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Autore: Fairyangel    20/09/2005    10 recensioni
"Non si era pentito un solo attimo di quello che aveva combinato. Non riusciva, però, ad immaginare quello che gli avrebbe detto Remus, o meglio fatto, quando lo sarebbe venuto a sapere. Anzi. Non voleva proprio immaginarsi la sua reazione. Ma anche se Moony continuava a dire che non c’era bisogno di far niente, Black sapeva bene, che dopo un’offesa del genere, non la potevano passare liscia. Avevano esagerato. E gliel’aveva fatta pagare." *SLASH*
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: James Potter, Remus Lupin, Sirius Black, Peter Minus | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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What is the love? (cos’è l’amore?)

 

Disclaimer: i protagonisti sono della cara Joanne, ma la storiella è mia! Se volete farne qualcosa, chiedere a me!

Genere: commedia,  introspettivo…

Pairing: Remus/Sirius…

Raiting: NC17

AVVERTIMENTI: ATTENZIONE! Questa ff contiene tematiche slash, ovvero amore tra maschietti… io vi ho avvertito!

 

 

*************

 

“…” pensato

-…- parlato

 

 

9. Il pessimismo di Remus Lupin

 

Il pessimismo era una delle caratteristiche fondamentali di Remus Lupin. Anche nella situazione più nera riusciva a trovare un modo perché essa andasse ancora peggio. Oppure riusciva a scorgere quello stesso peggio in un gesto o in una situazione dove in realtà non c’era nessun motivo per pensare che tutto sia successo per portargli male. Un concetto un po’ confuso, come la mente di Lupin in quel momento. Eppure era così. Anche quella volta.

Ma infondo perché non dovrebbe pensare male? Dopo tutto quello che era successo.

Tutti i pezzi s’incastravano perfettamente, ogni cosa aveva un senso, messa insieme con le altre, un senso che Remus aveva intuito solo dopo aver ripensato attentamente a tutti gli eventi, in solitudine.

Un senso, anche se Remus non poteva saperlo, che era completamente sbagliato. Un senso, e neanche questo poteva saperlo, che gli avrebbe procurato un numero più o meno considerevole di seccature. Ecco come, secondo il suo ragionamento, potevano anzi dovevano essersi svolte le cose:

Lui, sciocco com’era stato, aveva permesso che qualcuno si accorgesse dei suoi sentimenti verso Sirius. Non sapeva chi. Fatto sta che questo qualcuno l’aveva detto a Sirius. E con Sirius, James e quindi Peter. No c’era una persona di troppo. Insomma tutto era partito da uno dei tre, che aveva messo a fuoco gli strani atteggiamenti di Remus. Forse Sirius. Forse James, quando avevano parlato… no, no… o forse Peter. Il piccolo e silenzioso Peter, aveva osservato. Ed era giunto alle conclusioni. Strano ma possibile. Eppure Peter era escluso da quella storia… oppure ancora peggio se era nato tutto da un esterno! No. O sì. No. Sì. No.

Fatto sta che per un qualche motivo, motivo che sarebbe poi la tesi del suo ragionamento, hanno deciso di giocargli un brutto scherzo. Perché non gli volevano bene. O lo trovavano diverso, ancora di più di quanto non lo era già. O volevano divertirsi alle spalle di un povero derelitto. Loro erano come tutti gli altri! Si erano solo presi gioco di lui… solo perché era un lupo mannaro… no stava andando fuori discorso.

Avevano messo in giro quello che avevano scoperto. Ovvero che lui provava qualcosa di strano verso uno dei suoi migliori amici… non era strano… era spontaneo, normale, bello e incredibilmente potente… fatto sta che l’avevano detto. Sempre per un motivo a lui sconosciuto.

