affretta ad agire. Ma non può. La speranza sembra averlo abbandonato - è impossibile sognare, senza di essa.
Piega il capo, allora, sconfitto da quella verità.
Ci vorrebbe la magia.
Ma cosa penserebbe Arthur di lui? Cosa Morgana, cosa Gwen, cosa gli abitanti di quel villaggio da cui è scappato proprio per la sua diversità?
Teme di non essere accettato, di essere condannato perché gli altri non riescono a capire che, sotto la magia, c’è un cuore umano che pulsa come tutti gli altri. Un cuore capace di sentire la natura, di amare e soffrire, come tutti gli altri.
Merlin sa che la diversità è solo il nome che gli uomini danno alle loro paure, ma è estenuante vivere con il peso del silenzio sulle spalle.
Si è abituato, oramai, a sfuggire lo sguardo della gente, a nascondersi dietro un fare impacciato e una risata irriverente.
Come si sarebbe sentito, una volta che le circostanze lo avrebbero reso nudo? Lo avrebbero esposto al giudizio degli altri?
Ci vorrebbe la magia, la parole di Will rimbombano nella sua testa, amplificate dalla coscienza. È la verità, che gli fa quest’effetto.
Merlin vorrebbe dirgli che la magia, in realtà, non esiste. È una capacità come un’altra: c’è chi sa ferire un uomo ad occhi chiusi con la spada, anche questa è magia. Chi, invece, beve fino a scoppiare senza subire le conseguenze dell’alcool, chi conosce il nome di tutte le piante che crescono sulla terra, chi riesce a parlare per ore senza avere la gola secca. C’è chi vive. Tutto questo è magia.
Gli uomini preferiscono soffermarsi all’apparenza delle cose, perché hanno paura di scavare a fondo e scoprire che, in realtà, c’è un altro mondo, oltre al loro.
Arthur, William, Gwen, Morgana, gli abitanti di Eldor, tutti loro stanno combattendo per la libertà, ma Merlin pensa che, in fondo, sia impossibile raggiungerla. In un modo o nell’altro, qualcuno sarà sempre schiavo dei propri pregiudizi, di qualunque natura essi siano.
Nessuno vive veramente.
«Merlin… ti prego. Abbiamo bisogno di te. Eldor ha bisogno di te!»
Merlin sospira, vinto da quella richiesta disperata.
Per ottenere la libertà, ha bisogno di essere, anche se per un’ultima volta, schiavo.

 

*

 

E’ di nuovo buio. Buio pesto.
Il tempo gioca con la sua vita, prima attraverso le immagini di un passato lontano, adesso con i suoni del presente.
Le spade hanno smesso di sferzare l’aria, gli uomini di lamentarsi per le proprie ferite. Sta morendo: lo sente nel pianto disperato dell’amico che ha poggiato la testa sul suo petto e gli stringe la mano, come a ricordare la promessa di una vita, quella che avrebbe dovuto valere finché avrò fiato in gola e per cui adesso stava pagando lo scotto.
«Avevi detto che sarebbe stato per sempre»
Urla, l’amico, le parole di una vita. Quelle che non sono riusciti a dirsi, nel momento del loro abbandono. Lì, in quel giorno, le loro esistenze hanno iniziato a corrodersi lentamente, perché non sono stati in grado di mantenere l’impegno preso. Si sono rivisti, solo per dirsi addio.
Ed è tragico, ma anche meraviglioso, il modo tutto particolare che la natura ha di legare le vite tra loro, come corde che si intrecciano, si sfilacciano, si riavvicinano, ed infine si spezzano. Alcune prima, altre dopo molto tempo.
Ma, alla fine, la morte è inevitabile.
I singhiozzi si spengono, torna il silenzio. Il tempo ha ripreso il suo gioco. La vita scorre veloce, ma lui può solamente assistere, come uno spettatore, senza partecipare.
Non è più così buio, ma lo sarà presto.