A quel punto le ipotesi erano due: o loro stessi avevano inventato quell’incredibile e al tempo stesso crudele storia di quello che faceva lui nel suo tempo libero, o, per via della legge del Passaparola che vige a Hogwarts, che impone l’obbligo ad ogni studente o professore che sia di cambiare o aggiungere particolari ad una storia prima di continuare a professarla, la voce che lui aveva quella strana tendenza aveva preso una strana piega, trasformandosi in uno dei romanzi tragici, erotici e violenti più in di tutta la storia di Hogwarts... oppure che lui stesse sbagliando tutto? Che le sue ipotesi per giungere alla tesi fossero un abbaglio? Che la tesi non esistesse? E se ragionando per assurdo, la tesi si sostituisse alle ipotesi allora… loro non c’entrano niente? Magari ne stavano parlando semplicemente tra loro e qualcuno ha sentito e allora tutto prende il via, ma questo allora metteva in dubbio tutto il suo ragionamento… meglio tornare alla tesi.

CRACK.

Osservò la penna oramai distrutta che stava masticando insistentemente da tutta l’ora. Si guardò intorno. Sirius e James dal banco accanto, lo guardarono straniti. Interrogativi. Arrabbiati?

Dopo aver distolto lo sguardo distratto e sufficiente che lo caratterizzava da due giorni a quella parte, tornò alla sua penna. E alla sua tesi.

Si era meglio tornare alla tesi.

 

 

 

 

*************************

 

 

 

 

Inquietante. Non c’era parola migliore per definirlo “inquietante”.

 Suonava perfettamente. IN-QUIETANTE. In quiete. Ed era proprio in quiete. Remus Lupin era quieto. Perfettamente calmo. Ma non era un quiete normale. O meglio non era normale per lui.

Che ragionamento contorto. Ma era sicuro che anche il suo migliore amico lo stesse facendo. Lo stesso ragionamento. Lo avrebbe guardato. Se James lo stava pensando allora poteva continuare a pensarlo anche lui. Non c’era problema.

Sguardo veloce verso sinistra.  James aveva gli occhi sbarrati verso il calderone davanti a lui. Il coltello con cui stava tagliando la pelle di serpente che serviva per la pozione, sollevato in aria. Immobile. Se ricordava bene l’ultima volta che aveva controllato c’erano tre pezzi tagliati.

Sguardo veloce sul banco. Tre pezzi. James era distratto. James stava pensando. Se pensava James, se LO pensava James, allora era un pensiero normale. Poteva ricominciare il suo discorso contorto per la terza volta.

ZAC! James aveva calato con decisione il coltello sulla povera pelle di serpente. Lo sguardo corrucciato. Quattro pezzi.

Inquietante. IN- QUIETANTE. In quiete. Una quiete decisamente troppo quieta. Come poteva definirla? Da brivido. Sì. Una quiete da brivido. Perché gli faceva venire i brividi.  Quello sguardo freddo che non era mai stato freddo, quello sguardo sicuro… sembrava quasi un serpeverde. Uno sguardo quiete. Uno sguardo da serpeverde. Una quiete da serpeverde… se la matematica non era ancora diventata un’opinione… oddio. Il suo ragionamento stava di nuovo prendendo una piega contorta. Ma se ci fosse stato qualcuno che pensava la stessa sua cosa allora era normale o quantomeno possibile che anche Sirius la pensasse. James. Chissà se James stava pensando anche lui? James… sì se James pensava allora era normale.

Sguardo veloce verso sinistra. Di nuovo occhi sbarrati e coltello a mezz’aria. Quattro pezzi. Ok. James pensava, poteva riprendere il suo discorso per la quarta volta.

ZAC! James aveva di nuovo dato un colpo secco alla pelle. Stavolta con più decisione, quasi con rabbia. Cinque pezzi.

Inquietante. IN-QUIETANTE. In quiete. Proprio come Remus in quel momento. Una quiete da serpeverde. E perché? Per colpa sua! No… per colpa dei serpeverde… ma allora non avrebbe dovuto comportarsi come loro… di nuovo uno strano pensiero… forse doveva ricontrollare… No. stavolta non poteva perdere il filo del discorso. Allora era colpa sua… per quello che aveva fatto? Era un emerito idiota. Terapia d’urto, come l’aveva definita James. Forse troppo d’urto. Non avrebbe dovuto farlo senza chiedere a James. In quel momento aveva pensato e agito senza controllare che qualcun altro stesse pensando la stessa cosa. Infatti, James in quel momento non stava pensando. E lui, Sirius Black, aveva fatto danno.

ZAC!

Per quello doveva controllare sempre che qualcuno stesse pensando la sua stessa cosa. Perché. Beh, perché lui faceva danni. Se la pensava qualcun altro allora voleva dire che non era cosi assurda. James. Se la pensava James doveva andare bene. SI. James. Caro, James. Intelligente James, lui sì che sapeva qual era la cosa giusta da dire, da fare. Perché lui pensava prima di agire, pensava bene. Non come lui. Lui era stupido. Stupido Sirius. Non ne combinava una giusta. Lui aveva rovinato Remus. L’aveva fatto diventare un serpeverde… oddio, non è che l’aveva fatto diventare proprio un serpeverde… ma era colpa sua se Remus si era in-quietato. Lui l’aveva sottoposto alla terapia d’urto. Poi Remus aveva pianto. Poi si è arrabbiato. Ha detto che era vero. Era tutto vero. L’ha picchiato. Ed è entrato James che prima non stava pensando. Ma ora pensava. Pensava, e quindi poteva risolvere la situazione. Aveva calmato Remus. Non aveva risolto il problema, ma l’aveva calmato. L’aveva quietato… in-quietato. Quindi era colpa di James… No. Il suo pensiero stava diventando strano doveva controllare…

CRACK!

Si voltarono entrambi verso Remus. Stava osservando con aria di sufficienza, con aria da in-quietato, la sua penna rotta. L’aveva rotta con i denti. Stava pensando anche lui. Ma erano pensieri da inquietato. Quindi non erano pensieri buoni. Non erano buoni come non lo erano i suoi.

Li guardò, a loro. Con lo stesso sguardo di sufficienza che aveva dato alla sua penna... sorrise. Un sorriso freddo di sufficienza. Un sorriso quieto. Inquieto come tutta la sua persona da due giorni a quella parte. Voleva dire “ Va bene, mi state guardando. E allora? Sì ho rotto una penna. Che sbadato” un sopracciglio leggermente alzato. Era cattivo. Come i serpeverde. Una quiete da serpeverde. Doveva controllare James o avrebbe pensato o fatto qualcosa di sbagliato!

ZAC!

Doveva sapere se James stava pensando.

Sguardo rapido verso sinistra. Sette pezzi. L’ultima volta erano cinque. Adesso erano sette. Voleva dire che James tagliava in fretta, con attenzione. James non pensava più. Allora non doveva pensare neanche lui, perché se lui pensava cose strane doveva sempre controllare se qualcun altro le pensava per vedere se erano cose concesse. Se no vuol dire che non era normale. Che aveva superato un limite pericoloso. Nessuno pensava. James non pensava. Quindi non doveva pensare.

ZAC!

 

 

 

*********************************************

 

 

Si sente osservato, James Potter, quella mattina. Non che gli dispiaccia. Figurarsi, lui, James Potter, il grande James Potter, il bello James Potter, adorava essere osservato. Ma il modo in cui lo osservava il suo migliore amico, quella mattina, aveva un non so che d’insano. Lo fissava con i suoi occhi grigi, lo fissava. Gettò una rapida occhiata alla sua destra. Sirius era completamente perso in un altro livello spazio-temporale. Seduto sulla sua sedia, le lunghe gambe distese e incrociate sotto il banco, le spalle ricurve e le braccia incrociate, i capelli lunghi e neri, così neri, completamente scomposti in parte davanti al viso, in parte che scendevano sulle spalle e sulle braccia, o che si andavano ad infilare scompostamente tra la schiena del ragazzo e la sedia. Sirius, sempre così preciso, quel giorno non si era legato i capelli. Era la sua fissazione. Gli piacevano i capelli lunghi, ma non li teneva mai sciolti. Persino a James faceva impressione vederlo con i capelli sciolti. Anche di notte li teneva legati. Era più ossessionante di una donna. E non vi era nessun motivo di questo visto che se era bello con i capelli indietro, con i capelli sparsi era qualcosa d’indescrivibile. Si sentiva stranamente perverso a pensare ciò sul suo migliore amico, ma era così. In quel momento se non  fosse stato per la situazione assurda, si sarebbe imbambolato a guardarlo.