 

*

 

I loro occhi si incrociano sotto il sole rovente, si scontrano e, infine, depongono le armi, una volta riconosciuto, in quello sguardo, l’amico di un tempo.
Merlin stringe la mano a Will – è tornato per salvarlo. Il mondo tace e la terra, sotto di loro, scompare. E’ una magia, ma lui questa volta non c’entra niente.
Entrambi raccontano all’altro la propria vita, e il tempo si ferma: le foglie degli alberi smettono di oscillare, non si sente un solo suono provenire da quella natura rigogliosa. Sembra che il mondo si sia spento, dopo aver soffiato l’ultimo respiro.
«Poi sei andato via…»
«Le cose sono cambiate.»**
La sua vita è cambiata: costretto all’esilio a causa della magia. Ha seguito i consigli di sua madre, allontanandosi dal villaggio, e dal suo migliore amico, per non soccombere.
Merlin ha affrontato la vita a testa alta, si è anche adeguato qualche volta, ma non ha mai smesso di guardarsi indietro, di sognare un’esistenza senza quel morbo che lo rende unico e solo.
Gli eroi muoiono soli, ricorda di aver letto da qualche parte. Ma non si sentiva un eroe, bensì un servo.
Era arrivata la sua occasione, finalmente.
«Non te ne andare di nuovo»
«Non ti abbandonerò»

 

Poi buio. Non avrebbe mai più visto la luce.

 

*

 

Le urla non smettono di perseguitarlo, il cuore pulsa, sembra quasi voler sfondare la gabbia toracica e uscire fuori, solo per dare un’occhiata al mondo.
Merlin comprende che è arrivata l’ora di porre fine a quella guerra, che non è riuscito a vincere con la sola forza.
Le sue mani si alzano da terra, la bocca si apre per parlare e l’aria, e Will, accolgono per l’ennesima volta il suo segreto, riuscendo a non svelarlo al resto dei presenti.
Il vento si fa più forte e, con una furia inaudita, spazza via ciò che rimane dell’esercito nemico. È uno spettacolo meraviglioso e, al contempo, spaventoso.
Cosa sia successo dopo è solo un ricordo vago, una linea grigia sfumata sulla tela del tempo. Non c’è un prima né un poi, ma soltanto una ridda di immagini confuse, suoni ovattati, urla, strida e buio.
Alla fine, tutto si riduce a quello.
Lo sguardo indagatore di Arthur – chi è stato ad usare la magia? Chi è lo stregone che va punito?
Gambe che tremano, voce rotta dai singhiozzi e sangue. Una freccia viene lanciata da una balestra: il nemico non era morto, ha aspettato il momento opportuno per togliere la vita nel più infimo dei modi. Non è un guerriero, non è un eroe, ma è schiavo dell’odio e della violenza.
La freccia non colpisce chi avrebbe dovuto, un uomo si pone tra questa e il suo obiettivo, è un eroe, un servo, o semplicemente un amico?
Qualunque cosa fosse, non ha importanza di fronte alla morte: tutto perde il proprio valore e si riduce ad un incontemplabile nulla.
E buio. Buio pesto.
Pianti, urla, strida. E parole, molte più di quante se ne ascoltino in una vita intera.
E’ un brav’uomo. Un valoroso. Un forte. Ha affrontato fino alla fine la vita a testa alta, senza lasciarsi corrompere. E’ stato un mago, un tempo, ma ha salvato la vita al Principe, si è sacrificato per il bene della corona.
E’ morto per la sua magia, probabilmente. Ma da eroe, da brav’uomo, da valoroso e forte.
E’ un mago. E’ un mago.
Che importa, adesso che ha smesso di respirare?
Non è magia. La vita, dico, non è magia. E’ tutto un trambusto di suoni e colori, di gioie e sofferenze, di parole e silenzi, ma non è mai come la si desidera. I sogni esistono per dare sollievo al dolore, ma la speranza – questa attesa che nella sua eternità è caduca come la vita. Come Per sempre – li uccide.
Come ha ucciso lui.
Il mago.