Il viso aveva un’espressione indecifrabile. Il suo viso sempre solare e gioviale, era corrucciato, bianco, invece della tonalità rosea che compariva sempre sulle guance di Sirius. Il naso leggermente appuntito lo faceva sembrare dannatamente cattivo. Ma la cosa che spaventava James, e non per metafora, ma lo spaventava sul serio erano gli occhi. Lo specchio dell’anima. Gli occhi ridotti a due fessure, esprimevano pazzia, Sirius quella mattina aveva gli occhi di un folle. E gli occhi non mentono. Aveva un brillio nelle pupille che faceva tremare James. James Potter. Il grande James Potter. Il bello James Potter. Sirius sembrava pazzo. Era  pazzo. Sì, n’era convinto. Quella mattina Sirius era completamente pazzo. Le labbra, le labbra che facevano svenire mezza Hogwarts erano strette e violacee quella mattina. Sirius se le stava torturando. Se le mordeva le stropicciava tra loro. Gettò un’altra occhiata veloce. Sirius continuava ad avere quello sguardo da pazzo. Si passò la lingua sulla bocca, un gesto che gli ricordò un assassino che stava per mettere le mani sulla sua vittima. Era ancora più pazzo di Remus, se ciò era possibile. Ancora più pazzo.

Remus. Il dolce Remus. Guardò anche lui. Remus era impazzito prima di Sirius. Era impazzito quando Sirius aveva fatto… quel che aveva fatto.

Li aveva spiati dalla porta. Aveva visto come Sirius aveva avvicinato Remus… come lo aveva preso. Sirius l’etero più etero, Sirius il donnaiolo, Sirius il rubacuori di Hogwarts.

Ed è lì che Remus è impazzito. Quando Remus piangeva, è lì che James ha deciso di intervenire. James Potter. Il grande James Potter. Il bello James Potter. Era entrato e Remus stava picchiando Sirius. Sirius era inginocchiato e si lasciava picchiare.

- Se ti fa sentire meglio, allora picchiami!- continuava a ripetergli. Remus non lo sentiva. Urlava e piangeva. Urlava e piangeva. Se James pensava a Remus… anche lui avrebbe voluto urlare e piangere. Per loro. Ma non poteva. Lui doveva risolvere la situazione. Remus si era calmato con il suo intervento. Non urlava e non piangeva. Ma era uscito dalla stanza, malconcio com’era. È uscito e non è tornato. Remus non è ancora tornato. Perché quello non è Remus.

Così era rimasto con Sirius. Gli aveva chiesto spiegazioni. Gli ha chiesto perché aveva fatto urlare e piangere Remus. E Sirius gliele aveva date. Lui l’aveva rimproverato. Cosa gli è saltato in mente? Remus, il dolce Remus che era stato violentato il giorno prima. Remus che urlava e piangeva. Moony glielo avrebbe detto, a Sirius, quando si sarebbe ripreso. Non c’era bisogno della terapia d’urto.

 – Cosa ti è saltato in mente, Paddy? COSA? Perché per una volta prima di fare una cosa non ci pensi due volte?-

- Ci ho pensato anche tre, Jim.-

- E allora, chiedi consiglio! Non partire in quarta! Se non sei sicuro dei tuoi pensieri controlla prima di agire!-

Gli aveva detto così.  E Sirius l’aveva fatto. Ed era impazzito. Anche lui era impazzito. Ma almeno Remus non urlava e non piangeva.

Di botto Sirius si raddrizzò sulla sedia, poggiò i palmi delle mani sul banco, gli occhi spalancati. James deglutì, mentre fissava il calderone. Il calderone così lucido. Il calderone specchiava Sirius. Sirius si girò verso di lui. Con quel suo sguardo da pazzo squadrò James. Lo guardò dall’alto in basso. Poi ritornò nella sua posizione iniziale. James si rilassò.

ZAC!

 

*********************************************    

 

La pelle di serpente è tutta tagliata, ora. Rumore di un liquido che bolle.

Adesso sicuramente James ha smesso di pensare.

Si passa alla polvere di coda di drago.

James fissa il sacchetto con gli occhi sbarrati. James pensa. Allora posso pensare. Se James pensa a Remus, allora può pensarci pure Sirius Black.

 

********************************

 

 

 

Eccoci qua, dopo l’estate, (e dopo i compiti dell’estate) con un nuovo capitolo. Ragazzi quanto tempo che non aggiornavo. ( Oh no.. è tornata… ndtutti)  bene. Spero di riuscire ad aggiornare con più regolarità, ora che non ho viaggi imprevisti, uscite serali e accampamenti da amiche che incombono…  lo spero… ^^

Ora un po’ di spiegazioni per il capitolo. Ho preferito fare un capitolo di passaggio a questo punto della storia per chiarire i sentimenti e le situazioni che si sono create tra i personaggi.

Diciamo che mi sono divertita a sperimentare il modo con cui ho descritto Remus, così calcolatore, matematico, che tenta di risolvere i suoi problemi come se fossero un problema geometrico, così distaccato come se avesse deciso di lasciare tutti i sentimenti da parte,  come mi sono divertita a scrivere di Sirius come se fosse un pazzo, visto che non riesce a capire cosa prova, si sente confuso umiliato e tradito, ed è convinto, come James, di aver perso Remus. Per quanto riguarda James ho voluto evidenziare il suo modo di fare egocentrico più che quello simpatico e riappacificatore, che si trova davanti ai suoi amici spaventato e al tempo stesso ossessionato. Non è un capitolo molto lungo, ma penso che sia abbastanza intricato e se lo allungavo diventava troppo… troppo. Ok, non so come sia uscito fuori, contando che è un capitolo di passaggio non succede nemmeno niente di che, spero che vi aggradi… ^^

 

 

Ora i ringraziamenti:

 

Imooto: Ti è piaciuta la vendetta? Ne sono molto felice! Si in effetti Sirius non è molto normale.. cin questo capitolo poi l’ho fatto sembrare un maniaco ( ehe… mi vengono certe idee…) Proporrai per un disegno? Wow! Sarei contentissima sul serio! Io so disegnare abbastanza, ma sono sicura che uscirebbe un casino… però potrei sempre farci un pensierino… mm

 

 

Miki_TR: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, e si direi che è proprio da Sirius fare una cosa del genre… in questa ff, al contrario di altre cosucce che ho già in mente per dopo, voglio mantenere ed evidenziare alla massima potenza il classico Sirius-stronzo, Remus-bambino, vittima pacioccone… non so. Ultimamente mi sono fissata. ^^ grazie ancora per i complimenti

 

 

Joy:  Eh sì, vi ho fatto aspettare.. quasi due mesi! Dovrei vergognarmi… purtroppo sono stata fuori… am ora rimedio in fretta! Sono comunque contenta che tu abbia ansia di leggere la mia storia… vuol dire che  (almeno per ora) non sta uscendo uno sfacelo.. O.o grazie per il commento! ^^

 

 

Agartha: Direi proprio che il fine giustifica i mezzi.. infatti Sirius ha scoperto.. ma a che prezzo! Grazie per i complimenti, commenta ancora!

 

 

Silver Evans:  oh sì, io adoooro i bazooka… mi fa piacere che ti piaccia il chap. Spero che penserai lo stesso di questo! Baci ^^

 

 

Rin rin:  sono contenta che la ff ti piaccia, mi impegnerò per continuarla!

 

Ora tocca a voi miei giovani apprendisti… commentate commentate! ihihih (troppo alcool troppo alcool)

 

 

_ Fairyangel_

  
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