 

*

E’ buio. Buio pesto.
Le luci, i suoni, le lacrime sono tutti spariti; non è rimasto che il ricordo di quel dolore, che sarà presto sostituito da un altro più forte. Il tempo ha iniziato già a corromperlo: la sua immagine si arrugginisce, il suono della sua voce si spegne.
E’ il nulla lo avvolge, e lo trascina giù, più in basso della morte.
I due giovani che stringono nelle mani la promessa di una vita si trovano ora a dover raccogliere ciò che rimane delle loro esistenze: l’uno tra le braccia della morte, l’altro nell’apatia della sua quotidianità. Per sempre, hanno capito oramai, è la menzogna che il tempo racconta allo spazio per irretirlo. La bugia dalla quale nascono le cose: i fiori, gli animali e l’uomo. Per sempre non è neanche la magia.
Merlin e Will non sono più Merlin e Will. Le loro vite sono scivolate via, nelle lacrime che hanno versato per tutti quei morti; nei respiri stentanti che hanno coperto i vuoti d’aria rotti dalle spade.
E’ la guerra che distrugge tutto. E’ la guerra che rende la magia morte.
Tutto si spegne. Anche la vita.
E’ rimane buio. Buio pesto.

 

*

Merlin è a terra.
Il suo corpo privo di magia, e di vita. Il cielo adesso, insieme ai suoi compagni, lo piange. Di lui si è ricordato. È un eroe, finalmente.
Will ha la testa poggiata sul suo petto, la mano stretta alla sua, in ricordo di quella promessa infantile oramai uccisa dalle spire del tempo. Piange, urla, freme.
Non esiste consolazione per questo genere di dolore: non c’è conforto.
E’ la morte.
E tutto, tutto diventa, per sempre, buio.

 

*

Una voce si ripercuote, costante, tra le strade di Camelot, ripercorrendo quei sentieri sperduti che una volta lui attraversava a testa alta e con il sorriso stampato sul volto, a disegnare il profilo della felicità.
Era un mago. L’ha ucciso la magia.
Gli uomini trovano sempre una spiegazione razionale alla loro irrazionalità: come se la giustificazione fosse anche redenzione. Non importa che sia una bugia. Non importa che sia una menzogna.
(Non) è un segreto.
Il resto, all’umanità, non interessa.

 

And we know that there’s no one we can trust
Our ancient heroes they are turning to dust

E sappiamo che non c’è nessuno di cui possiamo fidarci
I nostri antichi eroi, stanno diventando cenere!

 

                                                                                                         

Il ricordo di Merlin si sgretola, completamente corrotto dal tempo. In vita è stato un servo, nella morte un eroe. Solo dopo di essa è diventato un mago per poi scomparire, così, nel buio.
Della promessa di una vita, quella sancita da una stretta di mano, non rimane che cenere tra le braccia del tempo.

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTORE.

Chiedo venia! Lo so: è passato taaaaanto tempo dall’ultimo aggiornamento, ma purtroppo è un periodo un po’ così, questo estivo: tra mare, partenze improvvise (SONO STATO A SICUSA A VEDERE L’AIACE *_*), studio e progetti più o meni seri, mi son perso per la strada.
Adesso sto ripercorrendo il sentiero, ci vorrà altro tempo prima di rimettermi in carreggiata, ma non mi arrendo. È una nuova sfida, che vincerò… al massimo, mi accontenterò ugualmente di aver partecipato.

Riguardo questo capitolo in particolare non ho nulla da aggiungere. Le parti che descrivono la morte di Merlin sono molto più confusionarie, rispetto alle altre, ma ho voluto renderle così.
In fin dei conti la morte è caos, e ti toglie la vita in un concerto di note stonate e immagini prive di senso. O almeno è così che io la immagino.
Vi prego, non chiedetemi il motivo di questo finale completamente stravolto. Davvero, non lo so perché ho deciso di far morire Merlin e non Will. Forse perché penso che una fine del genere sia degna di lui o forse solo per creare un effetto sorpresa... ripeto, non lo so neanche io. XD
Infine, ho deciso - dopo aver chiesto il permesso anche sul forum di FW - di sviluppare il pairing come semplice amicizia, e non amore (inserisco questa nota dopo il commento di Ely, perché ho capito che è importante! ;))

Se posso, vorrei pubblicizzare una fanfiction che ho scritto, liberamente ispirata alle Troiane del Sommo Euripide. La protagonista è uno dei personaggi femminili del mito che amo di più: Andromaca, con la sua tristissima vicenda storica. (Dal testo: “[…]Soffia il vento sulle macerie della sua vita, della loro vita. Vittima, in un mondo che l’ha voluta donna solo per sopportare meglio la sofferenza.[…]”).
La storia la trovate QUI.

 

L’autore ai recensori:

Ringrazio tutti quelli che hanno inserito la storia nei Preferiti, tra le Seguite o le Storie da ricordare, anche se recensori silenziosi. E’ bello sapere che si è apprezzati.
In particolar modo, come sempre, ringrazio chi ha speso un po’ del suo tempo per lasciare una recensione. A tutti voi è dedicato questo capitolo. <3

 

@Ely: Ti ho già ringraziato per la recensione e per la correzione. Oramai la confusione voi-lei è diventata una costante nelle mie storie: lo facessi apposta, mi consolerei, ma purtroppo sono un caso perso. XD
Grazie ancora per i complimenti e spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! ;)

@Princess Hina: Fa sempre piacere ricevere commenti da nuovi recensori e non sai quanto io ti sia grato per le parole, ed il tempo, che hai speso per me. Davvero grazie, non saprei come alto farti capire quanto sia felice di ciò che hai scritto! <3

@GiulyB: Come al solito, le tue recensioni arrivano quasi a farmi piangere. Che è veramente difficile, ma tu sei un toccasana per l’autostima! E ti ringrazio, lo sai oramai, per tutto. <3

@ChelaseaH: Ti ringrazio veramente molto per la recensione che hai lasciato al precedente capitolo. E’ bellissimo ricevere complimenti, soprattutto da autori che si stimano e che piacciono. Valgono come doppi, diciamo. XD
Ho letto Il Simbolo Perduto – AMO Brown. In verità ho letto TUTTO ciò che ha scritto – ma devo ammettere che non ci avevo proprio pensato, alla scena da te citata, quando ho immaginato la mia (si fa per dire XD) la fiala nera. Però, ecco, è bello quando si creano questi ponti, questi legami che l’immaginazione accende, durante la lettura. E’ un viaggio che adoro fare e in cui, spesso, mi perdo anche io. ^_^
Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e sono davvero ansioso di sapere cosa ne pensi, perché ho letto la tua storia Merlin/Will e, come puoi capire dalla recensione che ti ho lasciato, l’ho trovata davvero fantastica!

@Rita Holmes: Ringrazio anche te per la recensione e mi dispiace di non essere riuscito a scrivere su Uther. Spero non me ne vorrai. ç___ç Effettivamente sono stato ispirato dal prompt del Fest di Fw e ho deciso di lasciar fare all’immaginazione, ma questo non vuol dire che non ci sarà un capitolo che lo vedrà protagonista. Anche a me affascina come personaggio e sarà interessante analizzarlo e scriverci su! ;)

@Kaho: Ti ringrazio per la recensione! L’analisi della storia è a dir poco perfetta! Spero di averti allettato di nuovo, con questo pairing. Altrimenti… al prossimo! ;)

@Mindyxxx: Anche poche parole, sia pure gettate al vento, possono cambiare una giornata: risollevando, magari, il morale di chi le riceve e accoglie. Per cui, grazie davvero per ciò che mi hai detto!




Legenda:

*Almuth è un personaggio di mia invenzione. Uno dei tanti volti che ha vissuto quella guerra, morendovi. E' un'eroina o una vittima... lascio alla vostra coscienza la libertà di interpretare come meglio crede la vicenda umana di questa donna.

**Dialogo ripreso fedelmente dal telefilm.
   
 
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